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Autore: marmelade    13/06/2012    9 recensioni
“Ma come diavolo avete fatto a dimenticarvi tutti di questo giorno?!” esclamò, per poi guardarmi quasi furiosa, mentre io non riuscivo ancora a capire.
Nicole parve accorgersi del mio stato confusionale, e scosse ancora il capo, facendo muovere i suoi ricci, così simili ai miei.
“Cavolo Harry! Oggi torna Maya dalla Spagna!”.
[...]
Infondo, avevo paura, e la vecchia Maya cercava di prendere il sopravvento su quella nuova.
Ma non avrei mai permesso ciò.
Sarei stata forte, e avrei trascorso la mia vita serenamente anche lì, dimostrando a tutti chi ero diventata.
E non mi sarei fatta ingannare ancora.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I would love you better now.'
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MAYA POV.
La bellezza di Santorini, era impossibile definirla in qualche aggettivo, superficiale o estremo che fosse.
Santorini era da guardare, da vivere in quel poco tempo a disposizione donate dalle vacanze, e solo allora ci si sarebbe reso conto della magnificenza che conteneva quel posto.
Le casette bianche dai tetti colorati, tutte disposte in fila ed attaccate tra loro, come a voler creare una muraglia di meraviglia; i vicoletti e le piccole stradine tortuose, che conducevano ad altrettanti posti meravigliosi; i fiori che si trovavano in ogni piccola parte di quell’isola.
Tutto era indescrivibile.
E poi, c’era il mare.
Costantemente limpido e pulito, ci si poteva specchiare per quanto fosse chiaro.
Una tavola calma e tranquilla, che trasmetteva bellezza al solo primo sguardo.
Ed era proprio di fronte a quel mare che mi trovavo, in quel preciso istante.
Le tre del mattino. E io - invece di dormire come una persona normale avrebbe fatto – ero sul terrazzino della casetta affittata per le vacanze, che mi godevo quello spettacolo notturno.
Le casette erano quasi tutte illuminate, e le luci si riflettevano nello specchio marino sottostante, accendendolo e rendendolo ancora più meraviglioso.
C’era solo il rumore delle onde che s’infrangevano sulla riva, per poi ritornare all’attacco e ripetere quella sequenza. E poi, ovviamente, c’erano i soliti idioti che avevano organizzato una festa, facendo ascoltare a tutti la loro musica, altrettanto idiota. Fortunatamente, qualche vecchietto doveva essersi lamentato, perché la musica quasi non si sentiva più, come se fosse in lontananza.
Appoggiai le mani sulla ringhiera di ferro del piccolo terrazzino, lasciando che l’arietta colpisse il viso e quei pochi capelli rimasti fuori dal piccolo chignon malamente arrangiato, dati i capelli corti.
C’ero solo io.
Io e la tranquillità – parziale – notturna, io e l’arietta leggera, io e il mare.
Quella vacanza stava per volgere al termine, e avevamo avuto modo di goderla per bene.
Ovviamente, tranne per Louis e Nicole.
I soliti due idioti che litigavano per cose minime ed assurde, quando si vedeva chiaramente che non vedevano l’ora di buttarsi l’uno nelle braccia dell’altro.
Il problema – anzi – i problemi, erano due: Eleonor e Alan.
Erano venuti anche loro e, ovviamente, quei due non avevano modo di parlare per bene, ma entrambi erano morti di gelosia durante quelle due lunghe settimane.
Nicole s’irrigidiva e diventava serissima quando vedeva Louis abbracciare o baciare Eleonor, e subito si rifugiava in camera sua. Mentre invece, Louis – da ragazzo maturo qual’era – si comportava come un bambino alla sola vista di una parola tra Alan e Nicole.
E, ovviamente, anche questo era stato argomento di discussione. Ma discussione pesante. Talmente pesante, che tutti avevamo paura che ci arrivasse un piatto in testa.
“Non dormi?”
Mi voltai di scatto al solo sentire quella voce durante tutta quella tranquillità.
Harry si passava nervosamente una mano tra i ricci, e con l’altra si stropicciava gli occhi svegli.
Scossi il capo, alzando le spalle e facendo un mezzo sorrisino.
“Se sono qui…”
Lui ricambiò il sorrisino e mi si avvicinò lentamente, smettendo di stropicciarsi gli occhi.
“Come mai?” domandò.
“Non lo so…” risposi, distogliendo lo sguardo da lui e alzando le spalle “non ho sonno.”
Harry annuì, come se sapesse già che io non avevo sonno.
“E tu?” domandai, guardandolo di nuovo.
“Non lo so…” rispose sorridendo “non ho sonno.”
Sorrisi anche io dopo averlo sentito rispondere nel mio stesso modo, e scossi il capo.
Dio, se era idiota.
 In quelle due settimane, poi, lo era stato ancor di più, per poi ricevere ramanzine infinite da Caroline.
Perché, ovviamente, ad una nonna faceva bene l’aria di mare.
Per le ossa e per gli acciacchi, è risaputo. Una mano santa.
“Caroline? Dorme?” domandai, mordendomi il labbro inferiore.
In quelle due settimane, non solo aveva stressato l’anima ad Harry, ma anche a me e ai ragazzi.
Soprattutto a me, ovviamente, in veste di migliore amica – e scopamica, ma questo non l’avrebbe mai saputo – del suo ragazzo. Mi vedeva come un bersaglio da colpire, come una mela in bilico sulla testa di una persona, che lei doveva colpire e fare a metà con una freccia, come un essere maligno da fare fuori, come un cumulo di polvere ingombrante da spazzare via.
Ecco come mi vedeva Caroline.
Io, invece, la vedevo come l’avevo sempre vista.
Un ammasso di smagliature e rughe, il tutto completo da capelli biondi scambiati, e l’imminente segno di una ricrescita.
Insomma, la vedevo come era davvero.
“Si, dorme profondamente, beata lei” rispose, scrollandosi ancora una volta i ricci.
“Stai dicendo che russa?” domandai retoricamente, facendolo ridere.
“Un po’…” rispose, alzando le spalle.
Ridacchiai anche io, per poi voltarmi nuovamente verso il mare di fronte alla terrazza.
Portarsi dietro Caroline, non era stata una delle idee migliori di Harry Styles.
Ma - d’altro canto - quando mai Harry Styles aveva avuto delle grandi idee?!
“A che pensi?” domandò improvvisamente, interrompendo quel rumore delle onde, che ormai facevano solo da sottofondo.
“Alla tua fidanzata… e alla sparata mondiale che ha fatto oggi” risposi, facendo una smorfia.
In effetti, quello che aveva combinato quel giorno, non mi era per niente andato bene. E non solo a me.
Harry sospirò e si sedette su una delle sedie di legno presenti sul terrazzino, accanto ad un tavolino dello stesso materiale, dove vi si trovava un posacenere pieno dei mozziconi di sigaretta spenti da Zayn.
“Ti ho già detto che mi dispiace, Maya… cos’altro devo dirti?”
“Non sei tu che devi scusarti, diavolo!” esclamai sussurrando per evitare che gli altri si svegliassero, voltandomi verso di lui.
“Deve scusarsi lei, e lo sai! Ma, dato che il suo orgoglio ed il suo ego sono talmente enormi che potrebbero riempire tutta quest’isola, non lo fa! E’ come se glielo impedissero, ma sappiamo entrambi che lei non vuole scusarsi! Mi odia, Harry, lo sai meglio di me! Ed è per questo che oggi, mi ha trattato malissimo per una misera maglietta non perfettamente stirata! Io non sono la sua serva, mi toccava il turno di stirare i panni, ma non è colpa mia se il ferro da stiro fa schifo! E se non le andava bene, poteva tranquillamente farselo da sola! Dovrebbe solo ringraziarmi se le ho stirato tutte quelle sue maglie, oggi.”
Rimase in silenzio per un po’, per poi guardami con quei suoi occhi verdi, visibili anche nel buio.
“Sei ancora dispiaciuta per tuo padre?”
Era come se mi avesse trafitto lo stomaco con una spada, con un pugno o con qualsiasi altra cosa che mi avrebbe sicuramente fatto male o ferito.
“Dio, Harry, perché ogni volta che sono incazzata, tu cacci sempre fuori la storia di mio padre?!” esclamai, sussurrando ancora.
“Sai benissimo che non sono i sensi di colpa perché gli ho detto che non voglio vivere con lui! Avevi ragione, è stato comprensivo e non mi ha detto nulla ma… diavolo! Perché pensi che io sia dispiaciuta per lui? Sono strafelice che lui vada a vivere con una donna che ama, e questo mi basta! Sono irritata, arrabbiata e incazzata con la tua ragazza, perché ancora non capisco da dove derivi questo suo senso di autorità e di prepotenza verso di me! Non ne ha alcun diritto! E sai la cosa che mi da più fastidio?” m’interruppi, prendendo un po’ di fiato.
Harry rimase serio e scossi il capo, chiedendomi con gli occhi di continuare.
“La cosa che mi da più fastidio, è che lei cerca ancora di intromettersi tra di noi, nonostante sappia che io sono la tua migliore amica.”
Rimanemmo ancora una volta in silenzio a guardarci negli occhi. Era mortificato, dispiaciuto, lo leggevo tramite i suoi occhi.
Si alzò dalla sedia e mi si avvicinò lentamente, per poi stringermi in un lungo e forte abbraccio.
Chiusi gli occhi e mi alzai sulle punte, per poggiare il viso nell’incavo del suo collo e bearmi del suo profumo di bagnoschiuma, misto a quello della crema solare e del mare.
I suoi ricci mi solleticavano il collo, e le sue mani mi accarezzavano lentamente la schiena.
Rimanemmo ad abbracciarci per minuti che parvero infiniti, e io non avevo voglia di staccarmi da lui. Volevo sentire ancora il suo cuore battere all’unisono con il mio, anche se erano due settimane che lo sentivo costantemente battere contro il mio petto durante le notti passate in bianco con Harry che, dopo che Caroline prendeva sonno, si rifugiava in camera mia.
“Sai benissimo che non lascerò mai intromettere Caroline negli affari nostri. Lei è la mia fidanzata, e con lei condivido altre cose. Ma tu sei la mia migliore amica, e ho condiviso e condivido tutt’ora cose che Caroline non potrà capire.”
Mi strinsi più forte al suo petto dopo quelle sue parole, e lui mi lasciò un bacio sulla nuca per poi staccarsi da me.
Mi guardò con un sorrisino e lo sguardo puntato nei miei occhi, tenendomi ancora le mani.
“Cosa ne dici? Vogliamo condividere qualcosa che Caroline non potrà capire, adesso?”
Scossi il capo e risi leggermente, avvicinandomi al suo viso.
“Sei sempre il solito idiota, Styles.”
“Credo che prenderò la tua risposta per un si…” sussurrò, per poi trascinarmi dentro casa velocemente e aprirne la porta d’ingresso, facendomi segno di uscire, tenendo ancora la mano incastrata alla mia.
Tolsi i sandali per non fare rumore e scendemmo velocemente le scale, passando davanti la porta del burbero padrone che ci aveva affittato casa. Se ci avessero scoperti, ci avrebbero ucciso.
Harry aprì piano la piccola porta blu che fungeva da portoncino d’ingresso e, dopo aver rimesso i sandali, uscimmo fuori, lasciando che l’arietta notturna colpisse nuovamente i nostri visi.
Lui mi guardò negli occhi e sorrise, e io feci altrettanto.
Mi strinse ancora di più la mano e iniziò a correre, con me al suo seguito, verso quella piccola stradina tortuosa piena di fiori freschi e profumati.
Scendemmo le scale a due a due, correndo ancora verso una meta a me sconosciuta.
Ma ero con Harry, e tutto quello che avrebbe fatto lui, non poteva di certo essere un’idea malsana.
O forse si.
Ma, in qualunque caso – che l’idea fosse stata malsana o meno – l’avrei seguito, e avrei continuato a correre tenendo stretta la sua mano.
Dopo aver superato quella lunga stradina e piccoli vicoletti, ci ritrovammo in una piccola spiaggia libera, dove eravamo soliti andare la mattina e rimanere fino al tardo pomeriggio, godendoci il tramonto.
Tolsi nuovamente i sandali, per godermi il contatto con la sabbia fresca e i miei piedi, e trascinai Harry verso il mare, guardandolo negli occhi e tenendogli ancora le mani.
Posai i sandali sulla riva una volta che fummo vicino al mare e ne misi i piedi dentro, lasciando che l’acqua candida e trasparente li bagnasse e li rinfrescasse.
Mi voltai verso Harry, che teneva le mani nelle tasche dei pantaloni da ginnastica grigi e mi sorrideva. Lo presi nuovamente tra le mani e lo trascinai verso l’acqua, facendo bagnare i piedi anche a lui.
Mi alzai sulle punte, avvicinandomi ancora una volta al suo viso e alle sue labbra, lasciando che il suo respiro calmo e tranquillo colpisse le mie.
“Facciamo il bagno?” proposi, guardandolo negli occhi e mordendomi il labbro inferiore.
Harry sorrise e, per tutta risposta, fece passare una mano sotto il mio leggero vestitino rosa, sfiorandomi lentamente il ventre.
Mi avvicinai ancor di più alle sue labbra e le feci incontrare con le mie, in un bacio lento e tranquillo. Premette sulle mie labbra, lasciando che si schiudessero e permisi alla sua lingua calda di entrare in contatto con la mia, lasciando che si incontrassero in una lenta danza passionale.
Sentii la sua mano muoversi lentamente ancora sul mio ventre, per poi risalire pian piano verso il mio seno, oltrepassando la coppa del reggiseno e sfiorando un capezzolo.
Sospirai al sentire la sua mano su un mio seno e stringerlo, e gli morsi il labbro inferiore.
Mi sfilò completamente il vestito, mentre io gli toglievo la maglia e sfioravo il suo petto con le dita.
Tolse il mio reggiseno, per poi sfilarsi lentamente i pantaloni della tuta e rimanere in boxer.
Lo attirai ancora una volta a me, pressando il seno sul suo petto e baciandolo, per poi indietreggiare verso l’acqua fresca.
Rimanemmo in quella tavola piatta e candida per quelle che sembrarono ore, ma in realtà erano solo minuti infiniti, nei quali c’eravamo schizzati a vicenda come due bambini piccoli, avevamo tentato di affogarci l’un l’altro e, infine, ci eravamo baciati.
Ritornammo nuovamente sulla riva, senza smettere di baciarci. Harry fece scivolare pian piano la sua mano al di sotto delle mie mutandine bagnate e le spostò, infilando un dito nella mia intimità.
Sussultai presa alla sprovvista, e morsi dolcemente il suo labbro inferiore, come a volerlo torturare.
Mi stese lentamente sulla sabbia, che si appiccicò alla mia schiena bagnata e sudata, e lui si posizionò sopra di me.
Mi baciò ancora a lungo, infilando nuovamente un dito nella mia intimità e muovendolo sapientemente, colpendo tutti i miei punti più sensibili, cosa che mi fece gemere dal piacere.
Mi tolse le mutandine e lui fece altrettanto con i suoi boxer, lasciandoci in completa nudità.
Si posizionò nuovamente sopra di me dopo avermi allargato le gambe, ma rimase sulle mie labbra rosse e calde per baciarle ancora. Soltanto quando io gli morsi il suo labbro inferiore per chiedergli di più e fargli capire che stavo scoppiando dall’eccitazione, capì.
Sorrise sulle mie labbra dolcemente, dopo aver lasciato un ultimo bacio a stampo.
Chiusi gli occhi. Il mio respiro era sempre più affannato e fremevo dal desiderio di sentirlo dentro di me. Allargò ancor di più le mie gambe, mentre pian piano si avvicinava alla mia intimità e…
 
E quella cavolo di sveglia suonò ancora una volta.
Mugugnai insistentemente e la buttai sul pavimento da sopra al comodino. Quella mattina aveva veramente rotto le palle.
Smise di suonare all’improvviso, e io feci un sorrisino soddisfatto. Sveglia 0, Maya 1.
Mi misi su un fianco, con l’intenzione di tornare a dormire fino a mezzogiorno, ma quella mattina sembrava davvero che qualcuno ce l’avesse con me.
“Maya! Cacchio, ma vuoi alzarti?! E’ tardissimo!”
Ovviamente, Nicole era molto più rompipalle della sveglia. Le sue urla mattutine ne erano la prova.
Mugugnai di disappunto quando mi tolse le coperte da dosso e battei i piedi sul materasso, per poi riprendere le coperte e posizionarle nuovamente sul mio corpo.
La sentii sbuffare mentre cercava qualcosa nell’armadio, poi sentii qualcosa di pesantemente morbido sulla mia schiena, che mi fece sobbalzare.
“Alzati e non fare la bambina! E’ tardi, dobbiamo muoverci.”
“Mmmh, ma tardi per cosa?” domandai, ancora a pancia sotto con il viso schiacciato sul cuscino e un altro cuscino sulla mia schiena.
“Dobbiamo andare ad Holmes Chapel da Anne, non ti ricordi?” rispose, sbuffando ancora.
Mi alzai di scatto e mi misi seduta tra le lenzuola disordinate, con i capelli che mi coprivano gli occhi.
“Da Anne?! Ad Holmes Chapel?!” domandai ancora, scioccata.
Nicole annuì, mentre raccoglieva il cuscino, che mi aveva buttato sulla schiena, da terra.
“Si, May. L’avevi dimenticato?”
“Certo che si!” esclamai, battendo una mano sul materasso.
“Ovvio che l’avevo dimenticato! Insomma, stiamo andando nella vecchia cittadina dove ho conosciuto te ed Harry… a casa della mamma di Harry, che ti ricordo essere il mio ex ragazzo!”
“Beh, a me pare che tu e Harry siete tornati in buoni rapporti, no?” domandò, inarcando un sopracciglio.
“Si, ma che c’entra, adesso?”
“C’entra! Dai, May, è solo Anne! Sai quanto ti adora, ed è da quando sei arrivata qui che non siamo andati a trovarla! Tu sei arrivata a fine Maggio… e ti ricordo che adesso siamo a Settembre.” disse, facendo un sorrisino.
Sbuffai e mi alzai dal letto, stiracchiandomi per bene e chiudendo gli occhi.
Ovviamente, tra le vacanze con i ragazzi a Santorini e quelle in Spagna per andare a trovare mia madre, non avevo avuto proprio il tempo di andare a trovare Anne.
E quella sarebbe stata una lunga, lunghissima giornata.
“Quali sono i programmi, allora?” domandai sbadigliando.
“Partiamo tra un’oretta” disse Nicole, e mi accorsi che lei era quasi pronta, a differenza mia.
“Zayn e Jenny verranno in macchina con me ed Alan. Poi, verranno tuo padre ed Elizabeth…”
“Aspetta… vengono anche loro?!” domandai scettica, strabuzzando gli occhi.
Nicole, in tutta risposta, sbuffò e mi lanciò un cuscino in faccia.
“Hai dimenticato proprio tutto, eh? Ovvio che vengono anche loro! Anne vuole conoscere Elizabeth!”
Mi buttai nuovamente a peso morto sul letto, gettando la testa all’indietro.
Dio, che giornata che sarebbe stata!
“Poi, dicevo…” continuò, aprendo ancora l’armadio e trafficando con qualcosa.
“Louis e quella tipa…”
“Si chiama Eleonor, Nicole” le ricordai.
“Oh, Eleonor, quella tipa… fa lo stesso! Rimane comunque un’ochetta, qualunque nome o aggettivo le dia. Dicevo, Louis e… si, hai capito chi, Eleonor…” e notai una punta di disgusto nel suo tono di voce al pronunciare quel nome “staranno in macchina con Liam, Danielle e Niall. E poi, beh, tu stai in macchina con Harry.”
Mi alzai di scatto dopo quelle sue ultime parole, e la guardai con gli occhi sbarrati.
“Io sto in macchina con Harry e quella babbiona di Caroline?! No, dico, ma siamo impazziti?! A costo di andare in macchina con mio pad…” esclamai, alzando il tono della voce.
Nicole rise e si voltò verso di me, chiudendo le ante scorrevoli del grande armadio.
“No stupida! Tu starai in macchina con Harry e basta!”
La guardai scettica, aggrottando le sopracciglia.
“E Caroline non viene?” domandai.
Mi sembrava quasi impossibile che la nonna lasciasse da solo il suo nipotino insieme alla migliore amica, che odiava. Ovvero, mi sembrava impossibile che Caroline non venisse per stare col fiato sul collo a Harry e guardarmi male per tutto il tempo.
“Ci raggiungerà più tardi… però, poi sono io che non devo chiamare ‘quella tipa’ Eleonor. Vedo che tu Caroline puoi chiamarla in tutti i modi…” disse, guardandomi maliziosa.
Distolsi lo sguardo da lei e mi portai una ciocca di capelli dietro l’orecchio, alzando le spalle.
“Che c’entra? Caroline la odiano tutti ed è una vecchia. E poi, scusa, sai quanti soprannomi sgradevoli che mi da lei, quando sta da sola con Harry?” dissi, alzandomi dal letto.
“Mmmh, sarà… ma non me la conti giusta lo stesso…” rispose, guardandomi ancora maliziosamente.
Alzai gli occhi al cielo, scuotendo il capo e sospirando, per poi sorpassarla.
“Vado a fare la doccia.” dissi, lasciandola in camera, che continuava a sistemare.
Quella sarebbe stata davvero una lunga, lunghissima ed estenuante giornata.
 
                                                                                                                             *
 
HARRY POV.
“Sei pronto, Harry?” chiese Niall, sbucando da dietro la porta.
Finii di sbottonare la camicia azzurra e presi gli occhiali da sopra al comodino.
“Si, ho fatto” risposi, avvicinandomi alla porta.
Lui annuì e scomparve, per poi scendere giù in salotto e parlare con Louis.
Lo seguii a ruota, mentre mi aggiustavo i capelli con una mano.
“Allora, Zayn e Jenny sono già a casa di Nicole, andranno con lei e… quel tipo lì!”
“Si chiama Alan, Louis” lo riprese Liam, seduto sul divano accanto a Danielle.
Louis fece una smorfia al sol sentire il nome del ragazzo di Nicole.
“Alan, quel tipo lì… cosa cambia se lo chiamo in un altro modo?! Rimane sempre un idiota tutto muscoli e niente cervello!” esclamò, scuotendo il capo.
Ridacchiai leggermente per la sua reazione. E poi diceva di non essere innamorato di Nicole…
“Dicevo…” riprese, dopo aver tossicchiato “Jenny e Zayn andranno in macchina con Nicole e… si, avete capito con chi, con Alan…” e notai una leggera nota di disgusto a pronunciare il suo nome.
“Poi, Liam… tu, Danielle e Niall verrete con me ed Eleonor, e invece Maya starà in macchina con Harry!”
“Louis, è la quarta volta che ripeti le disposizioni delle persone nelle macchine, l’abbiamo imparato a memoria!” esclamò Liam, alzandosi dal divano.
“Beh, era per essere precisi, scusa tanto se ti ho disturbato!” rispose Lou, facendo una smorfia.
“Andiamo, allora?” disse Niall, aprendo la porta e lasciando passare tutti quanti, per poi chiuderla a chiave dietro le sue spalle.
Arrivammo giù ed entrai nella mia grande macchina prima degli altri, infilando gli occhiali da sole.
Aspettai che Louis mettesse in moto, per poi seguirlo e dirigerci verso casa di Nicole, non molto distante dalla nostra.
Caroline ci avrebbe raggiunto più tardi a casa di mia madre, dato che aveva degli impegni in studio.
Ovviamente, Settembre era mese di lavoro per entrambi, ed era quasi impossibile vederci e stare insieme per bene.
Dopo poco, Louis si fermò e io imitai il suo stesso gesto, segno che eravamo arrivati.
E infatti, Nicole era già sotto il portone che metteva qualcosa in macchina e diceva cosa fare – più che altro, lo urlava – ad Alan, che dopo poco fece quello che gli aveva richiesto.
Quando vide la macchina di Louis parcheggiare, fece una faccia di disgusto, e continuò a mettere qualcosa in macchina. Aveva sicuramente visto Eleonor.
“Ehi Nicole!” la salutò Liam dopo essere sceso dalla macchina prima degli altri, e l’aiutò con il grosso pacco che aveva tra le mani.
Poco dopo, scesi anche io e tolsi gli occhiali da sole. C’erano praticamente tutti, anche Zayn e Jenny stranamente in orario, ma non vidi Maya.
“Nicole, ma dov’è May?” domandò Niall, anticipando la mia domanda.
Lei alzò le spalle e scosse il capo.
“E’ sicuramente di sopra, in ri…”
“In ritardo come al solito! Cambia un po’ repertorio, Nicole, ormai lo conosco a memoria! Non posso sempre concludere le frasi al posto tuo!”
Come al solito, Maya scendeva le scale con fare trafelato, con i capelli corti costantemente in disordine, e una borsa più grande di lei.
Portava un vestito bianco a tubino e sopra una giacca nera, con delle ballerine dello stesso colore che, nonostante fossero basse, sembrava che lei non riuscisse a trovare un equilibrio e a stare in piedi.
“Buongiorno a tutti!” esclamò sorridente, per poi buttarsi tra le braccia di Niall e abbracciarlo.
“Sei sicura di essere sveglia, May?” le domandò Louis, dato che aveva rischiato di cadere già un paio di volte da quando si trovava giù.
“Mai stata più sveglia, Lou!” rispose sorridendogli e dandogli una pacca sulla spalla.
“Allora, possiamo andare?” disse Alan, che già aveva preso posto in macchina, forse per rilassarsi dopo tutta quella fatica che gli aveva fatto fare Nicole.
Louis fece una smorfia e mi si avvicinò.
“Cosa c’è? Mr. Muscolo non sa aspettare?” sussurrò al mio orecchio, facendomi ridere.
“Si Alan, possiamo partire!” esclamò Nicole, per poi avvicinarsi a noi.
“Louis, cortesemente, potresti prendere posto in auto e mettere in moto?” chiese, facendo un sorrisino di scherno, che Louis ricambiò.
“Il tuo ragazzo va di fretta?” domandò ironicamente, e vidi sul volto di Nicole formarsi un’espressione che non poteva essere considerata pacifica.
“Io lo dicevo per la tua ragazza… credo che non sappia stare cinque minuti lontana da te!” rispose lei, facendo un sorrisino soddisfatto.
“Questo è perché sono irresistibile!”
“No, questo è perché due idioti come voi hanno bisogno di stare insieme tutto il tempo per sentirsi compresi!” rispose ancora, per poi girarsi e andare in macchina, prendendo posto accanto ad Alan.
Vidi Louis rosso dalla rabbia, che contraeva i muscoli del viso per non urlare e spaccare la faccia ad Alan, così gli posai una mano sulla spalla.
“Andiamo Harry, se no faremo tardi” disse, voltandosi verso di me e sospirando.
Io annuii, e mi avviai verso la mia macchina.
In quell’ultimo periodo, soprattutto dopo le vacanze, il rapporto di amore/odio tra Louis e Nicole andava peggiorando sempre di più. Si stuzzicavano senza sosta, ma non vedevano l’ora di baciarsi.
“Ciao tipo!”
Sussultai di scatto e mi voltai verso il sediolino del passeggero, e notai Maya con un enorme sorriso stampato sul volto.
“Mi hai fatto mettere paura!” esclamai, sospirando.
Lei fece una smorfia, storcendo il naso e aggrottando la fronte.
“Faccio talmente tanto schifo che ti faccio spaventare?” domandò, incrociando le braccia al petto.
Scossi il capo e risi leggermente e aprii la bocca per rispondere.
“Ehi Harry, noi siamo pronti!” urlò Louis, sporgendosi dal finestrino.
“Anche noi Lou!” rispose May al posto mio, urlando e sporgendosi altrettanto, per poi voltarsi verso di me.
“Dai, metti in moto idiota,  che ho voglia di rivedere tua madre!”
 
                                                                                                                               *
 
Quelle prime tre ore del viaggio passarono in fretta.
Ovviamente, in compagnia di May il tempo volava, e le ore di quel lungo viaggio erano impossibili sentirle pesanti, dato che ogni cosa che faceva o diceva era divertente.
Avevamo ballato fino a sudare, avevamo detto un casino di stupidaggini dopo aver ricordato migliaia di aneddoti divertenti della nostra adolescenza passata insieme.
Ovviamente, prima di quel Dicembre.
“Cambia canzone, Harry, questa non mi piace!” esclamò, non appena partirono le note di Ai Seu Ti Pego dal cd.
“Perché? E’ divertente!” risposi, continuando a guardare di fronte a me la stradina completamente deserta.
Ormai nemmeno le macchine di Louis e Nicole si vedevano più.
Vidi Maya guardarmi con un’espressione sconcertata e scioccata.
“Ti prego Harry, questa canzone è priva di senso! E il motivetto fa schifo, ti giuro non la sopporto!”
“Dai, perché dici che non ha senso?!” domandai, scuotendo il capo.
La vidi togliersi la cintura e voltarsi verso di me, guardandomi scettica.
Wow, wow, così mi uccidi! Ah, se ti prendo! Ah, ah, se ti prendo!” disse intonando anche il motivetto, che intanto continuava a suonare.
Scoppiai a ridere dopo la sua traduzione, mentre lei continuava a guardarmi attendendo una mia risposta.
“E secondo te, questa cosa avrebbe un senso?!” disse, quasi come se non fosse una domanda.
Mi voltai verso di lei, ridendo ancora.
“Beh, magari vuole rimorchiarla in discoteca…” supposi, per poi voltare lo sguardo nuovamente verso la strada dinnanzi a me.
“Dio, è ancora più degradante! Dire ad una donna in discoteca ‘ah, se ti prendo!’… è maschilista alla massima potenza! Possibile che voi uomini, pensate solo a rimorchiare quando andate in un locale?!” esclamò, cosa che mi fece ridere ancora di più.
“Scommetto che tu sei il primo…” disse, incrociando nuovamente le braccia al petto, assumendo un cipiglio scettico.
“Io?! Non sono per niente il tipo…!” risposi, fingendo innocenza.
Era normale che avevo provato a rimorchiare in discoteca! Ero pur sempre un ragazzo!
Maya scosse il capo sospirando, alzando gli occhi al cielo.
“Dios, realmente quiero encontrar a un hombre con un poco de cerebro!”
La guardai di sottecchi con aria interrogativa.
“Che cosa hai detto?” domandai, sgranando gli occhi.
Quando May parlava spagnolo, era praticamente impossibile capirla!
“Niente, ho detto che vorrei davvero incontrare un uomo con un po’ di cervello, ma la cosa è veramente impossibile! E adesso, cambia questa canzone orribile!” esclamò, scaraventandosi verso la radio.
“Dai May, sta ferma!” dissi, mentre cercavo di fermarla con una mano.
“Non ci penso nemmeno! Non intendo ascoltare ancora questa schifezza!”
“Ma May… ODDIO!”
Durante tutto quel casino, la macchina si fermò improvvisamente, mentre io e Maya discutevamo per una stupida canzone.
Lei sussultò dalla paura, per poi ritornare con la schiena contro il sedile.
“Che è successo, Harry?” domandò, con un filo di voce per lo spavento.
“N-non lo so… credo… credo che sia finita la benzina…” tentennai, con lo sguardo fisso nel vuoto.
“Ma tu l’avevi messa, giusto?” domandò, voltandosi verso di me.
Rimasi in silenzio senza dirle nulla, rimanendo nella stessa posizione.
“Ti prego Harry, dimmi che avevi messo la benzina!” esclamò, alterando il tono della voce.
Mi voltai verso di lei, che mi guardava tra il furioso e lo spaventato.
“Beh… c’era, ma… non avevo fatto il pieno, ecco!” dissi, facendole un piccolo sorrisino.
Improvvisamente, la sua espressione non era più un misto tra due emozioni, ma era completamente furiosa!
“Tu sei un vero imbecille, Harry Styles! Dov’eri quando Dio distribuiva i cervelli, al gabinetto?! Spiegami come cavolo fai a non fare il pieno quando sai che dovrai affrontare un viaggio di quattro ore!!” urlò, dandomi degli schiaffi sulle braccia.
“Ahi…May… io credevo che… ahi… ce l’avremmo fatta con quella che c’er… ahia!”
“Tu devi smettere di supporre le cose! Combini solo casini!” esclamò ancora, per poi smettere di picchiarmi e tornare sul suo sediolino, con le braccia incrociate al petto.
Rimanemmo in un silenzio imbarazzante e tombale per un po’, ascoltando solo i nostri respiri.
“E adesso, che facciamo?” domandai, mentre il suo viso era ancora contratto dalla rabbia.
“Non lo so, chiama Louis e digli di tornare indietro a riprenderci con un po’ di benzina!”
“Ma Louis sarà già arrivato!” esclamai, sgranando gli occhi.
“Vuoi andare da tua madre, si o no? Questa mi sembra l’unica soluzione possibile, in questo momento!” disse, guardandomi severa.
Sospirai e presi il cellulare dalla tasca, componendo il numero di Louis e, quando rispose – cioè dopo infiniti squilli – gli spiegai cosa ci era accaduto.
“Come ti è finita la benzina?! Non avevi fatto il pieno?” esclamò il mio migliore amico dall’altro lato del telefono.
“Beh… no, non esattamente!” risposi, mordendomi il labbro inferiore.
“Sei un vero idiota, Harold! Te l’hanno mai detto?” disse tra le risate.
“Diciamo che sei il secondo che me lo dice, in questo momento…” risposi, voltandomi verso May che guardava fuori dal finestrino con ancora le braccia incrociate al petto.
“Lo immaginavo… beh, cercherò di fare il prima possibile!” disse Lou, per poi chiudere la telefonata.
“Che dice?” chiese Maya non appena attaccai, con lo sguardo ancora rivolto fuori.
“Che farà il prima possibile, ma non ci metterà meno di un’ora” risposi sospirando e posando il cellulare in tasca.
A quelle parole, lei si voltò improvvisamente verso di me con gli occhi fuori dalle orbite.
“Un’ora?! E noi dovremmo aspettare qui, in questo posto isolato e sperduto, per un’ora intera?!” esclamò, alterando il tono della voce.
Annuii col capo, facendomi piccolo piccolo per paura della sua reazione.
Lei sospirò, per poi battersi una mano sulla fronte con fare esasperato.
“Beh, dovremmo trovare qualcosa da fare per ingannare il tempo…” dissi, mordendomi il labbro inferiore.
Maya annuì, per poi voltarsi verso di me con un sorrisetto malizioso.
“Beh, a me sarebbe venuta un’idea…” sussurrò, avvicinandosi lentamente al mio viso.
Sorrisi anche io, capendo le sue intenzioni, e la cosa mi fece eccitare.
“Sai che mi piacciono le tue idee?” sussurrai a mia volta, cosa che la fece ridere.
Mi lasciò un bacio all’angolo delle labbra, per poi posizionarsi a cavalcioni sulle mie gambe.
“Ma non mi dire… non me n’ero per niente accorta…”
Si avvicinò ancor di più alla mia bocca, per poi soffiare dolcemente su di essa e lasciarmi un bacio.
Premette forte sulle mie labbra e io schiusi le labbra, fiondando la mia lingua nella sua bocca e facendola incontrare con la sua. Poggiai le mani sulla sua schiena, mentre lei le passava tra i miei ricci. Le tolsi la giacca nera dalle spalle e le abbassai la zip del vestito, mentre May mi baciava lentamente il collo.
Le baciai le clavicole, per poi scendere lentamente con una scia di baci tra l’incavo dei suoi seni, che la fece ansimare. Intanto, mi sbottonava piano la camicia, continuando a baciarmi.
Dopo averle mordicchiato un capezzolo ed essermi beato dei suoi gemiti, che cercava di trattenere e le alzai di poco il vestito, scoprendole le gambe e togliendole gli slip , ma lei si abbassò.
Abbassai il sediolino dove ci trovavamo e dove avremmo continuato, mentre Maya mi abbassava i pantaloni e io alzavo il bacino per permetterglielo. Abbassò anche i miei boxer, per poi massaggiare il mio membro già abbastanza duro e muovere la mano su e giù, partendo dalla base fino ad arrivare alla cappella, facendomi gemere incessantemente.
Mi guardò negli occhi mentre continuava quel suo movimento, poi le tolsi la mano da sopra al mio membro e la feci alzare, per poi posizionarla nuovamente su di me.
Le scappò un gemito improvviso quando sentì il mio membro duro sul suo interno coscia, così decisi di non farla aspettare molto. Feci scivolare il dito medio nella sua intimità per vedere se era abbastanza bagnata, provocandole un sussulto seguito da un sospiro di piacere.
Tolsi immediatamente il dito e lo sostituii con il mio membro all’interno della sua intimità.
Fece un lungo sospiro di piacere, e io insieme a lei. L’auto si riempì improvvisamente di gemiti e sospiri più forti quando, con le mani sui suoi fianchi, la guidavo all’apice del piacere con delle spinte forti e decise dentro di lei.
Passai la mia mano sul suo clitoride, massaggiandolo con dolci e circolari movimenti per favorire il suo orgasmo, che non tardò ad arrivare.
“Ha…Harry…!” quasi urlò, e io uscii da lei, sporcandole una gamba con il mio seme.
Appoggiò la sua fronte sudata alla mia, mentre entrambi cercavamo di riprendere un po’ di fiato.
Le lasciai un bacio veloce sulle sue labbra rosse e lei sorrise, per poi buttarsi sul sediolino del passeggero, pulendosi la gamba con un fazzolettino.
Si guardò intorno, respirando ancora affannosamente e facendo strani disegni sul finestrino appannato accanto a lei.
Ad un tratto, la sentii ridere di gusto, senza che io le dicessi niente.
“Cosa c’è?” le domandai, dopo aver ripreso un po’ di fiato.
May si voltò verso di me con un enorme sorriso, mentre rideva ancora.
“E adesso cosa diciamo a Louis quando arriva e vede i finestrini appannati?” chiese, mostrandomi il finestrino dove aveva appena finito di disegnare.
Risi anche io, unendomi a lei. In effetti, se Louis avesse visto tutto quel casino, non avrebbe esitato nemmeno un secondo a chiedere cosa fosse successo e cosa avessimo fatto.
“Beh, possiamo sempre dirgli che si è rotta l’aria condizionata.”





Writer's Corner! :)
Ciiiao bellezze! 
Vi prego, non ammazzatemi ç_ç
so che sono in un ritardo davvero tremendo (una settimana, ci rendiamo conto?! proprio adesso che stavo diventando puntuale! ç_ç)
ma non avete idea di cosa ho passato con questo capitolo!
Non avevo proprio idea di cosa scrivere, e infatti il risultato si è visto!
FA CAGARE! :')

Ma vabbè, passiamo alle cose importanti...
La Fan Fiction di una mia carissima amica, extraordinharry (From the moment I met you, everything change.)
è stata copiata.
Ma non copiata l'idea, copiata copiata proprio la Fan Fiction! Persino le virgole!
Ma, ovviamente, la furbona senza un minimo di originalità, l'ha pubblicata su Facebook! 
Quindi, se gentilmente potete passare e segnalare la pagina, o semplicemente lasciare un commentino sotto la FF
il link è QUESTO!
A leggere solo le prime righe di questa "FF", mi viene la nausea. 
Vorrei sapere davvero che sfizio c'è a copiare qualcosa che non è farina del tuo sacco e farla passare per tale! 
*mi prendono anche stasera che sono aggressiva, buueno!*

Ma passiamo ad altro, và .-. 
il capitolo fa schifo :') 
quindi, ringrazio voi che l'avete letto senza vomitare, e chi l'ha letto e ha vomitato...
vi ringrazio lo stesso! :D 

Ppppoi, un'ultima cosa!
Se avete visto il video presentazione, avete notato che Maya e Nicole sono diverse da come le ho descritte, nel senso che nel video hanno i capelli lunghi, mentre per come le descrivo io, ce li hanno corti! 
Quiindi, non so! Era solo per avvertire, ma ovviamente voi dovete immaginarle come vi pare e piace! :D
Anche se il video è dfgchghvj *-*



Ringrazio Rebecca, che mi ha fatto il video presentazione, che è stupendo quanto lei! *-*
Caterina, Arianna e Alessia, che un po' mi mancano daaai! u.u
E i miei mostri, Agnese&Federica

Ovviamente, aspetto il menù serale con sottofondo musicale (ormai ho deciso, lo scriverò in ogni capitolo, sarà tipo un angolino solo tuo u.u)
di Mel! :D

E grazie ancora a chi segnalerà la pagine di Facebook di quella tipa, che ha copiato la FF di extraordinharry :)
Giuro, darle un calcio in culo sarebbe riduttivo!

Vado via, dai u.u 
Ribadisco: il capitolo fa schifo, a vostro rischio e pericolo! :)

Ciiiiao belle! ;D

Per chi volesse seguirmi su twittah, sono Marypuuff! :)


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Che idiota, HAHAHAHAH xD

#muchLove.
-YoursM.

  
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