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Autore: MartaJonas    20/06/2012    6 recensioni
Aveva salvato la vita ad un numero, uno dei tanti. Per molti non avrebbe fatto differenza, ma quel giovane uomo sapeva che lei, in un modo o nell’altro avrebbe fatto la differenza.
Quello erano tutti loro: una società di numeri; così tanti da non riuscire a contarli.
Ce ne erano di più altri, di più bassi, di fondamentali, di primi. Ma pur sempre numeri, soltanto numeri.
Eppure ogni numero poteva fare la differenza.
Ogni numero è in relazione con un altro, in un modo o nell’altro. Quindi questi si incontrano, si relazionano, sono destinati a stare insieme.
All’inizio l’operazione potrà non riportare, a causa di alcuni sbagli, ma la matematica non è un’opinione, e prima o poi si arriverà alla soluzione giusta.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ascoltate Never Say Never - The Fray mentre leggete! ;)



Chapter 2

Shotgun wedding

 

June 2012

-Juliet Evans, vuoi sposarmi?  - le chiese Joseph mostrandole un diamante in una scatoletta di velluto blu. 

Joe era inginocchiato, ai piedi della ragazza la guardava con tanto amore e un sorriso nervoso.

Era vestito con un completo blu che copriva un camicia bianca; lei indossava in abito azzurro che la copriva fino alle ginocchia. 

Erano davanti ai loro amici e parenti più cari, e Joe aveva appena richiamato l’ attenzione di tutti gli invitati a quella festa che Joseph aveva organizzato facendo credere a Juliet che fosse soltanto per  stare un po’ tutti insieme. 

-Oh mio Dio, sì! Sì che voglio sposarti Joe! – rispose, quasi urlando. Joe le infilò l’anello all’anulare sinistro; diamante che sarebbe stato sostituito soltanto dalla fede. Si baciarono e partì un applauso. 

Juliet era una modella statunitense, californiana per la precisione, con capelli d’oro e due pozzi verdi al posto degli occhi. Si erano conosciuti grazie ad amici di amici in una delle tante volte in cui Joe era uscito il sabato sera per i locali più affollati di Los Angeles. 

Stavano insieme da sei mesi, lui conosceva i genitori di lei, e la ragazza tutta la famiglia Jonas. 

Sembrava un sogno, una fiaba presa da un libro per bambini, tutta quella situazione era talmente bella da non sembrare reale eppure quei due ragazzi si erano dichiarati amore davanti a tutti, proprio come fanno principi e principesse. 

-Ti amo. – disse lei fissandolo negli occhi. 

-Anche io tesoro, anche io  - rispose baciandole la guancia. 

Ballarono insieme su una musica lenta, mentre tutti gli altri continuavano a guardarli. 

Poco distante da lì, Nicholas, fratello di Joe,  seduto allo stesso tavolo di Kevin e Danielle sorrideva soddisfatto di quel che aveva fatto il fratello. 

-Tu sapevi qualcosa?- chiese Kevin al fratello.

-Chi io? – disse con voce fin troppo acuta. – ma ti pare? Ma ti pare che Joe si fa scappare cose del genere?!

Nicholas non riuscì a trattenere un sorriso che lo ingannò. 

-Da quanto tempo aveva intenzione di chiederle di sposarlo?  - si intromise Danielle, moglie di Kevin da quasi tre anni.

-Un mesetto, l’ho accompagnato a scegliere l’anello. – confessò il minore dei tre. – non ce l’ha proprio fatta a non dirlo a nessuno, però dai almeno non l’ha detto a tutta casa altrimenti Juliet lo avrebbe saputo il giorno dopo. 

Joseph, Nicholas e Kevin Jonas erano i tre fratelli più famosi del mondo … chi non conosce i Jonas Brothers? Milioni di album venduti, e con un altro CD in arrivo in pochi mesi. 

-A me non aveva detto nulla – osservò Kevin quasi sconvolto. 

-Kev, avanti, si sa che fine fanno i segreti con te- sorrise Nicholas. 

-In effetti. – annuì la moglie. 

-Va bene, va bene, questa me la segno. – disse, chiudendo la discussione vedendo che si stava avvicinando a loro Joe.

-Fratellone! – lo chiamò Nicholas. 

-Nicky! Kev! Venite con me! – disse, affrettando il passo agitato diretto all’interno della casa, accompagnando il tutto con il gesto della mano che invitava i due a seguirlo. 

I due fratelli si alzarono e lo raggiunsero. Tutti e tre si rifugiarono.

-Cosa è successo?- chiese Nick. 

-Devo dirvi una cosa … – sentenziò lui, sospirò, si morse il labbro inferiore, cercò di non incontrare gli sguardi dei fratelli. – che non sa nessuno. Ed è importante, molto importante. 

-Ci dobbiamo preoccupare Joe? – chiese Kevin che non riusciva a capire. 

-In verità … un po’ sì. – disse sospirando, si sedette sullo sgabello della cucina. – Mio Dio, non so neanche se dovrei dirvelo o meno. 

-Avanti Joe. Siamo i tuoi fratelli di noi puoi fidarti, lo sai. – lo incoraggiò il minore mettendogli una mano sulla spalla. 

-Non lo dovete dire a nessuno … capito Kevin?- lo guardò ammonitorio. 

-Certo – disse il maggiore. 

-Juliet è incinta. – sentenziò finalmente Joseph, sospirò e guardò i fratelli. 

-Questa è una bellissima notizia – disse Kevin. 

-Kev, pensa a tutto ciò che è successo e metti insieme i pezzi. – gli suggerì. 

-Joe, non mi dire che … - lo osservò dispiaciuto Nicholas. Joe lo guardò ed annuì.

-Matrimonio “riparatore” –disse Kevin sedendosi accanto al fratello pensieroso.

-Litigavamo sempre, ogni santissimo giorno, così quando ho deciso di lasciarla mi ha detto del bambino. – aggiunse il moro. 

-Perché ce lo hai detto soltanto ora? – chiese Kevin.

-Perché so che mi aveste fatto riflettere su quello che ho fatto stasera, e io non le avrei chiesto di sposarmi. – disse – ma va bene così. Va bene così perché è così che deve andare. Non posso lasciala da sola, capite? Io le voglio bene, non la amo, ma le voglio bene; e non posso abbandonarla. Io ci sono dentro quanto lei in questa situazione, non posso scappare, ed è giusto così. 

-Hai scelto la cosa più difficile, ma anche la più giusta. – disse Nicholas sedendosi affianco a Joe. 

-Sono orgoglioso di te fratellino. – sentenziò Kevin.

-Grazie – disse Joe, trattenendo delle lacrime che volevano uscire da quegli occhi fin troppo lucidi. – grazie per esserci sempre, non so cosa farei senza di voi ragazzi. 

Si abbracciarono, uno dei loro strani abbracci a tre, come quelli che si davano da piccoli. 

Li fece sentire più uniti che mai, proprio come erano sempre stati. 

 

*

 

-Bene signorina Turner, l’aspettiamo domani alle otto per il periodo di prova. Sii puntuale, e porti con sé tutto quello di cui ha bisogno, le metteremo a disposizione una scrivania qui in studio.- disse l’uomo alzandosi dalla sedia. 

Allyson lo imitò sfoggiando un sorriso solare. Si affrettò a stringere la mano che il signor Jefferson le aveva teso. 

-La ringrazio, signor Jefferson,  per la magnifica occasione che lei mi ha offerto, le assicuro che non la deluderò! – affermò sorridendo riprendendo la sua borsa proprio dietro di lei. 

-Ne sono sicuro, signorina Turner. – disse – è difficile trovare una ragazza così giovane con una  laurea a una delle università più impegnative degli States, che ha conseguito in meno di quattro anni, con già esperienza giornalistica, e che conosce le lingue fondamentali per comunicare con l’Europa, il sud America e parte degli altri territori. È davvero ciò che serve qui. 

-Grazie mille signor Jefferson, arrivederci! – sorrise.

-Arrivederci! – disse

Allyson si stupì di come stesse trattenendo il suo entusiasmo così bene mentre attraversava gli studi di quel fin troppo famoso mensile che era stato il suo sogno praticamente da sempre. 

Arrivò all’ascensore e cercò il suo cellulare: doveva dirlo a qualcuno. 

-Beth! – esclamò

-Ally! Dimmi tutto! – rispose l’amica al cellulare. 

-Beth! Beth! Beth!  - disse gridando sempre di più. 

-Cosa è successo? – chiese – ti ha chiamato il moretto? 

-No, Joe non mi ha chiamato. Chi ci pensa  più a quello! – disse – pensa a qualcosa di bello, stupendo, impensabile!

-Hai avuto il lavoro! – esclamò incredula. 

-Sì. Il punto è dove, cazzo! Da Rolling Stone! Ti rendi conto? Rolling Stone! – stava letteralmente urlando tra le strade newyorkesi. 

-Non ci credo! – disse. 

-Sì! Mio Dio neanche io ci credo! – affermò scendo la scale per la metropolitana. 

-Te lo avevo detto Allyson! Non ti prendono soltanto perché non ti conoscono, e loro sono stati gli unici a volerti dare un possibilità! – disse. 

-Adoro l’uomo che mi ha dato il lavoro, anche se già domani probabilmente lo odierò per quando mi farà sgobbare! – affermò. 

-Cioè, la mia migliore amica lavora da Rolling Stone! Sarò felice di dirlo in giro! – disse.

-Anche io, Beth; non immagini quanto! – affermò – ora devo andare, sono in metropolitana. 

-Ok, ci sentiamo giornalista! – disse

-Ciao fotografa! – le rispose. 

Allyson si sedette su uno dei posti vuoti e si mise a pensare, e si ritrovò a sorridere.

“Tu sai che c’è un’altra soluzione, devi soltanto avere il coraggio di cercarla”

Ricordava perfettamente chi le avesse detto quella frase e come per tutto quel tempo non avesse fatto altro che cercare di avere coraggio. Faceva più freddo, erano su un ponte e tutto da lassù sembrava più brutto e triste. 

Era convinta che quel ragazzo fosse stato inviato, mandato da qualcuno, da quel Qualcuno che molti chiamano Dio. Tra quei molti c’era anche lei. 
















Buonasera a tutti!
Nuovo capitolo qui pronto per voi!
E beh, sì, non è lunghissimo, ma ci sono colpi di scena! 
Più andrà avanti e più si complicherà e io sono indietrissimo nello scrivere *evviva*
Ok, fa troppo caldo e io comincio a straparlare!
In ogni modo, vi ho mai detto che siete fantastiche? *-* Cinque recensioni nello scorso capitolo! *-*
Io vi adoro! davvero!
Grazie grazie grazie! Continuate così! Sono davvero felicissima che vi piaccia! 
un bacione!
Marta <3

  
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