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La squadra 3S – nome
particolarmente odiato dall’intero gruppo – era ormai quasi giunta alle porte
del paese dell’erba, questione di minuti. Procedevano ininterrottamente da
diverse ore e sembravano determinati a continuare. Piccole gocce di sudore
scivolano dalle loro fronti che andavano ad unirsi con una goccia più grossa
che a sua volta si amalgamava con le altre. Alla fine, la goccia diventava così
grande che non riusciva più ad aderire alla pelle e scivolava via sempre più
velocemente mentre raccoglieva altre piccole gocce: un evento catastrofico in
un mondo di milioni di particelle.
Sakura era sempre la
punta centrale, staccava gli altri suoi compagni di qualche metro e non
sembrava neppure interessata a sapere se li aveva ancora o meno alle spalle; la
concentrazione era massima.
- Ci siamo quasi, una
volta arrivati ci riposeremo qualche minuto per riprendere le forze, poi
cercheremo il nostro obiettivo. - Annunciò Shikamaru al gruppo.
- Non potremmo cercarlo
subito? Non ho voglia di perdere tempo.
Shikamaru osservò
leggermente corrucciato le spalle di Sakura, non si era neppure degnata di
voltarsi.
- In caso di scontro
dobbiamo essere in forze, perciò ci riposeremo come stabilito. Obiezioni? -.
Shino negò con il capo
mente Sakura non parlò proprio, anche se, tra un salto e un altro, Shikamaru
sembrò avvertire il suono di uno sbuffo seccato.
Il viaggio durò meno di
due giorni in quanto le loro soste furono ben più brevi del solito. Prima
arrivavano e prima avrebbero trovato risposte alle loro domande.
Ecco, la fine della
foresta, ancora pochi salti. Un bagliore, il sole che per un momento acceca con
la sua luminosità nonostante siano solo le sei del mattino. Atterrarono in
contemporanea sull’erba soffice e si asciugarono il sudore dalle fronti che
sembravano imperlate di diamanti da come luccicavano al sole. Dall’altura della
piccola collina si potevano perfettamente vedere i contorni del paese,
piuttosto piccolo rispetto a molti altri. Al centro, una lunghissima strada
sterrata attraversava il paese che sembrava essere diviso a metà da una
voragine. Era tutto pronto o quasi, si potevano perfettamente vedere un
centinaio o più di banchi in allestimento, ognuno con un colore diverso. Questo
dava alla città un aspetto più vivace di quanto non fosse già in quanto il
paese dell’erba era anche una buona meta turistica per rilassarsi. Sakura
sorrise soddisfatta, la fiera sarebbe iniziata solo domani quindi avevano tutto
il giorno per cercare Izuma prima dell’arrivo di una colossale folla pronta a
curiosare in ogni dove.
- Molto bene, abbiamo
un vantaggio di circa due ore sull’arrivo previsto, possiamo prendercela comoda
e riposare. Andiamo. - Così, camminando tranquillamente, scesero dalla collina
e raggiunsero le porte del villaggio, mostrarono l’ordine della missione ed
entrarono. Decisero di non dividersi così non ci sarebbero stati tempi da
rispettare e quant’altro.
Sakura ne approfittò
per comprare delle erbe mediche che stava finendo, più un paio di libri sulla
preparazione di sieri e bombe chimiche a cui si stava interessando negli ultimi
tempi.
Il gruppo passò
un’oretta tra le varie vie, curiosando in qualche negozio ma studiando anche i
percorsi e ogni volto che incrociava il loro cammino. D’altronde erano ninja
ben addestrati e non potevano lasciare niente al caso. Neppure nei momenti di
svago.
- Abbiamo finito di
fare compere? Non è così che intendevo riposarmi. - Sbuffò scocciato Shikamaru.
Lui e Shino aspettarono fuori dal negozio di erbe mentre Sakura si accingeva a
pagare.
- Credevo volessi
trovare Momochi - domandò perplesso Shikamaru. Sakura si volse con un mezzo
sorriso.
- Sei tu che hai
ordinato di riposarsi, e grazie a te ho rinnovato le mie scorte - disse
sorridente osservando soddisfatta i suoi acquisti. Dopo aver riposto il tutto
in un rotolo apposito, il gruppo convenne che era arrivato il momento di
trovare il loro obiettivo; ma missione era di portarlo a Konoha per
interrogarlo. Qualsiasi mezzo di persuasione era lecito.
Dopo pochi minuti di
cammino giunsero finalmente alle porte della immensa strada principale: Quelle
proporzioni viste da vicino diedero al gruppo un’impressione decisamente
diversa da come l’avevano avuta sulla collina. Sakura e Shikamaru rimasero
molto sorpresi, Shino non si sa. Però sembrava guardarsi intorno più del
solito.
Gli occhi di Sakura
brillarono quando nella sua mente venne il desiderio di visitare quella enorme
manifestazione: attrazioni, banchi di degustazione, abbigliamento, balli.
C’erano tutti gli ingredienti per una serata ricca di divertimento. Pensò che
Naruto si sarebbe divertito un mondo. Se c’è ramen e giochi, poteva star sicura
di avere ragione.
Naruto,
sei proprio un baka.
Le sarebbe piaciuto
vederlo lì a curiosare in giro e sentirsi chiamare ogni volta che voleva
mostrarle qualcosa che gli piaceva. Gli avrebbe mollato un pugno in testa per
aver urlato il suo nome a duecento metri di distanza e sarebbe finita per
pentirsene dopo aver visto il motivo per il quale l’aveva fatta venire. Naruto
era così. Trovava sempre il modo per sorprenderla e ci sarebbe riuscito anche
lì. Ne era certa.
Ma non c’era, e il
motivo era molto probabilmente l’uomo che stavano cercando, quindi era meglio
muoversi e trovarlo così avrebbero chiuso quella faccenda il prima possibile.
- A chi potremo rivolgerci?
In questo paese non ci sono Kage - disse Shino.
- Il Paese dell’Erba
deve avere una specie di Sindaco o qualcosa del genere, chiediamo dove si trova
e andiamo a parlargli.
Chiesero alla prima
persona capitatagli a tiro, che gli indicò la strada più facile da seguire. Una
volta memorizzata, raggiunsero il posto in pochi minuti.
La struttura era molto
semplice ma sicuramente di distingueva dalle altre case restanti. Da quel che
avevano capito era come il palazzo dell’Hokage, con l’unica differenza che
all’interno non c’era solo l’ufficio del Sindaco ma anche di altri impiegati
che si occupano della gestione del villaggio.
Le mura dell’edificio
erano bianche e una grande porta in legno intagliato da decorazioni di media
fattura ne faceva da ingresso. C’erano molte finestre tutte uguali, perciò da
fuori non era possibile distinguere l’ufficio del Sindaco. Non persero altro
tempo ed entrarono.
- Permesso? - La voce
di Sakura raggiunse le pareti per poi tornare indietro per un paio di volte;
l’ingresso era molto ampio e spoglio di arredamento con un tetto semplicemente
eccessivo. Il pavimento però era di un parquet molto lucido e tenuto bene.
Sulla destra, seminascosto dal vetro vi era un impiegato dall’aria annoiata,
stava scribacchiando qualcosa su un foglio
che posò da un lato per poi prenderne un altro da tutt’altra parte. I tre si
avvicinarono mentre Shikamaru, avvicinandosi a Sakura, con voce sommessa disse:
- Questo posto sembra arrivato da un’altra epoca, questo tipo di edificio è in
stile occidentale.
- L’avevo notato
anch’io, devi ammettere che è molto particolare e affascinante. - Convenne
Sakura voltandosi appena e osservando curiosa il soffitto; a quel punto smise
di camminare, e forse anche di respirare.
I suoi due compagni si
voltarono perplessi, osservando Sakura che era rimasta con il naso all’insù e
la bocca aperta. Entrambi sollevarono la testa e in un istante capirono il suo
enorme stupore.
Quando erano entrati,
la differenza di luminosità non aveva permesso loro di notare i particolari che
adesso apparivano nitidi come il fondo di un lago. Quel che per un momento era
sembrato un soffitto macchiato dal tempo, era invece un enorme affresco
rinascimentale raffigurante angeli seminudi, nuvole, la terra, la vegetazione e
un enorme sole che illumina tutto e tutti. Rimasero meravigliati da tale
immagine. Persino le ombreggiature sembravano tanto reali da sembrare vere. Era
come se il sole si fosse davvero fermato e che quelle immagini avessero davvero
un corpo che proiettavano ombre e ombreggiature. Sakura sembrava essere finita
in un altro mondo, temeva che una volta uscita di li avrebbe visto in
lontananza un enorme castello medievale da cui ergevano le torrette da dietro
un muro di cinta. Una bella chiesetta gotica con le classiche guglie e una
piazza con un mercato fatiscente. Perfetto. Così magari si beccavano anche la
peste a cui lei avrebbe trovato un cura, l’avrebbero accusata di stregoneria e
sarebbe finita al rogo. Che bella prospettiva per il futuro.
Shikamaru fu il primo a
parlare e a svegliare gli altri dai loro pensieri; Shino sembrava annoiato
invece. Ma comunque, vestito in quel modo non si poteva notare alcunché.
- Beh, secondo voi
quanto è costato?
- Ti sembra la domanda
più giusta da fare? Ma hai visto che roba! Qui dentro il tempo si è fermato!
- Se la metti così, c’è
anche da dire che una cosa del genere dovrebbe trovarsi all’altro capo del
mondo.
Sakura fece un verso di
assenso che pareva pensieroso, forse perché era rimasta comunque affascinata da
tale capolavoro.
- D’accordo lo
spettacolo è finito, chiediamo a quel tipo laggiù dove si trova l’ufficio del
Sindaco. - Indicò con il pollice il tipo di prima che non sembrava essersi reso
conto della loro presenza; un tipo sveglio insomma.
Già, la missione.
D’accordo distrarsi ma finire quasi per dimenticarsene non è proprio una cosa
positiva.
- Scusi? - Shikamaru fece un cenno attraverso il vetro, ma l’impiegato non si accorse di nulla. Solo
dopo aver bussato si degnò di alzare la testa e mostrare dei buffi occhialini
rotondi da vista. Doveva avere almeno una sessantina d’anni ma aveva comunque
un’acconciatura gioviale e folta. Chissà chi era il suo parrucchiere.
- Posso esservi utile?
- Siamo ninja della
Foglia in missione e abbiamo bisogno di parlare con il Sindaco. Non posso darvi altri dettagli. - Shikamaru prese dal suo borsello un rotolo e
lo diede all’impiegato attraverso un’apertura circola sul vetro, poi aggiunse: -
Questo attestato certifica la veridicità delle nostre parole. -
L’uomo esaminò il
foglio con cura, dopodiché acconsentì il gruppo di poter incontrare il Sindaco.
Prese la cornetta del telefono e digitò dei numeri, poi se la mise all’orecchio
e rimase in attesa.
- Buongiorno signor
Sindaco, ci sono dei ninja di Konoha che vorrebbero incontrarla urgentemente…
si… ho capito, d’accordo riferirò. - E mise giù.
- Il Sindaco ora e
fuori ma nel frattempo potete accomodarvi nel suo ufficio, vi raggiungerà a
breve - riferì cortesemente l’uomo con il cenno di un sorriso.
Dopo essersi fatti
spiegare la strada, il gruppo raggiunse il terzo e ultimo piano dell’edificio,
percorsero un breve corridoio e arrivarono alla porta dell’ufficio del Sindaco. Notarono che anche questa aveva
una buona fattura.
- Ma qui spendono i
soldi per abbellire gli edifici amministrativi? - Esclamò perplesso Shikamaru.
- Non so che dirti, ma
tutto questo non deve essere costato poco. Guarda questi dipinti - E indicò il corridoio che ne aveva molti - Senza dubbio rendono l’ambiente molto più
fatiscente ed elegante, però potrebbero anche risparmiarsi. -
- Sai Sakura, secondo
me questo famoso Sindaco sarà un signore di mezza età, grasso, basso e con
manie di grandezza, sennò tutto questo non si spiega.
Sakura immaginò la
figura descritta da Shikamaru con l’aggiunta di una vignetta in stile manga che
recitava. “Il mondo è mio!”. Trattenne una risata.
- Forza entriamo!
- E con ancora un leggero sorriso a
dipingerle le labbra, aprì la porta.
E anche lì, è il caso
di dirlo, rimasero sorpresi dell’arredamento.
Moquette rossa
tappezzava gran parte della stanza. Sulla destra, una parte era stata tagliata
via davanti il camino per evitare che dei tizzoni la bruciassero, o più
probabilmente, era stata appositamente sistemata in quel modo.
Mobili di antiquariato e
quadri abbellivano il resto dell’ufficio. Il tutto aveva un buon gusto, però
sembrava… troppo.
Davanti la scrivania,
due poltrone in tessuto rosso con telaio in legno erano sistemate con una
simmetria perfetta, sembravo non essersi mai mosse dalla moquette.
Oltre la scrivania, due
tende scure erano state legate ai lati per permettere alla luce del sole di
entrare e illuminare a giorno l’interno. Le vetrate erano almeno tre volte più
grandi di quelle presenti a Konoha, nell’ufficio dell’Hokage. Si guardarono tra
loro, perplessi.
- Neppure I cinque Kage
messi insieme potrebbero arrivare a questo livello di lusso. Non pensavo che il
municipio fosse così, sembra piuttosto una villa. - Commentò Shikamaru, senza
smettere di guardarsi intorno, annoiato.
Sakura si avvicinò alla
scrivania e diede un’occhiata: una penna, dei documenti perfettamente impilati
sulla sinistra, una lampada… nessuna immagine. Nessun ritratto di famiglia o
foto di una persona cara. Nulla. Solo paesaggi in quei freddi quadri.
La chuunin pensò
immediatamente che chiunque poteva permettersi tutto quel lusso, in realtà non
aveva niente. Si convinse che fosse un uomo solo, e un po’ gli dispiaceva.
Passarono alcuni
minuti, che riempirono commentando i vari oggetti, incorniciando la questione
su quanto fosse inutile avere tante ricchezze.
All’improvviso udirono
dei passi di qualcuno che si stava avvicinando, il loro sensibile udito non
sbagliava. Finalmente stava arrivando il Sindaco. Shikamaru richiamò un momento
l’attenzione della squadra.
- Bene, Chiediamo chi
si occupa della fiera e in mezz’ora troveremo Momochi, il difficile ci sarà
dopo, dipende se ci darà noie o meno. Forza, ormai è fatta. -
La maniglia si abbassò,
ed entrò finalmente qualcuno. Un uomo, vestito decisamente elegante. Ma non fu
quel particolare scontato che bloccò tutti. Persino Shino era sorpreso, forse
non si poteva vedere l’espressione del suo volto, ma il suo corpo era un
groviglio di stupore e nervi.
L’uomo rimase sulla
porta, dopodiché sorrise. Sembrava imbarazzato.
- Benvenuti ninja di
Konoha, mi scuso per il ritardo ma stavo ancora dormendo, in genere vengo in
ufficio intorno le 9 e ora sono solo le 8:20. Scusate per il disagio. - Disse,
grattandosi la nuca e sforzandosi di sorridere. Ma sia Sakura, che il resto del
gruppo non aveva prestato la minima attenzione alle parole dell’uomo, che in
realtà era un ragazzo. Bensì ai gesti, alla voce e a quel modo di sorridere
così familiare che per un momento pensarono di essere finiti dentro un
Genjutsu. Ma gli insetti di Shino erano tranquilli, perciò quella era la
verità.
Davanti ai loro occhi
vi era proprio un ragazzo, nel suo completo in giacca e cravatta faceva la sua
figura, ma l’abbigliamento passava in secondo piano.
Quante volte avevano
visto quel viso? Quante volte avevano visto quei capelli biondi sparati verso
l’alto? Quante volte avevano visto quegli occhi… Verdi?!
Il ragazzo aveva dei
grandi occhi verdi che sembravano brillare di luce propria, anche se era
sicuramente per via dei raggi solari che filtravano dalla finestra di fronte a
lui.
Shikamaru osservò
Sakura, che sembrava praticamente in trance. Sbuffò, mettendosi le mani in
tasca.
- Naruto versione occhi
verdi. Adesso ho davvero visto tutto. -
Sentenziò, lasciando il ragazzo-sindaco pieno di perplessità.
Angolo
autore:
Salve ^^
Allora, l’estate è una stagione che
porta talvolta la voglia di fare altro che, come dire, sia diverso dal morire
di caldo all’interno di una stanza di casa con il pc in faccia ^^”
Oltretutto ho un lavoro estivo che mi
prende tempo e scrivere è diventato difficile, inoltre questo caldo mi toglie
anche la voglia >>
Comunque!
L’ho detto tante volte, perciò dirò
solo che aggiornerò quando capiterà, e spero avvenga presto ^^
Lo so, dipende da me.
Va bene .-.
Nel frattempo, spero vi piaccia questo
cap ^^
Ringrazio: The Cristopher94, JunoEFP, Hamber
Of The Elves, _sweetygirl_,
AllyB, ENDOINA95, NaruHina4ever e Ernesto507 per le recensioni lasciatami.
Scusate immensamente il ritardo.
Ringrazio
anche tutte le persone che hanno inserito la storia tra le preferite, ricordate
e seguite.
Ringrazio
anche tutti i lettori anonimi.
Ringrazio
tutti, vi stringerei le mani se potessi ^^
Alla
prossima, ciao!
Matt