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Autore: Daisy Potter    06/01/2007    12 recensioni
Sono passati cinque anni...cinque anni da quando un malinteso ha distrutto le loro vite...o almeno la sua, quella di Akito; Sana sembra essere andata avanti. E dopo tutto questo tempo, è giunto il momento di un confronto...
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

Capitolo 3.

«Akito?»

Il ragazzo biondo si voltò senza dare ascolto alla voce che lo chiamava.

«Akito!!» esclamò Fuka cercando invano di fermarlo, ma lui non le dava retta e continuava a camminare in direzione dell’uscita dell’aeroporto, lo sguardo fisso a terra, perso dietro i suoi pensieri.

«Hayama, ascoltami!»

Improvvisamente si sentì tirare per la maglietta e si voltò, fissando lo sguardo tagliente in quello di Fuka. La ragazza non si intimorì, ma sostenne lo sguardo, lasciando lentamente la presa sulla maglia dell’amico, ormai sicura di avere la sua attenzione. Per la seconda volta nella sua vita, fu invece lui ad abbassare gli occhi ambrati, nascondendoli dietro alla frangetta bionda, gesto che fece rimanere Fuka di sasso, e comprese forse solo allora veramente quanto fosse costato al ragazzo venire lì …

«Grazie di essere venuto …» gli disse, senza ottener risposta dal giovane. «Stasera … ci sarai?»

Ancora un volta il silenzio. Akito si voltò.

«Ci penserò …»

E si incamminò nuovamente verso l’uscita, mentre Fuka sospirava rassegnata. Le dispiaceva … le dispiaceva davvero tanto vedere il suo migliore amico in quelle condizioni … vedeva quanto l’argomento “Sana” fosse doloroso per lui, ma sapeva anche che se non lo avesse aiutato ad affrontare la cosa, alla fine si sarebbe sentito ancora peggio, e non voleva che ciò accadesse. Voleva aiutare il suo amico … e voleva aiutare Sana, perché aveva capito dal suo sguardo quando era arrivata che anche lei aveva una questione in sospeso che avrebbe fatto meglio a risolvere. soprattutto ora che era imminente il suo matrimonio con Naozumi.

E così, non poté fare altro che sperare che il biondino avrebbe partecipato alla festa, affrontando le sue paure invece che sfuggirvi come aveva fatto per troppo tempo, mentre con i suoi amici raggiungeva la sua auto.

 

aha

 

Una moto sfrecciava nel traffico con velocità. Superò un semaforo da poco diventato rosso accelerando con rabbia, scattando in avanti un attimo prima che le auto partissero, mentre l’urlo furioso dei clacson la accompagnava per un tratto nella sua folle corsa. Le marce scalavano rapide, le ruote divoravano l’asfalto, il motore rombava aggressivo e la marmitta ardeva tremando, sputando ogni tanto del fumo nella scia che si lasciava alle spalle. Il ragazzo che domava quel mostro di metallo guardava dritto di fronte a sé, gli occhi profondi che fissavano intensamente l’orizzonte, i capelli biondi che venivano scompigliati dal vento. Il casco giaceva imprigionato nel bauletto posteriore, provocando un rumore secco contro le sue pareti ogni volta che la moto passava su una buca o su un dosso, quasi prendendo il volo. L’aria sembrava tenere lontani i pensieri, farli scivolare via, così il casco gli era sembrato inutile, se non opprimente, in quella corsa. Improvvisamente la velocità diminuì, le marce scalarono con rapidità, e una mano del ragazzo premette con forza sulla leva del freno, quasi piegandola, mentre le gomme inchiodavano, lasciando segni indelebili sull’asfalto. Pochi istanti, e la moto era ferma davanti ad una villetta. Akito spense il motore, calmando così la sua furia e la sua voglia di correre, mentre smontava dalla sella e apriva il cancello di casa sua. Spinse il suo ‘destriero’ ormai placato all’interno, lo parcheggiò sul retro, assicurandolo sul cavalletto, poi entrò in casa. Le chiavi della moto caddero pesantemente sul tavolino dove il ragazzo le lanciò, e qualche istante dopo una porta sbatté violentemente al piano superiore.

Akito sferrò un calcio potente e preciso all’anta di un armadio che si trovava sfortunatamente sul suo cammino, poi si abbandonò sul letto.

Per un attimo, quel giorno, aveva creduto di non farcela … aveva creduto di non riuscire a resistere allo sguardo di Sana, di non riuscire a mantenere quella maschera di freddezza che si era costruito … un secondo di più, e sarebbe crollato, ne era certo. Quando si era avvicinato a lei, abbracciandola, respirando di nuovo il suo profumo, aveva sentito i sensi irretirsi. Se non si fosse accorto subito di ciò che gli stava accadendo e non si fosse scostato all’istante, forse ora la starebbe ancora tenendo tra le braccia, con l’intenzione di non lasciarla più andare via, sotto lo sguardo di Naozumi.

Già, Kamura …

Non era nemmeno riuscito a reggere il suo sguardo di ghiaccio … Non avrebbe resistito nel vedere quella luce di vittoria che sicuramente avrebbero avuto i suo occhi. Non avrebbe resistito a leggere nel suo sguardo una frase del tipo “Ho vinto io, Hayama … Sana non è più tua!”. No, non ce l’avrebbe fatta. Era già troppo sapere che quella era la realtà, non avrebbe sopportato sentirla proprio da lui. Eh già, perché alla fine era proprio lui il vincitore, era lui che era riuscito a prendersi Sana … tutto per colpa di uno stupido sbaglio … uno solo, ma che aveva rovinato una vita … o forse due …

Decise di scacciare quei ricordi, che lo facevano solo stare peggio.

Poi pensò alle parole di Fuka, a quella che era stata quasi una supplica:
«Stasera … ci sarai?»

Ci rifletté. Per cinque anni aveva voluto sfuggire alla vista di Sana, per lungo tempo aveva fatto di tutto per evitare di rivederla … ma ora … ora che l’aveva fatto … ora che l’aveva avuta di nuovo davanti agli occhi, tra le braccia … ora si riscoprì a volerla vedere ancora.

 

aha

 

«Sana?»

La ragazza dai capelli rossi riposava tranquilla accoccolata contro il petto del suo fidanzato.

«Sana?!» ripeté Naozumi, accarezzandole la testa, ma lei non diede segno di averlo sentito.

«Sana, alle otto c’è la festa a casa di Matsui …» le ricordò. Questa volta fu solo un mugolio a rispondergli, mentre la ragazza si stringeva un po’ di più a lui, gli occhi sempre chiusi.

' E va bene, a mali estremi …'

«… Sono già le otto e mezza …»

«Kyaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!!!!!»

Con un urlo assordante Sana balzò giù dal letto, inciampando sul tappeto che stava ai suoi piedi, mentre Naozumi la guardava con un sorrisetto divertito.

«Le otto e mezza?! Fuka mi ucciderà!» prese a sbraitare la ragazza, mentre iniziava a cambiarsi. «Ma che diavolo ci fai ancora lì??» chiese infuriata al ragazzo, che non si era mosso dal letto. «Dobbiamo andare!»

Naozumi sorrise scuotendo la testa, poi le disse:

«Stai calma, sono solo le sette e un quarto, abbiamo ancora tempo.»

Sana lo fissò inebetita.

«C-cosa? Ma tu hai detto …»

«Altrimenti non ti saresti più svegliata.» spiegò lui ,sempre sorridendo, guadagnandosi così una cuscinata in pieno viso.

«Ah, è così?! Tu menti alla tua futura moglie per farla alzare dal letto!?! Ma tu guarda con che razza di uomo ho a che fare …»

«La pensi davvero così?» le chiese lui, abbracciandola e baciandole sensualmente il collo.

«Mmh … potresti farmi cambiare idea?»

Lui la sospinse di nuovo verso il letto, dove si sdraiarono baciandosi. Si scambiarono carezze e baci per alcuni minuti, finché Sana non riacquistò un istante di lucidità e interruppe il ragazzo.

«Dai, ora no … altrimenti arriviamo davvero in ritardo …»

Lui, seppur di malavoglia, lasciò che si rialzasse e raggiungesse il bagno. Una volta sulla soglia la ragazza si voltò. Vedendo l’espressione dispiaciuta di Naozumi e i suoi strategici occhi dolci, gli sorrise maliziosa e gli promise:
«Magari stasera, quando torniamo a casa …» poi sparì oltre la porta, andandosi a preparare per la festa.

 

aha

 

Un’auto parcheggiò di fronte al cancello di una casa del centro di Tokyo. I due passeggeri che stavano sul sedile posteriore scesero, poi uno di loro si avvicinò alla portiera anteriore, il cui vetro era appena stato abbassato.

«Grazie del passaggio, Rei!»

«Di niente, Sana. Divertiti! Ci vediamo tra qualche giorno. A presto, Kamura.» il manager salutò anche il ragazzo, poi rialzò il finestrino e ripartì, lasciando i due davanti alla casa. Sana corse a suonare il campanello, che recitava 'Matsui', e insieme al suo ragazzo entrò nella casa della sua migliore amica. Nessuno dei due degnò di uno sguardo la bellissima moto che era parcheggiata proprio lì accanto, il motore ancora caldo che indicava che era lì da poco …

TOC TO…

Sana fece per bussare, ma scoprì che la porta era già socchiusa, così la spinse e si ritrovò in un corridoio buio. La richiuse alle spalle di Naozumi, poi fece qualche passo avanzando nella casa.

«Muoviti, Hayama …!» sentì bisbigliare poco più avanti, e subito dopo udì il rumore di una porta che veniva chiusa. Sorridendo, mentre teneva per mano il suo ragazzo, la raggiunse e girò la maniglia. Come si era spettata, non appena l’ebbe aperta la luce quasi l’accecò, mente sentiva tutti i suoi amici accogliere lei e Naozumi con un caloroso:
«BENTORNATI!!»

Erano tutti lì, anche la sua vecchia amica Mami-chan e Takaishi, e perfino Komori.

In un angolo, ancora con il cappotto addosso, segno che era appena arrivato, come Sana aveva dedotto dal bisbiglio che aveva udito poco prima, c’era anche Akito …

La ragazza distolse rapidamente lo sguardo da lui, che per conto suo non l’aveva nemmeno alzato quando era entrata nella stanza, e corse a salutare gli amici che non aveva visto all’aeroporto. Anche Naozumi venne meglio presentato ai ragazzi, che lo conoscevano più che altro di vista, o per fama, e infine ragazzi e ragazze si trovarono divisi, i primi attorno ad uno stereo ultimo modello intenti nella scelta della musica, le altre a prendere possesso del divano del salotto pronte a sprofondare nel vasto mondo dei pettegolezzi … dopotutto Sana doveva recuperare cinque anni di assenza!

In breve il tavolino davanti a loro fu pieno di bottiglie di alcolici che i ragazzi avevano rubato dalla cucina, e anche le donne se ne servirono senza pensarci troppo. Quando l’alcol fece abbastanza effetto da far venire loro voglia di ballare, le ragazze abbandonarono le loro conversazioni per raggiungere lo spazio vuoto della stanza e seguire il ritmo che Gomi aveva appena fatto partire dallo stereo. Pochi secondi dopo, anche i ragazzi erano 'in pista', e si scatenarono tutti quanti, divertendosi come non avevano più fatto da anni. Si sentirono appena diciassettenni, mentre la musica li trasportava facendoli muovere a ritmo. Sana e Naozumi ballavano vicini, sfiorandosi, sorridendosi.

Improvvisamente la musica si interruppe, e subito proteste si levarono dai ragazzi, ma Fuka le mise tutte a tacere:

«Adesso dedichiamo un canzone a Sana e Naozumi, per il loro imminente matrimonio! Dopo potremo scatenarci di nuovo …»

E con un sorriso, subito ricambiato da Sana, le cui guance si erano leggermente arrossate per l’imbarazzo, cambiò il cd facendo partire un lento.

Naozumi attirò lo sguardo della sua ragazza porgendole la mano, e un secondo dopo erano abbracciati, muovendosi lentamente sul posto, le dita di una mano intrecciate, le teste appoggiate sulla spalla del compagno. I ragazzi, dopo la prima riluttanza, si strinsero nelle spalle e presero per mano le altre ragazze, seguendo anche loro quel ballo. Fuka si strinse a Takaishi, mentre si scambiavano un piccolo bacio, Hisae accettò l’invito di Gomi, lasciandosi cingere la vita, Aya già da tempo si era rifugiata tra le braccia di Tsuyoshi e perfino Mami e Komori avevano deciso di unirsi agli altri. Per tre minuti non si sentì altro che la dolce musica provenire dallo stereo, mentre i corpi delle cinque coppie sembravano fondersi sulla pista da ballo.

Ma improvvisamente l’atmosfera venne rotta da un fischio e lo scoppiare di un applauso. Sana aprì gli occhi, che aveva chiuso lasciandosi andare tra le braccia di Naozumi, e si scostò da lui guardandosi intorno per capire cosa fosse successo, e non le ci volle molto: a qualche passo da lei, Hisae e Gomi avevano appena allontanato i visi abbassando imbarazzati lo sguardo, le guance di un rosso acceso. A quanto pareva, lasciandosi trasportare dalla canzone romantica, si erano appena scambiati il primo bacio! Anche Sana si unì agli applausi, sorridendo felice per il nuovo amore finalmente venuto a galla tra i suoi due amici, poi all’improvviso il lento terminò e Gomi, per distogliere l’attenzione da quanto era successo, corse allo stereo cambiando disco e facendo partire di nuovo la musica tecno. I ragazzi tornarono a scatenarsi. Anche Sana riprese a ballare insieme a Naozumi, ma qualcosa attirò la sua attenzione …

«Vado a prendere un po’ d’aria, ok?» disse in un orecchio al ragazzo, e lui annuì, lasciandola andare. Sana abbandonò il centro del salotto e si diresse verso la terrazza, dove aveva intravisto da dietro le tende una figura appoggiata alla ringhiera. Una volta fuori, l’affiancò, poggiandosi anche lei al parapetto, e disse:

«Ciao, Akito …»

 

Eheh, classica ‘cliff-hanger’, come la chiamano gli inglesi! Cosa si diranno i due protagonisti? Mistero…! ^_^

Grazie mille per i commenti allo scorso capitolo a:

gingi

LizDreamer

Gin_15

Lady Anderson

giulia_88

viola

Sania

miki90

E a Geo88 e miki18 per i loro!

bacioni

- Daisy -

  
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