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Autore: Sahara__    19/06/2012    1 recensioni
1 anno ad Hogwarts. Due piccoli protagonisti diametralmente opposti, in continuo conflitto tra loro, convinti di odiarsi e di non riuscire mai ad andare d'amore e d'accordo, scopriranno che sotto tutto quell'odio si cela un interesse nascosto..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Spazio dell'autrice : Ehii carissimi ecco in arrivo un nuovo capitolo ^^ , sapete, ultimamente mi sto impegnando davvero tanto con questa storia, e vorrei che il mio lavoro sia un pò ripagato.. Magari con qualche piccola recensione! Insomma, non pretendo di aver scritto un'opera così stupenda, però penso di aver fatto un buon lavoro e qualche apprezzamento qua e farebbe piacere :)

*****



Capitolo 5.
Un troll nei sotterranei
 
Correva, correva come se non gliene importasse niente delle opinioni altrui, come se non gliene importasse niente del mondo. Sentiva l’umiliazione che le si riversava addosso, come un’altra valanga d’acqua ghiacciata, ma non era l’unico sentimento che invadeva il suo cuore.
Dentro c’era l’odio, l’odio per quelle persone così false, meschine… La rabbia, il disprezzo, l’incomprensione, quella voglia di spaccare qualcosa, quel dolore così profondo che dava tanto l’impressione di non rimarginarsi più…
“Ehi Granger! Che diavolo hai combinato??”
“Guardatela poverina! Si voleva fare una doccia e si è dimenticata di togliersi i vestiti!”
“AHAHAHAHAHAH che ridicola!!”
E mentre correva quelle voci così odiose le facevano eco. Voleva gridare, dire loro qualcosa di veramente offensivo.. Eppure… Eppure la voce mancava. Non riusciva a parlare.
E così, senza guardare dove stesse realmente andando, in testa solo il desiderio di fuggire, si andò a scontrare con la persona meno gradita sulla faccia della terra.
Uno scontro, Hermione finì a terra, ancora in lacrime. Il ragazzo a cui era andata addosso si alzò, scrollandosi la polvere dalla tunica nera, e disse con estrema acidità “Ehi stai un po’ attenta dove metti i piedi!!” Hermione alzò lo sguardo, per capire chi fosse quel ragazzo, anche se la sua voce poteva appartenere solo ad una persona.
A quella persona.
“Granger!!” Rise, stava ridendo. E Tiger e Goyle, i suoi leccapiedi, ridevano con lui.
“Cosa diavolo ti è successo? Hai deciso di farti un bagnetto nel Lago Nero?? Ma non fa un po’ freddino?” La ragazza, ancora a terra, lo fissò con uno sguardo malinconico, ma anche pieno di disprezzo. Erano gli unici sentimenti che provava in quel momento.
Nonostante Malfoy la stesse prendendo in giro, e, nonostante stesse continuando a ridere, le porse la mano per aiutarla ad alzarsi.
Lei tuttavia la rifiutò, e si mise in piedi da sola. “Levati di mezzo furetto!!” Gridò, dandogli una spinta e mandandolo a sbattere contro la parete. Lui strabuzzò gli occhi, in preda all’ira.
“Come mi hai chiamato?” lei si girò, già rossa in viso. “Non mi seccare!! Chiaro???”
“Senti se hai avuto qualche problemino non aggredire me Mezzosangue!!”  Si azzardò a dire.
Con la mascella serrata, le vene che pulsavano, Hermione Granger agì d’impulso. Sollevo un pugno a mezz’aria, in direzione del suo bel faccino.
“Oh, che vuoi fare, mi vuoi colpire??” Chiese lui, canzonatorio.
Si fissarono incessantemente, lui divertito, lei rossa di rabbia e con il pugno ancora sollevato.
Dopo qualche minuto, capì che la cosa più saggia era quella di non picchiarlo.
A che sarebbe servito poi? A sfogare la sua ira?
Abbassò il pugno lentamente, con uno sguardo cereo. “Ero sicuro che avresti reagito così. Tu non picchieresti mai le persone, sei troppo perfettina..”
“Si vede che non mi conosci bene.” Rispose lei.
“Fidati Granger, ti conosco più di quanto immagini.” Le disse lui, ed in un tratto il suo tono era diventato più caldo, sempre beffardo, ma più… ipnotico.
Lei scosse la testa, e lui, inclinando la sua, fissandola incuriosito, chiese “E allora perché non l’hai fatto? Perché non mi hai colpito?”
“Perché non ne vale la pena, tutto qui.” E detto questo, girò i tacchi e corse via, lasciando il bel Serpeverde tra i suoi mille dubbi riguardo quella strana ragazza.
Il dormitorio era deserto, le luci spente. Hermione si buttò sul letto, tese le orecchie per avvertire un potenziale visitatore e poi, sospirando, lasciò traboccare tutto il suo dolore,  e pianse, pianse fino a tarda notte, senza neanche scendere per la cena.
 
I giorni passavano, ed il panorama di Hogwarts andava tingendosi di caldi colori autunnali. Le foglie degli alberi, rinsecchite e dipinte di rossi fiammeggianti o gialli intensi, si staccavano dai rami e vorticavano in un’allegra e vivace danza, fino a sfiorare la superficie verdastra del Lago Nero.
Ovunque si respirava un’atmosfera diversa, l’odore di legna bruciata, delle prime ondate di vento gelido, delle pioggerelline che bagnavano la terra, regalando un profumo di natura..
E tra poco sarebbe stato Halloween, la festa più desiderata dagli studenti, dopo le feste di natale, ovvio. Gli elfi, incaricati degli addobbi a tema, si muovevano per tutto il castello decorandolo con zucche intagliate, ragnatele, pipistrelli, girandole che vorticavano libere sul soffitto.
Quando si avvicinavano queste festività, era un piacere girovagare per Hogwarts, anche solo per vedere il magnifico lavoro che gli elfi stavano facendo.
Un giorno prima di Halloween, Harry e Ron erano in Sala Comune, a finire i compiti di Astronomia. Ma Harry non aveva la minima intenzione di svolgerli. Al contrario, aveva urgente necessità di rimproverare il suo migliore amico.
“Dimmi! Dimmi come caspita ti è saltato in mente di fare quello scherzo ad Hermione!”
Il rosso abbassò lo sguardo, senza spiccicare parola.
“Ti ho fatto una domanda Ronald Weasley!! Rispondimi!!” Si impuntò l’altro, fissandolo carico di rabbia. “Dai Harry, non ti arrabbiare, era solo uno scherzetto.. No?” Disse Ron, cercando di giustificarsi. “Uno scherzo?? Ma hai visto come ci è rimasta male? E’ scappata via in lacrime, è da giorni che non scende in Sala Grande per i pasti, se ne sta sempre chiusa nel suo dormitorio, non parla con nessuno, nemmeno con me!”
“E’ esagerata.. Insomma, per uno scherzo..” Continuò Ron, mentre disegnava una costellazione sul suo rotolo di pergamena. Era un lavoro che richiedeva massima precisione, ma era impossibile svolgerlo, dato che Harry continuava ad urlare e non lo faceva concentrare.
“ Mi spieghi perché ti sei fatto coinvolgere?”
Ron fece spallucce. “Non lo so… Io…”
Harry incrociò le braccia, con uno sguardo furioso.
“Senti, calmati, ok, ti spiego, solo.. Solo non ti arrabbiare!!” disse Ron, impacciato.
“Ti ascolto..” Rispose l’altro.
“Allora… Ehm… Un giorno ero in Sala Comune, ed ho incontrato Lavanda e Calì… Stavano parlando di Hermione, e di quanto antipatica fosse.. Mi sono incuriosito e sono andato da loro per chiedergli di cosa stessero discutendo. Loro mi hanno detto che volevano fargliela pagare, perché non ne potevano più dei suoi interventi a lezione da ‘signorina so tutto io’, e mi hanno chiesto se volevo partecipare. Io ho detto di no.. Ma poi… Non lo so perché ho accettato.. Lavanda mi ha iniziato a chiedere se anche io trovassi insopportabile quella là..”
“Si chiama Hermione, Ron.” Lo corresse Harry, che non sopportava il fatto che la chiamassero ‘Quella là’. “Si, ok, scusa.. Ehm, allora.. Io gli ho detto che si, anche io per un certo verso non la sopportavo, e allora lei mi ha implorato, era così assillante, mi ha perfino tirato per un braccio, che, per liberarmi di lei ho detto, così, senza pensarci, “Va bene! Va bene! Ci sto!!”
Ma me ne sono pentito subito dopo. Così ho cercato di non partecipare a ‘sto cavolo di giochetto… Quando Lavanda e Calì organizzavano una riunione per mettere in atto il piano, io me ne stavo lì, disinteressato, senza la minima voglia di partecipare… Ma ormai avevo detto di si, quindi tanto valeva reggerle il gioco…”
“ E Seamus e Dean? Come mai hanno accettato?” Domandò Harry.
“Penso per lo stesso mio motivo… Anche loro non avevano la minima voglia di partecipare, era evidente… Lavanda.. Quella sa ottenere quello che vuole con poco, basta che ti fa un po’ di moine ed il gioco è fatto!”
“Ho capito.. Beh, almeno chiedile scusa, è il minimo che tu possa fare!” continuò Harry, che si era leggermente calmato. Ron però non rispose, si concentrò invece sulla sua mappa stellare, ancora da terminare.
 
La notte del 31 ottobre arrivò così velocemente, che, quando Hermione Granger si svegliò quella mattina, le sembrò quasi impossibile che un altro mese ad Hogwarts fosse già arrivato al termine. Era una mattina con un po’ di foschia, la casetta di Hagrid con tutta quella nebbia era praticamente invisibile, ma poco importava, dato che Hagrid era stato invitato al banchetto di Halloween.
C’era una grande eccitazione in giro, ma, sfortunatamente, Hermione non era dell’umore per festeggiare. Da quando era successo quello che era successo, si rifiutava di socializzare. La si vedeva più sola che mai, in compagnia di un vecchio libro e nient’altro. Ma a lei stava bene così. A cosa serviva socializzare con persone così subdole e meschine?
‘Me ne starò qui chiusa in camera. Ecco.’ Si disse, decisa a non scendere per la cena.
Passò qualche ora, ore di pura noia. ‘Ahia…Mi fa male la pancia.. quanto vorrei mettere qualcosa sotto i denti…’
La rabbia, la malinconia, il dolore che ormai la accompagnava in ogni dove, poco a poco si attenuarono capendo che non poteva continuare a stare così. ‘E’ Halloween per la miseria!! Penso che ho bisogno anche io di un po’ di svago!!” provò a sorridere, ma  la cosa le risultava molto difficile. Scese nella Sala Comune, asciugandosi strada facendo le lacrime. Non voleva che gli altri la vedessero piangere. In Sala Comune trovò Ron ed Harry, che chiacchieravano animatamente insieme a Fred e George. Quando Harry la vide, le venne incontro. “Hermione! Ehii Hermione!!” la ragazza lo fissò per qualche secondo, agitò la mano timida in segno di saluto e proseguì, verso una poltrona libera. Harry la guardò allontanarsi, dispiaciuto e pieno di sconforto. “Perché non ci vai a parlare tu?” Domandò a Ron, che la fissava con la coda dell’occhio. “Io?? Ma sei impazzito? E’ già arrabbiata a morte con te, figurati se ci parlo io!” Harry sospirò e si abbandonò sul tappeto, accanto a George. Proprio in quel momento, in Sala Comune fecero capolino Calì e Lavanda, tenendosi a braccetto e sghignazzando come al solito. Lavanda colse l’occasione per andare dai due amici. “Ciao ragazzi!!” disse, solare. Harry la ignorò, troppo arrabbiato per dimenticare quello che aveva fatto ad Hermione. “Allora, che state facendo?” domandò Calì, con lo stesso sorriso dell’amica. “Parliamo, di quanto siete insopportabili.” Rispose Fred, offendendo le due ragazze.
“Ma quanto sei simpatico Fred!” esclamò Lavanda, guardandolo malevola.
“Comunque, ehi Ron, stavo ripensando allo scherzo della Granger, non puoi capire quante risate ci siamo fatte! E’ stato epico! Non trovi??” E rise, rise così forte per attirare l’attenzione di Hermione. Ed infatti lei se ne accorse, e si avvicinò di poco per sentirli. “Ehm… Si.. molto divertente…” balbettò Ron, mentre assorbiva uno sguardo di rimprovero da parte di Harry. “Se lo meritava del tutto!”
“Sentite, quello che avete fatto è stato davvero, davvero, davvero…” Harry non finì di terminare la frase, perché vide che Hermione era a pochi passi da loro, e li guardava impietrita, con la malinconia dipinta sul volto. “Ciao Hermione!!” la salutò Calì, con una voce amichevole così falsa che sarebbe stata da sbattere al muro. “Hermione…” Harry provò a dire qualcosa, ma non sapeva cosa. “No no, continuate, non vi preoccupate..” E detto questo, lasciò i ragazzi basiti.
Finalmente arrivò l’ora di cena, Silente fece il suo solito discorso illuminante, e le portate furono servite. Cen’erano così tante che a momenti non entravano nei tavoli.
Harry e Ron si guardarono intorno, di Hermione non c’era traccia. “Neville, dov’è Hermione?” Domandò il Ragazzo Che è Sopravvissuto al suo amico, che si stava servendo del pollo arrosto. “Calì ha detto che prima di cena è andata in bagno a piangere, e non è ancora uscita.”
Harry sospirò. “L’abbiamo ferita davvero…”
“Cosa possiamo fare?” Chiese Ron, che si stava intenerendo leggermente. Harry fece spallucce, mentre si portava alla bocca una patata al forno.
All’improvviso, dalla porta principale entrò il professor Raptor correndo e gridando come un forsennato. “Un troll!! Nei sotterranei!! Un troll!!!!” Gridava, si fermò a metà strada, guardando Silente negli occhi, ansimante. “Io vel’ho detto…” E cadde a terra, svenuto.
Un tuono echeggiò per la Sala Grande e tutti gli studenti cominciarono ad urlare, gettando senza riguardo il cibo che avevano tra le mani ed alzandosi dai loro posti.
C’era una confusione incredibile.
“SILENZIOO!!” Strillò Silente, che si era alzato a sua volta. “Che tutti gli studenti vadano nei loro dormitori, professori, venite con me!” Tutti obbedirono, i prefetti ordinarono i ragazzi per casata, e li portarono ognuno alla propria Sala Comune.
Erano a metà strada, i Grifondoro stavano attraversando un corridoio diretti alle scale, quando Harry afferrò Ron per un braccio. “Cosa c’è? Chiese il rosso. “Hermione! Lei non sa niente!!”Si guardarono terrorizzati, ed insieme corsero verso il bagno delle ragazze, per avvertirla. Malfoy, che era con i Serpeverde accanto a loro, li sentì, e così, senza un motivo ben preciso, si mise al loro inseguimento.
Aveva incominciato a piovere, i lampi illuminavano quegli squarci di corridoio deserti. C’era un silenzio ed un’oscurità inquietanti.
Si arrestarono, avevano sentito dei rimbombi. Troppo possenti per essere definiti passi.
Si nascosero dietro una colonna per vedere chi stesse passando, anche se avevano un presentimento a riguardo. Ed infatti, una figura gigantesca, ricurva e con una clava in mano  stava passando, diretto ad una porta in fondo al corridoio. “Oh no, è entrato nel bagno delle ragazze!!” Disse Harry, in preda alla paura. Lui e Ron si precipitarono, aprirono la porta, giusto in tempo.
Hermione era davanti a quell’essere, lo guardava pietrificata, l’espressione di panico dipinta sul volto. “Hermione spostati!!!” gridò Harry, mentre il troll alzava la clava in aria, pronto a colpire. La ragazza si rifugiò dentro ad uno dei bagni, mentre il mostro scagliava tutta la sua forza contro di essi, distruggendoli e ricoprendo la ragazza di pezzi di legno colorato. Muovendosi velocemente, strisciando sotto tutto quel legno, Hermione si nascose sotto i lavandini, mentre il troll si preparava nuovamente a colpirla, spaccandoli e facendo schizzare l’acqua da tutte le parti.
Harry, senza sapere cosa fare, saltò in groppa al troll, tenendosi per la testa ovale, mentre il mostro si dimenava dalla sua presa. “Fa qualcosa!!” Gridò Hermione a Ron, che aveva tirato fuori la bacchetta. “Cosa??” Chiese lui, confuso ed in preda al panico. “Qualunque cosa!!”
Si schiarì la voce, pronto a pronunciare un incantesimo, ma il troll fu più veloce, lo sbattè con la sua clava contro il muro. “ROON!!” Gridarono Hermione ed Harry all’unisono, mentre una si riparava sotto i resti del lavandino e l’altro era ancora aggrappano al troll.
In quel preciso istante, un ragazzo fece capolino nel bagno, e, con la bacchetta impugnata urlò “Stupeficium!!”
Il troll cadde a terra in un fragoroso rumore, tra polvere, pezzi di legno e acqua.   

   
 
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