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Autore: AleCarrots    19/06/2012    0 recensioni
I vampiri esistono, e non sono sempre come vengono descritti, come dei mostri.. alcuni sono buoni, altri invece...
[...] -Perciò non scherzavi quando dicevi che cercavi cibo?- dissi spaventata. Lui -Si, beh, te l'ho detto sono "speciale", hai paura?-. Mi affrettai a dire, con la voce più tranquilla che potessi avere -No, sono curiosa, non sei come gli altri, questo è ovvio, e non mi sembri cattivo-. La sua faccia si trasformò in una smorfia divertita -Ti stupiresti-.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed è così, la mia solita vita, studio, amici, qualche volta esco con i miei genitori, o con mio fratello, ma non c'è mai niente di diverso. La mia migliore amica, Eleanor o semplicemente El, mi ha raccontato che Jake, il ragazzo che mi piaceva, dava un festa alla quale io ero stata invitata all'ultimo minuto. A dire il vero lui aveva invitato El, e lei poteva portare tutta la gente che voleva, ma siccome non poteva uscire quella sera, aveva passato l'invito a me. Il luogo era nella zona più malvivente della città, probabilmente non ci sarei andata, ma quando El mi ha detto che Jake ci teneva alla mia presenza, anche se non le credetti, mi presi di coraggio, e andai alla festa. Beh, non ero vestita in modo troppo sexy, potevo definirmi casual. Non trovavo la strada, era tardi, probabilmente la festa stava per finire, perciò mi incamminai alla ricerca della strada centrale, tra tutti quei vicoli mi ero letteralmente confusa e avevo perso il senso dell'orientamento. Sentii dei passi dietro di me - C'è nessuno? - urlai. Volevo chiedere indicazioni, ma i passi si fermarono, non sentii più nulla, solo il leggero vento che ululava tra gli alberi e mi scompigliava un po' i capelli. Poi i passi ripresero a camminare, sempre più veloci, il rumore era ogni passo più forte. Mi girai di scatto e non vidi nessuno, di nuovo. Avevo paura. Con la voce strozzata e intimidita dal freddo tentai un - C'è nessuno? Mi sono persa, ho bisogno di aiuto -. Ad un certo punto mi girai e cercai di accelerare il passo, solo quando mi resi conto che stavo correndo, mi fermai di colpo. Non avevo la più pallida idea di quello che stavo facendo, e di dove fossi. Una mano mi prese il polso trascinandomi in una panchina, stavo morendo dalla paura, e la cosa più inquietante era che quella mano non aveva fatto tanta fatica, dal momento che io non avevo fatto resistenza. Sentii il mio cuore scalpitare, in preda al panico chiusi gli occhi, per la paura di ciò che avrei visto. Ad un certo punto, il tizio, con un cappuccio nero probabilmente perché quando aprii gli occhi non vidi nulla a parte quel colore, sta per abbassarmi la cerniera della mia felpa, l'avevo portata in previsione di brutto tempo, e l'avevo messa solo perché non volevo tenerla in mano. Di scatto, tutta la mia vita mi passò davanti, cercai disperatamente di liberarmi da quella stretta, mi teneva le mani unite, e con l'altra mi toccava la pancia. Io urlai, ma il mio urlo venne bloccato dalla sua mano. In un momento di panico me n'ero scordata, ma avevo nella tasca dei pantaloni un mini-spray al peperoncino, dovevo solo arrivarmici con le mani. Piano piano, un po' più giù, eccolo. Mirai in direzione dalla faccia, e spruzzai, sentii il suo gemito di dolore, approfittai del momento in cui mi aveva lasciata per scappare. Percorsi correndo la maggior parte del mio tragitto, poi mi infilai in un vicolo buio, sperando di non essere vista, e presi il cellulare. Non c'era campo, maledetto telefono! Mi guardai in torno, il tempo che i miei occhi si abituassero al buio e poi lo vidi, una figura che avanzava verso di me. Indietreggiai, e sbattei contro il muro, così mi assottigliai e dissi - Per favore, non mi fare del male -. La figura si bloccò, io aprii gli occhi, allibita dal tizio che eseguì il mio comando. Poi un'altra figura nera avanzò, ma con fare più disinvolto e si mise davanti a me, si girò verso il molestatore e sentii un ringhio, poi si scontrarono, e una figura scappò, mentre l'altra avanzò verso di me, e mi riportò verso la luce. Il suo tocco era gentile, non brusco come quello di prima con il molestatore, perciò non mi preoccupai. Mi asciugai le lacrime che erano scese da sole, poi arrivata alla strada piena di lampioni, mi voltai verso il mio salvatore. Aveva i capelli neri, un po' tirati su, era alto e con una carnagione né troppo chiara né troppo scura, era vestito di nero, e aveva gli occhi azzurri, un azzurro glaciale, mi resi conto che i miei occhi si erano abituati bene al buio per vedere un soggetto vestito di nero. - Chi sei? - chiesi. - Sono il tuo salvatore, mi chiamo Louis, come ti senti? -. - Sto bene, grazie, io mi chiamo Ale, e beh, grazie, io sto bene, credo, mi stava aprendo la felpa, poi mi toccava la pancia, e beh, io.. - ero sconvolta. - E' tutto finito, ti accompagno a casa - disse con tutta la tranquillità del mondo, e la sua voce mi fece sentire al sicuro. - Okay -. Arrivati a casa, lo ringraziai, e corsi in camera mia, senza dire una parola a nessuno, dato che non sapevano che fossi uscita, anzi tutti dormivano, io sarei dovuta stare in camera mia, perciò niente festa, niente incubo. Mi svegliai e andai a scuola, come tutte le mattine, evitando ogni centimetro all'ombra, preferivo il sole. Vidi Eleanor che mi salutava con un sorriso furbetto e un occhiolino, lei era una ragazza bellissima, scura di capelli, con qualche colpo di sole naturale, gli occhi marroni, e la pelle sensibile e rosata. Le raccontai tutto subito, anche se non ero molto sicura di quello che sapevo. Poi, girando per i corridoi della scuola alla ricerca del mio armadietto, e poi dell'aula di biologia, vidi un ragazzo che mi parve il salvatore della notte precedente, Louis. Lo guardai meglio e più attentamente. - Lui è quello nuovo, viene da una scuola privata, e mi sa che ti piace, dato che non riesci a levargli gli occhi di dosso - disse El. - Io? Cosa? Scherzi! Stavo vedendo il suo abbigliamento, viene proprio da una scuola privata! -. Non le avevo detto che era lui il mio eroe, e non glielo avrei detto probabilmente molto presto. Credo che lui mi vide, perché quando El andò a prendere una cosa nel suo armadietto, allontanandosi, Louis si avvicinò a me - Hey, come va? Ti sei ripresa? - disse in tono allegro. - Emh.. credo di si, ma devo ringraziarti per aver allontanato il "tizio" - dissi facendo il segno delle virgolette con le mani. Lui si mise a ridere - Bene, allora ci vediamo in gir.. aspetta, non mi hai detto che facevi in quel luogo a quell'ora.. - Disse, ma con un tono interrogativo, aspettava una risposta. Mi misi sulla difensiva - Dovevo andare ad una festa, ma non trovavo la strada, e mi sono imbattuta in un grosso guaio. Ma credo di avere imparato la lezione -. Così dicendo, feci un cenno di saluto, e mi avvicinai a El che mi guardava male.
  
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