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Autore: Devon    14/06/2012    3 recensioni
-Dai maschiaccio, non ti eccita l'idea di viaggiare in macchina con Synyster Gates?
Gli lanciai un'occhiataccia. Sapeva che odiavo essere chiamata così.
Che i miei genitori non fossero nelle loro piene facoltà mentali quando decisero il mio nome all'anagrafe era ormai più che palese, ma non era comunque un buon pretesto per prendersi gioco di me.
Molto bene, uno di questi giorni qualcuno organizzerà una congiura nei miei confronti in quanto sto iniziando una terza fanfiction. Ma questa volta ho l'intera trama in mente e so come svilupparla PER INTERO. Non lascerò niente in sospeso, promesso. :3
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-SCUSA - singhiozzai, abbracciandolo. -Sono una stronza. Non volevo...
-Ma dai, che sciocchina che sei - disse Jimmy, accarezzandomi la schiena -non me la sono mica presa! Scusa tu piuttosto, abbiamo esagerato.
-No, non è vero - scossi la testa -sono io ad essermela presa per una stronzata. Sono gelosissima di Brian - ammisi.
-Sì, si era capito - sciolse l'abbraccio, sorridendo. -Ora però smetti di piangere - mi asciugò delicatamente le lacrime -fammi un bel sorriso, su.
Abbozzai un sorriso, sperando di essere convincente.
-Ah, molto meglio - sorrise anche lui. -Non c'è più motivo di essere triste. Tempo un paio di mesi e ti sposerai, e ti prometto che tu e Brian avrete un matrimonio perfetto.
Scossi la testa.
-A me basta che ci siate tutti voi, il resto non ha importanza - dissi semplicemente.
Ed era proprio così.


-Ci ha un po' sorpresi la vostra visita, ragazzi - disse nostra madre, sedendosi sul divano di fronte a noi.
Continuavo a stringere convulsamente la mano di Brian, che mi guardava come a supplicarmi di smetterla. Zacky mi guardò in cagnesco.
-In realtà - si schiarì la voce -c'è DEVON che DOVREBBE dirvi qualcosa... Vero Devon?
Vaffanculo.
-Ehm, sì - arrossii -in effetti c'è una cosa di cui vorrei parlarvi.
-SEI INCINTA? - saltò su mio padre.
-Cazzo no! - sbottai, sgranando gli occhi.
-Ehi! - esclamò mia madre -Inizia a darti una calmata, da chi hai imparato questo linguaggio?
-Colpa sua - risposi, indicando mio fratello.
Mia madre scosse la testa, sospirando.
-Comunque - continuai -come avrete capito io e Brian siamo fidanzati da un bel po' ormai e...
-E...? - i miei mi incitarono a continuare, sporgendosi verso di me.
-E... sì, insomma, vorremmo la vostra benedizione. - mi strinsi nelle spalle.
-Certo che tu hai un modo di dire le cose... - mi apostrofò Zacky.
-Chiudi quella cazzo di bocca - bisbigliai.
-Vi sposate? - Mamma mi somigliava parecchio, soprattutto quando assumeva certe espressioni. Era invecchiata rispetto all'ultima volta in cui l'avevo vista. Si iniziavano a notare i primi segni delle rughe sul suo viso sottile, ma era sempre bellissima.
-Sì - sospirai.
Loro sembrarono esitare.
-Sei sicura? - chiese papà.
-Sì. - ripetei.
-Ci avete pensato bene? - chiese di nuovo.
-Sì!
-Sì - rispose anche Brian, cingendomi le spalle con un braccio -Sentite, lo so che non mi conoscete; per quanto vi riguarda potrei essere un alcolizzato, un terrorista o non so che altro abbiate pensato, ma sono seriamente innamorato di vostra figlia. E intendo sposarla.
I miei si scambiarono un'occhiata, senza parlare. Si erano sempre consultati a vicenda in questo modo. Come se ci fosse una strana telepatia tra i due.
-D'accordo - sospirò mia madre -noi vogliamo solo che tu sia felice, tesoro.
Mio padre annuì, come a farle eco.
Era un sì.
Sì.
Hanno detto di Sì!

Saltai in piedi con un sorriso e li abbracciai. Mi erano mancati, dovevo ammetterlo. Nonostante tutto ciò che era successo, avevo sentito la loro mancanza.
-Hai la nostra benedizione, ragazzo - mio padre strinse la mano a Brian e gli diede una leggera pacca sulla spalla.
Alla fine anche mio fratello si alzò per abbracciarli. Anche lui doveva aver sentito la loro mancanza, nonostante non l'avesse mai dato molto a vedere.


17 Luglio 2008.

-Accidenti, Devon, vuoi stare calma? - protestò Gena mentre mi truccava, notando i solchi di preoccupazione sulla mia fronte madida di sudore, il mio respiro agitato e il battito frenetico del mio cuore.
Ero ipertesa. Matrimonio. MATRIMONIO.
Ero pronta? Non ero pronta?
E se poi fossi inciampata mentre andavo all'altare? Se il vestito si fosse rotto? Se...
Ma che cazz...? Da quando mi ponevo questo genere di problemi?
Adesso calmati, Devon. Stai solo andando a sposarti, è un matrimonio privato, tra pochi intimi. Conosci tutti, di che cosa hai paura?
Ancora tu? Basta!
E se lui avesse cambiato idea? Se...
E finiscila con queste seghe mentali. Sai benissimo che non lo farebbe mai.
Infatti, non dovrebbe...
-Un po' di pazienza, abbiamo quasi finito - disse, aggiungendo un po' di colore alle mie guance.
Abbassai gli occhi sui guanti neri in stoffa, in tono con il vestito.
Ebbene sì, il vestito era nero, stretto sul busto a mò di corsetto, allacciato da dietro. Potrà sembrare bizzarro, ma a me piaceva così. Trovavo che il nero fosse di gran lunga più elegante rispetto al bianco, e sapevo che nessuno degli invitati si sarebbe scandalizzato per questa mia scelta. Conoscevano bene i miei gusti in fatto di abbigliamento.
-Ecco fatto, sei perfetta - Gena mi guardò e sorrise, mostrandomi allo specchio.
Dovevo ammetterlo, aveva fatto davvero un buon lavoro.
Il nero del vestito contrastava con la mia carnagione pallida, facendola sembrare ancora più chiara di quanto già non fosse. Gli occhi verdi/azzurri erano evidenziati da un ombretto scuro e pesante che andava dal nero al blu elettrico sulla palpebra mobile e dalla matita nera e bianca al di sotto. I capelli erano rimasti sciolti e arrivavano fino a metà schiena. Avevo preferito così, in modo da non dover perdere tempo a disfare nulla una volta finito il matrimonio.
-Allora, ti piace? - chiese.
-Altroché - le sorrisi, e lei ricambiò.
-Bene, pronta?
Il mio respiro si fece nuovamente agitato.
Annuii energicamente e mi alzai in piedi e Gena mi accostò per aiutarmi a non sciupare nulla.
Attraversai il lungo corridoio insieme a lei per poi dirigermi verso la sala in cui si sarebbe svolta la cerimonia. Mi era stato proibito di andare a vederla prima di allora, perciò non sapevo bene cosa aspettarmi.
Ciò che vidi andò ben oltre le mie aspettative.
La sala era all'aperto, con due file di banchi (rigorosamente neri e quasi interamente occupati), e un altare in marmo, con tanto di Deathbat inciso al di sopra.
Avevano pensato proprio a tutto.
Mio padre comparve immediatamente al mio fianco. Papà si manteneva sempre giovane; i capelli iniziavano ad ingrigirsi, ma il volto si presentava ancora spigoloso e liscio, con l'ombra di qualche piccola ruga ai lati della bocca e degli occhi, che erano verdi. Era un bell'uomo, io l'avevo sempre pensato.
-Sei pronta tesoro? - mi chiese, prendendomi a braccetto.
-Sì - sospirai -sono pronta.
Guardai in direzione dell'altare.
Affianco al Reverendo, a ricambiare il mio sguardo mordendosi un labbro, c'era Brian.
Sospirai di nuovo. Quell'uomo sarebbe stato bellissimo anche vestito con una busta dell'umido.
Alla sua destra riconobbi Matt, Zacky, Johnny e... Jimmy? Dov'era Jimmy? DOVE CAZZO ERA FINITO JIMMY?
No eh, no. Questo NO. 
Dovetti ricorrere a tutta la mia forza di volontà per non correre via e andare a cercarlo.
Mentre ci avvicinavamo all'altare iniziai a riconoscere qualche faccia. 
Lacey, Gena, Jason, Larry, e perfino Wayne! Dietro di loro intravidi il profilo di Travis, accanto ad Emily e a qualche altra compagna del liceo. Ero felice che ci fossero anche loro.
A poco a poco tutti si voltarono a guardarmi e a sorridere. Ricambiai automaticamente i loro sorrisi e saluti e mi voltai nuovamente in direzione dell'altare.
Brian sollevò le sopracciglia e accennò un sorriso.
Dio... è troppo... TROPPO.
Sorrisi come una stupida, perdendomi nei suoi occhioni.
Quando giungemmo a pochi metri dall'altare, iniziai a sentire il suono di un pianoforte, e in men che non si dica le note di "Seize the Day" inondarono la sala.
Mi voltai verso il punto da cui proveniva la musica e...
Jimmy.
Jimmy stava suonando il piano per me.
Appena mi vide le sue labbra si incurvarono in un sorriso smisurato che mi fece scendere una lacrima.
Stronzi. Non possono farmi questo. Lo sanno quanto sono sensibile.
Papà intrecciò la mia mano con quella di Brian, per poi andare a sedersi dopo avermi sorriso e baciato la fronte.
Brian mi rivolse uno sguardo infinitamente dolce che mi fece sciogliere come burro.
Ci avvicinammo al Reverendo che iniziò a ripetere la solita tiritera che non mi curai di ascoltare minimamente; quei dannatissimi occhi marroni mi avevano intrappolata. 
-DEVON - la voce del Reverendo mi fece sobbalzare. Mi ricomposi e ascoltai senza guardarlo.
-Vuoi tu prendere quest'uomo come tuo sposo per vivere insieme nel vincolo del matrimonio? Vuoi amarlo, confortarlo, onorarlo e rispettarlo...(quella cosa lì in sintesi xD)
Aspettai che finisse di parlare per poi rispondere con determinazione.
-Sì. Lo voglio - sorrisi. 
Il Reverendo si rivolse a Brian facendogli la stessa domanda, e lui sembrò esitare prima di rispondere.
Incrociò il mio sguardo per poi sorridermi beffardo.
-Lo voglio - disse, cercando di trattenersi dal ridere alla mia espressione.
Brian mi strinse dolcemente la mano, accarezzandola col pollice, prima che pronunciassi la mia promessa. 
Una volta scambiate le promesse, il Reverendo chiese gli anelli, che furono portati da Johnny. Gli sorrisi, incoraggiante, e per poco non scoppiai a ridere quando inciampò sul tappeto. 
Sempre il solito, insomma.
Infilai l'anello al dito anulare di Brian, sentendolo tremare. Così non ero solo io ad essere ansiosa.
Subito dopo mi infilò l'anello anche lui, sorridendo, in apparenza più sollevato.
-Io adesso vi dichiaro marito e moglie.
Bene, pensavo peggio. Alla fine non ci è neanche voluto tanto.
-Può baciare la sua sposa - disse il Reverendo, rivolgendosi a Brian.
-Molto volentieri - sussurrò appena percettibilmente, avvicinandosi al mio viso.
In quella Jimmy iniziò a suonare la marcia nuziale, ma poi si interruppe e riprese con "A Little Piece of Heaven", facendo sorridere tutti.
Io e Brian sorridemmo all'unisono, poi lui chiuse gli occhi e mi baciò.
Bellissimo. Meraviglioso. Straordinario. Tre aggettivi inadatti a descrivere quel momento.
Iniziai a sentire una serie di applausi incessanti. Finito il bacio, ci dirigemmo verso la "sala-festeggiamenti" camminando a braccetto. Gli invitati ci seguirono.
Una volta arrivata a destinazione, ricevetti una serie di abbracci, ma non riuscii a riconoscerli tutti.
Dopo i ragazzi, i miei genitori, i miei nuovi suoceri e cognati eccetera eccetera, fu il turno di Emily, con la quale restai abbracciata per dieci minuti buoni. Mi era mancata tantissimo, e Dio, quant'era cambiata: i capelli da neri erano diventati color rosso granata, sempre rasati di lato, aveva aggiunto un piercing al sopracciglio sinistro e le sue guance si erano riempite un po'. Ora stava decisamente meglio, considerando che era sempre stata eccessivamente magra.
-Come stai? - esclamai -non ti vedo da una vita!
-Tutto bene tesoro, tiro avanti - sorrise -sono davvero tanto felice per te e per il tuo nuovo marito. Sei la signora Haner adesso.
Mi fece ridere.
La signora Haner. Mi suonava ancora piuttosto strano, ma mi piaceva.
Devon Haner. Devon Baker Haner. Devon Baker Brian Elwin Haner Jr... 
In quella ricevetti un altro abbraccio.
-Travis! - esclamai -Come stai stronzo?
-Tiro avanti anche io - rise, mettendo un braccio intorno alla vita di Emily.
Sgranai gli occhi, stupita.
-Voi due...
-Sì. - risposero all'unisono.
Urlai e li abbracciai entrambi. Non potevo volere di meglio per i miei due migliori amici.
-Ma è fantastico! - sclamai, sciogliendo l'abbraccio.
-E non hai ancora sentito dove ci siamo conosciuti - disse Travis.
-Ditemelo, non tenetemi sulle spine!
I due si scambiarono un'occhiata e si sorrisero a vicenda.
-Long Beach Arena - rispose Emily -10 aprile.
Non riuscivo a crederci. Si erano conosciuti a un concerto dei miei ragazzi!
A quanto pare le sorprese sembravano non voler finire.










 







 

   
 
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