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Autore: TheOnlyWay    16/06/2012    11 recensioni
Ho sempre pensato che i ragazzi fossero stupidi e insensibili. Poi ho conosciuto lui e ne ho avuto la conferma: sono dei completi idioti.
E non è colpa loro, probabilmente è una questione genetica, anche se in effetti dovrebbero iniziare a cercare una cura per questa stupidità dilagante.
Insomma, ci sarà pur qualcosa che si possa fare, per evitare che diano aria alla bocca, tanto per dimostrare che sono addirittura in grado di formulare un pensiero coerente.
Quando ho capito che Louis Tomlinson è un idiota?
Non mi ci è voluto molto, se devo essere sincera. È bastato che lo incontrassi nel corridoio, vicino al mio armadietto.
«Ciao, bambolina.»
Era il mio primo giorno nella nuova scuola e tutto ciò che desideravo era diventare invisibile. Essere al centro dell’attenzione non mi era mai piaciuto un granché: preferivo starmene sulle mie, parlare il tanto necessario e ignorare completamente tutto il resto. Louis aveva rovinato i miei piani, perché aveva catturato l’attenzione di tutti i presenti con due semplici parole.
Sorrideva, mentre dietro di lui quattro ragazzi osservavano la scena con particolare interesse. E poi si dice che sono le ragazze a girare in branco.
«Bambolina ci chiami tua sorella, idiota.»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie '"Like an Hurricane"'
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Chapter 10.

 
 
 
Il giorno dopo, la notizia che Louis Tomlinson e Cassidy “quella nuova” Montgomery stessero insieme, riecheggiava tra le mura della scuola come se fosse qualcosa di sconvolgente e in grado di catturare completamente l’attenzione dell’intero corpo studentesco.
Da parte mia, avevo la completa intenzione di fingere di non esistere: non perché mi vergognassi, ma perché metà delle ragazze che incontravo per i corridoi mi lanciava occhiate di fuoco; l’altra metà, invece, scuoteva la testa con rassegnazione, come a dire “eccone un’altra che ci è cascata.”
In realtà, non mi sentivo affatto “incastrata”. Semplicemente, ero contenta che per una volta le cose volgessero a mio favore. Era giusto, no? O dovevo sempre essere io, quella sfortunata?
Louis era innamorato di me, punto. Che andassero tutte quante al diavolo.
Sapevo anche che era piuttosto ottimistico, da parte mia, sperare che cessasse l’interesse per il mio ragazzo – ancora non riuscivo a crederci – tutto di colpo, perciò quando Mallory gli finì accidentalmente addosso ebbi un’illuminazione: i guai erano appena cominciati.
E le statistiche giocavano tutte a mio sfavore. Potevo davvero competere con Mallory?
La osservai, mentre mi passava di fianco con un’espressione mortalmente soddisfatta.
«Saluti da parte di Etienne.» cinguettò, sventolando la mano in segno di saluto. Mi immobilizzai di colpo, frastornata.
Come faceva a sapere di Etienne? Sicuramente doveva averlo sentito da Melanie, quando l’aveva urlato in mensa per catturare l’attenzione di Louis. Si, doveva per forza essere così.
«Cosa ti ha detto Mallory?» Niall mi fermò per il braccio un istante prima che entrassimo in classe. Doveva essersi accorto che avevo la testa da un’altra parte. Scossi la testa in segno di noncuranza e gli sorrisi.
«Niente.»  
Niall non ne sembrò affatto convinto, tuttavia non indagò oltre: mi conosceva e sapeva che se ne avessi voluto parlare l’avrei fatto. Il punto era che non ne volevo parlare affatto, perché sapevo che, facendolo, l’avrei data vinta a Mallory. Voleva farmi credere di sapere qualcosa e io non volevo darle il potere di condizionarmi.
Perciò la scelta migliore sarebbe stata quella di ignorarla, così come avevo sempre fatto.
Dopotutto, Louis non era mica così importante per lei, no? Per me invece lo era, e di certo non le avrei permesso di portarmelo via, non quando era l’unico in grado di rendermi felice.
Passai tutta la lezione di matematica concentrata nel tentativo di ignorare Niall e le sue occhiate indagatrici e ci riuscii piuttosto bene, anche se cominciavo ad avvertire il bisogno di parlare con qualcuno.
Louis era fuori discussione perché, conoscendolo, avrebbe trascinato Mallory in un angolo e l’avrebbe costretta a parlare. Ed io non ero affatto sicura di voler sentire cosa avesse da dire.
Mi infastidii parecchio, capire che per quanto mi sforzassi di vivere una vita semplice, monotona e all’insegna della noia non ce l’avrei mai fatta. Sembravo attirare la sfiga come una calamita attira un ago.
Perciò tanto valeva rassegnarsi e godersi ogni momento, giusto?
 
 
***
 
 
Louis mi aspettava fuori dalla classe. Aveva la schiena appoggiata al muro, e le braccia incrociate. Ed era incredibilmente bello.
Scossi la testa, stupita di me stessa: stavo iniziando a pensare di nuovo come una ragazzina.
«Ehi, bambolina.» ammiccò nella mia direzione, prima di aprirsi in un sorriso divertito.
«Idiota.» risposi, prima di avvicinarmi e lasciargli un bacio leggero sulle labbra. Louis mi passò un braccio intorno alle spalle e Niall ridacchiò.
«Fa impressione vedervi insieme.»
Risi anche io, mentre Louis mise in scena un’espressione oltraggiata.
«Stai dicendo che la mia fidanzata è brutta?» chiese, afferrando Niall per la maglietta.
Niall rise ancora più forte, per niente impressionato.
«Sto dicendo che tu sei brutto. Cass è bellissima.» spiegò, prima di lanciarmi un bacio con la mano. Finsi da acchiapparlo e me la filai prima che Louis cominciasse a fare le tragedie greche: quando gli dicevano che era brutto perdeva la testa.
Improvvisamente, mi resi conto che lasciare Niall da solo con Louis non era stato un gran colpo di genio: avrebbe potuto dirgli di Mallory. Mi voltai per controllare cosa stessero facendo, ma ancora stavano scherzando, così immaginai che Niall se ne fosse dimenticato.
E me ne dimenticai anche io, salvo quando sentii Louis dire che ci avrebbe pensato lui. Ma pensato lui a che cosa? Mi maledissi per essermi distratta.
Per una volta, però, decisi di lasciare che le cose andassero come dovevano andare. Non potevo stare dietro a tutto, e magari non ero neanche io l’argomento di conversazione. Smisi di rimuginarci presto, quando mi accorsi di Melanie.
Piangeva, stretta tra le braccia di Liam, che proprio non sapeva cosa fare per consolarla. Visto? Non c’era verso che le cose andassero per bene.
Mi avvicinai di corsa, preoccupata. C’era una sola persona in grado di ridurre Melanie in quello stato, e quella persona era Jason Coburn. Avevo già avuto a che fare con lui, e non mi era piaciuto affatto.
Sorrisi debolmente a Liam e gli feci cenno di cominciare a dirigersi verso la mensa insieme a Louis e Niall. Poi presi Melanie per mano, e insieme andammo in cortile.
«Che succede, Mel?» le chiesi, rigida. Mel tirò su col naso, fece per dire qualcosa, poi riprese a singhiozzare. Cosa diavolo stava succedendo?
«Jason…» farfugliò, tra i singhiozzi.
«Cos’ha fatto ancora?»
Non mi aspettavo niente di buono, da Jason Coburn. E avevo idea che ciò che avrei sentito avrebbe solo confermato la mia idea – di per sé pessima – di lui.
Melanie scosse la testa. Non riusciva a parlare.
«Devo andare a parlare direttamente con lui? Lo sai che lo faccio.» l’avvertii, prima di alzarmi in piedi e rassettarmi i jeans con fretta.
Mel mi afferrò il braccio e mi trascinò un’altra volta per terra accanto a lei.
«Allora?» insistetti, impaziente. Volevo sapere la verità.
«Mi ha minacciata.»
«COSA?» come si era permesso quel grandissimo bastardo di arrivare addirittura a minacciare l’unica persona che probabilmente avrebbe sempre speso una parola in sua difesa?
«Lui… ecco, gli ho detto che non ero più interessata, perché adesso… oh, merda, Cass! Mi piace Liam, e come una deficiente ho pensato che Jason mi avrebbe lasciato in pace. E invece lui ha minacciato di picchiare Liam e io non so cosa fare… lo odio! Lo odio!» pestò un pugno per terra, arrabbiata. Io sorrisi: finalmente aveva capito di provare qualcosa per Liam e, soprattutto, aveva cominciato a odiare Jason. Il che era una gran bella notizia. Almeno avrei potuto organizzarmi.
«Liam lo sa?»
«Certo che no, non dire cazzate. Gli ho detto che mi è morto il criceto e che piangevo per quello.» spiegò, facendomi scoppiare a ridere.
Tutto quello che mi serviva, ora, era un piano.
 
 
***
 
 
E chi meglio di Louis per mettere a punto una strategia d’attacco? Gli raccontai di Jason mentre camminavamo verso casa mia. Mamma non c’era, e avremmo avuto tutto il tempo di parlare con calma. Magari gli avrei detto anche di Mallory. O magari no.
Ancora non mi sembrava vero che Louis mi tenesse per mano, davanti a tutti. Anche Etienne lo faceva sempre, ma era così possessivo che non mi permetteva neanche di separarmi per un attimo. Louis era completamente diverso: la sua presa era morbida, ma rassicurante. Sorrideva in continuazione e ogni tanto si fermava per darmi un bacio. Come potevo non sentirmi felice?
«A me basta che si tenga lontano da te.» mormorò, quando gli dissi che Jason cercava Melanie in continuazione. Sorrisi, poi mi alzai sulle punte dei piedi per baciarlo.
«Basta anche a me. Ora il problema sono Melanie e Liam. Dobbiamo trovare un modo per…» feci un gesto strano con le mani, facendo scoppiare a ridere Louis, che in ogni caso mi capì al volo.
«Chiaro. Bene, mettiamoci al lavoro.» sostenne, passandosi una mano tra i capelli spettinati. Lo sapevo, che avrei potuto contare su di lui.
«Dobbiamo farli uscire allo scoperto. Qualche idea?» chiesi, raccogliendo i capelli in una coda di cavallo disordinata. Nel frattempo, Louis si sedette sul divano e mi fece cenno di raggiungerlo.
«In questo momento, qualsiasi cosa mi venga in mente centra poco con Liam. O con Melanie.»
Arrossii, nascondendo il viso nell’incavo tra il suo collo e la sua spalla e non replicai. Louis ridacchiò.
«E va bene. Potremmo costringere Liam a seguire Melanie dappertutto. Sai, tipo guardia del corpo.» propose, mentre mi accarezzava la schiena con dolcezza. Annuii, pensandoci sopra. Non era male come idea, ma ci serviva qualcosa che facesse accelerare i tempi.
«Che tu sappia, Liam è un tipo geloso?» chiesi.
«Liam è più il tipo che accumula e accumula…»
«E alla fine scoppia! Ma certo, sei un genio, Lou!» battei le mani, entusiasta per l’idea che mi era appena venuta in mente. Louis rise.
«Modestamente. Quindi che si fa?»
«Chiediamo a Harry di fingersi il fidanzato di Mel.»
«Harry? Ma non stavamo parlando di Liam?»
«Si. Ma vedi, se Liam è interessato a Melanie, non permetterà mai che stiano insieme. Neanche per finta. Così si dichiarerà prima. Sono un genio.»
«Ma lo ero io, fino a dieci secondi fa!» protestò Louis, prima di cominciare a farmi il solletico. Si portò sopra di me, senza lasciarmi via di scampo, seppur cercassi di divincolarmi. Poi, quando lo pregai di smetterla, mi baciò.
«Che succede, qui?»
Ora si, che le cose si mettevano male.
 
 
***
 
 
I’m baaaaaaaack!
E dopo non so nemmeno quanto tempo, eccomi qui con il nuovo capitolo, che personalmente non mi convince un granché.
Voi che ne dite?
Sapete, ho il dubbio che questa storia inizi ad assomigliare ad un polpettone romantico, però non importa. Ormai il mio cervello è partito per la tangente.
Okay, la smetto.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto…
Ho una piccola richiesta: mi lascereste una recensioncina piccina piccina? Anche per dirmi che fa schifo e che potevo evitare di pubblicare di nuovo xD
 
Grazie mille alle ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, scusate se non vi ho risposto, ma ho adorato OGNI SINGOLA PAROLA che avete lasciato.
Naturalmente, grazie anche a chi ha inserito la storia tra le seguite-preferite-ricordate e anche a chi legge soltanto!
 
Vi adoro.
Fede.
 
   
 
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