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Autore: LadyMerendina    21/06/2012    0 recensioni
Italot: un Regno diviso in Regioni, ogni Regione ha il suo Sovrintendente. Tutti riuniti sotto un Grande Re: Uther Pendragon. Qui viene narrata una storia di potere, congiure, amicizia, amore e tradimenti. Protagonisti il Re, il suo Consigliere, un gruppo di combattenti coraggiosi, e come al solito dei nemici da battere.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Morgana aveva la fortuna di essere una bellissima ragazza senza doversi riempire il volto di cosmetici: era quello che attirava i ragazzi, il fatto che fosse bellissima anche acqua e sapone. Però era una giovane dedita agli studi e preferiva non innamorarsi così giovane, con il rischio di mandare a monte la carriera da strega. Prima lo studio, e il Diploma, poi l’amore.

Nonostante tutto quella sera si era truccata, si era acconciata i capelli e si era messa un abito davvero sontuoso: sembrava un angelo.

 

“L’ho fatto per un’occasione, Giulia.” disse all’amica, che paragonava quel suo atteggiamento a ‘Nimil’, la ragazza tutto fondotinta e niente cervello, “Lo sai che non ho niente a che vedere con quella sciacquetta. In ogni caso, ha il diritto di scegliere lei: porpora o verde smeraldo?”

 

Silvia se ne stava seduta sul letto a gambe incrociate, con i capelli ancora sciolti e disordinati e accappatoio al posto del vestito. Il battibecco di quella sera era dovuto a ‘come avrebbe dovuto vestirsi per incontrare Merlino’.

 

“A me basta essere preparata entro venti minuti, Morgana, sul serio. Non ha importanza.”

 

“Oh, avanti!” sbottò Giulia. “Mettile un vestito, legale i capelli e falla uscire: che differenza farà?”

 

Morgana la squadrò, stizzita: “Deve fare colpo su un ragazzo!”

 

Silvia, scocciata, si alzò dal letto e afferrò il vestito color porpora, aggiungendo: “È più largo e più lungo, risalterà meno le  mie  ciccette.”

 

Giulia incrociò le braccia e si preparò a sfidare l’amica, ma Morgana, dal canto suo, era irremovibile. “Se a Merlino piace sul serio, non ha bisogno di essere una bambola, perché gli piacerà lo stesso.”

 

Morgana sospirò. “Sì.. hai ragione, Giuli. Scusami, Silvia. A Merlino piacerai sicuramente così come sei. Se vuoi metti pure i jeans, o i pantaloni.”

 

Giulia, dal canto suo, si preoccupava poco: si era messa un paio di jeans, un top rosso legato dietro al collo con scollo a V, e ballerine. Non si preoccupava di fare colpo su nessuno. Quando si trattava di aiutare le sue amiche coi ragazzi, si faceva in quattro… ma quando era lei a dover fare colpo su un ragazzo, allora si chiudeva a riccio. Diventando super-timida.

 

Morgana le sorrise. “Sai che stasera stai benissimo?”

 

Lei chinò la testa sorridendo. “Ti ringrazio...”

 

“Qualcosa non va, Farfy?”, le chiese Silvia .

 

Lei sospirò. “No. No, sto bene. E’ che alle volte, io.. vorrei tanto trovare qualcuno da.. amare. E che mi amasse per ciò che sono. Così come sono...”

 

“Ei, lo troverai!”, le disse Gwen abbracciandola, “Vedrai! Proprio tu che non trovi qualcuno che ti ami! È così semplice affezionarsi a te e volerti bene!”

 

Silvia si cambiò, mettendosi una maglietta semplice e un paio di pantaloni da ginnastica.

 

“Ecco. Ora sei perfetta!”, le disse Giulia.

 

“Sì, tanto non è una vera festa.”, disse Gwen, “E’.. più un grande caos! Si fa festa nelle stanze, a porte aperte, e anche per i corridoi.”

 

Giulia spalancò gli occhi, stupita. “Che cosa?” chiese. “E i professori vi  lasciano?”

 

Morgana ridacchiò, sistemandosi meglio una forcina nei capelli. “Ti ricordo che il Preside è Gaius, se potesse ci lascerebbe distruggere l’intero palazzo!”

 

“Non dire sciocchezze” ribatté Gwen. “È solo molto accondiscendente. A proposito, dov’è Morgause?”

 

“Ci raggiungerà alla festa direttamente con Lèon” rispose sua sorella, dandosi un’ultima sistemata al vestitino blu mare con le pieghe che le arrivava al ginocchio. “Gwen passami quel copri spalle bianco. Oh, grazie.”

 

 “Come mai i dormitori sono ancora vuoti?” chiese Silvia, aprendo la porta e dando un’occhiata ai corridoi. “Io non vedo ancora nessuno.”

 

“Perché dobbiamo andare nell’ala maschile.” le spiegò Morgana, “Noi ragazze non abbiamo bisogno di andare a frugare nei cassetti alla ricerca di boxer... capisci?”

 

Silvia e Gwen scoppiarono a ridere, divertite dall’idea che i ragazzi potessero rubare biancheria intima dai cassetti delle studentesse, ma Giulia storse il naso, come colpita da un pensiero nauseante.

 

“Ci sarà anche quella sciacquetta di Nimil? Non ho voglia di fare a botte stasera.”

 

Morgana guardò stupita verso Silvia, in cerca di spiegazioni. “Chi è Nimil?” domandò.

 

“Sta parlando di Nimueh” rispose la ragazza, stringendosi nelle spalle.

 

Ma Morgana ridusse gli occhi a due fessure. “Dovete stare attente” le avvertì, “Morgause oggi le ha risposto in quel modo perché sa di poterlo fare. Nimueh è una Strega molto potente, e non ci metterebbe molto a mettervi al vostro posto.”

 

“Non mi spaventa affatto!” affermò Giulia, agguerrita. “È al primo anno e ha le nostre stesse basi!”

 

Morgana scosse la testa.

“Niente è quello che sembra. Ricordalo sempre.”, disse per poi sorridere “Ebbene.. siamo pronte, direi! Ragazze, andiamo!”

 

Le quattro uscirono dalla stanza di Silvia e Giulia, per dirigersi nell’ala maschile, dove trovarono davanti agli occhi ciò che le ragazze aveva loro descritto poco prima: le stanze era tutte a porta aperta, e i corridoi erano pieni zeppi di ragazzi e ragazze che ridevano e si rincorrevano. Silvia e Giulia seguirono le due amiche mentre si guardavano intorno estasiate, ridendo.

 

“Cioè … wow!!!”, esclamarono le due in coro.

 

“Ei! Buonasera a voi!”, disse Morgause, “Ragazze. Vi presento Lèon. Il mio ragazzo”

 

Lèon era un ragazzo castano, fisico atletico per via degli allenamenti, un bel sorriso, capelli brizzolati castani, e due occhi scuri.

 

“Piacere di conoscerti!”,disse Giulia .

 

“Sei fortunato, Morgause è una ragazza meravigliosa.”, disse Silvia.

 

“E io sono fortunato che voi abbiate accettato il mio invito, Milady.” Merlino, arrivato davanti a loro, si chinò per baciare la mano a Silvia, “Vi do il Benvenuto alla Scuola. Giulia.”

 

“Buonasera a te, Merlino.”, sorrise lei.

 

In pochi minuti, Morgause si allontanò col suo ragazzo, Morgana si buttò tra la folla salutando ragazzi e ragazze che per Silvia e Giulia erano semplici sconosciuti, mentre Gwen andò alla ricerca del suo fidanzato, Lancillotto. Silvia e Merlino si guardavano sorridendo timidamente.

 

“Bene, ehm.. Io vado a fare un giro. A dopo!”

 

“Eh? Do..dove vai?”, le chiese Silvia “Non.. non vorrai lasciarmi qui.. da sola?”

 

“Non sei sola! C’è Merlino.”, le rispose lei facendole un occhiolino.

Poi si allontanò.

 

Silvia rimase immobile per qualche secondo, non avendo idea di cosa fare, poi si volse verso il ragazzo e ripensò al loro incontro quel giorno a pranzo: se si fosse comportato allo stesso modo allora non avrebbe avuto problemi, perché non avrebbe rischiato di spiccicare nemmeno una parola. Il problema fu che il ragazzo non si comportò affatto come quel giorno a pranzo, ma al contrario fu molto incerto e dubbioso.

 

“A..allora, come ti è sembrato il primo giorno di scuola?” le chiese, bevendo un sorso di aranciata dal bicchiere.

 

“Bé, pesante per i miei canoni.” rispose la ragazza stringendosi nelle spalle. “Più che altro, io ho sempre frequentato un liceo normale, dove non c’erano né la mensa né ore di lezione il pomeriggio. E non c’erano i dormitori, ecco.”

 

Merlino sgranò gli occhi e li puntò su di lei.

“Come fa ad essere normale un liceo che non ha ore di lezione il pomeriggio ,né i dormitori?” domandò, sconvolto.

 

Silvia scoppiò a ridere e si appoggiò alla ringhiera.

“Quello di normale in effetti è... un concetto piuttosto relativo.”,si voltò e sorrise a Merlino. “Hai sentito la ‘vocazione’ di mago fin da bambino?”

 

Per un momento Merlino le si avvicinò con il voltò e lei si bloccò , improvvisamente a disagio.

 

“La mia non è stata una vocazione. Io sono sempre stato un Mago”, rispose. Ed ecco che la sua titubanza tornò a galla: si allontanò da lei , ma a malincuore, come avesse voluto avvicinarsi ancora di più.

 

Silvia non capiva: sembrava davvero frettoloso, ma allo stesso tempo indispettito, come se avesse voluto arrivare al sodo ma qualcosa glielo impediva.

     Si disse <   Avrei dovuto dare ascolto a Morgana e vestirmi con quell’abito color porpora... ora ho rovinato tutto!>  Poi ripensò alle parole di Giulia ,e si disse che invece andava benissimo così.

 

Poi il ragazzo cominciò a parlare a raffica, facendo discorsi quasi senza senso, come se avesse bisogno di un pretesto per tenere gli occhi lontani da lei, ma ecco che si bloccava e le si avvicinava paurosamente al viso, per vacillare qualche secondo e poi tornare a parlare a vanvera.

Silvia non capiva quale fosse il problema: aveva il timore di non piacergli abbastanza, ma allo stesso tempo temeva che lui l’avrebbe infine baciata, rovinando tutto quanto. Era troppo ansioso, avrebbe dovuto aspettare ancora del tempo, dato che si erano conosciuti solo quella mattina.

All’ennesimo discorso insensato Silvia lo bloccò con un sorriso, dicendo: “Io vado a prendere qualcosa da bere.”

E poi si allontanò alla disperata ricerca di un’amica

 

*****************

Giulia era oramai lontana dalla festa, gironzolava in giro per tutta l’ala maschile, trovando qua e là gruppetti di ragazzi che giocavano tra di loro, scherzavano, ridevano, e negli angoli più nascosti persino delle coppiette che si sbaciucchiavano o facevano di peggio. La ragazza scese al piano di sotto, dove trovò molte altre persone. Ferma sulle scale, osservava con un sorriso quei ragazzi che si divertivano tanto. Poi scorse una macchinetta di caffè e merendine, e scese facendosi strada tra la folla di gente che schiamazzava.

 

Davanti alla macchinetta c’era un ragazzo, di spalle, intento a scegliersi una merendina. Mentre aspettava,appoggiata alla parete opposta, lo osservò da dietro: biondo, bel fisico.. tuta da ginnastica..  <Scuola per Cavalieri. Di sicuro.>, pensò.

 

Quando il ragazzo si allontanò, lei si avvicinò tirando fuori una monetina da 20ct, e guardò cosa c’era: Kinder Cereali, Kinder Paradiso, Kinder Pinguì..

 

“Eh no!”, sbuffò lei sottovoce, “Non ci bastava la serata da schifo.. adesso ci si mettono pure le macchinette! Addio Kinder Bueno....”

 

“Kinder Bueno dipendente?”, disse una voce vicina a lei.

 

Così Si voltò.. . e fu come se il tempo si fermasse: Davanti a lei c’era il ragazzo di prima, ma ora la stava fissando negli occhi e non le dava le spalle. E sì, era biondo, fisico atletico,e due occhi blu mare che l’avevano incantata dal primo istante. Che l’avevano catturata nella loro profondità. E un sorriso... a dir poco strepitoso! Sentì chiaramente il viso tingersi del suo ormai abitudinario(fin troppo!!) rossore.

 

“S..sì! Beh,sai.. una volta che sei Kinder Bueno dipendente è.. dura smettere.”, disse a capo chino sorridendo.

 

Lui le sorrise.

 

“Ecco. Prendi. Tanto ce ne sono due. Facciamo a metà.”, disse porgendole uno dei due Kinder Bueno della bustina.

 

Lei lo prese sorridendo, sempre rossa pomodoro, mentre lui sfilò la sua parte e gettò via la carta vuota, ma rimase a guardare Giulia, ferma con il Kinderbueno stretto a mezz’aria: lo osservò per qualche secondo, prima di scoppiare a ridere.

 

Lui rimase un po’ attonito a guardarla, temendo di avere commesso qualche sbaglio ….

 

“Sembra di stare in una pubblicità di Kindebueno,non trovi?”

 

A quelle parole anche lui scoppiò a ridere, e per un  momento a Giulia sembrò di scorgere un guizzo nei suoi occhi, quasi beffardo, ma sicuramente si era sbagliata.

 

“Bé, grazie” disse riconoscente, “Ti devo un Kinderbueno. Vado.. a raggiungere i miei amici, o per lo meno l’unica che non è con un ragazzo.”

 

E detto questo fece per allontanarsi, ma il giovane la bloccò dicendo:

 

“Non mi chiedi nemmeno come mi chiamo?”: il suo tono non era risentito, bensì quasi grato. “In questo caso mi presenterò io. Mi chiamo Artù, frequento l’ultimo anno Cavalieri nell’ala qui accanto.”

 

“Io sono Giulia. Ho iniziato ieri la scuola di Magia” rispose, dubbiosa.

 

Artù notò il suo sguardo perplesso e le chiese cosa ci fosse che non andava.

 

*“Nulla” mentì lei.    “Eppure sono già sicura di averlo sentito questo nome... non è un professore né il ragazzo di qualche mia amica...”

 

Giu- oh, sei occupata.”, Silvia spuntò da un gruppetto di ragazzi, che la guardarono indispettiti, “Andrò a cercare Morgana.” le strizzò l’occhio e fece retromarcia.

 

Ma Giulia si preoccupò d’altro: perché non era con Merlino?

 

“Bé”, disse ad Artù con un sorriso,“ Ora che conosco il tuo corso, ti troverò facilmente per restituirti lo snack. È stato un piacere conoscerti!”

 

“N..no aspetta.”. “coraggio Artù, dì qualche cosa di carino!”

 

Lei si voltò sorridendo.

“Sì?”

 

“Beh, mi chiedevo se … ti andavano due chiacchiere. Ma se hai da fare sei liberissima di andare. Troverò... qualcos’altro da fare.”

 

Giulia sorrise.  “E’ così dolce..!!!” “O..ok. Ehm.. puoi darmi cinque minuti, per favore?”

 

“D’accordo.”

 

Giulia lo ringraziò con un cenno della testa, e rincorse Silvia, prendendola per mano e portandola in disparte.

“Perché non sei con Merlino??”

 

Lei sospirò.

“Io ero con Merlino! Ma stasera è strano, Farfy. Molto strano.”

 

“In che senso?”

 

“Beh... Non parlava più a raffica, come stamani. E mi guardava in modo.. bizzarro. Come se volesse baciarmi... ma poi è come se qualche cosa lo bloccasse.”

 

Lei guardò l’amica aggrottando la fronte.

“Beh, sì.. decisamente molto strano! Ascolta. Non cercare Morghy, tanto non la troveresti. Va’ da Gwen. Lei conosce meglio Merlino, magari sa dirti qual- Oh, Gwen! Giusto te!”

 

La ragazza si avvicinò sorridendo.

“Vi stavo cercando,ragazze. Siete scomparse! Silvia. Merlino è preoccupato, non sei più tornata.”

 

“Ecco, vedi...”

 

“Ragazze, io.. vado. Ho un... Una cosa da fare. Ci vediamo fra poco,ok? Gwen. Il tuo amico è decisamente molto, ma molto strano.”, disse per poi correre via.

 

“Ma..che ha?”, chiese Gwen guardando Silvia perplessa.

 

“Ha conosciuto un ragazzo. Si chiama...”, pensò per qualche secondo fissando il muro, ma niente.. “No, ora proprio non mi viene. Appena lo ricordo te lo dico.”

 

Lei annuì.

“Che problemi ci sono con Merlino?”

 

Mentre Silvia raccontava a Gwen ciò che era successo, Giulia tornò alla macchinetta dove quel ragazzo, Artù, la stava aspettando. Le mani in tasca, e l’aria quasi annoiata.

 

“Scusa! Ti ho..fatto aspettare, e non è gentile.”

 

Lui alzò le spalle,e sorrise. “Non importa. Ci sediamo qui fuori?”

 

Giulia annuì e, a capo chino e il cuore a mille, lo seguì fuori: un vento leggero e caldo li avvolse mentre si sedevano sui gradini dell’ala maschile.

 

“Una Strega, eh? Non ne hai l’aria.”

 

Lei si voltò verso di lui con un sorriso.

“Beh,lo dicono tutti in effetti! Mi dicono sempre che sono troppo.. dolce, per fare la Strega. Ma è.. una mia passione. Il mio sogno. E il mio Dono. È ciò che sono. Così come tu sei un Cavaliere. Che detto tra noi,beh, ne hai..proprio l’aspetto.”, disse arrossendo. Portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Con la coda dell’occhio lo vide sorridere.

 

“Ti ringrazio. Lo prenderò come un complimento.”

 

Il rossore aumentò, e si voltò di scatto verso di lui.

“Ah..ma lo era! Scusa.. sul serio! Non sono..brava con” : decise di cambiare discorso, “Beh, è..  Allora,è.. dura la tua scuola?”

 

“Non particolarmente.”, rispose alzando le spalle, “Per alcuni, però, vedo che è molto difficile andare al passo. Io cerco di aiutarli, ma.. non tutti ce la fanno.”

 

“Dei.. è proprio un bel ragazzo!” pensò lei mentre  le sorrideva.

 

“E dimmi, Giulia, sei venuta da sola?”

 

“Oh, no.”, rispose lei, “Sono qui con Silvia, la mia migliore amica. È in classe con me. Benché già conoscessimo due ragazze che studiano qui. Sempre al corso di Magia.”

 

Lui la guardò incuriosito.

“Come si chiamano? Magari le conosco anch’io.”

 

“Sono due sorelle, una è al III° di Magia, si chiama Morgana. La più grande invece, Morgause, è al . Anche lei di Magia ovviamente. Le..le conosci?”

 

Nel nominare Morgana, le era tornato in mente della conversazione della mattina stessa, quando aveva nominato quel ragazzo che non sopportava.. “Com’è che si chiamava? Uff,non me lo ricordo!”

 

“Hai l’aria assorta” commentò Artù. “Sei sicura di stare bene? Magari sono.. io a metterti a disagio.”

 

“No!”, esclamò fulminea Giulia, “No! No, affatto! È solo che...”, decise di mentire: “È solo che sono molto preoccupata per la mia amica di prima, Silvia.”  Ora Giulia non prestava più attenzione a quel che diceva, le parole le uscivano di bocca e basta, lei non si occupava che fossero sensate o meno: era persa nei meandri della sua mente a pensare quanto fosse carino quel ragazzo.

“Lei ha un amico molto carino.” disse, senza pensarci. E le venne in mente Merlino, mentre pensava a quanto fosse carino Artù e al nome di quel maledetto ragazzo. “Sì. Merlino... A lei piace. È un ragazzo molto carino, ma non ricordo il suo nome.”

 

Artù si rese conto che la ragazza non era molto presente: era come se presentasse i sintomi di una sbornia, eppure era sicuro che fino a pochi minuti prima fosse assolutamente sobria.

 

“E come mai sei preoccupata per lei?” domandò. “È successo qualcosa?”

 

Giulia sentiva come se un velo di confusione e stanchezza le stesse calando addosso, addormentandola pian piano. Volse lo sguardo davanti e sé e notò che una ragazza molto bella, bruna e con i capelli mossi raccolti in uno chignon la stava osservando, con gli occhi concentratissimi su di lei. Si alzò di scatto.

 

Nimil!” urlò.

 

Artù parve sorpreso.

“Le ha fatto le corna?” le chiese, curioso.

 

“Come?”

 

Giulia si riprese all’istante. Un po’ di gente si era voltata a guardarla, ma lei li ignorò, seccata, e cercò con lo sguardo Nimueh, che però si era già allontanata. Rivolse un sorriso tirato anche ad Artù e gli disse che doveva andare, per via di un fatto urgente.

 

Lui non fece in tempo a fermarla perché  lei si diresse a passo svelto all’interno dell’istituto, in cerca delle sue amiche.

 

“Gwen, Silvia! Dobbiamo parlare. Ora. Si tratta di una cosa importante. Aiutatemi a cercare Morgana e Morgause.”

 

Prese per mano le due prima che potessero fiatare o replicare, trascinandole per tutta l’area maschile alla ricerca di Morgana e Morgause. Trovarono Morgana che flirtava con un ragazzo appena conosciuto,nemmeno il tempo di opporsi che Giulia trascinò via anche lei. Trovarono Morgause che parlava con Lèon. E portarono via anche lei.

 

“Ma insomma, Giulia!!! Vuoi dirci che cosa succede!?”,le chiese Gwen esasperata.

 

“Seguitemi!”,si chiusero in una stanza vuota, “Ragazze. Nimil mi ha fatto un incantesimo per mandarmi in confusione!”

 

Silvia stavolta non la corresse, un po’ per lo sconcerto, un po’ perché sapeva che sarebbe stato pressoché inutile: Giulia oramai non la sopportava quella sciacquetta. E faceva bene!

 

“CHE COSA HA FATTO???!!!”, esclamò Morgause allibita, “Quella.. Streghetta da due soldi!! Non ci posso credere!! Non preoccuparti. Ci penso io.”

 

Lei scosse la testa.

“No. Se adesso tu mi aiuti, penserà di aver vinto. Penserà.. che io sono una debole, che ho paura di affrontarla.”, guardò Silvia, “Temo che abbia  colpito anche Merlino.”

 

“Ecco perché era così strano stasera!”, esclamò lei, “Non è giusto! Nimueh ce l’ha con noi, non con Merlino! Non è affatto giusto che debba rimetterci pure lui!”

 

“Come te ne sei accorta?”, le chiese Gwen preoccupata.

 

“Beh.. ero lì ,che parlavo ,e a un tratto mi sono sentita.. strana. Stanca. Le parole mi uscivano e basta. Diamine! Artù penserà sicuramente che sono una stupida...”

 

“Se eri sotto incantesimo magari se n’è accorto.” suggerì Silvia, speranzosa.

 

“Ne dubito” ribatté l’amica, “Tu ti eri accorta che Merlino era stato incantato?”

 

“No, in effetti”. Silvia sospirò, “Ma per quale motivo l’ha fatto?”

 

“Vi ho avvertite”, le ammonì Morgana. “È una Strega potente e pericolosa. Deve avere visto qualche minaccia, in voi. È la figlia del Primo Ministro, un avido e perfido omuncolo al servizio di quell’altrettanto cupido.. vorace e infido governatore che ci ritroviamo.”

 

“Uther!” esclamò con disprezzo Silvia, “Non ci posso credere, Nimueh è figlia del Primo Ministro... Non ho mai conosciuto qualcuno più viscido!”

 

“Stasera sì” la corresse Morgause, “A quanto pare sua figlia è peggio di lui. Dobbiamo stare attente. Abbiamo visto che cosa ha combinato a Giulia e Merlino, ma ancora non sappiamo fino a che punto può spingersi, quindi che nessuno la provochi!”

 

Tutti gli sguardi si puntarono inevitabilmente su Giulia, la quale ricambiò con un’occhiata da angelo sotto alla sui aureola si celano le corna.

 

*“Nessuno, all’infuori di noi, deve sapere di questa storia” le avvisò Morgause, “Quindi, Silvia, non cercare  di rassicurare Merlino dicendogli che il suo comportamento era dovuto ad un incantesimo, chiaro?”

 

La ragazza annuì, poi si volse verso Giulia e bisbigliò: “Io lo sapevo, iscrivermi a questa scuola è stato un grosso errore!”

 

L’amica le tirò un buffetto, poi guardò le altre tre.

“E ora cosa facciamo?”

 

“Per prima cosa” rispose Morgana, “andiamocene da questa festa.”

 

Nei dormitori ora c’era silenzio: la festa era finita tardi, verso le due di notte, ma ciò nonostante le cinque amiche se n’erano andate molto prima e ora erano distese nei rispettivi letti, senza riuscire tuttavia a prendere sonno.

 

“Me l’ero immaginata diversa, come festa di benvenuto alle matricole.” borbottò Giulia, fissando l’amica.

 

“Avrei dovuto usare l’abito color porpora di Morgana.” replicò Silvia, imbronciata.

 

Giulia rise e poi si mise in posizione supina, fissando il soffitto: casa le mancava.

 

“Ti piace molto, vero?”

 

“Chi, Merlino?” Silvia sbottò, e si girò dall’altra parte, “No. L’ho conosciuto solo stamattina, dopotutto. Però ci tenevo ad uscire con lui, perché a pranzo mi è parso molto simpatico e premuroso... Senza contare che sa sicuramente come rompere il  ghiaccio! Ma forse mi sono sbagliata, visto il modo in cui si è comportato alla festa.”

 

“È stata colpa di Nimueh!” contestò Giulia, severa.

 

*“Se mi avesse baciata avrebbe rovinato tutto.”

 

“Ma non l’ha fatto. Credo che tu gli piaccia.”

 

Silvia sospirò, poi tornò a guardare l’amica.

“E tu? Non mi hai ancora parlato del tuo amico: che tipo è?”

 

Giulia arrossì.

“Bé... mi piace molto. Come carattere, intendo. Credo che non ci metterò molto ad invaghirmi di lui.”

 

“Tu sei    già     invaghita.”

 

“Sì, come no, il colpo di fulmine c’è stato quando mi ha offerto metà Kinderbueno ,e l’innamoramento è avvenuto quando mi ha preso per ubriaca.”

Calò un attimo di silenzio, prima che dicesse: “Come serata è stata un fallimento.”

 

Silvia si mosse scomoda tra le coperte.

 “Lo sapevo che non mi sarei dovuta iscrivere .”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono tornataa!!!! =D mi scuso!!!! Immensamente!!

Non è un periodo facile… =’((

Comunque: ebbene. La Festa non è stata esattamente come le due se l’aspettavano: una con un ragazzo incantato (che poi… sarà vero..? ;P ) , e l’altra con il ragazzo che sta antipatico alla sua amica! E in mezzo chi c’è?? Nimil!!! Quella sottospecie di…. AHIA!!!! (scusate,la ragazza in questione mi mena… T_T ) sciacquetta del cavolo!!!! Speriamo bene!!!

XD scusate ma non riesco a scrivere commenti decenti, il caldo fonde il cervello! xP

 

Recensite recensite!!! ^^

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