Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Broken_s    19/06/2012    0 recensioni
Quando mi voltai due splendidi occhi verdi mi si presentarono davanti; erano incorniciati da scuri capelli che si annovano in tanti morbidi ricci . Un sorriso stampato lasciava intravere una fila di denti allineati e bianchissimi. Un desidero di stampare un pugno su quell'insieme di lineamenti privi di imperfezione invase la mia mente.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


 


CHAPTER EIGHT

Che cosa mi metto?
Che cosa mi metto?
Che cosa mi metto?
Che cosa mi metto?
Che cosa mi metto?
CHE COSA DIAVOLO MI METTO?
Credo che quelle fossero le parole che comparirono nella mia mente per la maggior parte del tempo quel sacrosanto giorno.
Dopo aver tranquillamente svaligiato l'armadio dalle tre del pomeriggio, il letto ricoperto di indumenti non lasciava intravedere minimamente la trapunta sottostante, guardai l'orologio: le cinque.
Disperazione totale.
Troppo corto, troppo lungo, troppo elegante, troppo semplice, troppo sbarazzino, troppo...troppo tutto.
Che cos'era quella a cui stavo andando? Un' uscita tra amici, una pizza così, o qualcosa di più?
Mi lasciai cadere sul letto, stanca. La mia attenzione fu richiamata dal vibrare del mio cellulare.
Claire.
Allora, pizza a casa mia stasera? Poi guardiamo "Le Pagine della nostra vita" per la milionesima volta :)
No, non avevo detto a Claire che avevo accettato l'invito di Harry, non ne avevo avuto il tempo...o meglio, non mi andava di farlo... Per ora.
Questa sera meglio di no. Meglio che dia una ripassata a chimica, non si sa mai che il Professor Smith decida di interrogare qualcuno domani. :S
Digitai velocemente i pulsanti sulla tastiera e lasciai cadere il telefono sul letto.
Un'altra vibrazione.
Natalie? Hai la media più alta della classe, sono sicura sei già preparatissima. Non hai bisogno di ripassare. Non fare la secchiona. Dai su, come ai vecchi tempi :D
Non sapevo che inventarmi. Digitai la scusa più banale del pianeta e inviai senza pensarci.
Sono un po' stanca stasera, ci vediamo domani :)
Spensi il telefono, avevo altro a cui badare, a Claire avrei pensato un'altra volta, anche se so che avrei dovuto battermi con il suo pessimo umore il mattino seguente.
Osservai il mio riflesso nella specchiera. I capelli scompigliati, morbidi sulle spalle. Il pigiama con i cuoricini, gli occhi stanchi.
E se non gli fossi piaciuta?
Lui sarebbe stato perfetto, di sicuro.
Passava a prendermi alle sei, quindi nel tardo pomeriggio.
Ok, Natalie...qualcosa di semplice, non pensarci troppo. Presi in mano dei jeans e una maglietta carina, rosa salmone, con delle maniche a sbuffo.
Però poi avremmo potuto cenare fuori. Ok, non è abbastanza.
Sostituii i jeans a una gonna chiara, a palloncino, e presi delle ballerine.
Decisi di applicare un trucco leggero, e mi soffermai sui miei occhi mentre applicavo un velo di mascara sulle ciglia.
I tuoi occhi.
Mi tornarono alla mentre le sue parole, che cosa avevano i miei occhi?
Castani, con qualche riflesso verde. Non valevano nulla in confronto alle sue iridi di un verde brillante.
Poi notai le mie mani, completamente distrutte. Le torturavo per l'ansia, per la tensione. Me ne vergognavo..le unghie completamente sfaldate, piene di pellicine.
Mi acconciai i capelli in una treccia morbida di lato. Un po' di lucidalabbra, e sorrisi davanti allo specchio.
Forza, Natalie.
Scesi le scale, e mi fermai in salotto, per aspettare Harry. Non riuscivo a tenere nessun muscolo fermo. Il ticchettio dell'orologio era snervante. Sobbalzai, non appena un suono più intenso indicò le sei del pomeriggio.
Verrà, lo ha promesso...è stato lui ad insistere, verrà.
Le sei e cinque.
Sta arrivando, sarà il traffico. Per forza.
Le sei e dieci.
DIN DON.
Sobbalzai, il suono del campanello di casa mi colse del tutto impreparata. Una vampata di calore mi invase. Aprì la porta.
Harry, davanti a me. I capelli ricci perfettamente sistemati, gli occhi brillanti, la bocca scarlatta naturale faceva da contorno ad un sorriso smagliante. Indossava dei pantaloni scuri, stretti, delle converse bianche, una maglietta semplice, bianca che faceva intravedere il suo fisico e una giacca grigia, con le maniche a tre quarti.
Perfetto.
Al collo, la scritta Natalie. Speravo non si accorgesse del mio arrossire non appena notai che indossava la mia collana.
"Buonasera" disse ironicamente, lasciandosi sfuggire una risatina.
"Ciao - dissi in totale imbarazzo, mi sentivo assolutamente ridicola e impacciata - prendo un secondo la borsa e arrivo"
Afferai velocemente la borsa e una volta uscita lasciai la porta chiudersi alle mie spalle.
"Sei bella". Lo disse tranquillo, tanto da farmi imbarazzare ancora di più.
"G-grazie, anche tu stai molto bene" aggiunsi.
Notai una piccola risatina dipingersi sulle sue labbra. Aveva sempre un'aria così spensierata, tranquilla, il suo umore non lasciava trapelare nessuna preoccupazione da parte sua. Sembrava molto sicuro di se.
"Vieni, veloce - disse prendendomi velocemente per mano. Lo fece tranquillamente, sebbene a me mancasse il fiato. Il contatto del mio palmo con il suo mi mandò totalmente in tilt - voglio prima portarti in un posto, poi andremo a mangiare qualcosa insieme, va bene?"
Annuii, senza dire nulla.
Davanti a noi una splendida Audi R8, Harry mi fece accomodare davanti, di fianco a lui fino e mise velocemente in moto.

"Ma dove siamo?" chiesi perplessa. Stavamo entrando in un edificio parecchio grande, dal retro probabilmente.
"Perchè entriamo dal retro?" aggiunsi.
"Siamo nelle sede della radio locale, io e i ragazzi dobbiamo comparire per poco, giusto il tempo di cantare una canzone in diretta - disse freneticamente, mentre salivamo delle scale e lui continuava a stringere la mia mano - faremo presto, stiamo passando da qui dietro perchè sicuramente l'entrata principale sarà stata piena di ragazze, e non mi andava di perdere molto tempo"
"Non volevo nemmeno farti sentire a disagio" aggiunse quasi in un sorriso.
Mi venne da sorridere, un sorriso lieve, però non dissi nulla. Sperai non se ne accorgesse, perchè sarebbe stato davvero imbarazzante.
Forse mi sbagliavo sul suo conto, probabilmente sapeva essere una persona premurosa.
"Tu siediti qui - mi disse non appena entrammo in una stanza piena di divanetti rossi - io farò presto"
Mi lasciò la mano, e io mi sedetti.
Harry mi salutò con un gesto, e fece lo stesso con le poche persone presenti nella stanza.
Nessuno si avvicinò a me e mi disse niente.
Harry si affrettò non appena si sentì dire che doveva muoversi, entrò quindi nella stanza accanto. Dalla porta vetrata potevo scorgere gli altri già seduti con le cuffie sulle orecchie, sembravano contenti di vederlo, o meglio, rassicurati. Harry indossò un paio di cuffie come gli altri, ma non riuscivo a sentire di cosa stessero parlando.
Dal muovere delle loro labbra avevo intuito avessero appena iniziato a cantare. Harry era davvero spontaneo, a volte chiudeva gli occhi, e le sue labbra si inarcavano in una forma asimmetrica.
Non riuscii a staccargli gli occhi di dosso per tutto il tempo, sperai non se ne accorgesse.
Non appena li vidi alzarsi e salutare con una stretta di mano il conducente radio, cominciai a guardarmi le gambe, facendo finta di niente.
Non appena entrarono nella stanza dove stavo aspettando, mi alzai istintivamente, senza pensarci. Harry mi aveva indicato ai ragazzi con un cenno, si presentarono a me molto allegramente.
"Così tu sei la famosa Natalie" disse Louis allegramente, stringendomi la mano vivacemente e facendo un inchino in maniera simpatica.
"Di solito sono geloso del mio piccolo Hazza - aggiunse arruffando i capelli ricci di Harry, che risposa con una smorfia allegra - ma sono sicuro gli farai mettere la testa a posto"
Tutti gli altri mi tempestarono di domande, su quanti anni avessi, su che scuola frequentavo, su come io e Harry ci eravamo conosciuti e che cosa mi aveva dato la testa di accettare il suo invito.
"Ti piace mangiare vero? - aggiunse Niall all'improvviso, strozzandosi quasi con una brioche alla cioccolata. La sua domanda scatenò una risata generale - Non sei una di quelle ragazze che pensano solo alla dieta e alla prova costume?"
"Nono, adoro mangiare" risposi, lasciandomi sfuggire una risatina.
"Ottima scelta Harry" aggiunse quindi il biondo, scatenando un ulteriore momento di risata da parte dei ragazzi.
Dopo un po' di conversazione con i ragazzi, Harry decise di andarsene. Prendemmo l'auto, passando sempre per il retro per evitare fan scatenate.
"Allora, come ti sono sembrati i ragazzi" mi chiese mentre teneva le mani puntate sul volante.
"Sinceramente - risposi - mi sono abbastanza ricreduta. Vi credevo un po' quel gruppetto di ragazzi pre-impostati che fanno tutto quello che viene detto di fare. Invece sono molto simpatici. Sopratutto Louis, siete molto affiatati vero?"
"Assolutamente - rispose annuendo - se mai dovessi cambiare orientamento sessuale credo che Louis sarà la mia prima preda"
Si lascio prendere da una risata contagiosa che travolse anche me.
"Ma tranquilla, non lo farò" aggiunse strizzandomi l'occhio con una smorfia divertita.
"Ecco, siamo arrivati" esclamò all'improvviso.
Scese dall'auto parcheggiata e venne ad aprirmi la portiera.
"E' un posto tranquillo questo - aggiunse - Fanno dell'ottima pizza italiana e potremmo starcene per conto nostro, lontani da presenze indiscrete"
Questa cosa mi sollevava molto, per metà pomeriggio mi ero domandata se saremmo stati circondati dai paparazzi per tutto il tempo dell'appuntamento.
Sarebbe stato davvero imbarazzante. Nonostante facessi teatro ero sicura che la mia presenza scenica sarebbe stata alquanto scandalosa, e non ero pronta a subire i commenti della gente su qualsiasi mio aspetto.
Entrammo nel piccolo ristorante, era davvero grazioso, con uno stile rustico.
Una volta accomodati, e dopo aver ordinato le nostre pizze, Harry incominciò a farmi una serie di domande per conoscermi. Di certo lui non poteva usare internet o una qualsiasi rivista per farlo.
"Allora Natalie, dato che ieri sera hai detto che ci conosciamo appena, posso farti un interrogatorio lento e doloroso?"
"Diavolo, ho dimenticato la lampada alogena - aggiunse divertito - ti avverto, sei sotto giuramento, quindi attenta a quello che dici"
La sua spensieratezza era davvero piacevole. Le uniche linee di espressione che si dipingevano sul suo viso erano per qualche smorfia o per una risata.
"Comincia Sherlock" lo stuzzicai.
"Nome, età, luogo di nascita" chiese "anche se le prime due le conosco già"
"Mi chiamo Natalie, ho 17 anni, frequento il penultimo anno di liceo e sono nata e ho sempre vissuto a Londra - risposi spostandomi i capelli con un movimento deciso - che ne dici, è esauriente come risposta?"
Continuò così per tutta la sera, facendomi le domande più assurde ed improponibili a cui mi divertii a rispondere senza problemi.
Harry era davvero una persona spensierata, il sorriso perennemente disegnato sulle labbra che lasciava spazio a due fossette adorabili.
Aveva una risata contagiosa. Ogni tanto se ne usciva con una battuta nuova che riusciva e riusciva in un modo o in un altro a strapparmi un sorriso.
Quella sera riuscii a ridere a crepapelle. Per la prima volta dopo tanto tempo, per la prima volta dopo la morte di mio padre.
"Devo confessarti una cosa Natalie - disse all'improvviso Harry, dopo essersi fermato di ridere per la sua ultima battuta squallida - sei molto bella quando sorridi, persino quando ti sganasci dalle risate. Sei spontanea."
Restai ferma, non dissi nulla. Mi lasciai solo pervadere dall'imbarazzo, speravo che il probabile fucsia delle mie guance non si notasse molto.
"E sei molto carina anche mentre arrossisci" aggiunse, quasi in un sussurro mentre si avvinava verso di me sorreggendosi il mento con il gomito appoggiato al tavolo.
"Devo confessarti una cosa - lo interruppi - o meglio dovrei ringraziarti, non ridevo e non passavo una così bella serata da moltissimo tempo"
Mi lasciai sfuggire un sorriso, sincero. Un sorriso ricambiato.
"Si è fatto tardi - esclamai - forse è meglio rientrare"
Harry annuì. Si alzò, estrasse dalla tasca posteriore dei pantaloni il portafoglio e appoggiò sul tavolo alcune banconote, probabilmente molte più del dovuto.
Allungò la mano verso di me e io l'afferrai decisa, lasciandomi trascinare fuori dal ristorante.
Dopo essere arrivati davanti la porta di casa mia, prima che potessi, scendere dall'auto Harry mi fermò afferrandomi per il braccio
"Quando posso rivederti?
Mi avvicinai verso di lui, ma quando mi accorsi che le nostre labbra erano fin troppo vicine mi paralizzai totalmente. Il cuore temevo mi scoppiasse in petto da un momento all'altro, e troppo presa dall'insicurezza gli poggiai un leggero bacio sulla guancia.
"Presto - sussurrai dopo essermi avvicinata al suo orecchio - ci vediamo presto"
Uscii velocemente dall'auto e la sua voce mi richiamò qualche secondo dopo. La testa di Harry comparve fuori dal finestrino
"Non mi lasci nemmeno il tuo numero di telefono?" disse, lasciando poi spazio ad un sorriso sghembo, paralizzante.
Mi avvinai a lui " Se davvero ci tieni come dici- sussurrai - sono sicura ti farai trovare, non ti serve il mio numero"
"Stupiscimi Harry Styles" esclamai colpendolo dolcemente con l'indice sul naso per poi avviarmi verso l'entrata di casa.
Mi sentivo stranamente. Felice.

Nulla da dire in particolare, spero solamente vi piaccia. :D
Recensite se potete e ringrazio tutti per le visite, per chi ha messo questa FF fra le seguite e per chi tra le preferite :D
Un Bacio :*




  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Broken_s