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Autore: Amy In Wonderland    18/06/2012    7 recensioni
Damon ha messo in chiaro i suoi sentimenti con Bonnie: non prova niente per lei.
così, dopo un anno, la strega è quasi indifferente al bel vampiro che è ancora in lotta contro il fratello per Elena.
ma, nel frattempo, arriverà in città un nuovo "cattivo ragazzo", vampiro anche lui, che si unisce al gruppo e punta le sue attenzioni su Bonnie.
Bonnie ricambierà il nuovo arrivato? ma sopratutto, Damon come reagirà?
ovviamente è una Donnie!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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23. EVERYTHING IS FALLING APART

 

 

Neanche il tempo di guardarle il viso che Damon sentì la punta di quello che doveva essere un grosso ramo, conficcarglisi nella spalla destra.

Con un gemito di dolore si girò e staccò il pezzo di legno sotto lo sguardo compiaciuto di Shinichi.

Schivò il successivo colpo del demone, avventandoglisi sopra a sua volta.

Dopo qualche istante riuscì a prenderlo per la gola e a inchiodarlo per terra.

<< Perché mi hai preso quei ricordi? >> gli ringhiò in faccia.

Damon ricordava, era chiaro e ben delineato nella sua mente ogni istante che Shinichi gli aveva portato via.

Ma non c’era nulla che potesse andare a svantaggio del demone!

Il moro non riusciva proprio a capire: i kitsune gli avevano portato via i ricordi che riguardavano dei bei momenti tra lui e Bonnie, che senso aveva?

Davanti alla sua palese ingenuità, il kitsune non si trattenne dal ridere di gusto emettendo un verso strozzato per la pressione che le mani di Damon esercitavano sulla sua gola.

<< Io non ti ho preso un bel niente >> gli rispose, ridacchiando.

Damon si sentì spingere indietro da una forza invisibile e venne sbattuto a terra.

Non appena si rialzò vide Shinichi di fronte a lui con un ghigno divertito sulla faccia.

<< Damon, Damon, Damon... Perché incolpi me di quello che fai tu? >>.

Il vampiro s’irrigidì.

<< Che cavolo dici? >> sbottò: si era sinceramente rotto di tutto quel parlare per enigmi!

Non potevano essere un pochino più espliciti e diretti?

Lui per natura non era solo eccezionale e mozzafiato, ma anche incredibilmente intelligente. Madre Natura non lo aveva privato di nulla, tranne della fortuna forse...

Comunque, fatto stava che aveva la capacità di capire le cose molto prima degli altri e in poco tempo.

Ciononostante non aveva compreso nulla di ciò che era successo con l’Ossigenato! Un secondo prima stavano combattendo, poi lui aveva iniziato a delirare e ad accusarlo di cose assurde e, infine, l’aveva mollato lì come un idiota!

Se n’era semplicemente andato e Damon non aveva avuto occasione di vedere dove perché Shinichi gli era saltato addosso immediatamente.

<< La verità, Damon. Dico solo la verità. Noi non abbiamo rimosso alcun ricordo dalla tua mente: hai fatto tutto da solo! >>.

Damon alzò un sopracciglio, indeciso se mettersi a ridere o spaccargli la faccia.

<< Oh, ma certo! E perché mai avrei dovuto levarmi da solo dei ricordi? Ma sopratutto, come avrei fatto? >> disse sarcasticamente, con l’intento evidente di canzonare per bene il kitsune.

Se Trevor e quei due demoni credevano di poterlo prendere in giro ancora, avevano fatto male i conti!

<< Seppellendoli nella tua memoria e impedendoti di ripensarci! Nessun maleficio, niente di niente: hai semplicemente voluto dimenticarli... E il motivo... credo che tu lo sappia, no? >> ghignò.

Damon era indeciso?! Assolutamente no! Gli avrebbe decisamente spaccato la faccia.

Senza dargli nemmeno il tempo di difendersi, afferrò lo stesso ramo con cui era stato colpito e glielo conficcò dritto nello stomaco.

Shinichi rantolò attirando l’attenzione di Misao per un istante.

Gli si avventò contro, ma il suo pugno colpì solo l’aria.

<< Sai io l’ho capito fin dall’inizio, fin dalla prima volta in cui ti ho visto e mi hai chiesto di risparmiare anche la piccola rossa... *>> la voce di Shinichi alle sue spalle lo costrinse a girarsi.

<< E poi l’hai salvata, molte volte. Incredibile come sia riuscita a entrare dentro te nonostante tu non volessi... Ma non ci sei riuscito, Damon. Potevi dimenticare quei momenti che erano troppo per te, ma i sentimenti continuano a riaffiorare... Non è vero? >>.

Damon lo guardò stralunato.

Dove voleva andare a parare quel demone?

<< Come si fa a negare dei sentimenti tanto profondi nei confronti di una ragazza? >> continuò il kitsune con un ghigno stampato sul volto, << puoi eluderli, ma prima o poi ci dovrai fare i conti... Questa è una regola che vale perfino per uno come te, Damon. >>

L’espressione confusa del vampiro sembrò animare l’ilarità del demone.

<< Ancora non capisci, vero? Tu non hai protetto quella strega per tutto questo tempo solo per “un capriccio”, come l’hai definito tu! >>.

Damon corrugò le sopracciglia.

<< Io ci tengo a lei, e allora?! Perché avrei dovuto dimenticare quei momenti? >> disse, sconcertato.

Sì, era vero. Aveva appurato l’altra sera che Bonnie non era un capriccio, che lui ci teneva seriamente a lei. E quindi? Che voleva Shinichi?

Questo si limitò a ridacchiare.

<< E allora spiegami: non era forse gelosia quella che provavi per Trevor? Non ti sentivi come se ti stessero sottraendo qualcosa ogni qualvolta che lei ti scansava? Sei proprio sicuro che le vuoi solo bene? >>.

Damon rimase fermo, senza muovere un muscolo, mentre Shinichi gli si avvicinava lentamente.

<< Tu la ami, Damon. In un modo in cui non hai mai amato. Non è un’ossessione, né tantomeno un sentimento che ha a che fare con la vendetta o la rivincita. Provi per lei un sentimento puro, innocente e semplice. Qualcosa che il vampiro spietato che hai sempre detto di essere fatica ad ammettere di provare >>.

La voce di Shinichi era quasi ipnotica: gli stava letteralmente sbattendo la realtà in faccia.

<< L’hai dimenticato perché avevi paura di cambiare Damon: che ne sarebbe stato di te se ciò che provi per la strega ti rende così debole, così esposto. Non potevi permetterlo, vero? E figurarsi! Lei era così buona e innocente... E se ti avesse rifiutato anche lei? Il dolore ti avrebbe senz’altro distrutto! Era molto più facile amare una ragazza come Elena, era meglio essere sconfitti di nuovo da Stefan che essere abbattuti dall’amore che provi per Bonnie. E poi, ti dava fastidio, non è vero? L’effetto che lei aveva su di te era estremamente irritante! Riusciva a farti provare emozioni che non volevi provare, ti apriva l’anima e ti metteva davanti a te stesso, un confronto che hai voluto evitare per secoli! Ma nel contempo, provavi una soddisfazione immensa a proteggerla, a crescerla... a sentirla tua... Tu la ami, Damon. Hai iniziato ad amarla pian piano, sempre un po’ di più, da quando l’hai conosciuta per la prima volta. Ed è per questo motivo che hai deciso di dimenticare tutti quei momenti che potevano metterti difronte a questa verità: tu avevi paura >>.

Damon si sentiva come paralizzato.

Tutto ciò che Shinichi aveva detto era maledettamente vero.

Quello era l’effetto che Bonnie aveva su di lui e non gli era mai piaciuto. Lo rendeva troppo... umano. Tutto di sua spontanea volontà! Bonnie non aveva mai cercato di cambiarlo, non l’aveva mai voluto e questo Damon lo sapeva perfettamente.

Sarebbe stato più facile credere che i kitsune avessero cancellato i suoi ricordi per qualche motivo ignoto, ma Damon sapeva che questa volta Shinichi non stava mentendo.

Aveva fatto tutto da solo.

Lui innamorato di Bonnie?

Sentì quel senso di calore nel petto divampare nuovamente.

Com’era successo? Com’era possibile?

Si era illuso di amare Elena mentre in realtà era innamorato della piccola Streghetta? Era successo davvero?

No, lui aveva amato seriamente Elena. Ma anche Katherine e Stefan. E sua madre...

Ma ora non c’era più traccia dell’amore che provava per Katherine, né tantomeno quello che provava per Elena. Lo aveva capito la sera prima quando si era dichiarata.

Provava solo un profondo affetto e attrazione verso la sua bellezza... ma tutto lì. 

Era stata Bonnie. Quella piccola rossa gli era entrata delicatamente dentro e, pian piano, aveva eclissato l’amore che provava per Elena.

Con Bonnie era diverso, Shinichi aveva ragione. 

Era qualcosa di puro, semplice... Troppo semplice perfino per definirlo amore.

Era un senso di appartenenza reciproca e protezione, due elementi nati per completarsi e sostenersi.

Se quello era amore, beh allora sì, lui am...

<< E’ un vero peccato! >> commentò Shinichi, distogliendolo dal filo dei suoi pensieri e preparandosi ad attaccare.

<< Ora che ammetti tutto ciò che provi è troppo tardi: state per morire tutti >>.

Damon non aspettò un istante di più.

Lo afferrò per le spalle e lo morse violentemente: sentì la pelle del demone lacerarsi sotto i suoi canini e si rese conte che, se fosse stato un umano, gli avrebbe senz’altro rotto l’osso del collo con la violenza del morso.

Si staccò lacerandogli ulteriormente la pelle e, velocemente, lo spinse verso un albero impalandolo ad esso con un ramo.

<< Dato che ti piacciono tanto gli alberi, sono sicuro che ti farà piacere morirci sopra >> commentò ghignando.

Si ripulì il viso dal sangue amarognolo del kitsune con una smorfia disgustata.

Certo che come cibo facevano veramente pena!

Lo osservò mentre ansimava dal dolore.

Se non poteva ucciderlo, l’avrebbe almeno fatto soffrire fino alla morte.

Sì, il suicidio per il dolore era un’ottima strada per liberarsi definitivamente di quei due demoni.

<< Levami una curiosità prima: quale era il vostro piano? Farmi uccidere da Trevor? Isolarmi e poi attaccarmi quando ero da solo? No perché, per la cronaca... Non ha funzionato! >> disse spavaldo.

La reazione del demone lo atterrì per qualche secondo: rideva profondamente divertito.

<< Staccandoti da loro, il tuo gruppo di umani avrebbe avuto per protezione solo tuo fratello: sarebbe stato una passeggiata farli fuori. Mentre Trevor... Beh, sì, lui doveva ucciderti nel momento in cui saresti stato solo e debole >>.

Continuava a ridacchiare.

Che cavolo rideva? Stava per morire!

<< Beh, sto in ottima forma! Piano fallito! >> gli fece presente.

Shinichi lo guardò negli occhi e scosse la testa divertito.

<< Trevor ti avrebbe reso debole portandoti via Bonnie, sentimentalmente e fisicamente... >>.

<< DAMON! >> Il grido di Meredith attirò la sua attenzione.

Il moro si girò in ansia verso il luogo dove proveniva la voce e vide la ragazza da sola accanto al corpo di Bonnie.

<< Credi ancora di essere in ottima forma? >> lo canzonò Shinichi da dietro, << Te l’ho detto Damon, è troppo tardi >>.

Qualcosa dentro lui si ruppe.

 

 

 

Trevor socchiuse gli occhi e, istintivamente, fece cenno a Elise di allontanarsi. 

Lui non l’avrebbe potuta toccare questa volta, era un fantasma, ciononostante Trevor non voleva che sua sorella fosse vicino a quel... a quel bastardo.

<< TU >> ringhiò Trevor.

Non era possibile! Per tutto quel tempo ce l’aveva avuto sotto gli occhi... l’assassino di sua sorella...

Sage sorrise divertito.

<< Sei sempre stato facile da raggirare >> commentò.

Era vero.

Trevor si sentiva un’idiota.

L’aveva fregato quando aveva ucciso sua sorella e ora lo aveva fregato ancora una volta.

Sage, il ribelle. Nobile disprezzato nella Dimensione Oscura, ma anche vampiro di inestimabile potenza.

Trevor aveva faticato a trovare delle informazioni su di lui, ma in più di un secolo si era certamente fatto un riquadro completo.

Era conosciuto come un ribelle appunto, un rivoluzionario: voleva sottomettere la Dimensione Oscura sotto il potere di un'élite di vampiri, potenti e spietati quanto lui.

Quando aveva sentito della profezia degli Angeli della Morte**, immediatamente si era messo alla ricerca dei due fratelli per eliminare il problema alla radice, così aveva ucciso Elise.

L’aveva cercato per secoli, poi i kitsune gli avevano modificato i ricordi poco prima di giungere a Fell’s Church e lui aveva addirittura collaborato con quell’assassino.

La rabbia ruggì nel suo petto.

<< Sai, quando ho scoperto che la profezia era falsa e che avevo perso l’occasione di accrescere immensamente il mio potere mi sono veramente irritato! Per fortuna, ho trovato gli alleati giusti >> disse con nonchalance, guardandolo con superiorità.

“I kitsune...”.

<< Credevo avessi l’accento francese >> commentò con sarcasmo, mentre cercava il momento giusto per staccargli la testa.

<< So fingere molto bene gli accenti! E so parlare qualsiasi lingua >> spiegò lui con orgoglio, << perfino il dialetto fiorentino dell’epoca >>.

Trevor strinse i pugni e, senza pensare più, afferrò un ramo appuntito e fece per piantarglielo nel cuore.

Sage lo bloccò in poco tempo.

<< Ah, giusto! Tu credi che i kitsune ti abbiano aumentato abbastanza i poteri da potermi sconfiggere! >> Sage rise crudelmente, << Non eri altro che una pedina, Trevor! Lascia che ti racconti com’è veramente andata! >> lui afferrò il paletto improvvisato dalle mani del biondo e, con questo, lo impalò per terra.

Trevor rantolò per il dolore.

<< Vedi, quella dei kitsune è una natura curiosa. Distruggono città per accrescere i loro poteri, perché si divertono e perché è semplicemente ciò che gli piace fare. Non c’è un secondo fine: vogliono il potere perché gli piace, ma poi non lo utilizzano più di tanto se non per conquistare e distruggere altre città e accrescere ulteriormente i loro poteri >> si mise in piedi e lo guardò mentre tentava inutilmente di togliere il bastone che aveva conficcato tra le costole.

<< Shinichi e Misao ti hanno utilizzato come una pedina! Prima di essere tuoi alleati, sono miei. Da lungo tempo erano affascinati dal potere di tua sorella e sapevano perfettamente che la profezia fosse falsa. Quando la uccisi, come ben sai, imprigionarono la sua essenza vitale in un luogo tra la morte e la vita e attesero pazientemente la nascita della strega adatta per farla risorgere. Erano interessati solo al potere di Elise: una volta che fosse tornata in vita, l’avrebbero uccisa nuovamente dopo essersi appropriati del suo potere. Ma nel momento in cui nacque Bonnie, scoprirono il potere su cui sorgeva Fell’s Church e l’unico loro problema era Damon Salvatore - mio vecchio amico - suo fratello e il suo gruppo di umani, tra cui Bonnie stessa. Non erano più interessati al potere di Elise e tu e il patto con te, quindi, diventavate di fatto solo un problema, Vennero da me e mi raccontarono tutto: mi proposero una divisione. Io avrei preso il potere di Elise e ti avrei ucciso dopo che tu avessi ucciso Damon, mentre loro si sarebbero impadroniti delle linee di Energia. Inutile dire che accettai: da tempo ero disprezzato nella Dimensione Oscura e per questo avevo bisogno di un potere inimmaginabile, forte... quello di tua sorella >>.

Sage ridacchiò. 

<< Non m’importa se Damon Salvatore sopravvive e i kitsune non prendono Fell’s Church! Ormai il rito è completo ed Elise sta per tornare in vita, io ho ciò che voglio. Quindi scusami Trevor... >> riprese il bastone conficcato tra le sue costole provocandogli un male inimmaginabile, << Ma devo fare una cosa che avrei dovuto fare molto tempo prima >>.

Alzò il bastone pronto a mettere fine alla sua inutile vita.

Era stato un idiota e meritava di morire.

Chiuse gli occhi pronto a sentire la propria vita andare via.

Improvvisamente, il corpo di Sage s’irrigidì e la sua pelle assunse un aspetto grigiastro.

Trevor sentì il corpo del vampiro cadere a terra in un mucchio di polvere.

Aprì gli occhi.

<< Elise... >> sussurrò.

 

 

 

Elena schivò il colpo di Misao e, con il potere delle Ali, la scaraventò a terra.

Si girò verso Stefan: per fortuna si era rialzato in piedi e stava controllando che Matt e Meredith, ancora privi di sensi, stessero bene. 

Elena guardò Misao, anch’essa svenuta per l’impatto.

Alzò scetticamente un arcuato sopracciglio biondo.

“Sì, come no. Svenuta”.

Se voleva dargliela a bere stava fallendo miseramente! Ciononostante si concesse un attimo per recuperare le forze e guardarsi intorno.

Vide Damon mentre combatteva con Shinichi e per un istante il mondo si fermò.

Damon...

Era rimasta profondamente delusa. Si era dichiarata, aveva espresso ad alta voce i sentimenti più profondi che aveva nell’animo per il moro e questo... non l’aveva neanche degnata di uno sguardo!

Era sparito, se n’era andato chissà dove!

Poi, la sera stessa, Stefan le aveva rivelato cosa fosse successo in camera di Bonnie e il fatto che Damon li avesse traditi un’altra volta.

Come aveva potuto?

Era questo ciò che si era domandata, eppure mentre lo vedeva combattere contro Shinichi capiva di quanto si fossero sbagliati.

Si girò verso Trevor e per poco non sbiancò.

Sage lo sovrastava e stava per impalarlo con un ramo. Avevano quindi fatto male a fidarsi di Trevor?

Era lui il traditore? 

Elena non ci capiva più nulla, avrebbe voluto che qualcuno le spiegasse cosa succedeva ma, forse, non ce n’era uno che capisse cosa realmente stesse accadendo in quella radura.

Sembrava essere scoppiato l’inferno e lei aveva dubbi perfino su chi fidarsi e chi no.

Capendo di essersi concessa troppo, riportò la propria attenzione su Misao.

Era sparita.

Neanche il tempo di sentire Stefan gridare, che con un colpo la coda da volpe di Misao le lacerò la coscia sinistra.

 

<< Elise! >> esclamò, questa volta più forte.

La ragazza teneva un paletto tra le mani... una paletto concreto.

Avvicinò la propria mano tremante al viso in lacrime della ragazza e, dopo un attimo di esitazione, la toccò.

Sentì la sua pelle sotto i polpastrelli, il bagnato delle lacrime e il suo profumo invadere l’aria. Tutto ciò significava solo una cosa: era tornata.

Trevor non riuscì a trattenere le lacrime di gioia e, prendendogli il viso con tutte e due le mani iniziò a baciarla sul viso dalla felicità e a stringerla a sé.

<< Oddio... Elise! Elise, ce l’abbiamo fatta! Elise...? >>.

Il corpo di lei continuava ad essere rigido e scosso da singhiozzi tra le sue braccia.

Trevor rimase sbalordito e l’allontanò per guardarla in viso.

Le lacrime di lei non erano di gioia, i suoi occhi esprimevano solo angoscia e dolore.

<< Trevor... >> sussurrò con voce spezzata, << Fratellino, che cosa hai fatto?! >>.

Trevor non capiva. Che cosa aveva fatto?!

L’aveva riportata in vita, ora potevano di nuovo stare insieme! Non era contenta?!

<< Perché tutto questo dolore, Trevor? Che ti ha fatto lei? >> singhiozzò.

Trevor aggrottò la fronte.

“Lei?”.

Una strana angoscia lo pervase.

<< Non ti ricordi quando studiavamo magia? Se si vuole ottenere qualcosa che modifichi la natura bisogna dare un elemento naturale; Se si vuole ottenere qualcosa che modifichi il funzionamento vitale di un ente bisogna dare sangue; Se si vuole ottenere qualcosa che modifichi lo stato di un ente dalla morte alla vita, bisogna... >>

<< Bisogna dare la vita di un’altro ente >> concluse per lei Trevor.

L’angoscia e i sensi di colpa lo colpirono in pieno.

Si girò verso Bonnie e il più velocemente possibile le fu accanto.

La ragazza aveva gli occhi semichiusi e respirava affannata. Trevor la toccò: era gelida.

<< Bonnie... Oh, Ragazzina... Non volevo questo! Mi dispiace così tanto! >> sussurrò.

Sentì la presenza di un’altra persona che si accasciava affianco a Bonnie.

Trevor riconobbe Meredith, appena rinvenuta, che guardava angosciata e con dolore l’amica.

Stava per dirle qualcosa quando un urlo attirò la sua attenzione.

Si girò e vide Elena aggredita da Misao.

<< Meredith, chiama Damon! >> ordinò alla mora, per poi gettarsi sulla kitsune.

 

 

 

 

Stefan si allungò in pochi secondi sino a Elena.

La guardò terrorizzato.

Non si preoccupò un attimo dei kitsune: esistevano solo lui ed Elena in quel momento.

<< Stefan... >> sussurrò rauca.

<< Shh >> la intimò lui, << Amore, ti prometto che andrà tutto bene, okay? >> lo diceva a lei o a se stesso?

Stefan guardò la gravità della ferita e si accorse con sollievo che sarebbe bastato giusto qualche punto e un po’ di riposo... oppure giusto qualche goccia di sangue vampiro.

Si morse il polso e fece per appoggiarlo alla bocca di lei, ma la bionda lo bloccò e gli prese le mani.

<< Aspetta... C’è qualcosa che voglio dirti! >>.

Stefan, inspiegabilmente, sentì una strana ansia pervaderlo.

<< Shh... Elena, ne parliamo dopo, ora devi assolutamente guarir... >>

<< Stefan, ascoltami! >> lo supplicò autoritariamente lei.

Stefan le carezzò i capelli.

<< L’altra sera ho detto a Damon di amarlo, dopo che mi avevi chiesto di passare l’eternità con te >> confessò lei, non potendo fare a meno di abbassare lo sguardo.

Ah.

Stefan contrasse la mascella, sentendo una fitta di delusione e gelosia attanagliargli l’anima.

<< Sono una tale egoista, Stefan... Eppure ti amo così tanto! Ma credo di essermi innamorata anche di lui... >> Stefan chiuse gli occhi.

<< Ne parliamo dopo Elena... >> la pregò, non era quello il momento per parlare di certi argomenti!

<< Stefan, Ascoltami! Mi dispiace! Mi dispiace da morire! >>.

Stefan aggrottò le sopracciglia.

<< Non è colpa tua, Elena! E’ Damon... lui ha fatto tutto questo casino. E sono io che... >>.

Elena si alzò con il busto, nonostante il dolore, e lo interruppe.

<< Non è colpa di Damon!  E’ colpa mia, solo mia! Io mi sento in colpa, Stefan! Perché l’ho baciato più volte mentre tu marcivi in prigione, perché mi sono innamorata di lui e vi ho separati ulteriormente! Non è giusto ciò che vi ho fatto, me ne rendo conto. Voglio solo che tu e lui sappiate che... Mi dispiace! Sono un’egoista e probabilmente non merito nessuno di voi due >> una lacrima scese sul suo viso.

Elena rivolse uno sguardo intenerito a Stefan che, silenziosamente, apprendeva quelle verità forse già conosciute ma mai ammesse.

Gli carezzò una guancia.

<< Damon ti vuole bene. E non ci ha traditi! Hai visto, prima combatteva contro Shinichi! >>.

Stefan sorrise debolmente. L’ultima parte era vera, l’aveva visto e... 

Si girò verso il fratello e l’osservò avvicinarsi a Bonnie e prenderle il viso tra le mani. Guardò la sua espressione e ci lesse un sentimento che mai aveva visto sul viso del fratello: devozione.

Stefan capì all’istante di aver fatto un errore madornale a non seguire il proprio istinto: Damon non mentiva, stava dalla loro parte e lo era sempre stato.

I suoi occhi caddero su Trevor. Ma anche lui li stava proteggendo dai kitsune...

Stefan non capiva, era tutto così confuso.

“Ma che importa!” pensò, guardando nuovamente il fratello e capendo di dover chiarire con lui e chiedergli scusa.

La nota di tristezza che passò negli occhi smeraldini di Stefan obbligarono Elena a richiamarlo.

<< Ti perdonerà, lo fa sempre. Voi due avete bisogno l’uno dell’altro >> lo rassicurò lei.

Era vero, Stefan sentiva dentro un bisogno profondo di suo fratello maggiore, ma dubitava del contrario.

<< Stefan... Io non credo che l’offerta che mi hai fatto l’altra sera valga ancora, che tu possa perdonarmi, ma voglio solo che tu capisca quanto mi dispiaccia >>.

Elena non si accorse nemmeno di come Damon fosse sparito dai suoi pensieri.

Era la verità, Elena capiva che le cose si stessero mettendo male nella radura e non poteva fare a meno di pensare a quanti sbagli avesse fatto.

Era stato un’egoista e, forse, il suo errore più grande era stato quello di separare ulteriormente i due fratelli Salvatore.

Ma solo in quel momento si rendeva conto di non aver mai rischiato di perdere Stefan come ora. Anche quando immaginava come sarebbe stato il proprio futuro con Damon, accanto a lei vedeva sempre l’ombra di Stefan.

Quando pensava al proprio futuro con Stefan, Damon... spariva.

E in quel preciso istante, guardando gli occhi di Stefan persi nei proprio pensieri e estremamente duri, sentì il terrore pervaderla al pensiero di una vita senza lui.

Quello cosa significava?

Era stata tanto idiota da perderlo?

“Beh, almeno sei stata sincera. Lui non si meritava altre bugie”.

Sì, era vero. Ma quanto costava la verità?

Fu così che l’irremovibile Elena Gilbert iniziò a singhiozzare disperatamente e a piangere come una bambina, come mai prima di allora aveva fatto.

Stefan rimase spiazzato da quella visione e, nonostante i sentimenti contrastanti che provava in quel momento e i pensieri che affollavano la sua mente, asciugò le lacrime di Elena e l’abbracciò con fare rassicurante.

<< Andrà tutto bene >> ripeté per rassicurarla, questa volta certo di ciò che diceva.

Forse sarebbe stata un po’ dura all’inizio, ma era sicuro che se fossero sopravvissuti tutto sarebbe andato al suo posto.

Stefan non era pronto a rinunciare né a Elena né tantomeno a Damon.

 

 

Trevor si avventò su Misao, impedendole di attaccare ancora Elena.

Gli ringhiò contro tutta la sua frustrazione e, troppo velocemente perché questa avesse il tempo di evitarlo, la tramortì.

Afferrandola in malo modo per la gola la vide trasformarsi nuovamente in forma umana davanti ai propri occhi.

Misao, per la prima volta, appariva sconvolta. Probabilmente non si aspettava tutto quel potere da parte sua.

<< Non fare quella faccia, stronza. Sai, la rabbia eccita molto! Aumenta l’adrenalina! >> ringhiò, stringendo ulteriormente la gola della kitsune che emise un verso strozzato.

<< Shinichi! >> urlò Trevor, invitando il demone a farsi avanti, << Vieni a prendere tua sorella! >> la buttò in malo modo per terra.

In pochi secondi Shinichi fu da lei e l’aiutò a rialzarsi.

<< Cos’hai intenzione di fare? >> gli domandò il demone, per una volta senza quel maledetto sorriso strafottente, << Non puoi più fare nulla! >>.

Trevor ridacchiò.

<< Mentre tu eri impegnato a tentare di uccidere Damon e tu, Misao, eri occupata con Elena, Sage è morto >> gli fece presente.

<< E allora? >> Shinichi rise con tono amaro, non riuscendo a mascherare tuttavia una faccia sorpresa dalla notizia, << Non abbiamo bisogno di lui. Ciò significa più potere per noi! Bonnie sta morendo, Damon s’indebolirà. Non ci vorrà niente a togliere di mezzo Fell’s Church... e te >> sputò Misao, quasi istericamente.

<< E poi... Non puoi ucciderci >> aggiunse il fratello, mostrando ancora quel suo ghigno strafottente.

Trevor provò quasi pena per quei due idioti.

<< Sono stato uno stupido. Mi avete raggirato per bene e usato per i vostri scopi come volevate, mi avete perfino cercato di uccidere >> disse, trattenendo a stento una risata difronte alle facce compiaciute dei due.

<< Ma davvero credevate che io mi fidassi completamente di voi due? >> gli domandò, << Non sono cretino fino a questo punto. Sapevo perfettamente che potevate distruggere città anche senza il mio aiuto, quindi vi servivo per forza per qualche altro scopo. Ma io volevo solo mia sorella e voi eravate l’unica mia possibilità >>.

Trevor si mosse con nonchalance, rivolgendo un’ultima occhiata a Elise.

Questa la guardava tristemente e annuiva con debolezza.

Gli mimò con le labbra un “ti voglio bene”.

“Te ne voglio anche io, sorellina. Ci si vede dall’altra parte” pensò, stranamente sereno.

<< Mentre rintracciavo Sage, ho cercato in lungo e in largo anche un modo per sbarazzarvi di voi due una volta che avessi riavuto mia sorella. Avete presente l’incendio che avevate appiccato per liberarvi di questa? >> tirò fuori dalla tasca il coltello ambrato che custodiva gelosamente da secoli, << A quanto pare non è servito a molto >>.

Ghignò difronte alla faccia terrorizzata dei due.

Vide Misao indietreggiare decisamente nel panico, mentre Shinichi rimaneva immobile e sconvolto.

<< Non è possibile... >> sussurrava il demone flebilmente.

<< Oh sì, lo è eccome! Ammetto di aver fatto una faticaccia per trovarla. Avevo quasi perso le speranze! E poi eccola qui! >>.

<< Non puoi! Se ci uccidi con quella... Muori anche te! La sua energia risucchierà anche la tua! >>.

Era vero. Chiunque avesse ucciso un kitsune con quel coltello sarebbe morto a sua volta. Per ucciderlo basta procurargli un graffio con quella lama e la sua energia vitale sarebbe stata risucchiata nell’oblio.

Bel marchingegno avevano creato le streghe!

Trevor fece spallucce.

<< Beh, trovo che sia un ottimo modo per morire. Ma vediamo, riuscirò a graffiarvi entrambi? >> commentò, rigirandosi divertito la lama tra le mani.

Shinichi si slanciò verso di lui in un gesto disperato.

 

 

 

Damon affiancò in pochi istanti Meredith.

La intimò con un gesto secco della mano a farsi da parte e a fargli spazio per controllare le condizioni di Bonnie; lei indietreggio di qualche passo accondiscende.

Damon osservò per qualche secondo la ragazza.

I suoi occhi furono immediatamente catturati dalle labbra, non rosse e vive, ma bluastre e di un tono poco rassicurante.

Solo quando con una mano le accarezzò delicatamente una gota si accorse delle vene nere che si intravedevano attraverso la pelle madreperlacea.

Ritrasse la mano quando sentì la pelle ghiacciata al tatto.

Non c’era neanche bisogno di valutare la situazione!

Damon si morse in un attimo il polso lasciando fuoriuscire il sangue scuro e lo poggiò sulle labbra schiuse della strega. Ignorò l’angoscia che minacciava di pervaderlo e renderlo poco lucido.

Solo dopo qualche minuto Bonnie inizio debolmente a deglutire. Damon si lasciò sfuggire un sospiro sollevato: per un secondo aveva quasi creduto che fosse morta.

Ma immediatamente una nuova preoccupazione eclissò il sollievo.

Più andava avanti, più Damon si accorgeva che Bonnie iniziava a deglutire sempre meno e sempre più debolmente, quasi non riuscisse a farlo.

“Avanti Uccellino...”.

<< E’ inutile >> una voce femminile alle sue spalle, vagamente familiare, lo prese alla sprovvista.

Damon si girò per vedere chi avesse parlato, senza staccare il proprio polso dalle labbra di Bonnie. Quando incontrò due occhi blu cobalto rimase quasi spiazzato.

Quella ragazza, oltre ad essere stupenda, era estremamente familiare...

Diverse sue caratteristiche, come i boccoli rossi e la delicatezza del viso, ricordavano molto la Streghetta.

<< Chi sei? >> domandò debolmente, più per assicurarsi che non fosse una nuova minaccia piuttosto che per curiosità.

<< Elise >> disse lei semplicemente, facendo due passi e inginocchiandosi affianco a lui.

Elise... La sorella di Trevor? Sì, era quello il nome che il biondo gli aveva detto e che lui era sicuro di ricordare.

Più guardava il viso della ragazza più gli sembrava familiare.

<< Ci conosciamo? >> domandò, più a se stesso che a lei.

La ragazza si limitò ad annuire silenziosamente.

Damon aggrottò la fronte e si domandò dove si fossero conosciuti, quando guardando un piccolo neo sulla guancia della ragazza improvvisamente ricordò tutto.

Quel neo l’aveva notato anche allora, aveva pensato che fosse estremamente elegante per una fanciulla del genere.

<< Ma certo, la piccola strega che mi ha aiutato a localizzare Stefan... >> affermò, ricevendo per risposta un sorriso.

Era andato a Firenze quando aveva deciso di cercare il suo adorato fratellino per disturbarlo un po’ e tenerlo d’occhio, ma con suo enorme disappunto aveva appurato che Stefan non fosse restato nella loro madre patria.

Sentendo parlare di una strega che abitava nei pressi della città era andata a cercarla, sorprendendosi di come una ragazza così giovane fosse già immensamente potente.

Le aveva chiesto di localizzargli Stefan, in cambio lui le avrebbe risparmia la vita... a malincuore, ovviamente: era una preda ottima e doveva avere un sangue a dir poco dolce. Effettivamente, non ci avrebbe messo niente a sbarazzarsi della sua guardia del corpo personale - che adesso riconosceva essere Trevor - e poi godersi il suo pranzo dopo che lei le avesse detto ciò che gli serviva, ma la dolcezza di quella ragazza lo aveva spiazzato completamente e aveva deciso di essere fedele alla propria promessa.

Ecco perché Trevor non gli era così estraneo! Certo, quando lo aveva incontrato era molto più giovane, forse aveva una quindicina di anni, ma gli occhi di quei due fratelli se li ricordava benissimo!

<< Lascia perdere, non puoi fare niente >> la voce di Elise lo distolse dai suoi pensieri immediatamente.

<< Cosa? >>, non capiva.

<< Non può essere guarita, non ha nessun tipo di ferite e anche se morisse non si trasformerebbe in vampiro... La sua energia vitale è stata completamente spesa nell’incantesimo. Una vita per una vita, questa è la regola. Bonnie non ha più energia vitale... neanche per vivere una vita da non-morta, quindi è inutile! >>.

Crack.

Se quello non era un terremoto che stava spaccando la crosta terrestre, doveva per forza essere qualcosa che aveva colpito il suo strato di roccia intorno al cuore... no, che aveva colpito il suo cuore ancora di più rispetto alla sera precedente.

Non vide Elise chinare la testa né la sentì mormorare un “mi dispiace”, il mondo intorno a lui sembrava essere sparito.

Guardò Bonnie, apparentemente impassibile, mentre con dolore sentiva quel calore nel petto che gli veniva strappato via dagli artigli del gelo.

Scosse la testa, dapprima piano e poi sempre più forte, cercando invano di non rendersi conto della realtà.

Non poteva essere! Perché ogni volta che teneva a qualcuno questo gli veniva strappato via? Perché quella sua patetica esistenza doveva riservargli sempre e solo insoddisfazione e dolore? Perché sempre a lui?

“No... questa volta no” penso determinato, nascondendo a se stesso la sua disperazione.

Levò il polso appoggiato alle labbra della ragazza e mentre una mano era artigliata alla sua spalla destra, con l’altra le accarezzava dolcemente il viso e la chiamava mentalmente, sperando che almeno con la connessione telepatica Bonnie riuscisse a sentirlo.

“Streghetta? Bonnie?”

Silenzio.

“Uccellino...?”

Non gli era data nemmeno l’occasione di parlarle un’ultima volta?!

Damon serrò per qualche secondo gli occhi, reprimendo ulteriormente quel macigno di dolore che minacciava sempre di più di ucciderlo.

Li riaprì giusto in tempo per vedere le labbra di Bonnie muoversi impercettibilmente e emettere un verso ovattato. Damon capì all’istante che la ragazza non aveva la forza né per parlare né per rispondergli telepaticamente.

Ma almeno poteva sentirlo?

Damon la strinse forte a sé con il braccio sinistro, facendole poggiare la testa sul suo petto e sorreggendole il busto. Con la mano destra iniziò a carezzarle il braccio, poi un fianco e infine le gambe, più volte godendo della morbidezza del suo corpo.

La immaginò arrossire e abbassare lo sguardo imbarazzata dalle sue carezze, mentre dentro di sé tentava di non cedere alle sue lusinghe per non soffrire.

Damon sorrise sereno, tentando di sentire un minimo di calore nel corpo di Bonnie e si concentrò sul debole battito del suo cuore che rallentava sempre di più.

Tentò di richiamare ogni singolo gesto che le apparteneva e che aveva avuto modo di osservare: quando si rigirava un boccolo tra le dita per la noia, quando si metteva un ciuffo di capelli dietro all’orecchio prima di iniziare a parlare, quando corrugava leggermente le sopracciglia perché doveva concentrarsi, quando sgranava sorpresa i suoi occhioni da cerbiatto, quando lo guardava con rimprovero oppure con adorazione, quando sorrideva...

Erano tutti lì, i piccoli gesti che ricordava della ragazza, tutto ciò che gli rimaneva di Bonnie.

Cosa avrebbe fatto senza vederli mai più? Quelle singolari e piccole caratteristiche della sua Streghetta che... che lui aveva imparato pian piano ad apprezzare, ad ammirare e forse... forse... sicuramente...

“Bonnie, resta qui con me...” la pregò mentalmente, andando ad accarezzarle il palmo della mano.

In risposta lei la strinse leggermente, con quelle ultime forze che le rimanevano e quell’ultimo barlume di lucidità che aveva, per fargli capire che lo poteva sentire.

“Abbiamo ancora così tanto da vivere, io e te, Uccellino... Così tanto da fare insieme...” .

E lo avrebbero fatto?

Damon deglutì. Era così difficile per lui dire quelle due parole che gli risuonavano in testa, che gli invadevano l’anima. Lo era sempre stato.

Ma in quel preciso istante sembravano così inutili e così inadeguate a descrivere ciò che sentiva per Bonnie che non riuscì a dirgliele.

Non erano abbastanza, lui voleva che lei capisse completamente e le parole erano in quella circostanza insufficienti.

Con la mano destra le accarezzò nuovamente la guancia, scendendo poi con l’indice fin sotto il mento e girandole il viso verso il proprio.

Avrebbe voluto che quei suoi bellissimi occhi nocciola fossero aperti in quel momento, ma comunque gli bastava che lei sentisse.

Si chinò sulle sue labbra e le lasciò il bacio più dolce e sentito che avesse mai dato.

Non era come le altre volte in cui si erano baciati, non sentiva la presenza della ragazza chiara e luminosa accanto alla propria, mentre si fondevano e diventavano l’uno parte dell’altro. Non era come quando avevano fatto l’amore, quell’esperienza così travolgente che lo aveva segnato in maniera inequivocabile.

La presenza di Bonnie quella volta sembrava non esserci, ma in realtà Damon sentiva quel brandello di energia vitale che rimaneva alla ragazza e si sorprese constatando che fosse tutto per lui, che fosse in lui. Era come se Bonnie avesse dedicato l’ultimo brandello della propria vita e Damon poteva fare altro che sentirsi tristemente amato e voluto per l’ultima volta in quella maniera così totale con cui la rossa lo aveva sempre amato.

Fu in quell’istante che Damon si decise.

Le iniziò a trasmettere tutti i preziosi ricordi che conservava di loro due insieme, anche quelli che Bonnie non conosceva come le notti passate appollaiato di fronte alla sua finestra o quei momenti che le aveva fatto dimenticare.

Infine fece in tempo a trasmetterle un’ultima immagine: era come lui la vedeva. 

Bellissima, dolce, luminosa, intoccabile e fantasticamente sua, per sempre.

Bonnie se avesse avuto le forze si sarebbe commossa, non si era mai vista in quel modo e sapere che Damon la vedeva in quella maniera così meravigliosa, quasi come un piccolo mondo suo che avrebbe conservato e protetto per sempre mentre rideva e gli donava il suo amore, le faceva senz’altro venire voglia di amarlo ancora di più.

Damon lasciò che una lacrima gli rigasse la guancia sinistra, coperta dalla vista di chiunque altro se non quella di Bonnie, esattamente come secoli prima alla morte di sua madre aveva lasciato che la stessa unica lacrima, l’ultima versata, lo segnasse.

Poco distante Trevor riuscì a graffiare i due kitsune contemporaneamente e, mentre si trasformava in polvere, vide i corpi dei due demoni decomporsi davanti a suoi occhi, trasformandosi in carne informe, poi in scheletro e infine in terra.

Nello stesso istante il cuore di Bonnie batté per l’ultima volta.

 

 

 

 

*Nel primo libro dove appaiono i kitsune, infatti, Damon gli chiede prima di uccidere tutti tranne Elena, mentre poi aggiunge di risparmiare per un suo capriccio anche Bonnie. Non ricordo il nome del libro, pardon ^^

** Ne parla Trevor al capitolo 19: una profezia diceva che due fratelli, scambiati erroneamente per Trevor ed Elise, avrebbero rivoluzionato la Dimensione Oscura eliminando tutti i nobili. In realtà la profezia era falsa.

 

  • angolo autrice *

 

Okay... non ammazzatemi, vi prego!! 

Il capitolo spero che si commenti da solo! 

Spero di aver spiegato chiaramente cosa sia successo in realtà!

In sostanza, il vero assassino di Elise è Sage. I kitsune volevano semplicemente avere il potere di Elise e per questo volevano riportarla in vita, ma quando sono attratti dalle linee di energia di Fell’s Church si dimenticano del potere della ragazza e chiedono l’aiuto di Sage, un loro vecchio alleato.

Trevor non è del tutto idiota e nel frattempo trova il modo di ucciderli.

Se avete domande basta chiedere nella recensione o per mp ^^

Per quanto riguarda Damon e Bonnie, so che mi vorreste ammazzare, ma aspettate okay?

Manca ancora un capitolo e l’epilogo che, con ogni probabilità, posterò la settimana prossima! 

Spero che la scena Donnie e il capitolo in generale vi sia piaciuto! Scusate se vado di fretta ma ho da fare veramente tanto! 

Spero seriamente di non avervi deluse e comunque un applauso a Damon che dopo 23 capitoli ha capito di amare Bonnie (e inoltre gli ci è voluto Shinichi, il che è tutto dire!) è di dovere XD

Un bacio a tutte e grazie per le recensioni e per le attenzioni che date alla mia ff, scusate se non rispondo! Questa volta lo farò, prometto!

   
 
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