Il ragazzo si chiama Tyler Ames, all'età di tre anni è stato adottato dai suoi attuali genitori, Priscilla e Patrick Ames, una ricca coppia di dottori che non riusciva ad avere figli propri, Patrick e Priscilla hanno amato sin da subito Tyler come se fosso il loro figlio naturale, erano una famiglia felice, fino ai sedici anni di Tyler.
Da quel momento in poi le cose sono cambiate per la felice e perfetta famiglia Ames, attorno a Tyler accadevano strane cose, gli oggetti esplodevano, la luce saltava, si creavano strani sbalzi di temperatura, anche Tyler era cambiato molto, dal ragazzo solare e pieno di amici che era stato fino a poco tempo fa si era chiuso in sè stesso, era diventato silenzioso e taciturno, raramente usciva dalla propria camera.
-Tyler caro puoi scendere un secondo- disse dolcemente Priscilla bussando alla porta di Tyler senza ottenere nessuna risposta.
-Tyler?- disse Priscilla alzando la voce e bussando alla porta con più veemenza.
-Che c'è?- disse scocciato Tyler aprendo la porta e mettendosi le grandi cuffie rosse intorno al collo.
-Io e tuo padre ti vorremmo parlare urgentemente al piano di sotto- disse Priscilla sorridendo incerta al figlio e osservandolo con disappunto, il suo bambino si era trasformato in un ragazzo arrabbiato con il mondo che indossa solo magliette nere di stupide band sconosciute.
-Non ne ho voglia- disse Tyler incorciando le braccia.
-Vieni qui, adesso- urlò Patrick dal piano di sotto.
-Arrivo- sbuffò Tyler e un vaso in camera sua esplose facendo sussultare Priscilla.
-Tanto lo odiavo- disse Tyler sbattendo la porta di camera sua e scendendo al piano di sotto.
-Tyler siediti- disse Patrick, un uomo dal fisico asciutto i capelli biondo cenere e gli occhi verdi, sempre sorridente e disponibile, era talmente bravo a mentire che neanche Tyler riusciva a riconoscere i sorrisi finti di Patrick da quelli veri.
-Ti abbiamo chiamato qui perchè vogliamo parlarti di una cosa- disse Patrick sedendosi accanto alla moglie sul divano, mentre Tyler si sedette scomposto sulla poltrona di pelle nera di fronte a loro.
-Cosa?- chiese Tyler notando che suo padre aveva in mano un pezzo di carta nero e lo stava stringendo nervosamente.
-Oggi nel nostro ambulatorio hanno portato questo depliant e stavamo pensando che forse è ciò che può fare al caso tuo- disse Patrick porgendo a Tyler il pezzo di carta.
-Cos'è? Il volantino di un concerto punk?- disse Tyler ironico prima di leggere di cosa si trattava.
-Collegio Helmest? Volete mandarmi via?- disse arrabbiato Tyler e per un momento la tv perse il segnale.
-è per il tuo bene, abbiamo parlato con loro, dicono che possono aiutarti- disse Priscilla balbetando.
-Oh quindi non è un collegio, è una specie di ospedale psichiatrico, mi friggeranno il cervello?- disse Tyler serrando i pugni.
-No, è un posto per persone come te Tyler e tu ci andrai- disse Patrick deciso.
-Si signore- disse arrabbiato Tyler.
-Prepara le tue cose, parti domani- disse Patrick adesso più tranquillo.
-Se vuoi ti do una mano tesoro- disse Priscilla sorridendo.
-Non voglio portare nulla se non i vestiti, non mi servirà altro- disse semplicemente Tyler.
La mattina dopo era pronti a partire, la lussuosa berlina nera di famiglia era carica di valige.
-Si parte- disse Patrick sorridendo come se stessero partendo per una gita di famiglia e non per un viaggio di quattordici ore dal quale Tyler non sarebbe ritornato.
-Yuppiè- disse Tyler sarcastico osservando con nostalgia la villa color ocra in cui era cresciuto e la piscina a forma di chitarra che rifletteva i raggi del sole.
-Presto, a presto- sussurrò una voce di donna.
-Cosa?- disse Tyler togliendosi le cuffie.
-Noi non abbiamo detto nulla tesoro- disse Priscilla scambiandosi sguardi preoccupati con Patrick.
Dopo quattordici estenuanti ore di viaggio, durante le quali avevano fatto una sola fermata e i suoi genitori lo avevano costretto a cantare odiose canzoni country Tyler Patrick e Priscilla arrivarono all'Helmest College, scuola superiore e collegio per studenti speciali o come un simpaticone aveva scritto sulle targa di benvenuto "Scuola degli schizzati".
-Andiamo abbiamo un appuntamento con il preside George Grimm, non possiamo far tardi- disse Patrick parcheggiando in una zona isolata, la loro a quanto pare era l'unica aula del campus.
Tyler iniziò a guardarsi intorno e a prendere familiarità con quella che sarebbe diventata la sua nuova casa/prigione, il campus era composto da un totale di sei edifici, uno era particolarmente imponente e suo padre gli spiegò che era quello in cui si trovavano le aule la mensa l'auditorium e gli uffici le personale, gli altri cinque edifici erano destinati ai dormitori degli studenti.
Dopo aver percorso un'infinità di corridoi giunsero di fronte ad una porta nera imponente e maestosa sulla quale spiccava una targa d'argento con scritto "George Grimm, preside".
-Piccolo noi..- disse Priscilla torcendo tra le mani un fazzoletto bianco.
-Noi non possiamo partecipare al colloquio, il preside ha insistito per vederti privatamente, sistemeremo le cose nella tua nuova camera- disse Patrick dando una pacca sulla spalla al figlio.
-E poi ve ne andrete, perfetto- disse Tyler in tono asciutto.
-Mi mancherai- disse Priscilla in lacrime abbracciando il figlio che per un secondo si fece coccolare dalla madre per poi staccarsi da lei.
-Rendici orgogliosi- disse Patrick per poi mettere un braccio intorno alle spalle di Priscilla ed andarsene con lei, in quel momento la porta si spalancò di fronte a Tyler, e un ufficio dall'aria gotica e oscura si presentò di fronte agli occhi del ragazzo.
-Entri pure signor Ames- disse il preside George, un uomo sulla trentina con un paio di occhiali rotondi, occhi grigi, capelli scuri ed un accenno di barba.
-Lei è..?- chiese Tyler sorpreso.
-Io sono George Grimm, il suo nuovo preside, si accomodi- disse George indicando una poltrona scura che si trovava di fronte alla sua scrivania.
-Non so veramente perchè mi hanno portato qui- disse Tyler serio sedendosi sulla poltrona.
-L'hanno portata qui perchè sono spaventati da lei, sono spaventati da quel che può fare Tyler- disse George Grimm togliendosi gli occhiali.
-Io non posso fare nulla- disse Tyler agitandosi sotto lo sguardo inquisitore del preside.
-Quindi tu non sai far esplodere gli oggetti?- disse il preside facendo esplodere un vaso che si trovava infondo alla stanza.
-O usare la telecinesi?- disse George chiamando a sè un fiore che era caduto da vaso e aveva perso i petali, immediatamente il fiore tornò alla sua originaria bellezza.
-Le prime due cose le so fare ma non ho il pollice verde- disse Tyler ancora sotto choc.
-Non lo ha o magari non lo ha ancora, è un potere tipico dei membri della confraternita della terra- disse il signor Grimm ghignando e i suoi occhi per pochi secondi diventarono verdi.
-Confraternita della terra?- disse confuso Tyler.
-I quattro edifici più piccoli che ha visto sono destinati a quattro diverse confraternite, quella del fuoco, quella dell'acqua, quella della terra e quella del vento, solo il 10% dei nostri studenti riesce ad entrare in una di essa, parecchi studenti si diplomano da noi come Indefiniti, solo il meglio del meglio per le confraternite, l'appartenenza o la non appartenenza a una di esse dipende dal tuo DNA- spiegò il preside a Tyler.
-Indefiniti? Chi sono?- chiese curioso Tyler.
-Coloro che non hanno una confraternita, si alzi adesso, la porto a fare un giro e gli spiego meglio come funzionano le cose qui da noi- disse Grimm facendo cenno a Tyler di seguirlo.
Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, sono un'imbucata in questa sezione visto che sono una Potterhead che ha scritto sempre e solo nel fandom di HP, volevo però provare qualcosa di nuovo, spero di non aver fatto un disastro, è una specie di esperimento per me! Fatemi sapere se vi piace =)
Daphne 92, Dark Princess
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