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Autore: Rosmary    16/06/2012    14 recensioni
Tutto ha inizio l'ultimo giorno di vacanza: è un mix esplosivo! Immaginate un gruppo di ragazzi delle più svariate età, aggiungete un gioco pestifero e un'ignara ragazza che ha solo commesso l'errore di far amicizia con il suddetto gruppo di ragazzi.
Hogwarts sarà teatro di una piccola sfida sentimentale: tra professori esigenti e maghi oscuri, ci sarà anche qualcuno alle prese con guai ben diversi da questi.
«Ragazzi, ragazzi! Frenate! Siete sicuri di volerci giocare?»
«Dai, Charlie, hanno detto di sì»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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In ogni modo, in qualsiasi circostanza e per qualsiasi motivo, Fred Weasley deve, necessariamente, far danni. Non è importante di quale entità siano, purché siano danni sono sempre lodati. Sono delle ore, ormai, che sia lui che Hermione attendono il ritorno della professoressa Sprite, che in seguito all’ingestione di quel particolarissimo torrone ha avuto un leggero problemino al naso. Naso che ha iniziato a sanguinare copiosamente. Sfortunatamente, la parte viola del torrone, ossia quella utile a sanare il misfatto, è ancora in fase di sperimentazione – e non sia mai detto che Fred Weasley usi una docente come cavia! –, ecco perché la Sprite, confusa e spaventata, ha dovuto raggiungere l'Infermeria in fretta e furia.

«Hai intenzione di non rivolgermi mai più la parola?»

Chiede Fred per l’ennesima volta. Da quando la Sprite ha lasciato i due studenti all’esterno della serra, perché certa che all’interno avrebbero potuto far danni, Hermione ha seguitato a ignorare il compagno di Casa, anche quando questi ha tentato di convincerla ad andare via da lì – in risposta, Hermione si è accomodata sul prato, in silenzio e con le gambe incrociate in stile meditazione, forse effettivamente in procinto di meditare una vendetta efficace ai danni di Fred.

«Granger…» Il tono volutamente lagnoso «Hermionuccia…» Ѐ seduto accanto a lei e la guarda con aria impertinente «Mioncina…»

«E basta!»

«Mi hai parlato!» L’aria vittoriosa e sorniona.

«Certo che ti ho parlato, sei una lagna!» Le braccia conserte e lo sguardo puntato all’orizzonte. I tratti inferociti.

«Non sono una lagna, sono solo in astinenza d’attenzioni...» Ghigna «...Mioncina»

«Fred! Se mi chiami di nuovo a quel modo, mi trasformo in una pazza sadica» Ora lo guarda.

«Tesoro…» Il tono malizioso, provocante. Le sfiora una guancia con la destra «…Tu sei già una pazza sadica!»

«Brutto…!» Tenta di rifilargli uno schiaffo, peccato che lui si scosti, si alzi e le rivolga anche un’irriverente linguaccia. Hermione, guidata da quella celeberrima voglia di vendetta, s’alza in piedi, rincorrendolo «Fred! Fermati o ti pietrifico!»

«Visto? Sei una pazza sadica!»

Girano intorno al tronco di un povero albero fino a quando, dopo una manciata di minuti, Fred si ferma, costringendo Hermione a fare altrettanto. Si ritrovano di nuovo l’uno di fronte all’altra. I capelli di lei sono tutti scompigliati malgrado la crocchia tenti disperatamente di tenerli stretti tra loro. La divisa, al contrario, è come sempre in ordine. Fred, invece, indossa la divisa a metà: camicia e pantaloni.

Le sorride sghembo «Hai il fiatone! Sei una vecchia!»

«Cosa?!» Riprende fiato, perché, in effetti, ha il fiatone «Io sono un anno più giovane di te!» Lo dice con orgoglio, portando le mani sui fianchi e il mento all’insù.

«Uno?! Io direi anche due, signorina!» Porta anche lui le mani sui fianchi, schernendola «Non copio anche la posizione della testa perché sei una gnoma!»

«Non sono una gnoma!» Prosegue, pignola «E sono di un anno più giovane di te»

«Come no! E com’è che non sei al sesto?!»

«Forse perché sono nata il 19 settembre?!»

Assume un’aria incuriosita Fred «Quindi tra nove giorni è il tuo compleanno!»

«Esatto, e compio sedici anni. Non quindici!»

Si mostra pensoso «Ecco, questo conferma la mia teoria» Hermione s’incuriosisce, lui ghigna «Sei una gnoma!»

«Ancora? Non sono una gnoma, per niente!»

«Sì che lo sei! Quanto sei bassa?!»

Un bel calcio colpisce la caviglia destra di Fred «Ahi!» Si siede a terra, massaggiando la povera caviglia «Schiaffi, pugni, calci… sei una belva!»

Questa volta è lei a ghignare «Devi pagarmela, Weasley» Non si siede, preferisce sovrastarlo, almeno per una volta.

«E perché?»

«Perché?! Tu… tu mi hai rovinata!»

Inclina il capo verso l’alto, confuso «Rovinata?»

«A causa tua, sono in punizione…»

«Questa è una cosa positiva!»

«Zitto!» Impone Hermione e Fred mostra i palmi delle mani in segno di resa e scuse verso la belva «In più, mi hai usata come una bambola di pezza per vincere uno stupidissimo gioco, e hai finto di essere George. Ah, poi c’è quel bacio e il fatto che non ti sia ancora scusato» Tutto d’un fiato, stizzita. Riporta le braccia conserte quando lui si alza in piedi.

«Secondo me, esageri. Anche tu, quando l’hai scoperto, hai usato George»

«Ѐ diverso!» Si stringe sempre più nelle spalle.

«Io non credo»

«Non ho mai tentato di sedurre George» Arrossisce. La conversazione è imbarazzante per lei «Tu invece sì... hai provato... con me...»

«Quindi? Che problema c’è? Continuo a non capire» Sogghigna quando nota il viso di Hermione diventare sempre più rosso d'imbarazzo.

«Il problema è il gioco» Spazientita, sbuffa «Come fai a non capire? Tu e Ron…» Lo guarda, è di nuovo vicinissimo a lei, e le mani di lui sono di nuovo sui suoi fianchi «Che fai?»

«Niente, tranquilla» Le sorride malizioso «Ora ho capito»

«Sì? Bene. Allora allontanati»

«Lo faccio subito, ma prima voglio dirti una cosa…» Incrocia lo sguardo di Hermione «…Non sono più sicuro che a spingermi sia solo il gioco»

«Non…» Le poggia l’indice sulle labbra, invitandola a tacere.

«Mi piacerebbe ascoltare la tua voce melodiosa» Ghigna, inarcando le sopracciglia «Ma, suppongo, vorrai sapere che la Sprite ci sta guardando!» Le ammicca. Lei gli rifila un’occhiataccia, voltandosi e incrociando, effettivamente, la Sprite che li fissa con le mani sui fianchi e l’espressione adirata.

«Ne avete ancora per molto?»

«No, professoressa» Deglutisce.

Fred, al fianco di Hermione, ha un’aria felice e ghignante «Sta bene, professoressa?»

«Signor Weasley, non sfidi la mia pazienza» Ora le orecchie della docente sembrano in procinto di fumare «Ringrazi che non abbia prove. Ringrazi! Ora via, tutti e due, mi avete già fatto perdere troppo tempo»

I due Grifondoro, senza aggiungere altro, si congedano dalla docente. Hermione seria e stranita. Fred allegro.

«Visto quanto sono belle le punizioni con me?!»

«Non ci scherzerei troppo, avrebbe potuto triplicarti la punizione»

Sorride «Oggi che fai?»

«Studio»

«Se non hai altro da fare!»

«No, no. Io studio e basta»

«Sei ancora arrabbiata con me?»

Lo guarda e tenta di ostentare un plateale fastidio, ma un sorriso spontaneo tradisce il reale stato d'animo «Non lo so, ci penso e ti faccio sapere» Sarcastica anche lei.

 

****


Intanto, in Sala Grande, continua l’affascinante battibecco circa il famoso piano C. I cinque dell’Apocalisse sono al completo: Harry, che continua a osservare sadicamente il vassoio vacante, Neville, amareggiato e annoiato dalla petulante voce dell’irlandese, Dean, che tra una confabulazione e l’altra indirizza sguardi seducenti a una Tassorosso, Ron, che pende dalle labbra dei compari, e ovviamente Seamus, che è il Capo-Ultrà.

«Allora, hai capito?»

«Seamus… è la decima volta che mi ripeti il piano, ho capito!» Ron, angosciato.

«Allora ripetilo ancora una volta! Dobbiamo essere sicuri» Una gomitata a Dean «Vero, Dean?»

«Eh?» Si risveglia dalla trance «Certo, certo! Tutto quello che ha detto lui» Indica distrattamente Seamus, annuendo verso Ron. Neville e Harry ridacchiano.

«D’accordo» Sbuffa Ron «La cerco, mi assicuro d’essere solo con lei…» Seamus e Neville annuiscono «…Le faccio dei complimenti…» Seamus scuote il capo, irato «…No, no! Prima mi scuso di nuovo per il mio comportamento…» L’irlandese annuisce soddisfatto. Nel mentre, Dean sta ormai flirtando a distanza con la Tassorosso e Harry si è perso nella contemplazione di Cho, appena entrata in Sala «…A questo punto, le faccio i complimenti, poi le dico che sono innamorato…»

«Innamorato, sì…» Harry, sognante, incrociando lo sguardo di Cho.

«…Dicevo…» Ron, contrariato, prosegue «…A questo punto la bacio…»

«Ma con delicatezza! E non ti scusi!»

«Sì, Seamus»

«Bene, puoi andare!» Il Professor Finnigan gli concede d’abbandonare l’aula. Neville evita di far notare all’Ultrà che il piano C è la copia del piano B, preferisce lasciarli nella loro ignoranza.

 

****


«George? Stai ancora dormendo?»

Si rigira nel letto, scocciato «Ma non dovresti essere in punizione?»

Ridacchia Fred, accomodandosi sul letto del gemello «La Sprite ha avuto qualche problemino! Dai… andiamo a comprare la roba che ci manca»

«Che rottura...» Si mette seduto, l’aria ancora assonnata, sbadiglia guardando il gemello «Tra mezz’ora sono pronto»

«Abbiamo già la lista, no?»

«Sì, l’ha scritta Lee» Assume un’aria contrariata «Senti un po’… com’è che la Granger non voleva essere baciata da me?»

Sghignazza «Mi ha… cioè… ti ha detto che non le interessi e che ha finto per vendicarsi di me e Ron»

Allibito il gemello «Sapeva del gioco?» L’altro annuisce. George ridacchia «Che caratterino! Hai capito il Prefetto?!»

«Ehi, che caratterino lo dico io» Gli rifila un’occhiataccia eloquente.

George come può non sghignazzare? Non può, infatti «Fratellino, non ti interessa la Granger, vero?»

«No, ma devo vincere e mi serve un’altra strategia»

Si alza in piedi George, improvvisamente rinfrancato e perfettamente sveglio «A me, invece, una ragazza così vendicativa e cinica piace» Lo dice convinto, sondando la reazione del gemello.

«Ma parliamo della Granger!»

«Il che rende tutto più divertente!»

«Perdi il tuo tempo: non le interessi, è stata chiarissima» L’aria convinta e soddisfatta.

«Non è un'informazione attendibile, eri tu a fingerti me, non sarai stato il massimo!»

«Convinto tu…» Ghigna, slacciandosi la camicia della divisa, pronto a indossare qualcosa di più comodo.

Sogghigna a sua volta George, per poi assumere un’espressione seriosa e drammatica «Comunque a causa TUA sono stato svegliato due volte, e io… io stavo facendo un sogno grandioso! Silente aveva un pantaloncino a pois…»

«Un pantaloncino a pois?!»

«…E gli occhiali della Cooman! E poi c’era Tu-Sai-Chi che ballava la conga!»

«La conga?!» Inizia ad avvertire un formicolio allo stomaco.

«…Sì! Ed era pure bravo! E poi… c’era lei! Minerva! Con un tutù…»

«La McGranitt col tutù?!»

«…E poi…»

«E poi?!»

Serra i pugni, l’aria adirata «E poi è arrivato Lee per chiedermi di te e dopo sei arrivato tu! La pagherai per questo!» Impettito e offeso s’avvia verso il bagno. Fred, nel mentre, rotola felice, ridendo.

****


Hermione è in biblioteca. Anzi, volendo essere precisi, Hermione è, finalmente, lode a Merlino e a Morgana, in biblioteca. Seduta al suo carinissimo banco, circondata dai suoi beneamati libri, dai rotoli di pergamena pronti per essere utilizzati, dall’inchiostro e da tanti, tanti, tanti favolosi e rilassanti compiti da portare a termine. Insomma, un sogno per lei. il suo habitat naturale, dove non c’è nessuno intenzionato a rovinarle la vita, perché i libri non ti baciano, non ti tradiscono e non ti procurano punizioni.

«Hermione» Un sussurro proveniente da una voce troppo conosciuta. La presa intorno alla piuma si rafforza, al punto che la strega rischierebbe di spezzarla. Alza lo sguardo, scuotendo il capo. Ma la voce non s’arrende «Hermione»

«Cosa vuoi, Ronald?» Un sibilo stizzito.

«Devo parlarti, per favore…» Il tono incerto, i capelli che coprono la P.

Sbuffa Hermione, alzandosi e seguendo il ragazzo al di fuori della biblioteca «Cosa c’è?»

«Ecco… io…» Deglutisce. Le orecchie pulsanti. La memoria che ripassa il famigerato piano C. Sicurezza, controllo, dichiarazione, bacio mozzafiato.

La strega porta gli occhi al cielo «Ci risiamo»

«Come?»

«Ron, ormai Fred lo sa, quindi è inutile fingere con te» Lui la guarda confuso, ma non parla «Non mi piace George» Ron s’illumina «Ho saputo del “Contratto”» Ron sta per soffocare «E volevo farvela pagare» Ron è morto, metaforicamente, s’intende. Hermione lo osserva «Non parli più?»

«No… cioè sì… oh… scusa, Hermione!» Mandando al creatore il piano C, congiunge le mani e la guarda con aria da cucciolo bastonato «Mi dispiace, mi dispiace tantissimo… ma se vuoi, io posso spiegarti»

Lei è stranita, ma felice. Almeno Ron le ha chiesto scusa e vuole persino spiegarle. Seriosa annuisce, facendogli cenno d’allontanarsi dall’ingresso della biblioteca per evitare di disturbare. Porta le braccia conserte, indagando le espressioni che appaiono sul viso dell'amico «Ti ascolto»

Un calore assurdo invade il corpo del piccolo Weasley. I suoi occhi azzurri vagano sul volto dell’amica. Le labbra si schiudono più volte senza emettere suoni – è molto difficile per lui iniziare quel discorso. Dopo qualche istante, però, riesce a trovare la forza di ignorare le proprie orecchie pulsanti e il proprio battito accelerato, esordendo «Vedi… io non volevo coinvolgerti in questa situazione, sapevo che era sbagliato, inizialmente Harry mi aveva convinto a non fare niente, non è un problema ignorare il gioco, l’unica conseguenza è il pegno…» Lei annuisce, lui trae un respiro e va avanti «Ma poi mi sono immaginato con quella scritta… tu sai come sono in questa scuola» China il capo «Non l’avrei sopportato… per di più Fred aveva anche cambiato idea…»

«Cambiato idea?»

«Sì, all’inizio non voleva fare nulla… poi, non so perché, ha cambiato idea…» Deglutisce, lei assume un’aria perplessa «…E io non volevo…» Stringe i pugni, rabbioso con se stesso. Il capo si raddrizza, ma lo sguardo è lontano da lei «…Immaginarti con lui è troppo, non lo so perché… ma mi infastidisce. Mi infastidiva Krum, mi infastidisce Fred… tutti mi infastidiscono» La tonalità del viso di Hermione è notevolmente mutata: ora è di un rosso indecente «Sono uno stupido, mi dispiace… spero vorrai essermi ancora amica» Conclude il suo discorso senza guardarla. Si è lasciato andare alla sincerità, o almeno a una parte di essa, tentando d’aggirare i suoi reali sentimenti e di balbettare il meno possibile.

«Non importa» Accenna un sorriso imbarazzato Hermione. Lui, a queste parole, trova il coraggio di guardarla «Almeno sei stato sincero e mi hai chiesto scusa» Mordicchia le labbra «Lo apprezzo» Ron le sorride grato e annuisce, semplicemente.

 

****


«Fred… girati un po’ »

«Cosa c’è?»

George scoppia in una sonora risata, additando la fronte del gemello, incurante di essere in un negozio a Hogsmeade. Fred è perplesso, ma George senza il minimo tatto lo afferra per il colletto del maglioncino e lo trascina dinanzi a una vetrina in cui può riflettersi. Sgrana gli occhi Fred, allibito in presenza della sua stessa immagine.

«No… è impossibile»

«Cosa?! Che ci sia solo la P? In effetti mi aspettavo tutta la scritta!» L’irriverente George continua a sghignazzare, Fred invece è ancora in piena fase: “No. Ѐ impossibile”.

   
 
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