Morgana aveva la fortuna di essere una bellissima ragazza senza
doversi riempire il volto di cosmetici: era quello che attirava i ragazzi, il
fatto che fosse bellissima anche acqua e sapone. Però era una giovane dedita
agli studi e preferiva non innamorarsi così giovane, con il rischio di mandare
a monte la carriera da strega. Prima lo studio, e il Diploma, poi l’amore.
Nonostante tutto quella sera si era truccata, si era acconciata i
capelli e si era messa un abito davvero sontuoso: sembrava un angelo.
“L’ho fatto per un’occasione, Giulia.” disse all’amica, che
paragonava quel suo atteggiamento a ‘Nimil’, la
ragazza tutto fondotinta e niente cervello, “Lo sai che non ho niente a che
vedere con quella sciacquetta. In ogni caso, ha il diritto di scegliere lei:
porpora o verde smeraldo?”
Silvia se ne stava seduta sul letto a gambe incrociate, con i
capelli ancora sciolti e disordinati e accappatoio al posto del vestito. Il
battibecco di quella sera era dovuto a ‘come avrebbe dovuto vestirsi per incontrare
Merlino’.
“A me basta essere preparata entro venti minuti, Morgana, sul
serio. Non ha importanza.”
“Oh, avanti!” sbottò Giulia. “Mettile un vestito, legale i capelli
e falla uscire: che differenza farà?”
Morgana la squadrò, stizzita: “Deve fare colpo su un ragazzo!”
Silvia, scocciata, si alzò dal letto e afferrò il vestito color
porpora, aggiungendo: “È più largo e più lungo, risalterà meno le mie ciccette.”
Giulia incrociò le braccia e si preparò a sfidare l’amica, ma
Morgana, dal canto suo, era irremovibile. “Se a Merlino piace sul serio, non ha
bisogno di essere una bambola, perché gli piacerà lo stesso.”
Morgana
sospirò. “Sì.. hai ragione, Giuli. Scusami, Silvia. A
Merlino piacerai sicuramente così come sei. Se vuoi metti pure i jeans, o i
pantaloni.”
Giulia,
dal canto suo, si preoccupava poco: si era messa un paio di jeans, un top rosso
legato dietro al collo con scollo a V, e ballerine. Non si preoccupava di fare
colpo su nessuno. Quando si trattava di aiutare le sue amiche coi ragazzi, si
faceva in quattro… ma quando era lei a dover fare
colpo su un ragazzo, allora si chiudeva a riccio. Diventando super-timida.
Morgana
le sorrise. “Sai che stasera stai benissimo?”
Lei
chinò la testa sorridendo. “Ti ringrazio...”
“Qualcosa
non va, Farfy?”, le chiese Silvia .
Lei
sospirò. “No. No, sto bene. E’ che alle volte, io.. vorrei tanto trovare
qualcuno da.. amare. E che mi amasse per ciò che sono. Così come sono...”
“Ei,
lo troverai!”, le disse Gwen abbracciandola, “Vedrai! Proprio tu che non trovi
qualcuno che ti ami! È così semplice affezionarsi a te e volerti bene!”
Silvia
si cambiò, mettendosi una maglietta semplice e un paio di pantaloni da
ginnastica.
“Ecco.
Ora sei perfetta!”, le disse Giulia.
“Sì,
tanto non è una vera festa.”, disse Gwen, “E’.. più un grande caos! Si fa festa
nelle stanze, a porte aperte, e anche per i corridoi.”
Giulia spalancò gli occhi, stupita. “Che cosa?” chiese. “E i
professori vi lasciano?”
Morgana ridacchiò, sistemandosi meglio una forcina nei capelli. “Ti
ricordo che il Preside è Gaius, se potesse ci lascerebbe distruggere l’intero
palazzo!”
“Non dire sciocchezze” ribatté Gwen. “È solo molto
accondiscendente. A proposito, dov’è Morgause?”
“Ci raggiungerà alla festa direttamente con Lèon” rispose sua
sorella, dandosi un’ultima sistemata al vestitino blu mare con le pieghe che le
arrivava al ginocchio. “Gwen passami quel copri spalle bianco. Oh, grazie.”
“Come mai i dormitori sono
ancora vuoti?” chiese Silvia, aprendo la porta e dando un’occhiata ai corridoi.
“Io non vedo ancora nessuno.”
“Perché dobbiamo andare nell’ala maschile.” le spiegò Morgana,
“Noi ragazze non abbiamo bisogno di andare a frugare nei cassetti alla ricerca
di boxer... capisci?”
Silvia e Gwen scoppiarono a ridere, divertite dall’idea che i
ragazzi potessero rubare biancheria intima dai cassetti delle studentesse, ma
Giulia storse il naso, come colpita da un pensiero nauseante.
“Ci sarà anche quella sciacquetta di Nimil?
Non ho voglia di fare a botte stasera.”
Morgana guardò stupita verso Silvia, in cerca di spiegazioni. “Chi
è Nimil?” domandò.
“Sta parlando di Nimueh” rispose la ragazza, stringendosi nelle
spalle.
Ma Morgana ridusse gli occhi a due fessure. “Dovete stare attente”
le avvertì, “Morgause oggi le ha risposto in quel modo perché sa di poterlo
fare. Nimueh è una Strega molto potente, e non ci metterebbe molto a mettervi
al vostro posto.”
“Non mi spaventa affatto!” affermò Giulia, agguerrita. “È al primo
anno e ha le nostre stesse basi!”
Morgana
scosse la testa.
“Niente
è quello che sembra. Ricordalo sempre.”, disse per poi sorridere “Ebbene..
siamo pronte, direi! Ragazze, andiamo!”
Le
quattro uscirono dalla stanza di Silvia e Giulia, per dirigersi nell’ala
maschile, dove trovarono davanti agli occhi ciò che le ragazze aveva loro
descritto poco prima: le stanze era tutte a porta aperta, e i corridoi erano
pieni zeppi di ragazzi e ragazze che ridevano e si rincorrevano. Silvia e
Giulia seguirono le due amiche mentre si guardavano intorno estasiate, ridendo.
“Cioè
… wow!!!”, esclamarono le due in coro.
“Ei!
Buonasera a voi!”, disse Morgause, “Ragazze. Vi presento Lèon. Il mio ragazzo”
Lèon
era un ragazzo castano, fisico atletico per via degli allenamenti, un bel
sorriso, capelli brizzolati castani, e due occhi scuri.
“Piacere
di conoscerti!”,disse Giulia .
“Sei
fortunato, Morgause è una ragazza meravigliosa.”, disse Silvia.
“E
io sono fortunato che voi abbiate accettato il mio invito, Milady.” Merlino,
arrivato davanti a loro, si chinò per baciare la mano a Silvia, “Vi do il Benvenuto
alla Scuola. Giulia.”
“Buonasera
a te, Merlino.”, sorrise lei.
In
pochi minuti, Morgause si allontanò col suo ragazzo, Morgana si buttò tra la
folla salutando ragazzi e ragazze che per Silvia e Giulia erano semplici
sconosciuti, mentre Gwen andò alla ricerca del suo fidanzato, Lancillotto.
Silvia e Merlino si guardavano sorridendo timidamente.
“Bene,
ehm.. Io vado a fare un giro. A dopo!”
“Eh?
Do..dove vai?”, le chiese Silvia “Non.. non vorrai lasciarmi qui.. da sola?”
“Non
sei sola! C’è Merlino.”, le rispose lei facendole un occhiolino.
Poi
si allontanò.
Silvia rimase immobile per qualche secondo, non avendo idea di
cosa fare, poi si volse verso il ragazzo e ripensò al loro incontro quel giorno
a pranzo: se si fosse comportato allo stesso modo allora non avrebbe avuto
problemi, perché non avrebbe rischiato di spiccicare nemmeno una parola. Il
problema fu che il ragazzo non si comportò affatto come quel giorno a pranzo,
ma al contrario fu molto incerto e dubbioso.
“A..allora, come ti è sembrato il primo giorno di scuola?” le
chiese, bevendo un sorso di aranciata dal bicchiere.
“Bé, pesante per i miei canoni.” rispose la ragazza stringendosi
nelle spalle. “Più che altro, io ho sempre frequentato un liceo normale, dove
non c’erano né la mensa né ore di lezione il pomeriggio. E non c’erano i
dormitori, ecco.”
Merlino sgranò gli occhi e li puntò su di lei.
“Come fa ad essere normale un liceo che non ha ore di lezione il
pomeriggio ,né i dormitori?” domandò, sconvolto.
Silvia scoppiò a ridere e si appoggiò alla ringhiera.
“Quello di normale in effetti è... un concetto piuttosto
relativo.”,si voltò e sorrise a Merlino. “Hai sentito la ‘vocazione’ di mago
fin da bambino?”
Per un momento Merlino le si avvicinò con il voltò e lei si bloccò
, improvvisamente a disagio.
“La mia non è stata una vocazione. Io sono sempre stato un Mago”,
rispose. Ed ecco che la sua titubanza tornò a galla: si allontanò da lei , ma a
malincuore, come avesse voluto avvicinarsi ancora di più.
Silvia non capiva: sembrava davvero frettoloso, ma allo stesso
tempo indispettito, come se avesse voluto arrivare al sodo ma qualcosa glielo
impediva.
Poi il ragazzo cominciò a
parlare a raffica, facendo discorsi quasi senza senso, come se avesse bisogno
di un pretesto per tenere gli occhi lontani da lei, ma ecco che si bloccava e
le si avvicinava paurosamente al viso, per vacillare qualche secondo e poi
tornare a parlare a vanvera.
Silvia non capiva quale fosse
il problema: aveva il timore di non piacergli abbastanza, ma allo stesso tempo
temeva che lui l’avrebbe infine baciata, rovinando tutto quanto. Era troppo
ansioso, avrebbe dovuto aspettare ancora del tempo, dato che si erano
conosciuti solo quella mattina.
All’ennesimo discorso
insensato Silvia lo bloccò con un sorriso, dicendo: “Io vado a prendere
qualcosa da bere.”
E poi si allontanò alla
disperata ricerca di un’amica
*****************
Giulia
era oramai lontana dalla festa, gironzolava in giro per tutta l’ala maschile,
trovando qua e là gruppetti di ragazzi che giocavano tra di loro, scherzavano,
ridevano, e negli angoli più nascosti persino delle coppiette che si
sbaciucchiavano o facevano di peggio. La ragazza scese al piano di sotto, dove
trovò molte altre persone. Ferma sulle scale, osservava con un sorriso quei
ragazzi che si divertivano tanto. Poi scorse una macchinetta di caffè e
merendine, e scese facendosi strada tra la folla di gente che schiamazzava.
Davanti
alla macchinetta c’era un ragazzo, di spalle, intento a scegliersi una
merendina. Mentre aspettava,appoggiata alla parete opposta, lo osservò da
dietro: biondo, bel fisico.. tuta da ginnastica.. <Scuola
per Cavalieri. Di sicuro.>, pensò.
Quando
il ragazzo si allontanò, lei si avvicinò tirando fuori una monetina da 20ct, e
guardò cosa c’era: Kinder Cereali, Kinder Paradiso, Kinder Pinguì..
“Eh
no!”, sbuffò lei sottovoce, “Non ci bastava la serata da schifo.. adesso ci si
mettono pure le macchinette! Addio Kinder Bueno....”
“Kinder
Bueno dipendente?”, disse una voce vicina a lei.
Così
Si voltò.. . e fu come se il tempo si fermasse: Davanti a lei c’era il ragazzo
di prima, ma ora la stava fissando negli occhi e non le dava le spalle. E sì,
era biondo, fisico atletico,e due occhi blu mare che l’avevano incantata dal
primo istante. Che l’avevano catturata nella loro profondità. E un sorriso... a
dir poco strepitoso! Sentì chiaramente il viso tingersi del suo ormai
abitudinario(fin troppo!!) rossore.
“S..sì!
Beh,sai.. una volta che sei Kinder Bueno dipendente
è.. dura smettere.”, disse a capo chino sorridendo.
Lui
le sorrise.
“Ecco.
Prendi. Tanto ce ne sono due. Facciamo a metà.”, disse porgendole uno dei due
Kinder Bueno della bustina.
Lei
lo prese sorridendo, sempre rossa pomodoro, mentre lui
sfilò la sua parte e gettò via la carta vuota, ma rimase a guardare Giulia,
ferma con il Kinderbueno stretto a mezz’aria: lo
osservò per qualche secondo, prima di scoppiare a ridere.
Lui rimase un po’ attonito a guardarla, temendo di avere commesso
qualche sbaglio ….
“Sembra di stare in una pubblicità di Kindebueno,non
trovi?”
A quelle parole anche lui scoppiò a ridere, e per un momento a Giulia sembrò di scorgere un guizzo
nei suoi occhi, quasi beffardo, ma sicuramente si era sbagliata.
“Bé, grazie” disse riconoscente, “Ti devo un Kinderbueno.
Vado.. a raggiungere i miei amici, o per lo meno l’unica che non è con un
ragazzo.”
E detto questo fece per allontanarsi, ma il giovane la bloccò
dicendo:
“Non mi chiedi nemmeno come mi chiamo?”: il suo tono non era risentito,
bensì quasi grato. “In questo caso mi presenterò io. Mi chiamo Artù, frequento
l’ultimo anno Cavalieri nell’ala qui accanto.”
“Io sono Giulia. Ho iniziato ieri la scuola di Magia” rispose,
dubbiosa.
Artù notò il suo sguardo perplesso e le chiese cosa ci fosse che
non andava.
*“Nulla” mentì lei.
“Giu- oh, sei occupata.”, Silvia spuntò
da un gruppetto di ragazzi, che la guardarono indispettiti, “Andrò a cercare
Morgana.” le strizzò l’occhio e fece retromarcia.
Ma Giulia si preoccupò d’altro: perché non era con Merlino?
“Bé”, disse ad Artù con un sorriso,“ Ora che conosco il tuo corso,
ti troverò facilmente per restituirti lo snack. È stato un piacere conoscerti!”
“N..no
aspetta.”. “coraggio Artù, dì qualche
cosa di carino!”
Lei
si voltò sorridendo.
“Sì?”
“Beh,
mi chiedevo se … ti andavano due chiacchiere. Ma se hai da fare sei liberissima
di andare. Troverò... qualcos’altro da fare.”
Giulia
sorrise. “E’ così dolce..!!!” “O..ok. Ehm.. puoi
darmi cinque minuti, per favore?”
“D’accordo.”
Giulia
lo ringraziò con un cenno della testa, e rincorse Silvia, prendendola per mano
e portandola in disparte.
“Perché
non sei con Merlino??”
Lei
sospirò.
“Io
ero con Merlino! Ma stasera è strano, Farfy. Molto
strano.”
“In
che senso?”
“Beh...
Non parlava più a raffica, come stamani. E mi guardava in modo.. bizzarro. Come
se volesse baciarmi... ma poi è come se qualche cosa lo bloccasse.”
Lei
guardò l’amica aggrottando la fronte.
“Beh,
sì.. decisamente molto strano! Ascolta. Non cercare Morghy,
tanto non la troveresti. Va’ da Gwen. Lei conosce meglio Merlino, magari sa
dirti qual- Oh, Gwen! Giusto te!”
La
ragazza si avvicinò sorridendo.
“Vi
stavo cercando,ragazze. Siete scomparse! Silvia. Merlino è preoccupato, non sei
più tornata.”
“Ecco,
vedi...”
“Ragazze,
io.. vado. Ho un... Una cosa da fare. Ci vediamo fra poco,ok? Gwen. Il tuo
amico è decisamente molto, ma molto strano.”, disse per poi correre via.
“Ma..che
ha?”, chiese Gwen guardando Silvia perplessa.
“Ha
conosciuto un ragazzo. Si chiama...”, pensò per qualche secondo fissando il
muro, ma niente.. “No, ora proprio non mi viene. Appena lo ricordo te lo dico.”
Lei
annuì.
“Che
problemi ci sono con Merlino?”
Mentre
Silvia raccontava a Gwen ciò che era successo, Giulia tornò alla macchinetta
dove quel ragazzo, Artù, la stava aspettando. Le mani in tasca, e l’aria quasi
annoiata.
“Scusa!
Ti ho..fatto aspettare, e non è gentile.”
Lui
alzò le spalle,e sorrise. “Non importa. Ci sediamo qui fuori?”
Giulia
annuì e, a capo chino e il cuore a mille, lo seguì fuori: un vento leggero e
caldo li avvolse mentre si sedevano sui gradini dell’ala maschile.
“Una
Strega, eh? Non ne hai l’aria.”
Lei
si voltò verso di lui con un sorriso.
“Beh,lo
dicono tutti in effetti! Mi dicono sempre che sono troppo.. dolce, per fare la
Strega. Ma è.. una mia passione. Il mio sogno. E il mio Dono. È ciò che sono.
Così come tu sei un Cavaliere. Che detto tra noi,beh, ne hai..proprio
l’aspetto.”, disse arrossendo. Portandosi
una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Con
la coda dell’occhio lo vide sorridere.
“Ti
ringrazio. Lo prenderò come un complimento.”
Il
rossore aumentò, e si voltò di scatto verso di lui.
“Ah..ma
lo era! Scusa.. sul serio! Non sono..brava con” : decise di cambiare discorso,
“Beh, è.. Allora,è.. dura la tua
scuola?”
“Non
particolarmente.”, rispose alzando le spalle, “Per alcuni, però, vedo che è molto
difficile andare al passo. Io cerco di aiutarli, ma.. non tutti ce la fanno.”
“Dei.. è proprio un bel ragazzo!”
pensò lei
mentre le sorrideva.
“E
dimmi, Giulia, sei venuta da sola?”
“Oh,
no.”, rispose lei, “Sono qui con Silvia, la mia migliore amica. È in classe con
me. Benché già conoscessimo due ragazze che studiano qui. Sempre al corso di
Magia.”
Lui
la guardò incuriosito.
“Come
si chiamano? Magari le conosco anch’io.”
“Sono
due sorelle, una è al III° di Magia, si chiama
Morgana. La più grande invece, Morgause, è al V°.
Anche lei di Magia ovviamente. Le..le conosci?”
Nel
nominare Morgana, le era tornato in mente della conversazione della mattina
stessa, quando aveva nominato quel ragazzo che non sopportava.. “Com’è che si chiamava? Uff,non me lo ricordo!”
“Hai l’aria assorta” commentò Artù. “Sei sicura di stare bene?
Magari sono.. io a metterti a disagio.”
“No!”, esclamò fulminea Giulia, “No! No, affatto! È solo che...”,
decise di mentire: “È solo che sono molto preoccupata per la mia amica di
prima, Silvia.” Ora Giulia non prestava
più attenzione a quel che diceva, le parole le uscivano di bocca e basta, lei
non si occupava che fossero sensate o meno: era persa nei meandri della sua
mente a pensare quanto fosse carino quel ragazzo.
“Lei ha un amico molto carino.” disse, senza pensarci. E le venne
in mente Merlino, mentre pensava a quanto fosse carino Artù e al nome di quel
maledetto ragazzo. “Sì. Merlino... A lei piace. È un ragazzo molto carino, ma
non ricordo il suo nome.”
Artù si rese conto che la ragazza non era molto presente: era come
se presentasse i sintomi di una sbornia, eppure era sicuro che fino a pochi
minuti prima fosse assolutamente sobria.
“E come mai sei preoccupata per lei?” domandò. “È successo
qualcosa?”
Giulia sentiva come se un velo di confusione e stanchezza le
stesse calando addosso, addormentandola pian piano. Volse lo sguardo davanti e
sé e notò che una ragazza molto bella, bruna e con i capelli mossi raccolti in
uno chignon la stava osservando, con gli occhi concentratissimi su di lei. Si
alzò di scatto.
“Nimil!” urlò.
Artù parve sorpreso.
“Le ha fatto le corna?” le chiese, curioso.
“Come?”
Giulia si riprese all’istante. Un po’ di gente si era voltata a guardarla,
ma lei li ignorò, seccata, e cercò con lo sguardo Nimueh, che però si era già
allontanata. Rivolse un sorriso tirato anche ad Artù e gli disse che doveva
andare, per via di un fatto urgente.
Lui non fece in tempo a fermarla perché lei si diresse a passo svelto all’interno
dell’istituto, in cerca delle sue amiche.
“Gwen, Silvia! Dobbiamo parlare. Ora. Si tratta di una cosa
importante. Aiutatemi a cercare Morgana e Morgause.”
Prese
per mano le due prima che potessero fiatare o replicare, trascinandole per
tutta l’area maschile alla ricerca di Morgana e Morgause. Trovarono Morgana che
flirtava con un ragazzo appena conosciuto,nemmeno il tempo di opporsi che
Giulia trascinò via anche lei. Trovarono Morgause che parlava con Lèon. E
portarono via anche lei.
“Ma
insomma, Giulia!!! Vuoi dirci che cosa succede!?”,le chiese Gwen esasperata.
“Seguitemi!”,si
chiusero in una stanza vuota, “Ragazze. Nimil mi ha
fatto un incantesimo per mandarmi in confusione!”
Silvia
stavolta non la corresse, un po’ per lo sconcerto, un po’ perché sapeva che sarebbe
stato pressoché inutile: Giulia oramai non la sopportava quella sciacquetta. E
faceva bene!
“CHE
COSA HA FATTO???!!!”, esclamò Morgause allibita, “Quella.. Streghetta da due
soldi!! Non ci posso credere!! Non preoccuparti. Ci penso io.”
Lei
scosse la testa.
“No.
Se adesso tu mi aiuti, penserà di aver vinto. Penserà.. che io sono una debole,
che ho paura di affrontarla.”, guardò Silvia, “Temo che abbia colpito anche Merlino.”
“Ecco
perché era così strano stasera!”, esclamò lei, “Non è giusto! Nimueh ce l’ha
con noi, non con Merlino! Non è affatto giusto che debba rimetterci pure lui!”
“Come
te ne sei accorta?”, le chiese Gwen preoccupata.
“Beh..
ero lì ,che parlavo ,e a un tratto mi sono sentita.. strana. Stanca. Le parole
mi uscivano e basta. Diamine! Artù penserà sicuramente che sono una stupida...”
“Se eri sotto incantesimo magari se n’è accorto.” suggerì Silvia,
speranzosa.
“Ne dubito” ribatté l’amica, “Tu ti eri accorta che Merlino era
stato incantato?”
“No, in effetti”. Silvia sospirò, “Ma per quale motivo l’ha
fatto?”
“Vi ho avvertite”, le ammonì Morgana. “È una Strega potente e
pericolosa. Deve avere visto qualche minaccia, in voi. È la figlia del Primo Ministro,
un avido e perfido omuncolo al servizio di quell’altrettanto cupido.. vorace e
infido governatore che ci ritroviamo.”
“Uther!” esclamò con disprezzo Silvia, “Non ci posso credere,
Nimueh è figlia del Primo Ministro... Non ho mai conosciuto qualcuno più
viscido!”
“Stasera sì” la corresse Morgause, “A quanto pare sua figlia è
peggio di lui. Dobbiamo stare attente. Abbiamo visto che cosa ha combinato a
Giulia e Merlino, ma ancora non sappiamo fino a che punto può spingersi, quindi
che nessuno la provochi!”
Tutti gli sguardi si puntarono inevitabilmente su Giulia, la quale
ricambiò con un’occhiata da angelo sotto alla sui aureola si celano le corna.
*“Nessuno, all’infuori di noi, deve sapere di questa storia” le
avvisò Morgause, “Quindi, Silvia, non cercare di rassicurare Merlino dicendogli che il suo
comportamento era dovuto ad un incantesimo, chiaro?”
La ragazza annuì, poi si volse verso Giulia e bisbigliò: “Io lo
sapevo, iscrivermi a questa scuola è stato un grosso errore!”
L’amica le tirò un buffetto, poi guardò le altre tre.
“E ora cosa facciamo?”
“Per prima cosa” rispose Morgana, “andiamocene da questa festa.”
Nei dormitori ora c’era silenzio: la festa era finita tardi, verso
le due di notte, ma ciò nonostante le cinque amiche se n’erano andate molto
prima e ora erano distese nei rispettivi letti, senza riuscire tuttavia a
prendere sonno.
“Me l’ero immaginata diversa, come festa di benvenuto alle
matricole.” borbottò Giulia, fissando l’amica.
“Avrei dovuto usare l’abito color porpora di Morgana.” replicò
Silvia, imbronciata.
Giulia rise e poi si mise in posizione supina, fissando il
soffitto: casa le mancava.
“Ti piace molto, vero?”
“Chi, Merlino?” Silvia sbottò, e si girò dall’altra parte, “No.
L’ho conosciuto solo stamattina, dopotutto. Però ci tenevo ad uscire con lui,
perché a pranzo mi è parso molto simpatico e premuroso... Senza contare che sa
sicuramente come rompere il ghiaccio! Ma
forse mi sono sbagliata, visto il modo in cui si è comportato alla festa.”
“È stata colpa di Nimueh!” contestò Giulia, severa.
*“Se mi avesse baciata avrebbe rovinato tutto.”
“Ma non l’ha fatto. Credo che tu gli piaccia.”
Silvia sospirò, poi tornò a guardare l’amica.
“E tu? Non mi hai ancora parlato del tuo amico: che tipo è?”
Giulia arrossì.
“Bé... mi piace molto. Come carattere, intendo. Credo che non ci
metterò molto ad invaghirmi di lui.”
“Tu sei
“Sì, come no, il colpo di fulmine c’è stato quando mi ha offerto
metà Kinderbueno ,e l’innamoramento è avvenuto quando
mi ha preso per ubriaca.”
Calò un attimo di silenzio, prima che dicesse: “Come serata è
stata un fallimento.”
Silvia si mosse scomoda tra le coperte.
“Lo sapevo che non mi sarei
dovuta iscrivere .”
Sono
tornataa!!!! =D mi
scuso!!!! Immensamente!!
Non
è un periodo facile… =’((
Comunque:
ebbene. La Festa non è stata esattamente come le due se l’aspettavano: una con
un ragazzo incantato (che poi… sarà vero..? ;P ) , e
l’altra con il ragazzo che sta antipatico alla sua amica! E in mezzo chi c’è?? Nimil!!! Quella sottospecie di….
AHIA!!!! (scusate,la ragazza in questione mi mena… T_T ) sciacquetta del cavolo!!!! Speriamo bene!!!
XD
scusate ma non riesco a scrivere commenti decenti, il caldo fonde il cervello! xP
Recensite
recensite!!! ^^
Kb