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Autore: Talk    19/06/2012    1 recensioni
STORIA BLOCCATA
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Storia legata, per vari punti, alla canzone "Violet Hill" Dei Coldplay.
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"Mi ami?" Chiese lui guardandola negli occhi.
La ragazza rimase sorpresa a quelle parole e avvampò vistosamente.
Lo amava? Lo amava davvero?
Era da giorni che quella domanda la importunava.
"Me lo dirai mai?" Chiese nuovamente lui, sciogliendola con il suo solito dolce sguardo.
Uno sguardo riservato unicamente a lei.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Sei sola?
Non fece in tempo a reagire a quelle parole o a ragionarci su, che subito rispose. Si
Il telefono squillò nuovamente. Arrivo.

Sussultò leggendo il messaggio. Scherzava vero? Stava decisamente scherzando.
Non poteva mica imbucarsi in casa della gente come se nulla fosse.
Non che già non lo facesse, ma ... diamine era diverso!
Ed era dannatamente sbagliato che lei fosse contenta di vederlo.
Contenta per cosa poi? Domanda da un milione di dollari.
Perchè era contenta? Non c'era niente in lui che potesse o dovesse sucitarle serenità e gioia.
Stava diventando irrazzionale, dannatamente irrazzionale.
C'era da dire che aveva degl'occhi agghiaccianti e una voce rassicurante e passionale.
Oddio, stava davvero pensando a quel ragazzo in quel modo.
Aveva seriamente qualcosa che non andava. C'era qualcosa, nella sua testa, che cominciava ad incepparsi, a funzionar male.
Oppure era lei ad essere completamente sbagliata, anzi, inopportuna.
A ridestarla dai suoi pensieri fu il rumore della serratura forzata, proveniente dalla porta della camera.
Senza rendersene conto retrocesse di qualche passo andando a sbattere sul comodino, facendo cadere la sveglia e rompere la lampada.
S'impaurì del rumore da lei stesso provocato, per poi alzare lo sguardo verso la figura davanti alla porta.
"Diamine, avresti anche potuto aprirmi!" Disse Davide con il fiatone. "Ho sentito dei rumori.. e poi un tonfo, credevo che.." La guardò negl'occhi, ancora terrorizzata. "Cos'è successo?"
"Mi hai spaventato idiota!" Disse lei senza riflettere.
Lui sorrise rassicurato aiutandola poi a rialzarsi.
"Come mai sei sola? Dove sono i tuoi?" Chiese lui dopo qualche istante di silenzio.
Bella domanda, davvero un'illuminante richiesta. Sarebbe stato bello conoscere una risposta.
Certo, non lo sapeva, ma di sicuro i suoi genitori le avevano lasciato un biglietto sul frigo come loro solito. Che stupida che era stata, magari in realtà stavano già tornando e lei si era preoccupata di rimanere in casa da sola per soli cinque minuti...
"Non lo so.." Si limitò a rispondere evitando lo sguardo del ragazzo di fronte a lei.
Avrebbe dovuto mandarlo via e chiamare i genitori, eppure... voleva che rimanesse.
Voleva davvero capire chi si celava dietro quella faccia talvolte fredda ed altre serena e rassicurante.
"Sai, non dovresti fidarti di me..." Disse il ragazzo in tutta risposta ai suoi pensieri.
Beatrice se lo studiò per svariati minuti; non era poi un ragazzo fuori dalla media, sarà stato alto 1.83, aveva un corpo decisamente robusto e, osò pensare, anche dannatamente invitante. Sensuale e possente... Si rincosse da quei pensieri sbagliati, spostando lo sguardo dalle spalle al volto.
Se avesse incontrato un ragazzo del genere per strada, non gli si sarebbe avvicinata neanche per sogno.
Infatti il viso, per quanto potesse avere dolci lineamenti, era sempre tirato, faceva venire i brividi.
Le labbra, non troppo carnose, avevano stampato un ghigno e gli occhi.. gli occhi erano stati i protagonisti delle sue notti.
Due profondi occhi neri, che s'intravedevano lievemente nel buio.
Da quella notte i suoi incubi avrebbero avuto un volto.
Si ridestò dai suoi pensieri e si convinse ad incrociare lo sguardo di Davide.
"Solo perché non riesci a convincere te stesso a starmi lontano, non significa che convincerai me." Disse Bea con una scrollata di spalle.
Il ragazzo trasalì a quell'affermazione e spostò poi lo sguardo dalla ragazza alla porta della stanza.
Altro che sveglia, era come se riuscisse a leggerlo. Non era nient'altro che un libro aperto di fronte a quegl'occhi grigio lavanda.
Quegli occhi, gli occhi che mai avrebbe dimenticato.
Bea incrociò lo sguardo, del ragazzo, perso ad ammirare i suoi occhi, trasalì percependo il calore provocatogli da quegli occhi.
Davide abbassò lo sguardo qualche istante dopo e si sedette sul tappeto con le spalle al letto e la testa sul materasso. Lo sguardo fisso sul soffitto.
"Mi dispiace per oggi ma dovevo... volevo distrarmi" Disse la ragazza quando il silenzio fu troppo da sopportare, era carico di una strana elettricità.
Lui annuì in tutta risposta, quasi quell'atmosfera carica, che rendeva tesa Beatrice, avesse su di lui l'effetto opposto.
Il silenzio invase di nuovo quelle quattro mura, ma Beatrice ero troppo tesa, troppo curiosa e aveva fin troppe domande da fare per starsene lì seduta, in silenzio.
"Perchè sei quì?" Chiese dopo aver deciso a quali domande dare la priorità. Cominciare a chiedere tutto ciò che le passava per la testa significava soltanto svuotare la mente, lei però voleva delle risposte. La tranquillità avrebbe aspettato.
Lui non rispose, si limitò a sospirare ed a sostare lo sguardo di nuovo su di lei.
Era sdraiata sul letto, la testa sul cuscino e gli occhi chiusi. Li stringeva quasi tentando di scacciare via i pensieri che le passavano per la mente.
Quasi non volesse realmente sentire la sua risposta.
"Per te" Rispose quando la ragazza aprì finalmente gli occhi.
Lei sospirò scoraggiata, non faceva altro che darle risposte a metà, rimaneva sul vago e la confondeva ancor di più.
"Fammi domande più facili" Disse lui, quasi rispondendo ai suoi pensieri.
Beatrice lo guardò confusa, per la testa aveva domande di ogni genere, ma era più che sicura che nessuna di quelle fosse facile.
"Quanti anni ho, il mio colore preferito, che cosa faccio nel tempo libero.. insomma, domande su di me e non su di... noi"
La ragazza sembrò, inizialmente, rimanere spiazzata dalla sua frase, ma poi si ridestò sapendo come porsi.
"Che cosa fai nella vita?" Chiese innocuamente.
"Bea, sai benissimo che questo riguarda noi" Disse Davide, rispondendo piuttosto seccato, ma in realtà era anche lievemente divertito.
Beatrice sapeva rigirarsi le frasi come le faceva più comodo e questo non poté far altro che farlo sorridere. Sapeva ottenere ciò che voleva.
Lui però non ci sarebbe dovuto cadere nei sui tranelli.
"E va bene, parlami di.. dimmi ciò che vuoi" Rispose apparentemente scoraggiata, lasciandosi ricadere sul letto.
Lui iniziò a parlare, a raccontare, a raccontarsi.
E così, l'atmosfera inizialmente tesa si sciolse, si alleggerì.
Lei scoprì più di quanto aveva inizialmente immaginato, forse poteva finalmente capirlo, forse!.
Parlarono, scherzarono, risero e si scoprirono.
Lui se ne andò solo a notte fonda, quando sentì che i genitori della ragazza erano tornati, lei non se ne accorse, si era addormentata da almeno venti minuti.
  
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