Capitolo 3 - Riflettere o no?
--- SHAWN POV ---
-Capito? Ora io... Forse mi avrebbe perdonato...
Ma ora... Non mi ha più richiamato...-
-Shawn...- Gus mi rassicurò e
mi abbracciò - Andrà tutto bene. E poi deve riconoscertelo. Gliel'hai detto.
Non è da tutti dopo 7 anni.-
- Ma stai zitto!- Lo scansai via - Non capisci.
Non avrebbe potuto capire...
Ma comunque non potevo comportarmi in quel modo…
Era l’unico che era li a sostenermi…
-Scusami... Non sono in me stesso. -
-Lo so... Non hai mai perso il controllo. Mai.-
-Senti... Metterò a posto questo casino... Incluso
il disordine del nostro ufficio. Ma ora ho bisogno ancora del tempo per
riflettere.-
Presa la giacca andai a casa di papà. Sarei andato
a dormire nel mio vecchio lettino.
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LASSITER POV ---
-Sapevo che non esistevano i sensitivi... Ma
allora... Come faceva ad aiutarvi con i casi?-
Ero abbracciato alla mia fidanzata. Quando dovevo ragionare
mi aiutava molto.
-Beh, potrebbe avere degli agganci, fa amicizia
molto velocemente. Ma può essere anche che è solo sveglio. -
-Ma... mi chiedo. Sei così sicuro di chiamare
quello scienziato? In fondo questa bugia gli ha dato la possibilità di usare le
sue abilità aiutando e proteggendo tanta gente. In fondo non ha fatto nulla di
male. Anzi, in questo ha dovuto nascondere le sue reali capacità passando per
sensitivo... Sicuramente non gli sarà piaciuto molto. Non era egocentrico?-
-Si che lo è. Ma questo non cambia nulla. Ha
mentito a tutti, inclusa la sua stessa fidanzata che sta ora pagando le
conseguenze. Immagino che l'abbia buttato fuori di casa. Ho visto che dorme da
una settimana nel suo ufficio. - mi misi a ridere, lei mi guardò leggermente
contrariata.
- Ascolta, ci ha mentito...-
Marlowe mi interruppe – Ascolta tu. L'ho visto,
non serve che me lo descrivi... Ma secondo me l'hai presa troppo sul personale.
So qualunque cosa farai andrà bene. Ma l'hai visto anche tu. Senza di lui il
lavoro sembra triplicare. Avrà detto una bugia, ma diciamo che lo ha fatto per
un buon motivo…
- Ha mantenuto il segreto per una buona ragione,
ma l’ha inventata solo per non andare al fresco.-
- Aspetta. Stai dicendo che ti ha mentito per non
finire in carcere? Che aveva fatto?-
Non le avevo mai raccontato come era successo.
Non volevo dire “L’ho minacciato di buttarlo
dentro solo perché non credo che sia possibile fare un investigazione
attraverso uno schermo tv”. Perché poi
non ero nemmeno sicuro se ero io ad avere ragione o lui. Durante gli anni avevo
visto anche il padre avere delle idee che hanno mandato avanti un caso
guardando un notiziario. Questione di DNA?
Dirle tutto o no? Mi avrebbe potuto far cambiare
idea, e la mia testardaggine mi disse di stare zitto e andare a dormire…
- Che ore…- Mi girai verso l’orologio- La storia è
troppo lunga. Te la dirò un’altra volta ok?-
-Ok.-
-Notte-
Mi baciò e mi strinse a se.
-Notte.
--- SHAWN POV ---
Bussai alla porta.
-- TUNF! –
Dopo alcuni secondi la porta si aprì.
-Shawn?-
Davanti a me c’era mi a madre. Mi fece entrare.
- Mamma che ci fai qui?-
Era un po’ imbarazzata e si era arrossita alla
domanda.
- Sono venuta ad aiutare tuo padre. Anche se ormai
è guarito bisogna medicare la ferita, e dato che per una settimana non ti sei
fatto vedere, sono venuta ad aiutarlo.-
-Ah. Ok. Io vado a dormire di sopra… sempre se non
lo stai usando tu.-
-No, sto in un albergo. E’ successo qualcosa con Juliet.-
-Niente di che. E’ un periodo un po’ così, passarà. Ora vado a dormire.-
Salii di corsa le scale. Mia madre era una
psicologa, sapeva sempre quando mentivo o quando c’era qualcosa che non andava.
E me ne faceva parlare, sempre, perché secondo il
loro punto di vista è meglio.
Non volevo risentire di nuovo la sua mancanza o il
dolore, o il rimorso per le mie azioni. Andai in camera mia, nella mia vecchia
camera e senza cambiarmi, mi lasciai cadere sul letto, a pancia in giù.
Lasciai cadere lentamente gli occhi.
Volevo riposarmi e non pensare.
Per la prima volta dopo giorni.
Lasciarmi andare.