«Che
Dio
benedica:
la mia
città; il mio popolo;
e che Dio
maledica:
il mio
sangue; il mio potere;
che la
Santa Vergine preghi:
per me;
per mio figlio;
per mio
marito; per i miei fedeli.»
Così prega
Mary e par che lacrime
e sangue
le scendano sul viso.
Chiama a
sé gli angeli del Cielo,
la forza
delle martiri –
china il
capo sull’inginocchiatoio.
«Vergine,
Signora, dammi la forza;
fammi
affrontare la morte con
coraggio e
viso fermo!»
Un sorriso
da lupo sfregia il grigio;
Wallace
nasconde gli occhi dietro
una mano,
con un forte gemito.
Scolora la
luna argentea e ritira
le lunghe
dita dai suoi capelli:
arriva il
giorno.
«Che il
perdono ti sia negato,
d’ora
innanzi, fratello bastardo.
Possiate
tu e la tua marionetta
suggervi a
vicenda il veleno
dalle labbra.
E morire! Sì, morire!»
Un
crocifisso d’oro, bussano.
«Redimici
dai nostri peccati;
grandi
sono la tua grazia e la tua bontà.»
Il fiato
della notte agita le fiamme
e le
candele dipingono ombre mostruose
sul volto
di Gesù Cristo. Un sorriso.
«Redimici
tutti dalle nostre colpe;
dal sangue
che ci macchia le mani,
dal
tradimento, dalla famiglia smembrata.»
Per
Elizabeth -
- suonano
olifanti lontani, pesanti elefanti
s’inclinano
e barcollano nella notte velata
già d’oro;
si snodano piano le vie di seta.
«Se puoi,
Dio, perdona noi tutti.
Stamane
ucciderò una Regina consacrata.»
Con cosa
si paga un uomo,
le cui
labbra stillano ambrosia,
i cui
occhi versano smeraldi,
i cui
capelli strappati sono oro?
Arthur
siede sul trono, la corona storta;
il re
bizzarro e muto si morde un’unghia!
«Fratello
Caino, mi maledici?
Solo gli
stolti implorano un castigo,
quand’esso
è già in atto.
Stolto
Caino, Wallace, stolto!
Domani
taglierò la testa di Mary!»
Sceglie di
dimenticare il peccato:
ridendo,
si versa un calice di vino.