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Autore: smarties89    19/06/2012    5 recensioni
“Nella vita puoi avere un numero illimitato di seconde possibilità. Alla fine però le esaurisci. Con il senno di poi, sono stato molto fortunato, così ho deciso di non sfidare più la sorte. (…) Ogni giorno sono contento di aver trovato la forza di prendere la strada giusta.” (Slash)
CONTINUAZIONE DI 'SAVE ME'
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Per vostra (s)fortuna sono tornata con il seguito di Save me!!! Dunque, alcune piccole note...mentre nella storia precedente i punti di vista si alternavano, qui la vicenda sarà raccontata esclusivamente dal punto di vista di Sophia. Inoltre, il corso delle vicende segue l'autobiografia di Slash, da cui mi sono liberamente ispirata. Non so con quanta frequenza riuscirò ad aggiornare questa storia perchè, a differenza delle altre che ho pubblicato, ho pochissimi capitoli pronti...spero che l'ispirazione mi assista!!! :)

 Grazie in anticipo a tutti coloro che avranno la voglia e la pazienza di sopportarmi in questa nuova follia :D 

 

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Los Angeles, settembre 2001

  

  

Saaaaaaaaaaaul, ma ti vuoi muovere??? Faremo tardi, accidenti!!!”

 

Ci sono quasi, amore...arrivo!!”

 

Quante volte me lo ha detto nell'ultima mezz'ora che c'è quasi??? Quel ragazzo a volte è impossibile...ragazzo, va beh...forse una volta. Però nei suoi 36 anni è ancora uno splendore!!! Sono io che lo mantengo giovane, grazie ai miei 5 anni in meno!!

 

Eccomi, piccola...sono pronto!”

 

Finalmente era uscito dal bagno.

 

Saul, lo sai che perderemo l'aereo, vero?”

 

Dai Sophia, non ti agitare...vedrai che ce la faremo!”

 

Dovevamo andare a New York: Slash era stato scelto per suonare al quarantesimo compleanno di Michael Jackson, al Madison Square Garden: lo spettacolo ci sarebbe stato 4 giorni dopo, ma almeno avrebbe avuto il tempo per fare le prove.

Era la sua prima esibizione da dopo l'operazione ed era nervoso, lo vedevo.

 

Senti, è meglio che mi porti dietro uno stetoscopio? Sei agitato...” proposi.

 

Amore, il mio cuore reggerà!”

 

Non lo metto in dubbio...ma non si sa mai...va beh, io me lo metto in borsa, non costa nulla!”

 

Come sei professionale! E comunque fammi toccare le palle per scaramanzia!” mi fece una linguaccia a cui risposi con un finissimo dito medio.

 

Fossi davvero professionale non avrei preso una settimana di ferie dall'ospedale per accompagnarti a un pallosissimo party!”

 

Sarà la nostra prima uscita ufficiale insieme! Foto, paparazzi, interviste!”

 

Appunto, Saul, appunto...”

 

Sentimmo il clacson di un'auto.

 

E' arrivata la macchina, andiamo!”

 

Dopo aver caricato le nostre valigie, andammo all'aeroporto; continuavo a guardare l'orologio e mi sentii stringere una mano.

 

Ti vuoi calmare?”

 

Scusami è che...se perdiamo l'aereo è un pasticcio...”

 

Piccola, sono io che devo suonare, quindi dovrei essere io quello preoccupato...non tu...dai vieni qui...”

 

Mi strinse a sé e sentii subito le sue labbra carnose che si appoggiavano alle mie. Nonostante fosse ormai un anno che vivevamo insieme, quel contatto mi causava ancora le farfalle nello stomaco come una ragazzina.

Passammo il viaggio a sbaciucchiarci e accarezzarsi e, prima che la cosa degenerasse, arrivammo all'aeroporto.

 

Non fossimo in ritardo chiederei all'autista di fare ancora il giro dell'isolato” disse ammiccando il chitarrista, scatenando una mia risata.

 

Le nostre valigie furono caricate su un carrello e ci dirigemmo a fare il check-in; lì c'era già il manager di Slash, Frank, che ci aspettava.

 

Riccio dei miei stivali sei in ritardo!”

 

Manager del mio cazzo, non è colpa mia se ho una fidanzata sempre in ritardo!”

 

Storsi il naso a quella sua affermazione e gli diedi un pugno su un braccio.

 

Che forza, piccola!” mi prese in giro, guadagnandosi un mio dito medio, il secondo nel giro di un'ora.

 

Dai forza facciamo questo maledetto check-in e andiamo!” disse Frank.

 

Dopo aver attraversato tutti i metal detector necessari, riuscimmo finalmente a salire sull'aereo. Eravamo ovviamente in prima classe: poltrone comodissime ed enormi, hostess che ti servivano tutto ciò che volevi...nonostante vivessi con Slash in una delle ville più grandi del nostro ricchissimo quartiere, non mi ero ancora abituata a tutto quello sfarzo. Mi sembrava impossibile che me lo potessi permettere, nonostante il mio stipendio da medico non fosse mai stato da buttare via, anzi!

Sprofondai in una poltrona; sentii solo più nel dormiveglia Slash che mi prendeva la mano. Poi crollai addormentata. 

  
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