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Autore: Matt2291    20/06/2012    1 recensioni
Una storia in cui Naruto e Sasuke, ormai ultraventenni, decidono di prendere le redini della loro vita e andare a vivere per conto proprio; per meglio dire insieme, come coinquilini ^^
Scopriremo che la quotidianità da affrontare è più difficile di quanto si crede per due ragazzi alle prime armi con la loro vita autonoma!
Tra introspezioni di vita e risate a tutto spiano, scopriremo che convivere è davvero un'avventura!
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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***

 

- Il pareggio mi sembra il risultato più giusto.

- Dico solo che avete il solito culo. Boriello un goal così non lo rifarà più.

- La fortuna premia gli audaci. Lui ci ha creduto e l’ha messa.

- Vero, comunque, secondo me, meritavamo più noi.

- Secondo me siamo in ritardo per il film.

- Noo, il film! Che ore sono?

- Le 17:30. Manca mezz’ora, ma non ce la faremo mai. Siamo anche senza macchina e sui mezzi c’è un casino assurdo.

- Lo sapevo!

- Quindi?

- Cosa?

- Come si fa per il film? A me poi è passata anche la voglia.

- No, io ci vado! Mi sembra brutto paccarli ancora, anzi non me ne fotte più di tanto, ma il film mi interessa parecchio.

- Allora ci vediamo a casa stasera!

- Ok! A proposito, Sas’ke, prestami 20 euro.

- Che bello che sei!

- Sono senza una lira, anzi, sono talmente alla canna del gas che se mi accendo una sigaretta scoppio.

- Se tu sei alla canna io sono al contatore del gas, quindi scordati che io ti presti i soldi.

- Ma vedi come sei! Scusa, io mi offro di andare da quei due, ti paro il culo, non ti faccio fare brutte figure e tu mi neghi un piccolo aiuto? Bell’amico!

- Ma chi te lo ha chiesto! E poi anche a cosa ti servono?

- Devo prendere un taxi se voglio arrivare in tempo.

- Naruto, anche volendo, non posso darti 20 euro perché sono veramente stirato.

- Quanto c’hai in tasca?

- Ho le tasche, e tu?

- Mia madre me le ha cucite!

- Vieni a casa con me?

- No, senti, io ci provo lo stesso con i mezzi. Se arrivo tardi poi me ne torno  indietro.

- Va bene, salutami Ino e Sai, se li vedi!

- Spero di no!

 

- Oh, sei tornato?

- Tu che dici? O sono io oppure qualcuno che mi somiglia tantissimo.

- Se non sei tu ti trovo veramente bene.

- Io invece sono certo che sei tu.

- Perché?

- E dove lo trovo un altro con un cervello così latitante?

- Ah, oggi si regala simpatia! Cos’è, periodo di saldi?

- Tu prova a farmi domande sensate e vedrai che io la smetto di risponderti male! E poi vorrei vedere te al posto mio.

- Perché?

- Perché! Per arrivare al cinema ho fatto veramente i numeri, altro che La corsa più pazza del mondo! Salgo sul tram, faccio due fermate, poi sale il controllore.

- Il controllore sul pullman che parte dallo stadio?

- Infatti! Pura fantascienza! Appena è salito hanno iniziato tutti a insultarlo e, quando si sono porte, lo hanno spinto giù. Indovina chi è lo sfigato a cui si è aggrappato e che si è tirato dietro mentre scendeva?

- Sto già ridendo!

- Non ti conviene perché per il verbale gli ho dato i tuoi dati.

- Sei una merda!

- È vero! Ma non è finita! Prendo un taxi al volo e gli chiedo di fermarsi davanti a un Bancomat per prelevare. Scendo, infilo la tessera, digito il codice e sul terminale appare la scritta : “Da prelevare ti è rimasto solo il sangue”!

- Noo, che pacco!

- Risalgo sul taxi, altro sportello, solita menata, alla fine riesco a prelevare, faccio un paio di round con il mio estratto conto e finalmente arrivo al cinema.

- Eri ancora in orario?

- Mancavano cinque minuti. Entro ma non trovo Ino e Sai. Allora vado alla cassa per acquistare un biglietto ma non ce ne sono perché la serata è a inviti. Provo a vedere se conosco qualcuno che mi possa far entrare ma non se ne parla: alla fine il tipo che strappava i biglietti mi ha visto sudato e solo nell’atrio e mi ha fatto entrare lo stesso. Devo avergli fatto tenerezza!

- E il film com’era?

Mi è abbastanza piaciuto. Una storia gradevole, una regia interessante e due attori che sono dei fenomeni. Li avevo già visti in altri film ma ribadisco la mia massima stima nei loro confronti.

- Quindi li conosci bene?

- Chiaro! Benigni è un personaggio storico e non ha bisogno di presentazioni. Penelope Cruz inizia la sua carriera artistica in televisione. Il debutto cinematografico avviene con il film Prosciutto, Prosciutto. Del 1993 è il suo primo film italiano, La ribelle. Tra un film e l'altro, continua a studiare teatro nella scuola di arte drammatica di Cristina Rota, studio che continua anche nelle città di New York e Londra.

- E io che ho sempre pensato che sulle spalle avessi un soprammobile.

- Però adesso ti prego, basta parlare! La mia immensa cultura a volte mi fa avere paura di me stesso. Chiama la mia servitù e dille di prepararmi il letto, perché mi duole la testa e le mie membra sono assai affaticate. Perdonami, ma vado a ritirarmi nelle mie stanze.

- Piccolo Buddha, scendi un attimo dal piedistallo e torna tra noi umani. Piuttosto, Ino e Sai alla fine li hai beccati?

- Macché! All’uscita ho provato a vedere se li incrociavo ma niente. E tu invece che hai fatto?

- Seratone Playstation. Shino mi ha prestato il calcio masterizzato.

- Ancora con ‘sti giochi pacco!

- Guarda che sono uguali agli originali.

- Ti ricordi l’ultima volta che ho giocato a fifa 2000 masterizzato cosa mi è successo, vero?

- Cosa?

- Ti rinfresco la memoria. Calcio d’inizio, parte l’azione, un giocatore tira, la palla esce dallo schermo e colpisce mio padre. A quel punto suona il citofono e io vado a rispondere.

- Chi era?

- Cannavaro che mi diceva: ‘Capo, c’ho putit ‘ra u pallon ja, p’ ppiacer!

- Ma smettila!

- Sei tu che la devi smettere! Mi spieghi che gusto ci trovi a restare impalato ore e ore davanti alla tv a giocare?

- Ognuno si diverte come vuole.

- Verissimo, però magari guardarti un po’ intorno non ti farebbe male.

- Guarda che io una mamma e un papà a cui rendere conto ce li ho già per cui sei pregato di farti un piatto di cazzi tuoi.

- Nessun problema.

- Meglio così.

- Buonanotte.

- Buonanotte.

 

 

Vuoi vivere da solo? Che problema c’è! Ti trovi un lavoro ed è fatta.

Come scelta di vita, noi avevamo scartato questa ipotesi perché non ci piace fare quello che fanno gli altri. D’altronde si sa, i veri alternativi sono quelli che si distinguono dalla massa! Non fa una piega… anzi ne fa una, quella del cuscino che ti tagli la faccia in due quando ti svegli a mezzogiorno e che ti ricorda che dovresti almeno sentirti in colpa, ma tu niente!

Abbiamo cercato delle valide alternative al lavoro, ma non ci è andata molto bene. Siamo anche arrivati vicini a ottenere la pensione di accompagnamento e per farlo è bastato mostrare la faccia di Sas’ke allo sportellista., ma sul rush finale ci ha fregato Moratti che l’ha ottenuta senza neanche presentare la domanda.

Se ci siamo avvicinati tardi alla vita lavorativa, però, la colpa è delle nostre brillanti carriere scolastiche.

Naruto, anni ventiquattro, ex studente di Lettere e Filosofia, scelta di ripiego dopo non aver passato il test a Medicina.

Nei primi quattro anni di università si mette in luce per la sua bravura nelle attività parauniversitarie, e cioè tutto ciò che con lo studio non c’entra praticamente nulla! Come nel film L’attimo fuggente, anche lui ha un suo circolo che non è dei Poeti Estinti ma bensì dei Gighelli Spenti, specializzati nell’analizzare scientificamente per quale motivo lo spinello sottovento si consumi prima. Il suo gruppo, per un periodo, si interessa ai libri, ma presto intuisce che vanno anche letti e molla di colpo.

Proprio mentre la sua voglia di studiare lo sta spingendo a dare ben due esami in un anno solo, riceve la chiamata e va a fare il servizio civile. Il suo compito è portare i dializzati all’ospedale per una terapia e poi riportarli a casa.

“Buongiorno, Uzumaki, sei in ritardo di dieci minuti.”

“Mi scusi, ha ragione signor…”

“Comandante, prego.”

“Coma che? Non pensavo fossimo al militare.”

“Ci siamo alzati allegri stamane! Comunque oggi fai il solito giro: la mattina la zona Sud di Milano e il pomeriggio quella Sudovest. Domande?”

“Nessuna. Volevo segnalarle che alla macchina andrebbero rifatti i freni.”

“Perché?”

“Sono consumati.”

“E chi lo ha detto?”

“Nessuno, solo che ogni volta che freno sulle quattro ruote si accendono dei falò.”

“Allora fai così: finisci il giro e questa sera riporta la macchina in sede e la lasci dal nostro meccanico.”

“Grazie! Se per caso oggi dovessi morire per aver frenato a uno stop, siccome dovevo passare in posta a pagare la luce, potrebbe avvisare lei mia madre che non ho potuto farlo?

“Ma certo, Uzumaki. Per qualsiasi cosa ci sono qua io, vai pure tranquillo.”

“Grazie mille! Se non ci fosse lei…”

Che gran brava persona quel signore… ops… comandante.

 

“Uzumaki, qui è la sede, mi senti?”

“Sì, ditemi pure.”

“Dove ti trovi?”

“Sono in chiesa.”

“A fare cosa?”

“Ho acceso un cero alla Madonna perché oggi ho frenato già una decina di volte e non sono ancora morto.”

“Cosa?”

“Niente, cose mie.”

“A che ora smonti?”

“Alle 16, perché?”

“Devi andare a Como a ritirare una sacca di sangue.”

“Ma tra dieci minuti finisco il mio turno.”

“Senti, Uzumaki, io non c’entro nulla. Se ti devi lamentare fallo con il comandante.”

“Va bene, allora passamelo.”

“Non c’è!”

“Dov’è?”

“È andato a fare i freni alla sua macchina!”

L’obiettore di coscienza, una valida alternativa al servizio militare, la possibilità di rendersi utili e… per qualsiasi cosa rivolgersi al comandante. Se non è in sede, lo potete trovare o in officina o in ferie.

“Ma qui risulta che è in servizio. Chi lo ha segnato presente?”

“Quante domande!”

 

 

Sasuke, anni venticinque, si iscrive a Lingue e letterature straniere moderne dopo aver fatto ragioneria alle scuole medie superiori. Era la sua scuola! Dargli in mano la contabilità di una azienda? Altro che crack della Parmalat! Chiaramente all’università non si iscrive a Economia e commercio, bensì a Lingue; riesce a dare la bellezza di 18 esami ma, proprio mentre pensa all’argomento della laurea, si dimentica di fare il rinvio per il servizio di leva e si ritrova in caserma, con i capelli corti,  la divisa verde e la sveglia alle 6:30, tutte le mattine.

“Se fai il militare, torni che sei maturato!” … Se qualcuno di voi dovesse conoscere il primo che ha pronunciato questa frase è pregato di segnalarlo al sito www.devistarezitto.it: c’è una lista di persone pronta a fargli fare da casa sua alla caserma più vicina non al passo del leopardo bensì a calci nel culo ripetendo nel mentre “Signorsì!”.

Il militare! Cioè?

La chiamata. Cioè?

La chiamata alle armi. E chi è che ti chiama?

Lo Stato. E chi glielo ha dato il mio numero?

Ma se tu non hai voglia di rispondere? Non puoi dire che non ci sei, che ti hanno staccato il telefono, che una calamità naturale ha cancellato i nomi delle vie e tutti i numeri civici per cui tu non sarai mai raggiungibile da questa chiamata? … Mi sa proprio di no! Uffa!

Loro ti chiamano e tu rispondi!

Non cercare una alternativa perché non c’è! Al massimo puoi sperare di avere qualche malattia!

“Perché sei qui?”

“Forse ho un’infiammazione prostatica. Speriamo, così me ne vado a casa. E tu?”

“dicono che ho un soffio al cuore perché sento sempre male al petto dopo aver fatto qualche sforzo. Guarda, lo spero proprio!”

Ospedale militare! Pronuncia questa parola e vedrai che anche Viso Pallido impallidirà. È l’unico posto dove ti mettono un pigiama da carcerato, ti visitano accuratamente per 5-7 secondi e ti riformano solo a patto che tu sia sano: se hai qualcosa, abile e arruolato.

Al militare non sei più tu, non ti chiami più Sasuke Uchiha: sei il soldato semplice S.U. del 3° reggimento, 4a compagnia, II battaglione, 3° corpo d’armata… per chi chiama in orario pasti… se non ci trovate lasciate pure un messaggio dopo lo squillo di tromba.

Non ti sveglia più la mamma con il profumo di caffè! Alle 6:30 in piedi, ti vesti, ti radi e via a fare una sana e robusta colazione a base di “ipotesi di latte e caffè” e “supposizione di biscotti”. Alle 8:00 c’è l’alzabandiera e poi inizia la giornata.

Ancora non sai cosa ti aspetterà ma ti conviene farlo se non vuoi essere punito.

Le punizioni? Un corso di clownerie fa meno ridere.

1.    Piantonare i bagni: negli ultimi anni i water spesso si sono visti preferire le turche e, non potendo accettare questo affronto, hanno tentato più volte la fuga. Alcuni ce l’hanno fatta, altri li ha ritrovati la Carrà, altri ancora si sono sfogati con il piantone e hanno deciso di restare.

2.    Piantone androne-camerata: mentre gli altri dormono tu li controlli. Coccoli quelli che fanno fatica ad addormentarsi, sgridi quelli che russano e rimbocchi le coperte ai più freddolosi.

3.    Vettovagliamento: ti mettono in mensa a lavare degli oggetti che sembrano pentole, ma che in realtà sono dei container di 5 metri per 5. Io sono stato fortunato perché dentro ci ho trovato un soldato che era lì in punizione dall’82 per aver esultato troppo platealmente quando l’Italia ha vinto i Mondiali… almeno non ho sofferto di solitudine!

Il resto della giornata andrebbe dedicato alla preparazione del soldato con addestramento fisico, lezioni di strategia e studio delle armi e delle tecniche, ma nulla di questo si fa per ragioni più che valide:

1.    Prima di addestrare il soldato va restaurata la caserma e serve manovalanza. Perché spendere soldi quando i soldati possono farlo senza poter chiedere un compenso?

2.    Per potersi dedicare anima e corpo alla truppa gli ufficiali devono prima passare ore intere al circolo, dove li costringono ad abbuffarsi e a non pagare nulla; che vita ingiusta! Pensate invece a quanto sono fortunati i soldati che fanno la fila alla mensa illudendosi di mangiare (la roba cercatela nei bauli delle macchine dei marescialli… quasi tutti…).

3.    Per spiegare al soldato come si usa un’arma, bisognerebbe possederne una che per lo meno ci assomigli! Fino a qualche anno fa nelle caserme per le esercitazioni, si usavano i Garant del periodo dei Flintstones, che si caricavano a scelta, nel senso che il militare poteva scegliere di rompersi o no la mano mentre tentava di caricare.

Invece cosa si fa? Si marcia e ci si inventa un modo per passare il tempo. E se lo si passasse a vivere realmente?

Vuoi prenderti un anno della mia vita? … Chiedermelo prima?

  
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