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Autore: Ornyl    15/06/2012    1 recensioni
Gordon è arrivato nella vita di Abigail portando un raggio di sole. E' bello,ricco per famiglia,maturo e sportivo e l'ha salvata da quel lavoro orribile ai magazzini della città per proporle di trasferirsi a Raven Mansion,l'antica e grandissima casa di famiglia da generazioni in campagna. A poco a poco,però,Gordon si fa più sfuggente e nasconde il suo passato ad Abigail. Nel frattempo,strane figure evanescenti e ombre popolano gli incubi della ragazza e sembrano apparire tra le mura della casa. C'è qualcosa,anzi qualcuno,che non vuole andarsene dopo i terribili avvenimenti accaduti anni prima a Raven Mansion. Ed è disposto a tutto,anche a impossessarsi delle menti degli abitanti.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le risate di mezzanotte.
 
Non riusciva di nuovo a prendere sonno e Gordon ronfava tranquillo. 
Si voltò verso le sue spalle e sospirò piano,quasi avesse la paura di svegliarlo. Nella penombra illuminata dalla luna constatò che erano soltanto le undici e mezza. 
Undici e mezza.
Le balenò in testa un ricordo del liceo:era in gita fuori città con la scuola ed alloggiavano in un albergo che era stato una casa coloniale,come quella di Gordon. Quella costruzione avrebbe potuto avere la stessa età di Raven Mansion,se quando era una liceale aveva circa cento anni.
Undici e mezza. Si ricordò la scommessa delle undici e mezza. Chi avesse tremato al minimo accenno di storie di fantasmi quella notte in gita,avrebbe percorso con una candela(da solo!)tutto il corridoio,avanti e indietro. E ovviamente la punizione toccò a lei:mancò poco che le cadesse la candela dalla mano tremante e bruciasse tutto l'albergo.
Erano passati circa ..tredici anni. E,tredici anni prima,se lo sarebbe mai aspettata di andare a vivere in un luogo così? E,un anno prima,di veder realizzati i suoi sogni? O,almeno,di essersi allontanata dai suoi incubi?
I Grandi Magazzini Nelson erano stati mandati a fanculo:addio commesse pettegole,addio confusione e addio sensazione di non sentirsi accettata. Adesso avrebbe potuto ..sì,scrivere. Avrebbe campato di quello,insieme a Gordon. Quella casa sarebbe diventata la sua fonte di ispirazione:tutti i misteri che conteneva,tutti i personaggi ricchi o meno che l'avevano abitata,tutte le vicende che si erano svolte lì avrebbero contribuito a creare una storia grandiosa e magari paurosa,magari per superare se stessa. 
E quell'ispirazione sarebbe arrivata quella notte.
Si alzò piano dal letto e non indossò le pantofole. Per fortuna la sua candela era ancora accesa ma per precauzione afferrò in suo accendino e se lo ficcò in tasca.
Con la candela in mano diede un'ultima occhiata divertita a Gordon dormiente e varcò la soglia.
L'ala sinistra,quella più ricca e bella(a parere di Gordon)era immersa nelle tenebre,anche a causa dell'assenza di finestra. L'assalì di nuovo la necessità di chiedersi perchè non ci fossero finestre anche nell'ala delle stanze padronali,ma il dubbio svanì davanti ad una curiosità che non veniva fermata dalla paura.
Le sembrava di sentire ancora le sue compagne di stanza incoraggiarla o sminuirla mentre,a piedi nudi,sentiva il freddo parquet. Il corridoio di Raven Mansion era ancora più spettrale,almeno quello dell'albergo aveva delle finestre!
Tenendo con una mano la candela tastava con l'altra le pareti in cerca di porte. Ne aprì una,ma la richiuse perchè era la biblioteca;poi continuò ad avanzare.
Le ritornò in mente la stanzetta del corridoio dell'ala destra. Era quella l'ala dei grandi misteri. Ritornò sui suoi passi,ma sentì uno scricchiolio alle sue spalle.
Una porta,quella più in fondo,si era aperta.
Deglutì e si avvicinò ad essa,piano. Sentì una fredda corrente toccarle le caviglie,facendola rabbrividire.
 
"Gail,Gail,Gail!"
"Scommetto che non hai le palle di attraversare il corridoio da sola!"
"Certo che ce le ho!"
"E allora coraggio,Morrison. Attenta ai fantasmi,però..!"
 
Era novembre,quell'anno.
La porta si aprì al contatto della sua mano,mostrandole una grande stanzetta da bambini. Le pareti erano coperte da una carta da parati lilla con fiorellini bianchi e rosa e,poco distanti tra loro,stavano due letti ad una piazza e mezzo. I due letti erano coperti da un velo antizanzare ingiallito dal tempo e coperto di ragnatele argentee e le loro copertine,coordinate,avevano un motivo simile a quello della carta da parati. Vi erano due armadi bianchi decorati da fiorellini azzurri e due piccole scrivanie bianche,con ognuna la propria seggiolina e una piccola lampada a petrolio argentata. Vicino agli armadi c'era una grande casa di bambole rosa e lasciata aperta,dall'aspetto simile a Raven Mansion. Poi vi erano diverse bambole di porcellana con abiti retrò e gli occhi bianchi fissi su di lei.
Una stanzetta da bambine,all'apparenza normale. Abigail entrò con la candela in mano e si immerse nella penombra lunare lilla,incantata dal quella luce che metteva in risalto l'innocenza e la dolcezza della stanza. Si avvicinò ad una bacheca di legno appesa vicino ai letti accanto a crocifissi e santini color pastello e notò diverse fotografie di diverse epoche:foto ingiallite risalenti almeno alla seconda metà dell'ottocento,foto in bianco e nero,forse degli anni 20-40 e poi foto color pastello,le più recenti. Accanto alla bacheca,sopra i letti,una serie di vecchi ritratti in piccoli cornici di porcellana. Tutti i ritratti e le fotografie raffiguravano bambini,maschi e femmine,di un'età tra i sei e gli undici/dodici anni. 
Una fredda corrente le sfiorò il collo e scese lungo la sua schiena.
Sentì di nuovo le risatine che aveva sentito al parco,poi una musichetta dolce ma inquietante.
Su una scrivania era apparso un carillon azzurrino,fonte della strana melodia,dal quale sbocciava una ballerina rovinata dal tutù ingiallito dal tempo. 
Deglutì di nuovo e fece per voltarsi verso la porta,finchè vide un'ombra azzurra attraversare il corridoio e ridere di lei.
La fiammella cominciò a tremare.
Uscì dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle,velocizzando il suo passo.
Sentì rintoccare la mezzanotte dall'orologio della sua stanza. E poi una bella ispirazione,accompagnata dal timore di cagarsi addosso.
   
 
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