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Autore: La Mutaforma    20/06/2012    5 recensioni
C'è un abito nero, nel guardaroba di ogni sposa. Chiuso in angolo dove nessuna vorrebbe andare a cercare il grembiule per il proprio figlioletto.
C'è un abito da sposa, nero di polvere e di trucco sciolto, nel cuore di tutte le mogli sole. [...]
Due volte vedova, due volte sola, doppiamente innamorata.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chichi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Aveva gli occhi arrossati.

Avrebbe dovuto smetterla, Gohan si sarebbe preoccupato.

Rimase in silenzio, prima di chiamare suo padre e dirgli di andare a prendere il bambino a scuola. Quando le chiese perché non poteva farlo lei, si limitò a pronunciare con voce tesa che aveva un impegno importante.

Juma era rimasto in silenzio, poi aveva acconsentito. Per niente convinto.

 

Aveva bisogno di parlarne con qualcuno che capisse la sua situazione. E chi meglio di lei? In passato avevano avuto dei diverbi, ma adesso doveva assolutamente presentarsi in casa Brief col capo cosparso di cenere e chiedere aiuto. 

Quando bussò, fu Vegeta ad aprire la porta, sicuramente una casualità. L’aveva squadrata da capo a piedi, non la riconobbe subito.

-Tu sei la moglie di Kaaroth, vero?-

Chichi annuì lentamente, con gli occhi bassi. -Ho bisogno di parlare con Bulma, è in casa?-

Vegeta la fissò in silenzio, poi si fece da parte, indicandole in salotto. Non aggiunse verbo.

 

Bulma era lì che giocava col suo bambino, il piccolo Trunks, e non si accorse subito del suo arrivo.

-Oh, Chichi! Ciao! Quando sei arrivata? Ma che piacere vederti! Come sta Gohan?- chiese la donna, con un radioso sorriso, lasciando che il piccolo gattonasse sul tappeto davanti a loro. Vedendola, Chichi dovette riconoscere che sembrava più giovane di lei, per quanto la differenza di età fosse sostanziale.

Si sentì improvvisamente invecchiata e cercò di sorridere alla sua gentilezza.

-Lui sta bene… a dire il vero, è per un mio problema che sono venuta…-

Bulma la fece accomodare sul divano, dimostrandole la sua disponibilità ad ascoltarla. Lei prese dalla tasca del kimono una striscia colorata.

Era un test di gravidanza. Ed era positivo.

 

Si afflosciò sulle sue spalle come un fiore rinsecchito.

 

Non avrebbe mai potuto crescere un figlio così, da sola.

Non avrebbe mai voluto crescere un figlio senza Goku al suo fianco.

Improvvisamente si sentì una madre pessima, miserabile, immeritevole, al pensiero che anche per un solo istante avrebbe voluto sradicare quella vita che cresceva dentro di lei.

L’ultima traccia di Goku nella sua vita, ed era dentro di lei.

Era corsa da Bulma, perché era una madre anche lei, perché era l’unica amica che aveva, e perché non sapeva a chi rivolgersi.

Goku era morto. Ma questo Bulma non avrebbe potuto capirlo.

 

 

 

 

Ovunque andasse, Goku continuava a vivere dentro di lei, letteralmente.

Fece un sorriso stentato.

Con un simile dono nel ventre, era impossibile arrendersi all’abito nero.

   
 
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