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Autore: Rosmary    17/06/2012    18 recensioni
Tutto ha inizio l'ultimo giorno di vacanza: è un mix esplosivo! Immaginate un gruppo di ragazzi delle più svariate età, aggiungete un gioco pestifero e un'ignara ragazza che ha solo commesso l'errore di far amicizia con il suddetto gruppo di ragazzi.
Hogwarts sarà teatro di una piccola sfida sentimentale: tra professori esigenti e maghi oscuri, ci sarà anche qualcuno alle prese con guai ben diversi da questi.
«Ragazzi, ragazzi! Frenate! Siete sicuri di volerci giocare?»
«Dai, Charlie, hanno detto di sì»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Lunedì. Giorno a detta di Hermione splendido. Difatti, è con il lunedì che hanno inizio tutte le laboriose settimane di studio. In questo particolare frangente, poi, per Hermione districarsi tra una lezione e l’altra è un vero toccasana. Almeno può evitare d’incrociare Fred, dovendo sopportare la sola presenza di Ron. O almeno è quello che la giovane strega spera, ma è ormai noto: la speranza non è l’ultima a morire, bensì la prima a volare dalla finestra.

«Hermione» Uno studente s’affretta a seguire la giovane, sono reduci entrambi da una lezione di Pozioni in compagnia di Piton.

«Neville, dimmi» Gli rivolge un sorriso, continuando ad avanzare spedita, incurante dei capelli più crespi del solito – colpa del vapore emanato dalle pozioni.

«Ti… ti volevo ringraziare» La testa bassa e le movenze impacciate, gratta la nuca per dissimulare l’imbarazzo.

«Oh, Neville, figurati! Piton non è giusto con te…»

«Oh no! Non dicevo per quello»

Lei si ferma. Lo fa anche lui. Lei lo guarda incuriosita. Lui la guarda imbarazzato, accennando un sorrisetto buffo «Dicevo per i ragazzi… Sai, parlando con Seamus, che ha parlato con Ron, che… beh, ha parlato con te…» Si zittisce per un istante, consapevole d’essere confusionario. Lei gli sorride incoraggiante, fingendo di ignorare la goffaggine del discorso «…Insomma, ho saputo che non hai detto niente riguardo Harry e me…»

«Sì, ho detto d’aver scoperto tutto ascoltando una conversazione» Annuisce alle sue stesse parole, avendo afferrato il nocciolo del discorso. Lui le sorride, grato per aver riassunto il concetto.

«Beh, grazie davvero. Mi… mi sarei trovato un po’ in difficoltà… ma se vorrai dirlo, non farti problemi…»

La mano di Hermione si posa sulla spalla di Neville, calorosa «Non ho bisogno di dirlo» Gli sorride «E sono io che ringrazio te e Harry per essere stati sinceri»

Contemporaneo a quest’incontro è l’arrivo di un diciassettenne che, non appena nota la mano di Hermione posarsi sulla spalla di Neville, batte il dorso della propria mano sul petto di Lee, bloccando l’incedere del ragazzo «Guarda un po’»

Lee, ovviamente, indirizza lo sguardo scuro verso la scenetta, ridacchiando «Amico, inizi a preoccuparmi! Non sarai geloso di Paciock?!»

«Di lui, no» Asserisce secco, facendo cenno a Lee d’aspettarlo «Della mano della Granger, sì» E s’avvia verso i due. L’incedere sicuro, l’aria sbarazzina, si ferma alle spalle di Hermione, poggiandole entrambe le mani sulle spalle. Hermione, ovviamente, sobbalza «Tranquilla, mia dolce belva!» Il suo esordio del tutto sarcastico.

«Fred, allontana quelle tue manacce!»

«E tu allontana la tua manaccia dalla spalla di Paciock» Solo ora si rivolge a Neville, il quale gli indirizza un sorriso «Paciock, è un piacere» Peccato che il tono sarcastico metta in dubbio la sincerità dell’affermazione.

«Io… stavo andando… »

«Ottima idea!» L’affermazione gioiosa di Fred, che porta Hermione a incrociare le braccia al petto, nervosa.

«Già. Beh… ci vediamo dopo, Hermione» Un sorriso bonario alla ragazza, per poi svanire.

«Ora mi spiegherai, suppongo» La soave voce di Hermione.

«No. Ora tu mi spieghi perché quello ha detto che vi vedete dopo» Il tono inquisitorio. Quella P non è stata digerita: anche se i capelli possono coprirla, lui sa bene che è lì a torturare il suo grandioso e pavoneggiante ego.

«Spiegare? A te? Weasley, non sei il mio ragazzo» Lo afferma con sicurezza, voltandosi verso di lui, lasciando che le mani di Fred scivolino via. Lee, nel frattempo, ha osservato e riso, e con un’espressione sadica e diabolica è andato via.

«Non ancora, infatti» L’afferma con malizia, tornando a sogghignare. E lei torna ad arrossire.

«Ho lezione, non posso né voglio tardare»

«Ti accompagno» Il braccio destro circonda le spalle di Hermione, e lei non si ribella «Cos’è? Non sbraiti?!» La stuzzica, sorridendo sghembo.

«Ora non mi va» Lo afferma sorridente, ricambiando per una volta lo sguardo del ragazzo. È strano, ma viene invasa da una sensazione piacevole. Tra le sue braccia, ora, sente di star bene.

****


«George… ehi!»

«Lee! Vi stavo cercando» Guarda alle spalle del ragazzo di colore «Dov’è Fred?»

Ridacchia Lee «Con la Granger!»

Occhi al cielo «Sta diventando paranoico! Stanotte non ha chiuso occhio, lui e quella maledetta P»

«C’è da capirlo… anche se vi avevo avvisati» Il tono saputello di Lee viene accolto da un’occhiataccia di George. Sogghigna il telecronista «Comunque… ho assistito a una scenetta davvero carina…»

«Ah sì?» Ghigna anche George «Racconta un po’!»

 

****


Harry è solo. O, meglio, ha voluto essere solo. Al momento è nei pressi del lago, in piedi e all’ombra di un albero. Ha bisogno di riflettere, di isolarsi, di mettere ordine. Insomma, è in pieno sono-il-Prescelto-time. Quindi nessuno può alleviare le sue ferite. Nessuno ad eccezione di una ragazza dai tratti orientali che l’ha appena raggiunto, affiancandosi a lui e sorridendo con dolcezza.

«Ciao, Harry» La voce melodiosa richiama l’attenzione del Grifondoro.

«Cho!» Strabuzza gli occhi, deglutisce e arrossisce. Uno spettacolo. Lei, semplicemente, amplia quel suo dolce sorriso «Ciao… che… che ci fai qui?» Il tono incerto, inizia a maledirsi mentalmente per la banalità dell’argomentazione.

«Vengo spesso qui, sai… per riflettere» Il sorriso s’affievolisce. L’allegria della Corvonero è contagiosa «Anche tu ci vieni spesso?»

«Io… quando posso, sì. Mi… mi piace qui» Sorride imbarazzato, perdendosi nei bei tratti della ragazza.

«Ti va se ci facciamo compagnia?» Torna a sorridere «In silenzio…»

«Certo!» Un dire eccessivamente entusiasta, difatti lei ridacchia, accomodandosi ai piedi dell’albero, mentre Harry diventa multicolore per l’imbarazzo. Ma s’accomoda anche lui, sorridendo e assumendo un’espressione da perfetto ebete.

 

****


Dopo pranzo, Lee e George si congedano con qualche scusa da Fred e, senza farsi notare, seguono Hermione e Ginny che sono dirette alla voliera dei gufi. Hermione ha di nuovo un aspetto dignitoso grazie alla treccia ordinata che disciplina i capelli. Ginny, d’altro canto, ha la fortuna d’averli sempre lisci e in ordine. La piccola di casa Weasley è, naturalmente, aggiornata riguardo all’andamento del gioco. Ha condiviso la scelta dell’amica di rivelare ogni cosa: dinanzi all’evidenza sarebbe stato inutile e infruttuoso proseguire la farsa.

«Ora cos'hai intenzione di fare?»

«Proprio nulla. Ron si è scusato, abbiamo chiarito» Accenna un sorriso dolce «Ѐ stato davvero carino, non immaginavo potesse sorprendermi tanto»

Sorride Ginny, scegliendo uno dei gufi della voliera «Non è che ti innamori davvero?»

L’altra arrossisce, avvicinandosi al gufo scelto «Non dire sciocchezze. Io e Ron siamo amici. E poi Fred…»

«Fred? E chi ha parlato di Fred?!» Il tono sarcastico e malizioso, Ginny non perde occasione per punzecchiarla. Hermione tace, rifilandole un’occhiataccia eloquente. Intanto, il gufo ha lasciato il Castello, la lettera al bulgaro è stata spedita, e proprio quando le due ragazze sono pronte ad andar via, due Grifondoro con espressioni impertinenti sbucano fuori.

«Bene, bene… guarda chi abbiamo qui: Hermione Granger e la mia pestifera sorellina!»

«Dacci un taglio, George» Ginny, diretta e concisa. Hermione, mentalmente, la ringrazia per aver immediatamente svelato l’identità del ragazzo.

«Calma! Sono qui per Hermione»

«Per me?»

«Già, Granger! Siamo tutti e due qui per te!» Lee le ammicca, George gli rifila una gomitata. Il telecronista è costretto a guardar perplesso l’amico.

«Sappiamo del piano organizzato da te e Ginny» Inizia George, avvicinandosi. Il tono suadente e divertito «Sappiamo che volevi farla pagare ai miei fratelli. E sappiamo che hai usato me…»

«George… potresti essere sintetico?» Hermione, la quale trova complicità in Ginny, che annuisce alle parole dell’amica.

I due ragazzi ghignano, scambiando uno sguardo complice. È Lee a proseguire «Insomma, Hermione, tu, a Fred, vuoi farla pagare davvero?»


****


«Ron, come stai?»

«Perché me lo chiedi?»

Si stringe nelle spalle Seamus. Sono a cena, come tutti. L’Ultrà è seduto accanto al piccolo Weasley, solidale «Sai… la P… Hermione, il gioco» Sussurra, evitando ascoltatori indiscreti; seppure Dean riesca comunque a seguire il discorso. È particolarmente felice quest’oggi il moretto: la Tassorosso si è rivelata più che disponibile e lui è al settimo cielo.

«Sto benissimo. Ora che è tutto chiarito sono molto più tranquillo. Niente più piani» Affermato questo, si dedica alla carne che ha nel piatto.

Seamus, però, sembra essere scandalizzato. Difatti lascia cadere la forchetta nel piatto vuoto – perché lui ha già mangiato, non come il povero Ron – e si rivolge all’amico «Ron, ma non capisci? Ora devi attuare il piano C! Cioè… quello C ora non va più bene»

«Infatti, meglio escogitare un piano D»

«Dean… da quando stai ascoltando?»

Sorride in direzione della biondina al tavolo dei Tassorosso, volgendo poi un’eloquente occhiata a Seamus «Dall’inizio, genio»

«Ah. Comunque, sì… ci serve il piano D!» E siccome Ron lo ignora e Dean lancia sguardi maliziosi alla sua bella, l’Ultrà si rivolge a Neville, che ha commesso l’imperdonabile errore di guardarlo mentre poggiava il bicchiere vacante sul tavolo «Tu che ne pensi?»

«Chi? Io?»

«Sì, Neville, tu»

Si guarda intorno, si stringe nelle spalle e sorride incerto «Secondo me… dovreste lasciar perdere» Seamus sta per soffocare con l’acqua «Cioè… non è con dei piani che si conquista una ragazza… ci vuole galanteria» Lo dice timidamente, tornando a fissare il proprio piatto.

Seamus scuote il capo, amareggiato «Galanteria. Roba da matti! Ci vogliono i miei piani!»

 

****


Fred e Lee, dopo cena, sono come tutti gli studenti in Sala Comune. Nella fattispecie, i due non hanno ancora iniziato con la vendita dei prodotti Weasley. Fred attende il gemello, senza il quale, a quanto pare, non ha intenzione di iniziare. Si guarda intorno, perplesso, alla ricerca di una sagoma identica alla propria.

«Ma dov’è?» Il tono che tradisce una certa preoccupazione. Terminata la cena, George si è volatilizzato.

«Chi?» Lee d’altro canto sembra essere eccessivamente sereno, difatti finge persino di non capire.

«Mi prendi in giro?» Il tono contrariato dell’altro. Assottiglia lo sguardo Fred, sedendosi accanto all’amico «Tu sai dov’è George»

«Cosa?!» Sgrana gli occhi, assumendo un’aria colpevole.

«Hai capito benissimo» Ridacchia, poi, passandosi una mano tra i capelli «Non ci posso credere…» Fa una pausa, guardando Lee «Mi state facendo uno scherzo?!» Il tono ilare, inarca le sopracciglia. L’altro, però, scuote il capo «Allora?! Andiamo, dov’è?»

«Non lo so… tra un po’ arriverà… vedrai» Sembra essere davvero in difficoltà.

Fred aggrotta le sopracciglia, alzandosi in piedi «Non sta bene e non vuoi dirmelo?» Passa da una reazione all’altra, paradossalmente vittima della certezza di non sapere dove sia George. Lo getta sempre in una situazione d’inquietudine perdere il proprio gemello, anche se per pochi istanti.

«No, no! Sta' tranquillo… è solo…» Deglutisce, alzandosi in piedi «Si sta cambiando, ecco!»

«Quindi è in camera»

«Sì!» Fred non aspetta che Lee dica altro e, senza indugiare oltre, aggira la folla e raggiunge spedito i dormitori maschili «Ehi, Fred! Fred, aspetta! Aspetta!» Ma Fred lo ignora. Deve capire il perché del mistero. Inoltre, se proprio hanno deciso di tendergli una trappola, che si sbrighino: i Tiri Vispi attendono. Giunto in prossimità della camera, il mago arresta l’incedere. Sta per ruotare la maniglia, ma Lee si frappone fra l’amico e la porta. L’aria preoccupata «Fred, sul serio. Lascia perdere»

«Lee, cavolo, così mi fai preoccupare davvero. Se George sta male, IO, che sono il gemello, devo saperlo» Irremovibile. Lee dal canto suo china il capo, scostandosi dalla porta.

«Non dire che non ti avevo avvertito…»

Lo guarda stranito Fred, ma non replica. Semmai, titubante, come spaventato dalla possibilità di scorgere in quella stanza il fratello sanguinante, schiude la porta. Lo spettacolo è singolare: il letto di George è sfatto e sul citato letto vi è George impegnato con una – presume Fred – ragazza «Georgie…» Gli scappa, e nell’immediato maledice se stesso per non aver tenuto la bocca chiusa. Difatti George s’allarma, voltandosi in direzione della porta aperta.

«Fred…» Assume un’aria stranamente colpevole. Abbandona immediatamente il letto, dove ora è ben visibile una ragazza distesa supina e con la divisa sgualcita e il viso nascosto da un cuscino – non appena George si è alzato, infatti, lei ha agguantato rapidissima il cuscino più vicino e lo ha usato per coprire il viso, così da celare la propria identità all'inopportuno intruso. George deglutisce imbarazzato, passando una mano tra i capelli scompigliati, mentre l’altra tenta di sistemare la camicia «Volevi dirmi qualcosa?»

«No… io, scusa» Dice con semplicità, per poi sogghignare e indirizzare uno sguardo malizioso alla ragazza «Se me l’avessi detto non sarei qui»

Sogghigna anche George «Pensavo ti desse fastidio»

«Fastidio?!»

«Beh… sai… siccome è Hermione»

«Che hai detto?» I tratti di Fred d'improvviso s’induriscono. Lee, rimasto in ombra, inizia a ridacchiare «Cosa c’entra Hermione?»

«Oh… quindi non lo sapevi» La mano viaggia frenetica tra i capelli, mimando un mix male assortito di imbarazzo e nervosismo «Wow! Che pasticcio, eh!»

Nel frattempo, Hermione si è alzata a sua volta dopo aver sistemato goffamente capelli e divisa, nel vano tentativo di raccattare un po' del decoro perso tra le lenzuola del letto di George.  S’avvicina ai due, rossa in volto «Forse è meglio che vada…»

«No» Interviene Fred, che non la guarda, non ci riesce, poiché saperla col fratello ha fatto risvegliare nuovamente quella bestia che alberga nel suo stomaco. L’istinto è, assurdo ma vero, quello di schiantare George, ma è un istinto malsano, che non ascolta, preferendo rivolgersi al gemello e tentare di apparire ilare. «Divertitevi» Ammicca anche, uscendo frettolosamente dalla stanza e chiudendo la porta alle proprie spalle.

«Fred…»

«Non ora, Lee» Il telecronista, intuendo il momento, va via. Il mago, invece, poggia la schiena alla porta della stanza, abbandonandovi anche la testa e chiudendo gli occhi. Un sorriso amaro s’increspa sulle sue labbra «Dannazione. Sto davvero così per la Granger?» Una domanda sibilata a se stesso. Ora è lui ad essere davvero confuso: confuso da quella morsa che l’ha attanagliato allo stomaco e dalla situazione assolutamente paradossale. Non immagina minimamente che possa essere uno scherzo né riflette sull'improbabilità che, nell'intervallo di poche ore, George e Hermione possano aver instaurato una relazione. Deve incassare il colpo, e poi ragionerà.

Intanto, all’interno della stanza, due ragazzi ridono.

«Ecco, ora me l’ha pagata!»

«Ma per cosa doveva pagare?»

«Punto primo: mi ha fatto rifiutare da te. E io non posso essere rifiutato» Il dire soddisfatto «Punto secondo: ha interrotto il mio grandioso sogno!» La guarda malizioso «E poi è ora che capisca»

«Cosa?»

«Lo so io» Le si avvicina, cingendole la vita con un braccio «Riprendiamo da dove ci hanno interrotti?!»

«George… lasciami. Non erano questi i patti»

«Allora fermami» Le ultime parole prima di baciarla, constatando l’assenso della ragazza, la quale non rifiuta il bacio, affatto.

 

****


«Ehi, Lee, hai visto Hermione? È di nuovo con Fred?» Ron, affiancato da Harry.

Sogghigna il diciassettenne «Vuoi la verità?»

«Ѐ brutta?» Interviene Harry, Ron è già in debito d’ossigeno.

«Ѐ con George, in camera»

Entrambi sgranano gli occhi «E cosa ci fa con George in camera?» Il tono di Ron è tutt’altro che tranquillo.

«Si baciano, suppongo!» Ammicca verso i due Grifondoro e poi si allontana allegro, lasciandoli nella loro disperazione.

   
 
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