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Autore: phoenix_esmeralda    12/06/2012    2 recensioni
"È brava a manipolarti. È furba. Il vero problema, con la Bestia, non è il fatto che menta – sarebbe scontato. Lei mescola le bugie alla verità. Prende parti del tuo cuore e le amalgama con la menzogna e tu non sai più chi sei davvero, dove finisci tu, dove inizia la Bestia e quanto delle sue azioni siano in realtà le tue. La Bestia fa impazzire Kyra."
SECONDA CLASSIFICATA al contest "Keep calm and make cry or smile" di Khika Liz.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quarantotto ore dopo l’accaduto, Kyra torna a sfamare la Bestia.
Trema mentre si avvicina alla gabbia, il ricordo dell’aggressione quasi riuscita è tornato sotto forma di incubo di notte e di giorno, con gli occhi chiusi tanto come con gli occhi aperti.
Quando sbircia tra le sbarre tuttavia, il giovane gli fa cenno di via libera. È sciocco fidarsi, considerando che lui è la Bestia, ma l’unica certezza che Kyra ha, è che quegli occhi verdi l’hanno salvata dagli occhi arancioni.
Entra nella gabbia cercando di non dar peso alle sue gambe tremanti. Il giovane la osserva in silenzio. In qualche modo sembra stremato, sebbene da due giorni non esca dalla gabbia.
Kyra si china di fronte a lui e gli mostra le due boccette che tiene in mano.
- “Ho un concentrato energetico pari a quello di due giorni fa e uno meno intenso, come tu mi hai chiesto. Ti darò quello che preferisci, ma voglio che mi spieghi cos’è successo l’altro giorno.”
La voce le è tremata leggermente, ma il ragazzo non sembra averci fatto caso. Le fiamme arancioni ondeggiano nel lago dei suoi occhi verdi. Non sono accecanti come il giorno prima.
- “Sono la Bestia” – risponde piano lui – “E mi comporto come tale.”
- “Frottole. Tu mi hai salvata.”
Per un istante si fissano, quasi a sfidarsi.
Kyra fa dondolare avanti e indietro la boccetta con il minor concentrato energetico.
- “La scelta è tua.” – gli ricorda.
Lui distoglie lo sguardo e lo fissa in un punto dietro le sue spalle.
- “È stato il tuo concentrato energetico a liberarla” – dice alla fine, con voce roca – “Se riesco ad affamarla, lei si indebolisce e io riesco a controllarla. Ma quando riprende le forze è lei la più forte e io non posso impedirle di prendere il sopravvento.”
- “Stai parlando... della Bestia?”
Lui annuisce.
- “Per questo vuoi un concentrato energetico minore? Perché non riprenda forza?”
- “Sì.”
Kyra resta in silenzio un attimo, riflettendo.
- “Per affamare lei, devi affamare anche te stesso.”
- “Ma lei ha bisogno di più energie di me. Si indebolisce prima.”
Questo cambia le carte in tavola.
- “Quindi... non stavi cercando di morire.”
Il giovane abbassa lo sguardo. Rimane immobile per qualche istante, immerso nelle sue considerazioni personali.
- “No. Non ero intenzionato a morire.” – dice infine, senza guardarla.
Kyra è ancora confusa, mille domande le affollano la testa, ma ha bisogno di tempo per riordinarle.
Svuota la boccetta nella siringa e si avvicina per fare l’iniezione. Ma il polso del giovane è segnato dal grosso livido lasciato da quella di due giorni prima. Si avvicina ulteriormente, oltre il limite imposto dalla lunghezza delle catene, decidendo all’improvviso di fargliela nel braccio, dove gli farà meno male.
Ma quando sta per avvicinare la siringa, il giovane ha uno scatto e con la mano le afferra il polso.
Kyra sobbalza di terrore, mentre i suoi occhi corrono a cercare quelli della Bestia. Ma incontrano iridi verdi, accese e tuttavia così rassicuranti.
- “Non avvicinarti mai troppo.” – le sussurra lui – “Non fidarti della Bestia, è sempre in agguato, è forte, è furba. Può spezzare queste catene come fossero fatte di carta, può passare per le sbarre roventi senza bruciare, può decidere di averti e muovere il mondo intero per ottenere ciò che desidera. Se ti prende, farà esattamente quello che ha minacciato di farti. Non dubitare mai che lo farà. E non dimenticare che ci ascolta. Sente tutto ciò che diciamo e se dici troppo, lei lo  userà contro di te. Non dimenticarlo.”
La stretta si allenta e Kyra libera la mano. Senza dire nulla, accosta l’ago al braccio del giovane, ma deve aspettare quasi un minuto prima di bucare, perché sta tremando.
Alla fine si stacca e disinfetta.
- “Ricorderò quello che mi hai detto.” – lo rassicura. Ma mentre esce dalla gabbia, sente che le sue idee, invece di schiarirsi, si stanno facendo sempre più confuse.
 
 
Così, quasi senza rendersene conto, decide di capire cosa succede nelle stanze di Alinda Soresa quando fa condurre a sé la Bestia.
Kyra sa come fare, perché è già accaduto che dovesse assistere di nascosto ai colloqui della sovrana, su sua precisa richiesta.  La sua particolare sensibilità le permette di distinguere la menzogna con una certa accuratezza e Alinda ha sempre approfittato, nel corso degli anni, della sua dote.
Quando è certa che la Bestia si trovi nelle stanze della sovrana, Kyra apre una porticina del corridoio nascosta da un arazzo e risale la scala a chiocciola nel silenzio più completo. Si muove nell’oscurità quasi totale, ma conosce a memoria gli scalini irregolari e le pareti strette e screpolate su cui fa scivolare il palmo aperto salendo, così come l’odore di muffa e di chiuso che emana dal buio che la circonda.
Arriva infine a una finestrella semicircolare in corrispondenza del quadro della vecchia sovrana. Nelle stanze di Alinda, essa corrisponde alla corona sul capo di sua madre, ma la tela in quel punto è semitrasparente e Kyra può scorgere, non vista, tutto ciò che accade nella camera.
La Bestia è stata legata a una parete, anelli di metallo inchiodano i suoi polsi aperti al muro. È a dorso nudo e sul suo torso scivolano sottili rivoli di sangue. Kyra riesce a scorgere gli occhi verdi del giovane. Se fossero arancioni, quelle catene non basterebbero a fermarlo.
La sovrana gli è di fronte, tiene un coltello affilato in una mano e una boccetta di vetro nell’altra. Gli sfiora il petto con la lama, lasciando uscire un altro filo di sangue che lascia sgocciolare nel vasetto trasparente. Appoggia a terra il coltello e con le dita preme le slabbrature della ferita per far uscire più sangue. Il giovane stringe le labbra, ma istintivamente cerca di divincolarsi.
-  “Sta fermo” – dice la sovrana melliflua, mentre appoggia la boccetta al suo torace. Poi alza su di lui occhi violetti, carezzevoli – “Sarebbe tutto più semplice, se ti decidessi a parlare.”
Scuote il vasetto facendo fluttuare il liquido al suo interno, osservando il sangue rosso incresparsi contro il vetro trasparente,  poi si avvicina a un catino e lo svuota.
La Bestia ha uno sguardo impenetrabile, evita di fissare Alinda in faccia, sembra che cerchi di ignorarla, come aveva ignorato Kyra il primo giorno nella gabbia.
Ma la sovrana si avvicina al caminetto e arroventa un ferro.
- “Vediamo se oggi riesco a convincerti” – dice. Quando accosta l’arnese rovente al fianco del giovane, Kyra smette di osservare.
 
 
Dopo ciò che ha visto, Kyra non riesce a guardare la Bestia senza pensare al ferro rovente che le sfrigola sulla pelle. Anche se ha distolto lo sguardo quasi immediatamente, l’urlo straziante del giovane le ha perforato il cervello come uno spiedo nella carne.
Quando entra nella gabbia, porta con sé anche acqua fresca e un unguento lenitivo che lei stessa ha preparato in laboratorio. E che la sovrana provi a impedirglielo!
Oltre a quello, invece della solita boccetta di liquido energetico, reca con sé un vassoio di cibo.
La Bestia, quando la vede entrare equipaggiata a quel modo, increspa le sopracciglia.
- “Non preoccuparti” – esordisce immediatamente Kyra – “Questo cibo è bilanciato in modo da fornirti le stesse energie della boccetta di ieri. Ho pensato che se fossi riuscita a convertirla in cibo concreto, per te sarebbe stato più piacevole nutrirti. Anche se le iniezioni ti tengono in vita, il tuo stomaco continua comunque a sentire il bisogno di cibo solido.”
Lui osserva il vassoio con sospetto, Kyra non è certa che si fidi di lei. Eppure sarebbe una sciocchezza complottare perché la Bestia esca allo scoperto, sicuramente non ha alcun desiderio di rivedere il suo volto feroce.
Mentre il giovane valuta la situazione, Kyra afferra l’acqua e l’unguento e gli accosta. Va ben oltre la distanza di sicurezza, ignorando ogni richiamo di sensatezza, e afferra un lembo della maglia lacera per sollevarlo.
La Bestia sussulta e ha uno scatto indietro.
- “Cosa fai?” – sussurra.
- “Voglio medicarti l’ustione.”
Sente che trattiene il respiro.
- “Come fai a saperlo?”
- “Ho guardato di nascosto ieri. C’è una finestrella non visibile.”
Mentre parla, arrotola la sua maglia scoprendo il fianco. Le ferite da taglio sono leggere, ma la scottatura è brutta. Kyra non sa cosa volesse sapere la sovrana, ma lui è stato veramente stoico a non rivelare nulla neppure dopo quella bruciatura.
Inizia a bagnare delicatamente l’ustione, mentre il giovane rimane immobile. La sua pelle sembra quasi arretrare sotto le sue dita.
- “Ti ha fatto una cosa orribile” – commenta Kyra.
Lui le rivolge un’occhiata infastidita.
- “Mi prendi in giro? Sono la Bestia, niente è orribile in confronto a quello che io ho fatto.”
Kyra preme le dita nell’unguento e inizia a spalmarlo sull’ustione.
- “Tu non sei la Bestia.” – alza gli occhi su di lui, vuole che capisca quanto è seria – “La Bestia è dentro di te, ma tu non sei lei. Prova a dirmi che sbaglio.”
Per qualche istante lui non risponde. Sembra sgomento.
- “Perché dici questo?” – chiede infine, piano, con voce roca.
Kyra scrolla le spalle.
- “Come ti chiami?”
Lo vede dilatare gli occhi.
- “La Bestia non ha nome.” – dice.
- “La Bestia forse, ma tu devi averlo.”
Kyra non sa perché stia insistendo fino a quel punto, lui deve già essere sfinito dalla debolezza e dalle sevizie di Alinda, senza bisogno che anche lei lo incalzi. Eppure, da quando lui l’ha salvata dagli occhi feroci della Bestia, non riesce a togliersi di testa l’idea di doverlo aiutare in qualche modo.
- “Come ti chiami?” – ripete.
- “Zenon” – è solo un sussurro.
Kyra annuisce, poi srotola  la maglia e si stacca da lui. Gli porge il vassoio con il cibo.
- “Fidati Zenon, questo cibo non ti darà problemi. Non ho nessuna intenzione di risvegliare la Bestia.”
- “Alinda Soresa sa quello che stai facendo?”
-  “Cosa vuoi dire? Ti ho sto solo dando da mangiare, come lei vuole.”
Alza gli occhi verso di lei. Verde e arancio le si conficcano nel viso.
- “La osservi di nascosto, medichi le mie ferite, vieni a patti con me sulla quantità di forze da restituirmi. Non le piacerebbe.”
Kyra sorride, anche se sotto sotto si sente tesa.
- “Intendi tradirmi?”
- “Non io. Ma tu non hai ascoltato ciò che ti ho detto ieri, la Bestia sente e vede tutto ciò che sento e vedo io. Lei non vede l’ora di tradirti e non vede l’ora di...”
Kyra appoggia una mano sulla sua per zittirlo.
- “So cosa non vede l’ora di fare, preferisco non risentirlo.”
- “Forse dovresti invece, perché...” – si ferma, chiude gli occhi e scuote la testa all’improvviso.
Kyra si irrigidisce, lo osserva senza respirare, pronta a scappare.
Ma lui riapre gli occhi e il verde la colpisce nuovamente.
- “Non avere paura, non sta uscendo. È solo che... non tace mai. A volte è difficile fingere di non ascoltarla.”
- “Vuoi dire che... la senti?”
Lui afferra il vassoio e inizia a mangiare, lentamente.
- “Commenta ogni cosa. È in tutti i miei pensieri, continuamente.”
Kyra è esterrefatta. Non riesce a immaginare come possa essere vivere così. Con un mostro che ti parla in continuazione dall’interno della testa.
Non gli chiede cosa dica, preferisce non saperlo.
Lui alza gli occhi dal cibo e la osserva, in silenzio.
No, lei non vuole veramente saperlo.
 
  
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