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Autore: virgily    13/06/2012    3 recensioni
Una bambina salvata dalla benevolenza di Odino. Una figlia e una nuova speranza di unificare Asgard con Midgard...
"-Perché odi cosí tanto Thor?- gli domandó timidamente, guardandolo di sottecchi
-Io non provo alcun odio nei suoi confronti mia cara- rispose beffardo
-Stai mentendo-
-Perché mi dici questo mia dolce sorellina?- Loki portó le mani al viso pallido della giovane, carezzandogli le guance con tenerezza. Solo sfiorandole la pelle, ardenti brividi tentarono l'animo del dio. Lei lo guardava con quei pudici occhi profondi come due buchi neri, troppo sinceri e docili per sostenere lo sguardo con il dio dell'inganno
-Perché é piú forte di te Loki. Tu menti. Sempre-"
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap II: when I seemed to lose the only thing I care


 

Quel mattino, i figli di Odino si erano svegliati di tutta fretta, esaltati ed euforici al solo pensiero che il loro nobile padre gli avrebbe mostrato qualcosa di “prezioso”. E a quelle parole, nella mente dei giovani fanciulli immediatamente era venuta in mente la camera dei congegni, il luogo in cui si custodivano gelosamente tutti i trofei di guerra del valoroso padre degli dei. Silenziosamente seguivano il loro genitore avviandosi per i lunghi corridoi del palazzo; gli occhi del piccolo Thor guardavano in giro, quasi studiandosi attorno, come se non conoscesse giá ogni minimo particolare di quella magione. Loki, al contrario, pareva molto concentrato e si mordeva  appena le labbra per l’agitazione che gli scatenava il batticuore nel petto. Conosceva quella strada, e la lunga scalinata che conduceva al piano superiore, direttamente alle camere reali. E dai numerosi racconti a cui aveva prestato orecchio con cura, non gli pareva di ricordare che quella fantomatica stanza         si trovasse vicino la sua camera da letto
-Di preciso cosa vuole mostrarci padre?- domandó allora con curiosa ingenuitá infantile
-Che domande?! Di sicuro un nuovo trofeo che nostro padre ha vinto in battaglia!- rispose con enfasi sognante, gesticolando come un soldato, un valoroso guerriero che aveva sempre sognato di essere
-Oh no figlio mio. Quello che oggi sto per mostrarvi va al di lá di qualsiasi cimelio vinto sul campo...- affermó il padre degli dei accennando una lieve risata che fece vibrare la sua ruvida barba. Tutti si arrestarono innanzi le immense porte dorate che li separavano dai suoi appartamenti privati, e proprio mentre il dio posava ambo i palmi sulla liscia superficie del portale, un suono curioso giunse alle orecchie dei fanciulli, stordendoli appena. Sembrava un mugugno acuto, una risatina squillante e gioiosa. E i due fratelli si fissarono intensamente, con complicitá. Solo di una cosa erano certi: di qualsiasi cosa si trattasse... Era viva. Guardandosi appena alle spalle, il re notó il pallore sulle gote dei suoi ragazzi, e sorridendo nuovamente spalancó le ampie porte affermando con vigore:
-Ho una persona molto speciale da presentarvi, figli miei!-
Frigga sedeva all’angolo del grande giaciglio, indossava una veste argentea, proprio come la coperta ricamata in filo d’oro che tenva tra le braccia. I suoi occhi fissavano con tenera attenzione il contenuto di quel fagotto di stoffe pregiate, e i due giovani non riuscirono a fare a meno di rimanere impalati e straniti. Le mani di Odino si posarono sulle spalle dei suoi bambini, quasi incoraggiandoli ad avvicinarsi a lei. E sebbene i loro passi fossero pesanti e incerti, i due giunsero abbastanza vicini per poter scorgere delle piccole mani giocare con un lembo di stoffa
-Thor, Loki. Venite piú vicini. Guardate com’é bella...- affermó la dea accostandosi a sua volta piú vicina ai suoi figli, mostrandogli quel viso tondo e roseo dai lineamenti dolci, e il sorriso piccolo e sereno. Aveva delle grandissime iridi scure, proprio come il colore dei suoi capelli, un colore molto vicino a quello che distingueva Loki. E questa somiglianza quasi fece sobbalzare il piccolo poiché questa diversitá per la prima volta non lo stava facendo sentire solo
-É una femmina!- affermó suo fratello scrutando la neonata con stizza
-Si Thor. Il suo nome é Klithilde. Ed esigo che venga trattata come se fosse vostra sorella. Ho grandi progetti per lei...- disse il dio affiancando la sua sposa, scompigliando appena la bionda chioma del ragazzo
-Che genere di progetti, padre?-domandó improvvisamente il piccolo Loki, tornando a fissare quei due pozzi scuri scavati nelle orbite della bambina, la quale lo osservava a sua volta con curiositá. Avvicinandosi, il fanciullo portó una mano sul viso della creaturina fragile, carezzandole dolcemente una guancia con la punta delle dita. E si stupí del fatto che con la medesima delicatezza, le dita minute della pargoletta si andarono a stringere attorno al suo mignolo, agguantandolo in una presa molto salda e vigorosa per essere quella di una neonata. Il giovane Loki sussultó appena, ascoltando silenziosamente la melodiosa risatina che fuoriuscí dalla sua boccuccia rosea
-Quando sarete grandi ve lo spiegheró. Oh bene, vedo che cominci a piacergli figliolo!- affermó Odino compiaciuto di quel gesto amorevole della bimba nei confronti del ragazzo. Un lieve sorriso si disegnó sulle labbra di Loki, che sentendosi afferrato per un braccio, venne scortesemente spostato dal fratello, e fu costretto a sciogliere quel piccolo legame di tenera serenitá che si era venuto ad instaurare
-Madre posso prenderla in braccio?- affermó gesticolando platealmente, attirando di conseguenza tutta l’attenzione su di se
-Certo, fai attenzione a tenerle su la testa, ecco Thor cosí... Con delicatezza- Frigga istruí a dovere suo figlio sul come tenerla tra le braccia, volgendogli i suoi occhi chiari con devota apprensione
-É cosí piccola...- sussurró il biondino cullandola appena
-E delicata- aggiunse la madre degli dei, riprendendo la piccola Klithilde per portarla alla sua culla. Dal momento in cui la piccola venne riposta nel suo comodo lettino, tutti i presenti la circondarono, osservandola muoversi lentamente, mentre uno sbadiglio le gonfiava la bocca, invitandola a chiudere gli occhi, quelle iridi scure che avevano guardato con tanta dolcezza e curiositá quelle dei suoi fratellastri. Nel giro di qualche minuto Klithilde si addormentó, e i due figli di Odino si fissarono nuovamente: Thor da una parte con i suoi occhi ardenti e sprezzanti, limpidi come il cielo; e dall’altra parte c’era Loki, con le sue iridi altrettanto chiare, ma cupe, smorte e svuotate di quella luce che invece caratterizzava suo fratello e suo padre
-Figli miei, ora che siamo piú numerosi questo non cambierá mai quello che siamo: una famiglia. E niente riuscirá a mettere in discussione questo. La famiglia, figli miei, é il bene piú importante. Non dimenticatelo mai- era serio il tono con cui Odino parlava ai giovani, eppure cosí sincero da riuscire a toccare le interiora dei due. Non era il padre degli dei ad aver parlato, ma semplicemente un padre che non voleva altro che esprimere ai suoi figli quell’amore, quel legame che fondeva i fili delle loro vite saldamente assieme
-Si padre!- affermó il piccolo Thor afferrando la mano grande e ruvida del suo genitore, seguito a ruota da Loki, che con piú garbo e discrezione si limitó ad un lieve: –Sí!- ma nei suoi occhi, lí si poteva vedere tutta la sua ammirazione e devozione. Lí si vedeva il vero Loki, suo figlio.

***   
Con il passare degli anni, l’adolescenza non solo cominciava a far sbocciare i loro giovani corpi, ma a far maturare quello che infondo era il loro carattere: Thor diventava ogni giorno sempre piú alto e prestante, trasformandosi lentamente nel guerriero per eccellenza, amante delle lotte e audace sotto ogni fronte. Loki, dal canto suo, manteneva quel suo animo pacato e reservato, maturando un carattere quieto sebbene misterioso e, il piú delle volte, subdolo. Tuttavia questa sua sottile ambiguitá non faceva altro che aumentare quel fascino cupo che non faceva altro che procurargli noiose ragazzine con le quali, il piú delle volte, si dilettava a recargli scherzi pregiati e sopraffini. E quel pomeriggio, mentre suo fratello Thor si era dileguato per la sua cavalcata giornaliera con la giovane lady Sif, il figlio di Odino trascorreva il suo tempo seduto, con la schiena posata sul tronco di un albero, nel giardino che circondava il palazzo reale. Era intento nella lettura di un vecchio libro, studiando le rune e i loro mille significati, affinando le sue tecniche ma sopratutto passando un po di tempo in pace. Le foglie sopra di lui si mossero appena, sebbene non ci fosse vento a scuotere la sua verde chioma. Un ghigno divertito si scolpí sul suo viso, mentre sentiva i rami scricchiolare, e il suono di un respiro soffiare silenziosamente, sibilando tra il fogliame. Sentiva i suoi occhi fissarlo, e sapeva cosa stava per succedere. Per questo rideva, perché senza alcuna difficoltá Loki aveva giá previsto tutto.
Con un movimento rapido, l’intera fronda verdognola venne percossa dal balzo con cui una fanciullina si era lanciata sulla sua “preda”. Teneva le braccia spalancate, pronte per stringerlo e sfrattornarlo a terra, e proprio quando sentiva il suo odore diventare quasi tangibile, il corpo del ragazzo svaní in una nuvola verdognola, costringendola ad un atterraggio di fortuna. Con le mani aggrappate ai fili d’erba e le ginocchia a terra, la ragazzina cominció a guardarsi intorno, sventolando a destra e a manca lo sguardo alla ricerca del suo fratello maggiore. Poi, sentí un suono del tutto simile a quello che aveva provocato lei stessa poco prima provenire dalle sue spalle. Ma quando ebbe il tempo di voltarsi, per lei non ci fu scampo: afferrata per le spalle e stretta al suo petto, i due cominciarono a rotolare sul prato, fino a quando i loro giovani corpi non si fermarono l’uno sopra all’altra. Gli occhi di Loki si tuffarono nel vuoto delle iridi della fanciulla, che sotto di lui rideva gioiosamente. Aveva la pelle chiara, bianca come latte fresco sebbene fosse macchiata di terra, e boccoli color ebano che s’intrecciavano ai vedi germogli
-Non é giusto! Come fai a scoprirmi sempre? Non sarai per caso in grado di vedere ogni cosa come Heimdall?- domandó la bruna imbronciandosi appena, e a quell’espressione buffa, il giovane non risucí a trattenere una risata beffarda
-No, mia cara sorella. Sei solo troppo prevedibile- rispose baciandole una guancia prima di sollevarsi dal suo corpo, tendendole la mano per aiutarla a rimettersi in piedi. Klithilde era piú bassa di lui di almeno quindici centimetri, se non di piú, e soleva camminare a piedi scalzi e arrampicarsi sugli alberi, sebbene non facesse parte della sua etichetta. Tornarono sotto la robusta quercia e sedendosi l’uno accanto all’altra, Loki tornó alla sua piacevole lettura, mentre la sua sorellina posava il capo sulla sua spalla
-Cosa ci trovi di cosí interessante nelle rune?! Io le trovo cosí noiose- bofocchió la piú piccola stringendosi al suo braccio
-Le rune sono uno strumento molto potente. Sono sorgenti di magia e sapienza. E tu, mia adorata sorella, dovresti impegnartici di piú sullo studio-
-Non ne ho voglia! E poi oggi Thor mi aveva promesso che mi avrebbe portata a cavalcare...-
-E invece é andato con lady Sif. É tipico di lui, se ne sará scordato...- affermó beffardo non accorgendosi dello spesso strato di tristezza che macchiava gli occhi della fanciullina al suo fianco. Ma quando se ne rese conto il figlio di Odino ebbe come un colpo al cuore. Ed era strano, solitamente a stento tratteneva le risa quando vedeva qualcuno ridotto in quello stato, ma non quando si trattava di lei, della sua Klithilde. Chiuse il suo libro dalla copertina scura, e portando una mano al suo viso le carezzó una guancia
-Io non le piaccio. Per questo Thor non mi fa venire quando c’é anche lei...- affermó seriamente, stropicciandosi sgraziatamente gli occhi lucidi
-Ti riferisci a Sif?- domandó il moro osservando la piú piccola annuire mentre tentava con tutte le sue forze di trattenere i singhiozzi
-L-Lei mi g-guarda come s-se mi odiasse...- sussurró lasciando scorrere una lacrima sul suo ovale, lasciando che percorresse una piccola scia luminosa sulle sue gote
-Oh mia piccola Klithilde...- cominció il ragazzo stringendola al suo petto, cullandola appena prima di afferrarle il viso per il mento, portandolo al suo
-Bada a distinguere l’odio dall’invidia...-affermó fissandola intensamente, penetrandola con lo sguardo. Ed era strana quella sensazione che la ragazzina provava ogni qual volta che quegli occhi verdi la fissavano. Come se Loki la conoscesse da sempre, che comprendesse tutti i suoi timori e le sue debolezze. Si sentiva protetta, completamente a suo agio in quello scambio intenso di sguardi
-I-Invidia?- domandó balbettando appena, mentre sfiorandola appena suo fratello le scostava una ciocca ribelle da innanzi al viso
-Certo. Sif é gelosa di tutte le attenzioni amorevoli che Thor ha nei tuoi riguardi- affermó rassicurandola
-Lo pensi davvero fratello?- domandó la piú piccola sorridendogli timidamente
-Ma certo. E adesso, lascia che ti asciughi queste lacrime...- sussurró il fanciullo chinandosi appena, asciugandole le guance con amorevoli baci. Erano vellutate le sue labbra sulla sua pelle, e un risolino genuino si dipinse sulla sua bocca, prima che Klithilde si avvicinasse a sua volta al viso del fratello, carezzandogli il naso con la punta del suo per poi lasciar combaciare la sua fronte con quella del ragazzo
-Grazie Loki-
-Ti voglio bene, sorellina- ridacchió carezzandole il capo. Improvvisamente un nitrito giunse al loro udito, rovinando quel loro piccolo momento. Voltantosi di scatto i due riuscirono a riconoscere loro fratello cavalcare in groppa ad un bellissimo esemplare bianco dalla costituzione slanciata e la criniera elegante. Un cavallo che nessuno dei due aveva visto prima
-Thor!- affermó la brunetta correndogli incontro mentre il ragazzo smontava agilmente dalla groppa dell’animale, avvicinandosi alla sua adorata sorellina, avvolgendola con le sue braccia levigate dai primi cenni dei muscoli. Loki dal canto suo rimase al suo posto, sbuffando appena
-Che cavallo magnifico fratello!- esultó la bambina carezzandogli il muso
-Ti piace? É tuo...- rispose il biondo attirando non solo l’attenzione della giovane sorella ma anche quella del fratello, che sollevando lo sguardo di scatto, lo fulminó severamente
-Mio? Ma fratello questo cavallo é troppo bello per essere mio!- affermó Klithilde spalancando occhi e labbra in una gigantesca “O”
-Solo il meglio per la mia adorata sorella. E poi dovevo farmi perdonare per la mia assenza di questo pomeriggio...- rispose a sua volta prendendole la mano piccola e affusolata nella sua, baciandone il dorso. Le guance di Klithilde vamparono di ardenti macchie rossastre, mentre Loki sentiva i conati di vomito corrodergli l’esofago
-Cavalca con me fratello- gli propose la fanciulla sorridendogli euforica
-Sarebbe un onore...- le rispose montando a cavallo per poi afferrarla per i fianchi asciutti e adagiarla stretta al suo petto, aiutandola a reggere le redini
-Sai che padre non ne sará affatto contento vero Thor?- domandó il giovane Loki dal suo poggio con un sopracciglio sollevato verso l’alto
-Suvvia fratello. Ci divertiamo un po. Cosa che anche a te non farebbe male- disse suo fratello sorridendogli beffardo
-Mi duole informarti che la mia forma di divertimento é decisamente diversa dalla tua, fratello-
-Oh stai tranquillo. Lo sappiamo tutti  Loki. Ma ora basta parlare. Ora corri bello! Ah!- e facendolo impennare, il cavallo sfrecció via, lasciando una scia di risate che in pochi secondi si dileguó nell’aria. Tuttavia Loki riusciva ancora a vederli; ad ammirare i suoi lunghi capelli scuri fluttuare nel vento e mescolarsi alla folta chioma bionda di Thor. Un ghigno cattivo, un sibilo dai suoi denti stretti. Le sue mani si strinsero a pungo, strappando con violenza un ciuffo d’erba. 

*Angolino di Virgy*
Scusatemi il ritardo ma ho avuto un po problemi e un po di cosucce da rivedere!
Ecco il secondo capitolo!
Spero che vi piaccia!
Un bacio
-V-
  
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