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Autore: zmarz    16/06/2012    9 recensioni
La storia che tutti noi conosciamo, vista dal punto di vista di Ginny... le sue lacrime, le sue giornate lontane dal trio protagonista... la sua vita dentro Hogwarts, i suoi sorrisi lontana da Harry potter... dove sorridere non era difficile...
Dall'inizio, da quel fatidico primo settembre, da quel dolce primo incontro, da quel primo innocente sguardo... dai primi passi di Ginny fuori dal mondo ovattato della Tana e dell'infanzia, nel suo ingresso nei tortuosi sentieri della crescita fino al suo essere pienamente donna, pienamente lei.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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cap 61 nvu

Diventare Adulti



L'arrivo di Harry scatenò ancora di più la signora Weasley nel disperato tentativo di scoprire cosa avevano in mente lui, Ron ed Hermione e di dissuaderli da qualunque idea fosse. Voleva a tutti costi che ritornassero a scuola, al sicuro, a completare la loro istruzione magica. Visto che aveva passato settimane ad attaccare solo Ron, Hermione e Ginny, ora dedicava la maggior parte del tempo ad assediare Harry. Ma neanche Harry rivelò nulla, così Molly Weasley archittettò un nuovo piano che consisteva nel tenere i tre ragazzi separati il maggior tempo possibile. Guardando la tenacia di sua madre, Ginny cominciava a pensare che in realtà si assomigliavano molto più di quanto aveva mai creduto.

"La mamma è convinta che tenendovi separati e impedendovi di tramare qualcosa riuscirà a ritardare la vostra partenza" disse una sera Ginny ad Harry, mentre apparecchiavano la tavola.

"E cosa crede che qualcun altro ucciderà Voldemort, mentre noi siamo qui a mettere le posate e preparare biscotti?" borbottò lui.

Ginny si sentì per un momento senz'aria e il suo cuore perse un colpo. Harry si voltò verso di lei, preoccupato. Evidentemente non lo voleva dire.

"Allora è questo?" sussurrò "è davvero questo che vuoi fare?" sussurrò.

"Io.. stavo scherzando, Ginny" rispose lui in fretta.

Non è vero, pensò lei. Si guardarono. Era da tanto che non erano da soli, a così stretto contatto.

Da Hogwarts, dal parco. Da quegli ultimi giorni di baci, carezze e risate. Di pace.

Sobbalzò all'arrivo di suo padre, Bill e Kingsley. Cominciò a piegare i tovagliolini di carta, allantonandosi in fretta da Harry, con gli occhi fissi sul tavolo. Harry si era messo a parlare con suo padre. A cena, ovviamente, si trovò a fianco a lui. Erano troppi per la loro tavola ed erano fastidiosamente stretti. Nonostante il poco spazio, Harry non la sfiorò mai. Ginny sapeva bene che in quel momento se solo si fossero sfiorati con il gomito starebbe stata bene. Ma era grata ad Harry che non lo avesse fatto.

Dopo il pranzo sua madre li mise subito a lavoro e questa volta la tenne lontana da Harry, che era stato mandato fuori a dare da mangiare alle galline. Ginny doveva ancora trovare un modo per farle sparire senza dover ricorrere alle vecchie abitudine di Tom Riddle.

"Io mamma cosa devo fare?" chiese Ginny, con voce annoiata.

"Tu vieni con me, Fleur ci deve far vedere i modelli degli abiti da damigelle"

"Ma, no dovevamo andare a Diagon Alley?" chiese dubbiosa Ginny.

"è un po' pericoloso, Ginny cara" rispose Molly "Fleur ha ordinato i modelli e sono arrivati direttamente qui. Li sistemerò io e la madre di Fleur, per farveli stare su misura"

Andarono nella vecchia camera di Percy. Ginny pensò che non ci entrava da secoli. Era sempre stata piuttosto buia e polverosa, piena zeppa di libri noiosi. Quando aprì la porta si rese conto di quanto le cose fossero cambiate: Percy aveva portato via tutte le sue cose quando se ne era andato, libri compresi, e la camera sembrava più spaziosa e luminosa. La camera era ora invasa da una miriade di prodotti di bellezza (visto che Ginny aveva tassivamente vietato a Fleur, l'anno prima, di metterli in bagno) dai trucchi ai profumi, di scarpe e borse e l'aria sapeva di rose e orchidee, il profumo di Fleur.

"Oh eccovi qui!" trillò la ragazza. Le trascinò dentro e chiuse la porta.

"Non sciè la tua amica 'Ermiòn? Lei può vedere il vestito prima, se vuole.."

"Oh, Hermione sta rassettando la mia camera, voleva tanto aiutare" disse Molly "tra poco vado a darle una mano, volevo prendere le misure di Ginny, per vedere se c'è qualche cosa da sistemare"

Sia Fleur che Molly avevano un'espressione entusiasta. Ginny un po' meno.

"Beh, dove sono questi vestiti?" chiese.

Fleur saltellò fino all'armadio e tirò fuori un lungo abito, coperto da un telo bianco. Sua madre tolse il velo con la bacchetta e mostrò l'abito a sua figlia.

Ginny dovette ammettere che Fleur aveva veramente buon gusto. Il vestito che aveva scelto per lei era molto bello: era lungo fino al ginocchio, con delle bretelline sottili ed una scollatura profonda. Era fatto di seta d'oro pallido.

"Provalo" esclamò Fleur. Ginny si tolse la vecchia t-shirt di Fred e i suoi jeans per mettere quella meraviglia. E le stava bene. Veramente molto bene. Lo leggeva negli occhi luccicanti di Fleur e sua madre. Sapeva che entro pochi secondi sarebbero partiti gli urletti, e infatti così accadde.

"Oh la mia piccola Ginny!" singhiozzò sua madre, ad un volume molto elevato "Sei così bella.. così grande..e.."

Ginny si guardò allo specchio. Sì, effettivamente le stava benissimo.

"Oh, sapevo che ti sarebbe stato bene!" cinguettò Fleur "ora dobbiamo solo sistemare i capelli.. io direi sciolti, ma un po' mossi.."

"E le scarpe?" chiese la signora Weasley.

Fleur prese una scatola bianca dall'armadio e l'aprì. Dentro c'erano dei sandali dorati, molto luccicanti, con il tacco un po' alto.

"Non sono un problema i tacchi, vero Jinnì?" chiese Fleur.

"No, li so portare" rispose Ginny. Si sfilò le sue scarpe e indossò quelle che le porgeva Fleur e fece qualche passo.

"Sì, non li dobbiamo abbassare" disse Fleur "sei capasce a camminarsci" sembrava quasi incredula.

Ginny aveva voglia di risponderle male ma si trattenne. Dopotutto mancava poco al matrimonio, doveva essere gentile solo per un altro paio di giorni.

Ginny si guardava ancora allo specchio. Era raro che avesse dei vestiti così belli, e guardarsi vestita così le faceva un certo effetto.. chissà come l'avrebbe trovata Harry..

All'improvviso si sentiva a disagio, come se il vestito le andasse stretto. Doveva toglierlo e anche subito.

"..Gabrielle avrà un modello simile, ma sonsa la scollatura.." stava dicendo Fleur alla signora Weasley.

Faceva caldo.

"Posso toglierlo?" esclamò all'improvviso Ginny. Senza aspettare risposte si tolse in fretta il vestito e lo riconsegnò a Fleur, per poi infilarsi i suoi abiti normali. Se ne andò via dalla camera, senza sentire sua madre che le ordinava di fare qualcosa come al solito. Si chiuse in fretta in bagno, girando due volte la chiave nella serratura.

Lei e Harry non stavano insieme. L'aveva lasciata per intraprendere la missione più pericolosa che fosse mai esistita.

Vedersi vestita da damigella la faceva pensare ad un altro matrimonio.

Uno al quale non aveva ancora partecipato.

Il suo. Il loro.

I fiori, il giardino, lo champagne, il riso, i confetti, il bianco le comparvero in mente. La musica, le risate, il blu, il vecchio, le scarpe, lei, il suo sorriso, il suo velo e lui, il suo lui, che l'aspettava, che le sorrideva, che aveva le stesse iridi verdi di Harry.

Lei ed Harry. In procinto di unirsi per sempre.

Sarebbe accaduto tutto ciò?

Ginny non aveva mai avuto grandi fantasie sul suo matrimonio. In realtà, non ci aveva mai pensato. Ora, invece, l'immagine di lei, vestita di bianco le si era fissata nella mente.

Avrebbero avuto questa possibilità, lei ed Harry?

Lo voleva. Forse era troppo giovane, forse era la guerra che la spingeva ad essere più grande e a fare pensieri troppo grandi per lei, ma lei voleva lui, lui e nessun altro. Per sempre.

Sapeva che lui se ne sarebbe andato. Non voleva trattenerlo. Ma voleva avere la certezza che sarebbe stata sua, e di nessun altro, per sempre.

Forse sapeva cosa doveva fare. Si guardò allo specchio e deglutì. All'improvviso si sentiva piccolissima.

"GINNY, NON AVEVI DETTO CHE VOLEVI DARMI UNA MANO?! DOVE SEI FINITA!?"

lo sbraitare di sua madre la fece trasalire. In un secondo, girò al contrario la chiave e scappò giù in cucina, come una bambina obbediente.


*

Ginny non voleva parlare con nessuno della sua idea. Sapeva che chiunque, anche la sua migliore amica, avrebbe disapprovato, quindi voleva evitare di parlarne. Non voleva che qualcuno cercasse di dissuaderla, o le mettesse strani pensieri in testa, o paure assurde. Era pienamente consapevole di quello che faceva. Cioè, di quello che voleva fare. Ed era più che decisa.

Tutti e quattro i ragazzi andarono a letto presto, quella sera. I signori Delacour e la piccola Gabrielle, per i quali avevano lucidato la casa, non senza proteste, arrivavano l'indomai mattina e loro avevano lavorato tutto il giorno, e la signora Weasley già li aveva avvisati che ci sarebbe stato molto da fare anche la mattina prima che arrivassero i tre ospiti.

"Ma perchè non sono andati in albergo?" borbottò Ron, beccandosi un sonoro scalpellotto dalla madre.

"Se vi azzardate a farmi fare una brutta figura passerete l'estate più brutta della vostra vita" sibilò la signora Weasley contro i due figli, ma in realtà rivolta anche ai figli più grandi, assenti. Ginny e Ron evitarono accuratamente di risponderle. Ginny si ritirò in camera sua poco prima dell'amica. Aprì il cassetto della biancheria e la osservò con cura. Altra cosa su cui non si era mai soffermata a guardare più di tanto. Di solito era sua madre a comprarle reggiseni e mutandine e si accorse che tutta la sua biancheria era estremamente ordinaria e semplice. Aveva bisogno di qualcosa di più femminile, assolutamente. Di quel tipo di cose che metti solo in determinate occasioni..

"Non ti avevo vista salire" disse Hermione, entrando in camera.

"Mmm, sì, sono stanca morta" disse Ginny, chiudendo il cassetto. Si lanciò direttamente sul suo letto, sprofondando la testa nel cuscino.

"Tua madre ha detto di puntare la sveglia alle sette e trenta" disse Hermione.

"Non mi sveglierò mai a quell'ora" gemette Ginny.

"Devi per forza" rispose Hermione con dolcezza "oltretutto dobbiamo anche organizzarci per il compleanno di Harry, che è dopodomani. Dopotutto, diciassette anni sono importanti.."

Ginny annuì.

"Cosa pensavi di regalargli?" chiese Hermione.

Ginny scrollò le spalle, improvvisamente ammutolita.

"Io ho comprato, prima di venire uno Spioscopio" continuò la ragazza "sai, quello che aveva prima era un po' malandato e poi, nella nostra missione, potrà esserci utile.."

"Io ho deciso di farlo. Con lui" esclamò Ginny, tutto d'un fiato. Hermione rimase un attimo di stucco.

"Cosa, scusa?" fece, dopo un momento.

"Hai capito!" esclamò Ginny.

"Ginny, non credo che.."

"Voglio fare qualcosa che mi leghi a lui. Per sempre" disse Ginny, con forza "non so se.. se io e lui potremo mai finire con lo sposarci, Hermione. Ma io in questo momento so che non voglio altri che lui! Ora.. o mai più, no?"

Hermione sospirò "Sai, nella Prima Guerra molti ragazzi hanno ragionato in questo identico modo. Guarda i tuoi genitori o quelli di Harry: si sono sposati tutti a quanti anni? Diciannove, venti? Più o meno la nostra età. È la Guerra che fa fare queste scelte avventate, le persone hanno paura di non avere abbastanza tempo. Ma Ginny, non si può vivere con questo ragionamento"

Ginny non rispose. Si era raggomitolata sul suo letto. Hermione si sedette vicino a lei.

"Avremo tanto tempo, dopo che sarà finita questa Guerra, non fare scelte che non faresti normalmente.."

"Ma questo che stiamo vivendo non è normale" esclamò Ginny, con forza "l'orologio della mamma ce lo ricorda ogni giorno, ogni giorno potrebbe essere l'ultimo. E se alla fine, se mai ci sarà una fine, o io o Harry non ci fossimo più? E se la Guerra durasse per decenni, ed io e lui fossimo divisi per altrettanto tempo?"

Si alzò e si sedette a gambe incrociate sul suo letto, guardando negli occhi la sua amica.

"Harry è importante per me. Sono pronta a donare tutta me stessa a lui. Io sono consapevole di questa mia scelta, Hermione. Sono sicura che non me ne pentirò mai"

Hermione sospirò di nuovo "beh, so bene che se hai in testa una cosa è difficile farti cambiare idea, ma.."

"No, Hermione" la interruppe Ginny "niente 'ma'. So quello che faccio, e in fondo non è la fine del mondo. Amo Harry e lo conosco da una vita. Dovrebbe essere la situazione ideale in cui perdere la verginità" Si infilò sotto le coperte. Anche Hermione fece lo stesso.

"Stai attenta" le disse "e prendi le precauzioni"

A Ginny sembrava un po' stizzita.

"Senti, è la mia vita" sbottò "sai anche tu che alla fine non è una scelta così sbagliata! Ho sedici anni, e molte ragazze lo fanno a sedici anni"

"So benissimo che Harry sarebbe il ragazzo giusto per te" disse Hermione "ma questo è un momento sbagliatissimo per fare scelte irreversibili! So che non te ne pentiresti, ma.. non sarebbe meglio godersi il momento senza avere il peso di Lord Voldemort e di una Guerra sulle spalle? Senza che Harry sia impegnato a salvare il mondo? Un momento in cui sarete davvero adulti?"

"Esisterà mai questo momento?"

"Certo che sì, Ginny" esclamò Hermione "e non devi mai, mai, smettere di crederci! Se perdiamo la speranza, è finita!"

Ginny si voltò.

"Ginny, promettilo! Quando noi.. quando noi non saremo qui, non devi mai perderere la speranza! Me lo prometti, Ginny?"

"Sì" mormorò lei debolmente. Ma Hermione non disse altro.

Un'altra sera che si addormentarono con l'amaro in bocca.


*

I signori Delacour arrivarono alle undici in punto, ma gli abitanti della Tana erano svegli da molto prima, grazie ad una frenetica signora Weasley.

Dopo un'ultima lucidata e spolverata, varie urla e insulti, la casa parve praticamente perfetta alla signora Weasley e concedette ai quattro ragazzi venti minuti di relax in giardino, servendogli addirittura una limonata ghiacciata.

"Non mi dire che sono arrivate le vacanze!" esclamò incredulo Ron.

"Ti piacerebbe" rispose Ginny, sorseggiando la sua bibita.

Era andato il signor Weasley a prendere la piccola famiglia francese. Fleur era molto emozionata: era tanto che mancava da casa, e non vedeva l'ora di vedere i suoi genitori e la sua sorellina.

"Sarà così contonta Gabrielle" stava dicendo "non vede l'ora di vedere Arrì Potter"

Ginny vide Harry arrossire leggermente.

Questa ragazzina si stava già rivelando più odiosa della maggiore.

"Andate a sistemarvi, prima che arrivino" ordinò la madre "Ron, per l'amor del cielo, hai i calzini spaiati! Harry, tesoro, prova a pettinarti i capelli, ti prego.. e Ginny, te l'ho detto un centinaio di volte, togliti subito quella vecchia felpa di Bill e quei pantaloncini striminziti, e vai a metterti qualcosa di più femminile! Ti ho lasciato qualcosa sul letto.."

i tre ragazzi salirono sopra. Ron borbottava qualcosa di indistinto sui francesi.

Ginny scartò subito i vestiti che la madre le aveva lasciato, visto che probabilmente andavano di moda negli anni venti, e scovò qualcosa di pulito e femminile nell'armadio, cioè un vestitino a maniche corte viola, che le arrivava sopra il ginocchio, molto comodo per stare in casa (anche se preferiva mille volte le vecchie felpe dei fratelli).

"Eccoli finalmente" borbottò Ron "lo strazio è finito" aggiunse, riferendosi al maniacale bisogno di ordine e pulizia della madre negli ultimi giorni.

"o è appena iniziato?" disse Ginny.

La signora Delacour era una Flebo invecchiata e Gabrielle una Flebo da piccola. Non c'era un granchè da commentare. Era molto più interessante il signor Delacour, che era basso e grassottello. I suoi geni avevano avuto poca voce in capitolo nel formare il corredo genetico della sua progenie. Probabilmente, c'era poco di negativo in questo.

I signori salutarono la signora Weasley baciandola sulle guance e la piccola si avvicinò a lei e l'abbracciò. Sciolto l'abbraccio gettò all'indietro i capelli in una perfetta imitazione della sorella maggiore e lanciò uno sguardo ardente ad Harry. Ginny tossicchiò incredula.

Aveva ragione, quella mocciosa era a dir poco odiosa.

"Entrate, entrate, vorrete sicuramente una tazza di the" stava dicendo il signor Weasley.

"Ma fa troppo caldo, Arthur" disse Molly "ho preparato una brocca di the freddo"

"Oh, meraviglioso!" cinguettò la signora Delacour.

Quel pomeriggio, Ginny, Hermione, Ron ed Harry furono finalmente un po' libri. I signori Weasley erano impegnati a conoscersi megli con i signori Delacour e Gabrielle si era appiccata a Fleur, parlottanto fitto fitto in francese. Ron, Harry ed Hermione fuggirono dalla casa il prima possibile, con la scusa di dare da mangiare alle galline. Ginny non sapeva bene cosa fare.

"Ginny.. puoi venire un momento?"

Era Bill, che la chiamava dalla sua stanza al piano di sopra. Ginny salì subito.

La stanza di Bill e Charlie era sempre stata la più grande. C'erano due letti gemelli e due piccole scrivanie, entrambe vicino alla finestra, che dava sul cortile. Sopra il letto di Charlie c'erano ancora i suoi vecchi poster di Quidditch e il vecchio drago di peluche che gli aveva cucito la mamma quando era piccolissimo, ed ormai era vecchio e scucito. Sul comodino di Bill c'erano un paio di libri (aveva sempre amato leggere prima di andare a dormire) di avventura e di storia e una foto di Fleur. Il resto della stanza era occupato da una piccola libreria, piena dei libri di Bill, ovviamente, visto che Charlie non era mai stato un vero amante della lettura.

"Dimmi, Bill" disse Ginny, entrando nella camera. Suo fratello era davanti all'armadio spalancato.

Ginny chiuse la porta.

"Volevo farti vedere il mio completo per il matrimonio. L'ho comprato ieri, quando siamo andati a ritirare i vestiti per te e Gabrielle"

Ginny si sedette sul letto di Charlie, in attesa.

Bill tirò fuori un completo dal suo armadio e lo mostrò alla sorella.

"Che te ne pare?" chiese.

"Così non posso giudicarlo! Mettilo" rispose Ginny.

"Ho paura di sporcarlo" rispose lui, titubante.

"Non sembri lo sposo, ma la sposa" esclamò Ginny, roteando gli occhi "Sei un mago, si o no? Un colpo di bacchetta e sparisce qualunque macchia"

Bill sorrise divertito.

"Va bene, me lo metto" disse. Si spogliò e indossò il completo che aveva preso dall'armadio. Ovviamente stava benissimo, come al solito.

"Che ne dici?" chiese Bill.

"Stai benissimo, come sempre" rispose Ginny "all'occhiello? Cosa metterai?"

"Mmm.."

"Beh, io direi che ti devi rifare al tema scelto da Fleur" consigliò Ginny "Una bella rosa bianca. Che ne dici?"

"Beh, io sinceramente non me ne intendo di fiori" rispose Bil "ma se farà felice Fleur farà felice anche me"

Ginny storse il naso "sei diventato banale e sdolcinato" lo rimproverò. Bill le scompigliò i capelli "voglio vederti il giorno del tuo matrimonio! E anche il tuo caro Harry.. sarà più banale di me" esclamò Bill.

Ginny era sbiancata.

Non per il fatto che la sua vita privata fosse di dominio pubblico, quello no. Ormai c'era abituata.

"guarda che si vede lontano un miglio, eh" la canzonò il fratello "a parte che mi aveva accennato qualcosa mamma.. da quanto tempo state insieme?"

"Non stiamo insieme" rispose Ginny semplicemente.

"Dai, è inutile mentire" disse Bill, sedendosi a fianco a lei "non fate altro che guardarvi! È cotto per te!"

"Non sto mentendo. Non stiamo insieme.. almeno, non più"

Bill si fece all'improvviso serio.

"Ti ha fatto del male, Ginny? Ti ha fatto soffrire in qualche modo?" si alzò in piedi "Io lo uccido, altro che Voldemort.."

"No!" esclamò Ginny "non mi ha fatto niente.. diciamo che.. il corso degli eventi ha cambiato un po' le cose. Che.. per la mia sicurezza, sarebbe stato meglio che fossimo lontani"

Bill si risedette.

"Ma io sto bene" aggiunse in fretta "quando sarà finita questa maledetta guerra.. allora, se ci saremo ancora, potremo pensare al nostro futuro"

"Ginny, ci sarete, tutti e due" disse Bill "vi sposerete, se ancora lo vorrete, tra molti, molti, molti anni, dopo che avrà passato qualche test.."

"Quali test?" chiese Ginny, divertita.

"Queli che deve superare chiunque si avvicina alla mia sorellina" disse lui "e ovviamente, dovrete aspettare almeno fino ai trant'anni.."

"Bill!"

"Magari trentacinque.. sai, ci vuole maturità, in queste cose"

"Tu non hai trentacinque anni!"

"Io non ho fratelli maggiori iperprotettvi"

Ginny gli fece una linguaccia e poi si alzò in piedi.

"bene, ora vado giù, penso sia troppo tempo che non faccio niente, la mamma avrà sicuramente trovato qualcosa da farmi fare"

"Non ti stancare troppo! Ricorda che sei la mia damigella"

Ginny gli fece l'occhiolino.

"Tranquillo! Per il tuo matrimonio sarò fresca e pimpante come sempre!" gli schioccò un bacio su una guancia e scese giù di corsa.

"Ginny, tesoro, potresti dare una spazzata in camera mia?" la mamma era di nuovo all'attacco.

"Certo mamma" mormorò Ginny, con gli occhi al cielo.


*


Per il compleanno di Harry non si sarebbero fatti grandi festeggiamenti, o almeno così desiderava il festeggiato. Aveva pregato la signora Weasley di non disturbarsi troppo, anche perchè il giorno dopo ci sarebbe stato il matrimonio di Bill e Fleur e già stava lavorando troppo. Molly Weasley aveva accettato qualche compromesso, ma era comunque intenzionata a festeggiare il compleanno di quello che, ormai, considerava il suo ottavo figlio, in modo decoroso.

"Diciassette anni non si compiono tutti i giorni!" aveva esclamato, mentre cercava qualche ricetta nel suo grosso ricettario.

"Neanche dieci, dodici, quindici.." aveva risposto Ginny. Molly le scoccò un'occhiataccia.

"A diciassette anni si diventa maggiorenni, e questa è una cosa che capita una volta sola nella vita" agginuse la donna, convinta "cosa potrei preparare, vediamo..." e ritornò a sfogliare il suo ricettario, completamente assorta.

"Sai" riprese, senza distogliere gli occhi dal libro "pensavamo di regalare anche a lui un orologio"

Ginny sapeva bene che era tradizione regalare un orologio ad un mago quando diventava maggiorenne, ma sapeva anche che gli orologi costavano molti galeoni.

"In realtà non ce lo possiamo permettere" sospirò la donna, chiudendo il ricettario e poggiandolo al tavolo "ma Harry è come un figlio per me e tuo padre, quindi è giusto che abbia un orologio come quello che hanno avuto Ron e gli altri"

"E quindi?" chiese Ginny, non capendo cosa la madre volesse dirle.

"Pensavo di regalargli il vecchio orologio di tuo zio Fabian" disse la madre "te lo ricordi? L'ho sempre conservato nel loro cassetto.."

In soffitta c'era una vecchia e consumata cassettiera, i cui cassetti erano troppo rovinati per poterla usare. Nonostante con la magia sarebbe diventata come nuova non era mai stata utilizzata, ed era lì in soffitta. Ogni cassetto costudiva i ricordi della famiglia Weasley: vecchi album di fotografie, le prime scarpette di Bill, i quaderni di Percy, il vecchio orsetto di Ron, il primo vestitino di Ginny, assolutamente rosa confetto (nonostante stesse male con i suoi capelli, avrebbe aggiunto Fleur). C'era l'ultimo cassetto, che non veniva mai aperto e tutti sapevano che lì erano conservati alcuni oggetti appartenuti a Fabian e Gideon, i fratelli della mamma morti tanti anni prima, assassinati da un Mangiamorte, Dolohov. Sapeva che per sua madre quegli oggetti erano molto cari e quanto fosse doloroso separarsene.

"Fabian ne sarebbe stato contento, ne sono sicura" disse Molly.

"Sono sicura che Harry ne sarà felicissimo, mamma" disse Ginny.

"Forse ci rimarrà male, è un po' vecchio e ammaccato.."

"Secondo me, per lui sarà il ragalo più bello che ha mai ricevuto" rispose la ragazza. Molly sorrise e ritornò ai fornelli.

All'arrivo delle francesi Ginny fuggì rapida in giardino. Una Flebo si poteva sopportare ma tre assolutamente no.

Hermione, Ron ed Harry non si erano ancora visti in giro, il signor Weasley era a lavorare e Bill era uscito di mattina presto con il padre di Fleur. Ginny si sedette sul prato, che la madre aveva fatto crescere ordinato e curato in occasione del matrimonio del figlio, che si sarebbe celebrato in giardino. La ragazza non ricordava, infatti, che quell'erba fosse così soffice e, soprattutto, così priva di polvere.

Mancavano solo due giorni al matrimonio, un solo giorno al compleanno di Harry. Quanti ne mancavano alla partenza del Trio? Tre, quattro? Una settimana? Qualche ora?

Si strinse le ginocchia. All'improvviso sentiva freddo, di nuovo.

Dei passi, dietro di lei.

Hermione si sedette vicino a lei.

"Come va?" le chiese.

"Va" rispose Ginny.

"Sei ancora convinta?" chiese Hermione.

"Al cento per cento" rispose Ginny "sono sicura che non me ne pentirò"

"Harry non morirà" sbottò Hermione, seria.

"Io non l'ho mai detto" rispose Ginny, colpita dalla durezza delle parole dell'amica.

"Non ci credi abbastanza"

"Lo so che non morirà, sono più che sicura che alla fine trionferà lui"

"Allora smettila di comportarti come se avessi una manciata di ore davanti a voi! Siamo giovani, abbiamo tutta la vita davanti, Ginny"

"Siamo in guerra, Hermione! Secondo me, l'unica che non l'ha capito sei tu!" esclamò Ginny "e ammetti che i rischi ci sono! Quando partirete noi non sapremo più niente di voi! Scusa se cerco di vivere questi ultimi giorni, diciamo, normali"

La signora Weasley interruppe la discussione delle due ragazze, chiamandole per piegare gli asciugamani puliti e preparare il letto di Charlie, che sarebbe arrivato il giorno dopo.

"Ti ha fatto vedere il vestito da damigella, Fleur?" chiese Hermione.

"Sì, l'ho anche provato, è molto bello" rispose Ginny. Con un colpo di bacchetta, Hermione fece tutto quello che avevano da fare in un secondo. Rimasero in silenzio per un po'.

"Sai Hermione" cominciò Ginny "sono sicura che andrà tutto bene, che voi tornerete e che abbiamo ancora anni magnifici davanti a noi. Ma io, ora, voglio solo fermare il tempo, con lui, prima che parta, prima che saremo di nuovo separati. Ma ho bisogno della tua approvazione. Con o senza, io lo farò comunque"

Ginny guardò negli occhi l'amica. Era testarda, coraggiosa, non si sarebbe fermata davanti a nulla. Ma senza il consenso di Hermione, sapeva che sarebbe stata dura fare ciò che voleva fare.

"Lui è il ragazzo giusto per te" mormorò Hermione "se volete fare questo passo.. beh, non ve lo impedirò"

A Ginny quelle parole bastavano. Scese a grandi passi le scale, con il cuore un po' più leggero e la mente con mille paure.


*

La mattina del trentuno luglio era luminosa e limpida. Ginny si svegliò con un raggio di sole che le solleticava il volto, come al solito. Hermione non era nella sua brandina. Probabilmente era già sgattaiolata in bagno. Ginny si alzò dal letto e spalancò la finestra. L'odore di erba tagliata e di fiori riempì la sua stanza.

Quel giorno Harry entrava nel mondo degli adulti.

Quel giorno Ginny era disposta a seguirlo.

Si guardò al suo solito specchio. Perchè quella mattina si sentiva più piccola di quello che era?

Hermione rientrò all'imporvviso in camera. Ginny notò che era già vestita.

"Ah, ti sei svegliata?" chiese "io comincio a scendere, muoio di fame. Ti aspetto?"

"No, vai pure" rispose Ginny "ci metterò un secolo a vestirmi"

Hermione le fece l'occhiolino.

"Scegli un bel completino!" le sussurrò maliziosa.

"Hermione!" esclamò Ginny.

"Dai, sto scherzando! Beh, allora io scendo"

Hermione chiuse la porta e Ginny si scaraventò sulla sua cassettiera e la svuotò completamente, alla ricerca di qualcosa di minimamente decente e che la facesse sembrare un po' più donna. Poi corse in bagno, buttando praticamente a terra Ron, e si lanciò sotto la doccia. Quando fu pronta si accorse di non essersi portata i vestiti e, maledicendosi, corse di nuovo in camera sua.

"Se potessi usare la magia, tutto sarebbe più semplice" borbottò, mentre prendeva una t-shirt pulita e un paio di jeans corti, senza buchi nè rammendi. Si guardò allo specchio: non era proprio una donna a tutti gli effetti, aveva un grosso livido sul ginocchio destro (ma quando se l'era fatto? Forse litigando con Ron..), le unghie mangiate e i capelli ancora bagnati. Ma era lei stessa. Forse ad Harry sarebbe bastato.

Sentì che tutti erano giù, per colazione, compreso Harry. Ginny si stava finendo di pettinare i capelli, che, con il calore di quella mattinata, già erano quasi asciutti.

Non aveva paura.

Beh, forse solo un po'.

Ma era normale, no?

Lo amava. Era giusto che andasse così.

Voleva essere sua soltanto e voleva che lui fosse suo, per sempre.

Nonostante la distanza.

Nonostante il tempo.

Come le aveva ricordato la mamma, stava crescendo in fretta. Doveva diventare adulta per affrontare ciò che l'aspettava. Forse era il modo più facile per reggere tutto, per non crollare. La bambina che disegnava cuori con il pastello rosso accanto alla foto di Harry Potter non c'era più, o almeno, era nascosta bene.

Davanti allo specchio c'era una ragazza forte, dura e decisa.

Decisa a diventare donna.

Dei passi del suo pianerottolo. La voce acuta di Hermione, il balbettio di Ron. Probabilmente c'era pure Harry con loro.

Tirò un respiro.

Aprì la porta.

Come aveva immaginato, erano tutti e tre lì davanti.

"Harry, vieni dentro un momento?"

Era ora. Doveva dirglielo.

Hermione prese Ron per un gomito e lo trascinò via. Harry entrò nella sua stanza. Ginny chiuse piano la porta.

Harry guardava un po' tutto, tranne lei. Ginny si rese conto che era la prima volta che entrava nella sua stanza. Non c'erano state occasioni prima. Nè, tanto meno, qualche motivo specifico.

Ginny lo guardò negli occhi. Altro gran respiro.

"Buon Compleanno" disse.

"Sì.. grazie" balbettò lui.

Continuava ad evitare il suo sguardo. Ginny lo sosteneva con fierezza.

"Bella vista" mormorò Harry. Ginny si trattenne dal sospirare e lo ignorò completamente.

"Non sapevo cosa regalarti" disse.

"Non c'era bisogno di un regalo.."

Avrebbe voluto urlargli contro, questa volta, ma lo ignorò di nuovo.

"Non sapevo cosa ti sarebbe servito" disse "Qualcosa che avresti potuto portare con te"

La guardò per un attimo. Lei si avvicinò. Non tremava. Era serena. Era giusto.

"Quindi ho scelto qualcosa che ti faccia pensare a me, sai, nel caso incontrassi qualche Veela mentre sei in giro a fare quel che fai"

Era fiera di lui. Lo sarebbe stata sempre.

Lo amava alla follia.

"Le possibilità di uscire con delle ragazze saranno scarse, ad essere sincer" rispose lui.

"è proprio quello che speravo" sussurrò e lo baciò con forza, come mai lo aveva baciato prima.

Non l'aveva calcolato. Voleva prima parlargli, spiegargli cosa voleva fare, magari darsi un appuntamento per quella sera..

Lui rispose al bacio con passione, prendendola dietro la nuca e attirandola a sè, con le dita perse tra i suoi capelli.

Ginny lo strinse di più e insistette con la lingua. Le labbra di Harry si dischiusero, si incontrarono, la mano di Harry scivolò lungo la sua schiena, più giù delle punte dei suoi capelli..

Non c'era nessuno sulla faccia della Terra, a parte loro due.

La porta si spalancò. I due si separarono di scatto.

Era Ron. Hermione non era riuscito a trettenerlo.

In quel momento, Ginny li odiò. Entrambi.

"Oh.. scusate" disse Ron, per niente dispiaciuto.

"Ron!" protestò Hermione.

Calò il silenzio.

"Beh, buon compleanno Harry" disse Ginny, atona. La magia era finito. Harry era di nuovo perso nei suoi pensieri e stava di nuovo affogando tra le sue paure, i suoi doveri.

Lei doveva stare lontana. Lui doveva andare a combattere. Stop.

Harry si voltò verso di lei, ma non c'erano parole. Ginny si voltò le spalle. Voleva solo urlare e sbattere la porta. E piangere, magari. Ogni tanto, poteva anche farlo.

"ci vediamo dopo" mormorò Harry. Sentì i ragazzi uscire e chiudere la porta. Ginny si sedette sul letto. Dopo qualche minuto di silenzio, preso il cuscino e lo lanciò con rabbia contro l'armadio. Scivolò a terra, e sentì, per la prima volta da tempo, le lacrime che scorrevano sulle sue guance. Le asciugò con rabbia. Sentì il vetro scricchiolare paurosamente. Si voltò: la sua ira aveva causato una crepa. Avrebbe chiesto ad Hermione di ripararla, dato che lei non poteva fare magie. Doveva calmarsi.

Doveva lasciarlo andare. Si sarebbero ritrovati dopo la guerra, come lui aveva deciso. Si tolse le scarpe, con un calcio. Quella maledetta guerra. Odiava Voldemort e i suoi Mangiamorte. Stavano distruggendo la sua vita. Avrebbe lottato anche lei, con tutta se stessa, per riprendersela.



Angolo Autrice

Eccomi! Sto andando un po' lenta, ma non voglio fare capitoli lunghi come l'ultimo, quindi questo, che nasceva come capitolo unico, l'ho spezzato! Il prossimo parlerà, ovviamente del matrimonio di Bill e Fleur e della fuga di Harry, Ron ed Hermione. Spero vi piacerà e vi sia piaciuto anche questo capitolo!

Saluti a tutti e godetevi le vacanze, voi che avete finito scuola! Io, purtroppo, vedo davanti a me sono esami!!

baci a tutti

Marty






  
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