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Autore: fri rapace    18/06/2012    4 recensioni
Nell'aldilà viene data una grande opportunità a Remus e Tonks: potranno incontrare Teddy. Solo una volta.
Scritta per il compleanno di TinaX86 ^^
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Teddy Lupin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Tonks non aveva notato che qualcuno stava sbirciando la loro conversazione, era troppo presa a cercare un punto d'incontro con Teddy: avevano solo quell'occasione per appianare le cose con lui e non c'era nulla che potesse convincerla ad arrendersi!
Nonostante i sensi di colpa, non considerava le proprie scelte sbagliate, ma capiva quanto fossero difficili da accettare per lui.
Teddy non aveva ancora trovato nulla da ribattere al padre e lei decise di approfittare dell'attimo di tregua.
“I tre livelli di punizione?” suggerì.
“Come?” fece lui. Colto così, alla sprovvista, il suo viso tornò ad essere quello innocente e dolce del suo piccolino. Avrebbe voluto abbracciarlo ancora, tenerlo stretto per tutto il tempo che rimaneva loro, ma sapeva che a lui non sarebbe bastato, gli adulti faticavano a riconoscere l'amore quando era espresso solo a gesti, senza l'intervento chiarificatore delle parole.
“Beh, come metodo educativo,” spiegò. “La nonna li ha usati anche con te, scommetto!”
A Teddy sfuggì suo malgrado un sorrisetto.
“Primo livello: niente Metamorfosi per una settimana. Secondo livello: niente bacchetta per una settimana. Poi c'è il terzo, ma comunque no, no, non li ha usati...”
“Oh,” mormorò Tonks, delusa. Era così ben informato che sperava di aver finalmente centrato un argomento che potesse rappresentare un punto d'incontro tra di loro.
“...li usa tutt'oggi!” finì lui, in tono scanzonato. Tonks provò un senso di vittoria: aveva fatto centro! Parlare della donna che aveva cresciuto entrambi  gli aveva fatto persino accantonare, almeno momentaneamente, il muso lungo. “Giusto l'altro ieri una delle sue ciabatte preferite mi ha colpito sul... ehm...” indicò vagamente il ginocchio. “Il terzo livello è ormai l'unico che può impormi... ma questo non è un ostacolo sufficiente a farla desistere dal punirmi!”
“Bugiardo! Era sul cul... ehm... basso-schiena!”
La vocetta venuta dal fondo della stanza spinse tutti e due a voltarsi nella direzione dove Remus guardava da un po'.
La porta si accostò prudentemente, lasciando solo uno spiraglio minuscolo.
“Pettegola...” brontolò Teddy, mettendo su un'aria di rimprovero palesemente fittizia. “Comunque, in mancanza di prove tangibili, io continuo a sostenere la mia versione dei fatti.”
Remus gli si rivolse in tono posato:
“Bisogna ammettere però che le sculacciate, per loro stessa definizione, vengono inferte sul...” si finse in difficoltà, sforzandosi di rimanere serio.
“Sotto-schiena!” gli venne suggerito a mezza voce.
“Se le due impiccione non tornano subito dalla mamma, sarò costretto a partire con i miei innumerevoli livelli di punizione!” minacciò Teddy.
“Ma noi siamo con la mamma. E' qui dietro di me!”
La porta si chiuse di botto, riducendo a un brusio appena percettibile le risatine complici della famiglia di Teddy.
“Ma in quante sono la' dietro?” chiese Tonks, che non stava più nella pelle dalla curiosità. “Non ce le presenti?”
“Ho due figlie, oggi si chiamano Pallallegra la piccola e Aurorabella la grande.”
“Per Merlino!” sbottò lei, sconvolta. Questo poteva voler dire solo una cosa: l'irreparabile era accaduto! “Hai permesso a mia madre di scegliere i loro nomi?”
Remus cercò subito di rimediare alla sua uscita, che aveva inspiegabilmente ritenuto poco carina:
“Dora, ma cosa dici? Sono dei nomi molto... ehm... interessanti,” disse svelto, ordinandole con lo sguardo di non contraddirlo.
“Sono persino peggio di Ninfadora!” sottolineò lei, accecata dall'intenso senso di solidarietà nei confronti delle sue povere nipotine.
Teddy non sembrava affatto offeso.
“No, c'è un equivoco... ho detto che oggi si chiamano così. Auro... bella, o come Merlino era, inventa un nome diverso per lei e sua sorella ogni giorno. Questi li ha scelti per voi, tipo in vostro onore...”
Non riuscì a nascondere l'impaccio, sembrava pronto a difendere la fantasiosa passione della figlia da ogni critica e allo stesso tempo desideroso di sentirsi rassicurato dalla loro approvazione.
Tonks lo trovò molto tenero.
“La bimba è simpaticissima,” lo tranquillizzò. “Davvero forte. E la mamma...?”
“Victoire.”
“Sul serio?”
“E' il suo vero nome, sì.”
“Ha un nome francese,” notò subito Remus. Lei lo trovava così fantasticamente normale che non ci aveva pensato.
“Sì. Beh, Fleur è francese e Bill non ha difficoltà ad adeguarsi ai suoi gusti.”
Un silenzio stupefatto calò nella stanza, fino a che Tonks esplose:
“Loro... sono i tuoi suoceri?”
“Sì.”
Bill passi, ma immaginava il delirio di lei e Fleur consuocere. Loro due che organizzavano il matrimonio dei figli... assieme. Che volevano dire la loro sui nipotini! Ci sarebbe stato da divertirsi! Un senso di vuoto le diede il capogiro, ma non intendeva permettere alla nostalgia per quella vita che era proseguita senza di lei di toglierle la voglia di continuare quell'avventura. Perché lei e Remus avevano scelto di 'andare avanti', anche nell'aldilà.
“Ti vogliono bene?”
Era stato Remus a parlare, il nervosismo tradito dalle mani strette in grembo.
Teddy sembrò stupito dalla domanda.
“Sì, certo. Tutti mi vogliono bene.”
“Anche noi, lo sai?”
Teddy chinò il capo, i capelli spinosi, tali e quali a quelli materni, assunsero una sfumatura azzurrina.
“Sono stato innamorato della mamma. Avevo otto anni e andavo sempre in giro con una sua foto,” confessò. “Non ho foto di te da piccolo, papà, ma cercavo di modificare il mio aspetto per esserti il più possibile simile, per piacerle. Perché se persino mia madre aveva preferito un altro uomo a me, credevo che sarei stato amato solo assomigliandoti.”
A Tonks le sue parole fecero molto male: si sporse verso di lui, prendendogli il viso tra le mani.
“Io non ti ho preferito a un altro uomo, Teddy, lui non è un altro uomo, è tuo padre. Ho scelto di combattere al suo fianco, l'abbiamo fatto per te.”
“E' quello che dicono tutti. Non ci credo. Io non avrei lasciato le mie bambine...”
“Le avresti lasciate, invece.”
Remus aveva parlato con durezza, la sua era un'affermazione che non ammetteva repliche.
“Tu non mi conosci, non ti permettere!” lo assalì Teddy, e la sua rabbia calò di tono la voce dell'altro, che si fece triste.
“Le avresti lasciate perché le ami.”
“Non è così che funziona, papà. Ti sbagli.”
“No, è lui che funziona così!” precisò Tonks. “E hai ragione, sbaglia quasi sempre. Ma dovevamo combattere, Teddy, se Voldemort avesse vinto, non ti avrebbe permesso di continuare a vivere.”
Teddy non aveva conosciuto sulla sua pelle le discriminazioni subite da Remus e, dopo il loro matrimonio, anche da lei, era palese dalla sua difficoltà a capire le loro ragioni. Ne era grata, forse non li avrebbe mai perdonati, ma ora aveva la conferma che il mondo migliore che avevano desiderato per lui esisteva davvero. Il loro sacrificio non era stato vano.
“Vieni via con noi...” chiese inaspettatamente Remus. Tonks sperò che fosse una qualche tecnica per farsi intendere da Teddy, ma capì che la supplica gli era scappata involontariamente. Era così imbarazzato che sembrava rimpicciolire a vista d'occhio, per cui decise di intervenire.
Teddy, però, fu più svelto:
“Volete andare di la', suppongo. Certo che vengo con voi, non vi lascerei mai in balia delle mie streghette da soli,” risolse, anche se aveva capito che il padre intendeva dire tutt'altro. La gratitudine negli occhi di Remus per aver rimediato alla sua debolezza era tangibile.
“Grazie,” mormorò.
Tonks gli strinse la mano, per fargli coraggio. Per farsi coraggio.




Avevo questo capitolo pronto da un po', ma non mi convinceva molto... in realtà ancora non mi convince, ma non riesco a risolverlo diversamente, per cui... spero vi piaccia lo stesso :-)
Ps- comunque Fleur e Tonks consuocere sono uno scenario di cui dovrò per forza scrivere, prima o poi XD
   
 
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