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Autore: kresbiten    19/06/2012    15 recensioni
Cos'è l'amore? E' quel brivido che ti attraversa la spina dorsale nel momento in cui incroci i suoi occhi, nel momento in cui ti sfiora? No, l'amore è sofferenza, sono lacrime versate, è dolore. L'amore è solo un'illusione che ti aiuta ad andare avanti, a crescere e a diventare la persona che sei o sarai un giorno.
La professoressa Isabella Swan decide di tornare a Forks, dopo precisamente quattordici anni. Tutto è cambiato nella sua vita, lei per prima. E' convinta di essersi lasciata tutto alle spalle, anche se gli occhi di sua figlia la riportano troppe volte indietro nel tempo. Ma cosa succederà quando, in un tranquillo giorno scolastico, non saranno gli occhi di sua figlia a farle ricordare, ma il soggetto stesso dei suoi ricordi?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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POV EDWARD

- Prego, accomodati- aprii la porta, mentre con passo sicuro entrava in casa mia. Chiusi la porta alle sue spalle, indicandogli il salotto.
Ci sedemmo, uno di fronte all'altro, tacendo.
- Posso sapere il motivo della tua visita?-
- Hai anche bisogno che te lo spieghi? No, aspetta, hai una lavagna così te lo scrivo sopra? O vuoi che ti faccia ingoiare queste parole, Edward?- il suo tono era minaccioso e arrabbiato; non lo avevo mai visto così. Mi era sempre apparso come una persona buona e anche un pò facilotta, ma adesso mi sta dimostrando il contrario.
- Prima di tutto cerca di calm-
- No, io non mi calmo, mio caro Edward. Perchè adesso mi sono veramente rotto le palle del tuo atteggiamento egoista e menefreghista, okay?- si era alzato dal divano, agitandosi con le braccia. Mi alzai alla sua altezza, intenzionato a cacciarlo di casa.
- Tu non hai alcun diritto di venire in casa mia e accusarmi in questo modo, James. Adesso, cortesemente, sei pregato di uscire-
- Smettila con questo tono sicuro e autoritario, perchè mi sta sui coglioni, okay? Tu, il tuo tono, il tuo atteggiamento. Tutto di te mi irrita, ormai. Tu.devi.solo.tacere.adesso-
-
Vuoi che ti cacci?- mi avvicinai a lui e strinsi gli occhi. Eravamo faccia a faccia, stessa altezza, stesso volume di voce. Ma il suo respiro era molto più accellerato del mio.
- Tu non mi cacci, perchè se lo fai vieni fuori con me. Ci siamo capiti Edward? Cosa vui che faccia, mh? Che stia a guardare te e la tua bocca di merda mentre uccidete la mia migliore amica? Cosa vuoi, eh? VUOI AMMAZZARLA, EDWARD?-
- Ha trentatre anni ed è in grado di gestire la sua vita da sola. Non ha bisogno di chi la protegga, James. QUINDI SEI PREGATO DI FARTI I CAZZI TUOI, OKAY?-
- Sai Edward, pensavo che tu la conoscessi meglio di me, ma mi sbagliavo probabilmente. Tu non sai un emerito cazzo di lei e di cosa ha bisogno. Lei non è mai e ripeto mai stata capace di gestire la sua vita da sola, anche se lo ha fatto. E tu, mio caro sapientone, non c'eri!- alzai le braccia al cielo, dopo quelle sue parole.
- Non c'ero? Perchè non c'ero James? Eh?-
- Perchè te ne stavi a scopare con chissà chi, mentre lei cresceva vostra figlia DA.SOLA-
- Non mi ha dato la possibilità. Io.non.lo.sapevo!-
- L'hai cercata, Edward? Eh? Lo hai fatto? Dove.cazzo.eri? Ti ha visto a lett con un'altra, davvero pensi che sarebbe corsa dalle tue braccia urlando "Edward aspettiamo un bambino"? Aveva solo diciotto anni, accidenti! Diciotto, Edward. L'avevi tradita!-
- Non è vero!- urlai.
- Ma lei non lo sapeva, accidenti. Pensava fino a qualche mese fa che tu l'avessi tradita! Lei viveva solo per Renesmèe e avrebbe fatto qualsiasi cosa per sua figlia, anche negargli un padre di cui non si sarebbe potuta fidare! E così ha fatto, l'ha cresciuta donandole l'amore non si un genitore, ma di due! Ha colmato l'assenza di un padre che aveva tradito sua madre, da sola. A diciotto anni, diciotto! Mentre tu eri qui, con i tuoi genitori che, nonostante tutto, ti pagavano l'università; eri qui a studiare come un normale ragazzo di venti anni, preoccupandosi dell'esame che sarebbe potuto andare male. Lei, invece, studiava con una bambina attaccata al seno, ripeteva ad alta voce, cullando sua figlia. Ha fatto nottate perchè sua figlia aveva le coliche, nonostante il giorno dopo tenesse un'esame. E ce l'ha fatta! E tu pretendi di avere una cazzo di considerazione? Tu che non hai fatto un cazzo, tantomeno cercarla, Edward! Sei stato qui come un imbecille ad attendere Cenerentola che tornasse. Tu cosa hai fatto per voi? Cosa hai fatto per lei?- i pugni stretti di James erano contratti così come il mio stomaco. Strinsi anch'o i pugni, sentendo le nocche sbiancare.
Cosa avevo fatto io per noi?
Cosa avevo fatto io per lei? Per loro?
Niente, non avevo fatto niente.
-
Tu... tu non puoi capire come ci si sente essere presi in giro dalla donna che ami. Non puoi capire come ci si sente scoprire che hai una figlia dopo tredici anni, non puoi- abbassai il tono della voce, portandomi una mano tra i capelli e sedendomi sul divano.
- Io invece ti posso dire, o meglio ci posso provare, come si sente Bella. Sapevi che ha rischiato di perdere Renesmèe durante la gravidanza e che è stata ricoverata un mese in ospedale, dopo tre in convalescenza a casa? Sapevi che ha rischiato di perderla a causa dello stress che tu gli avevi procurato? Ha preso sonniferi per anni, è dimagrita dieci chili dopo la gravidanza. Aveva crisi in qualsiasi momento, iniziava a gettare tutto in aria, urlare e piangere. E la notte urlava mentre dormiva, svegliandosi in lacrime e urlando il tuo nome. Non riusciva a guardare sua figlia negl'occhi i primi mesi perchè erano come i tuoi. Tu potevi passare anche giorni e mesi senza ricordarti di lei o anche solo pensarla, lei, invece, ti rivedeva tutti i santissimi giorni negl'occhi, nei capelli e nei tratti di vostra figlia. Ogni giorno lottava con il passato, che le hanno rovinato la vita. Tredici anni di quest'agonia e ti ha persnato in una notte, donandosi a te. Tu, Edward, non la ami quanto lei ama te-
- Questo non è vero!- sbottai, urlando.
- Sì! Perchè tu non stai dimostrando di amarla-
- Io la amo, cazzo. Più della mia vita!-
- Allora stai buttando la tua vita nel cesso. Perchè, se continua così, lei se ne va definitivamente. Perchè tredici anni fa Renesmèe era la ragione per cui andare avanti, perchè se faceva del male a lei ne faceva anche alla bambina dentro di lei. Adesso, a causa tua, invece, si sta lasciando andare. Rischia l'anoressia o qualche arresto cardiaco per il nulla che mangia e il nulla che vomita, cazzo! BELLA E' MORTA PER COLPA TUA!- alle sue parole mi sentii rabbrividire e strinsi gli occhi fino a farmi male.
- Non.dire.più.una.cosa.del.genere-
- Cosa te ne importa di lei, eh?-
- Io la amo, porca miseria. LA AMO! Tu non sai come mi sono sentito deluso quando mi ha detto di Renesmèe. Glie lo avevo chiesto non so quante volte, ma non mi ha mai voluto dire nulla. Mi ha mentito, inventandosi una scusa del cazzo! Perchè non me lo ha detto subito, appena ci siamo incontrati, perchè?-
- Perchè lei era convinta che tu stessi con un altra, che non l'amassi. Sai più di me quanto lei sia così... insicura di se stessa-
- Stiamo parlando di una figlia-
- Ma ora stiamo parlando della vita di Bella. Senti, Edward, io non ti sto dicendo di fare chissà cosa ma smettila di fare lo stronzo, okay? Ha sbagliato lei ma ora tu stai sbagliando il doppio, mh? Non vuoi più lei, ok, ma lasciala in pace. Falle vivere la sua vita, falle trovare un altro uomo che riesca a renderla veramente felice-
- Io la rendevo felice!- provai una rabbia nei confronti di quelle parole, al solo immaginare lei tra le braccia di un altro uomo.
E solo in quel momento mi resi conto di quel che avevo combinato. Avevo offuscato anche il mio amore per lei, preso dall'egoismo che mi aveva sopraffatto.
- Ma non lo fai più, Edward. Ora la stai solo uccidendo- chiusi gli occhi, espirando profondamente.
- Lei... lei come sta?-
- Sta una merda, davvero. Non l'ho mai vistain queste condizioni e ho anche paura di lasciarla da sola a casa. Lei... il giorno in cui è venuta da te per dirti di Renesmèe ha... la sera ha tentato il suicidio, Edward- aprii gli occhi di scatto, a dir poco scioccato.
- Cosa cazzo stai dicendo?-
- Si stava lanciando dalla scogliera... una scogliera che tu dovresti conoscere bene-
- La... la spiaggetta dove le avevo c... chiesto di -
- Sposarla, già- sentivo le forze mancarmi e un dolore al petto farmi quasi piegare in due. Cosa diamine stavo facendo? - Ci ha ripensato, solo per sua figlia. Ma ho paura che lo faccia, presa dalla follia. Tu non l'hai vista ma... sta ore a guardare fuori dalla finestra senza muoversi. Proprio come se fosse...-
- Non dirlo, non dirlo- lo vidi annuire e stringere le labbra.
- Io ho finito qui, ora tocca a te lasciarla in pace una volta per tutte- annuii e lo guardai. - Ah, dimenticavo una cosa-
- Cosa?- un pugno mi arrivò in pieno viso, facendomi barcollare. Mi toccai la guancia dolorante e sentii dubito il sapore del sangue invadermi la bocca. James aveva ancora il pugno stretto e sorrideva.
- Ora ho fatto tutto. Sta attento a ciò che fai, Edward- se ne andò così, lasciandomi accasciato sul divano con la mano sulla guancia bollente.
Eppure il dolore alla guancia era nulla paragonato al dolore nel petto.
Cosa... cosa cazzo avevo fatto?


POV BELLA

Sentii la porta di casa sbattere, non appena chiusi gli occhi rilassata. Le braccia calde di James mi avevano stretta per diverse ore e, solo da poco, ero riuscita a prendere sonno. Solo che, il rumore della porta, mi aveva svegliata.
Mi girai e rigirai nel letto, attorcigliando le lenzuola tra le gambe. Cercavo di riprendere sonno, ma non ci riuscivo. Ormai ci avevo quasi fatto l'abitudine; ogni notte dormivo si e no un paio d'ore, crollando spossata e per necessità e non perchè ci riuscissi.
Sei la mia più grande delusione...
Era questa la frase che ogni santissima notte mi perseguitava, costringendomi a rimanere sveglia e ad urlare nel sonno. Era come incisa sulla mia pelle, con una striscia di fuoco ardente.
Perchè, in effetti, quelle parole erano vere.
Ero una delusione; e non solo per lui, ma anche per tutti gli altri.
Per Renesmèe.. che aveva una madre fin troppo giovane e immatura per essere tale; troppo debole e con le lacrime facili, al contrario di quella che mia madre era stata per me. Mia figlia aveva una madre che era tutt'altro che un'àncora di salvezza, ma uno scoglio sgretolato pronto ad abbandonare la presa.
Per James.. che si trovava ad essere l'unico amico e l'unica parte attiva della nostra amicizia; col mio comportamento infantile e piagnucoloso. Lui sempre disponibile per me, sempre scoraggiata e depressa.
Per i miei genitori.. che si erano trovati una figlia di diciannove anni incinta di un ragazzo che l'aveva tradita, sola ad affrontare una gravidanza e l'università. Una figlia ancora sola a trentadue anni, con una figlia cvhe accudiva indecentemente.
Per Alice.. colei che era stata la mia migliore amica per anni interi e ora avevo abbandonato di nuovo, proprio come tredici anni prima; senza dirle nulla, tenendola all'oscuro di ogni minimo dettaglio, solo a causa di una semplice parentela.
E, infine, per Edward.. l'unico che me lo aveva detto in faccia, senza giri di parole.
Sei la mia più grande delusione.
E aveva ragione, perchè gli avevo negato le gioie di essere padre, avevo negato a mia figlia un padre da cui essere amata.
E poi io, un corpo che camminava, ormai, senza vita.
Senza nulla.
Sola.
Ancora una volta...
Mi alzai dal letto, decisa a fare una doccia. Rimasi dieci minuti sotto il getto d'acqua calda, insaponandomi col bagnoschiuma alla fragola; nonostante tutto, le vecchie abitudini tardavano ad andare via. Lavai anche i capelli, lasciandoli bagnati anche dopo essermi vestita con un jeans e una maglietta a maniche lunghe blu. Infilai le converse e presi la borsa, insieme alle chiavi della macchina.
Misi in moto, mettendomi in strada ad una velocità media.
Avevo bisogno di prendere aria, di schiarirmi le idee e di prendere una volta per tutte una decisione definitiva. Perchè non potevo andare avanti così, aggrappandomi ogni volta a scogli e poi cedere, cedere, cedere.
Perchè stavolta ero arrivata al cumine, in cima alla montagna e mi bastava solo un altro minimo passo sbagliato per cadere definitivamente giù. Una salita difficile, piena di ostacoli, per poi cadere?
Inconsapevolmente arriva al centro di Seattle, svoltando a sinistra lungo la strada adiacente alla nazionale. Mi sembrava di sentire già l'aria fresca e frizzante sotto le narici; ispirai profondamente, riempendo i polmoni.
Quindici minuti dopo, mi trovavo a camminare lenta sulla spiagga, affondando i piedi nella sabbia tiepida. Con una mano mantenevo le scarpe e con l'altra la borsa. Il sole faceva capolino attraverso l'orizzonte e le piccole nuvole al suo fianco sembravano una scia di fumo; come se il sole si stesse spegnendo.
Il cielo, dalla parte della città, era un blu scuro.. blu notte. Invece, sul mare, era di un rosa pallido misto ad un celeste chiaro e splendente. Il mare era stranamente calmo, nonostante ci trovassimo al mese di Febbraio; le onde si piegavano leggiadre sul bagnasciuga, portando con se un pò di sabbia. Camminai a lungo e lentamente, fino a trovarmi ai piedi della piccola spiaggetta. Mi alzai sulle punte dei piedi e vi ci posai sopra le scarpe e la borsa. Facendo attenzione agli spigoli della roccia bianca, salii sulla pretuberanza grazie alle scale naturali lì presenti da almeno quindici anni. Come sempre, era tutto uguale: le dimensioni erano sempre le stesse, la sabbia sempre pallida e sottile, fredda al contatto con le dita dei piedi, la parete di roccia sulla destra sempre spigoloso e bianca. E poi c'era il mare di fronte, sempre minaccioso ma dolce nei movimenti cullati e lenti. Mi sedetti al solito posto, rannicchiandomi su me stessa e poggiando la testa alla parete bianca. Mi immersi con lo sguardo nella schiuma bianca del mare scuro, che ondeggiava a ritmo dell'acqua immensa. E poi c'era quel rumore rilassante delle onde che si infrangevano contro gli scogli, accompagnato dalle onde che si piegavano sul bagnasciuga. Non vi erano altri rumori, nè di gabbiani che volavano sul pelo dell'acqua alla ricerca di qualche pesce da mangiare, nè di auto che correvano veloci lungo la nazionale a dieci chilometri da qui, nè voci fastidiose di bambini che scarmazzavano lungo la costa, strillando insieme alle madri, nè pianti di altri che non volevano andare via.
Niente.
Non c'era praticamente nulla.
Il silenzio totale regnava sulla spiaggetta, quasi come sempre, del resto.
Mi lasciai cadere sulla sabbia pallida e fredda, poggiando la testa su un cumulo leggermente più alto. La sabbia era segnata dalle zampe di gabbiani, come un disegno perfetto e calcolato.
Guardai il cielo su di me diventare sempre più blu in modo graduale. Il rosa misto all'azzurro scompariva sempre di più, lasciando spazio a quel colore cupo ma al tempo stesso splendente, grazie ai punti luminosi delle stelle. Il sole era immerso nell'oceano e, incosapevolmente, come il blu chiudeva il cielo, anche le mie palpebre si chiusero.


***

Sentivo i brividi coprire la mia pelle ghiacciata, mentre gli occhi chiusi si rifiutavano di aprirsi. Sentivo il piano soffisce e fresco sotto di me e, solo dopo vari secondi, ricordai dove mi trovavo. Mi ero addormentata, sotto al cielo buio.
Sentivo un fastidio alla guancia e un solletichio; mugugnai qualcosa di incomprensibile, mentre sbattevo le palpebre e allungavo le dita delle mani per stiracchiarmi. Sospirai profondamente e aprii gli occhi, trovando dinanzi a me il cielo scuro e libero dalle nuvole; c'erano milioni di stelle quella sera e anche il mare, udendo il suono delle onde che si infrangevano leggere contro agli scogli, doveva essere calmo.
Mi alzai a sedere e notai una felpa posarsi sulla mie gambe, dopo essere caduta dal mio petto. La presi tra le mani e mi accigliai, non ricordando di avere con me una felpa marrone. L'aprii ed era molto più grande di me, quasi di un uomo.
Mi girai verso la mia sinistra e quasi ebbi un infarto.
- Finalmente ti sei svegliata- sussurrò con la sua voce dolce e rauca.
- Che... ce ci fai qui?- rabbrividii di nuovo, ma sentivo che stavolta non erano brividi causati dal freddo, ma da molto altro.
- Ero... ero venuto a casa tua, ma tu non c'eri. Mi sono spaventato subito ma poi ho ragionato e beh, sono venuto a cercarti qui. Era già notte quando ti ho notata qui sopra ed eri rannicchiata dal freddo, così ti ho coperta con la mia felpa e ho atteso il tuo risveglio-
- Sei qui da molto?- scosse la testa.
- No, tranquilla. Un venti minuti al massimo- mi passai una mano tra i capelli, confusa e stordita.
- Cosa.. perchè eri venuto a cercarmi?- balbettai, terrorizzata. Non appena incrociai i suoi occhi, però, riabbassai lo sguardo, soffermandomi sulla sabbia illuminata dalla luce del suo cellulare. Lo sentii muoversi e avvicinarsi, trovandosi poi inginocchiato di fronte a me.
- Non abbassare lo sguardo, ti prego- sussurrò con la voce inclinata, mentre con due dita poggiate sotto al mio mento mi collevava il volto. Mi scontrai di nuovo con quegl'occhi verdi e splendenti anche al buio e mi morsi il labbro inferiore.
- Perchè... perchè sei qui? E' successo qualcosa a Renesmèe, sta male? Cosa?- mi agitai subito ma mi calmai altrettanto presto quando scosse la testa.
- Renesmèe... nostra figlia sta bene- rabbrividii quando pronunciò quell'aggettivo possessivo in modo così... possessivo, appunto.
- Ma allora..- scosse la testa.
- Dovevo parlarti-
- Per l'affidamento? Mi sembra che io abbia già firmat-
- No, non per l'affidamento. Non per Renesmèe. Non per... non per farti soffrire, ancora-
-
Io... io non capisco, Edward-
- Mi dispiace, Bella, davvero. Mi dispiace per come mi sono comportato con te in questo mese, ma... ma ero fuori di testa. Avevo sempre sperato che Renesmèe fosse mia figlia, ma le tue continue negazioni mi avevano quasi convinto. Ma poi scoprire la verità dopo che... dopo che eri stata mia- sentivo il cuore accellerare, al solo ricordo di quella notte.
La migliore della mia vita.
E non uno sbaglio, come l'aveva definita lui.
-
Mi dispiace anche a me, Edward. Averti... averti mentito per tutto questo tempo, ma io miravo al bene e alla felicità di mia figlia e non mi interessava delle altre cose. L'unica cosa che contava era lei, punto-
- Lasciandoti andare?-
- Come?- mi accigliai.
- James... lui mi ha detto tutto- abbassai lo sguardo, sentendo le guance andare a fuoco.
- Mi dispiace, davvero-
- Lo so..- mormorò.
- E capisco il perchè del tuo comportamento e capirò le parole che mi dirai tra poco- sapevo già cosa voleva dirmi. Ero venuta qui per prendere aria e per prendere una decisione definitiva; e la stavo per prendere, o meglio, per ricevere. Ci aveva pensato lui a venirmi a parlare per un taglio netto e decisivo.
Meglio di questo incessante dolore, quest'irriversibile indecisione, quest'ardente morte di un corpo vivo.
-
Cosa pensi che io voglia dirti, Bella?- mi alzò di nuovo il viso con le dita, costringendomi ad immergere i miei occhi marroni nei suoi smeraldi.
-
Beh, un taglio netto è meglio di tutto questo, Edward. Meglio di questa inconsapevolezza e indecisione riguardo al futuro, di queste parole frustanti. Meglio di tutto questo- dissi, mordendomi le labbra.
- Pensi che io voglia lasciarti?- mormorò, sfiorando col pollice la mia guancia fredda.
- Noi non stiamo insieme e quindi non puoi lasciarmi, è diverso- prontamente afferrò la mia vita e mi avvicinò al suo corpo. Imitai la sua posizione in ginocchio, trovandomi incollata col seno al suo torace. Il suo volto di fronte al mio, lui piegato per poter raggiungere la mia altezza.
- Noi siamo sempre stati insieme, sempre- mi strinse maggiormente a sè, incantandomi col suo sguardo splendente.
- Che...-
- Ti amo Bella, okay? Ti amo come nessuno ha mai amato nessuno in tutti questi miliardi di anni, ti amo da farmi mancare il fiato ogni qual volta ti penso, ti amo da ardere di desiderio ricordando le mie mani sul tuo corpo e le tue sul mio, ti amo da volerti stringere e baciarti con devozione realizzando che tu mi hai dato una splendida figlia, ti amo da poter anche morire per questo. Ma, soprattutto, ti amo da poterti perdonare qualsiasi cosa, ti amo da non riuscire ad odiarti, ti amo da non avere il coraggio di lasciarti andare. Ti ho amata, ti amo e ti amerò per sempre. Perchè sei tu il mio futuro, e lo sei sempre stata; indipendentemente da quel che è successo. Hai sbagliato, ma ho sbagliato anche io. Ognuno ha le sue colpe ma ci stiamo solo uccidendo. Ti amo da..- mi si bloccò il respiro, mentre sentivo le lacrime salire agl'occhi.
- Non puoi illudermi ancora, non puoi!- urlai, interrompendolo. Mi alzai, scostandomi dalle sue braccia. - NON PUOI! Mi lascerai di nuovo e io... IO NON CE LA FACCIO!- si alzò e mi afferrò per le braccia, bloccando ogni mio movimento.
- Bella io ti amo, davvero. Non voglio più andare via, nessuno mi impedirà di restare. Io voglio te e solamente te!- scoppiai a piangere, lasciandomi avvolgere dall sue braccia. Affondai la testa nel suo petto, finalmente capace di sfogare tutto il mio dolore. Con i pugni chiusi contro le sue spalle, singhiozzavo. Mi teneva stretta a sè, lasciando che le mie lacrime cadessero libere e senza ostacoli. Mi portò di nuovo sulla sabbia con sè, facendomi sedere tra le sue gambe e cullandomi come una bambina.
- Scusami se ti ho fatto soffrire così, perdonami amore mio- alzai lo sguardo, incrociando, per la prima volta in modo consapevole, i suoi occhi.
- Non è un sogno, vero?- scosse la testa, abbozzando un sorriso.
- E' semplicemente la realtà e io voglio viverla con te, per sempre- mi alzai in ginocchio e lo abbracciai di slancio, sentendo finalmente i nostri profumi mescolarsi. Mi allontanai per guardarlo in volto e gli carezzai una guancia, catturando una lacrima che scivolava via.
- Ti amo, Edward- mi sorrise e afferrò il mio volto tra le mani, avvicinandolo al suo.
- Sei la mia vita, Bella- muovendosi lento e accorto, posò le sue labbra sulle mie. Chiusi gli occhi, incapace di contenere tutte quelle emozioni. Rimanemmo immobili per diversi secondi, assaporando ogni minimo istante di quel gesto così semplice ma pieno di significati. Iniziammo a muovere entrambi le labbra, mentre io in ginocchio mi mantenevo in una stretta possessiva ai suoi capelli e lui teneva poggiate le mani ai lati del mio volto. Potevo sentire ogni minimo brivido ricoprire la mia pelle, ogni minimo battito mescolarsi al suo, veloce e irregolare. I nostri respiri affannati e mescolati come i nostri sapori e il nostro profumo.
Come un unica cosa.
Un unico corpo che si muoveva in sincrono.
Un corpo pieno d'amore.
Per la prima volta senza ripensamenti e senza paura, con sincerità e voglia di costruire un qualcosa di stabile.
Staccammo le nostre labbra e il mio sguardo si perse dietro di lui, dove i corpi di Edward e Bella che si promettevano amore eterno tredici anni fa ci sorridevano. Guardai Bella negl'occhi e per la prima volta non provai invidia verso quella ragazza che era felice, insieme all'amore della sua vita.
Perchè stavolta era come specchiarsi, con la stessa luce negl'occhi di quella ragazza giovane e innamorata.
Perchè stavolta anche io avevo il mio Edward al mio fianco, che mi prometteva amore eterno proprio come quel ragazzo anni prima.
Sorrisi, salutandoli un'ultima volta e pronta, finalmente, a guardare il futuro.
Il futuro che risplendeva negl'occhi dell'uomo di fronte a me.
Negl'occhi di Edward.




***


Oh madonna santissima immacolata!
Voi ci credete? Io assolutamente no.
Ce l'hanno fatta, ce l'hanno fatta, ce l'hanno fatta.
CE.L'HANNO.FATTA.CAZZO!
Dopo 38 capitoli, ce l'hanno fatta.
Vi confesso che mi sembrava ancora troppo presto, avrei voluto prolungare soprattutto questi ultimi capitoli, ma non se ne poteva più.
Come ha detto Bella "siamo arrivati in cima alla montagna", ormai era successo di tutto.
E quindi eccoci qui, al capitolo, molto probabilmente, più emozionante di tutta la storia.
Spero di non avervi deluse, perchè so che questo è il capitolo che tutte attendavate maggiormente;
spero di non aver esagerato con le effusioni, che non sia andata troppo veloce, con le parole, i gesti e tutto.
Davvero, spero con tutto il cuore, che vi piaccia.
Il capitolo non era programmato, mi è uscito così, parola dopo parola sono arrivata a questo.
E... ueueueueueueueue
Ragazze... questo è il PENULTIMO capitolo (escluso l'epilogo)
Non mi sembra vero, l'ho detto anche ieri mentre scrivevo.
Io sono cresciuta con questa storia, ho trovato un mio modo di scrivere, un mio "stile". Ho affrontato argomenti delicati, leggeri, maturi e infantili; ma vi posso assicurare che con questa storia sono cresciuta davvero tanto, più del "Il profumo dell'amore".
Oggi ho la malinconia, sigh.
Non so che altro dire, solo, ancora, che spero vi piaccia e che non vi abbia deluso.
Mi lasciate un commentino? Anche perchè è il penultimo capitolo, sigh.
Ora vado a scrivere, ho voglia di finirla ç_ç
Grazie di cuore, a tutte.
Vado a prendere altri fazzoletti
ve ne passo uno, và.

**

Ieri sera ho scritto quelle note, ora scrivo questo:
LJMWNKGFWEN JLòLEKJENF LEòKARGJVMELòAEKMNGVHNEJFòWLKAVBHEA
AVETE VISTO IL TEASER DI BREAKING DAWN PT 2????????????????
STAVO.CREPANDO!
Bella che prende in braccio Renesmèe, Edward che prende al volo sua figlia e dice "She's my daughter"
*DEAD*
Domani morirò, davvero!
Sparisco adesso, non vi rompo più lol
Un bacio enorme,
Mary xx
   
 
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