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Autore: echelon_jonas_    17/06/2012    0 recensioni
Quando il mondo ti crolla addosso,
quando non hai più ragioni di vivere,
quando tutto sembra perso,
arriva un fascio di luce che ti cambia la vita.
E lì che puoi trovare una ragione per andare avanti.
Ma si sa,
la luce non dura per sempre.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Caroline,hai visto la maglia?” chiedeva Melanie agitata mentre buttava in aria tutto quel che trovava davanti a se.
“Che maglia? Dove vai? Cos’hai?” rispose lei.
“Il maglione di Alan! Quello di ieri! Cazzo me l’ha prestato devo riportarglielo e mancano 10 minuti alle cinque! Porca..” Melanie si fermò. Era sempre stato sulla sedia vicino alla scrivania. Caroline rideva.
“Ma come ho fatto a non vederlo?” si chiese Mel.
“Esci di nuovo con lui così” disse Caroline.
“Sì. Adesso.” disse Mel affacciandosi alla finestra. “Eccolo. È la! Ciao Carol!”
“Sì,ma devi recuperare le lez..! Si va beh..” Melanie ormai stava correndo già dalle scale. Sbatté contro il professore da lei tanto amato e neanche scusandosi continuò la sua corsa.
“Anderson! Si fermi!” urlò lui da dietro.
“Prof,ho fretta! Arrivederci!” rispose Melanie.
Arrivata nel giardino della scuola incontrò Alan. Lui era ancora girato di spalle. Lei le toccò la spalla con un dito. “Heilà” disse. Lui si girò di scatto. Buttò via la sigaretta e poi disse:”Hey! Sei venuta!”
“Come potevo mancare. Senti,possiamo scappare in fretta? Il professor Landster mi sta dando la caccia,come dici tu”
“Oh merda. Corriamo” rispose lui. Sembrava di aver preso tutto alla parola. Le tese la mano e lei cercando di sorridere ci strinse la sua dentro. Iniziarono a correre veloci,per non dare nell’occhio a nessuno.
Quando furono già a metà strada lei col fiatone disse:”Aspetta. Ho una cosa da darti!” E così fece. Aprì il borsone che teneva a tracolla e gli diede il maglione blu piegato. Non ne aveva più bisogno ormai. Quel giorno splendeva un bel sole,non c’era più la pioggia del giorno prima.
“Oh,grazie. Ma puoi tenerlo,davvero” rispose lui.
“Perché? Grazie Alan ma tienilo.. È tuo..” ribatté Melanie.
“Tienilo tu o mi offendo” disse lui iniziando a camminare.
Melanie sospirò. “Eh va bene” Era felicissima di quel regalo. Sì,era un regalo. E in più da parte di una persona di cui si riusciva a fidare.
Arrivati nel solito posto i due ragazzi quella volta non entrarono nella piccola casetta,ma restarono fuori a respirare l’aria pulita.
“Sai Alan,ieri sera pensavo..” iniziò Melanie.
“A cosa pensavi?”
“Che  mi posso fidare di te. Insomma,da quando ti ho visto,ieri, è scattato qualcosa dentro di me.. Non so se sia successo anche a te. Poi dopo quello che mi hai raccontato so che mi puoi capire alla perfezione. Sentirsi colpevoli per qualcosa di importante come la morte di un fratello.”
“Sono felice Mel che ti fidi di me. Anche io mi fido di te. Ieri sei stata così aperta e comprensiva..” rispose Alan.
Melanie era seduta nell’erba,invece Alan era in piedi,appoggiato ad un albero. Si scambiarono un’occhiata che subito fece apparire un sorriso sul  loro volto.”Hey,Mel.. Ti sto per fare una proposta” disse lui col volto illuminato.
“Cosa?” chiese lei. “E’ settembre,ancora. E prima che il tempo diventi più brutto.. Perché non ci facciamo un bagno? Approfittiamo del sole di oggi!”
“Un bagno? E dove?” chiese Mel alzandosi.
“C’è un piccolo laghetto non molto lontano da qui”
“Andiamo” ripose lei senza esitazioni.
Dopo aver percorso uno stretto sentiero pieno di foglie si trovarono di fronte a uno spettacolo. Il tramonto stava per arrivare,ma c’era ancora tempo di fare un bagno e non sentire il freddo della sera.
“Alan.. Ma i costumi?” chiese Mel.
“Costumi? Naaah.. Qui si fa il bagno vestiti!”
Melanie sorrise. L’idea le piaceva. Insieme si diressero a riva e contarono fino a tre. “uno,due,tre” Si tuffarono. Melanie rideva e urlava per il divertimento. Alan la osservava divertito. Dopo una bella mezz’oretta di giochi e spruzzate i due si fermarono,lasciando che i loro corpi galleggiassero.
“Non ti è un po’ strano entrare in acqua? Insomma,io mi ricorderei tutto..”
“Mel,ormai ho tutto qui,nel cuore. Non dimenticherò mai di aver ucciso i miei fratelli. Anche se fossi in cima all’Everest!”
“Alan,smettila di incolparti! Non è stata del tutto colpa tua.”
“Mel,se non avessi permesso a loro  di entrare e avessi ascoltato i miei a quest’ora io non sarei qui”. Mel fece un lungo minuto di silenzio,poi parlò:
“E io starei chiusa in camera mia a pensare a come ammazzarmi.”
“Forse è un bene che sono qui.”
“Sì Alan. Togli il forse. Ho passato due giorni fantastici. Grazie a te”
“Hey,così mi metti in imbarazzo” disse lui spruzzandogli dell’acqua addosso. Lei si girò di scatto e iniziò un’altra volta la lotta contro di lui.
“Scemo!” diceva ridendo. Rideva così quando stava con Jeremy. Ed era un miracolo che facesse lo stesso con Alan.
Dopo un’altra mezz’ora i corpi di Melanie e Alan stavano tremando. Il sole era scomparso e i loro vestiti erano solo più fatti di acqua.
“Siamo dei deficienti” commentò lei stringendosi la pancia.
“Lo so. Dovevamo pensare che i vestiti non potessero asciugare” rispose lui.
Avevano appena raggiunto la casetta di legno.
“Entra,mi cambio” disse lui.
Anche Melanie una volta entrata si cambiò la maglia, e rimise il maglione che lui le aveva regalato.
“Vedi che serve!” disse lui. Lei si voltò verso di lui e gli rispose con un sorriso. Casualmente,si era appena girata mentre lui era senza maglietta. Rimase a bocca aperta quando vide i suoi muscoli perfettamente delineati sul suo petto. Lui sembrò accorgersene,così sorrise e Melanie riabbassò il volto sul pavimento. Dopo altre lunghe chiacchierate Mel e Alan ripartirono per tornare a scuola. Melanie non seguiva le sedute dallo psicologo,e non aveva intenzione di andarci. Per lei andava bene parlare con Alan e basta.
Come il giorno precedente,si salutarono davanti alla porta di Melanie. Quella volta erano solo le nove. Caroline uscì ancora quando Alan stava salutando Melanie.
“Hey. Tu dei essere Alan. Piacere,Caroline” disse porgendogli la mano.
“Sì,esatto. Sono io” rispose lui.
Melanie sorrideva. Negli ultimi giorni era..sì. Si può dire che era felice. Dopo tanto,Alan le aveva ridato un motivo per sorridere. Dopo un ultimo sguardo le ragazze si coricano nei loro letti.
“Mel,io ti vedi contenta con lui,e lo sono anche io per te,fidati. Ma devi davvero andare dalla psicologa o mi sa che sarò difficile uscire di qua. Devono accertarsi che parli con lei e così possono vedere i tuoi progressi e..”
“Ma Carol io non sono pazza! Non mi vengono attacchi di pazzia,non guardo male la gente che mi viene in contro,non sono chiusa con tutti”
“Sai mentire come nessun altro,Mel”
“Caroline,credimi. Io parlo con lui. E la cosa mi fa sentire meglio. Non mi potrei mai fidare di una che si crede onnipotente solo perché sa parlarti bene. Alan ha il suo modo di entrare nella mia anima. Lui è.. Speciale”
“Cazzo se ti piace bella mia!”
“Non è vero!” disse Melanie lanciando in cuscino sul letto di Caroline colpendola in viso. “Ahi!” rispose lei.
“Ti piace,ammettilo! Daiii!” diceva Caroline dopo essersi alzata e facendo il solletico a Mel. Lei rideva tantissimo. Quando ritornarono serie Melanie disse:
“E comunque stai tranquilla Caroline,io so come uscire di qua.”
“Come vorresti fare?” chiese la bionda curiosa.
“Alan lo sa. E non intendo dirtelo.” disse con un sorrisetto.
“Ah. Allora già mi immagino! Uscirete insieme di qua con la forza dell’amore. Lui busserà alla tua finestra con le sue ali da angelo e ti porterà via. Volerete su tutta la California,poi in Australia e poi..”
“No,Caroline. Non ce ne andremo così. Ma non è una brutta idea!” commentò Melanie.
“Va beh,non insisto solo perché ho sonno! T’è andata bene! Notte scema” e Caroline spense la luce. Melanie sorrise e sospirò,un’altra volta. Poi,pensò di nuovo a lui. Ad Alan. Ma non perché volesse,ma lui non aveva abbandonato neanche per un minuto la testa di Melanie. ‘Sì,mi piace. Mi piace. Mi piace’ pensò sorridendo sotto le coperte come se l’avesse detto al mondo intero,come se tutti la stessero fissando. Invece c’era solo il buio a farle compagnia. Quel buio di cui ormai non aveva più timore, ma con cui aveva stretto amicizia.
“Mel?” chiese Caroline silenziosamente,per vedere se Mel dormiva.
“Sì?” rispose anche lei silenziosamente.
“Te e Alan non uscirete di qui in una bara,vero?” Melanie rise.
“No,Carol. No. È un altro modo. E ne usciremo vivi. Ma non posso parlartene”
“Tranquilla. Volevo solo saperlo. Buonanotte” rispose infine la ragazza.
Le settimane successive furono uguali agli altri giorni. Alan e Melanie iniziavano a vedersi anche a pranzo e poi ogni tanto lui le dava ripetizioni di biologia,invece lei di inglese.
A fine ottobre,infatti,Mel e Alan si trovavano in camera sua,la 6277.
“Su,riprovaci. Steal,stole,stolen” disse Melanie esausta.
“Steal,sto.. Basta Mel, è un pomeriggio che siamo qui! Non lo imparerò mai”
“Hai ragione. Sei pessimo!” disse lei dandogli una pacca sulla spalla.
“Simpatica” rispose lui osservandola mentre si coricava sul suo letto.
“Sai,Alan. Credo di doverti parlare” disse lei. Quelle parole non erano uscite dalla sua bocca. No. Non avrebbe confessato il suo amore per Alan. No.
“Dimmi tutto. T’ascolto” rispose lui interessato,alzandosi e sedendosi vicino a lei. Alzò piano la sua testa e la poggiò sulle sue gambe. “Spara Mel” aggiunse.
“No.. Forse è meglio di no..” disse lei alzando la testa dalle sue gambe.
“Mel,non farmi arrabbiare. Dimmi tutto.”
“Perché non ci facciamo un giro? Magari le parole vengono fuori meglio”
Lui annuì e in pochi minuti i due si ritrovarono nello stesso sentiero che avevano percorso insieme,tutti i giorni,per due lunghi mesi. I più belli.
“Ok. Fermati. Ti dico che io non voglio rovinare la nostra bellissima amicizia,ok? Quindi..”
“Mel,tranquilla” disse lui immobilizzandola con le mani sulle sue spalle. Ma non fu quella a farla restare ferma. Furono i suoi occhi. Così grigi. La ipnotizzarono. Lei annuì e iniziò:”Sono due mesi che ti conosco e ringrazio dio o chiunque ci sia per avermi fatto incontrare una persona speciale come te. Negli ultimi tempi però mi sono accorta di una cosa. Che devo ancora capire se è positiva oppure no. Mi sono accorta che tu.. Mi.. Come dire.. Mi piaci Alan. Quando sono con te mi sento me stessa. Non devo fingere di essere felice. Non devo mettermi quella maschera sul volto che copre tutte le mie sofferenze. Con te sono semplicemente me. A volte credo che siamo stati creati per poi incontrarci. Lo so,sembra stupido. E ora potrai anche dirmi che sono una stupida. Ma le cose che dovevo dirti te le ho dette.. E..” Melanie stava per continuare,ma fu colta di sorpresa da cosa fece Alan. Mentre parlava si avvicinava sempre di più a lei,e un secondo dopo lui premette dolcemente le sue labbra sulla bocca della ragazza. Melanie aveva il cuore che batteva velocissimo. Un dottore le avrebbe subito diagnosticato una malattia. Ma no,era solo amore. Era solo innamorata. Quando i volti dei due ragazzi si divisero lui continuava a guardarla e lei sentiva di dover stringerlo più forte. Come se i suoi occhi fossero magnetici e lei fosse la calamita. Quando capì realmente cos’era successo lei sussurrò:”Alan..”
Lui la avvolse in un abbraccio. “Pensavo che sarei stato il primo a dirtelo..” disse lui nelle sue orecchie. “A dirmi cosa?” chiese lei.
“Che ti amo,Melanie. Dal primo giorno. Ti amo.”
Di nuovo le loro bocche si unirono,stavolta,per un bacio più intenso. Più romantico.  
“Ti amo anche io Alan.” ebbe il coraggio di rispondere.
Era ormai tardi,molto tardi. La luna spiccava a metà quella sera di fine ottobre e i loro cuori battevano all’unisono. Mentre erano ancora in riva al lago,quel laghetto in cui avevano fatto il bagno completamente vestiti, lui le cinse la vita e le disse:”Melanie, io non ti voglio perdere. Sei importante per me.”
“Anche tu Alan. E non ti perderò,lo so. Tu sei la mia unica ragione di vita. E non sono parole dette a caso. Sei tu che mi hai dato la forza di sorridere,di alzarmi e andare avanti,di crearmi una vita e di non pensare sempre al passato. È grazie a te che io sono ancora qui. E sono seria quando dico questo. Non esiste un mio futuro senza di te,Alan.”
“Promettimi che non mi lascerai mai. Mai.”
“Non ti lascerò mai Alan. Mai” ripeté lei tenendo ben stretta la mano del ragazzo sul suo cuore.
“Ho già perso troppe persone che amavo nella vita. Morirei se perdessi anche te” disse lui con un filo di voce. Stava soffrendo.
“Lo so Alan. Sarebbe lo stesso anche per me. Ho già perso Jeremy e..”
Jeremy,quanto le mancava Jer. Il suo sorriso incancellabile ora era solo più un ricordo nella mente di Melanie. Come quando l’aveva abbracciata e consolata quando Logan, il suo ex fidanzato, la lasciò. “Troverai quello giusto. Quello capace di farti sorridere,Mel.” Beh,Jeremy aveva ragione. Un’altra volta. Sarebbe stato felice di vedere sua sorella ritornare a sorridere.
“Mi manca troppo Alan.. Mi manca” singhiozzava Melanie completamente nascosta sotto il suo braccio.
“Anche a me mancano,Mel..” anche lui stava piangendo. Melanie se ne accorse dalla sua voce e dai movimenti del suo ventre.
Alzò piano la testa e lo guardò negli occhi pieni di lacrime. Riusciva a vedere lo stesso quel grigio che l’aveva fatta innamorare dalla prima volta. Lo strinse ancora più forte a sé e insieme condivisero il dolore della loro perdita. Ma non parlando,come sempre,ma piangendo. Ogni lacrima racchiudeva un ricordo. Così,per quella notte,lasciarono i loro ricordi più stretti liberi di vagare per quel mondo che ormai non gli apparteneva più. Ogni minima cosa,anche la più stupida,aveva importanza ora che la morte aveva portato via tre persone care.
Lasciarono che la notte passasse. Lasciarono che l’alba arrivasse. Lasciarono che il sole splendesse. Non gli importava di dov’erano,di cosa stessero facendo o di cosa stavano pensando gli altri. Ormai erano solo più loro due. Ancora in riva al lago, Alan e Mel si svegliarono.
“Mel,ti voglio chiedere una cosa..”
  
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