Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: Wiwa    16/06/2012    1 recensioni
Strappata da una Londra Vittoriana, catapultata nel mezzo di un mondo sconosciuto, quello della pirateria, Nami passerà dall'universo fasullo della società borghese per poi cadere nelle braccia di un giovane e ricercato pirata, nel mezzo di un'avventura senza uguali, su un'isola abitata da un vecchio nemico e da una rivale desiderosa di vendetta.
-Tu..tu sei..-Lo sguardo le cadde sul sangue che gli inondava il viso, ferito da quella creatura per proteggerla.-Va tutto bene Nami,- Silenzio-Va tutto bene-.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La luna risplendeva, specchiandosi nel mare caraibico che bagnava lentamente la sabbia, trascinandola in esso. Su una piccola e pacifica isola, galleggiante su un mare famoso per la sua bellezza sfolgorante, un enorme albero, che sembrava quasi tenere insieme tutta l’isola per quanto grandemente si ergeva sul resto del territorio. Al suo interno, continuando a scendere dopo essersi calati dentro una fessura al suo interno, per chilometri e chilometri, ritrovandosi in un insieme di cunicoli e corridoio che si intersecano fra loro. Nel mezzo di questo labirinto in districabile a qualsiasi estraneo, nella sala principale, rischiarata dalla luce calda di un camino, seduti su due divani abbondanti di seta rossa l’uno di fronte all’altro stavano due figure semi illuminate dalla luce. Parlavano di affari.
-Il mio piccolo progetto non è andato a buon fine.
Decretò la figura di destra, molto più massiccia e squadrata dell’altra, mentre reggendo il bicchiere ricolmo di liquore che aveva in mano, lo sorseggiava con calma.
-I miei collaboratori non sono riusciti a liberarsi di un piccolo intoppo. Pensavano di essersi liberati della ragazza, gettandola in mare ma a quanto pare…
Fece una pausa, massaggiandosi la radice del naso come frustrato di avere dei collaboratori così idioti.
-Quindi nel caso io,
poggiò il bicchiere su un tavolino di mogano lì vicino.
-Facessi in modo che la ciurma si trovasse qui…
Indicò con la mano tutta l’isola.
-Lei saprebbe cosa fare no?
La ragazza lasciò perdere una ciliegia che stava portando alla bocca  sbuffando.
-Sa bene qual è il prezzo per l’intervento dei thugs.
-è troppo alto.
Disse lui, sbattendo il pugno sul tavolino e facendo così rovesciare il suo bicchiere. La ragazza lo guardò a malapena.
-Niente contrattazioni.
-Ma insomma, con tutto quello che guadagnerete con le taglie della ciurma di cappello di Paglia! Solo il capitano vale…
Neanche riuscì a finire la frase che la ragazza scattò in piedi con un colpo di reni degno di un record.
-La ciurma di cappello di paglia?
Chiese quasi isterica, i begli occhi scuri quasi fuori dalle orbite. L’uomo, sorpreso, fece a malapena un cenno con la testa. La ragazza rise di gioia, godendosi quel momento.
-Allora così la faccenda cambia. Posso farlo anche gratuitamente, se mi porterà quella nave e quella ciurma su un piatto d’argento.
Si alzò dal divano, porgendo la mano al suo cliente.
-Affare fatto?
 
Erano ore che Nami aspettava rinchiusa in una cabina per non dare fastidio. Probabilmente tutti i pirati si stavano dando da fare per evitare che la nave colasse a picco. Probabilmente quella era la stanza di Bibi, poiché nell’armadio c’erano dei vestiti femminili, aveva controllato proprio per sapere nella camera di chi si trovava. Era seduta sul letto e si portò le gambe al petto, stringendole forte. Non pianse più, l’aveva fatto prima quando nessuno poteva sentirla. Aveva due guancie ancora bagnate di lacrime per provarlo. Non sapeva cosa fare. Si trovava in una pessima situazione, era semplicemente disperata,annichilita, distrutta. Non sapeva che fare per tirarsi fuori da quella situazione. Per tutta la vita non aveva fatto altro che pregare che un ciclone..una catastrofe naturale..qualsiasi cosa! La portasse finalmente lontana da quella vita che aveva tanto odiato. Eppure adesso avrebbe fatto qualunque cosa per trovarsi davanti il sorriso falso di Perona o la smorfia di disapprovazione di Kureka. Dopo poco la porta si aprì ed entrò la proprietaria della stanza. Bastò un’occhiata per capire la situazione.
-o poverina…
-No, n, lascia stare…
Cercò di recuperare Nami. Come abbiamo già detto, detestava farsi vedere e cercare di essere consolata dal pianto. Si asciugò in fretta le lacrime con i rimasugli del vestito.
-Non puoi portare quello, lo sia vero..?
Disse la ragazza coi capelli turchini, indicando il suo vestito semi-distrutto.
-Ti presto qualcosa di mio.
Nami guardò con terrore alle sue forme prosperose messe in mostra dai succinti abitini stretti. Bibi rise.
-Non ti preoccupare! Non pretendo certo che tu passi da quelle specie di armature di tessuto ai miei vestiti! Tranquilla! Ci andrò piano.
Così si accostò all’armadio e tirò fuori una bela camicia bianca, morbida cadente e soprattutto coprente, un gilet di pelle e dei pantaloni rossi, molto simili a quelli di Asterix il gallo. Ok, questo come descrizione non rende l’idea. In goni cao, anche se  era un be passo avanti, Nami si sentì di indossarli e ringraziò Bibi. Lei neanchè volè snetire i suoi ringraziamenti.
-Odio i salamecchi.
Nami si ritrovò a sorridere. Qualcuno aprì la porta, entrando. Era Chopper.
-Il capitano ci vuole tutti in cucina per discutere su cosa fare adesso.
Bibi si avviò verso il ponte ed accorgendosi che Nami non veniva, le disse:
-Dai, muoviti!
-Anche io?
Chiese lei stupita.
-Il nostro capitano è molto democratico e poi parleremo di te. Devi esserci.
Così guidarono Nami nella zona della nave in cui non era ancora stata, portandola in una camera molto ampia, una cucina piena di tutte le novità moderne dove Sanji si stava dando da fare per cucinare e gli altri seduti intorno ad un tavolo, discutevano fra loro. Appena entrate Sanji cominciò a delirare complimenti e gli porse due bicchieri color ambra decorati con frutta esotica a pezzettini.
-Devo fidarmi?
Chiese nami sussurrando a Bibi che aveva già cominciato a bere la sua bibita con avidità.
-Non preoccuparti, Sanji è un ottimo cuoco e ha delle regolo ferree.
-Non credevo che i pirati ne avessero,
sussurrò Nami. Inaspettatamente, Bibi non si arrabbiò, anzi  mise le cose ben in chiaro. Lasciò vagare lo sguardo su tutti i suoi compagni che nel frattempo erano arrivati alle mani. La sua voce si era fatta  incredibilmente triste e con lo sguardo vagava a ricordi lontani.
 
-Le conosco le storie sui pirati Nami e conosco anche loro. Ne ho viste di persone che meriterebbero al tua diffidenza. Ma non queste. Ci sono le eccezioni anche fra i pirati e non nego la brutta fama degli gli altri di noi, la maggior parte delle volte meritata. Quindi, dacci una possibilità, okay?
Le chiese, facendo l’occhiolino. Nami si stupì che Bibi non avesse cercato di negare, anzi aveva messo subito le cose in chiaro. Fu questa schiettezza che la convinse, più che altro a fidarsi, almeno non le avrebbero mentito, non ne avevano bisogno. Così, per la prima volta nella sua vita, decise di dare retta a qualcuno, ascoltando seriamente cosa aveva da dire.
-Ok allora.
Disse e preso un bel respiro, ingurgitò tutto il liquido color arancio.
-Ma è buonissimo!
Si leccò le labbra con la lingua, al che Bibi rise.
-Te l’avevo detto che è un cuoco straordinario.
-Grazie BIBI-sannnnnnn! Nami-saaaaaaaan.
Bibi sventò l’ennesimo assalto del cuoco.
-Ma per quanto riguarda le buone maniere, non proprio.
La testa di Snaji, conficcata del pavimento, ancora fumava.
-Ma chi,i ripara poi tutti questi danni?
Pensò Nami divertita, suo malgrado. Poi il resto della ciurma si accorse del loro arrivo.
-Bene, sedetevi.
Disse Zoro, indicando le due sedie vuote fra Franky e lui. Bibi fu più veloce e si mise vicino a Franky, quindi a Nami toccò Zoro, cosa che la faceva sentire veramente a disagio.
-Allora, dobbiamo decidere cosa fare con…Come ti chiami scusa?
Chiese voltandosi.
-MALEDUCATO! Te l’avrò detto poche ore fa!
-Il Marimo non ci sa fare con le donne..
Proclamò Sanji serafico con una sigaretta sulla bocca.
-Che cosa hai detto damerino? Sbaglio o sei tu quello che ci prova sempre ma non riesce mai a cuccare niente????
In men che non si dica i due si misero a litigare e se  la litigata di Bibi e Zoro aveva provocato un polverone, questo sembrava più un tornado! Nami sospirò portandosi le mani alla testa, che ormai dolevano paurosamente.
-SMETTETELA VOI DUE!
-certo Bibi-san <3!
Zoro cercò di vomitare in un bicchiere, ma poi riprese contegno.
-Dato che è una nobile inglese, sapete bene quale sarebbe il mio normale approccio a questo tipo di situazione.
Calò un silenzio pesante e Nami poteva semplicemente solo immaginare cosa facevano agli inglesi che gli capitavano fra le mani.
-Ma per stavolta farò un’eccezione. Propongo …
Nami trattenne il fiato.
-Di lasciarla su una di queste isole. Poi col suo nome se la caverà.
Si alzò un coro di proteste.
-Non possiamo lasciarla al suo destino!
-Sei un idiota marimo! Non si tratta così una donna!
-Non posso farcela da sola!
Si unì al coro di voci Nami, consapevole della sua fortuna sfacciata, ma essere abbandonata su un’isola , anche se abitata non poteva fare altro che assicurarle un biglietto di sola andata verso il paradiso ed era contenta che il resto della ciurma la pensasse come lei.
-SILENZIO!
Nami si accorse che il tuono che le aveva riempito le orecchie non era altro che il suono del pugno di Zoro che si abbatteva sul tavolo.
-HO PRESO QUESTA DECISIONE!
Disse con voce aspra, rivolto a tutti i suoi sottoposti, nessuno dei quali osò più neanche fiatare. Perfino Sanji, nonostante il suo amore delle donne, osò più alzarsi a difesa di Nami. E lei si sentì persa. Lentamente, Zoro rivolse lo sguardo ad Ace, che seduto comodamente su una sedia dondolando, si comportava come se la cosa non lo riguardasse.
-Per te va bene, Ace?
-Perché?
Si chiese Nami mentre il pirata moro si volgeva lentamente verso il suo capitano.
-Perché chiede solo il parere di Ace?
Pugno di Fuoco inaspettatamente sorrise, e calcandosi per bene il cappello, disse:
-Non avrei fatto nulla di diverso, fratellino.
-Fratellino?
Si chiese Nami mentre il capitano si alzava andandosene. E solo in quel momento, Nami si accorse di essere destinata a morire su un’isola.
-Non può finire così!
Senza neanche accorgersene, Nami aveva scostato di scatto al sedia e si era diretta all’inseguimento di quell’aguzzino. A nulla servirono le urla degli altri che cercarono di fermarla. Non per nulla Nami era considerata una gatta selvatica.
 
Dopo poco lo raggiunse. Sul ponte osservava quella che ormai era diventata un’alba.
-Certo che sei proprio forte sai?
Zoro si voltò, le sopracciglia inarcate in un’espressione di sorpresa.
-Certo che la sua specialità sono le entrate a sorpresa, vero?
Nami lo raggiunse finalmente, proprio di fronte, guardandolo dritto negli occhi, cosa che le metteva una terribile paura. Aveva gli occhi più neri che avesse mai visto, ma anche i più belli. Facevano paura per la terribile determinazione che ne traspariva ed il taglio, che sembrava fosse sempre accigliato. Nami era terrorizzata dall’uomo che poteva decidere della sua vita, ma aveva intenzione di giocare la sua partita fino in fondo. Dal canto suo Zoro, ritrovandosi quegli occhi di fuoco dritti addosso, si sentì stranamente in imbarazzo. L’ultima volta che una donna l’aveva messo in imbarazzo era perché cercava di….Mh, lasciamo perdere dai.
-Tu, tu non sei per niente GENTILE!
Disse Nami, puntandogli un dito sul petto, calcando l’ultima parola. Poi si ricordò che Zoro non portava una maglietta proprio..coprente.
-ed anche MEZZO NUDO!
Si ritrovò ad urlare girandosi di scatto, rossa in volto. Il massimo che un uomo poteva permettersi nella società inglese era di portare il panciotto, quindi l’unica occasione che si aveva di vedere il corpo del proprio partner era se si dormiva insieme e questo pensiero non metteva Nami proprio a sua agio.
-Me l’hanno detto molti sa? Del gentile…Non del mezzo nudo.
Disse lui, cercando di non ridere dell’eccessivo imbarazzo della ragazza.
-Resta il fatto che non lo è!
-Per essere pirati non bisogna esserlo.
-Non mi sembra una buona giustificazione.
-Ma io non mi sto giustificando.
-Quindi non si vergogna di agire come un assassino, ladro, farabutto, delinquente, depravato e chissà cos’altro?
Gli gridò in faccia.
-Cavolo, ma ha preso fiato mentre l’ha detto?
Chiese Franky agli altri, che tutti nascosti strategicamente sul ponte, volevano godersi lo spettacolo. Per tutta risposta gli fecero cenno di tacere.
-Sono un pirata signorina, quindi nessuno può venirmi a dire che è sbagliato agire per quello che sono. Si può girare, per favore? Per quanto trovi la sua schiena interessante, voglio guardare una persona in faccia quando le parlo.
Nami gli disse di coprirsi.
-Andiamo, sta dicendo sul serio?
-Copriti!
Replicò lei.  Zoro sbuffò guardandosi intorno alla ricerca di qualcosa con cui vestirsi e si diresse verso il nascondiglio dei suo compagni che cominciarono a tremare. Poi a metà strada si fermò, si tolse il gilet bianco e lo mise al contrario, dalla parte della schiena, coprendosi così il petto.
-Ora può voltarsi,
disse, Orgoglioso della sua soluzione. Nami, voltatasi cercò di trattenersi dal ridere.
-Che c’è?
Chiese lui, la cui pazienza si stava quasi ormai esaurendo.( mazza ha resistito per essere Zoro O.O N.D.A)
-Sembra un’…idiota!
Disse Nami, fra i singulti delle risate represse. Zoro si accigliò.
-è lei che ha preteso questa cosa assurda! Ma perché a me?
-Perché Nami ha chiesto al capitano di coprirsi?
Chiese ingenuamente Chopper ai suoi compagni, sempre sussurrando.
-Perché..Zoro  anche se è stupido bisogna ammettere che è dannatamente sex…
Franky bloccò appena in tempo Bibi, sempre senza farsi scoprire.
-Altrimenti prende freddo!
Recuperò invece Sanji, cavandosela con un calcio d’angolo.
-Com’è premurosa la signorina Nami!
Sussurrò Chopper, poi tutti si voltarono di nuovo verso il loro personale “spettacolino” nel quale Nami stava dando un sacco di pugni in testa a Zoro. Calò a tutti una goccia dietro la testa.
-Lei-non-può-abbandonarmi-su-un-isola-e-levarselo-dalla-coscienza!
E ogni cosa la sottolineava con una sberla o un pugno. Dove Zoro prese a questo punto dopo tutte queste sberle la forza cerebrale di reagire, la nostra autrice non lo sa, sta di fatto che riuscì a bloccarla, prendendole i polsi. Nami trasalì spaventata.
-Senta,
e qui gli occhi ardenti del pirata si incastonarono nello sguardo di Nami che tremava.
-è già un’eccezione che io la lasci in vita. Lei è inglese.
Prese fiato, con la bocca così serrata che sembrava ringhiasse.
-Ho promesso di uccidere qualsiasi inglese che trovassi sulla mia strada. Qualsiasi! Lei è un’eccezione, che farò solo per questa volta.
-Lei ucciderebbe una persona solo per la sua nazionalità?
-Gli inglesi non si sono fatti problemi ad uccidere donne e bambini. Perché dovrei farmene io?
-Perchè…Mi sembra di capire che questa promessa viene da una...una questione personale.
Nami ingoiò a fatica sperando di non andare troppo oltre e sentì Zoro fremere davanti a lei.
-E se tu..tu ripaghi un’ingiustizia con una vendetta… Non sarai migliore di coloro che ti hanno ferito.
Dai loro nascondigli la ciurma trattenne il fiato. Zoro inarcò le sopracciglia, strinse i denti finchè non stridettero rumorosamente. Poi prese fiato e… Scoppiò a ridere, di una risata che non aveva nulla di gioioso. Sembrava più il residuo amaro di una ferita.
-Lei non è mai stata ferita vero? Ferita veramente. Tanto da volersi strappare il cuore dal petto perché non faccia così male.
Il viso di Zoro era la cosa più terribile ed affascinante che avesse mai visto. Era stravolto dal dolore, dalla rabbia e Nami, automaticamente portò lo sguardo alla sua ferita sul petto, allargando gli occhi. Zoro rise.
-No, stia tranquilla, quella ferita non me la sono fatta io. Sono stati suoi cari inglesi… Ma basta parlare di queste cose.
Sospirò, lasciandola andare ed i suoi compagni presero un sospiro di sollievo dietro botti, ancore o qualsiasi altra cosa fosse abbastanza grande da coprirli. Nami aprì la bocca per parlare ma un tuono spaventoso le fece morire le parole in gola. Traballò e cadde fra le braccia di Zoro che evitò che cadesse a terra, con suo grande imbarazzo.
-Ci stanno attaccando!
Gridò il capitano, accompagnato dal tintinnio dei suoi tre orecchini.
-Se voi gentaglia avete finito di godervi lo spettacolino, potete anche alzarvi e DARE UNA MANO!
Uno dopo l’altro, rossi di imbarazzo o persi nel tentativo di trovarsi lì per caso, si alzarono in piedi.
-Pensavo di avere una ciurma, non un branco di zitelle pettegole!Franky!
Il carpentiere scattò come una molla.
-La nave è troppo danneggiata dall’ultimo incontro. Non voglio un fuoco a fuoco, usa il coup the bust.
Franky fece un cenno affermativo, e tutti si diressero ai loro posti. Nami che non sapeva dove andare, fu salvata da Zoro, che presala saldamente per la vita, si aggrappò ad una sartia.
-che cosa diavolo fai?
Gridò Nami scandalizzata, arrossendo quando poi si ritrovò il viso di Zoro vicinissimo al suo. Col quel sorriso sghembo che ormai lo caratterizzava, il capitano la avvisò:
-Le consiglio di reggersi forte e di tenersi il cuore chiuso nel petto. Con un tale impatto, potrebbe catapultarsi fuori.
Neanche il tempo di dirlo, che la nave, con uno scossone fortissimo si librò in aria, facendo un enorme balzo in avanti.
-VOI SIETE PAZZI, TUTTI QUANTIIIIIIII…
Cercò di urlare Nami, perdendo la voce nella caduta.
-SI TENGA STRETTA, MADAME! QUI CI SI GIOCA LA VITA!
A Nami sembrò davvero che il cuore scappasse, ma per un motivo ben diverso dal terribile vuoto d’aria che sentiva sotto i piedi. Sembrava invece causato dalle braccia che le tenevano la vita e dal terribile profumo che sentiva provenire dall’uomo dietro di lei.
 
Angolo dell’autrice:EEEEEEEEEE ce l’ho atta ragazzi! Sono contentissima e voglio ringraziar e tutti coloro che hanno recensito, sperando che questo capitolo non li abbia annoiati! Zoro: ma che mi fate dire? Io voglio combattere! Torniamo indietro! Wiwa:O mamma mia… Zoro: Ne va del mio nome! Wiwa: sicurezzaaaaaa…( compaiono FRanky e Rubber con una maglia con la scritta SECURITY prendono Zoro e gli danno un sedativo)
Baci Baci…
  
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