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Autore: Vitriolic Sheol    20/06/2012    3 recensioni
Due strade completamente diverse trovano il modo di incontrarsi, prima o poi.
Si affiancano, corrono parallele, si intrecciano; a volte una di queste irrompe nel percorso dell’altra stravolgendone il percorso, per poi andarsene altrettanto bruscamente.
A volte con conseguenze inimmaginabili.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Xigbar
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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* Trick.... *

Con fatica girò gli occhi. Li sentiva pesanti, gonfi... Non sapeva cosa le avessero fatto, o se l'avessero drogata, sapeva solo che si era sentita come se le avessero sostituito il sangue con della colla. Era sdraiata, supina, le braccia lungo i fianchi, immobile. Nella semioscurità in cui era immersa, non riusciva a distinguere bene il luogo in cui si trovasse. Optò per il "riconoscimento tattile", visto che braccia e mani erano utilizzabili, anche se a fatica.

Cominciò a tastare... sotto di lei un comunissimo pavimento, ma quando spostò il braccio verso sinistra, facendolo semplicemente scorrere lungo le piastrelle, che cominciò il panico.

Metallo. Freddo. Liscio. Intervallato.

Cilindrico.

Sbarre.

Era in una gabbia, come un animale feroce od un freak da circo. Si tirò su, ma ciò ebbe solo peggiore effetto, poichè urtò la fronte contro altro metallo. La gabbia era minuscola, circa 120 cm di altezza per altri 60.... Si sedette, con la schiena contro le sbarre, le ginocchia adese al petto, cinte dalle braccia....

**************

Si trovava a circa 50 centimetri da lei e non riusciva a smettere di guardarla. Si era rannicchiata in un angolo della gabbia ed era immobile... sicuramente spaventata, forse sotto shock; ma non era il tempo di farsi prendere da sentimentalismi. Lei, anche se aveva la sola colpa di essersi legata sentimentalmente ad un membro di quella banda, era equalmente una rivale. Ed i rivali vanno eliminati.

Per sempre.

*************

Stette così per un tempo indefinito, poi il panico prese il sopravvento; non ti accorgi quando sta per arrivare, non vverti la sensazioni che provoca rimontando tra i nervi e riscaldando il sangue. Senti solo la scintilla iniziale, la fiammella che dal nulla fa deflagrare l'incendio.

Cominciò ad urlare, a chiamare aiuto, a dare colpi contro le sbarre, del disperato tentativo di romperle o di aprirle quel tanto che sarebbe bastato per sgusciare fuori. Cercò di strappare il pesante lucchetto della minuscola porticina fino a farsi sanguinare i palmi. Ormai era nel delirio del terrore: piangeva, gridava, chiamava chiunque: Axel, Xemnas, Saix, Xigbar....
Xigbar, la sua ancora di salvezza nei flutti di un mondo che negli ultimi anni si era dimostrato troppo crudele nei suoi confronti.

Si dibattè ancora, non curandosi del sibilo che stava pervadendo il luogo; dopo poco cominciò a sentire le membra intorpidirsi ed il respiro farsi lento ed affaticato... i movimenti le risultavano difficili, come se fosse invischiata in un barile di pece. La vista cominciava ad annebbiarsi.

Si fermò.

Era stordita, ma la mente riusciva ancora a pensare.

"Gas..... merd..."

E stramazzò al suolo, priva di sensi.

**************

"Raccontami di te.... non so nulla della tua vita, del tuo passato..."

Era bella. Bellissima, a suo parere, avvolta da nient'altro che non fossero le lenzuola candide del suo letto. Xigbar pensò che nessun'altro posto avrebbe potuto far risaltare la sua bellezza in modo migliore.
Si voltò su un fianco verso di lei, la testa appoggiata al braccio piegato, il cui gomito si puntellava sul materasso, e le carezzò dolcemente il fianco magro e tornito.

"A suo tempo, bambina mia... ora c'è spazio solo per i bei sogni, perchè rovinare tutto quanto con un incubo?"


*************

Una secchiata d'acqua gelida la risvegliò, colpendola in piena faccia. Riprendendosi, si rese conto di essere stata tirata fuori dalla gabbia e spostata in uno stanzone, seduta su una sedia con le mani legate dietro la schiena; allo stesso modo i piedi, costretti alle caviglie da numerosi giri di nastro argentato.

C'era una persona, incappucciata, seduta davanti a lei; aveva le gambe accavallate, le braccia conserte ed era comodamente appoggiato allo schienale.

Quando poi si calò il cappuccio, Elizabeth sentì il suo cuore smettere di battere.

**************

Ricordò la prima volta che litigarono. Un motivo stupido, a detta di Elizabeth, ma Xigbar proprio non lo poteva sopportare quel giovanotto strafottente, che continuava a fissare il corpo della sua compagna mangiandoselo con gli occhi, come si farebbe con un succulento bignè al cioccolato.
Lo aveva seguito nel bagno degli uomini, con le mani che prudevano da un'oretta buona e dopo aver usato la sua testa come scovolino per quel gabinetto putrido, lo lasciò andare fradicio e tremante come un pulcino.

Era riuscito a resistere per un'ora, prima di mettergli le mani addosso... beh, stava davvero facendo progressi.


*************

Avrebbe preferito mille torture fisiche a quella psicologica che stava vivendo. Avrebbe venduto l'anima al diavolo pur di avere un'altra persona davanti che non fosse quella. Avrebbe rinunciato a tutto pur di non vedere l'orrenda verità che le stava innanzi.

Ma non poteva.

Da quando si era calato il cappuccio, mostrandole il volto, tutto si era sgretolato come cenere.
Incontrò i suoi occhi, che le apparvero come due pozzi sconosciuti, grandi, acuti, brillanti...

Occhi che le sembravano quieti, ma che ora le parevano un enigma senza fine.

"Ciao, Elizabeth..."

La ragazza rispose... e le lettere che pronunciò, formando il nome del suo interlocutore, le procurarono, uno ad uno, sanguinanti squarci nell'anima.

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* Angolino dell'autrice *

No, niente. Non ce la possiamo fare... nemmeno questo riesco a farlo diventare l'ultimo capitolo (devo avere una qualche deformazione mentale...). Scusatemi tanto, lo so che non poteve più sopportarmi! Q.Q

Come sempre, il ringraziamento speciale e la dedica, a Reno_From_Turks; se non fosse per lei, questa storia sarebbe già andata nel dimenticatoio.

Arrivederci!

  
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