Anime & Manga > Lady Oscar
Ricorda la storia  |      
Autore: Neruda    19/06/2012    10 recensioni
Di recente ho avuto occasione di vedere gli episodi giapponesi dell'anime sottotitolati e mi ha colpita, in alcune frasi di Alain rivolte ad André, una sottile sfumatura che potrebbe facilmente lasciare sottintendere qualcosa di più profondo della semplice amicizia da parte del rude soldato nei confronti dell'amico, mostrando in una nuova chiave le azioni di Alain. Nella versione italiana, tradotta diversamente, tale particolarità non si avverte, delineando una caratterizzazione di Alain differente.
Se non fosse stato per l'impressione che mi ha dato l'originale giapponese e per l'incoraggiamento da parte di un'autrice, non avrei mai pensato e pubblicato questa scena incentrata sul sentimento di Alain per André.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Amour
Dal Carcere di Sua Maestà, Reading


Caro Bosie,
    dopo una lunga e infruttuosa attesa mi sono deciso a scriverti, tanto per il tuo bene quanto per il mio, perché non mi piacerebbe pensare di avere trascorso due anni di prigione senza aver ricevuto neanche una sola riga da te, né alcuna notizia o messaggio, eccetto quelli che mi hanno recato dolore.
    La nostra malaugurata e deprecabile amicizia si è conclusa per me con la rovina e il pubblico disonore, tuttavia il ricordo del nostro antico affetto mi fa spesso compagnia e il pensiero che l'odio, l'amarezza e il disprezzo debbano per sempre occupare quel posto che una volta l'amore occupava nel mio cuore è per me indicibilmente triste.
(OSCAR WILDE, incipit del 'De Profundis')


   

L'imponente soldato dagli occhi scuri e dai lineamenti fini, seduto di fronte all'amico, lo osserva scolare l'ennesimo boccale di birra. Porta alle labbra il suo, l'unico della serata, sollevando un angolo della bocca in un sorriso sforzato.
"Ehi André, hai deciso di svuotare la cantina dell'oste? Lasciane un goccio anche agli altri ubriaconi!".
L'uomo, col dorso della mano, asciuga un rivolo di liquido ambrato scivolato sul mento.
"Se...se davvero servisse a qualcosa...continuerei fino all'alba...".
"Non dubito che lo faresti... Ma direi che tu abbia già bevuto abbastanza, non pensare che domani io passi la mattinata a reggerti dal bavero della divisa per farti stare in piedi!".
L'altro ride, poggiando il capo sul braccio piegato sopra al tavolo.
"Non...dubito che...lo faresti... Monsieur le sergent...".
Il soldato posa il boccale vuoto e si alza. Si sposta dietro la sedia dell'amico, strattonandola.
"Hai detto bene, dato che sono un tuo superiore ti ordino di andare! Forza, tirati su!".
L'uomo si solleva barcollando, reggendosi al tavolo in precario equilibrio. Rimane fermo in piedi qualche momento, con la testa abbassata e i capelli bruni a coprirgli il volto.
"Non dirmi che non riesci a camminare, André... Guarda che non ho intenzione di portarti in braccio fino alla caserma, mademoiselle Grandier!".
Lui solleva il viso e lo guarda, i contorni della sua figura gli appaiono sfuocati; preferisce credere sia colpa dell'alcool.
"Ce la faccio...benissimo...".
Prende a camminare, malfermo, urtando rumorosamente alcune sedie. Una mano del compagno si posa con una pacca su una sua spalla.
"Vieni, passiamo di qua, non c'è bisogno di lasciare il locale buttando a terra il mobilio! Accidenti a te, ci fai passare da soldatacci rozzi e maleducati...".
L'altro ride ancora, sommessamente. Raggiungono la porta ed escono, l'aria fresca della notte smuove le foglie secche sulla strada, il cielo si vela a tratti di dense nubi. Il compagno toglie la mano dalla spalla del commilitone e si incammina verso uno dei vicoli; l'uomo lo segue al suo fianco, sostenendosi col palmo contro il muro a lato della via.
"Non devi....preoccuparti per me, Alain... Sono stato anche peggio...di così...".
Il compagno, mettendo le mani in tasca, tace alcuni istanti prima di replicare.
"Sempre a causa sua?".
L'altro sorride mestamente.
"Già...".
"E presumo che il comandante di certo non immagini in che condizioni ti sei ridotto per lei...".
"No...".
"Credi le importerebbe qualcosa se anche lo sapesse?".
Una fredda folata di vento si insinua nel vicolo, sibilando.
Proseguono in silenzio, finché il più giovane, sentendo cominciare a svanire la sbornia, appoggia la schiena al muro sospirando.
"Sono stanco...".
Il soldato si ferma, volgendosi verso di lui.
"Vuoi riposarti un po'?".
L'altro tiene lo sguardo vacuo fisso di fronte a sé.
"Sono stanco di andare avanti così...".
Il sergente gli si avvicina, ponendo un braccio a ridosso della parete e notando, nel delicato profilo dell'uomo, l'unico occhio sano velarsi di lacrime; non può trattenere la mano dallo sfiorare la ciocca di capelli che nasconde l'occhio ferito. L'uomo gira di scatto il viso nella direzione opposta a quella del suo superiore, interrompendo il suo tocco. Il soldato porta allora le dita sulla sua guancia, facendo girare adagio quel bel volto verso di lui.
"Non mi fa impressione, André...", dice scostando i capelli ribelli con un dito e passandolo poi lieve a carezzare la cicatrice, "Non ti sembra di aver donato fin troppo di te a quella donna?".
L'altro occhio, del più intenso verde, si chiude, lasciando sfuggire una lacrima.
"Sì...e inutilmente... Continuo a sprecare il mio tempo, senza arrivare a niente...senza che mai lei...".
Si interrompe all'improvviso, avvertendo le labbra del compagno cancellare quell'amara goccia di dolore e risalire fino alla palpebra deturpata per baciarla dolcemente.
"...Alain...", dice con un filo di voce.
Il soldato posa il viso sul capo dell'altro, spostando le mani dietro l'ampia schiena di lui, che rimane immobile con le braccia distese lungo il corpo.
"André...", sussurra con voce appena tremante, "Non sai quante volte avrei voluto dirtelo... Non sopporto di vederti sempre soffrire... Vorrei tanto tu fossi felice, per il tuo buon cuore meriteresti di essere amato follemente... Io...io ti adorerei, André... Sono pazzo di te... Dalla sera in cui ti ho visto per la prima volta da solo in quella bettola, triste e bellissimo...non sono più riuscito a dimenticarti... Quando ci siamo incontrati nuovamente e mi hai chiesto di farti arruolare nella mia divisione, io...ho creduto che il destino volesse metterci sulla stessa strada...ma tu...", gli rivela sfregando una guancia contro i suoi morbidi capelli, "...Non mi sono mai sentito così con nessuno, prima d'ora... Io ti darei tutto l'amore che non hai avuto, André...se tu volessi...".
"...L'amore...", ripete l'altro sottovoce.
Il sergente raggiunge il collo dell'uomo, lambendolo voluttuosamente, e lui piega un poco la testa all'indietro, serrando gli occhi in un lieve gemito, percependo la fragranza inaspettatamente morbida del compagno.
"Sì, André...", aggiunge rocamente, "...Io ti amo...ti amerò per sempre...".
L'altro, in un gesto istintivo, porta le mani sulle muscolose braccia del sergente, che lo stringe a sé in un abbraccio, arrivando quasi a coprire con le labbra la carnosa bocca dell'uomo; repentinamente, lui lo allontana in modo brusco, avvertendo la virilità del soldato ergersi tesa contro la propria.
"Alain, no...", dice distogliendo lo sguardo, "Io...forse ho bevuto troppo...".
Si avvia, volgendo le spalle al compagno, rimasto con le mani aperte a mezz'aria; le abbassa lentamente, raggiungendo l'amico e prendendolo per un polso.
"André, ascolta...".
L'altro si ferma senza voltarsi, mentre il soldato chiude entrambe le mani dell'uomo fra le sue, ponendosi dietro a lui, senza toccarlo col suo corpo.
"Non ti forzerei a fare nulla contro la tua volontà, André... Solo, ti chiedo di considerare una cosa... Non hai fatto altro nella vita che seguire una donna vestita da uomo, cos'era in lei ad attirarti, nonostante la freddezza che ti ha sempre dimostrato? Non hai mai provato interesse per donne differenti, dall'aspetto completamente femminile?".
L'uomo, stupito, esita prima di rispondere.
"No, io non... No...".
"Vedi... So che può sembrarti impossibile, però...forse...ciò che inconsapevolmente hai sempre amato in lei non è altro che la sua apparenza maschile... Nascondendo a te stesso il desiderio di voler essere ricambiato da un uomo, da chi possiede un'indole più protettiva...".
"Ma che dici, Alain...".
Il soldato intreccia le dita a quelle dell'amico, per trattenerlo dal volersi allontanare nuovamente.
"Perché non mi hai preso a pugni, André?... Se d'impulso avessi reagito così al mio contatto, te lo avrei lasciato fare... Avrei accettato, seppur duramente, il tuo rifiuto, e in seguito non te ne avrei più fatto parola...".
L'altro rimane in silenzio, sentendo i propri battiti aumentare d'intensità.
"Non lo so...", dice a mezza voce.
Il sergente sposta le mani ai lati delle spalle del compagno, avvicinando la bocca al suo orecchio.
"Cos'hai provato mentre sentivi la mie labbra su di te? Era una bella sensazione, vero André?...".
"Smettila...", risponde incerto.
"Una sensazione mai provata prima... Un piacevole stupore...".
"Basta, Alain...perché continui a parlarmi così? Perché non vai a cercarti qualcun altro?", replica scostandosi dal soldato e voltandosi verso di lui.
"Tu...incarni il mio ideale di amore, André...", sussurra guardandolo intensamente, "Non conosci la tua bellezza...delle tue fattezze e del tuo carattere... Non se ne accorge nemmeno la donna per la quale patisci tanto, ma credimi...non si può non amarti standoti accanto, vedendo la grandezza del tuo animo... E sapendo delle tue paure".
"Che intendi dire?", replica confuso.
"Tu temi di diventare cieco, André... Lo intuisco da come ti muovi... Che farai, se dovesse succedere? Io capisco...".
"No!", ribatte l'altro afferrandolo per i lembi aperti dell'uniforme, tirandoli, "Le tue sono solo parole! Tu non puoi capire! Tu non sai cosa voglia dire svegliarsi al mattino senza sapere se si vedrà la luce del sole! Tu non conosci il terrore che provo al pensiero di ritrovarmi un giorno a vivere nel buio, da solo!...".
Il soldato copre le mani dell'uomo con le proprie.
"Hai ragione, non lo so... Ma so che vorrei esserti vicino, per aiutarti a portare un peso tanto enorme... Io non ti lascerei mai, qualunque cosa ti accadesse... Come posso fartelo comprendere, se non è il tuo cuore a dirtelo?".
Le mani dell'altro tremano, un sentimento misto a rabbia, timore e gratitudine si fa strada dal profondo del suo animo, scaturendo nel pianto. Appoggia la fronte al petto del soldato, vinto dalle emozioni.
"Perché, Alain?... Perché...".
Il sergente posa le labbra sul suo capo.
Le lacrime dell'uomo vanno cessando, mentre tiene il viso sulla pelle scoperta del largo torace del compagno, confortato da quel profumo familiare; la più flebile resistenza cede in lui al calore di un nuovo abbraccio che giunge ad avvolgerlo rassicurante.
Bronzei rintocchi di campana svaniscono in lontananza.
Le mani del giovane lasciano piano la presa sulla stoffa per andare a cingere la vita del soldato.
"So...cosa provo, Alain...".
Una mano solleva il viso dell'uomo, teneramente.
"Avrei passato la mia vita ad aspettarti, André...", mormora guardandolo con occhi lucidi.
L'altro gli sorride, riconoscendo nel fondo di quello sguardo, dove l'anima si riflette, la più sincera, inevitabile e tormentosa passione. Calde e invitanti labbra toccano le sue, che si dischiudono arrendevoli ad accogliere il suadente sapore dell'amore.


  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: Neruda