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Autore: spontaneoussoftassertive    21/06/2012    2 recensioni
Klaine!Vampires. Kurt point of view. "Era da un paio di mesi che ci pensavo e avevo finalmente preso la mia decisione. Volevo passare il resto dell'eternità con lui. Renderlo ufficiale. Sposarci, insomma."
Genere: Angst, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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XI






Ci avvicinammo lentamente, trattenendo tutti il fiato. Arrivati davanti all'enorme fossato un ponte levatoio altrettanto enorme si abbassò, permettendoci di raggiungere il grandissimo portone davanti al quale c'erano due guardie. Due vampiri alti, robusti e dagli sguardi intimidatori. Non indossavano armature, ma semplici jeans e magliette, proprio come noi.
"Chi siete?" chiese quello sulla sinistra.
Mi schiarii la voce, stringendo di più la mano a Blaine. "Ku-Kurt Hummel e Blaine Anderson. Del regno dell'Ohio, America." risposi.
"E cosa volete?" domandò l'altro.
"Volevamo parlare con gli Antichi..." rispose stavolta Blaine.
Ci guardarono male per alcuni secondi, esaminandoci attentamente. "Avete altre armi oltre i vostri paletti?" chiese quello sulla destra.
Sia io che Blaine facemmo cenno di no con la testa.
"Seguiteci." fece l'altro. Mi scambiai un'occhiata con Blaine ed entrambi ci voltammo verso gli altri dietro di noi per vederli un po' intimoriti. Forse non era stata davvero un'ottima idea. E se gli Antichi erano davvero così tremendi? E se non avessero voluto sposarci? E se questi due armadi ci avessero distrutti appena entrati? Perché quando avevo pensato a questo brillante piano non avevo considerato il fatto che sarebbe potuto andare tutto a rotoli? Deglutii a fatica, stringendo sempre di più la mano a Blaine, mentre i due energumeni davanti a noi bussavano al portone. Era un bussare strano, ritmato, probabilmente in modo che chi ci stava dietro recepisse un messaggio.  Il portone si aprì e i due vampiri ci fecero cenno. Li seguimmo all'interno, guardandoci attorno, mentre il portone si richiudeva dietro di noi con un tonfo. La stanza in cui eravamo entrati era davvero enorme. Un grosso lampadario pendeva dal centro del soffitto; arazzi, tappeti e quadri erano appesi sulle pareti e in fondo c'era una gigantesca scalinata, verso la quale ci condussero. Salimmo sempre in silenzio, incrociando altre guardie sparse un po' ovunque. O meglio, dedussi che fossero guardie dato che se ne stavano fermi e ci fissavano, ma nessuno aveva delle armi. Visibili. Dopo non so quante centinaia di scalini che sembravano non finire mai, arrivammo in un'altra stanza, grande tre volte quella in cui eravamo prima. I muri erano spogli e la camera era praticamente vuota, eccezion fatta per due cose che assomigliavano a divani-letto posizionati esattamente al centro, con i piedi rivolti alla parete di fronte a noi, quindi noi vedevamo solo parte degli schienali.
Le due guardie ci fecero cenno di fermarci, mentre loro si avvicinavano al centro, inginocchiandosi su un ginocchio ad un paio di metri di distanza dai divani.
"Vostre Altezze, ci sono ospiti che desiderano parlarvi." disse uno dei due.
"Mmm?" si mosse qualcuno da sopra il divano.
"Ospiti, Signore." ripeté la guardia.
"Beh, portate delle poltrone e fateli accomodare!" rispose una voce femminile.
"Subito, Signora!" obbedirono le guardie tornando indietro, superandoci e sparendo oltre la porta. Restammo a guardarli a bocca aperta. Tornarono dopo una decina di secondi con delle poltroncine che sistemarono davanti ai divani. Poi si avvicinarono di nuovo a noi.
"Ora potete sedervi di fronte a Loro. Portate rispetto, o sarete puniti. E se cercherete di ferire o distruggere i nostri Signori, saremo costretti a distruggervi all'istante." ci minacciò quello più alto.
"David, smettila di terrorizzare i nostri ospiti!" lo richiamò la voce femminile.
"Scusi, Signora."
"E tu smettila di traumatizzarmi le guardie, amore." sospirò la voce maschile. "Allora? Dove sono questi ospiti?" brontolò poi mettendosi a sedere, permettendoci, così, di vedere la sua testa.
"Sta' seduto e rilassati! A questo serve!" lo richiamò la donna.
"A me fa solo dormire. Non ci trovo il senso...restare qui sdraiati a guardare delle onde sul megaschermo...non è rilassarsi. E' dormire! E non voglio dormire di notte! Voglio restare sveglio! E fare cose utili! E dormire di giorno!" continuò a borbottare.
"Certo che stai sempre a lamentarti!" sbuffò la donna mettendosi a sedere a sua volta. Le guardie ci spinsero praticamente verso le poltroncine, finché non fummo tutti davanti ai due Antichi. Blaine mi stritolò quasi la mano, guardandomi con la coda dell'occhio. Feci cenno con la testa anche agli altri di inchinarci e gli altri eseguirono.
"Oh! Voi siete gli ospiti!" disse dolcemente la donna. "Vi prego, non ascoltate le nostre guardie! Mettetevi comodi e rilassati. Questa cosa di guardare le onde che si infrangono sulla spiaggia mentre si è coricati comodamente rilassa davvero! Non ascoltate nemmeno mio marito!"
Alzai lo sguardo per incontrare quello di due ragazzi asiatici che ci sorridevano ampiamente. Lei aveva dei lunghi capelli corvini acconciati in due treccie che le incorniciavano il viso, addosso un vestitino rosa e i piedi scalzi. Lui capelli nero pece sparati per aria, un paio di pantaloncini al ginocchio e una maglietta azzurra semplice, anzhe lui scalzo.
"S-salve..." balbettai cercando di ricambiare il sorriso. Dov'era finito tutto il mio coraggio? E anche quello di Blaine e degli altri sembrava essere sparito, dato che nessuno osava fiatare. I due ragazzi ci esaminarono attentamente senza smettere di sorridere.
"Uh! Vedo che c'è qualcuno che non è un vampiro tra noi!" sussultò poi lui, indicando Brittany che si strinse di più a Santana.
"C'è qualche problema se lei non è una vampira?" chiese Santana sfacciata, cercando di nascondere il terrore che però si poteva benissimo leggere nei suoi occhi.
"Cosa?! No, no! Anzi! Io adoro le streghe!" sorrise il ragazzo. "Come ti chiami?" chiese poi gentilmente.
"Brittany Susan Pearce, Signore." rispose Brittany accennando un sorriso.
"Aspetta, Pearce? Sei per caso parente di Susan Ginevra Pearce?"
Brittany annuì. "Era mia nonna, Signore."
"Era?"
"E' morta quando io ero piccola..."
"Mi dispiace. La conoscevamo bene, sai? E' venuta a vivere da noi per una cinquantina d'anni. Poi ha trovato l'amore ed è tornata in America. Bravissima donna!" sorrise la ragazza. Brittany annuì di nuovo, ricambiando il sorriso.
"Ma prego, accomodatevi, davvero! Non mangiamo mica! Sembrate terrorizzati!" ci invitò lui. Facemmo come aveva detto, sedendoci sulle poltroncine e cercando di calmarci, dato che sembravano gentili e disponibili. "Che sciocchi che siamo, amore! Non ci siamo nemmeno presentati!" aggiunse poi colpendosi la fronte con il palmo della mano. Saltò in piedi, facendo una piroetta su se stesso e inchinandosi di fronte a noi. "Michael Robert Chang, signori e signore." rise porgendo poi la mano alla ragazza, aiutandola ad alzarsi e facendole fare una piroetta a sua volta. "E lei è Tina, mia moglie, come avrete immaginato." anche lei si inchinò, alzando elegantemente un lembo del vestito. "Voi siete americani, giusto?"
"Sì, Signore. Ohio." rispose Blaine. Nè io nè lui ci eravamo decisi a lasciare andare la mano dell'altro e continuavamo a stringere forte, le nostre dita intrecciate.
"Oh! E lasciatemi indovinare...tu sei degli Hummel e tu degli Anderson, immagino!" chiese inarcando un sopracciglio e indicando prima me e poi Blaine.
"Sì, Signore. Principe Kurt Elizabeth Hummel."
"E principe Blaine Joseph Anderson, Signore." rispondemmo.
"Oh, vi prego, chiamatemi Mike! E datemi del tu!" rise alzando gli occhi al cielo. "Non so perché tutti ci trattino come se fossimo così importanti..."
"Beh ma perché voi siete importanti! Cioè, siete gli Antichi! E io che pensavo foste dei vecchietti! Invece siete fighi! Wow!" si esaltò Puck guardandoli entusiasta. Io mi voltai per fulminarlo ma Mike scoppiò a ridere.
"Fighi? Davvero?" chiese rimettendosi a sedere imitato da sua moglie.
"Sì!" annuì Puck.
"Beh, grazie del complimento...."
"Noah Puckerman, Signore-volevo dire, ehm, Mike." si corresse velocemente. "Ma tutti mi chiamano Puck."
"Anche tu sei figo, Puck!" gli sorrise Mike, alzando un po' lo schienale del divano e mettendosi più comodo. "Specialmente per quella cresta! Mi piace!"
A Puck brillarono quasi gli occhi dalla gioia. "Sam! Mi ha detto che sono figo! Mi ha detto che sono figo!!" esultò strattonando per un braccio Sam, seduto accanto a lui, che sospirò alzando gli occhi al cielo.
"Scusatelo, a volte si fa prendere dall'emozione. E' come un bambino..." Mike e Tina risero. "Io sono Samuel Evans. Ed entrambi viviamo con gli Hummel."
"Immaginavo." sorrise Mike. "Mentre voi altri siete degli Anderson, vero? Tu devi essere l'altro principe, giusto?" aggiunse indicando Cooper.
"Esatto. Cooper Anderson." annuì Cooper.
"E io sono loro cugina, Santana Lopez." si presentò Santana.
"La ragazza della strega Brittany?" chiese curioso Mike.
"La ragazza di Britt, sì."
I due ragazzi - anche se avevano chissà quante centinaia di anni, sembravano dei ragazzi come noi - ci sorrisero ampiamente.
"E cosa ha spinto i due principi delle famiglie rivali e il loro seguito dall'Ohio fino a qui?" chiese Mike.
Mi shiarii la voce, deglutendo un paio di volte. "Noi...cioè, Blaine ed io...volevamo unirci in matrimonio..." risposi.
Tina sorrise ancora di più, applaudendo le mani piccole e curate. "Adoro i matrimoni!"
"Oh! E' una bella notizia e...siete venuti fin qua per invitarci?" chiese un po' confuso Mike.
"Ve-veramente no..." balbettai. Tina si rattristì subito, mentre Mike sembrava ancora più confuso. "Cioè...non proprio..."
"Volevamo chiedere a voi di sposarci..." mi aiutò Blaine.
Mike piegò la testa di lato, guardandoci perplesso. "Perché noi?"
"Beh, perché come hai detto noi siamo di famiglie rivali e i nostri padri ci avrebbero impedito di sposarci. E pensavamo che, magari, se foste stati voi a sposarci, non avrebbero potuto opporsi a noi, dato che se noi due ci sposiamo, diveniamo automaticamente entrambi re. E se diveniamo re, uniremo di nuovo i nostri clan sotto un'unico regno. Niente più litigi..." spiegai.
Mike mi guardò per un attimo incerto. "E di chi è stata l'idea?" chiese inarcando un sopracciglio.
"M-mia..." sussurrai.
"Ma-ma se per voi è un problema....ce ne andiamo e-e..." iniziò Blaine.
"Cosa? No, no! E' un'idea geniale!" esclamò Mike sorridendo.
Io e Blaine spalancammo gli occhi, boccheggiando per alcuni secondi. "Geniale?" ripetei.
"Sì. Era da parecchio che speravo tornasse la pace tra i vostri clan. Non mi piace ci siano discordi tra noi vampiri. E da quando è morto mio padre e sono salito io al potere, sto cercando di riportare la pace ovunque, anche se non è facile. Specialmente nel vostro caso! Non ero ancora riuscito a trovare una soluzione. Non sapevo che i due principi, ehm, stessero insieme..."
"Sì, beh, diciamo che siamo stati molto attenti perché nessuno ne venisse a conoscenza..." risposi.
"Ovviamente!" sorrise lui. "E allora, questo matrimonio? Quando volete che si tenga?" chiese poi, rimettendosi a sedere e facendo scorrere lo sguardo da me a Blaine.
"A-anche subito!" rispose Blaine.
"Uhm, con subito, intendete subito, subito??" domandò ridendo.
"Quando volete!" sorrisi io.
"No, più che altro perché penso ci voglia un po' per tornare in Ohio..." inarcò un sopracciglio guardando sua moglie. "Tesoro, ti va una gita fuori programma?" le chiese. Tina sorrise entusiasta annuendo. "Bene!"
"A-aspetta...venite in Ohio?" domandai confuso, notando gli sguardi perplessi anche degli altri. "Non ci sposate qui?"
"Beh, ma voi non abitate qui! E tutti i vostri parenti, così, non potrebbero assistere!"
"Ma-ma non è necessario che vi scomodiate..." iniziò Blaine.
"Per noi è un piacere! E' da tanto che non veniamo in America e un giretto non può che farci bene!" rise. "E poi...sempre meglio che starsene qui a guardare delle onde..." sussurrò guadagnandosi uno schiaffo sulla schiena dalla moglie.
Solo in quel momento mi ricordai che quando siamo entrati stavano parlando di onde e alzai gli occhi al soffitto, sul quale era attaccato un enorme televisore al plasma. Ma davvero enorme! Grade quasi come la metà della stanza. Ma invece che un film o uno di quei stupidi programmi televisivi che guardava mio fratello con sua moglie, erano trasmesse delle onde del mare. E probabilmente era davvero rilassante starsene a guardarle.
"Belle, vero?" chiese Tina.
Riportai lo sguardo su di lei, sorridendole e annuendo. "Bellissime!"
"Oh cavolo! Che sbadati!" saltò su Cooper aprendo lo zaino che portava in spalla e iniziando a frugarci dentro. "Ci siamo scordati di offrirvi qualcosa come dono!" sorrise poi alzandosi dalla poltroncina e porgendo a Mike le due bottiglie di sangue pregiato.
"Grazie! Anche se non era necessario!" gli sorrise Mike.
"Che scortese! Io non vi ho chiesto se volevate qualcosa da bere!" si scusò Tina. "David!" richiamò la guardia di prima che accorse. "Porta qualcosa da bere ai nostri ospiti."
"No, no, siamo a posto!" sorrise Blaine.
"Sicuri?" chiese la guardia.
"Sì, grazie." sorrisi anch'io.
"Ok, come non detto!" lo congedò Tina con un gesto della mano, e la guardia se ne tornò di nuovo alla porta.
"Aspettate, ma questo è sangue delle cantine Schuester! Avete conosciuto Artie e Mercedes?" domandò esaminando le bottiglie.
"Uhm, sì." risposi io.
"A dir la verità ci hanno accompagnato loro fino a qui dalla Romania..." fece Blaine.
"Ma se la sono squaglata quando siamo arrivati qui al castello." proseguì Coop.
"Tipico." sospirò. Noi lo guardammo un po' confusi. "Un mese fa, stavano inseguendo dei cacciatori che cercavano di ucciderli, e per sbaglio li hanno condotti qua. I cacciatori hanno subito capito che questo doveva essere un castello importate e si sono avventati su di noi, dimenticandosi di loro. E da allora pensano che noi ce l'abbiamo con loro per aver portato qui dei cacciatori. Ma non è così. Ho provato a fermarli e parlar loro, ma ogni volta che mi vedono scappano e penso di averli spaventati ancora di più..." scosse le spalle, aggrottando la fronte.
Ci scambiammo delle occhiate un po' perplesse per poi scoppiare a ridere. "Sono simpatici, però!" sorrise Brittany.
"Sì, immagino, solo...non dovrebbero avere così paura di noi...e poi, davvero, io incuto così tanto timore??" ci chiese Mike.
Ridemmo tutti. "Nah..." fece Puck.
"Forse solo un po' all'inizio..." ammisi io. E ineffetti era vero. Ma poi erano riusciti entrambi a metterci a nostro agio e tra una chiacchera e l'altra non mi ero nemmeno accorto di essermi calmato.
Mike rise ancora. "Beh, sono contento che ora non vi faccia più paura!"
"No, no...come ha detto il mio ragazzo, siete fighi!!" sorrise Sam.
"Beh, grazie anche a te, Samuel!"
"Sam...Sam, per gli amici."
"Ok. Grazie anche a te, Sam!" sorrise Mike.
Solo in quel momento mi resi conto anche di un'altra cosa. Un'altra mia paura era quella che gli Antichi non ci avrebbero sposati perché dello stesso sesso, ma apparentemente non avevano alcun problema con gli omosessuali, dato che non avevano fatto una piega sul matrimonio tra me e Blaine, erano sembrati contenti della relazione tra Brittany e Santana, e non avevano dato cenno di aver problemi nemmeno nei confronti di Puck e Sam. Sospirai sollevato, aprendomi in un enorme sorriso ed allentando la presa sulla mano di Blaine, che si rilassò a sua volta, sorridendomi.
"Allora." richiamò l'attenzione su di sé Mike. "Potremmo farcela a piedi e metterci un paio di giorni o tre, oppure, cosa che preferirei, possiamo usare il nostro jet privato." propose.
"Jet privato?" chiese Santana.
"Sì. Lo guidano umani, così, di giorno, noi possiamo rintanarci e dormire mentre loro continuano a pilotare senza problemi. E poi non sprechiamo energie."
"Ok. Per noi va bene!" annuì energicamente Cooper. "Non ne posso più di camminare!" sbuffò.
"Scansafatiche!" lo canzonò Blaine.
"Ehi! Tu hai passato la maggior parte del tempo o a dormire o in spalla ad altri!" replicò Coop.
"Sì, ma non per colpa mia!" mise il broncio Blaine.
Mike e Tina risero di nuovo. "Poi voglio un racconto dettagliato della vostra avventura! Mi piacciono le storie avventurose!" disse entusiasta Mike.
"Certo!" acconsentì Blaine.
"Un attimo ma..." mi intromisi io. "Se torniamo in Ohio vuol dire...vuol dire che avremo anche più tempo, giusto?"
"Sì..."
"Quindi posso organizzare io il matrimonio!" esclamai realizzando solo in quel momento la cosa.
"Sì!" mi guardò seria Tina puntandomi l'indice destro verso di me. "Ma solo se potrò aiutarti! Io adoro davvero tantissimo i matrimoni!" sorrise.
"Affare fatto!" risposi cercando lo sguardo di Santana e Brittany che alzarono i pollici verso l'alto entusiaste anche loro.
"Bene, allora sistemiamo un paio di cose qui al castello, mezz'oretta, e poi partiamo, ok?"
"Certo!" acconsentimmo io e Blaine all'unisono.
"Potete aspettarci all'entrata con David." aggiunse indicando la guardia che ci accompagnò di nuovo nella sala dove eramo precedentemente. Lo seguimmo, chiaccherando contenti della missione portata praticamente a termine con successo e io, Brittany e Santana sul matrimonio da organizzarsi.
"Sarà il matrinomio del secolo!" esclamai abbracciando da dietro Blaine e baciandolo sulla guancia.
"Sì!" annuì, voltando la testa e ricambiando il bacio. "Specialmente se sarai tu ad organizzarlo!"








Wow! Non pensavo di riuscire ad aggiornare così presto! Ed invece eccomi di nuovo qui! :) Finalmente gli Antichi! Penso ormai fosse scontato che avessi scelto Mike e Tina, dato che erano l'unica coppia rimasta {se si escludono Rory e Sugar che non so se riuscirò ad inserire a questo punto :( }. E ho spiegato anche perché Mercedes ed Artie se la sono svignata in quel modo. E sì, la guardia che si chiama David è David Karofsky! L'altro è Azimio, ovviamente ;)
Al prossimo capitolo! :)
Sil
   
 
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