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Autore: Rosmary    14/06/2012    17 recensioni
Tutto ha inizio l'ultimo giorno di vacanza: è un mix esplosivo! Immaginate un gruppo di ragazzi delle più svariate età, aggiungete un gioco pestifero e un'ignara ragazza che ha solo commesso l'errore di far amicizia con il suddetto gruppo di ragazzi.
Hogwarts sarà teatro di una piccola sfida sentimentale: tra professori esigenti e maghi oscuri, ci sarà anche qualcuno alle prese con guai ben diversi da questi.
«Ragazzi, ragazzi! Frenate! Siete sicuri di volerci giocare?»
«Dai, Charlie, hanno detto di sì»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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L’ufficio della Umbridge riesce ad essere addirittura peggiore della docente stessa. I gattini che colorano le pareti sono inquietanti e Fred non smette di guardarli con astio, progettando uno sterminio di massa. Hermione, invece, è in piedi accanto al ragazzo, con lo sguardo ben puntato al pavimento. La Umbridge è dinanzi a loro, l’aria da esaltata.

«Quando questa mattina Cornelius mi ha nominata Inquisitore Supremo di Hogwarts, sapevo che avrei dovuto lottare con le gravi mancanze di questa scuola» Calca ogni parola con il suo tono stridulo e rabbioso. Li guarda entrambi con sdegno, pronta ad aggiungere dell’altro, ma a interrompere l’arringa è Minerva McGranitt, che s’affaccia all’uscio dell’ufficio accompagnata dal solito cipiglio severo e il portamento elegante.

«Il signor Gazza ha ritenuto doveroso avvisarmi, in quanto dei miei studenti sono stati colti ad infrangere le regole» Il tono pacato, dando enfasi ai particolari giusti. L’attenzione è dedicata alla collega, ancora non conduce lo sguardo attento su Fred e Hermione.

«Il signor Gazza poteva anche evitare di disturbarti, Minerva»

«Nessun disturbo, Dolores» Inarca le sopracciglia «Al contrario, sono qui per evitarti ulteriori fastidi. Condurrei i ragazzi nel mio ufficio, così da liberarti di ogni incombenza»

È possibile notare le gote dell’Inquisitore gonfiarsi e un rossore colorarle il volto. Annuisce stizzita, certa di dover evitare discussioni inerenti le competenze lo stesso giorno in cui ha ricevuto la nomina. Tempo al tempo. La docente di Trasfigurazione, senz’altro aggiungere, conduce se stessa e i due studenti in un’altra ala del Castello, precisamente nel proprio ufficio. Un silenzio rigoroso accompagna il trio, un silenzio spezzato dalla stessa McGranitt non appena entrano nello studio.

«Vorrete spiegarmi, immagino, per quale ragione eravate fuori dai vostri dormitori oltre l’orario stabilito» I palmi delle mani aderiscono al legno della scrivania dietro cui troneggia la docente. I tratti severi, il tono impaziente e nervoso.

«Infatti» Interviene Fred, in piedi al di là della scrivania «Hermione non si sentiva bene» Osserva la professoressa senza remora alcuna, il tono studiato ad arte per essere convincente. Hermione invece impallidisce, guardandolo attonita «Non ha mangiato quasi niente a cena, era sul punto di svenire… in Infermeria non voleva andare, così ho pensato di farle mangiare qualcosa» Conclude anche con un sorrisetto.

«Un comportamento ammirevole, signor Weasley» Il tono asciutto della professoressa fa ridacchiare Fred «Signorina Granger, lei conferma quanto affermato dal suo compagno?» Hermione, mortificata, annuisce debolmente. Le sopracciglia della McGranitt s’inarcano «Molto bene» S’accomoda «Trenta punti verranno detratti a ognuno di voi»

«Cosa?! Ma, professoressa… la Coppa!»

«Signor Weasley, si calmi»

«Ma…»

«Nessun “ma”. La prossima volta che la signorina Granger ha un calo di zuccheri...» Inarca nuovamente le sopracciglia, facendo bene intendere quanto non creda alla storiella «...lei e la sua galanteria farete bene a condurla in Infermeria» Lo sguardo, ora, è tutto per Fred «Mi ha intesa, signor Weasley?» Lui, semplicemente, annuisce «In più, domani non avrete il permesso di recarvi a Hogsmeade, trascorrerete la domenica aiutando la professoressa Sprite in alcune faccende, la troverete alla serra numero tre alle sei in punto»

«Del pomeriggio» Fred.

«No, signor Weasley, del mattino» La McGranitt.

Sgrana gli occhi il ragazzo «Ma non può pensare che io sia già in piedi alle sei del mattino! Inso…» S’interrompe, poiché Hermione gli ha gentilmente pestato un piede.

«Ci scusi, professoressa, non accadrà più… siamo davvero mortificati» Hermione, che ha finalmente ritrovato la voce.

«Lo spero, signorina Granger. Lo spero. Non è questo l’atteggiamento che mi aspetto da un Prefetto» La guarda, accennando un sorriso «Ma può capitare a tutti di non sentirsi molto bene. Ora andate» Escono in silenzio, e non appena la porta dell’ufficio si chiude, Fred, con molta nonchalance, circonda le spalle di Hermione con il braccio destro.

«E c’è chi dice che non sei la cocca della McGranitt!» Ilare.

«Fred!» Ma lei non ha voglia di scherzare, difatti si libera celermente dalla morsa, marciando verso la Torre. Lui, ridendo, la segue.

«Andiamo, Hermione, ti ha persino sorriso!»

 

****


«Ehi, George…» S’avvicina al letto del rosso «George… sei sveglio?»

«Ma che vuoi…?» Il tono impastato.

«Abbiamo un problemino»

«Domani»

«Riguarda Fred»

Due paroline, buttate lì con disinvoltura, fanno scattare George «Cos’è successo a Fred?»

«Non è a letto. Si può sapere che fine ha fatto?»

George, trucidando Lee con lo sguardo, si rimette a dormire «Ѐ con la Granger»

«Uh, uh!» Il tono malizioso, iniziando a spogliarsi per infilarsi il pigiama «Staranno sicuramente facendo qualcosa di bello!»

«Puoi dirlo forte! Si fingeva me, già questo è bellissimo»

«Cos…?»

«NOTTE»

****


«Perché non parli più?»

Silenzio totale.

«Hermione, allora?»

Un’occhiataccia. Varcano il ritratto della Signora Grassa.

«Non vorrai andare a letto senza salutarmi!»

Uno sbuffo stizzito.

«Granger!»

«Weasley!»

Si volta, snervata dall’atteggiamento di lui. Fred sogghigna «Non me lo chiedi?!»

«Cosa?»

«Se sono sempre così fastidioso!» Ilare, rievocando una loro conversazione.

Lei, suo malgrado, si lascia sfuggire un sorriso, scuotendo il capo «Sei un bambino»

«Ah sì?!» Senza riflettere l’afferra, avvicinandola a sé. Le braccia le cingono la vita, costringendola a un’eccessiva vicinanza.

«Lasciami» Le mani si puntano sul petto di Fred, tentando di scostarlo.

«Non ci penso proprio» Inclina il volto verso il basso, incrociando lo sguardo della ragazza.

«Cosa vuoi ancora?»

«Spiegazioni» Poggia la propria fronte su quella di lei. Le gote di Hermione si imporporano, ma rimane in silenzio, ostentando una sicurezza che al momento non le appartiene «Perché George?»

«Temo di non capire»

Ghigna «Sei troppo intelligente per usufruire di questa scusa»

«Fred, lasciami andare a letto e dimentichiamo questa storia»

«Risposta errata» Serra la presa, avvicinandola ancora di più «Perché hai finto d’essere interessata al mio gemello?»

Assume un’espressione dura Hermione, optando per la semplice, banale e inevitabile verità «Per far impazzire te e quel mentecatto di tuo fratello» Un sorriso amaro accompagna le sue parole «Parlo di Ronnie. Voi e il vostro stupidissimo gioco» Sta perdendo nuovamente il controllo, il tono di voce si alza man mano.

«Ma… di cosa parli?»

«Non fingere, Fred. So tutto. Del gioco, della sfida, di quel Perdente che nessuno di voi vuole» Stringe, nervosa, la stoffa della camicia del ragazzo «Perché mi hai offerto la cioccolata?» Una domanda retorica.

«Hermione…»

«Cosa? Ti senti in colpa? Ora è tardi!»

Ma lui, contrariamente alle aspettative della ragazza, sorride «Io non mi sento in colpa, per niente! E tu sei un genio diabolico!» La presa si fa sempre più salda «Tu… geniale! Sei anche un’ottima attrice! Fantastico, sul serio!» Ammirato ed entusiasta. Sempre più vicino, al punto che i loro respiri iniziano a confondersi.

«Cosa? Non mi chiedi scusa?» Lo guarda allucinata. Si aspettava di tutto, ma non dei complimenti.

«Chiederti scusa? Ma che ti dice il cervello?! E perché?»

Assottiglia lo sguardo «Perché tu hai giocato con i miei sentimenti»

«Ma se ti piace George!» La schernisce anche, col suo sarcasmo «Sai ora cosa faccio?»

«Mi lasci andare a dormire»

«Illusa» La fronte si scosta da quella della ragazza e il capo di Fred s’inclina «Ora vinco il gioco» Un sibilo sulle labbra di lei, prima di sorprenderla con un bacio innocente. Hermione, con le gote in fiamme, non trova neanche la forza di chiudere gli occhi. Le dita stringono con più foga la stoffa. È questione di pochi secondi, in sincronia agiscono entrambi. Lui che si ritrae, probabilmente pronto a proseguire, e la mano destra di lei che si stacca dalla camicia di Fred e schiaffeggia con forza la guancia del ragazzo. Si allontanano.

«Stai lontano da me, tu e il tuo stupido gioco» L’enfasi delle sue parole è attutita soltanto dal basso tono di voce. Non aggiunge altro, s’allontana alla volta della propria camera, completamente stravolta dagli eventi.

Intanto, la mano di Fred massaggia la propria guancia «Che caratterino» Con una pacatezza invidiabile s’appresta a raggiungere la propria stanza, ridacchiando.

 

****


«Ehi… George, svegliati, dai» Quel povero ragazzo si rigira nel letto, ma la mano di Fred continua a scuoterlo «Dai… George, George…»

«Che c’è? Che vuoi? Che volete? Io voglio dormire!» La voce ancora una volta impastata. Gli occhi ancora chiusi.

«Mi serve un torrone sanguinolento, dove li hai messi?»

«Dopo… vediamo dopo»

«Mi serve ora!»

George, stanco, snervato e con manie omicide, schiude le palpebre «Sotto il letto di Lee» Si volta in direzione dell’orologio. Le pupille si dilatano «Ma sono le sei! Che diavolo vuoi alle sei di notte?!»

«Tecnicamente, sei del mattino!»

«Buongiorno, Lee» In coro i due gemelli.

«Non prostratevi, chiedendo scusa. Non lo fate! Tanto cavoli vostri, mi avete svegliato alle sei, ora sarò una lagna per tutto il giorno» Si lamenta Lee, seduto al centro del letto come un bambino, con le gambe incrociate e l’aria stranita, di chi non ha ancora elaborato dove, come, quando e perché.

«Arrabbiati con Fred… è lui…» Si blocca George, guardando stranito il gemello, già vestito, già (s)pettinato «Ma dove devi andare?»

«Sprite. Punizione. McGranitt. Trenta punti» Farnetica, riemergendo da sotto il letto di Lee, con un torrone sanguinolento alla mano.

«Sei stato beccato? Trenta punti?!»

«Sessanta, per l’esattezza. C’era anche la Granger. Ci hanno beccati nelle cucine, perché la bimbetta urlava» Lo racconta con disinvoltura, come se nulla fosse.

«Perché urlava?»

Ridacchia soddisfatto e vanesio, dedicando la sua bell’immagine al gemello «Perché non voleva essere baciata da te

Assume un’espressione contrariata George «L’ho sempre detto che non è intelligente come dicono»

«Ma, scusate… perché?» Lee, che cerca nonostante il sonno di seguire il discorso.

«Perché sapeva tutto!» Sogghigna Fred, nuovamente quell’aria ammirata. E, con un occhiolino complice, si congeda dai due.

«Ora possiamo rimetterci a dormire?»

«Suppongo di sì» Sorride felice «Notte, Lee!»

 

****


Alla serra numero tre sono già presenti la professoressa Sprite, allegra come al solito, e Hermione, assonnata, arrabbiata e mortificata. L’unico a mancare è Fred, il quale fa il suo ingresso alle sei e trenta con un pacchetto alla mano.

«Buongiorno!»

«Ah, signor Weasley» Occhi al cielo «Si è degnato di raggiungerci, a quanto vedo»

«Non la seguo, professoressa» Si finge serioso e allibito, Hermione non sa, davvero, se ridere o sbraitare.

«Non inizi, per carità… va bene lo stesso. Si metta lì, accanto alla signorina»

«Con molto piacere!» S’avvia verso Hermione, per poi fermarsi improvvisamente «Che stupido! Quasi dimenticavo!»

«Prego?»

«Il signor Gazza, professoressa, mi ha detto che gli Elfi le hanno preparato la colazione!» S’avvicina alla docente, porgendole il pacchetto.

«Che pensiero gentile!» Sorride, aprendo il pacco «Servitevi pure, ragazzi!» E se Hermione scuote il capo, Fred accetta sorridente, assaggiando un dolce.

«Questo è buonissimo!» Esclama allegro.

Sorride la Sprite, decidendo d’assaggiare anche lei un dolce e, alle volte il caso, l’unico rimasto è un torrone. Quando lo addenta, Hermione può giurare d’aver visto Fred voltarsi in sua direzione e ammiccare diabolicamente.

 

****


«Ma dov’è Hermione? Dovevamo andare a Hogsmeade» Harry e le sue lamentele mattutine.

«Non lo so, nessuno l’ha vista» Ron, guardandosi intorno.

«Ehi, Ron! Dov’è la tua bella?!» Lee, che alle undici è decisamente di buon umore. È solo, George ha dato esatte disposizioni: non svegliarlo prima delle sei, del pomeriggio.

«Non ti ci mettere anche tu» La risposta burbera del rosso.

Ridacchia il ragazzo di colore «Cos’è? L’hai persa?»

«C’è qualcosa che vuoi dirci?»

Volge lo sguardo a Harry, ghignando «Un uccellino mi ha detto che questa notte è stata beccata nelle cucine con Fred… pare siano entrambi in punizione ora!»

«Ehi! Buongiorno!» Una bella ragazza giunge alle spalle di Lee, dandogli un bacio sulla guancia.

«Buongiorno a te, capitano» Un ammiccamento impertinente in direzione di Harry e Ron, per poi allontanarsi in compagnia di Angelina.

«Cucine… hai sentito?»

Scuote il capo Harry «No, è impossibile, Hermione non può essere stata punita, è contro natura!»

Alle loro spalle sopraggiungono Seamus e Dean. Il primo con un calendario alla mano e l’aria allarmata «Ron! Ho fatto il conto, per “Il Contratto” un mese sono trenta giorni, e i tuoi scadono il 29!»

«Hai solo altri diciannove giorni» Dean, che s’accoda all’amico.

«Impossibile, trenta giorni scadono il 30, è logico!»

«No, genio! Devi contare anche il 31, quando avete giocato…»

«Diciannove giorni» Impallidisce Ron, deglutendo.

«Salve»

«Ciao, Neville» I quattro in coro.

Assume un’aria perplessa Neville, scrutando la fronte di Ron «Ron… ma cos’è quel segno?»

«Cosa? Quale segno?»

Si volta verso Harry, quest’ultimo abbozza un sorrisetto imbarazzato «Sembra una P»

All’istante, Ron scatta in direzione di Seamus, guardandolo con occhi sgranati, l’irlandese serra i pugni «Per tutti gli gnomi balbuzienti! Sta vincendo Fred!»

«Calmiamoci!» Dean «Ѐ solo la P»

«Significa che si può ancora rimediare» Seamus e la sua fiducia.

«Seamus» La voce tremante di Ron «Vai col piano C»

Harry osserva il vassoio dei muffin vacante: quanto sarebbe bello suonarlo sulla testa di Ron?

   
 
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