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Autore: orphan_account    19/06/2012    6 recensioni
[SPOILER dal 1° al 4° libro]
Ambientata subito dopo la fine di Promessa di Sangue (con conseguenti spoiler per chi non avesse letto tutti i libri fino al quarto), questa è la mia riscrittura del quinto libro, quello che secondo me dovrebbe succedere dopo.
Rose è tornata all'Accademia e ha promesso ad Adrian di dargli una possibilità. I rapporti tra Lissa e Christian si incrinano a causa del bacio con Aaron. Si avvicinano a vista d'occhio gli esami per Rose. Continuano ad arrivare lettere da parte di Dimitri.
Rose è indecisa: da un lato il suo amore per Dimitri e la speranza che, se trovasse Robert Doru, potrebbe riportarlo alla sua vecchia condizione di Guardiano; dall'altro Adrian e la sua presenza che è ormai una costante nella sua vita.
Ma quando Adrian e Lissa sono chiamati a Corte dalla regina Tatiana, portandosi dietro Rose, Christian ed Eddie, le cose cominciano a precipitare sul serio. Rose si ritrova improvvisamente senza appigli, e trova aiuto dalla persona più inaspettata.
E se crede di aver toccato il fondo, non ha ancora visto nulla...
[Leggermente OOC] [Pairing non-canon]
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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Aprii gli occhi e mi guardai intorno, percependo nel silenzio della stanza che c'era qualcosa che non quadrava. Mi alzai di scatto con i muscoli tesi, esaminando gli oggetti nella stanza con tutti i miei istinti da Guardiano pronti a scattare contro qualche nemico invisibile, Strigoi che si nascondevano nell'ombra. I miei occhi si fermarono negli angoli più remoti, cercando figure che non ci sarebbero dovute essere.
La stanza era spoglia e piccola, con solo l'arredamento base. E non c'erano angoli bui dove qualcuno si potesse nascondere. In quel momento capii di non essere in pericolo di vita.
Per un terribile momento, pensavo di essere di nuovo con Dimitri, in quella maledetta villa che sembrava più una prigione, pronta a soddisfare ogni più piccolo desiderio del mio Dimitri.
Respirai profondamente. Era passata una settimana dal mio ritorno a St. Vladimir's eppure non riuscivo ancora a sottrarmi a quella sensazione di impotenza, accentuata dal fatto che Alberta non mi aveva ancora dato il permesso di riprendere gli allenamenti, usando la scusa che non mi ero ancora ripresa dal viaggio.
L'anta leggermente aperta dell'armadio mi mostrava che dentro era vuoto, così diverso dai vestiti sontuosi che riempivano quello in Russia. Il letto disfatto era singolo e stretto, nulla che avrebbe potuto ospitare me e Dimitri mentre ero 'in ostaggio'.
Ma la prova più lampante di tutte del fatto che fossi di nuovo all'Accademia era il pugnale con i motivi geometrici appoggiato al comodino e il bigliettino con la sua calligrafia, il ricordo che non ero riuscita ad uccidere Dimitri, che forse c'era ancora una speranza per lui. Ma era assurdo, perfino Olena e Mark avevano detto che non c'era modo per riportare indietro gli Strigoi. E poi, non sapevo dove fosse Robert, e l'unica persona che mi potesse aiutare a trovarlo era rinchiusa in una prigione di massima sicurezza chissà dove. Mi ricordai del biglietto che Abe, mio padre, aveva fatto scrivere ad Adrian, dicendomi velatamente quello che in fondo avevo già capito da me: Victor non mi avrebbe aiutata a trovare suo fratello. O almeno, lui aveva provato a convincermi a farlo evadere e per quanto potessi essere tentata, non ero ancora una criminale di quel calibro.
Mi stiracchiai, soffocando uno sbadiglio e raccogliendo dei vestiti a casaccio per poter andare a mangiare. Avevo voglia di cioccolato stamattina, ma mi sarei accontentata di qualunque cosa contenesse zuccheri.
E poi mi colpì una stilettata di nostalgia. All'improvviso, senza alcuna ragione apparente, mi erano tornate in mente le mattine prima della mia partenza, quando la prima cosa che facevo, quella che veniva automatica come respirare, era controllare il legame per vedere se Lissa stava bene, se era sveglia.
Oggi non avevo nemmeno pensato a lei, l'ultima Dragomir, la mia migliore amica dai tempi dell'asilo. Certo, ne era passata di acqua sotto i ponti da quando eravamo due bambine innocenti (o non tanto innocenti, nel mio caso) a partire dall'incidente e la formazione del legame, la fuga dall'Accademia, Dimitri, il rapimento da parte di Isaiah e l'altra Strigoi di cui non mi ricordavo il nome, la morte di Mason, i fantasmi, la battaglia nelle caverne e più recentemente il mio abbandono degli studi e Avery.
Chiusi gli occhi, anche se non ce n'era bisogno, e mi concentrai su quella parte di me che era collegata a lei. Era sveglia, riuscivo a sentire le sue emozioni contrastanti. C'era un po' di disagio sul fondo, ma era sotterrato da una vena di eccitazione che persino un cieco avrebbe visto.
Me la immaginavo mentre fremeva, troppo educata per alzarsi e urlare di gioia come avrei fatto io.
Finii di infilarmi la maglietta e cercai di mettermi le scarpe, sobbalzando qua e là per la stanza.
Scesi di corsa le scale fino alla mensa, immaginandomi che fossero tutti lì a fare colazione, e io ero la solita ritardataria. Ma non era colpa mia se i materassi erano così comodi e soffici che avrei potuto passarci una vita intera sopra!
Attraversai i corridoi conosciuti da anni e mi fermai davanti al portone, sorvolando le conversazioni animate che uscivano dalle facce eccitate di tutti, Moroi e Dhampir. Perfino i Guardiani non avevano la solita maschera di imperturbabilità.
Adocchiai la nuca bionda di Lissa che mi dava di schiena tra tavoli più in là. Più mi avvicinavo e più mi rendevo conto di quanto avessi sottovalutato la sua emozione.
Stava gesticolando freneticamente verso Adrian e Eddie, mentre il suo ragazzo, o forse era più corretto dire ex ragazzo, visto che Christian aveva chiesto un time-out dalla relazione, non era in vista.
Mi avvicinai al tavolo con passo veloce, cercando di ignorare il silenzio che seguì il mio ingresso nella sala. Nessuno era ancora riuscito a capire perché me ne fossi andata, ma le teorie erano tante e colorite. Quando sentii i bisbigli ripartire dietro di me, mi ricordai che mi ero fatta una cosa alta, in modo che i capelli non intralciassero con la mia visione. E che quindi i miei molnija erano ben in vista per chiunque mi guardasse il collo. Due giorni dopo il mio ritorno Alberta me li aveva assegnati per gli Strigoi che avevo ucciso in Russia, e Lionel, il Guardiano incaricato di tatuare quei piccoli simboli di prestigio, aveva borbottato sottovoce che non avrei avuto più spazio per il Marchio dopo il diploma, se avessi continuato di questo passo.
Digrignai i denti per controllare l'istinto di girarmi e mandarli tutti in quel posto lì.
Mi lasciai cadere con un tonfo sulla sedia di fianco a Lissa, guardandoli tutti ad uno a uno, i loro sorrisi enormi e lo sguardo lucido.
Socchiusi gli occhi, irritata da quel comportamento così strano: “Cosa sta succedendo in questa dannata scuola oggi?” domandai, e, prima che mi potessero rispondere, alzai una mano per fermarli.

Alt, non dite una parola. Vado a prendere qualcosa da mangiare e poi potete parlare.”
Mi avvicinai furtiva alla disposizione di cibo, notando con sollievo che c'era ancora un vasto assortimento di dolciumi da cui scegliere.
Mi infilai una grande quantità di cioccolato sul vassoio e tornai a sedermi, riuscendo ad ignorare i bisbigli, alcuni invidiosi e altri stupefatti.

Avanti, svuotate il sacco.” gli intimai, fissando Adrian con sguardo truce, visto che di solito era lui quello che ne sapeva più di tutti gli altri. Ii vantaggi di essere un
Ivashkov....
Scartai una barretta energetica e me la infilai in bocca, troppo affamata per pensare alle buone maniere. Attraverso il legame riuscivo a sentire il tacito
divertimento di Lissa al vedermi così ridotta.

Abbiamo una visita.” disse con una scrollata di spalle, ma il sorriso eccitato che dipingeva le sue labbra non rispecchiava le sue parole.
Tatiana?” domandai, riferendomi alla prozia di Adrian, che ogni tanto (ed erano avvenimenti importanti) veniva a trovarci. Eppure non era così raro vedere la regina alla St. Vladimir's, e non mi spiegavo l'eccitazione.
Lissa scosse la testa mentre si infilava una cucchiaiata di yogurt alla fragola in bocca.
Guardai Eddie, sperando che almeno lui si degnasse di spiegarmi qualcosa. Era fastidioso essere così impotente, quando un tempo ero la prima a sapere ogni genere di gossip.
Lui si concesse un breve sorriso: “Si dice che sia arrivato-”
La sua spiegazione fu interrotta dall'arrivo di Christian, che sembrava essersi materializzato dal nulla, perché io di certo non l'avevo sentito arrivare. Scossi la testa, riflettendo su quanto esattamente avessi perso durante il mio periodo di assenza. Se non riuscivo nemmeno più a sentire l'arrivo di un Moroi allora ero davvero messa male.
Sbatté poco delicatamente il vassoio sul tavolo, e sentii un'ondata di imbarazzo provenire da Lissa.
Ma lui non la degnò di un'occhiata, concentrandosi su Adrian: “Ragazzi, avete sentito?” il suo tono eccitato diceva già tutto.
Schioccai le dita davanti alla sua faccia per richiamare la sua attenzione: “Perché sono l'unica a non sapere quello che sta succedendo?” domandai con acidità, cercando di fare quell'alzata di un sopracciglio ma ero sicura, dall'espressione ilare del ragazzo, di sembrare sul punto di avere un aneurisma.

Periodo sbagliato del mese, Hathaway?” mi domandò, replicando alla perfezione per trucchetto con un sopracciglio solo, che anche lui sapeva fare perfettamente.
Nei tuoi sogni, Ozera.” ribattei, incrociando le braccia al petto.
Lui fece una smorfia a metà tra lo schifato e lo scandalizzato: “Credimi, non sono ancora caduto così in basso.” borbottò a voce bassa, e mi ricordai che lui il sangue lo beveva davvero.
Mi spuntò davanti agli occhi l'immagine di Christian che beveva il mio sangue da lì, e l'immagine si impresse nel mio cervello, riuscendo a fare quello che le battutine pressanti sul sesso di Adrian non erano ancora riuscite a fare: traumatizzarmi per il resto della mia vita.

Qualcuno mi dice perché diamine sono tutti così eccitati oggi?” ripetei per la terza volta, cominciando a perdere la pazienza.
Adrian si avvicinò attraverso il tavolo con aria complice: “È arrivato in visita un Moroi, uno di quelli che fanno donazioni enormi alla scuola per mandarla avanti.
Ha detto che vuole controllare la scuola e sua figlia, e che se non è tutto a posto e sua figlia in perfetta salute ritirerà il suo sostegno finanziario. È una specie di
boss della mafia, e se non lo è davvero di certo ci somiglia. L'ho sentito mentre discuteva con la Kirova, e devo dire che è quasi peggio di te: arrogante, sarcastico e irritabile. Per non parlare di come si veste. Come se avesse addosso un'intera miniera d'oro.” disse con un occhiolino e la sua risata maledettamente sexy.

Chissà chi è sua figlia” aggiunse Lissa, guardando attraverso la mensa come se stesse pensando a chi potesse essere la povera sfortunata.
Io mi soffermai sulle parole di Adrian, e mi sentii scossa da un tremito di realizzazione.
Quella poteva essere la descrizione di un solo Moroi: Zmey. Il padre che avevo appena scoperto di avere. Il pensiero che ora fosse qua mi faceva un po' paura,
anche perché non avevo ancora detto a nessuno che Abe era mio padre.
Farlo ora, davanti a tutti quanti, era abbastanza fastidioso.
Ma proprio in quel momento, mentre stavo cominciando a pensare ad una fuga veloce, Abe entrò nella mensa con a seguito la Kirova, e scese il silenzio più totale.
Tutti si girarono a guardarlo, e lo riconobbi subito per la sciarpa azzurra che stonava del tutto con il completo grigio e l'assortimento di oro che aveva addosso tra collane, braccialetti e orecchini.
Zmey mi notò dopo qualche perlustrazione della sala, puntandomi gli occhi neri contro e avviandosi verso di noi. Continuai a fissarlo mentre sentivo gli altri fare scommesse su chi fosse sua figlia. Davvero non riuscivo a capire come non riuscissero a vedere le somiglianze tra di noi.

Non mi meraviglia che la gente sia terrorizzata da lui.” disse Eddie, muovendosi a disagio sulla sedia.
Mi domando come mai un tipo come lui abbia deciso di mandare sua figlia proprio nel bel mezzo del Montana.” aggiunse Christian, pensieroso.
Stavano ancora scommettendo quando Abe si fermò al nostro tavolo con il suo sorriso arrogante, appoggiandosi contro lo schienale della sedia di Adrian. Riuscii a vederlo teso, e incuriosito dal perché si fosse fermato qui.
Le risate si spensero di botto e calò un silenzio incredulo anche sui miei amici.

Principessa Dragomir, principe Ivashkov, principe Ozera, guardiano Castille.” fece dei cenni educati ai miei amici, e mi domandai dove avesse scovato i loro nomi.
Poi lo vidi voltarsi verso di me, e sorrisi con diffidenza quando mi rivolse la parola: “Rose.” disse soltanto, fissandomi con un sorriso ora più gentile.

Zmey. Cosa ci fai nel freddo Montana, lavoro?” domandai sfacciatamente.
Nah, sono venuto a controllare mia figlia, ragazzina.”
Christian non riuscì a stare zitto: “Poveretta, chiunque sia.” disse con quel suo sorriso arrogante.
Lo ignorai, concentrandomi sulla figura di Abe, che stava per far venire un infarto ad Adrian: “Allora, vecchietto, sei qua per riavere la tua sciarpa.”
Lui sbatté le palpebre un paio di volte: “Quello era un regalo. E sarebbe anche ora di finirla con questa pagliacciata, non mi piace farmi chiamare vecchietto. Chiamami papà.” disse con un occhilino.Se prima c'era una possibilità che Lissa vedesse questa scena come un incontro tra vecchi conoscenti, ora non ce n'erano più.
Sentivo il tacito stupore di Lissa, e immaginavo che anche per gli altri fosse lo stesso.

Allora, papà, cosa ci fai qua?” dissi, usando quell'appellativo con disprezzo.
Lui rise: “Non può ora un padre andare a trovare sua figlia senza ragione?”
La mia indignazione esplose: “Certo che no! Non se è stato assente per i primi diciassette anni della sua vita.”

Sai bene che non è stata una mia scelta.” disse, schioccando la lingua contro il palato.
Mi limitai a fissarlo con aria incredula, scuotendo la testa: “Oh, scusa. Hai ragione, sono stata io a dirti che non ti volevo vedere mai più. Perdonami, è passato
così tanto tempo che me ne sono dimenticata.” dissi sarcasticamente, seguita dai ringhio leggermente ferale di Abe.

Finiscila di scherzare con me.” Sbruffai, ma per una volta ero a corto di battute.
Sentii l'onda di disapprovazione di Lissa e il suo pensiero indirizzato a me.
Attenta, Rose. Non credo che sia il caso di usare il tuo comportamento normale con Mazur.
Mi girai a guardala, dimenticandomi per un istante di mio padre: “Io sono Rose Hathaway, non Mazur.”
Il suo sorriso si allargò e i suoi occhi scintillarono con non caratteristica malizia.
Stai finalmente ammettendo di essere figlia di tua madre?
Certo, magari i rapporti tra me e Janine stavano gradualmente migliorando, ma non era il caso di essere così precipitosi.

Non era quello che intendevo.” dissi, corrucciata, ma in fondo, sapevo che in realtà avevo voluto dire proprio quello.
Zmey si schiarì la gola, fulminandomi con lo sguardo: “Per quanto possa essere intrigante il vostro legame, non sono venuto qui per questo.”
Saltai in piedi, spaventando a morte i Moroi, e i guardiani di Abe, di cui uno me lo ricordavo dalla visita in Russia, Pavel mi sembrava si chiamasse, scattarono in avanti, pronti a bloccarmi se fossi diventata un pericolo.
Li ignorai, concentrandomi sul volto stupito di Abe: “Vedi? Hai appena ammesso che c'è una ragione per la tua visita.” dissi, fiera delle mie capacità di deduzione.
Lui sorrise: “Certo, altrimenti non sarei venuto fino a qua.” Bello, ero davvero contenta di significare così tanto per mio padre.

Stasera Ivashkov ha un appuntamento con sua figlia.” dissi velocemente Christian, e mi ritrovai ad impallidire. Per qualche motivo avevo il presentimento che ora Abe avrebbe minacciato di castrarlo.
Zmey lo guardò con curiosità, e lui diventò più pallido di un lenzuolo. Christian emise un mugolio di dolore, dal quale capii che Adrian doveva averlo colpito sotto il tavolo. Questo mi fece sorridere, anche se non era nemmeno lontanamente una punizione abbastanza decente.

Grazie per aver firmato la mia sentenza di morte.” mormorò, fissando Christian truce.
Poi si girò verso mio padre e gli rivolse uno di quei sorrisi a trecento volt che mi facevano impazzire: “Salve, Mazur, è un piacere conoscerla.” la sua voce era stabile, e avevo il presentimento che stesse usando tutti i suoi anni di educazione reale per far fronte a quella situazione.
Lui piegò la testa di lato: “Principe Ivashkov, ho sentito molte cose su di te.”
Adrian si schiarì la voce: “Oh, la prego, mi chiami Adrian. E non dovrebbe credere a tutto quello che dicono.”
Io in realtà sapevo che lui beveva e fumava solo per contrastare gli effetti distruttivi dello spirito, così come Lissa prendeva gli antidepressivi dopo il tentato rapimento da parte di Victor, ma non si poteva negare che fosse un donnaiolo di prima categoria.
Lo sguardo di Abe si trasformò in uno di interesse: “Dammi pure del tu, non sono poi così vecchio. Mi raccomando, tratta bene la mia bambina.” ci lanciò un ultimo sorriso e uscì dalla sala.
A parte per la chiara indignazione di vedermi chiamata bambina, farfugliai qualcosa di indistinguibile sul fatto che Abe avesse preso Adrian in simpatia. Non doveva succedere, anche perché tra me e Adrian non c'era nulla di serio.
Gli avevo promesso un appuntamento, e avrei prestato fede alla promessa, ma la cosa finiva lì.
Non ero ancora pronta a lasciar andare Dimitri, e se c'era la possibilità di riportarlo in vita di certo non mi sarei messa con nessun altro.
Guardai Christian, fissandolo con il mio migliore sguardo di fuoco: “Questa me la paghi.”
Lui ridacchiò, ma era spaventato dal mio sguardo: “In fondo vi ho fatto un piacere!”
Scambiai un'occhiata con Adrian vedendo che era d'accordo con me: “Comincia a correre, Ozera.”
Sorrisi. Era bello essere di nuovo con i miei amici. Mi ricordai del volto di Mia, con cui all'inizio non andavo per niente d'accordo; e di Mason, il mio caro amico Mason; Natalie, trasformatasi volontariamente in Strigoi per cercare di salvare suo padre; Aaron, che chissà che fine aveva fatto e Andre, che mancava da così tanto tempo che la sua presenza quasi non si sentiva più.
Ma non potevo permettere che i visi dei morti e dei dispersi mi torturassero per l'eternità, e quindi li lasciai andare, godendomi la compagnia delle persone che ancora mi erano vicine.

 

Ciao a tutti :)
Se siete arrivati fin qua a leggere vi ringrazio, perché forse significa che non fa poi così schifo.
Questa è la prima FF che pubblico su questo fandom (ahimè!) poco frequentato. Ho letto tutte le storie che ci sono, e alla fine ho deciso di pubblicarne anch'io una. Diciamo che l'idea è nata dopo aver riletto la fine di Blood Promise. Inizialmente era una One-Shot sull'appuntamento tra Adrian e Rose (che vedremo nel prossimo capitolo) e poi si è trasformata in questa cosa. Non sono una grande fan delle Rose/Dimitri, quindi qua Dimitri ci sarà ma non svolgerà un ruolo molto romantico nella vita di Rose, come invece Adrian e un'altra certa eprsoncina che non vi dico.
Il capitolo è quasi inutile, ma mi serviva per fare in modo che Abe fosse sulla scena e che tutti vi ricordaste di dove avevamo lasciato Rose.
Detto questo, spero che vi sia piaciuto. Vista la misera quantità di lettori, mi farebbe davvero piacere se mi lasciaste una recensione sul capitolo, anche negativa. Sarebbe davvero apprezzata :)
Comunque, spero di riuscire ad aggiornare prima di domenica, ma se non ci riuscissi sappiate che aggiornerò tra 3 settimane (per cause di forza maggiore, visto che vado a New York con la scuola).
Basta, l'ho tirata fin troppo sulle lunghe. Vi saluto.
Ele

   
 
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