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Autore: Evaney Alelyade Eve    17/06/2012    1 recensioni
Una Destiel ambientata nel mondo del 2014, dove il mondo è andato a puttane e Sam ha dato il suo grande si a Lucifero, lasciando Dean solo.
Il cacciatore lo sa, però, che nonostante tutto non sarà mai davvero solo, perchè con lui c'è Castiel.
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Camp Chitaqua -  In viaggio per Detroit.

Castiel uscì dalla sua capanna e si avviò verso il resto del gruppo, che lo attendeva  accanto alle jeep, vicino all'uscita.  In prossimità del gruppo, sul suo viso stanco e sporco di barba, apparve un sorriso : lì, tra i volti dei compagni che dopo la sua caduta erano divenuti la sua nuova famiglia, spiccavano quelli delle due versioni, contemporanea e passata, della stessa, unica, incredibile e bella  persona che aveva amato da angelo e amava ancora nell'umanità. Dean Winchester. Certo tra i due c'erano nette differenze : il Dean che proveniva dal 2009 era più giovane, il viso meno stanco e segnato, gli occhi verdi accesi e brillanti come quelli di prati in piena fioritura, gli stessi che avevano colpito Castiel nel profondo, nell'anima, nell'essenza di Angelo, che era la sua Grazia. Dal bianco puro e monocorde s'erano irradiati mille e più colori, e l'ex-angelo aveva imparato le emozioni e il significato profondo di amare qualcuno che non fosse la propria famiglia. L'altro era il Dean 2014, il suo attuale..."compagno". Il viso non era più rilassato e i suoi occhi erano segnati da marcate ombre scure, quelle causate da tutte le notti insonni passate ad ubriacarsi, rimpiangendo un passato che non poteva essere cambiato, e compiangendo le persone che non c'erano più. Gli occhi verdi non erano più brillanti, erano freddi e spenti. Il campo fiorito dove Castiel aveva sognato di rifugiarsi ogni volta che aveva avuto un dubbio, paura o anche solo voglia di sparire dal mondo, era congelato, come se un'era glaciale anticipata avesse colpito l'erba  e le campanule che spuntavano timidamente dal terreno. Non c'era più calore, amore...non c'era più nulla, solo un'enorme distesa ghiacciata di indifferenza e dolore.
- Cas! - esclamarono entrambi all'unisono, quando il moro li raggiunse. Notò il suo Dean squadrare con irritazione la sua versione più giovane, e sorrise ancora. Una settimana prima avevano fatto l'amore.  Nei giorni seguenti si era ritrovato a volte a contemplare e rivivere ogni attimo di quell'esperienza. Gli ansimi, i gemiti, i graffi, i morsi, i baci...tutto era impresso a fuoco nella sua anima, ed era ogni volta un'estasi tale che aveva rinunciato al bere e alle orgie. Non ne aveva bisogno perchè quei ricordi erano la sua nuova droga, il suo nuovo modo di dimenticare la situazione di merda in cui si trovavano. Altre volte si era trovato a chiedersi se quello non fosse stato solo - strabiliante - sesso. Non che lui non fosse abituato a cedere il proprio corpo, ma quello che aveva fatto con Dean..beh, non voleva fosse semplicemente un atto carnale di sfogo. Era qualcosa che aveva atteso per anni pazientemente. Aveva dato a Dean tutto se stesso sperando che questo si accorgesse dei suoi sentimenti, e non avrebbe accettato di ridurre il tutto nella categoria "scopata".
- D'accordo - esordì la voce dura e imperiosa del suo Dean , attirando su di sè lo sguardo risoluto e concentrato del gruppetto - adesso che ci siamo tutti, possiamo partire. Partendo adesso arriveremo a Detroit per le prime luci dell'alba. Sarà un viaggio di sola andata, senza soste, non ne abbiamo il tempo..inoltre sarebbero un rischio inutile. Se qualcuno di voi si infetta durante il viaggio, sapete cosa fare. Non fermate nemmeno la macchina, gettate fuori e via. - erano parole dure, parole sconcertanti che lo stesso Dean una volta avrebbe disprezzato. E l'espressione shoccata sul viso del giovane Dean erano la conferma. Erano parole dette così, come un ordine, come nulla fosse, eppure Castiel sapeva che sotto quel tono, quella scorza Dean  provava orrore per quello che aveva detto. Non era qualcosa che potevi capire dall'inflessione della sua voce, dagllo sguardo o dal contrarsi dei muscoli della mascella..no, era qualcosa che Castiel sapeva, perchè quando l'aveva salvato dal'inferno aveva visto la sua anima, e ne conosceva a memoria ogni piega. Avrebbe potuto dimenticare tutto della sua millenaria esistenza, e della breve vita terrestre, ma la luce che aveva abbagliato il mare dei suoi occhi, la luce che aveva attirato la sua Grazia come una calamita...beh, quella non l'avrebbe mai dimenticata.  E nonostante quello che pensava Dean, nonostante non fosse nulla più che un povero drogato disperato, lui poteva ancora vederla, quella luce. Non si era offuscata, era bella come la prima volta, se non di più e lui l'amava ancora con la stessa intensità.
I compagni attorno tacevano, e Castiel potè vedere in ognuno di loro il terrore e lo sgomento che quelle parole avevano provocato, crescere in cerchi concentrici, come quando si lanciava un sasso nell'acqua e l'urto faceva nascere sulla superfice dei cerchi che si allargavano man mano. Purtroppo per loro non c'era più tempo per tirarsi indietro. Non c'era più nulla da perdere, nè da guadagnare. Castiel sapeva, come loro sapevano, che questa era l'ultima missione. L'ultimo folle atto di un gruppo di disperati, che in fondo speravano di morire e trovare sollievo. Morire e andare in paradiso. O all'inferno, a seconda dei casi. Questo pensiero fece nascere sul suo viso un sorriso colmo d'amarezza, che non sfuggì ad entrambi i Dean, che si limitarono a lanciargli un'occhiata curiosa.
- Se avete capito, andiamo. Ci muoveremo in gruppi di due. Bob tu andrai con Mark. Josh, tu con Carl, Risa con me...cioè con il me del 2009, e io con Castiel. Obiezioni? - dispose, fissando ogni volto pallido dinanzi a lui.
- Io ne avrei una, capo. - ribattè Castiel, attirando su di sè gli sguardi di tutti, sorpresi da quest'improvvisa presa di posizione visto che, da quando lo conoscevano, aveva obbedito sempre senza fiatare ad ogni ordine impartitogli da Dean.
- Ma davvero? - rispose questo fulminandolo con lo sguardo, il tono più aggressivo di quanto, forse, volesse.
- Si. - rispose tuttavia tranquillo, sostenendo senza sforzi od imbarazzo quello sguardo gelido, e con una punta di curiosità - Voglio fare cambio con Risa. -
- E perchè mai? - sibillò Dean, riducendo gli occhi a fessure. Castiel si limitò a fare un sorrisetto di scuse, poi fece cenno al giovane winchester di seguirlo alla loro jeep, voltando le spalle ad un Dean alquanto arrabbiato.  
- Ehi - abbaiò all'altro se stesso, che si voltò a guardarlo perplesso - aspetta un attimo quì. Aspettate tutti quì. - si rivolse poi agli altri.  Si diresse verso Castiel a passo di marcia, e per un istante l'ex-angelo ebbe la certezza che stesse per colpirlo con un pugno, invece quello lo afferrò semplicemente per un braccio e lo trascinò dietro la capanna vicina, quella che avevano adibito ad infermeria.

- A che cazzo di gioco stai giocando, Cas? - l'aggredì subito, sbattendolo contro il muro, e tenendocelo fermo con una mano, mentre l'altra la passava sulle labbra, un gesto tipico di lui, quando era arrabbiato o nervoso.
- Che intendi dire, Dean? - e per un attimo il leader di Camp Chitaqua rivide Castiel l'angelo, in quel suo modo così tipico e ingenuo ed infantile di inclinare il capo da un lato, quando non capiva una sua battuta. Per un attimo Dean perse le parole, e rimase a fissarlo con aria cupa. Cas lo lasciò fare, lasciando che metabolizzasse qualsiasi cosa stesse pensando.
- Sei mio. - disse alla fine, la voce roca e una serietà tale che rese il verde chiaro dei suoi occhi verde come il fondo di una bottiglia di vetro. Castiel dal canto suo, spalancò gli occhi, sgomento. Quante notti, quanti giorni....quante volte aveva sognato di sentirselo dire? Quante volte....
- Perchè? - riuscì solo a chiedere, la voce incrinata. Non credeva di saper piangere, eppure erano proprio lacrime quelle che punzecchiavano gli occhi.
- Perchè è la fine, Cas. La fine dei giochi. La fine di tutto. E perchè avrei dovuto dirtelo prima, ma avevo paura.  Avevo paura che se avessi detto di amarti tu mi avresti abbandonato come tutti. Avevo paura che ti rendessi conto che io non sono l'uomo che ti aspetti, e che scappassi via, magari unendo a....- ma Castiel non gli permise di continuare : portò una mano dietro la sua nuca e lo baciò. Non fu un bacio normale. Non violento, non urgente...calmo, lento, profondo. Un bacio d'addio.  Entrambi sapevano che a Detroit sarebbero morti, ma non avevano paura id morire, se potevano tenersi per mano.
- Addio Dean. - mormorò l'ex-angelo, in tono basso, quasi un singhiozzo.
- Non dire stronzate, idiota. Ci vediamo all'inferno. - e gli regalò un sorrisetto sbieco, determinato e nell'insieme rassegnato. Un fantasma dei sorrisetti lascivi che avevano ornato il suo viso in altri tempi. Castiel sorrise, poi tornarono dagli altri.


***

- So cosa stai pensando, sai? - inizò Castiel, mezz'ora più tardi, seduto in macchina con il giovane Dean.
- Ma davvero? - ribattè l'altro, alzando un sopracciglio.
- Davvero. - affermò lui, accompagnando le parole con un gesto del capo.
- Allora Genio della Lampada di Aladino, che sto pensando? - lo sfidò Dean, incrociando le braccia al petto e fissandolo in segno di sfida.
- "Chi diavolo è questo? Non è Castiel, di certo. Cas è un angelo con il tench. Mr Scopa nel culo, non un barbone disadattato che fuma erba, beve fino a svenire e fa orgie. Cristo santo è un dannato verginello! O per lo meno...lo era."  ho indovinato? - e rise dell'espressione shoccata sul quel viso giovane.
- Che cazzo? Comunque  NON posso credere che TU non sia più VERGINE. Cristo santo! Per portarti in un bordello una volta, ti è quasi venuto un infarto! Ho creduto che ci avresti lasciato seriamente le penne quando Chastity ti ha preso per mano...- e sghignazzò al ricordo, per lui recente, di quella piccola avventura.
- Si, mi ricordo.- e rise di gusto, gettando la testa all'indietro - È stato....terribile! Doveva essere la mia ultima notte, e io non desideravo altro che passarla con te. - e la risata si spense, lasciando posto ad un'espressione seria. L'altro lo guardò per una manciata di secondi, strano, prima di ribattere.
- Beh...alla fine l'abbiamo passata in quella squallida baracca ad aspettare la tartaruga ninja mutante. Ah, come l'avevi definito? -
- "La mia puttanella" - e sorrise.
- Dio...- questa volta fu il turno del giovane di essere serio - devo aver avuto una brutta influenza su di te, amico. Come diavolo ti sei ridotto così? -
- La vita. - rispose il moro senza esitare, lanciandogli un'occhiata intensa, eloquente.
- È colpa sua....cioè mia....oh, insomma hai capito. Ti ho ridotto io così?  - ed eccolo : lo sguardo colpevole tipico di Dean. Lo sguardo che Castiel non sopportava, quello che gli faceva venire voglia di picchiarlo, scuoterlo forte e dirgli che era uno stronzo. Lo sguardo di chi si riteneva non meritevole addirittura di vivere. Di chi pensava di dover restare solo, e morire così.
- NO. - il tono di voce alto, sicuro e determinato. Una sillaba carica di significato e rabbia. Voglia di fargli cambiare idea, fargli capire che non era così. Un tono che sorprese l'uomo dagli occhi verde chiaro accanto a lui.
- No. - ripetè, con voce più calma, ma comunque decisa - Non è stata colpa tua Dean. È stata una decisione mia. Il mondo è andato a puttane, i miei fratelli sono stati sconfitti, sono fuggiti ed io ho scelto di rimanere accanto all'unica persona per cui valeva la pena restare : te. -
- Oh no! Ma non vedi Cas?! - esclamò l'altro - non vedi come ti ho ridotto?! Cosa ti è successo per restargli...restarmi accanto?! E io non ho fatto...ti ho lasciato cadere! Perchè? Perchè non ho preso a calci quel tuo dannato culo piumato e ti ho rimandato in Paradiso?! -
- Perchè io non ci sarei ritornato comunque. Ascoltami bene Dean, ascoltami. Io non volevo lasciarti. Ho deciso io, di mia spontanea volontà di rimanerti accanto. Non avresti potuto far nulla per arrestare la mia caduta....e io non te l'avrei permesso! E non guardarmi così! Per te ne è valsa la pena. Ho dato fino all'ultima piuma per te, e lo rifarei altre dieci, cento, mille volte. Senza rimpiangere dei fratelli che non ci hanno pensato troppo su a mandarmi via, a rifiutarmi e a scappare, lasciandomi solo. Tu non l'hai fatto, hai deciso di tenermi al tuo fianco, e io non l'avrei mai lasciato. Dove c'eri tu, dove ci sei tu...beh quello è il posto a cui appartengo. -
- Perchè, non capisco. Perchè scendere dalle stelle e finire alle stalle per seguirmi? È per quella stronzata dell'Uomo Retto? Io non lo sono Cas. Basta guardarmi adesso : ordino ai miei uomini di uccidere i loro compagni nel caso si infettano! Ordino loro di lanciarli dalle macchine come buste di immondizia! Guarda cosa sono diventato : uno stronzo senza cuore! Non ho salvato Bobby...non ho salvato Sam....non sono riuscito a salvare nemmeno te. Sono un fallito. Questo è quello che il caro vecchio Zach voleva farmi vedere? -
- NON DIRE COSì. - scandì l'altro, lentamente - TU NON SEI UN FALLITO. Mi hai sentito? Lui non è un fallito. Non ho mai incontrato un uomo migliore di te, Dean. E che tu ci voglia credere o no, tu sei l'Uomo Retto. Tu e soltanto tu. Ci hai provato....ci ha provato. Non credere che non abbia provato a salvare tutti. Perchè credi che abbia sempre quella faccia scura? Quegli occhi sofferenti? Perchè è consapevole di non avercela fatta, di essere un fallito, ma non per questo lo è, Dean. Sei un uomo ed il peso di tutto il mondo è troppo, persino per un Winchester. E non è uno stronzo senza cuore....se tu avessi potuto....se tu potessi immaginare quanto è bella la tua anima...la sua luce, avresti potuto vederla mentre si lacerava nel dire quelle cose. -
- La mia anima è corrotta, Cas. Sporca, nera....lo sento ancora addosso il fetore dell'Inferno. -
- Non sai quanto sei cieco. Perchè non cerco di fartelo capire, lì, nel 2009?! Io l'ho vista Dean. Io....non ho mai visto nulla di più luminoso. Nessun'anima è mai stata così....raramente ho visto qualcosa di così bello, così puro..così simile alla mia Grazia. -
- Woah...Cristo Cas, da come ne parli, sembri innamorato. -
- E lo sono. - rispose semplicemente quello, guadagnandosi un'occhiata traumatizzata dell'altro.
- C-Cosa? - chiese, certo di non aver sentito bene.
- Sono innamorato di te..lui. Della  tua anima. Dal primo momento, anzi ancor prima, da quando ho cominciato a tenerti  d'occhio.  Ti ho visto stringere il patto con quel demone degli incroci per salvare la vita di Sam ed ero ammaliato. Ti ho visto morire, mentre i cani infernali ti laceravano la carne...- strinse i pugni sul volante - e avrei voluto aiutarti, salvarti....ma dall'alto ci avevano ordinato di lasciare che tutto facesse il suo corso. Ho visto la tua anima trascinata giù, e ho sentito qualcosa in me seguirti. Ho visto le torture, il dolore, le grida di aiuto disperato... - sembrava che quei ricordi fossero dolorosi quanto lo erano per lui. Le nocche delle sue mani scarne erano bianche, tanto forte stringeva il volante.
-  Quando mi hanno ordinato di salvarti.....beh, non ho aspettato i miei fratelli, mi sono letteralmente precipitato, come se fossi un corpo in caduta libera attratto dalla forza di gravità. Non capivo perchè sentivo un bisogno disperato di salvarti...di aiutarti, di portarti via....eri la mia forza di gravità. Quando sono arrivato all'inferno e ho afferrato la tua anima, ho capito perchè. La tua anima risuonava perfettamente con la mia Grazia. Essa si espandeva ed implodeva all'unisono con la tua. Persino quando mi hai combattuto, quando ti sei rifiutato di venir con me...la tua anima ha aderito alla perfezione con ogni piega della mia Grazia...fino a quel momento non mi ero reso conto di quanto fossi incompleto. L'amore della famiglia era totale, ma non appagante. Non mi rendeva completo. Tu l'hai fatto. La tua anima s'è insediata in me e mi ha reso un essere completo. Potevo vedere...sul serio. Il marchio sulla tua spalla è segno che il nostro è un legame assoluto, totale ed indiscindibile. Io sono legato a te e tu sei legato a me. E per quanto tu voglia ignorare la cosa, è così. - .
Dean rimase in silenzio per una buona ventina di minuti, assorbendo quanto Castiel gli stava dicendo, e quanto significasse per lui.
- Devo capire che...il Cas nel mio tempo.... - esordì infine, titubante.
- Si. Ti ama. Ti amo, ma non ho mai avuto il coraggio necessario per dirtelo. Non volevo che tu ti allontanassi per tutte quelle stronzate sull'essere eterosessuale. Quindi mi sono comportato come un fratello, un amico, sperando che un giorno te ne rendessi conto. -
- E l'ho capito? -
- Si. Prima della fine, si. - e sorrise tristemente, fissando fuori dal finestrino.









Spazio Autrice.
Woah, seriamente giuro che non credevo avrei mai aggiornato questa storia. Insomma...woah, again. Ho avuto così poco tempo, sono stata così presa da altre cose..e poi non avevo voglia di ricopiarla! Però...ho sentito la mancanza di una Destiel, che fosse una mia opera o quella di qualcun altro, ed eccomi quì.















 
















   
 
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