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Autore: MadHatter96    21/06/2012    2 recensioni
"… sì, quello è un ragazzo! Avrà circa la mia età: è abbastanza alto, dei capelli biondi tagliati a caschetto irregolare gli ricadono sugli occhi color ghiaccio e un crocifisso gli ricade sul petto. Questa visione mi fa provare una sensazione di sollievo, supportata anche dalla tavoletta di cioccolato che sgranocchia: per me il cioccolato è sempre stato un simbolo di allegria..." (MelloxSayu)
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mello, Sayu Yagami, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Destino
 
Capitolo 19
 
Superiamo  l’ennesima  auto. Ma dov’è finito?
Scruto ogni mezzo di trasporto che i miei occhi riescono a scorgere ma non vedo nulla che possa appartenere a Mello.
Matt ha detto che ha usato il camion del Disneyland… e pensare che fino a due settimane fa la mia preoccupazione più grande era quella di curarlo dalla febbre, adesso devo salvargli la vita!
“Eccolo!!” Il grido di Matt mi fa sussultare.
Aguzzo lo sguardo e lo vedo: è un bel po’ più avanti di noi, ma almeno è vivo… fin che guida è vivo no?
“Corri! Corri!!” Grido sporgendomi con il busto in avanti. Matt si lascia scappare un sorriso: se non fossimo in una situazione del genere scoppierebbe a ridere!
Il suo piede preme l’acceleratore al massimo e sfrecciamo tra le auto che suonano irritate e si spostano ai lati della strada per non scontrarsi con noi.
In una situazione del genere normalmente avrei gridato ma ora… sarei disposta a saltare sopra quel camion…
“Devi saltare sul camion.” Matt è serio.
“Cosa?!” Ma che fa?! Mi legge nella mente?! Ma io scherzavo… cioè no. Ma lui è più esperto di me no?! Cioè… Matt sveglia! Sono una studentessa universitaria che esce con gli amici a divertirsi… non un’agente segreto come quelli dei telefilm americani.
“Eri disposta a fare tutto per Mello no?”
È vero. In gioco c’è la vita di Mello… non posso farmelo portare via. Non anche lui, lo difenderò con le unghie, con i denti e se necessario anche con il sangue.
“Sì. Sì, va bene. Faccio quello che mi dici tu.”
Matt sorride ironico: “Sayu Yagami eh? Che ragazza intrepida…”
Io mi sento arrossire visto che intrepida non lo sono per niente…
“Ok, ascolta… vedi che sopra il faro posteriore c’è una sporgenza? Quando mi sono affiancato tu apri la porta e salta lì. Mi raccomando  tieniti forte e fai presto. Apri velocemente il portellone e saltaci dentro… avrai poco tempo: appena si accorgerà che lo stiamo seguendo farà di tutto per seminarci.”
Le mie mani tremano. Ho paura… non tanto di farmi male, ma di fallire.
Se sbaglio… lui… no! Non succederà!
Scancio la cintura di sicurezza e mi preparo per aprire la porta: “Matt, dimmi tu quando.”
Lui annuisce: “Tranquilla, vedrò di renderti le cose più semplici che posso.”
Sospiro profondamente per darmi coraggio… poi non avrò più il tempo per farlo.
Sento la macchina correre in avanti e pian piano il camion si avvicina.
Sento lo stomaco contorcersi, sono tesa… anzi, terrorizzata.
Lo sto facendo per Mello. Lo sto facendo per Mello. Lo sto facendo per Mello.
Stingo la maniglia della portiera e la apro con tutto il coraggio che sorprendentemente riesco a trovare in me e mi preparo.
Tre
Due
Uno
“Ok, vai!” Grida Matt e io automaticamente, senza pensarci su, mi do la spinta.
Per quei pochi secondi in cui non ho sostegno percepisco perfettamente la velocità con la quale stiamo viaggiando; il camion passa davanti al mio viso e io ho la percezione  di perderlo mentre l’auto da cui sono saltata sfreccia in avanti. Porto automaticamente le mani in avanti cercando di afferrare qualunque cosa mi possa regalare un minimo di stabilità… anche una ragnatela va bene, basta sia qualcosa a cui aggrapparmi.
Riesco ad afferrare qualcosa di freddo e il mio piede riesce ad appoggiarsi su un piano più solido.
Mi lascio sfuggire un grido quando sento il peso ricadere all’indietro sul piede ancora sospeso nel vuoto; mi aggrappo con tutte le mie forze all’asta di ferro serrando gli occhi.
Quando finalmente contro la forza dell’aria riesco a portarmi in avanti facendo aderire il mio corpo alla superfice liscia del camion mi accorgo che ha girato e non siamo più in autostrada: come ha fatto ad uscire?!
Non importa, sebbene la rapida mossa mi abbia messo in difficoltà non è finita.
La velocità del camion è diminuita… che si sia accorto che io sono dietro?
Scuoto la testa e facendomi coraggio mi stacco un po’ dal camion e tiro la sbarra facendo aprire lo sportellone dalla parte opposta alla mia, scivolo per tutta la superfice fino a raggiungere l’apertura e finalmente mi trascino dentro mentre sento il camion girare nuovamente con molta più lentezza.
Mi lascio cadere in ginocchio: è finita.
Serro gli occhi portandomi una mano alla fronte cercando di riprendere fiato.
Dopo qualche secondo istintivamente alzo lo sguardo incrociandone un altro sorpreso… è femminile…  metto a fuoco la figura davanti a me: è la giornalista! È Kiyomi Takada!!
Mi rialzo in piedi per fissarla meglio: è spaventata?
No, è stupita: mi fissa con gli occhi grigi sgranati e la penna che regge in mano trema.
“Y-Yagami…?” La sua voce trema dalla sorpresa ma la mia attenzione è attratta dagli oggetti che tiene stretti tra le dita: una penna e un pezzo di foglio.
Sono oggetti comuni eppure… il quaderno della morte…?
Cos’è il quaderno della morte?
Nessuno me lo ha mai detto ma… uccide, vero?
Il panico mi assale: mi lancio contro di lei e sbatto il dorso della mia mano contro la sua facendo scaraventare via ciò che reggeva.
Il camion si è fermato… non me ne ero accorta.
“Che stavi facendo?” Le chiedo con una voce tra il disperato e il furioso.
“Sayu…”
“Non pronunciare il mio nome.”
Butto l’occhio sul foglio: Mihael K
Mihael… è un nome… perché, mi fa provare questo brivido?
Torno a fissare gli occhi dei Takada che ancora mi guardano come ipnotizzati: “Light… e tuo fratello fa tutto questo per proteggerti… lo tradisci…” Non so se si sta rendendo conto di quello che dice.
Mio fratello?
Cosa centra mio fratello in tutto questo?!
Sta facendo cosa?! Sta cercando di catturare Kira?! Non lo sto traden…
Un lampo mi trafigge la mente e lo sguardo di Takada lo conferma.
Mi lascio ricadere all’indietro iniziando a tremare… qualcuno mi chiama ma io non sento.
L’unico motivo per cui io possa tradire Light è che…
Porto una mano davanti alla bocca mentre un petardo esplode nel mio petto:
mio fratello, il mio amato e angelico fratello… è Kira.
Urlo.
Le mie dita si ingrovigliano tra i miei capelli mentre con gli occhi sgranati fisso il soffitto.
Continuo ad urlare rannicchiandomi su me stessa.
Non so cosa sto gridando, forse che non può essere vero, forse più semplicemente il nome di mio fratello, o più semplicemente ancora urlo e basta.
Mi trascino rapidamente fuori dalla porta e mi butto su qualcosa che sembra erba.
La stringo, la lacero con le dita mentre mi sento soffocare al contatto con il terreno.
Continuo a gridare mentre le lacrime trasformano in fango la terra sotto di me.
Light, mio fratello, il mio adorato fratello è l’odiato Kira.
Non può essere.
Non è vero.
È un incubo.
Svegliatemi!
Uccidetemi!
Voglio morire! Voglio morire!!!
Fa troppo male! Il petto mi fa male! Soffoco!! Uccidetemi! Non posso sopportare che il mio Light sia… No!! Non può…!
Il mio corpo si contorce sul terreno ancora con il viso rivolto alla terra umida.
Perché sono viva? Perché sono nata? Per essere torturata in questo modo?
Light… che devo fare?! Devo odiarti?!
Guarda che mi hai fatto!! È colpa tua!!
Uccidi anche me! Uccidimi!! Che qualcuno mi uccida!!!
Basta!!!
I miei denti si stringono mentre continuo a urlare e la gola si fa sempre più asciutta.
Voglio morire!... Voglio morire!!!
“Basta!” Una voce mi blocca.
Quella voce… occhi color ghiaccio, il cielo d’inverno.
Sento un peso sopra di me e una mano stringe la mia ancora contorta attorno ad un ciuffo d’erba straziato.
“Basta… Sayu… per favore, basta.”
Qualcosa di caldo mi bagna la guancia; trovo la forza per alzare lo sguardo e dei ciuffi color oro mi ricadono sugli occhi.
Mello.
Mello, il mio Mello. Sta bene.
Giro completamente il volto per incontrare il suo: i suoi occhi, i suoi bellissimi occhi sono inondati dalle lacrime.
Sta piangendo. E lo sta facendo… per me.
Il dolore frustrante di prima si attenua lasciando spazio ad una tristezza immensa ma delimitata.
Sta bene.
Le urla di prima si trasformano in singhiozzi.
Se Light avesse continuato a fare ciò che faceva…
Mi rannicchio contro di lui appoggiando l’orecchio al suo petto: eccolo, il suo cuore.
La mia esistenza. La colonna sonora della mia vita.
Sta battendo.
Batte ancora forte dentro il corpo di lui permettendogli di vivere.
Se Light avesse vinto… lo avrei perso.
Fratello mio… perché mi hai fatto questo?
Sei impazzito. Non sei più Light, sei Kira. Non sei mio fratello, lui è morto.
Va bene così.
Se Mello è salvo, va bene così.
Ancora non riesco ad accettarlo però… Lui è salvo.
Continuo a piangere accoccolata al suo torace mentre le sue braccia mi stringono forte, sempre più forte, come se volessero nascondermi da tutto questo dolore… non può farlo, ma può mitigarlo.
“Rimani con me… non andartene più…” la mia voce è interrotta dai singhiozzi.
Lui si alza leggermente per vedermi in viso: “No, non lo farò più… te lo prometto. Te lo prometto.”
La sua voce è poco più di un sussurro.
Mi accarezza delicatamente la nuca e mentre ancora scendono le lacrime dai miei occhi le sue labbra si appoggiano sulle mie.
Io abbasso le palpebre.
Sì, questa è la cosa giusta.
Sento le sue labbra, il gusto di cioccolato, il suo respiro caldo che si mischia al mio.
La sua lingua mi accarezza dolcemente i denti: quanto lo avevo  desiderato, l’ho aspettato per tutto questo tempo. Da quando lui mi ha rapita inconsciamente questo è stato il mio unico desiderio, e ora sono qui, stretta tra le sue braccia forti e protettive.
Lo sento allontanarsi: no! Non voglio!!
Le mie mani prima posate sul suo petto ora si incrociano sulla sua schiena riportandolo a me.
Lui non oppone resistenza.
Sento le forze lasciarmi, è stato uno stress troppo forte: sto svenendo, lo sento… ma va bene così.
È l’unico modo per riprendermi da quanto accaduto. Tutto ciò che chiedo è un sonno senza sogni, anzi… un sonno dove l’unico sogno sia lui.
Mentre le mie palpebre si chiudono sento la sua mano sui miei capelli: “Dormi Sayu. Adesso ci sono io con te.”
E a me basta questo.
 
Continua…
 

Ciao a tutti!
Stiamo arrivando alla conclusione della storia, i prossimi due capitoli saranno gli ultimi.
Vi prego, continuate a seguire questa Fanfiction fino alla fine, e ringrazio tutti quelli che l’hanno seguita fin ora. Grazie mille e a presto!!

  
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