***
- Il
pareggio mi sembra il risultato più giusto.
- Dico
solo che avete il solito culo. Boriello un goal così non lo rifarà più.
- La
fortuna premia gli audaci. Lui ci ha creduto e l’ha messa.
- Vero,
comunque, secondo me, meritavamo più noi.
- Secondo
me siamo in ritardo per il film.
- Noo, il
film! Che ore sono?
- Le
17:30. Manca mezz’ora, ma non ce la faremo mai. Siamo anche senza macchina e
sui mezzi c’è un casino assurdo.
- Lo
sapevo!
- Quindi?
- Cosa?
- Come si
fa per il film? A me poi è passata anche la voglia.
- No, io
ci vado! Mi sembra brutto paccarli ancora, anzi non me ne fotte più di tanto,
ma il film mi interessa parecchio.
- Allora
ci vediamo a casa stasera!
- Ok! A
proposito, Sas’ke, prestami 20 euro.
- Che
bello che sei!
- Sono senza
una lira, anzi, sono talmente alla canna del gas che se mi accendo una
sigaretta scoppio.
- Se tu
sei alla canna io sono al contatore del gas, quindi scordati che io ti presti i
soldi.
- Ma vedi
come sei! Scusa, io mi offro di andare da quei due, ti paro il culo, non ti
faccio fare brutte figure e tu mi neghi un piccolo aiuto? Bell’amico!
- Ma chi
te lo ha chiesto! E poi anche a cosa ti servono?
- Devo
prendere un taxi se voglio arrivare in tempo.
- Naruto,
anche volendo, non posso darti 20 euro perché sono veramente stirato.
- Quanto
c’hai in tasca?
- Ho le
tasche, e tu?
- Mia
madre me le ha cucite!
- Vieni a
casa con me?
- No,
senti, io ci provo lo stesso con i mezzi. Se arrivo tardi poi me ne torno indietro.
- Va
bene, salutami Ino e Sai, se li vedi!
- Spero
di no!
- Oh, sei
tornato?
- Tu che
dici? O sono io oppure qualcuno che mi somiglia tantissimo.
- Se non
sei tu ti trovo veramente bene.
- Io
invece sono certo che sei tu.
- Perché?
- E dove
lo trovo un altro con un cervello così latitante?
- Ah, oggi
si regala simpatia! Cos’è, periodo di saldi?
- Tu
prova a farmi domande sensate e vedrai che io la smetto di risponderti male! E
poi vorrei vedere te al posto mio.
- Perché?
- Perché!
Per arrivare al cinema ho fatto veramente i numeri, altro che La corsa più pazza del mondo! Salgo sul
tram, faccio due fermate, poi sale il controllore.
- Il
controllore sul pullman che parte dallo stadio?
-
Infatti! Pura fantascienza! Appena è salito hanno iniziato tutti a insultarlo
e, quando si sono porte, lo hanno spinto giù. Indovina chi è lo sfigato a cui
si è aggrappato e che si è tirato dietro mentre scendeva?
- Sto già
ridendo!
- Non ti
conviene perché per il verbale gli ho dato i tuoi dati.
- Sei una
merda!
- È vero!
Ma non è finita! Prendo un taxi al volo e gli chiedo di fermarsi davanti a un
Bancomat per prelevare. Scendo, infilo la tessera, digito il codice e sul
terminale appare la scritta : “Da prelevare ti è rimasto solo il sangue”!
- Noo,
che pacco!
- Risalgo
sul taxi, altro sportello, solita menata, alla fine riesco a prelevare, faccio
un paio di round con il mio estratto conto e finalmente arrivo al cinema.
- Eri
ancora in orario?
-
Mancavano cinque minuti. Entro ma non trovo Ino e Sai. Allora vado alla cassa
per acquistare un biglietto ma non ce ne sono perché la serata è a inviti.
Provo a vedere se conosco qualcuno che mi possa far entrare ma non se ne parla:
alla fine il tipo che strappava i biglietti mi ha visto sudato e solo
nell’atrio e mi ha fatto entrare lo stesso. Devo avergli fatto tenerezza!
- E il
film com’era?
Mi è
abbastanza piaciuto. Una storia gradevole, una regia interessante e due attori
che sono dei fenomeni. Li avevo già visti in altri film ma ribadisco la mia
massima stima nei loro confronti.
- Quindi
li conosci bene?
- Chiaro!
Benigni è un personaggio storico e non ha bisogno di presentazioni. Penelope
Cruz inizia la sua carriera artistica in televisione. Il debutto
cinematografico avviene con il film Prosciutto, Prosciutto. Del 1993 è
il suo primo film italiano, La ribelle.
Tra un film e l'altro, continua a studiare teatro nella scuola di arte
drammatica di Cristina Rota, studio che continua anche nelle città di New York
e Londra.
- E io
che ho sempre pensato che sulle spalle avessi un soprammobile.
- Però
adesso ti prego, basta parlare! La mia immensa cultura a volte mi fa avere
paura di me stesso. Chiama la mia servitù e dille di prepararmi il letto,
perché mi duole la testa e le mie membra sono assai affaticate. Perdonami, ma
vado a ritirarmi nelle mie stanze.
- Piccolo
Buddha, scendi un attimo dal piedistallo e torna tra noi umani. Piuttosto, Ino
e Sai alla fine li hai beccati?
- Macché!
All’uscita ho provato a vedere se li incrociavo ma niente. E tu invece che hai
fatto?
-
Seratone Playstation. Shino mi ha prestato il calcio masterizzato.
- Ancora
con ‘sti giochi pacco!
- Guarda
che sono uguali agli originali.
- Ti
ricordi l’ultima volta che ho giocato a fifa 2000 masterizzato cosa mi è
successo, vero?
- Cosa?
- Ti
rinfresco la memoria. Calcio d’inizio, parte l’azione, un giocatore tira, la
palla esce dallo schermo e colpisce mio padre. A quel punto suona il citofono e
io vado a rispondere.
- Chi
era?
-
Cannavaro che mi diceva: ‘Capo, c’ho putit ‘ra u pallon ja, p’ ppiacer!
- Ma
smettila!
- Sei tu
che la devi smettere! Mi spieghi che gusto ci trovi a restare impalato ore e
ore davanti alla tv a giocare?
- Ognuno
si diverte come vuole.
-
Verissimo, però magari guardarti un po’ intorno non ti farebbe male.
- Guarda
che io una mamma e un papà a cui rendere conto ce li ho già per cui sei pregato
di farti un piatto di cazzi tuoi.
- Nessun
problema.
- Meglio
così.
-
Buonanotte.
-
Buonanotte.
Vuoi
vivere da solo? Che problema c’è! Ti trovi un lavoro ed è fatta.
Come
scelta di vita, noi avevamo scartato questa ipotesi perché non ci piace fare quello
che fanno gli altri. D’altronde si sa, i veri alternativi sono quelli che si
distinguono dalla massa! Non fa una piega… anzi ne fa una, quella del cuscino
che ti tagli la faccia in due quando ti svegli a mezzogiorno e che ti ricorda
che dovresti almeno sentirti in colpa, ma tu niente!
Abbiamo
cercato delle valide alternative al lavoro, ma non ci è andata molto bene.
Siamo anche arrivati vicini a ottenere la pensione di accompagnamento e per
farlo è bastato mostrare la faccia di Sas’ke allo sportellista., ma sul rush
finale ci ha fregato Moratti che l’ha ottenuta senza neanche presentare la
domanda.
Se ci
siamo avvicinati tardi alla vita lavorativa, però, la colpa è delle nostre
brillanti carriere scolastiche.
Naruto,
anni ventiquattro, ex studente di Lettere e Filosofia, scelta di ripiego dopo
non aver passato il test a Medicina.
Nei primi
quattro anni di università si mette in luce per la sua bravura nelle attività
parauniversitarie, e cioè tutto ciò che con lo studio non c’entra praticamente
nulla! Come nel film L’attimo fuggente, anche
lui ha un suo circolo che non è dei Poeti Estinti ma bensì dei Gighelli Spenti,
specializzati nell’analizzare scientificamente per quale motivo lo spinello sottovento
si consumi prima. Il suo gruppo, per un periodo, si interessa ai libri, ma
presto intuisce che vanno anche letti e molla di colpo.
Proprio
mentre la sua voglia di studiare lo sta spingendo a dare ben due esami in un
anno solo, riceve la chiamata e va a fare il servizio civile. Il suo compito è
portare i dializzati all’ospedale per una terapia e poi riportarli a casa.
“Buongiorno,
Uzumaki, sei in ritardo di dieci minuti.”
“Mi
scusi, ha ragione signor…”
“Comandante,
prego.”
“Coma
che? Non pensavo fossimo al militare.”
“Ci siamo
alzati allegri stamane! Comunque oggi fai il solito giro: la mattina la zona
Sud di Milano e il pomeriggio quella Sudovest. Domande?”
“Nessuna.
Volevo segnalarle che alla macchina andrebbero rifatti i freni.”
“Perché?”
“Sono
consumati.”
“E chi lo
ha detto?”
“Nessuno,
solo che ogni volta che freno sulle quattro ruote si accendono dei falò.”
“Allora
fai così: finisci il giro e questa sera riporta la macchina in sede e la lasci
dal nostro meccanico.”
“Grazie!
Se per caso oggi dovessi morire per aver frenato a uno stop, siccome dovevo
passare in posta a pagare la luce, potrebbe avvisare lei mia madre che non ho
potuto farlo?
“Ma
certo, Uzumaki. Per qualsiasi cosa ci sono qua io, vai pure tranquillo.”
“Grazie
mille! Se non ci fosse lei…”
Che gran
brava persona quel signore… ops… comandante.
“Uzumaki,
qui è la sede, mi senti?”
“Sì,
ditemi pure.”
“Dove ti
trovi?”
“Sono in
chiesa.”
“A fare
cosa?”
“Ho
acceso un cero alla Madonna perché oggi ho frenato già una decina di volte e
non sono ancora morto.”
“Cosa?”
“Niente,
cose mie.”
“A che
ora smonti?”
“Alle 16,
perché?”
“Devi
andare a Como a ritirare una sacca di sangue.”
“Ma tra
dieci minuti finisco il mio turno.”
“Senti,
Uzumaki, io non c’entro nulla. Se ti devi lamentare fallo con il comandante.”
“Va bene,
allora passamelo.”
“Non c’è!”
“Dov’è?”
“È andato
a fare i freni alla sua macchina!”
L’obiettore
di coscienza, una valida alternativa al servizio militare, la possibilità di
rendersi utili e… per qualsiasi cosa rivolgersi al comandante. Se non è in
sede, lo potete trovare o in officina o in ferie.
“Ma qui
risulta che è in servizio. Chi lo ha segnato presente?”
“Quante
domande!”
Sasuke,
anni venticinque, si iscrive a Lingue e letterature straniere moderne dopo aver
fatto ragioneria alle scuole medie superiori. Era la sua scuola! Dargli in mano
la contabilità di una azienda? Altro che crack della Parmalat! Chiaramente all’università
non si iscrive a Economia e commercio, bensì a Lingue; riesce a dare la
bellezza di 18 esami ma, proprio mentre pensa all’argomento della laurea, si
dimentica di fare il rinvio per il servizio di leva e si ritrova in caserma,
con i capelli corti, la divisa verde e
la sveglia alle 6:30, tutte le mattine.
“Se fai
il militare, torni che sei maturato!” … Se qualcuno di voi dovesse conoscere il
primo che ha pronunciato questa frase è pregato di segnalarlo al sito www.devistarezitto.it:
c’è una lista di persone pronta a fargli fare da casa sua alla caserma più
vicina non al passo del leopardo bensì a calci nel culo ripetendo nel mentre “Signorsì!”.
Il
militare! Cioè?
La
chiamata. Cioè?
La chiamata
alle armi. E chi è che ti chiama?
Lo Stato.
E chi glielo ha dato il mio numero?
Ma se tu
non hai voglia di rispondere? Non puoi dire che non ci sei, che ti hanno
staccato il telefono, che una calamità naturale ha cancellato i nomi delle vie
e tutti i numeri civici per cui tu non sarai mai raggiungibile da questa
chiamata? … Mi sa proprio di no! Uffa!
Loro ti
chiamano e tu rispondi!
Non cercare
una alternativa perché non c’è! Al massimo puoi sperare di avere qualche
malattia!
“Perché sei
qui?”
“Forse ho
un’infiammazione prostatica. Speriamo, così me ne vado a casa. E tu?”
“dicono
che ho un soffio al cuore perché sento sempre male al petto dopo aver fatto
qualche sforzo. Guarda, lo spero proprio!”
Ospedale
militare! Pronuncia questa parola e vedrai che anche Viso Pallido impallidirà. È
l’unico posto dove ti mettono un pigiama da carcerato, ti visitano
accuratamente per 5-7 secondi e ti riformano solo a patto che tu sia sano: se
hai qualcosa, abile e arruolato.
Al militare
non sei più tu, non ti chiami più Sasuke Uchiha: sei il soldato semplice S.U. del 3° reggimento, 4a compagnia, II battaglione, 3° corpo d’armata…
per chi chiama in orario pasti… se non ci trovate lasciate pure un messaggio
dopo lo squillo di tromba.
Non ti
sveglia più la mamma con il profumo di caffè! Alle 6:30 in piedi, ti vesti, ti
radi e via a fare una sana e robusta colazione a base di “ipotesi di latte e
caffè” e “supposizione di biscotti”. Alle 8:00 c’è l’alzabandiera e poi inizia
la giornata.
Ancora
non sai cosa ti aspetterà ma ti conviene farlo se non vuoi essere punito.
Le punizioni?
Un corso di clownerie fa meno ridere.
1.
Piantonare i bagni: negli ultimi anni i water
spesso si sono visti preferire le turche e, non potendo accettare questo
affronto, hanno tentato più volte la fuga. Alcuni ce l’hanno fatta, altri li ha
ritrovati la Carrà, altri ancora si sono sfogati con il piantone e hanno deciso
di restare.
2.
Piantone androne-camerata: mentre gli altri
dormono tu li controlli. Coccoli quelli che fanno fatica ad addormentarsi,
sgridi quelli che russano e rimbocchi le coperte ai più freddolosi.
3.
Vettovagliamento: ti mettono in mensa a lavare
degli oggetti che sembrano pentole, ma che in realtà sono dei container di 5
metri per 5. Io sono stato fortunato perché dentro ci ho trovato un soldato che
era lì in punizione dall’82 per aver esultato troppo platealmente quando l’Italia
ha vinto i Mondiali… almeno non ho sofferto di solitudine!
Il resto
della giornata andrebbe dedicato alla preparazione del soldato con
addestramento fisico, lezioni di strategia e studio delle armi e delle tecniche,
ma nulla di questo si fa per ragioni più che valide:
1.
Prima di addestrare il soldato va restaurata la
caserma e serve manovalanza. Perché spendere soldi quando i soldati possono
farlo senza poter chiedere un compenso?
2.
Per potersi dedicare anima e corpo alla truppa gli
ufficiali devono prima passare ore intere al circolo, dove li costringono ad
abbuffarsi e a non pagare nulla; che vita ingiusta! Pensate invece a quanto
sono fortunati i soldati che fanno la fila alla mensa illudendosi di mangiare (la
roba cercatela nei bauli delle macchine dei marescialli… quasi tutti…).
3.
Per spiegare al soldato come si usa un’arma,
bisognerebbe possederne una che per lo meno ci assomigli! Fino a qualche anno
fa nelle caserme per le esercitazioni, si usavano i Garant del periodo dei Flintstones,
che si caricavano a scelta, nel senso che il militare poteva scegliere di
rompersi o no la mano mentre tentava di caricare.
Invece cosa
si fa? Si marcia e ci si inventa un modo per passare il tempo. E se lo si passasse
a vivere realmente?
Vuoi prenderti
un anno della mia vita? … Chiedermelo prima?