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Autore: Khadija    15/06/2012    2 recensioni
Isabella lavora in una boutique dei fiori. Più di ogni altra cosa al mondo, ama ciò che fa, ponendo in secondo piano perfino se stessa. Una ragazza solare, dolce ma complicata sotto certi aspetti. Un passato felice, ma con qualche ricordo perduto, dopo essere, infatti, rimasta reduce da un incidente stradale, ed essersi risvegliata dopo sei mesi di coma. Cosa succederà quando durante una normale giornata d’estate, alla porta del suo negozio si presenterà Edward?
Credo che in questa storia ci sia un po’ di tutto: tensione, intrighi, colpi di scena e sicuramente tanto romanticismo, ma spetta a voi decidere. Spero che la storia vi piaccia!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward, Bella/Jacob
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Capitolo 2

 

La mano di Jacob prese a sfiorare la guancia di Isabella, scostandole una ciocca di capelli mossi, con un gesto delicato e ricco di sentimento. I suoi polpastrelli cominciarono a disegnare figure immaginarie su tutto il viso sereno e riposato di lei, la quale lo guardava con occhi innamorati, pieni di desiderio. Jacob avvicinò la testa alla sua, il suo respiro bollente accarezzava dolcemente le sue labbra.

“Ti amo” bisbigliò lei per poi baciarlo. Un bacio delizioso, privo di alcuna malizia.

Di quella parola Isabella ne conosceva tutto il peso, l’orrore e la meraviglia, eppure la dichiarò, quasi con tranquillità. L’aveva usata così poco nella sua vita, e così male, che era come nuova per lei. All’amore, Isabella, non aveva mai chiesto di salvarle la vita.
Desiderava solo che ci fosse quando ne sentiva la mancanza, e che non la abbandonasse. E Isabella sapeva bene di aver bisogno di quell’amore in particolare, ovvero l’amore di Jacob.

Un amore puro e passionale, pura estasi, eppure in quel momento, si accorse di non saper descrivere, quel sentimento che le esplodeva nel cuore, con una parola adeguata. Riuscì però a pensare, che stando con Jacob da ormai sette anni e conoscendo il bello e il brutto, il dolce e l’amaro, la lotta e la vittoria, la salita e la discesa dell’amore, esso è l'unica cosa che riesce a raccogliere e a conciliare tutti gli opposti, e dà senso a tutto ciò che si fa.

“Vorrei poterti avere più tempo al mio fianco. La lontananza mi uccide” sussurrò Isabella all’orecchio di lui, che estasiato nel sentire quelle parole, rispose con un bacio. Qualcosa che in quel momento valeva più di mille parole.

Non voleva rovinare quel momento magico, ma Jacob sapeva di dover dire a Isabella la verità, ovvero che sarebbe ripartito dopo pochi giorni.
Avrebbe voluto restare più a lungo, ma lì in Iraq c’era un’intera popolazione che aveva bisogno del suo aiuto, come anche quello di tanti altri soldati. Non poteva non adempiere ai suoi doveri. Sarebbe stato da vigliacchi e da egoisti. E lui era un uomo valoroso, altruista e di buon animo.
Il suo destino era salvare vite, anche se ciò comportava la rinuncia del suo amore.

Poche ore più tardi Isabella era dentro il suo negozio a sistemare su degli scaffali vecchi libri di botanica. Una mossa azzardata e un libro troppo pesante le fece perdere l’equilibrio mentre si trovava sulla scala. Mentalmente si trovò pronta a tollerare le conseguenze della caduta, ma fisicamente era tutto il contrario. Isabella non sopportava il dolore, anche solo il più lieve. Chiuse gli occhi disperata. Tutto avvenne nel minor tempo possibile. Il signor Edward Cullen, entrato all’interno del negozio dieci minuti prima, osservava l’intera sequenza dei movimenti di Isabella.

Lei, che con le cuffie alle orecchie, canticchia un ritornello sconosciuto. Lei che con un fazzoletto si asciuga il sudore dalla fronte. Lei che con una mossa maldestra fa cadere un libro a terra, e che con l’intento di riprenderlo, colpisce forte la testa contro lo scaffale. E infine, ancora impacciata, lei che perde l’equilibrio, ma istantaneamente si trova fra le braccia muscolose di Edward.
Isabella diventò di un rosso acceso, e a quell’improvviso imbarazzo Edward sorrise dolcemente.

“Penso di non aver mai incontrato una persona più impacciata di lei” sghignazzò lui guardandola negli occhi. A quell’affermazione Isabella si imbarazzò ancor più, e si sentì improvvisamente offesa.
“E io penso di non aver mai incontrato persona più sfacciata di lei” replicò imbronciata, dimenandosi fra le sue braccia, con il forte desiderio di scendere. Edward l’abbassò lentamente, facendo ricadere le sue braccia lungo i fianchi di lei. Sentiva l’impulso di attirarla a se. E ancor più forte era il desiderio di invitarla a cena. Isabella si scansò bruscamente quando un debole rumore dalla porta attirò la sua attenzione.
“Jacob!” quasi urlò dalla sorpresa. Subito si fiondò fra le braccia del suo fidanzato che con altrettanta enfasi l’abbracciò.
In quel momento Edward si sentì fuori luogo. E un moto di rabbia e irritazione lo colse, inevitabilmente. Era pur sempre un cliente che aspettava di essere servito, e la reazione di Isabella era stata alquanto inappropriata. Jacob guardò con aria di sfida Edward, che si voltò decisamente infastidito. Lui era un uomo, e Jacob solo un ragazzino con gli ormoni in fervore, a suo parere.

“Sono venuto a ritirare il mazzo di…” non finì la frase che subito Jacob si intromise, prendendo Isabella per i fianchi e baciandole il collo per poi salutarla nuovamente, con un focoso bacio sulle labbra. Isabella si accorse che quella del suo fidanzato era stata solo una mossa per far capire all’intruso che quello era il suo territorio.

“Sono un cliente! Esigo che qualcuno mi presti attenzione” quasi urlò, quando Jacob fu definitivamente fuori. “Ho perso fin troppo tempo qui dentro” continuò, calmandosi quel poco che bastava per non essere sbattuto fuori dal negozio. Isabella rimase interdetta, guardandolo dispiaciuta. Si accorse, stupita, che Edward non aveva tutti i torti. “Mi scusi” affermò. Lo disse in un modo così semplice, così sincero, che non poté non perdonarla.

“Il mazzo di fiori…” le ricordò lui avvicinandosi.

“Giusto!” sobbalzò lei, per poi portarsi una mano alla fronte. Gli porse un fantastico bouquet, che subito apprezzò. Si vedeva chiaramente lo sforzo che aveva impiegato in ogni minimo particolare, segno che era veramente appassionata a ciò che faceva. Edward ne rimase colpito.
“Ho optato per una composizione sobria. Le Gardenie al centro, qualche Garofano olandese ai lati e alcuni deliziosi fiorellini sparsi qua e là che prendono il nome di Fresia. Spero che sia di vostro gradimento” spiegò Isabella sorridendo.

“E’ senza alcun dubbio il mazzo di fiori più bello che io abbia mai visto. I miei complimenti!” confessò Edward, sinceramente estasiato. Con quel bouquet avrebbe reso di sua sorella  una donna felice. Isabella studiò a lungo il volto del suo cliente, un po’ per accertarsi se fosse sincero o meno, e un po’ per cercare di ricordare dove già lo avesse visto. Era sicura che quel viso le fosse famigliare. Fin troppo famigliare.
Ma cercare di ricordare qualcosa che quel tragico incidente le aveva portato via, era riportare in superficie un dolore ancora troppo vivido dentro di lei. Come se le avesse appena letto nel pensiero, Edward proferì parola.
“Dove l’ho già vista?” sussurrò, per poi prenderle la mano tremante.  

“Mi stavo chiedendo la stessa cosa” rispose di rimando, non scostandosi dalla sua presa, all’apparenza priva di malizia. Lei non lo sapeva, ma quella di Edward era solo una mossa azzardata per conquistare la sua attenzione.
Sapeva di non averla mai incontrata, ma non si sarebbe lasciato sfuggire l’opportunità di conoscerla, nonostante sapesse fosse già impegnata.
Quando inoltre, stupito, vide che la reazione a quella specie di carezza sulla mano, fu totalmente differente da quanto, invece, si aspettava, partì in quinta. “C’è una caffetteria a pochi metri di distanza da qui. Vorrei poterla invitare, sempre se lei non ha nulla in contrario…”.

Ho qualcosa in contrario? Pensò Isabella. No. Non c’è niente di male nel prendere un caffè. Che poi fosse con un cliente, quello era un discorso che bisognava tralasciare.
Perchè lei lo sapeva che non era un semplice cliente, entrato nel suo negozio casualmente in una comunissima giornata estiva.
Sapeva di averlo già conosciuto, ed era intenzionata a scoprire quale ruolo aveva avuto quell’uomo nel suo passato.
 
Spazio dell'autrice:
Salve a tutte quante. :D Allora sono consapevole che questo capitolo è forse ancora più breve dell'altro. Dai prossimi saranno più lunghi, potete starne certe. Personalmente nemmeno a me piacciono i capitoli troppo corti. Spero che comunque che vi sia piaciuto, e in caso fatemelo sapere. Voglio inoltre ringraziare le ragazze che hanno messo la mia storia fra le preferite e le seguite! Grazie. E soprattutto quelle che hanno recensito, a cui però non ho potuto rispondere. Sappiate comunque che ve ne sono grata. Spero continuate a seguirmi e a commentare. Un bacio a tutte quante. Buonanotte e sogni d'oro! :3

  
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