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Autore: lulumarylullaby    14/06/2012    2 recensioni
Due occhi color ambra cambiano improvvisamente la vita di una diciottenne qualsiasi. Il suo nome è Rossana (o Sana) e grazie ad Akito, un ragazzo di 24 anni, scoprirà l'amore che aveva sempre sognato.
Questa è la mia prima fanfiction! Spero vi piaccia!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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fan 16 Sono agitata. In un vestito troppo corto per essere indossato nella vita reale e con un tacco vertiginoso, cammino dietro le quinte.
Si, sono alla sfilata. Il grande giorno è arrivato.
Infilo il mio viso fra le tende blu scuro che divide la passerella dal backstage. Come sembra strano il sottofondo di sussurri che gli spettatori si scambiano in contrapposizione con il caos che qui dietro aumenta sempre di più. Con gli occhi ispeziono tutta la sala. Persone importanti in prima fila, giornalisti, fotografi. Ma appena vedo mia madre, Akito e i miei amici so che ci sono proprio tutti. Prendo un bel respiro e cerco di ricordare quello che mi ha detto Akito. Ancora rido per come gli ho detto che mi avevo preso per fare la modella.

Un giorno decido finalmente di dirglielo. Mi sveglio la mattina presto, vado all'edicola e compro delle riviste di moda. Arrivo davanti la porta di casa sua e prendo la chiave nascosta in una pianta. Me la lascia sempre apposta. Lui è steso a letto, dorme ancora. Mi siedo vicino a lui e lo bacio a stampo. Vedo che socchiude gli occhi.
"Buongiorno dormiglione!"
"Che ore sono?" dice, coprendosi il viso con il cuscino.
"Le 7 e 50."
"E dici che è tardi? Sei pazza? E' domenica!"
"Ma io sono venuta per qualcos'altro stamattina..." dico maliziosa, cercando di accendere la sua curiosità.
"Cioè?" dice, sedendosi di fronte a me. Bingo.
"Devo andare a prendere delle cose prima." Scendo in cucina e nel vassoio, affianco la colazione, poggio le riviste.
"Quali sarebbero i tuoi piani per oggi?" urla dal piano superiore.
Salgo e mi siedo. Prendo un cornetto e glielo avvicino. "Per adesso facciamo colazione."
Lui prende il cornetto dalla mia mano, sposta il vassoio a terra e dice: "Prima voglio fare una cosa."
Mi sovrasta e mi bacia. La sua mano scivola sulla mia coscia.
"Buongiorno amore mio..." mi sussurra nell'orecchio.
"Aspetta..." dico cercando di alzarmi. "...prima dobbiamo farci una cultura!" dico scherzando.
"Cultura di cosa? Hai portato il kamasutra?"
Gli tiro un cuscino sopra. "Ma sei scemo?!"
Si para col braccio e ride.
Facciamo colazione e gli avvicino le riviste. "Dobbiamo farci una cultura perchè?"
"Ho..." non mi fa nemmeno finire.
"Hai deciso di fare quel corso di stilista?" Rimango sorpresa da quelle parole. Ancora ricordo il momento in cui gli raccontai i sogni di un paio di anni fa. Eravamo in camera mia e si stava divertendo a guarda nella mia libreria, finchè non ha trovato un disegno di un mio vestito.
"No no. Però si avvicina."
"Peccato."
Inizio a raccontargli dell'incontro con l'agente e del discorso di mia madre. I suoi occhi sono puntati sui miei per tutto il discorso. Appena finisco, lui inizia a girare le riviste. Lo vedo perplesso.
"Questo non vuol dire niente. Può essere che inciampo sui tacchi chilometrici e che non mi chiamino più."
Appena finisco questa frase, un sorriso appare sul suo viso.
"Sono solo un geloso." ammette.
"Di cosa?"
"Che in un certo senso non sarai più mia."
"Io sarò sempre tua. Solo tua." dico, prendendogli la mano.
Mi bacia. Non so quante volte, ma lo fa.
"Ricordati solo una cosa. So come sei, so che avrai l'ansia. Pensa solo che in quella sala ci sia solo io. Guarda me ed abbi fiducia in te stessa. Sii la Sana che conosco, la mia Sana."

"Sana, tra poco tocca a te. Vai ad aggiustare trucco e parrucco." La voce dell'organizzatrice mi riporta alla realtà.
Dopo 5 minuti faccio il mio ingresso. I miei occhi sono fissi su di lui. Faccio passi decisi e, più mi avvicino alla fine della passerella, più sono i flash puntati su di me. Faccio le pose che lo stilista mi aveva consigliato e ritorno indietro. Incontro subito lo sguardo di entusiasmo che lo stilista mi porge ed io rispondo con un occhiolino. Dietro le quinte, Akito mi aspetta. Con tutti i tacchi, corro e lo bacio.
"Sei stata magnifica lì fuori." Dice, sfiorandomi i capelli.

La mattina seguente mi sveglio a casa sua, però lui a letto non c'è. Sul comodino trovo le riviste nazionali che parlano della sfilata. Mi proclamano come nuova stella della moda. Esagerati.
Scendo e lo trovo in cucina. Lo abbraccio da dietro, lui si gira e mi bacia.
"Ha chiamato il tuo agente stamattina." mi dice.
"Cosa voleva?"
"Lavori. Ieri sei piaciuta moltissimo. Era un po' sorpreso di sentire una voce maschile. Dobbiamo mettere le cose in chiaro."
"Ehi..." dico, baciandolo. "E' solo il mio agente."
"Beh, credo che se le cose continueranno così, passerai più tempo con lui che con me."

E così è stato. Penso, sfiorando la foto di quella sfilata.
Sono passati due anni da quel giorno. Ora sono dall'altra parte del mondo, a Los Angeles. Qui faccio la modella a tempo pieno, oltre che la scuola di recitazione. Il mio agente mi ha trovato un ruolo in un film. Con Akito...beh, non mi sento da 6 mesi. Da dopo la nostra rottura. Si, ci siamo lasciati, la distanza era troppa e lui non poteva prendere l'aereo per Los Angeles ogni settimana. Da quel che mi dice Fuka ha trovato un'altra. Buon per lui. Io invece? Single, anche se i giornali mi dicono fidanzata con un personaggio dello spettacolo, solo perchè stavamo insieme ad una festa.
Il mio appartamento sembra la riproduzione del suo. Solo che sotto soppalco non ci sono foto. C'erano le nostre. Ci sono tutte le cose che mi caratterizzano, ma anche riviste di  karate. Spero di trovare una sua notizia ogni tanto. Sfioro quelle cornici vuote, come quel giorno, come il giorno della mia prima volta.  Questa volta non ci sono nè foto nè lui che poggia le sue mani sui miei fianchi. Le lacrime scendono senza sosta dai miei occhi. Ricordo ancora le mie parole.
"Tu sei quello giusto, Aki. Lo eri e lo sarai sempre, ne sono sicura." Piango ancora di più finchè non bussano alla porta. Mi asciugo le lacrime. "Chi è?"
"Sono io Sana. Preparati che fra poco verrà la macchina a prenderti per quel servizio."
"Si, mi faccio una doccia veloce."
Accendo lo stereo ad alto volume, sperando di non sentire l'urlo dei miei pensieri, dei miei ricordi.  
Pronta per il servizio,  mi guardo un'altra volta allo specchio. Indosso quel sorriso che porterò sempre fuori da quella porta, anche se chiudermela dietro mi fa morire dentro.
"Ehi Sana, come stai?" dice l'agente.
"Tutto bene, tu?" dico sorridente.
"Bene grazie. Comunque si vede, sei splendente."
Allora sono proprio una brava attrice.

Rieccomi con un nuovo e lungo capitolo. Scusatemi ancora ma è stato un periodo stressante. Spero che vi piaccia questo capitolo, anche se è un po' triste. (Mi stava venendo da piangere.) Grazie ancora a tutti e ditemi sempre il vostro parere. Un bacione, Marilù!
  
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