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Autore: MatteoFury    19/06/2012    2 recensioni
Tre ragazzi che sfideranno l'equilibrio del loro Mondo
Tre ragazzi che sono gli Araldi del Fato
Odio, Riconciliazione, Altruismo
Da che parte penderà la bilancia?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo III: Arath della Luce
 

In un villaggio nei pressi meridionali della catena montuosa Grande Zanna le cose andavano peggio che a Jartel, essendo la Fortezza vicina a una zona strategica particolarmente importante, se l'esercito Anarchico fosse riuscito a passare per di li avrebbe guadagnato un' importante vittoria e un passaggio strategico verso le altre Fortezze. Gli aiuti promessi dal villaggio vicino stavano tardando, e l'esercito nemico si stava preparando a un attacco in massa, nella parte sottostante le mura della porta Ovest era stato allestito un' ospedale per i fanti messi peggio che non potevano muoversi, ma dato che le donne erano scappate verso i villaggi sicuri erano i fanti stessi a occuparsene, facendo il possibile per i compagni feriti.
Tra questi c'era Arath, un ragazzo di appena diciannove anni, l'età giusta per essere reclutato, un metro e settantacinque con capelli bianchi e occhi verdi. Finora era riuscito a non farsi ammazzare per dei casi fortuiti, e questa era una gran cosa per lui, in quei giorni di assedio aveva visto morire sotto i suoi occhi parecchi amici.. non era una cosa facile, soprattutto se si considera che molti erano amici che conosceva dall' infanzia, ma tirava avanti, lo faceva per rendere onore al loro ricordo, perchè se si fosse arreso i sensi di colpa lo avrebbero distrutto.. loro erano morti per difendere ciò a cui tenevano, lui non poteva essere da meno.
Adesso però era intento a tirare fuori dalla gamba una freccia che aveva colpito un ragazzo biondo, che non doveva avere più di ventidue anni, la freccia gli aveva mancato per poco l'osso e aveva trapassato la carne con facilità conficcandosi dentro, ora doveva spezzarla per sfilarla senza complicazioni, mentre l'altro a ogni movimento del ragazzo sussultava e gridava più forte.. faceva venire la pelle d'oca.

"Stai calmo.. dannazione dategli qualcosa da mordere!"

Esclamò stizzito Arath in direzione di un altro fante, che velocemente prese un pezzo di carne cruda al ragazzo, che fu lesto a far mordere al fante ferito, in modo che non si mordesse la lingua per il dolore, non voleva certo farlo morire dissanguato, accanto aveva pronti un panno caldo e umido, l'avevano riscaldato mettendolo dentro il pentolone dove di solito cucinavano la carne riempito d'acqua, ormai il panno era tiepido, l'ideale per metterlo sopra la ferita e tamponare il sangue, non avevano di meglio dopotutto.

"Bene... adesso appena senti male mordi con forza il pezzo di carne d'accordo?"

Detto ciò portò la mano sinistra sulla metà della freccia, spezzandola di netto, per poi strapparla letteralmente via attraverso la ferita, in modo che non rimanessero schegge, subito iniziò a sanguinare, così tamponò velocemente con il panno umido e pulito sulla ferita, il fante sembrò trarre un sospiro di sollievo, poi Arath fu richiamato dal Vice-capitano che gli fece cenno di avvicinarsi, cosa che fece lasciando il ferito nelle mani del fante che in precedenza gli aveva passato il "Morso", avanzando con passo tranquillo, l'armatura leggera che sferragliava a ogni movimento.

"Sei stato bravo.. hai avuto qualche insegnamento nel campo medico ragazzo?"

Chiese complimentandosi dell' operazione con la freccia appena effettuata, in effetti era un' operazione rischiosa se non sapevi come eseguirla con competenza, le schegge potevano restare conficcate nella gamba e provocare oltre al dolore anche sgradite complicazioni nella ferita e nell' abilità motoria, non era una cosa che facevi a cuor leggero, potevi seriamente rischiare di compromettere la vita della persona, anche dopo molti anni.

"Mia madre mi ha dato alcune nozioni, ho sempre avuto una certa abilità nel curare gli altri, anche se non avevo mai praticato in maniera effettiva.. Signore."

Disse chinando un po' il capo imbarazzato, per poi aggiungere velocemente l'appellativo, a cui il Vice-Capitano fece una smorfia muovendo la mano come se quell' ultima parte fosse inutile, o ancora peggio, non voluta. Gli sfuggì un sorriso spontaneo, e l'altro gli diede una pacca sulla spalliera destra ricambiando il sorriso, per poi girarsi verso il Capitano che stava facendo segno di tornare sulle mura.. sembrava anche parecchio preoccupato, sul suo volto si leggeva quasi il terrore.

"Beh.. meglio che ti sbrighi a tornare alla tua postazione.. credo che qui stia per succedere qualcosa di grosso.. Svelti voi! Tutti sulle mura forza!"

Gridò infine il Capitano in direzione degli arcieri e dei fanti che dovevano proteggerli, Arath non perse tempo, sfoderò la sua spada e preparò lo scudo assicurandolo bene al braccio, per poi salire e posizionarsi davanti all' arciere che doveva coprire, per poi guardare con orrore ciò che il nemico aveva portato davanti alle mura. Era più grande di qualsiasi catapulta avesse mai visto, avrebbe potuto buttare giù le mura con un solo, unico colpo bene indirizzato, coloro che facevano funzionare la macchina erano coperti da cinque scudi rettangolari ognuno, non c'era possibilità per una freccia di superare una testuggine del genere.
Un tremito attraversò i difensori quando, in groppa a un cavallo nero, quello che doveva essere il generale nemico iniziò a muoversi avanti e indietro con il suo destriero, una sorta di cupola grigia, quasi impercettibile lo copriva, poi prese a parlare, e Arath sussultò come metà dei difensori strabiliati.

" Vi siete difesi bene fino ad adesso, ma è tempo per voi di arrendersi, o di morire senza nessun tipo di Onore, se non quello di essere sventrati dal più forte sul campo di battaglia. Arrendetevi e diventerete semplici schiavi, combattete e morirete nel modo peggiore."

la voce era quella di un ragazzo, Arath non avrebbe saputo valutarne l'età, ma difficilmente sarebbe stato più grande di lui, forse solo per un paio di anni, i difensori però sembravano non vedere quella sorta di aura grigia, e la prospettiva di poter uccidere il generale nemico serpeggiò tra gli arcieri, che all' ordine del Capitano scaricarono un torrente di frecce sul bersaglio, il quale sembrò venire colpito dalla maggior parte di esse.. per poi risultare indenne subito dopo, attorno a lui cinquanta frecce puntellavano il terreno, neppure una aveva sfiorato il Generale nemico.
E fu il Caos, la catapulta gigante lanciò un masso infuocato contro le mura, solo i più fortunati vicini alle scale riuscirono a correre via dal pericolo, gli altri vennero investiti da un esplosione non appena il masso colpì le mura, scaraventando i difensori ad almeno cinque metri di distanza.. e Arath non era tra i fortunati.
Si alzò a fatica, la testa che sembrava pesante come il piombo, il petto che gli faceva male e le orecchie che fischiavano, ovunque guardava i nemici si gettavano sui soldati, molti ancora scombussolati, l'apertura nelle mura era abbastanza larga che in nemici entravano come un fiume in piena, urlando e uccidendo chiunque fosse sulla loro strada. Prese velocemente la spada, ignorando una ferita sul fianco destro, non molto profonda ma decisamente brutta per via del fuoco propagato dall' esplosione, buttando via lo scudo inutilizzabile e scavalcando uno dei tanti cadaveri mentre correva, era in Vice-Capitano.
Dietro di lui per quanto le orecchie gli fischiassero poteva sentire il respiro affannato e il passo veloce di qualcuno che gli correva dietro, ma non stette a girarsi per guardare se era amico o nemico, doveva solo allontanarsi il più velocemente possibile da li, o sarebbe stato ucciso come gli altri. Doveva avvertire le altre Fortezze, non dovevano essere prese alla sprovvista.. maledizione!
Era quasi arrivato in una piccola foresta che percorreva le pendici della Catena Montuosa, quando mise un piede in fallo e cadde rovinosamente a terra, dietro di lui il nemico rallentò la corsa, sicuramente si sentiva la vittoria già in tasca contro un povero ragazzino spaventato. Quando quello alzò la lama gli venne istintivo, alzò la mano sinistra verso di lui come per bloccare inutilmente il colpo, che però non arrivò mai.
Un lampo bianco, l'urlo di dolore del soldato nemico.. poi il silenzio, solo Arath e il suo respiro frenetico, che guardava incredulo ciò che aveva fatto: il nemico era stato sbalzato indietro di due metri, l'elmo era saltato via per il colpo, e con sgomento potè vedere che il corpo fumava, terribilmente ustionato.. ed era stato lui a farlo.
Si rialzò guardandosi le mani e aspettandosi di vederle bruciate, ma nè la destra nè la sinistra erano nemmeno lontanamente bruciate, solo accaldate per il sudore, raccolse la spada da terra, poi iniziò a correre nella foresta in direzione della Fortezza più vicina, non c'era un attimo da perdere, i nemici avrebbero ripreso presto l'avanzata anche se avrebbero dovuto crearsi un varco nella vegetazione per quella loro catapulta.. e doveva anche scoprire come aveva fatto.. cosa aveva fatto.
Aveva paura.

  
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