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Autore: carlie003    20/06/2012    0 recensioni
"....Da quanto tempo non le capitava più di sognarlo? E perché giusto quel giorno? Se era notte fonda o semplicemente l'alba, non seppe dirlo. Quelle ore che la separavano dalla luce del giorno, furono quasi interminabili,ma si sa, prima o poi il tempo passa per tutti. E lei lo sapeva bene."
Questa storia nasce da un fatto ben preciso, ispirato ad avvenimenti accaduti nella realtá, ripeto, l'ispirazione! non so ancora come si evolverà, ne tanto meno come andrà a finire. Che ne dite di scoprirlo insieme?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Colin Canon, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo, Contesto generale/vago
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Vide arrivare una ragazza che correva verso di lei col fiatone, -Herm, hanno gia iniziato le gare! E Ron è in vantaggio!- La guardó, sorrise istintivamente, nn capiva perché si trovasse su quella piccola montagnetta incostante di quel pezzo di prato: il pezzo di  parco dietro il castello, vicino al lago nero.  Hogwarts era splendente come sempre, d'estate la sua bellezza appariva ancor maggiore.
Hermione si guardò  attorno, spaesata da quello spettacolo, quando c'era finita li? Che cosa ci faceva lei al castello, con indosso la divisa scolastica? Perché quella ragazza le stava parlando e non riusciva a riconoscerla? Trasalì ad un movimento poco convinto vicino a se, c'era qualcuno li seduto con lei: si guardo piano piano attorno, con circospezione, cercando di capire se aveva con se la bacchetta o meno. Che le avessero scagliato un Oblivion? No, impossibile si disse, nessun segno di battaglia, niente sangue, ne tanto meno lividi o quant'altro. Poi all'improvviso la visione che le si paro davanti agli occhi le fece dimenticare tutte le sue misure di sicurezza e tremando da capo a piedi impercettibilmente, il suo cuore perse un colpo e ringrazió il cielo di essere seduta: quella figura, vicino a lei. Era splendida, quasi marmorea, la pelle di porcellana, occhi di ghiaccio, capelli fini, biondi,quasi bianchi. Lo squadrò per ben bene, figura longilinea, portamento elegante, solo in quel momento si rese conto di stare davanti a.... Chi era quel ragazzo? Perché non riusciva a ricordare il suo nome? Eppure, riconosceva ogni piccola parte di lui, ogni cellula. Non riuscendo a dare un nome a quel volto  si face un poco in dietro, istintivamente, rendendosi conto , peró che non voleva allontanarsi, non sopportava la distanza, quel ragazzo dallo sguardo gelido era lì davanti a lei, ed era tutto ciò che voleva, tutto quello di cui aveva bisogno. Lui.
-Quindi? Herm! Vieni o no?- disse la ragazza. -Certo, certo! Dammi solo due minuti..-
-Come vuoi, la scelta è tua!- disse girandosi per poi andarsene di tutta fretta.
Ancora perplessa e piena di strane sensazioni si volse di nuovo a guardare il ragazzo che le stava a fianco, trasalendo due secondi più tardi, dato che non si aspettava che lui parlasse: -cos'è ora vuoi andare a vedere lenticchia che affoga, piuttosto che restare con me?- lo disse in tono annoiato, ma per un istante i suoi occhi la fulminarono.
-Tu.. Tu sei geloso? - dalla bocca di Hermione uscì la domando prima ancora di rendersi conto di averla pensata,lui dal canto suo, la scruto un momento e lentamente disse: -perché, dovrei esserlo?- -Oh no! No! Affatto! Tu lo sai che per me esisti solo tu, vero?- Rispose Hermione.  -Oh, ma davvero? Dimostramelo- dicendo così si avvicinó lentamente al viso di lei, e non appena fu abbastanza vicino da poter notare qualche lenticchia sparsa sul suo viso qua e là, lei chiuse gli occhi lasciandosi baciare. "Sei crudele" gli avrebbe urlato volentieri, ma non era in grado di poter decidere i pensieri del suo cervello, tanto meno ciò che usciva dalle sue labra.
Il bacio da prima timido, accennato, un morbido sfiorare di labbra, all'improvviso divenne volitivo, sensuale. Il desiderio trapelava nn soltanto da quelle bocche avvinghiate come una cosa sola, ma anche dagli occhi di lei, quegli occhi color oro fuso, che se nn fossero stati chiusi avrebbero dato a capire non soltanto il desiderio, ma anche l'amore, l'adorazione per quelle labbra. Per tutto ciò  che lui rappresentava. Ad un certo punto si rese conto di sentire tutto e allo stesso modo di non sentire assolutamente niente; si rese conto di essere la persona più importante del mondo.
Sensazioni, pensieri e  tutto ciò che avevano attorno si mescolavano, diventando un vortice di emozioni: lui la teneva vicino a se, la stringeva baciandola, facendole sentire che era tutto ciò che voleva e lei in cambio era semplicemente prigioniera, schiava e regina allo stesso tempo. Non voleva chiedere altro, non voleva sapere altro. Invece ad un certo punto come preso da un pensiero o da una scossa lui si scosto, lei in risposta aprì gli occhi: c'era qualcosa che nn andava, le sfumature calde dei suoi occhi di ghiaccio sparivano, lasciando spazio proprio a quest'ultimo facendole raggelare anche le ossa.
Gli alberi diventavano sfuocati, il cielo blu sopra di loro stava diventando solo un oceano nero. D'improvviso in lei nacque l'agitazione improvvisa che  molte volte si ha quando ci si prende conto di cosa sta per succedere, di cosa invece è reale o meno.
Si guardó a torno disperata, come a voler trattenere con gli occhi tutto ciò che stava scomparendo. Si soffermò sul viso di lui, lo sguardo mutó completamente, gli occhi si spensero, persero di vivacità, era... Tristezza quella?
Le Stava parlando, ma purtroppo non riusciva a capire cosa dicesse, piano piano scompariva, si allontanava, il suo sguardo da triste mutó, lui era solo lontano. Lei non importava più, lui, il suo cuore, nn era più lì, non era più suo.
Hermione era sola, tremendamente sola, intorno a lei buio, niente più.  Se prima non aveva avuto l'impressione di nulla che riguardasse se stessa ora sentiva la solitudine, l'abbandono, il tradimento, l'amore non dato.  L'ultima cosa che vide fu una lacrima cadere sul prato quasi inesistente.
 
Un urlo la sveglió di colpo, facendola sedere di scatto: era sola, nel buio della sua stanza. Tra le lacrime ed il miscuglio di sentimenti che creavano  dentro di sè dei vortici di dolore, man mano sempre piu forti. Si ritrovò sdraiata in posizione fetale, cercando tra le lenzuola un appiglio che non venne in suo aiuto. Da quanto tempo non le capitava più di sognarlo? E perché giusto quel giorno? Se era notte fonda o semplicemente l'alba, non seppe dirlo. Quelle ore che la separavano dalla luce del giorno, furono quasi interminabili,ma si sa, prima o poi il tempo passa per tutti. E lei lo sapeva bene.
  
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