NASCOSTO NEL BUIO
Il crepuscolo
calò sulle ondulate colline inglesi; un lento velarsi
della luce,
un graduale allungarsi delle ombre.
L'afa della giornata di tarda estate cominciò ad attenuarsi,
mentre la
rossa
sfera di fuoco del sole calava a occidente e l'aria stagnante e riarsa
si
raffreddava.
Il silenzio che accompagna la fine del giorno avvolse la terra, mentre
foglie
ed erbe rabbrividivano nell'attesa della notte.
Quello stesso silenzio, nell'ufficio Auror del Ministero della Magia,
era
intriso di una tensione quasi palpabile.
I tavoli nei vari studi erano occupati da alte sagome incappucciate,
chine su
lunghi rotoli di pergamena; i corridoi venivano attraversati da figure
pressoché identiche che camminavano con passo lento e
deciso, senza mai
interrompere l'atmosfera di quiete e senza mai voltarsi indietro.
Una di queste attraversò rapidamente il corridoio principale
dell'ufficio,
svoltò l'angolo e continuò il suo tragitto lungo
un altro corridoio
deserto e
interminabile.
Il suono dei suoi passi riecheggiava nel silenzio; un suono ritmico
quanto
sinistro.
Infine, l'uomo si fermò davanti ad una lucida porta nera e
gettò
indietro il
cappuccio, rivelando un viso pallido, scavato, dalle ossa pesanti.
Occhi, barba e capelli erano neri come il carbone, e la fronte solcata
da
profonde rughe gli conferiva un'espressione perennemente corrugata e un
cipiglio severo.
Bussò piano alla porta e attese che dall'interno una voce
bassa e
profonda
proferisse: Avanti! prima di abbassare lentamente
la maniglia.
L'uomo era giunto in una stanza ampia e pulita, le quali pareti erano
coperte
da ampie librerie ricolme di registri, e la quale luminosità
era dovuta
ad un
allegro focolare che scoppiettava in un angolo.
Lo studio era occupato solamente da due sedie nere dall'aria scomoda e
da una
scrivania dietro la quale, con un calice stretto nella mano destra e un
rotolo
di pergamena nella mano sinistra, sedeva Rufus Scrimgeour.
Lentamente, il Ministro della Magia volse lo sguardo verso l'uomo
appena
sopraggiunto, che esordì: - Ministro, siamo pronti.
Attendiamo suoi
ordini per
dare inizio all'operazione, -
- Pazientate ancora per qualche ora, Gawain. Desidero che procediate
solamente
a notte inoltrata. L'ultimo scopo dell'operazione è quello
di creare
scalpore
sotto gli occhi degli abitanti del villaggio. La cattura deve essere
rapida e
silenziosa, -
- Ministro, se il ragazzo attaccasse... -
- Ne dubito, Gawain, - replicò tranquillamente Scrimgeour.
- Vedi, io sono segretamente convinto che Draco Malfoy sia
semplicemente un
ragazzino cresciuto sotto la cattiva influenza di diversi maghi oscuri
che si è
lasciato coinvolgere in cose troppo grandi per lui, -
Nonostante non avesse ricevuto un esplicito invito, Gawain Robards
avanzò al centro
della stanza e prese posto su una seda di fronte alla scrivania.
- Posso domandarle, Ministro, quale ragione l'ha indotta a mobilitare
un'intera
squadra di Auror contro il ragazzo se non lo ritiene nocivo per la
quiete
pubblica? -
- Gawain, amico mio, ho troppo rispetto per la tua intelligenza per
ritenere
che tu non conosca realmente la risposta alla domanda che mi hai appena
posto,
-
Rufus rivolse un mesto sorrisetto al capo degli Auror - Credi davvero
che io
faccia mettere sulla prima pagina della Gazzetta del Profeta articoli
su
assassini che per la comunità magica sono senza volto e
senza nome
perchè li
ritengo le notizie più fondamentali? Credi davvero che le
celle di
Azkaban
riempite in questi ultimi tempi ospitino solo criminali e Mangiamorte
realmente
colpevoli? Sai, non è per niente facile essere Ministro...
decisioni
cruciali e
tempestive da prendere... migliaia di dipendenti da controllare... e,
soprattutto, centinaia di persone da rassicurare... per quanto
invano… -
Rufus si passò stancamente una mano sulla fronte.
Gawain rimase a squadrare in silenzio il suo collega per qualche
istante, prima
di sospirare: - Io credo, e sappi che è solo una
supposizione, che una
maledizione gravi sul posto di Ministro della Magia... ho come
l'impressione
che questa carica indebolisca i caratteri... -
- Robards, per quanto tu sia un mio caro amico, ricorda che come
Ministro esigo
un moderamento del linguaggio! - la voce di Rufus s'indurì.
Di quei tempi, quando sembrava che la buona sorte lo avesse
definitivamente
abbandonato, l'ulima cosa che il Ministro era incline a tollerare erano
le
critiche.
- Rufus, lo sai che ho ragione: ti conosco da molto tempo e non sono
l'unico ad
aver notato dei cambiamenti. Tu hai sempre avuto un carattere deciso,
combattivo, sfrontato; e da quando invece sei diventato Ministro dai
l'impressione di considerare ogni singolo ostacolo insuperabile... e
per giunta
lo fai durante una guerra che invece avrebbe bisogno di essere
combattuta con
una persona forte e determinata a capo del Ministero! I tuoi giorni di
Capo
degli Auror non ti hanno mai visto così pessimista e
rassegnato. -
- Forse perchè i miei giorni di Capo degli Auror non mi
hanno mai visto
responsabile dell'intera comunità magica. - Scrimgeour
esalò questa
affermazione
con voce flebile.
Da settimane, ormai, la sua voce aveva perso l'abituale forza.
- E non ho memoria dei miei giorni come Capo degli Auror nei quali la
situazione sia deragliata a tal punto... -
- Parli dell'attentato a Hogwarts? - chiese Gawain.
- Non solo, parlo dell'andamento generale e tremendamente tragico di
questa
guerra... la gente viene uccisa sotto il nostro naso... Mangiamorte
pericolosi
si nascondono tra noi e le nostre forze non riescono a scovarli... e
tutta una
serie di situazioni che mi avviliscono ogni giorno di più. -
il
Ministro
sospirò, incurvando le spalle.
All'improvviso appariva molto più vecchio e fragile.
- Sai, ho sempre desiderato diventare Ministro... fin da quando sono
entrato
nella scuola per Auror. Agoniavo il potere, il completo controllo...
inveivo
contro la superficialità di Caramell e rimuginavo su come
invece la
potenza del
Ministero potesse aumentare di molto; se a capo vi fosse stato qualcuno
con un
po' di sale in zucca. - Scrimgeour aveva gli occhi persi nel vuoto e
sembrava totalmente
immerso nei ricordi - Solo ora, soltanto ora che ho la concreta
possibilità di
realizzare tutti i miei ambiziosi progetti, questa terribile guerra
dilaga con
una forza inarrestabile. -
Gawain Robards continuava a tacere.
- Gawain, tu non sai quanto possa essere terribile per un Ministro
vedere le
forze del Ministero di cui è a capo sgretolarsi sempre di
più, giorno
dopo
giorno. Sono verità che cerco di negare anche con me
stesso... ma non
posso, noi
non possiamo illuderci ancora di combattere una guerra che non ci vede
nemmeno
lontanamente alla pari col nostro avversario! -
-
Tu
sottovaluti il
Ministero, Rufus. - intervenne Robards - Posso anche darti parzialmente
ragione
su alcuni punti: l'inizio di questa guerra ci ha visto in discreto
svantaggio, ma
solo qualche anno fa, la persona seduta di fronte a me mi ha detto che
non è
certo l'esordio di una battaglia a determinarne la conclusione. Rufus,
in una
guerra è normale che degli incidenti capitino. Nessuno sta
sottovalutando le
potenzialità del nemico, però non vedo concreti
motivi per trarre tali
pessimistiche quanto avventate conclusioni. Per l'attentato ad Howarts,
le
protezioni e la scelta del corpo docenti è sola opera di
Silente, e non
vedo
quale colpa possa avere il Ministero... per giunta non puoi dire che la
morte
del vecchio preside, per quanto tragica sia stata, non abbia... detto
fra
noi... dei riscontri positivi. Insomma, quanti conflitti ci sono stati
tra il
Ministero e Silente in tutti questi anni? Quante volte Caramell non
è
stato messo
al corrente di pericolose iniziative intraprese da quel vecchio pazzo?
Quante
volte tu stesso ti sei trovato in difficoltà a causa sua? E
poi,
riguardo ai
prigionieri di Azkaban, meglio avere celle occupate da criminali poco
pericolosi finché non catturiamo i più nocivi che
averle vuote e
lasciarli
tutti in circolazione! -
Per la prima volta dacché il capo degli Auror era entrato,
sul volto di
Rufus
comparve l'ombra di un vero sorriso.
- Nulla ti abbatte di spirito vero, Gawain? Forse in questi tempi
tormentati
saresti un Ministro molto più efficiente di me. -
- Mi rincresce, Ministro, ma la tua carica non mi ha mai
particolarmente
affascinato... anzi, sono segretamente felice per la tua promozione che
ha
comportato la mia nomina come Capo degli Auror... sinceramente trovo
sia molto
più gratificante. - replicò quest'ultimo.
Ora Rufus Scrimgeour sorrideva apertamente.
- Pertanto, - continuò Robards - l'unica cosa che mi preme
al momento è
portare
a termine la missione che mi è stata assegnata;
indipendentemente dal
suo reale
scopo. -
- Così sia, Gawain. - rispose il Ministro - Cattura quel
piccolo
bastardo e
sbattilo in gattabuia. Non c'è nulla come un luogo chiuso e
tanto tempo
per
riflettere per domare gli adolescenti troppo esuberanti! -
I due uomini risero, godendo di quei pochi istanti durante i quali
potevano
concedersi di dimenticare le rispettive preoccupazioni.
- E comunque anche dimostrare alla gente che il Ministero riesce a
tenere a
bada i criminali, che è il reale scopo della cattura non
è di poco
conto. -
mormorò Scrimgeour, tornando a farsi serio - Se l'azione
riesce, almeno
dimostreremo di avere sotto controllo i Mangiamorte meno pericolosi...
perciò
vai, Gawain, raduna gli Auror e parti immediatamente per Godric's
Hollow. -
Di fatto, Robards si stava già avviando verso la porta.
Aveva già la mano stretta attorno alla maniglia quando
proferì con voce
penetrante venata da un sarcasmo appena percettibile: - Ah, Ministro? -
- Sì, Gawain? - rispose Scrimgeour, intento a stappare una
bottiglia di
idromele.
Lentamente, il capo degli Auror si voltò a scrutare il
Ministro della
Magia,
con un barlume di ironia dipinto negli occhi neri.
- Ministro, quali ordini riguardo... Harry Potter? -
L'atmosfera nella stanza sembrò raggelarsi.
La mano di Rufus si indurì di colpo attorno al tappo della
bottiglia.
- Tutto molto semplice, Gawain: se quel dannato arrogante non intende
mettermi
a parte dei perversi piani che ha escogitato assieme a Silente,
vorrà
dire che
li scoprirò per vie traverse. Se non ricordo male, la
lettera giunta da
Godric's Hollow lo descriveva: svenuto e momentaneamente prigioniero
nella casa
abbandonata dove ho avvistato il ricercato; con il quale ha
intrattenuto un
lungo dialogo prima dello scontro. Sai, Gawain, ho rivalutato il
giovane Malfoy:
Sono certo che in quel lungo dialogo quei due non si sono scambiati
frasi di
cortesia. -
- Stai dicendo, Rufus... stai dicendo che pensi che Potter e Malfoy
stiano
architettando qualcosa assieme? - domandò Robards, sorpreso.
- Potrebbe essere una teoria plausibile, amico mio, ma negherebbe tutte
le
supposizioni sulla fedeltà del giovane Malfoy verso il
Signore
Oscuro... e ne
farebbe nascere altre propense a credere che la sua fuga da Hogwarts
sia stata
voluta da Silente stesso... non possiamo trarre conclusioni, Gawain, ma
stai
certo che Harry Potter non avrà pace finché non
avrò tratto quelle
esatte. Il
mio ordine è semplicemente quello di ignorarlo, semmai lo
incontraste
durante
l'operazione. Draco Malfoy, con il supporto di qualche goccia di
Veritaserum, sarà
il latore di tutto ciò che Potter ha realmente intenzione di
fare. -
- Agli ordini, Ministro. - sogghignò Robards, uscendo dallo
studio.
*****
L'oscurità incombeva sul villaggio di Godric's Hollow.
Il silenzio era infranto solo dal mormorio del fiume Arion e dal
trillare dei
grilli; e solo la sottile lama di luce che filtrava dalle finestre
della casa
abbandonata ai margini della foresta fendeva l'apparente
infinità delle
tenebre; e illuminava un salotto devastato da un tavolo infranto
sepolto sotto
una libreria nel suo stesso stato e da decine di libri disparsi sul
pavimento.
Su quello stesso pavimento, tra schegge di legno e pagine strappate, il
corpo
di Harry Potter giaceva inerte; e, a poca distanza, sedeva Draco Malfoy.
Il ragazzo fece scattare per quella che doveva essere come minimo la
centesima
volta l'apertura del medaglione che reggeva tra le mani, contemplando
per
qualche istante a occhi sgranati il biglietto al suo interno; per poi
richiuderlo
di scatto e distogliere lo sguardo come se avesse appena letto
chissà
quale
atrocità.
la ripetizione di queste tre azioni lo aveva impegnato per ore intere,
ma la
mente di Draco era troppo occupata a riflettere su quanto aveva
scoperto per
poter serbare memoria del tempo e dello spazio.
Era convinto che quel medaglione aprisse una breccia tra
l'oscurità dei
mille
segreti che davano vita all'intreccio, divenuto quasi leggenda, della
storia di
Harry Potter e del Signore Oscuro.
R.A.B... che fosse un nome in codice? Poteva trattarsi dello stesso
Potter?
Al Signore Oscuro
So che avrò trovato la morte molto prima che tu legga queste
parole ma
voglio
che tu sappia che sono stato io ad aver scoperto il tuo segreto. Ho
rubato il
vero Horcrux e intendo distruggerlo appena possibile. Affronto la morte
nella
speranza che, quando incontrerai il tuo degno rivale, sarai di nuovo
mortale.
R.A.B.
"So che avrò trovato la morte molto prima che tu
legga queste
parole...
"
D'accordo, si disse Draco,
se
questo messaggio
lo ha scritto Potter, questa è solo una delle sue menate da
eroe
tragico.
"Ho scoperto il tuo segreto..."
La curiosità di Malfoy si destò ancora una volta.
"Ho rubato il vero Horcrux..."
Alla
curiosità
di Draco si
sostituì la frustrazione: cosa diavolo era un Horcrux?
"Affronto la morte nella speranza che, quando incontrerai il
tuo
degno
rivale, sarai di nuovo mortale..."
La
fine del
messaggio
scombussolava di nuovo tutte le idee del biondo, ne faceva nascere di
nuove, e
lo induceva a rileggere ancora una volta il biglietto, nonostante lo
conoscesse
a memoria.
Ma il degno rivale del Signore Oscuro non era Potter? Allora... allora
non
poteva essere lui l'autore di quel messaggio! Era forse stato scritto
da...
Silente?
Lo stomaco di Draco si annodò; come sempre quando i suoi
pensieri
divulgavano
sul ricordo del vecchio preside.
E in quel caso, erano quindi vere tutte quelle dicerie sul
"Prescelto"?
Malfoy, suo malgrado, non era riuscito a impedire a un barlume di
speranza di
accendersi dentro di lui: se Potter aveva davvero il potere di
sconfiggere il
Signore Oscuro... voleva dire che, se ci fose riuscito... lui, Draco,
avrebbe
avuto una possibilità di sottrarsi al suo destino di
Mangiamorte!
Era un'ipotesi alquanto improbabile e inverosimile, e, in un tempo
molto
lontano, Malfoy si sarebbe vergognato di aver pensato anche solo per un
momento
che Potter potesse in qualche modo aiutarlo.
Ma di quei tempi, ormai, addirittura il suo orgoglio era stato
sopraffatto
dall'istinto di sopravvivenza.
Incapace di rimanere seduto, Draco scattò i piedi e
iniziò a
passeggiare
nervosamente per il salotto, evitando con elegante noncuranza gli
oggetti
disparsi sul pavimento, senza fare un solo rumore.
Continuò a camminare; il lungo mantello che frusciava alle
sue spalle
ad ogni
passo, la mano destra chiusa a pugno sul medaglione e la fronte
corrugata a
testimoniare la sua concentrazione.
Era di vitale importanza escogitare un modo, ingannando, mentendo,
fingendo...
non aveva importanza... ma doveva riuscire a ottenere l'aiuto
dell'Ordine della
Fenice.
Doveva ottenere l'aiuto che Silente gli aveva offerto prima di morire.
Si bloccò di scatto davanti alla finestra, gli occhi
sbarrati.
Ma ora che Silente era morto... insomma, la protezione poteva essere
efficace
solo se creata da un mago così potente no?
E Malfoy sapeva che, se avesse tradito una seconda volta il Signore
Oscuro
senza avere la garanzia di una protezione infallibile, avrebbe segnato
da solo
la fine dei suoi giorni.
Ne aveva apprese tante di storie: Regulus Black, Igor Karkaroff, e
innumerevoli
altri casi nei quali i Mangiamorte pagarono le loro dimissioni con la
vita.
Draco lanciò a Harry uno sguardo profondo e indagatore che
avrebbe
messo molta
inquietudine al Grifondoro; se avesse potuto vederlo. Poi un improvviso
rumore
proveniente dall'esterno costrinse Malfoy a voltarsi di nuovo verso la
finestra.
Rimase immobile a osservare le fronde scure degli alberi, attento a
captare un
qualsiasi rumore; ma nulla di insolito si manifestò alla sua
vista.
Nel frattempo, alle sue spalle, due occhi verdi si aprivano a fatica, e
il
corpo di Harry cominciava a dare qualche segno di vita.
Draco si volse a guardare il risveglio del suo nemico-forse unica
speranza di
salvezza, e il ciclo di riflessioni che aveva momentaneamente
interrotto per
osservare fuori dalla finestra tornò a riproporsi nella sua
mente.
Bene, si disse, finché non decido da che parte stare e a chi
giurare
fedeltà
tanto vale che Potter me lo tengo buono.
Lanciò un ultima occhiata alla scura immobilità
degli alberi fuori
dalla
finestra; poi si volse ad accogliere con il più cordiale
quanto falso
sorriso
nel suo repertorio il nuovo svegliato.
Non appena si voltò, un'alta figura incappucciata emerse da
dietro un
albero e
sgusciò verso i cespugli più vicini, rimanendo
accucciata, in attesa...
*****
Il primo sintomo che diede segnale a Harry di aver ripreso conoscenza
fu un
gran mal di testa.
L'emicrania fu seguita a ruota da una leggera nausea, una sensazione di
stordimento generale e smarrimento.
Massaggiandosi
la nuca, il
ragazzo si alzò a sedere a fatica, cercando di ricordare
dove potesse
mai
trovarsi; ma bastò una familiare voce cantilenante alle sue
spalle a
ricordargli perfettamente le sue circostanze:
-
Bentornato
nel mondo dei
vivi, Potter. Mi dispiace che ti sia ripreso così in
fretta... cioè,
sapevo che
non avevi preso un colpo mortale... ma la speranza è sempre
l'ultima a
morire... -
Draco si more le labbra.
Meraviglioso! pensò, Al mio
primo tentativo di approccio
civile con Potter
gli ho esplicitamente detto quanto mi dispiace di vederlo ancora
vivo...
un'affermazione che davvero mi rende degno della più cieca
fiducia...
Mano
a mano i
ricordi
degli ultimi avvenimenti cominciarono a farsi spazio nella mente di
Harry: il
suo arrivo nella casa dei suoi genitori, Malfoy che sopraggiunge, lo
scontro
e... il falso Horcrux volato dritto nelle mani del nemico!
- Uno dei libri ti ha colpito in testa, - stava dicendo Malfoy - Certo
che
potevi spostarti, però... non ci ho messo molto a capire che
manchi
totalmente
di prontezza di riflessi, Potter, -
Draco si ri-morse le labbra.
Ma non riusciva proprio a dire qualcosa che non contenesse insulti?
Tanto vale che sto zitto, allora. si
disse, Altrimenti addio aiuto dell'Ordine
della Fenice.
Tuttavia, Harry non lo stava ascoltando.
Notò con grande sorpresa che la sua bacchetta, sfuggitagli
di mano
quando aveva
perso conoscenza, era ancora accanto a lui.
Come
Senza perdere tempo con ulteriori riflessioni, Harry impugnò
la
bacchetta e la
puntò con fare minaccioso contro Draco, sibilando: - Dammi
il
medaglione,
Malfoy. Lo so che lo hai preso; ti avverto: se non me lo restituisci
immediatamente io... -
Harry rimase a bocca aperta, e non poté finire la frase.
Draco aveva allungato verso di lui la mano con la quale reggeva il
medaglione,
impassibile.
Cioè... glielo restituiva così, senza dire niente?
A quanto pareva, Malfoy aveva intuito perfettamente cosa stava pensando
Harry,
perchè disse: - Frequentare i Weasley ti fa male, Potter;
hai acquisito
la
mentalità del pezzente: sei convinto che ogni persona di
questo mondo
sia
pronta ad accapigliarsi per un qualunque oggetto con un minimo di
valore. Sappi
che oltre a non essere il mio caso il tuo medaglione non vale niente. -
Harry lo osservò sospettoso, mentre allungava la mano verso
di lui, il
palmo
rivolto verso l'alto.
Draco lasciò che la catenina gli scivolasse via dalle dita,
e si
sedette a
gambe incrociate accanto a uno stupito e per niente tranquillo Harry.
Quest’ultimo fece scattare l'apertura del medaglione e
guardò
all'interno: il
biglietto era lì, al suo posto.
Malfoy non aveva preso il biglietto, gli aveva ridato il medaglione e
non lo
aveva disarmato: se tutto questo avrebbe dovuto rassicurarlo, lo fece
invece
agitare ancora di più.
Non era certo un comportamento da Malfoy... doveva esserci un trucco...
Lanciò uno sguardo fuori dalla finestra.
- Cazzo! Ma è notte! -
- Grazie dell'informazione, Potter, anche se devo deluderti dicendoti
che
sapevo già che la parola notte si
riferisce a quando diventa
tutto buio.
-
Questa volta Draco non si morse le labbra.
Fanculo. si disse, Insultare
Potter fa
parte della mia natura.
Harry lo fissò torvo.
Se prima la teoria che anche Malfoy avesse preso una botta in testa e
fosse
diventato improvvisamente buono gli era parsa abbordabile, quest'ultima
affermazione lo fece immediatamente ricredere.
Tornò a guardare fuori dalla finestra: per quante ore era
rimasto
svenuto? E,
soprattutto, cosa aveva fatto Malfoy tutto quel tempo con il suo
medaglione in
mano?
Harry sapeva che di Draco non c'era da fidarsi, ed era deciso ad
evitare
qualunque tipo di trappola.
Fissò il biondino negli occhi come a volergli leggere nel
pensiero,
anche se
non aveva mai imparato: cosa hai fatto durante queste ore? Come hai
reagito al
messaggio che hai letto?
Ma Malfoy
sembrò non
accorgersi di nulla.
Insospettito e irritato, Harry si alzò in piedi e, dopo aver
collaudato
con
quanta stabilità riusciva a mantenersi sulle gambe,
scrutò il salotto
devastato.
- Complimenti, - disse a Draco, ancora seduto, - guarda che casino che
hai
combinato. -
- Ti ricordo che è stato il tuo Schiantesimo a distruggere
tutto; io
l'ho
parato solo per difesa personale. - Draco sogghignò - Come
vedi,
Potter, sei
riuscito a distruggere anche la... tua...
casa. -
Per niente propenso a fare polemica, Harry afferrò da terra
un pesante
libro
rilegato in pelle e cominciò a sfogliarlo distrattamente.
Si soffermò a osservare un' immagine raffigurante due
streghe, la prima
bionda
e pallida, la seconda bruna e scura.
La prima reggeva una bacchetta dalla quale fuoriusciva una lingua di
fuoco
azzurro, che andava ad avvolgere, simile a un lungo serpente turchese,
la
pietra dell'anello che la seconda strega portava al dito medio della
mano
destra. Sotto l'immagine, campeggiava la scritta: Nexus
Ligamen.
-
Serve per
creare un
vincolo tra due persone per mezzo di un oggetto. -
Harry sussultò quando, alzando gli occhi dalla pagina del
libro, si
ritrovò a
fissare le iridi azzurre di Malfoy che, a quanto pareva, era riuscito a
alzarsi, raggiungere Harry, porsi di fronte a lui e sbirciare la pagina
del
libro senza fare un solo rumore.
- Eh? - chiese Harry.
- Si tratta di una sorta di legame a distanza, - Draco
sospirò
quest'ultima
affermazione con un tono lievemente esasperato; come se stesse
rispiegando con
infinita pazienza un concetto elementare a una persona un po' tarda,
che si
ostina a non capirlo. - Con l'uso di questo incantesimo si
può fare in
modo che
due persone, non importa a quanti chilometri di distanza siano l'una
dall'altra, possano entrare in contatto. Cioè, se una ha con
sé
l'oggetto e
desidera ardentemente che l'altra la trovi, si crea questa sorta di
canale. -
A Harry ricordò molto uno dei tipici discorsi di Hermione.
- E posso sapere, - chiese sarcasticamente - Come mai sei
così
informato
sull'argomento? Cos'è, la tua mammina non ti fa uscire di
casa senza
essere
sicura di poter sapere sempre dove sei? -
- Potter, mettiamo le cose in chiaro: non ti permettere di insultare
mia madre!
- per la prima volta, le guance di Draco si tinsero di un vago colorito
roseo
che lo fece sembrare quasi vivo - E poi ti ho detto che solo se la
persona che
porta l'oggetto decide di attivare il legame l'altra può... -
- Sì, sì, ho capito! Non funziona come un Walkie
Tolkie! -
- Un... che? - chiese Malfoy, sorpreso.
- Lascia perdere. - rispose Harry, ridacchiando sotto i baffi: spiegare
a Draco
cosa sono i Walkie Tolkie sarebbe stato come spiegare a zio Vernon cosa
sono
gli Horcrux.
- Comunque, - continuò - come mai allora sei così
informato? -
- Ma cosa credi, che questa sia la prima volta che apro uno di questi
libri?
Sono giorni che li leggo. - replicò distrattamente Malfoy.
- Da... quanti giorni esattamente? - domandò lentamente
Harry, che
stava
cercando ogni via traversa per scoprirne di più sulla venuta
del biondo
a
Godric's Hollow.
Draco si voltò a guardarlo, le labbra sottili stirate in un
sorrisetto
malizioso - Che debole tentativo di estorcermi il motivo del mio arrivo
a Godric's
Hollow, Potter. Sai, sono stufo di sorbirmi sempre la stessa domanda
girata
ogni volta in modo diverso, -
Si chinò in avanti fino a portare il suo viso a pochi
centimetri da
quello di
Harry, tanto che quest'ultimo riusciva a contare le ciglia bionde e si
trovò
così vicino agli enormi occhi azzurri dell'altro che ebbe
l'impressione
di
cadervi dentro.
- Smettila di chiedermi sempre le stesse cose. - sibilò
Draco,
dilatando le
pupille.
Questa volta, invece, a Harry ricordò molto Luna Lovegood.
Dopo un istante, Malfoy si ritrasse, e ricompose la sua espressione in
un
sorriso smagliante.
- Allora, Potter, non vuoi vedere il resto della casa? - gli chiese
come se
nulla fosse.
Questo è pazzo; si disse
Harry, è un
piccolo, perverso, spettrale psicopatico.
Osservando il biondino con apprensione, Harry si diresse lentamente
verso la
scala che supponeva conducesse al piano superiore e salì
lentamente i
gradini,
che scricchiolarono sotto il suo peso, finché non vide una
porta di
legno
chiusa davanti a sé.
Ne abbassò lentamente la maniglia e spinse piano:
ciò che vide gli fece
mancare
il respiro.
Si trovava in una camera da letto illuminata solo dalla tenue luce
lunare che
filtrava dalle finestre.
Nell'oscurità riusciva a scorgere la sagoma di un grande
letto
matrimoniale, un
comodino, e, proprio sotto il cono di luce della finestra, una culla di
legno.
Nonostante si fosse promesso di non versare più lacrime per
la causa,
Harry non
poté impedire ai suoi occhi di diventare lucidi.
Gli faceva un effetto che neanche lui stesso riusciva a spiegare
trovarsi sul
posto sedici anni dopo, a percorrere i corridoi che sua madre aveva
percorso, a
vedere la scena da quell'altro punto di vista.
Basta. si disse, Voldemort morirà per quello che ha fatto e
lo ucciderò
io. Ma
devo smettere di pensarci.
- Smettila di rimuginarci su, non serve a niente. -
Harry sussultò: chi aveva parlato?
Scrutò la stanza buia, ma tutto era immobile.
- Loro sono morti, tu sei sopravvissuto. Fattene una ragione e agisci
di
conseguenza. -
Era la voce di Malfoy, ma Harry non riusciva a capire da dove
provenisse.
Poi il suo sguardo cadde sotto la finestra, dove Draco era appollaiato,
illuminato da una falce di luce della luna che gli dava un aspetto
ancora più
pallido e spettrale, e faceva sembrare i suoi enormi occhi azzurri
troppo
grandi per il visetto aguzzo; simili a due pietre turchesi scintillanti
nell'oscurità.
La reazione di Harry a quell'alquanto inquietante visione fu
spettacolare.
Fece un gran balzo all'indietro andando a sbattere contro il bordo del
letto,
perdendo l'equilibrio e finendo disteso di schiena sul materasso.
- Immagino ti faccia uno strano effetto stare qui. - disse Draco, col
tono di
uno che sta parlando del tempo.
Si alzò, facendo svolazzare il mantello, e mosse qualche
passo in
avanti,
sfiorando con le lunghe dita affusolate di una mano il bordo di legno
della
culla.
Si fermò davanti al letto dove Harry era sdraiato supino,
ancora un po'
scosso.
Alla luce della luna la pelle tirata sulle ossa sottili del volto del
biondo
appariva quasi translucida.
- Sai, a me non piace dormire in questa stanza... -
occhieggiò alla
parete alle
spalle di Harry - Continuo a fare... – rispostò lo
sguardo sul ragazzo
- Incubi.
-
Harry rabbrividì.
Malfoy si avvicinò di più al letto, lo sguardo
trasognato, i lisci
capelli
biondi che scintillavano sotto il bagliore lunare.
- Chissà se delle vestigia di oscuri incantesimi impregnano
ancora
queste
mura... -
Sospirando e rivolgendo un ultimo sorriso perverso a Harry, Draco si
voltò e
uscì dalla stanza.
Harry lo guardò veleggiare fuori dalla porta meditando sul
fatto che
adesso,
finalmente, riusciva a capire il motivo per il quale alcuni Babbani
temevano
così tanto i fantasmi.
Si alzò dopo più di un minuto e scese i gradini
diretto al piano di
sotto; la
mano destra ben stretta attorno alla bacchetta sotto la veste.
Trovò la sua nemesi seduta su una poltroncina
miracolosamente
sopravvissuta al
disastro, che canticchiava tra sé, e che accolse Harry
sfoderando un
ghigno
ancora più ampio del solito.
Senza una parola, Harry afferrò il primo libro che gli
capitò a tiro e
vi ci
seppellì dietro.
Si fermò a osservare la figura di un castello sotto una
scritta in
neretto: Goodrich Castle.
A lato c'era un trafiletto che Harry, senza nemmeno rendersene conto,
come se
la sua bocca agisse di volontà propria, iniziò a
leggere ad alta voce:
- Goodrich
Castle, - recitò - Il castello situato
nel cuore della foresta
di
Queerditch; in prossimità del villaggio di Godric's Hollow.
Secondo la
leggenda
era di proprietà dello stesso Godric Grifondoro... -
Draco
alzò di
scatto la
testa, improvvisamente attentissimo.
- Il castello è in seguito appartenuto a Bowman
Wright; che ne ha
ristrutturato una parte e ha fatto scolpire due Boccini d'oro ai lati
del
portone di ingresso. La leggenda narra anche che Wright abbia nascosto
il primo
Boccino da lui mai realizzato all'interno del castello, chiuso in un
forziere
protetto da molti potenti incantesimi. In seguito a numerosi incidenti
avvenuti
al suo interno, il castello è abbandonato dal 1934...
Hei!! -
Malfoy aveva strappato con un movimento felino il libro dalle mani di
Harry, e
contemplava la pagina a occhi sgranati, il petto che si alzava e si
abbassava
rapido.
- Malfoy, ma che ti prende?! Ma che razza di modi sono... -
- Hai detto che questo castello è appartenuto a Godric
Grifondoro? - lo
interruppe bruscamente Draco.
- Bé, c'è scritto così... ma
perchè ti interessa? E poi tu non ti eri
già letto
tutti questi libri? Credevo che mi avresti citato a memoria tutto il
paragrafo!
-
Malfoy alzò gli occhi dalla pagina - No, - disse con voce
flebile -
questo non
l'ho letto. -
Ma ora che aveva scoperto... ora che sapeva... c'era vicino, c'era
molto
vicino, ne era certo.
Stava per scoprire dove si trovava l'oggetto appartenuto a Godric
Grifondoro
che il Signore Oscuro gli aveva chiesto di ritrovare.
Ora so come portare a termine la missione. si disse Non ho
più bisogno
di
Potter, me ne devo solo liberare il prima possibile
- Cosa mi stai nascondendo, Malfoy? - chiese Harry, che aveva notato la
strana
reazione del biondo. - Cos'hai realmente in mente? -
Ma Draco non rispose.
Gli voltò le spalle e si diresse verso la scala che
conduceva al piano
superiore.
Era già a metà della rampa di quando si
voltò a fissare Harry con
sguardo
gelido, sfoderando un ghigno perfido: - Ciò che ha una
persona ha in
mente non
conta, Potter; saranno le sue azioni a contrassegnare il suo destino. -
E, su questa nota enigmatica, Draco si voltò e
salì in fretta gli
ultimi
gradini, scomparendo alla vista di Harry e lasciandolo confuso e
irritato.
*****
La foresta di Queerditch era un cupo groviglio di ombre e di
oscurità;
un
meandro di alberi e cespugli contorti e aggrovigliati che sembrava
estendersi
all'infinito e la separava dal resto del mondo.
Tronchi coperti da strati di edera e funghi crescevano nodosi e curvi,
coi rami
a spirale simili a zampe di ragno, soffocati dai rampicanti e dalla
boscaglia,
con foglie lucenti che scintillavano argentee alla luce della luna che
a
malapena filtrava tra le fitte coltri degli arbusti.
Quella notte, sullo sfondo del leggero sospirare del vento accompagnato
dal
canto lontano di un uccello, due figure incappucciate si
Materializzarono con
un sonoro pop.
Dopo un momento di indugio, una delle due sagome s'infilò
tra gli
alberi,
immediatamente seguita dalla seconda.
- Sei sicura che sia la strada giusta? - sussurrò
l'inconfondibile voce
di Ron
Weasley, da sotto il cappuccio.
- Certo che sono sicura, Ron, ma fa silenzio! - rispose l'altrettanto
inequivocabile voce di Hermione, da sotto l'altro cappuccio.
- Non sappiamo quali creature vivono in questa foresta, non dobbiamo
farci
sentire! -
- Vuoi... vuoi dire che potrebbero esserci vampiri, lupi mannari o cose
del
genere? - sussurrò Ron, con una punta di panico nella voce.
- Non lo so, ma è meglio non correre rischi. Comunque ci
siamo quasi,
ci vorrà
un minuto... -
Avanzarono in silenzio nella cupa oscurità di quell'intrico
di
vegetazione.
- Cosa credi che faranno i membri dell'Ordine quando noteranno la
nostra
assenza? - domandò Ron a bassa voce.
- Be’... nel biglietto abbiamo scritto che andavamo a
Godric's Hollow a
cercare
Harry, ma dubito che verranno a cercarci... in fondo neanche a loro
andava
molto a genio l'idea che Harry intraprendesse questo viaggio da solo...
Shh! -
Hermione si portò un dito alle labbra, bloccandosi di scatto
assieme a
Ron.
L'avevano sentito entrambi: un rumore tra gli alberi, molto vicino.
- C'è... c'è qualcosa qui con noi. -
sussurrò Ron, paralizzato -
Qualcosa ci
sta spiando... -
- ATTENTO! -
Hermione diede un forte spintone a Ron, facendo in modo che un
improvviso getto
di luce rossa lo mancasse.
- Ma cosa... -
La voce morì nella gola di Ron mentre una sottile sagoma
ammantata di
nero
emergeva da dietro un albero e abbassava lentamente il cappuccio del
mantello.
Sotto la falce di luce lunare che filtrava tra i rovi, risplendeva il
volto
pallido e incorniciato da una cortina di capelli unticci di Severus
Piton.
Continua...
NOTE: La scena che ho scritto più volentieri è
quella nella camera da
letto dei
genitori di Harry; l'ispirazione per quell'entrata in scena di Draco mi
è
venuta dopo aver rivisto The Ring. Per quanto riguarda il Nexus
Ligamen significa
letteralmente: vincolo del legame. Vincolo in senso
fisico;
legame in
senso astratto. Per quanto riguarda i riferimenti a Bowman Wright le
informazioni sono quelle scritte nel libro: Il Quidditch
Attraverso
i
secoli. Ha inventato il Boccino e abitava veramente a
Godric's
Hollow;
anche se è di mia creazione l'idea che abitasse in un
castello dove ha
nascosto
il primo Boccino da lui mai creato in un forziere... a proposito del
castello:
Goodrich Castle esiste davvero, e
Basta, troppi spoiler! Spero di non avervi fatto addormentare e alla
prossima,
Babydoll