Qualche mese prima..
«Amore dai, smettila mi fai il solletico!» Eccomi lì, sdraiata sul divano, contenta di stare tra le braccia del mio amato, spensierata come non mai. Ero una bella ragazza prima.. Claire, con i capelli lunghissimi e neri come il carbone mentre gli occhi erano di un verde molto chiaro e risaltavano sulla mia bella carnagione, non scurissima ma abbastanza da farmi sembrare perennemente abbronzata. George invece era alto e slanciato, un ragazzo desiderato da tutte, ma innamorato di una sola. Vivevamo entrambi in una piccola città e andavamo allo stesso liceo, anche se differivamo in età di un anno. Ero sempre stata curiosa e ciò mi era costato molto caro.. Tutto cominciò 5 anni fa, durante una festa di quartiere, le solite feste piene di banchi di oggetti pseudo-antichi e prodotti tipici del posto. Beh ero stata costretta ad uscire da mia madre che come sempre non la voleva tra i piedi per fare "non-so-che-cosa" con una frase che non dimenticherò mai "« Vai o ti perderai tutto il divertimento!»". Ero passata a chiamare il mio ragazzo che abitava a 3 isolati da casa e tutto procedeva per il meglio. L'odore di castagne appena cotte impregnava l'aria e c'era un leggero venticello che sfiorava la mia pelle morbida. Il mio sorriso sembrava sprizzare gioia e i miei occhi avevano una luce che nessuno mi faceva provare apparte lui. Il sole stava tramontando mentre le luci della strada si accesero e le insegne si illuminarono. Ora alcuni imbandivano carne alla brace ora alcuni zucchero filato. C'era un gran vociare nella folla, tutti attendevano i fuochi d'artificio previsti per le 21 in punto. Non lasciavo mai la mano di George e camminavamo assieme in mezzo agli stand quando ad un certo punto una mano coperta da un guanto di pelle nera mi agguantò e la trascinò nel buio di un vicolo strozzando un urlo gelido che non emisi. George si mise subito sulle traccie del rapitore e correndo più veloce che mai raggiunse il vicolo.
« Cazzo, è un vicolo cieco!»
Dall'alto piombarono due figure vestite di nero, uno con il passamontagna e l'altro con una bandana rossa e un cappello nero.
« Sono in trappola! »
Cercò di fuggire quando vide un terzo uomo portarmi sulle sue spalle,ormai svenuta.
« Lasciatela in pace, prendetevela con una della vostra taglia se ne avete il coraggio!» Urlò George. Gli uomini si guardarono per un secondo, uno parve fare cenno di sì con la testa, quando in un tempo infinitesimamente piccolo i due lo raggiunsero e gli fecero perdere i sensi.
« Finalmente ti sei svegliata! » Disse mia madre che si trovava accanto al mio letto. Ero ancora un po scossa, non riuscivo a mettere a fuoco il suo viso e a stento respiravo.
« Ora devi soltanto riposare, ti preparo qualcosa di caldo ». Si alzò dalla sedia ed uscì dalla mia camera. Non riuscivo a muovermi, era come se non avessi più le gambe o le braccia, eppure erano lì. Passarono due giorni prima che ritornasse tutto alla normalità, gli uomini in divisa non facevano altro che domande, domande e domande! Non ne potevo più quando il terzo giorno non arrivò nessuno. Quella mattina faceva più caldo del solito, me lo ricordo bene.. mi alzai dal letto e mi diressi in cucina per fare colazione quando ad un certo punto cominciò a girarmi la testa, non riuscivo a mantenere l'equilibrio e mi ritrovai a terra, fu a quel punto che cominciarono le convulsioni..