Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Lione94    12/06/2012    4 recensioni
Un nome,
una profezia,
una guerra millenaria fra Angeli e Demoni.
Allie Fox, come ogni comune adolescente, ha smesso di credere alla magia dei bambini, ma sarà costretta a ricrederci dopo aver messo la sua firma su un libro incantato: mai sottovalutare il potere delle parole!
Sarà così coinvolta in un conflitto tra Bene e Male e, tra profezie, diavoli guastafeste, gatti parlanti, angeli custodi e un affascinate Principe dei Demoni, la sua vita cambierà completamente.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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14. La profezia della Luna





 << Allie Fox! >>
 Un’esclamazione improvvisa mi fece sobbalzare tanto che quasi rischiai di dare una capocciata a Layo sopra di me, il quale si buttò a peso morto con la schiena sul letto e sbuffò.
 Mi alzai sui gomiti per vedere Gwen ferma al centro della stanza con le ali spiegate e le mani sui fianchi.
 << Gwen… >> iniziai ma m’interruppi senza avere idea di che cosa dire.
 In quel momento ero combattuta tra la voglia di abbracciarla e quella di strozzarla perché ci aveva interrotti. Forse più la seconda. Quell’angelo aveva l’insana capacità di scomparire nei momenti meno opportuni e a volte anche di ricomparirci.
 << Voi due! >> pronunciò con tono apocalittico puntandoci il dito contro << Voi due vicini siete una… una calamità! >> disse poi affievolendo il tono minaccioso e impappinandosi per trovare le parole giuste. Alzai gli occhi al soffitto. Era troppo buona e angelica anche per fare una ramanzina decente… ma che razza di Custode era?!
 Layo sdraiato accanto a me cominciò a ridacchiare piano.
 << Ma Gwen… non aveva un posto dove andare >> le spiegai.
 << Vedrai che sistemerò questa faccenda con i diavoli io stessa per tenervi lontani >> ribatté lei convinta.
 Non riuscii ad arrabbiarmi per le sue parole perché riuscivo a capire le sue preoccupazioni per me. D’altronde Layo, anche se adesso Traditore, rimaneva pur sempre un mezzo demone, anzi per essere più precisi il Principe dei demoni.
 << Per questa sera farò finta di niente >>
 << Oh andiamo Gwen… >> lei mi lanciò un’occhiata severa d’ammonimento che interruppe la mia arringa pro-Layo << Ehm sì… buonanotte! >>.
 << Buonanotte ragazzi >> rispose secca l’angelo biondo << e ricorda che ti tengo d’occhio Allie >> mi fece il gesto delle due dita davanti agli occhi e poi sparì in uno sbuffo di fumo bianco.
 Mi voltai verso Layo e quando i nostri sguardi s’incrociarono scoppiammo a ridere. Mi ributtai sul letto tenendomi la pancia. Povera Gwen! Credevo che di questo passo sarei riuscita a farle venire davvero i capelli bianchi per l’agitazione.
 << Pensavo che le sarebbero cascate tutte le piume delle ali per l’agitazione! >> commentò Layo tra le risa.
 Quando il silenzio ridiscese nella stanza Layo mi ristrinse a se e io poggiai la testa sul suo petto.
 << Layo? >> mormorai chiudendo gli occhi.
 << Mmm? >>
 << Grazie ancora >>.
 Rimase per alcuni secondi in silenzio accarezzandomi piano i capelli e poi lo sentii sussurrare: << Buonanotte Allie >>.
 << Buonanottte >>.
 Mi addormentai così, con il battito del suo cuore sotto il mio orecchio e il suo calore che mi circondava.


 Camminavo su una familiare spiaggia deserta. Dietro di me le orme dei miei passi sparivano, cancellate dalle onde del mare tranquillo. Ero lontana mille miglia da Heyl, da tutto. Eravamo solo io e la luna che stava sorgendo dall’orizzonte dell’acqua. Era davvero insolito. L’alba della luna. Le stelle si accendevano una a una nel cielo e si riflettevano nel mare confondendo sempre di più il cielo con la terra.
 Quando la luna si fermò a filo dell’orizzonte d’acqua una strada luminosa dei suoi pallidi raggi si creò sulle onde. Una voce fece più volte il mio nome chiamandomi a se, così attraversai il ponte senza guardarmi dietro. Mi ritrovai a camminare tra le stelle come era successo quando era andata a trovare per la prima volta Evangeline in Paradiso. A memoria di quel giorno mi portai una mano al collo per sentire la presenza confortante del richiamangeli, adesso silenzioso. Più percorrevo la strada avvicinandomi alla luna e più essa diventava grande e luminosa, tanto che quando le fui così vicina, la luce mi circondò accecandomi.
 L’eco della voce rimbombò dappertutto: era la luna che mi stava parlando.

  Quando l’alba e il tramonto si uniranno in un raggio di luna, le tenebre verranno sconfitte e il sole risplenderà nel cielo per sempre.
 

 Fui risucchiata indietro da un’esplosione e le stelle iniziarono a vorticarmi intorno, trascinandomi in un vortice di luci, suoni e immagini di eventi accaduti da quando avevo messo la mia firma su Grimorio, mentre la profezia della luna mi rimbombava nelle orecchie. Tutto il vorticare si fermò e mi ritrovai catapultata in un ricordo in particolare. Il ricordo di una visione.

 All’improvviso la stanza si distorse e tremò. Tre figure dai contorni un po’ sfocati comparvero davanti a me. Erano tutti diavoli e uno era terribilmente familiare.
 << Davvero non saprei, padrone >> esclamò quello dall’aspetto più anziano, con le ali rosso carminio un po’ raggrinzite e il corpo nodoso che ricordava quello di un albero incurvato dal vento.
 << Sforzati di ricordare >> disse secco Demon, con voce implacabile.
 << Anche se esistesse, sarebbe impossibile da trovare dato che è andata perduta >> aggiunse il terzo diavolo, dai corti capelli violetti e i canini estremamente appuntiti.
 << Allora farete l’impossibile! >> esclamò Demon alterato << Non posso permettere che la Profezia si avveri >>.

 Era tutto così chiaro adesso!
 Demon era venuto a conoscenza della profezia e stava cercando qualcosa per cambiarla, qualcosa che fin dall’esistenza di Grimorio mai si era potuta trovare per cambiare…

 << Che cos’è? >>
 << E’ la Penna del Destino >> rispose Gwen fermandosi a osservare dietro le mie spalle.
 << La Penna del Destino? >> le feci eco, confusa.
 << Sì, secondo la leggenda è la Penna con cui Grimorio è stato scritto ed è la sola con cui si può modificare la storia >>.
 << Tutte le leggende hanno un fondo di verità >> intervenne mia madre.

 Mi tornarono in mente le parole di Gwen e di Ivoene davanti all’immagine di una penna d’oca verde smeraldo vista in Paradiso.
 Il mistero era stato finalmente svelato! Demon avrebbe cercato di cambiare la profezia a suo vantaggio con la Penna del Destino… e allora per gli angeli non ci sarebbe stata via di scampo! Chissà quali orribili cose avrebbe potuto combinare quel diavolo con quell’enorme potere tra le mani…
 E mentre nella mia mente ogni cosa si faceva più chiara, tutto di colpo si fece buio.
 Strizzai gli occhi colpita dall’improvvisa mancanza di luce - che fino a poco tempo fa mi aveva accecata - e quando li riaprii mi ritrovai nella mia camera. Tutto era tranquillo, anche se dentro di me si agitava una tempesta. Con il cuore che mi batteva a mille osservavo il soffitto a occhi sbarrati mentre cercavo di regolare il respiro affannato che mi si spezzava in gola.

 Sentii qualcosa di caldo sfiorarmi il braccio e mi ricordai della presenza di Layo affianco a me. Mi girai sul cuscino per vederlo muoversi nel sonno per sistemarsi su un fianco, rivolto con il volto verso di me. Era così bello quando dormiva, con le labbra socchiuse e un ciuffo di capelli neri sempre più ribelli che gli ricadeva sugli occhi. Sembrava così… umano. Sì, era quella la parola giusta. Sembrava semplicemente Eric, un ragazzo dalla vita normale che avrebbe potuto reputare la magia solo una sciocchezza, come avevo potuto fare io fino a qualche tempo fa. Purtroppo lui non aveva mai avuto questa tranquillità e adesso, guardandolo mentre dormiva, capii che forse solo nel sonno poteva trovarla. La mia vita si era scontrata con quella di Demon e i suoi demoni da poco, la sua era stata un Inferno fin da quando era piccolo. Forse avermi salvata aveva salvato anche lui. La mia natura di mezzo angelo mi avvertiva di non fidarmi della sua da mezzo diavolo ma una possibilità la meritava, specialmente dopo quel salvataggio.
 Specialmente perché tu vuoi dargliela. Mi rimbrottò una vocina nella testa.
 Gli scostai il ciuffo ribelle dalla fronte e lo guardai sorridere impercettibilmente nel sonno. Sospirai e decisi di alzarmi. Non c’era tempo da perdere. Evangeline doveva sapere cosa avevo scoperto. Lasciai un biglietto a Layo sul mio cuscino per informarlo, se si fosse svegliato, di non preoccuparsi della mia assenza perché ero al sicuro. Anche se non lo avevo scritto, ero certa che avrebbe capito che ero da Evangeline.


 Dopo la mia visita in paradiso per gli angeli era come se fosse scattata una corsa contro il tempo: quando non erano occupati in altre cose, ormai erano quasi tutti impegnati nella ricerca disperata della Penna del Destino. Io purtroppo non potevo essere di molto aiuto ma mia madre mi consolava con il fatto che era grazie alle mie visioni che eravamo riusciti a capire il piano dei diavoli. Malgrado tutto Demon e il suo esercito non si erano più visti così per tutte le sere della settimana riuscii a studiare e a recuperare qualche brutto voto preso a scuola (che avevo volontariamente scordato di dire a mio padre).
 Layo continuava a essere sempre più agitato. Tra noi le cose erano come se si fossero fermate in attesa di un qualcosa ma nessuno dei due riusciva a sbloccare la situazione perché non riuscivamo mai a vederci dato che si rinchiudeva in casa, alla quale ero riuscita a convincere Evangeline a far mettere qualche protezione intorno. Era del parare che il padre stesse organizzando qualcosa di nuovo e scoprii che la sua preoccupazione era del tutto lecita solo dopo qualche giorno dopo.
 Fu davvero strano svoltare in una via di Heyl, mentre tornavo da scuola con Layo, e trovarsi davanti a una vera e propria battaglia di angeli e demoni. Il cielo era diventato improvvisamente buio. La città deserta. Era come se fossimo entrati in una dimensione parallela. Il richiamangeli aveva iniziato a tintinnare furiosamente.
 Rimasi paralizzata dalla paura a osservare con quanta ferocia combattevano i diavoli con gli altri demoni contro gli angeli, chiaramente molto più deboli e sulla difensiva. Attaccavamo, mordevano, uccidevano.
 Oh mio Dio!
 Sentii qualcuno affermarmi il braccio e non potei trattenere un urlo di terrore, anche se poi scoprii che era solo Layo che cercava di risvegliarmi dall’incubo in cui ero finita.
 Diversi angeli, tra cui una Gwen, una Evangeline e un Gabriel preoccupatissimi, notarono la nostra presenza. Purtroppo anche diversi diavoli si accorsero di noi grazie alla mia stupida mossa così si liberano degli angeli che, disperati, cercarono di fermarli e si diressero verso di noi sghignazzando diabolicamente.
 << Scappate! >> urlò Gabriel.
 Layo usò subito i suoi poteri per trasformarsi nel lupo che avevo visto tempo fa. Saltai sulla sua schiena e lui corse via il più veloce possibile. Sentivo le risate diaboliche dei nostri inseguitori e sapevo che erano molto vicini. Layo svoltò per una strada poco illuminata.
 << Dove stai andando? >> gli urlai confusa stringendomi forte a lui per non cascare.
 Scosse la testa e ululò più forte. Mi coprii le orecchie con le mani per quanto fu potente il suo grido. Davanti a noi si parò un casa bianca dal porticato di legno, il tetto a spiovente dello stesso colore marrone e con dei fiori colorati sui davanzali delle finestre.
 << Attentooo! >>
 Proprio quando sembrava che ci schiantassimo contro la parete, la porta si aprì e ci catapultammo dentro. Layo tremò e tornò nuovamente umano. Cascammo sul pavimento e sbattemmo con un tonfo sordo contro il muro più vicino facendolo tremare forte. Sentii un forte dolore alla testa e al fianco tanto che il respiro si mozzò e la vista si oscurò per qualche secondo. Sentii il corpo di Layo schiacciarsi contro il mio dandomi il colpo di grazia. Almeno il quadro che si staccò dalla parete cadde in testa a lui.
 Il ciondolo al mio collo era finalmente ritornato silenzioso.
 << Eric! Oh mio Dio! >> esclamò una voce preoccupatissima sopra di noi. Feci un enorme sforzo per riaprire gli occhi e vidi una donna dai lunghi capelli neri chinarsi sul ragazzo addosso a me e tirarlo su dopo aver buttato via il quadro cadutogli sopra. Layo gemette e io ripresi a respirare normalmente.
 << Mamma! >>
 << Che cos’è successo? >> domandò la signora Lawolf ansiosa.
 << Un attacco... >> Layo si appoggiò al muro e mi diede una mano per aiutarmi ad alzarmi. La rifiutai per non affaticarlo ancora più di quando non lo fosse già. Mi poggiai al muro e mi rialzai cercando di non sforzare il polso sinistro che sembrava alquanto ferito. Dei rumori giunsero dall’esterno.
 << Sono qui! >> mormorai con il respiro impazzito.
 Un secco bussare giunse dalla porta.

 << Andate di sopra >> ci ordinò la signora Lawolf con tono stranamente calmo. Senza indugio ci affrettammo a seguire il suo consiglio e salimmo su per le scale e rimanemmo seduti sul pavimento cercando di fare il meno rumore possibile, anche con il respiro.
 Il cuore batteva a mille per la paura. Come avrebbe potuto una sola donna salvarci da quei demoni infernali? Evidentemente avevo sottovalutato il suo forte carattere, d’altronde era pur sempre stata la compagna di Demon.
 << Lascia libero il passo >> ordinò la voce dura di un diavolo. Altre voci rumoreggiarono un coro di consenso.
 << Come osate presentarvi qui e pretendere di entrare in casa mia?! >> replicò lei dura << Andatevene via subito! >>.
 Una forte puzza di zolfo che non faceva presagire nulla di buono invase la casa. Io e Layo ci scambiammo uno sguardo allarmato.
 << Lo so che sono qui, Sonia >> disse Demon comparso sulla soglia, con una strana nota cortese nella voce << Avanti fammi entrare >>
 << Non crederai davvero che io te lo lasci fare >>.  
 Mi sporsi per guardare. Demon si alterò per quella riposta e osservai il suo volto rabbuiarsi. La figura della signora Lawolf era davvero molto più bassa e minuta di quella del diavolo ma  sembrava ugualmente imponente.
 << E’ mio figlio >>.

 << E’ anche il mio e per questo non ti permetterò di portartelo via >> ribatté combattiva la donna.
 Lo sguardo di Demon si alzò e mi vide: << La ragazza... lasciamela! >>.
 Anche la signora Lawolf si voltò a guardarci e vide me e Layo guardarli con occhi sbarrati. Il suo sguardo nero, come quello del figlio, incontrò il mio e mi sembrò di vedere una scintilla baluginarci dentro.
 << Non se ne parla >> annunciò secca e gli sbatté la porta in faccia.
 Un ringhio soffocato di Demon fu tutto quello che sentimmo prima che lui e i suoi diavoli se ne andassero.
 Sentii tutta l’adrenalina che avevo nel corpo scemare, la stanchezza mi assalì lasciandomi spossata e senza energie.
 << Allie ce l’abbiamo fatta >> mi sussurrò Layo con tono incredulo. Mi buttai su di lui per abbracciarlo.
 << Ouch! >> gemette.
 << Oh scusa! >> mormorai contro il suo petto, allentando la stretta. Lo sentii sorridere.
 Dei passi frettolosi interruppero il nostro momento di tranquillità e vedemmo la signora Lawolf raggiungerci: << Non c'è più rispetto, stupiti diavoli! >> borbottò contrariata << E voi due volete spiegarmi che cosa sta succedendo?! >>.
 
 Dopo qualche minuto eravamo tutti e due sistemati con le ferite medicate e seduti intorno al tavolo della cucina per bere una calda tisana rigenerante.

 << Mi dispiace di averti fatto preoccupare così mamma >>.
 << Preoccupare? Eric io sono morta di paura! Prima sparisci per giorni, vengo a sapere da Gilderoy che ti stanno cercando e poi ritorni inseguito dai demoni di tuo padre >> la signora lawolf sospirò.
 << Lo so e mi dispiace davvero >> ripete Layo prendendo una mano della madre tra le sue << Ma il giorno dell’uragano ho salvato Allie, i diavoli mi stavamo cercando perché sono un Traditore. Mi sono dovuto rifugiare da Allie quella sera e non sono riuscito ad avvisarti >>.
 << Com’è riuscita a cacciare Demon? >> le domandai curiosa.
 << Per lo stesso motivo per cui Layo non è riuscito ad avvertirmi. La casa è circondata da una potente protezione che Demon evocò diciotto anni fa e ormai è sfuggita anche al suo potere >> rispose la donna.
 La guardai stupita: << E io che pensavo che fossero state d’aiuto quelle di Evangeline! >>
 << Gli angeli stanno proteggendo la nostra casa? >>
 << Mamma sono un Traditore >> le ricordò Layo.
 << Oh già. Beh da quelle Demon sarebbe riuscito sempre a sfuggire ma la sua ormai è insuperabile >> terminò lei annuendo sicura.
 Rimanemmo per qualche minuto in silenzio, ognuno preso dai propri pensieri, finché la signora Lawolf non lo interruppe.
 << Credo che sia ora che tu vada Allie >> disse la donna poggiando la sua tazza sul tavolo << Qui siamo al sicuro ma penso che gli angeli saranno preoccupati che tu non sia a casa >>
 Annuii. Sì, aveva ragione ma non potevo tornare a casa da sola perché sarebbe stato troppo rischioso ed era fuori discussione che Layo riuscisse per me. L’unico modo per richiamare il mio angelo custode erano gli Occhi di Specchio così avrebbe avvertito la mia presenza e avrebbe saputo dove mi trovavo. Chiusi gli occhi e quando li riaprii ebbi la visione di Gwen nella sua casa celeste mentre finiva di medicarsi un’ala ferita. Si voltò meravigliata dalla mia parte e poi vidi il suo volto rabbuiarsi quando capì dove mi trovavo.
 << L’importante è che tu sia sana e salva >> fece un sospiro << Arrivo tra cinque minuti >>.
 La visione finì e notai che la signora Lawolf osservarmi curiosa: << Occhi di Specchio come sua madre, eh! >> commentò divertita.
 Lei conosceva mia madre? Beh d’altronde lei sapeva tutta la storia.
 Mi voltai verso Layo per dirgli: << Gwen sarà qui tra poco >>.
 Ci alzammo e dopo che ebbi ringraziato e salutato sua madre ci dirigemmo in corridoio. Quando fui vicina la porta e in procinto di aprirla, Layo mi fermò prendendomi per il polso.
 << Sicura di stare bene? >> mi chiese un po’ agitato.
 << Sì Layo, non preoccuparti >> cercai di rassicurarlo appoggiando quella mano che lui aveva prima afferrato sul suo volto mentre faceva un respiro profondo << Grazie per avermi salvato... di nuovo >>.
 << Non osare ringraziarmi ancora per questo >> mormorò con una voce profonda che mi fece tremare le gambe.
 Mi strinsi a lui e sentii le sue braccia circondarmi per tenermi il più vicino possibile. Poggiò la fronte sulla mia e rimanemmo a guardarci per un tempo che mi sembrò infinito. Mi persi nel suo sguardo scuro mentre i nostri respiri, un po’ accelerati, si confondevano.
 In quel momento tutto quello che desideravo era che mi baciasse e quando si mosse per farlo chiusi gli occhi mentre il cuore iniziava a battere impazzito. Le nostre labbra erano a piccolo contatto e proprio quando stavo per schiudere le mie per sentire la sua morbidezza, due colpi alla porta ci fecero sobbalzare.
 << Al, sono io! >> sentii la voce di Gwen chiamarmi al di fuori della casa.
 Ah ma allora era proprio un vizio!
 Accidenti a lei e alla sua puntualità!

 << Ciao >> sussurrai a Layo quasi senza voce e prima che lui  potesse ritrovare la sua per dire qualcosa, uscii e mi chiusi la porta alle spalle. Ero sicura che se mi avesse fermato non sarei più tornata a casa con Gwen.
 L’angelo biondo mi accolse con uno sguardo indagatore.
 << Stai bene Allie? Hai la faccia un po’ stravolta… >>
 << Colpa dei diavoli, Gwen >>.
 In realtà il diavolo era solo uno… anzi mezzo!
 << Che ne pensi della signora Lawolf? >> mi domandò Gwen mentre camminavamo velocemente verso casa.
 << Anche se è stata con Demon penso che sia una forte >> risposi con un sorriso mentre ripensavo a come aveva messo a tacere i diavoli e il loro capo.
 L’angelo annuì pensierosa: << Già, era così anche quando stava con tuo padre >>.
 Mi girai di scatto per guardarla stralunata, così veloce che il collo mi fece male. << Che cosa?! >>.
 << Sì Allie, Sonia era la fidanzata di tuo padre quand’erano giovani. Lei fu la prima cosa che Demon gli portò via >>.
 Dal suo sguardo serio capii che era davvero la verità e che io ne conoscevo solo una piccola parte su mio padre. Quante cose aveva perso Nathaniel per via di Grimorio?
 Alla fine si era ritrovato solo e con una bambina da crescere.
 Che cosa sarebbe successo a me quando tutto sarebbe finito?
 La mia vita si stava già trasformando in un intreccio complicato di vicende e bugie.
 << Quante altre cose dovrò scoprire sulla vita di mio padre? >>
 << Non darti pena per ciò che è successo a tuo padre, Allie, sono certa che lui rifarebbe tutto quando solo per averti qui insieme a lui >> disse lei cercando di consolarmi.
 Annuii ma non potei fare a meno di preoccuparmi per il mio futuro.
 Quando rientrai in casa, Gwen mi fece l’occhiolino e scomparve in un battito d'ali. Io scacciai i brutti pensieri dalla mia mente e mi diressi verso la cucina dove sentivo le voci allegre di papà e Alexandra. Nathaniel sembrava così felice, come mai era stato. Risposi alle sue domande da interrogatorio dicendo che ero stata a casa di Genevieve per tutto il pomeriggio. Dopo l'ennesima bugia mi sedetti al tavolo e osservai i due scherzare giocosamente mentre preparavano insieme la cena e pensai che in fondo forse non andava tutto così male.
  
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