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Autore: Stateira    06/01/2007    26 recensioni
Draco crede alla Befana.
E Harry ce la mette tutta perché non smetta mai di crederci.
Per il compleanno di Zuccheroamaro!
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Draco, piantala

- Draco, piantala. –

Harry James Potter alzò gli occhi al cielo, esasperato, ma Draco, accucciato poco lontano da lui, sul tappeto, parve non darsene pena in alcun modo.

- Draco, alla Befana non importa un accidente di niente, se la tua calza l’hai fatta fare su misura da Augustus Sartoria di Lussus, o come diamine si chiama. –

- Come sei dozzinale, Potter. Ma che cosa vuoi capirne tu! – grugnì Draco, stizzito. – Sei per metà Babbano, e per l’altra metà deficiente! –

- Prego? –

- Grazie! –

- Oddio! – Harry agguantò un cuscino, ma riuscì ad imporsi la calma karmica in tempo per evitare di spedirlo sulla testolina esagitata di Draco.

- Non ti reggo. – sentenziò a denti stretti. – Vedrai tu, se quest’anno non ti arriva un pacco così di carbone. –

- Ma smettila. Sono il Serpeverde migliore del mondo, io. –

- Appunto. –

- Potter?!? –

- Malfoy?!? –

Harry decise che per la propria pace interiore avrebbe fatto bene a smettere di battibeccare con il suo compagno prima di finire preda di un’emicrania. Gattonò dietro di lui, stravaccandosi sui propri piedi, sul tappeto morbido di fronte al caminetto.

- Uhm, e a me che cosa porterà la Befana? – insinuò, puntando il mento sulla spalla di Draco. – Io vorrei tanto trovare nella calza un bel biondino tutto nudo e coperto di cioccolato, da strapazzare a piacere. –

- Beh… tu prova a comprare una calza decente, e chissà, magari il miracolo potrebbe anche accadere. –

Harry ridacchiò, e sovrastò Draco, che finì a rotolare di fianco, sballottato ovunque dalle mani del compagno.

- Tu… - bisbigliò Harry, solleticandogli i fianchi. – Tu sei il peggiore cataclisma che potesse capitarmi. Perché sei acido, borioso, incontentabile, egoista, fifone, e non so cos’ altro. E indovina un po’? Ti amo, per questo. –

 

Draco si strinse nelle spalle, limitandosi a concedergli un sorrisetto di sufficienza. Ma Harry rimase a guardarlo con espressione serena. L’espressione di chi ama senza che nulla, non tanto fuori, quanto nella sua testa, lo fermasse. Forse c’era qualcuno, fuori da quella casa, che non approvava, probabilmente c’era chi parlava di loro, alle spalle. Ma nella sua testa, il suo amore per Draco non aveva freni, non aveva limiti, non aveva ostacoli. Non si vergognava, soprattutto.

Perché avrebbe dovuto?

Harry scivolò all’indietro e si appoggiò su un gomito, osservando Draco, che dondolava avanti e indietro, davanti al camino, puntandosi di tanto in tanto sui pugni per non scivolare.

Draco era imprevedibile come un bambino. Come un bambino, nel senso che non sapevi quando ti avrebbe pugnalato con la sua ingenuità, o quando ti avrebbe zittito con la sua saggezza.

Era imprevedibile perché era stizzoso e intrattabile; a volte dolce, quando si abbandonava un po’, alla gioia o allo sconforto; controllatissimo, quasi gelido, sul lavoro. Ed eccitato come un marmocchietto, davanti alla sua calza vuota, tutto colorata, appesa al camino.

Draco era uno di quelli che sapeva maneggiare maledizioni e filtri mortali, ma che credeva nella Befana. E in Babbo Natale, e in tutte quelle cose che gli adulti hanno sempre il brutto vizio di strappare ai bambini, prima o poi. Di solito troppo presto.

Stando con lui, Harry era riuscito a sentire la sua voglia viscerale, immensa, tutta capricciosa, di sognare. Pervadeva ogni cosa della loro vita insieme, ogni sua esplosione di entusiasmo, tanto repentina, e spesso tanto instabile da sembrare quasi bipolare.

 

Draco continuava a dondolare, eccitato. A volte prendeva ad agitarsi, a gattonare fino al camino per ficcarci dentro la testa. Harry sorrise, e sollevò gli occhi al soffitto per quella che doveva essere la centesima volta in quella giornata.

- Draco, la Befana non viene, se stai qui ad aspettarla, non lo sai? Devi andare a letto. –

- Ma… ma io voglio i miei dolci! Li voglio ora! È tutto l’anno che aspetto, dannazione! –

- Ma finiscila. Se sei andato soltanto la settimana scorsa a Diagon Alley, a ficcare le manacce nel primo negozio di dolciumi che ti è capitato a tiro! –

- Che cosa c’entra? Quello era per prepararsi! Riscaldamento, training autogeno! E poi quelli non valgono, il bello della Befana è che lei te li porta, no? –

 

Ecco. Momento di saggezza di Draco, si diceva, no?

Maledettamente vero, il bello della Befana è che i dolci non te li devi andare a comprare. Tutto ciò che devi fare è scattare in piedi, la mattina, precipitarti di sotto e scoprire che cosa ti ha lasciato nella calza. Sperare che non ci siano le liquirizie, perché quelle non ti piacciono. Qualche ape frizzola, ma non troppe. Un sacco di cioccolato, invece, e le gelatine, e le gomme bolle bollenti. E le penne di zucchero! Buone, quelle…

Draco illuminava aspetti delle cose con un’ovvietà stizzita, irritato ed in fondo fiero di farti notare che lui lo sa, che lui lo ha capito. Come un bambino. Come un bambino che si lascia crescere senza averne davvero voglia, che guarda apaticamente la barba spuntare sul suo mento, senza curarsene, senza concederle un’importanza che non merita.

Harry era felice, perché da quando stavano insieme Draco aveva scelto di mostrare, almeno a lui, il bimbo mai cresciuto che era. Il bimbo in fondo mai nato, che era.

Draco credeva alla Befana perché nessuno gli aveva mai permesso di farlo, prima, ma nessuno era mai riuscito ad impedirglielo.

Ed Harry aveva giurato a sé stesso che sarebbe stato la sua Befana, il suo Babbo Natale, il suo San Valentino, e persino il suo uovo di Pasqua. E la Fatina dei Denti. E tutto quello che gli pareva.

Perché vedere Draco sorridere della magia, di una magia molto più arcana e viscerale, molto più umana e autentica di quella che sprizzava dalle bacchette, davvero valeva qualsiasi prezzo.

- A letto! – proclamò allegramente, sollevandosi sulle ginocchia, e slanciandosi ad acchiappare Draco.

- Ma nemmeno a morire, Potter! Devo vederla, io, la Befana! –

- Ma piantala. Non ti basta già guardarti allo specchio? –

- MA no, non… Hey. HEY! Staresti insinuando che io… -

- Che sei il mio rospo preferito. –

- Rospo a me? –

 

Harry si incamminò verso la camera da letto con Draco sulla spalla, che si agitava come un’anguilla. Lo scagliò sul letto, e saltò su di lui, giocando a tenerlo imprigionato sotto al suo corpo come in una gabbia.

Draco aveva sempre un sorriso strano, assorto, quando capiva che lui voleva fare l’amore. Un sorriso aperto e benedetto. Quella sera, stranamente, lo mantenne a lungo, lo mantenne sempre, tanto che Harry se ne sentì piegato, mentre dentro di lui cercava il suo piacere, e donava il suo rispetto. Il suo rispetto per il mistero che Draco era, immenso, inviolabile.

Dolce. Dolce come soltanto Draco, Draco fra milioni di uomini, fra miliardi di persone, sapeva essere. Dolce come lo zucchero polveroso dei barattoli della cucina, quando sa un po’ di amaro, sulla punta, sporco del metallo del cucchiaio. E si moltiplica, nella bocca, in mille sensazioni di dolcezza complicata, di dolcezza interpretabile ed interpretanda.

Harry amò tutto questo con la forza delle sue braccia, con quella più nuda, più autentica, del suo bacino, con il collo che faceva male, irrigidito, sospeso su Draco, che sotto di lui lo chiamava fra i gemiti, spalancandogli porte, per poi restare a guardarlo entrare. Un bacio, decise la fine e l’inizio di tutto, un bacio dato esattamente nel momento in cui doveva essere dato.

 

*          *          *

 

Draco dormiva, raggomitolato nel piumone come in una conchiglia. Harry lo aveva visto crollare senza nemmeno infilarsi i boxer, sfinito ed appagato; lo aveva baciato un’ultima volta, giocosamente, si era rivestito, e lo aveva abbracciato prima di addormentarsi. Ma ora lo aveva lasciato, e prudentemente si era messo a sedere sul letto, aspettando di adattare gli occhi alla penombra.

Agguantò gli occhiali, si alzò lentamente, e scese le scale in punta di piedi.

Raggiunse il salotto con un braccio impegnato a reggere la bacchetta, per fare un po’ di luce, e l’altro ingombro di sacchettini che crepitavano come pazzi al minimo movimento. Li posò delicatamente a terra, e ne studiò la disposizione con occhio critico.

Un filo di liquirizia, per fargli dispetto. Le sue apette, una scatola di lecca lecca, e fragole al cioccolato, perché qualcosa doveva pur guadagnarci anche lui. Cioccolatini a non finire, di tutti i colori, le forme e i sapori. Gomme, gelatine, cioccorane. E le penne, quelle in cima, le più delicate.

Harry riappese la calza stracolma, sussurrò un tenue “Nox”, e tornò di sopra a passi felpati.

Draco dormiva, pacifico ed ignaro, piccolo, nel lettone grande. Harry si rimise sotto le coperte, strisciò fino a lui, e rimise le braccia al loro posto, attorno ai fianchi di Draco.

Sorrise, e gli baciò una tempia, godendosi il suo respiro ingrossarsi in un mugolio sommesso.

 

*          *          *

 

- Harryyyy!!! –

Harry aprì gli occhi di soprassalto, il cuore che batteva furiosamente nel petto tutta la sua indignazione per un risveglio così maledettamente brusco.

- Harry dai, dai, dai!!! –

Harry mise faticosamente a fuoco la figura di Draco che gli saltava sul torace rischiando di sfondargli lo stomaco, in boxer e canottiera.

- Uhm… - fu l’unico commento che riuscì a formulare sul momento.

- Harry dai, in piedi! Voglio scendere! –

Ah. Giusto.

Harry riuscì a racimolare informazioni a sufficienza per individuare una spiegazione plausibile all’euforia di Draco.

Scosse la testa, e sorrise.

- Forza… andiamo a vedere che ti ha portato la Befana. – lo accontentò con voce arrochita.

 

Draco percorse le scale saltando come un grillo, facendo rimbombare tutta la casa dei suoi passi nudi e scalpiccianti, e quando individuò la calza rigonfia appesa al caminetto, il suo volto si illuminò di un sorriso esaltato.

- Guarda! Oh, le penne, adoro le penne! Le api! Aspetta, aspetta… cioccolato! Huhu, un sacco di cioccolato tutto per me, hai visto? Hai visto? – Draco travolse Harry con un abbraccio, scagliando entrambi sulla poltrona.

- Uhmpf… ho visto, ho visto. – ridacchiò Harry, sommerso improvvisamente da una cascata di dolciumi scappati alla calza.

Draco gli si accomodò sul grembo, ghignando come un poppante.

- Adoro la Befana. – annunciò. E un istante dopo, aveva avvinghiato Harry con le gambe e con le braccia, trascinandoselo in giro per mezzo tappeto, fra un ruzzolone e l’altro.

Ed Harry rise, spettinato, in canottiera, maledettamente infreddolito ed assonnato, della  gioia del suo compagno.

 

Il giorno della Befana era un giorno speciale per Draco.

E se lo era per Draco, beh, lo era anche per lui.

 

 

 

ANGOLINO!

 

Questa shot è, lo ripeto, tutta per Zuccheroamaro, per il suo befanosissimo compleanno.

Perché ti voglio bene.

Perché 16 non sono poi così malaccio.

E perché tanto… voglia di crescere, saltaci addosso! XD

 

Buon compleanno, che sia buono, che sia pieno di calorie, di cioccolato, di creme porcosissime, panna, quello che ti pare. Tanto poi ti resta un anno intero per fare i conti con quel 16.

E comunque, non permettere mai più a nessuno di infilarti in una tasca! XDDD

  
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