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Cap. XVII – Iris §
Harry
mantenne
la promessa fatta a Bryan e non portò avanti la sua indagine
lasciandola così
ad un punto morto, concentrandosi piuttosto sugli allenamenti.
Continuava certo
a riflettere di tanto in tanto sui pezzi di quel puzzle che sembravano
non
combaciare mai. Aveva tanti elementi a sua disposizione ma non
riusciva a
dargli un senso, almeno non a tutti contemporaneamente. Sentiva che la soluzione era vicina ed evidente ma non
riusciva mai ad afferrarla, non riusciva mai a vedere la figura nella
sua
totalità, ma solo delle singole parti tra loro slegate ed
apparentemente senza
senso. Avrebbe poi voluto approfondire la vicenda del corpo di Draco e
delle
ossa rinvenute da Hermione nell’ufficio del professor
Thunder ma non voleva
mettere più in pericolo nessuno. Certo, continuava a tenere
costantemente sotto
controllo il professore tutte le notti e se avesse notato qualche suo
movimento
insolito allora sarebbe intervenuto, ma fino ad allora avrebbe
continuato
la sua vita nel modo più tranquillo possibile, in attesa del
momento in cui gli
eventi sarebbero precipitati e tutti sapevano che ormai quel momento si
stava
avvicinando.
Durante
tutto il
tempo che era trascorso dall’inizio della scuola lo strano
sestetto di
grifondoro, serpeverde e corvonero aveva costruito una solida amicizia
e forse
anche qualcosa di più visto lo stretto legame che Hermione e
Bryan avevano
creato. Certo non mancavano le litigate e le discussioni, entrambi
avevano
caratteri forti, erano orgogliosi e testardi, ma riuscivano sempre in
qualche
modo a superare gli ostacoli.
Spesso
si ritrovavano
tutti insieme sotto al ‘loro’ salice nel giardino,
una sorta di sala comune privata, dove amavano passare il tempo. Hermione si era
lasciata
sfuggire il particolare che Bryan suonava la chitarra elettrica e
quest’ultimo
aveva passato un paio di orette buone a cercare di incenerirla con lo
sguardo
prima di lasciarsi convincere dagli altri a suonare qualcosa per loro.
Così di
tanto in tanto, quando si sentiva dell’umore giusto portava
in giardino la
chitarra e tutti insieme intonavano qualche canzone.
And I'd give up forever to touch you
'Cause I know that you feel me somehow
You're the closest to heaven that I'll ever be
And I don't want
to go home right now
Quel
pomeriggio
erano sotto al loro salice a cantare allegramente. Il sole iniziava la
sua
discesa verso l’orizzonte nonostante fosse abbastanza
presto. Ma era inverno
inoltrato, come dimostrava la neve che si era accumulata copiosa al di
fuori
del loro posto speciale dove un particolare incantesimo
manteneva sempre una temperatura
piacevole che rendeva possibile anche la fioritura di boccioli dai
colori più
disparati. Al solito gruppo mancavano Michael, impegnato a studiare in
biblioteca, e Blaise, convocato d’urgenza dalla preside per
discutere su nuove
misure per la sua sicurezza all’interno della scuola.
And all I can taste is this moment
And all I can breathe is your life
'Cause sooner or later it's over
I just don't want to miss you tonight
Bryan
cantava con la
sua voce un po’ roca una canzone d’amore babbana,
guardando insistentemente
negli occhi la sua Hermione seduta proprio davanti a lui, che
continuava ad
inanellare note accompagnato dalla sua fedele chitarra, mentre gli
altri si
univano alla sua voce solo per intonare il ritornello.
And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am
Harry
e Pansy erano
seduti uno a fianco all’altra e seguivano rapiti il gioco di
sguardi tra i due
ragazzi che avevano di fronte, finchè Pansy non
appoggiò la testa sulla spalla
di Harry che colto di sorpresa si irrigidì. Ma la cosa
durò un solo istante, il
tempo che le sue guance potessero arrossire quanto quelle della
ragazza, ed il
suo braccio circondasse le spalle di lei in un caldo abbraccio.
And you can't fight the tears that ain't coming
Or the moment of truth in your lies
When everything feels like the movies
Yeah you bleed
just to know you're alive
Rimasero
così per tutto
il resto della canzone, alla fine della quale Harry diede a Pansy un
tenerissimo
bacio sulla fronte.
And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to
know who I am
All’improvviso
un pensiero passò come una meteora nella mente di Bryan e
per un momento
desiderò aprirsi con Hermione e mostrarle chi era veramente,
chi era diventato
con le sue sole forze, come era riuscito a cambiare rispetto a
ciò che era. In
quel momento desiderò mostrarsi ad Hermione con il suo vero
aspetto, senza nessun
trucco, senza nessuna maschera. Solo lui. E veloce come era arrivato il
pensiero lasciò la sua mente, schiacciato dalla
consapevolezza che forse
neanche lei avrebbe capito.
I just want you to know who I am
I just want you to know who I am
I just want you to know who I am
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Gli
allenamenti continuavano a ritmi serrati e a volte Bryan ed Hermione si
incontravano da soli per poter migliorare le loro tecniche di
combattimento già
molto avanzate. Lei era praticamente imbattibile con gli incantesimi di
qualunque tipo, ma lui era incredibile quando combatteva con la spada.
Sotto
insistenza di Hermione le aveva anche insegnato qualche fondamento del
duello a
due spade ma con una certo riluttanza perché si rendeva
conto che non era una
tecnica vincente, sicuramente non in una battaglia.
Hermione
raggiunse Bryan nella sala duelli per continuare gli allenamenti e lo
trovò
fermo sulla pedana, rivolto verso la porta, intento a fissare qualcosa
che
teneva tra le mani. Non appena la ragazza varcò la soglia
Bryan le chiese di
raggiungerla sulla pedana.
“Questo
è per
te” le disse infilandole un anello all’anulare. Si
trattava di un cerchio d’oro
su cui era incastonato un rubino romboidale piuttosto allungato.
“Bryan
– disse
la ragazza emozionata con un filo di voce mentre ammirava il gioiello
di
fattura estremamente semplice – non so che dire,
davvero”.
“Non
devi dirmi
niente – le rispose allegro – non è
quello che pensi, o almeno non solo quello
diciamo” terminò con un sorriso furbetto.
Hermione
finalmente rialzò lo sguardo dall’anello.
“In che senso non è quello che
penso?” chiese quasi offesa.
“Nel
senso che
non ti sto chiedendo di sposarmi e tutte le altre smancerie correlate
– le
spiegò quasi disgustato da tutta quella dolcezza che gli era
stata
ingiustamente attribuita – Tuttavia si tratta di un dono
fatto con il cuore e
che ti sarà prezioso nel caso tu voglia
accettarlo”.
“Certo
che lo
accetto, ma vorrei capirne il significato, perché non sei
stato per niente
chiaro a riguardo” rispose guardandolo intensamente.
“Chiudi
gli
occhi Hermione, e svuota completamente la testa da ogni pensiero
– cominciò a
dirle con voce bassa e lenta – Concentrati sul tuo corpo,
percependolo
nella sua interezza. Prendi coscienza della sua consistenza e del suo
volume.
Ora immagina un guscio luminoso che lo avvolge interamente, da sotto la
pianta
dei piedi fin sopra la sommità della testa”.
Tacque qualche minuto, il tempo
che la ragazza potesse seguire le sue istruzioni e poi le disse:
“Ora apri gli
occhi”.
Hermione
fece
come le era stato detto ma il suo sguardo si focalizzò su
uno schermo
trasparente dal colore rosso cupo, come uno strato di acqua mista a
sangue, che
la circondava completamente obbligandola a guardare tutto
ciò che la
circondava attraverso quel macabro velo.
“Che
cos’è?”
chiese quasi spaventata, percependo la forte magia che la avvolgeva. Si
trattava di qualcosa di estremamente potente che non conosceva.
“E’
il tuo
scudo. Quello che porti al dito non è un anello normale.
E’stato forgiato dagli
elfi guerrieri della Scandinavia e serve per incanalare la tua energia
e creare
quello scudo. Se te lo stai chiedendo, non si tratta di magia oscura, ma
solo si
qualcosa di molto potente. Prova a colpire il fantoccio per rendertene
conto”.
Hermione
fece
come le era stato detto e riuscì a colpire il fantoccio sia
con la spada che
con degli incantesimi, ma la cosa che la stupì fu che i
colpi che erano diretti
a lei venivano deviati o fermati dal guscio.
“Incanalando
il
tuo pensiero come ti ho fatto vedere prima, l’anello
è in grado di evocare
questo scudo, ma fa’ attenzione perché non
è indistruttibile. La magia oscura è
in grado di indebolirlo e dopo aver subito parecchi attacchi alla fine
scomparirà.
La sua particolarità però non sta tanto nel
parare i colpi diretti a te, quanto
nell’indebolire l’avversario in proporzione alla
forza dell’attacco scagliato.
Se qualcuno fosse così sprovveduto da lanciarti contro un
Avada Kedavra, lo
scudo sarebbe in grado di difenderti, ma il tuo avversario si
ritroverebbe
senza forze nel giro di qualche secondo, e completamente in tuo potere.
Purtroppo come ti ho già detto questi anelli sono
estremamente rari e non sono
riuscito a procurarmene un altro da dare ad Harry. Mi raccomando,
abbine
estrema cura”.
Hermione
annuì
brevemente, poi Bryan fece un profondo respiro continuando a fissarla e
venne
circondato da un guscio trasparente blu elettrico. Solo in quel momento
la
ragazza comprese il reale significato del cerchietto d’oro
bianco con un
lapislazzuli anch’esso romboidale incastonato sopra, che gli
aveva sempre visto
al dito.
“Da
oggi ci
alleneremo anche così. Questi anelli sono piuttosto rari, ma
lì fuori potrebbe
capitarti di batterti con qualcuno che ne è in possesso e
devi imparare a
destreggiarti anche in questo caso”.
Iniziarono
ad
allenarsi tra il clangore delle lame che cozzavano contro il guscio e
lo
sfrigolio degli incantesimi che tentavano di penetrarlo.
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Nonostante
la guerra alle porte rimanevano comunque degli studenti di Hogwarts e
così per
una volta i sei ragazzi avevano abbandonato il loro rifugio in giardino
e si
erano rintanati in biblioteca per volontà, o forse sarebbe
più esatto dire per
ordine, di Hermione. Erano seduti attorno ad un tavolo discosto
rispetto a
tutti gli altri, riparato dagli sguardi indiscreti grazie ad uno
scaffale che
faceva da separé tra il loro banco ed il resto della
biblioteca. Accanto a loro
avevano un’ampia finestra e fu proprio un ticchettio al vetro
che li distrasse
dallo studio. Si trattava della civetta di Harry che stava
insistentemente
becchettando per farsi notare. Hermione aprì la finestra ed
Edwige si posò
davanti ad Harry porgendogli la zampetta a cui era fissata una
pergamena che il
ragazzo srotolò iniziando a leggerne febbrilmente il
contenuto. Si trattava
della risposta del reverendo Cloud alla lettera che gli aveva spedito
tempo
addietro.
Sig. Harry
Potter,
mi duole
informarla che non mi è possibile soddisfare la sua
richiesta relativa ad una
copia del registro delle presenze nella camera ardente del signor Draco
Malfoy.
Purtroppo poco tempo dopo il funerale del ragazzo è
divampato un incendio che
per fortuna non ha avuto gravi conseguenze per la nostra cattedrale, ma
parecchi documenti sono andati distrutti, compresi quelli che lei mi ha
chiesto. Un vero peccato che non possa fornirle i nominativi da lei richiesti,
ma spero che riuscirà comunque a contattare le persone
più vicine al giovane
che ci ha prematuramente lasciati.
Ricordo due
ragazzi che hanno stazionato a lungo accanto al corpo del signor
Malfoy, un
ragazzo alto, moro, di carnagione scura, ed una ragazza dai capelli a
caschetto
neri, la pelle molto chiara e occhi neri. Quando si sono allontanati
loro, poco
prima che fosse celebrato il funerale, è arrivato un altro
ragazzo, anche lui
coi capelli neri molto lunghi, gli occhi chiari e vestito in maniera
bizzarra
che è rimasto solo accanto al corpo. Mi ha colpito per il
suo modo di pregare:
sembrava che recitasse una litania. Non mi sono avvicinato per non
violare il
suo lutto, ma sembrava più concentrato che addolorato, come
se fosse attento a
non dire nulla di sbagliato, ma si tratta solo di una mia impressione.
Anche altre
persone sono venute a rendere omaggio al signor Malfoy, ma queste tre
sono
quelle che mi sono rimaste impresse nella memoria. Spero che li abbia
riconosciuti attraverso la mia descrizione in modo da poterli
contattare e
procedere con la commemorazione che ha proposto.
Rev. John
Cloud
Harry
alzò lo
sguardo dalla pergamena guardando i suoi amici piuttosto perplesso.
Posò prima
lo sguardo su Blaise e poi su Pansy, infine su Bryan.
“Chi
ti scrive?”
gli chiese Hermione.
“Il
reverendo
Cloud, dalla cattedrale di Salisbury. E indovina un po’, il
registro delle
presenze del funerale di Malfoy è andato distrutto in un
incidente avvenuto
poco tempo dopo la funzione” rispose Harry con tono scettico
e con un
sopracciglio alzato. “Blaise, Pansy, voi ci siete andati,
vero?”.
La
ragazza si
limitò ad annuire, mentre Blaise con lo sguardo duro
rispose: “Certo che ci
siamo andati e siamo rimasti con lui quasi tutto il tempo quando
è stata
allestita la camera ardente. Ci siamo allontanati solo poco prima del
funerale
per prendere un po’ d’aria e poi prendere posto in
chiesa”.
“E
avete
riconosciuto qualcun altro?”
“Certo,
eravamo
i più vicini a Draco, così come le nostre
famiglie lo sono ai Malfoy, quindi
conoscevamo tutti quelli che sono intervenuti!”.
“Siete
sicuri?
Non avete notato qualche faccia nuova? Qualcuno che non avrebbe dovuto
trovarsi
lì?”.
“Adesso
basta
Potter! - sbottò Bryan attirando l’attenzione di
tutti gli altri – Avevi
promesso che non avresti più giocato a fare
l’investigatore e invece ti ritrovo
ancora una volta alle prese con questa faccenda!”.
“Ma
infatti come
ti avevo promesso non ho fatto più nulla a riguardo, tranne
inviare questa
lettera di cui ti avevo anche informato – rispose tranquillo
Harry – Tu
piuttosto sei sicuro di avermi detto tutto? Sei proprio sicuro di non
aver mai
conosciuto Draco Malfoy?” gli chiese assottigliando lo
sguardo, come a voler
cogliere ogni minimo cambiamento sul volto del ragazzo. Che a parte una
restrizione delle pupille della durata di un istante rimase impassibile.
“Si
Potter, ne
sono davvero sicuro. C’è qualcosa che ti induce a
pensare il contrario?”
rispose con voce incolore e strascicata, con uno sguardo di sfida che
irritò
non poco Harry che si limitò a porgergli la pergamena
affinchè potesse leggerla.
“Non
vedo come
la cosa possa riguardarmi” disse con voce melliflua prima di
arrotolare
nuovamente la pergamena e poggiarla sul tavolo. “E ora
scusate ma sono stanco e
me ne torno in dormitorio”. Ciò detto si
alzò, raccolse le sue cose ed uscì
dalla biblioteca, lasciando tutti gli altri esterrefatti per quel
comportamento
così insolito ed ingiustificato. Tutti tranne Harry che
dentro bruciava dalla
rabbia per la sensazione di essere stato preso in giro su una questione
che
ormai riteneva molto importate. Ma soprattutto perché non
riusciva a capire la
bugia di Bryan. Era palese che fosse proprio lui il terzo ragazzo di
cui gli
aveva parlato il reverendo Cloud, oltre a Blaise e Pansy.
Bryan
conosceva
Malfoy tanto da andare a pregare sul suo feretro, ma aveva voluto
tenere
nascosta la notizia, proprio come si era nascosto lui in occasione del
funerale. Un’altra tessera del puzzle era stato calata, ma
ancora una volta il
suo profilo non combaciava con quello delle tessere già
presenti.