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Autore: phoenix_esmeralda    16/06/2012    2 recensioni
"È brava a manipolarti. È furba. Il vero problema, con la Bestia, non è il fatto che menta – sarebbe scontato. Lei mescola le bugie alla verità. Prende parti del tuo cuore e le amalgama con la menzogna e tu non sai più chi sei davvero, dove finisci tu, dove inizia la Bestia e quanto delle sue azioni siano in realtà le tue. La Bestia fa impazzire Kyra."
SECONDA CLASSIFICATA al contest "Keep calm and make cry or smile" di Khika Liz.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando Alinda la fa chiamare, Kyra non ne è contenta. Prima di affrontare la sovrana, vorrebbe conoscere meglio Zenon e comprendere la sua situazione in modo da poterlo favorire in qualche modo. Sembra non ci sia la possibilità di scinderlo dalla Bestia, ma Kyra non può esserne certa senza aver studiato prima tutte le variabili. Fino a ieri aveva definito impenetrabile lo sguardo di Zenon, ma guardandolo oggi, mentre lottava contro la voce della Bestia nella sua testa, ha visto la disperazione. Disperazione muta e soffocata, intrappolata sottopelle fra il corpo e la mente. Le ha commosso il cuore come la tristezza di nessun altro finora aveva fatto... e Kyra, in passato, di sofferenza ne ha vista tanta.
Entra nella stanza dove la sovrana l’attende e dal suo sguardo comprende di averla fatta aspettare troppo.
- “Mi perdoni mia signora, il servitore ha impiegato molto tempo a trovarmi, passeggiavo in giardino.”
- “Dunque, adesso ti mantengo per passeggiare Kyra?”
- “Mi aiuta a pensare.”
La sovrana le fa cenno di avvicinarsi e sedersi di fronte a lei. Il suo volto è bello e terribile al contempo, così come può esserlo una cosa perfetta e crudele.
- “Ti ho fatta sorvegliare mentre eri nella gabbia della Bestia e mi è stato riferito che vi parlate.”
Kyra non riesce a comprendere se l’affermazione suoni come un’accusa, un elogio o una semplice constatazione.
- “Sì, signora.”
- “Sono dieci giorni che la faccio portare ogni giorno nelle mie stanze per interrogarla e non ho sentito uscire dalla sua bocca una sola parola!”
Kyra non riesce a trattenersi, la risposta le vola fuori dai denti quasi avesse volontà propria.
- “Forse dovreste provare con un po’ più di gentilezza!”
L’espressione di Alinda cambia e Kyra comprende di aver fatto un passo falso. La sovrana non scorda un solo torto, presto o tardi si vendicherà della sua insolenza.
- “Dunque tu con la Bestia usi la gentilezza, Kyra?” – domanda, con un tono così melenso che lei fa fatica a trattenersi dal tremare di paura – “Ti ho salvata dalla strada per le tue doti particolari, ma dopotutto i tuoi mezzi sono sempre gli stessi di quando ti prostituivi!”
Quell’insinuazione cruda, lasciata cadere con dolce indifferenza, la lascia vibrante di dolore. Con sgomento, Kyra si accorge che la sovrana sa ferirla.
- “Avanti, riferiscimi ciò che hai scoperto. Cosa ti ha detto?”
Kyra si morde le labbra, riflettendo. Deve trovare il modo di proteggere Zenon.
- “Il giovane si rifiuta di mangiare, perché non vuole che la Bestia prenda il sopravvento. È... intrappolata dentro di lui, come se fossero due persone in un unico corpo. Quando il corpo è in forze, la Bestia ha il controllo della situazione e può uscire a suo piacimento, ma se il corpo è debole, non ha sufficienti energie per prendere il sopravvento e il ragazzo riesce a dominarla. Signora, non credete che possa essere... una maledizione? Ne ha tutta l’aria.”
- “Certo che è una maledizione!”
Alinda Soresa si guarda intorno, meditando. Le parole di Kyra non le hanno provocato la minima sorpresa e lei si rende conto all’improvviso che la sovrana lo sapeva già. Sapeva che la Bestia è chiusa nel corpo di un giovane innocuo. E tuttavia lo tormenta ugualmente.
- “Dunque il ragazzo ora riesce a dominare la Bestia, eh?” – mormora – “Va bene, Kyra”
La sovrana le lancia un’occhiata intensa e lei sente le gambe cedere. Sta per arrivare una staffilata, riconosce lo sguardo affilato di chi sta per scoccare una freccia.
Kyra osserva la signora avvicinarsi alla porta che conduce alla stanza dove, ogni giorno, fa portare Zenon. La spalanca e la invita ad avvicinarsi.
Zenon è là, incatenato al muro come il giorno prima, stanco e debole.
- “Bestia, oggi ho una sorpresa per te, non sarò io a interrogarti!”
Zenon le rimanda un’espressione disinteressata, ma quando si accorge di Kyra dilata gli occhi.
Alinda gli si avvicina e accosta il viso al suo.
- “A quanto pare, Kyra mi ha rimproverata di non essere sufficientemente gentile con te.”
Così dicendo, appoggia una mano al suo torace nudo e affonda le unghie in una ferita fresca. Zenon sussulta e stringe le labbra per non gemere.
- “Così oggi vedremo cosa riesce a combinare la nostra Kyra, con la sua gentilezza.”
Le fa cenno di avvicinarsi e lei obbedisce come un automa, raggelata.
- “Vedi di farti raccontare il principio di questa maledizione, sarebbe già un buon passo avanti! Non dovresti far fatica, no? Tu sei così gentile di natura, Kyra!”
- “Io signora, non so...”
- “Se fallirai, ti risbatterò sulla strada.”
Quelle parole cadono addosso a Kyra come una frustata, ammutolendola. Eccola, la vendetta. Una vendetta degna di Alinda Soresa. Alinda sa sempre come vincere. Se Kyra riesce nell’impresa, avrà delle informazioni che da sola non riusciva a ottenere. Se fallisce, avrà la soddisfazione di prendersi una rivincita su di lei.
- “Ti do un’ora di tempo, dopodiché saprò se invitarti o meno a raccogliere le tue cose e andartene!”
Alinda le lascia un sorriso allusivo come ultima traccia di sé, prima di scomparire oltre la porta.
Mentre l’uscio si richiude, Kyra fa in tempo a maledire cinque volte la sua stupida bocca impulsiva. Di solito è perfettamente in grado di ponderarsi con Alinda Soresa, ma non oggi.
Zenon è rimasto in silenzio e la sta fissando intensamente, aspettando la sua prima mossa. Non ha parlato sotto tortura, come pensa di riuscire a indurlo a confidarsi? E poi perché? Cosa vuole la sovrana da lui?
Kyra solleva lo sguardo.
- “Perché ti fa questo?”- sussurra – “Cosa vuole da te? Vorrei sapere almeno questo.”
- “Vuole la Bestia.”
La voce roca di Zenon la sorprende. Non si aspettava una risposta, l’ultima volta che gli ha posto questa domanda non ha aperto bocca.
- “Intendi dire che la vuole ai suoi ordini?”
Lui annuisce brevemente.
- “Ha scoperto che può rinchiuderne lo spirito in un contenitore sporco del mio sangue, ma non sa come fare a liberare la Bestia dal mio corpo.”
- “Quindi è questo che vuole sapere da te.”
- “E non lo otterrà. Lei pensa di poter governare la Bestia, ma non ha compreso a cosa si ritroverà di fronte. Crede di poterci venire a patti, di asservirla con ricatti o con promesse... ma la Bestia farà solamente ciò che le riesce meglio: si approprierà del corpo di qualcun altro e ucciderà chiunque si trovi in questo palazzo. Ucciderà tutti coloro che si frapporranno fra lei e la libertà... e sarà una strage.”
- “Perché non lo dici alla sovrana? Se veramente non se ne rende conto, allora dovresti farglielo sapere!”
Il sorriso sarcastico che gli increspa il volto la ferisce.
- “Pensi che mi crederebbe? La tua sovrana non darebbe fiducia alla sua stessa madre e io in questo momento sono il corpo della Bestia. Lei pensa che mi piaccia... pensa che mi senta potente in questa condizione, così come si sentirebbe potente lei se la Bestia fosse nelle sue mani.”
Eppure, per Kyra, è talmente palese che non sia così.
Che Zenon non sia felice di star nella sua pelle, è una verità lampante. Ma non per Alinda, che concepisce solamente le sue egocentriche smanie.
Il giovane espira lentamente aria e rabbia, non può permettersi emozioni troppo violente, le sue forze sono limitate. Kyra vede sul suo corpo i segni di nuove ferite e per un istante ha la sensazione che la rabbia estromessa da Zenon si sia impossessata di lei.
- “Non è giusto” – dice – “La Bestia uccide, devasta, distrugge... e a farne le spese sei tu! Dovrebbe essere lei a soffrire per queste ferite!” – appoggia la mano sul torace di Zenon e lo guarda negli occhi.
Le fiamme arancioni guizzano per un istante più alte e Kyra capisce che la Bestia sta reagendo alle sue parole.
- “Ma è sempre stato così. – risponde Zenon a voce bassa. Il suo tono controllato sembra nascere in  contrapposizione alla furia che si sta scatenando nella sua testa – “La Bestia esce all’improvviso, prende ciò che vuole, devasta tutto ciò che la circonda e poi si rintana nel mio cuore a compiacersi delle conseguenze. Sono sempre stato io a essere cacciato, ferito, allontanato, insultato, punito. Lei devasta e io pago. E lei gode. Gode a vedermi scontare per le sue azioni, gode a sentirmi chiamare Bestia, gode per ogni goccia di sofferenza che io pago. Questa è la verità e non c’è nessuna gloria in questo, nessuna onnipotenza, nessun appagamento. Pensi che questo si possa spiegare alla tua sovrana?”
No, Kyra non lo pensa. Alinda non possiede cuore sufficiente a capire cosa significhi trovarsi nella pelle di Zenon.
- “Kyra...”
Lei sussulta nel sentire il suo nome accompagnato da quella voce roca. Poi ricorda che Alinda l’ha pronunciato davanti a lui.
- “Kyra, perché Alinda Soresa ha tutto questo potere su di te? Perché è così importante, per te, restare qui?”
All’improvviso, Kyra ha la bocca asciutta. Si vergogna del suo passato, se ne è sempre vergognata, ma non può fare la preziosa di fronte a Zenon che porta il peso della Bestia nella sua vita.
- “Sognante, da sempre, è diviso in strati sociali.” – gli spiega a bassa voce, tenendo gli occhi fissi a terra – “Ci sono la sovrana e i nobili che vivono nel lusso, poi coloro che lavorano indirettamente per la cerchia nobile, artigiani, orefici, sarti, pasticceri, che riescono a vivere dignitosamente. E poi ci sono i poveri. Io appartenevo a quest’ultimo strato. Mia madre morì quand’ero ancora piccola, mia sorella la seguì poco dopo per la stessa malattia. Restai sola con mio padre e finché ci fu lui, la mia vita ebbe una parvenza di normalità. Con i soldi che guadagnava con il lavoro, riuscivamo a malapena a pagare l’affitto, vestivamo di stracci, mangiavamo il minimo necessario alla sopravvivenza. Ma era l’unica realtà che conoscevo, i nostri vicini di casa vivevano come noi e così tutte le persone che frequentavo. Pensavo semplicemente che la vita fosse così. Poi, quando ebbi dodici anni, anche mio padre morì. Completamente sola, senza un soldo, senza un mestiere, non rimasi che con l’unica scelta cui si indirizzavano le ragazze nelle mia condizione.”
Kyra si interrompe. Spera che lui capisca, spera che non glielo faccia dire.
- “La strada?” – le chiede allora, in un soffio.
Lei fa un breve cenno con la testa.
- “Durò solo un anno. Alinda mi stava già facendo tenere d’occhio da un po’, aveva notato le mie capacità... particolari. Lei... tiene molto a questo, ad avere al suo servizio ogni persona che manifesti il più piccolo potere speciale. Così mi raccolse dalla strada e mi portò qui. Mi fece studiare, fece sì che esercitassi le mie capacità e mi legò a sé con nodi inestricabili fatti di facili promesse e velati ricatti. Vivo al suo servizio nel perenne terrore di perdere il suo favore... favore che lei concede in base ai suoi capricci e ai suoi umori, basta una parola sbagliata per ribaltare completamente la propria posizione.”
- “E tu hai detto questa parola sbagliata.”
- “Forse. O forse mi perdonerà.”
- “A quale prezzo? La verità che io non voglio rivelare?”
Gli occhi di Kyra si riempiono di lacrime. Le scaccia via con il dorso della mano.
- “È quello che sono, Zenon. Mi dispiace. Sono la sua serva, mi sono venduta a lei per evitare di vendermi ancora a uomini schifosi che...” – Le manca la voce. – “Lo so” – sussurra – “Fra te e me, sono io il vero mostro. Ma non voglio tornare sulla strada. Non voglio.”
Zenon fa un gesto, subito bloccato dalle catene. Per un attimo le è sembrato che volesse toccarla. Si sforza di guardarlo in faccia, nonostante la vergogna. Negli occhi di lui, il verde sovrasta l’arancio, come se l’ascolto della sua storia avesse sospinto la Bestia un po’ più a fondo. In questo momento Zenon è perfettamente ancorato a se stesso.
Poi fa un gesto con la testa come a voler scacciare un pensiero importuno ed emette un sospiro.
- “La condizione in cui mi trovo è stata determinata da mio padre” – dice, in un soffio.
Kyra sente un brivido percorrerle la spina dorsale. Le sta davvero raccontando ciò che vuole sapere?
- “Mio padre voleva liberare il mondo dalla Bestia, per lui era una fissazione. Era uno studioso, da anni raccoglieva dati e informazioni sugli avvistamenti della Bestia, faceva ogni tipo di domande per scoprire come viveva, come agiva, che parole usava. Così scoprì che la Bestia era puro spirito e che vagava da un corpo all’altro prendendone dominio. Pensò di intrappolarla in un corpo molto giovane, cosa che lei spontaneamente non faceva mai, e di rieducarla come un animale selvatico che pian piano diventi domestico.”
Zenon fa una pausa, perché vede l’orrore nei miei occhi.
- “Sì” – conferma – “Il corpo molto giovane ero io. Pensava che intrappolandola dentro di me, avrebbe potuto controllarla. Ma si sbagliava.”
Così come si sbaglia Alinda Soresa – pensa Kyra, rendendosi conto di come i fatti si ripetano.
- “Mio padre sapeva come liberare la Bestia dal suo corpo attuale e intrappolarla in una boccetta sporca di sangue. Quando riuscì a intercettare la Bestia, lo fece. Poi riversò il suo spirito dentro di me. La prima cosa che fece la Bestia, aprendo gli occhi nel mio corpo, fu di prendere il sopravvento e ucciderlo. Poi uccise mia madre e i miei fratelli. E poi i miei zii, i miei cugini e tutti coloro che trovò sul suo cammino. Lo fece usando le mie mani, mentre li terrorizzava con la mia voce. Io assistetti come spettatore immobile, attraverso il suo sguardo.”
Kyra è paralizzata.
- “Mi disse che ero stato io a volerlo” – aggiunge Zenon – “Disse che ero arrabbiato per il modo in cui mio padre mi stava usando e che desideravo uccidere lui e tutti i miei parenti consenzienti.”
- “Questa è una menzogna!”
- “Non lo so. Non sono in grado di capirlo, Kyra. Ogni volta che la Bestia distrugge, mi sussurra  alla mente che sono io a volerlo e mescola le sue parole alla rabbia che provo in fondo al cuore. E a quel punto non capisco più se è lei a fare del male o se sono io a ordinarle di uccidere, di violentare, di devastare...”
- “Tu non sei come lei Zenon, ti racconta bugie!”
-  “Sì, le racconta, ma non è solo quello Kyra. È brava a manipolarti. È furba. Il vero problema, con la Bestia, non è il fatto che menta – sarebbe scontato. Lei mescola le bugie alla verità. Prende parti del tuo cuore e le amalgama con la menzogna e tu non sai più chi sei davvero, dove finisci tu, dove inizia la Bestia e quanto delle sue azioni siano in realtà le tue. La Bestia fa impazzire Kyra. Per questo non ti dirò come estrarla dal mio corpo, ora che so come controllarla non la lascerò scappare. Racconta alla tua sovrana ciò che ti ho detto di mio padre, le basterà per oggi. Ma non chiedermi di più.”
Ha ragione, Kyra non può chiedergli di più. Ha già fatto per lei più di quanto abbia fatto chiunque altro.
- “In qualche modo, noi siamo uguali” – gli dice, in un sussurro – “Incatenati senza speranza a qualcuno che ci odia.  Alinda mi detesta, perché anche se possiede i miei servigi, sa che sono speciale più di lei. Invidia le mie capacità, mi trattiene presso di sé e mi detesta. E così tu sei ancorato a una Bestia che ti fa del male e che gode della tua sofferenza. Ti capisco, Zenon. In qualche modo posso capirti.”
Allunga una mano verso di lui e lascia scivolare una carezza sul suo viso.
- “Non puoi accarezzarmi senza accarezzare anche la Bestia.” – mormora lui, immobile – “Ha sentito il tuo tocco come me. E non fa che urlare nella mia mente le atrocità cui intende sottoporti. Non sopporta che tu mi stia vicina.”
- “E così sia. Se per toccarti devo toccare anche lei, lo farò.”
La dolcezza, la comprensione che Kyra prova in quel momento, sono così intensi che le fiamme arancioni nei suoi occhi non fungono in alcun modo da deterrente.
Si solleva sulla punta dei piedi e gli sfiora le labbra con le sue. Un gesto delicato, breve, che provoca in Zenon un sussulto nel respiro. Quanto si stacca, incontra i suoi occhi sbalorditi.
- “Ma bene! Molto bene!”
Si girano entrambi verso la porta, dove Alinda Soresa sorride loro con aria sorniona.
E capiscono che questo non porterà a nulla di buono.

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Questo capitolo è particolarmente intenso, perché permette ai due protagonisti della storia di conoscersi a fondo e di farsi conoscere da chi legge....
Spero che la parte non sia risultata troppo lunga o pesante, mentre la scrivevo la pensavo più breve... ma il risultato finale alla fine è stato questo...






 
 
  
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