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Autore: _Lils    21/06/2012    1 recensioni
Ciao a tutti! Questa era una storia che avevo già pubblicato e non era ancora completa. Non so come, quando, perché si è cancellata quindi la ripropongo nella speranza che non succeda di nuovo.
Questa è una fan fiction sulla new generation, che mi appassiona tantissimo! Qui troverete tutto quello che amo di Harry Potter: amore, avventura, coraggio e una ragazza che scopre se stessa.
Luce è una ragazza diversa dalle altre e la vita le ha riservato sorprese, a volte dolorose, ma grazie alla sua nuova famiglia e all'amore che le viene donato rinasce dalle ceneri come una fenice. Luce scoprirà quanto è vero che "l'amore è la magia più potente".
Spero davvero che vi appassioni!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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(Ex) Home
 

La mattina entrando nella stanza di Luce Ginny, Hermione e Madama Chips trovarono uno spettacolo inaspettato: Rose Weasley e Lucinda Williams addormentate una di traverso sul letto, l’altra con una gamba sulla pancia di Rose e l’altra giù dal letto. Sul cuscino e sulle lenzuola erano ben visibili i segni di cioccolato e gelatine insieme alle rispettive carte colorate in cui erano contenuti i dolci.
Ginny rise di quella scena, mentre Hermione non si era ancora ripresa dallo shock iniziale e Madama Chips diventava sempre più rossa dalla rabbia, finché sbottò: “Signorina Williams, signorina Weasley! Che diavolo sta succedendo?!” svegliate dalla voce soave della medimaga le dirette interessate, accorgendosi della situazione scattarono sull’attenti senza accorgersi che avevano incrociato le gambe in posizioni assurde durante la notte. Il risultato fu che finirono rovinosamente per terra aumentando così la risata di Ginny che venne però gelata da uno sguardo assassino di Madama Chips.
Le ragazze, ripresero un po’ di contegno e di dignità che era caduta sul pavimento insieme a loro.
“Qualcuno di voi due sa dirmi perché la signorina Weasley non si trovava nel dormitorio femminile Grifondoro questa mattina, ma nel suo letto?” Disse indicando Luce. “Ha bisogno di riposo.” Aggiunse con aria supplichevole verso la diretta interessata, che si sentì immediatamente in colpa per averla delusa.
Guardandosi, sia Luce che Rose iniziarono a parlare a raffica. “è tutta colpa mia davvero..”
“Lei non centra  niente…” le uniche parole che vennero captate dalle tre donne furono  “Quidditch”, “Cioccorane”, “parlare”, “rosso”, “amica”, “letto”, “dormire”.
Fu Hermione a parlare per la prima volta “Calma ragazze, calma. Per questa volta chiudiamo un occhio, ma nessuno dovrà più entrare in questa stanza tranne chi è autorizzato”. Luce guardò implorante Ginny finché la donna, capendo che la sua “protetta” aveva trovato una nuova amica in quel mondo per lei completamente nuovo disse “Ragazze ci potete lasciare sole un attimo. Andate a ricomporvi in bagno intanto”. Rassicurata da uno sguardo di Luce, Rose si fiondò in bagno con l’amica.
Intanto nella stanza Ginny disse “Io credo che Rose possa venire a trovare Luce. Quella ragazza è rimasta sola per due mesi. Le uniche persone che ha visto siamo noi e non abbiamo di certo 16 anni. Ha bisogno di qualcuno che le mostri la nostra realtà da che le è vicino. E poi l’avete viste? Sono già amiche dopo solo una notte passata a raccontarsi la loro vita. Luce per aprirsi con me ci ha messo un mese, con Rose dieci ore. “ Hermione trovò che il ragionamento di Ginny non facesse una grinza e disse “D’accordo. Inoltre Rose è affidabile Poppy, possiamo fidarci di lei.” Dopo vari discorsi di quel tipo riuscirono a convincere anche la medimaga, che richiamò le due ragazze. Queste uscirono dal bagno ridendo come nuove, sembrava che la notte passata a mangiare schifezze e il risveglio agitato fosse solo un ricordo lontano. “Abbiamo deciso che la signorina Weasley potrà tornare quando vuole, ovviamente negli orari prestabiliti, per esempio ora dovrebbe essere a colazione. Invece lei signorina Williams dovrebbe seguirmi nell’ufficio della Preside, la Regina delle Ninfe la aspetta.” Rimproverando con lo sguardo l’infermiera per averglielo riferito in maniera così brusca, Ginny si diresse verso una Luce rimasta pietrificata dalla notizia e le mise un braccio sulle spalle per confortarla. “Ci saremo anche noi, andrà tutto bene Luce”. Rose spontaneamente prese una mano l’amica e le disse “Non preoccuparti, verrò dopo per sapere come è andata”. Riprendendosi dalla trance in cui era entrata involontariamente Luce disse “D’accordo, ma non posso presentarmi così!” . Aveva infatti il pigiama dell’infermeria ancora addosso. Ginny le porse i jeans e la maglietta con cui era arrivata a Hogwarts riparati e puliti con la magia. Prendendo in mano quei vestiti gli occhi di Luce divennero vacui e le donne capirono che stava ricordando.
Dolore, dolore, dolore, dolore, dolore, dolore. Dolore ovunque. Era stanca del dolore, era stanca di lottare, era stanca di tutto. L’unica cosa che vedeva era sangue dappertutto sui pantaloni, sulla maglietta che ormai copriva solo qualche lembo di pelle.
La sua mente era lontana, ma la voce di Ginny vicina. Le aveva prese il viso nelle sue mani e la stava guardando negli occhi, ma Luce non vedeva. La mano di Rose era ancora ancorata alla sua.  “Posso trasfigurarli se vuoi” Luce rispose con voce roca ma ferma “No. Sarebbero sempre gli stessi, è ora di affrontare la realtà” . Ginny non poté essere più fiera di lei in quel momento.
Uscirono dalla stanza e trovarono Scorpius che faceva colazione sul suo letto. Vedendo Rose gli si illuminarono gli occhi “Rose!” pronunciò il suo nome con voce dolce, tanto che la ragazza abbassò lo sguardo con il volto in fiamme mentre  Luce la guardava con un sorriso sornione sul volto come per dire “Te l’avevo detto”. Accorgendosi del suo tono di voce il ragazzo riacquistò la sua maschera imperturbabile e la sua voce gelida “cioè… ehm… Weasley”. “Malfoy”. Appena la porta dell’infermeria Luce sbottò “Oh Rose “Malfoy” l’hai veramente salutato con un “Malfoy”?! Se vi amate davvero vai oltre la sua famiglia” aggiunse sussurrando al suo orecchio. “Lo so Luce, ma se lui non andasse oltre la mia?” “Che senso ha la vita senza qualche rischio?” Con questa frase si separarono.
Luce dall’infermeria all’ufficio della Preside non incontrò nessuno. L’unica spiegazione che le venne in mente fu – saranno tutti a far colazione-. Non sapeva che in realtà quei corridoi erano stati bloccati appositamente per lei.
Arrivata dalla Preside le venne incontro un’altra donna abbracciandola: Nydia.
“Arya! Sono fiera di te. La migliore delle ninfe forse non sarebbe riuscita a sopportare quello che hai dovuto passare tu!”  Le donne che osservavano quella scena erano stupide dal comportamento della Regina delle Ninfe. Era quasi… materna. non potevano sapere che per una Regina delle Ninfe, ogni sua creatura era figlia, sorella e in alcuni casi madre.
“Non avrei mai potuto farcela senza di te.  Mi hai dato qualcosa per cui combattere, al momento giusto.”
“Forse Arya ti ho dato una piccola speranza ma hai fatto tutto tu dopo. Sei riuscita a tirar fuori dal piccolo il grande ed il magnifico.” Ribattè la ninfa.
“Perché mi chiami Arya?” chiese Luce.
“Perché nel nostro mondo tu ti chiami così. Questa è la tua essenza. È un nome importante sai, significa “aria, vento” che per noi sono fondamentali. Sono tra gli elementi che ci sostengono sempre e non mancano mai. Sono battaglieri. Purtroppo non puoi farti chiamare così in questo mondo, anche se certo, hai comunque un bellissimo nome.” Aggiunse sorridendo. “Bene Luce, andiamo al sodo. Sai la tua storia o almeno quello che ci è data di conoscere. Essendo una mezza ninfa per completare la tua formazione dovresti venire nel nostro mondo, ma sei anche una strega, potente oltretutto.”
“Mi state chiedendo di scegliere cosa voglio essere?” Chiese Luce, improvvisamente ansiosa.
“No Luce, è troppo presto. Prima dovrai diventare una ninfa completa e vivere la tua esperienza di strega, dopo deciderai. Naturalmente senza alcuna pressione da parte di nessuno. Vivrai per quanto vorrai a Hogwarts e, durante le vacanze, alcuni periodi li dedicherai alla tua formazione di ninfa, sempre se vorrai certo. Potresti decidere di tornare a vivere tra i babbani con tutta la protezione necessaria.”
“P-p-potrei tornare a casa?”
“Certo Luce, è la tua vita devi decidere tu.” Eccola. La frase che ti pone di fronte al bivio più grande della tua vita. Cosa fare quindi? Prendere tempo e decidere.
“Prima di decidere vorrei fare una cosa. Vorrei tornare a casa solo per un pomeriggio. Sistemare il mio passato o decidere se lasciarlo com’è. Portatemi a casa, per piacere. O quella che ne rimane.”
Dopo qualche cenni, tentennamenti e sguardi preoccupati, la Preside disse:” D’accordo, ma verrai accompagnata da alcuni Auror” “E da me ovviamente” aggiunse Ginny, facendo l’occhiolino a Luce.
Quel pomeriggio Rose andò a trovare Luce in infermeria e la trovò seduta sul letto che fissava fuori dalla finestra con gli occhi vacui: stava cercando di ricordare qualcosa  della sua vita passava. Rose sapeva che in quei due mesi ogni oggetto, ogni persona, ogni sentimento le ricordava qualcosa  del suo passato.
Per questo motivo non la disturbò, lei aveva bisogno di trovare una parte di lei stessa andata persa con i ricordi. Solo dopo cinque minuti gli occhi di Luce e così anche lei tornò al presente accorgendosi della rossa nella stanza. “Oh Rose, scusami pensavo… Allora com’è andata oggi?”
“Normale… però un po’ mi sei mancata! Sai la voce si è sparsa e tutti mi hanno chiesto di te…”
“E- e tu  cosa gli hai detto?” chiese Luce titubante.
“Che non sono affari loro e che ti stai riprendendo. Tranquilla, non direi mai niente su di te senza prima avere il tuo permesso! Voglio dire siamo… amiche?”
“Certo che siamo amiche! Ti voglio già bene Rosie” disse Luce sollevata. Un sorriso illuminò il volto di Rose che disse “Anche io Lucy” Luce fece una smorfia sentendo il nomignolo che odiava e lei lo sapeva bene, le aveva raccontato tutto quello che sapeva di lei in una notte. Vedendo il volto contrito di Luce, Rose rise e disse “Ahahah ok ora basta smancerie, non ne sono portata.”
“Già ci verrà il diabete se continuiamo con tutto questo miele.”
“Giusto. Allora, cosa ti ha detto Nydia?” Un’ombra passò sul viso di Luce che disse “Beh sono davanti a una bella scelta: o ritorno tra i babbani o rimango qui a Hogwarts a studiare mentre nelle vacanze alcuni periodi li dedicherò a diventare una ninfa completa.”
“Se diventerai una ninfa completa cosa farai?”
“Alla fine del settimo anno deciderò se vivere nel mondo dei maghi o in quello delle ninfe. In ognuno dei due casi un potere mi verrà tolto.”
Ci furono qualche minuti di silenzio rotti solo dal ticchettare dall’orologio sopra il letto di Luce. In quei momenti Rose stava cercando di riprendersi dallo shock iniziale per farle la domanda decisiva, mentre Luce osservava la sua reazione.
“E tu cos’hai deciso?” la voce era ferma, ma dagli occhi color caramello si poteva vedere chiaramente che aveva paura. Paura di perderla quando l’aveva appena trovata, paura di non riuscire a vivere più come aveva fatto in quella giornata: leggera poiché sapeva di avere un’amica vera, paura di non avere più coraggio perché Luce era l’unica che le aveva dato la forza di parlare con Scorpius davanti a tutti oggi. Aveva paura e Luce lo leggeva nei suoi occhi.
“Non ho scelto. Prima vorrei andare a casa per sistemare un po’ di cose o decidere di rimanere.”
“Quando?”
“Domani accompagnata da alcuni Auror e Ginny.” Istintivamente Rose disse “Vengo anche io.” Luce si stupì, e non poco, di quella risposta. Rose non ci aveva neanche pensato, era stato naturale per lei esserci in un momento così difficile per l’amica.
“No Rose è troppo pericoloso, i maghi oscuri potrebbero riattaccare.” Chiarì Luce.
“No, ho sentito papà e zio Harry che dicevano che su tutto il tuo paese babbano hanno messe uno scudo protettivo da ogni tipo di magia oscura e non lo toglieranno mai. Quindi è impossibile che qualcuno attacchi noi o i tuoi amici in futuro. È magia antica quella, nessuna magia nera può oltrepassare la barriera.”
“Non lo so Rose, quel mago era davvero forte, l’hai visto no? Nessun Auror è riuscito a batterlo”
“Certo non gli Auror, ma tu si. Tu l’hai battuto.” Quelle parole colpirono Luce tanto che alla fine disse “Per me non c’è problema lo sai, chiedi tu ai tuoi genitori o a Harry e Ginny.”
Rose tutta pimpante uscì dall’infermeria dopo aver schioccato un bacio sulla guancia di Luce.
***
Il giorno dopo Luce era pronta per partire. Nella sua stanza vi era un silenzio irreale, era seduta sul suo letto immersa nei suoi pensieri mentre guardava fuori dalla sua finestra. –sono veramente pronta a ritornare nel posto in cui li hanno uccisi? Sentirai ancora dolore Luce. Sei masochista! Perché ti stai facendo questo? Perché hai bisogno di chiudere con il passato. Non voglio chiudere con il passato però. Cosa voglio allora? Essere felice ovvio. Perché è tutto buio intorno a me? Sono completamente vuota, ecco la verità.-
Quando Ginny e Harry entrarono nell’infermeria la trovarono ancora in quella posizione e, dopo essersi rivolti uno sguardo preoccupato, Harry disse “Luce se non te la senti possiamo rimandare.”
“No, devo farlo. Lo so.” La sua voce era atona, inespressiva. Non la sentivano così da settimane ed erano spaventati a morte da questo.
Ginny le prese la mano e Harry le passò un braccio attorno alle spalle dicendo “D’accordo, andiamo allora.”
Stupendosi di quei gesti così affettuosi Luce rivolse loro un sorriso: era semplice, naturale quando c’erano loro.
Arrivarono al portone d’entrata che conduceva ad Hogsmeade, luogo in cui avrebbero potuto Smaterializzarsi. Ad aspettarli c’era un gruppo di Auror, tra di essi c’erano Ron ed Hermione e Rose. Appena la vide Luce le sorrise raggiante e le disse “Come hai fatto?”
“Oh è stato facile in realtà. Ho convinto zia Ginny che, tra l’altro, ti adora e poi è sempre dalla nostra parte.” A quelle parole il sorriso di Luce si fece ancora più ampio mentre guardava la rossa: senza di lei non sarebbe mai uscita da quel limbo in cui si trovava. “Dopo c’è stata una reazione a catena: la zia ha convinto zio Harry, lui ha convinto papà e alla fine mamma si è ritrovata tre persone contro e non ha avuto scampo. Ha messo la condizione che però sarebbe venuta anche lei.” Aggiunse sbuffando.
Mentre si avviavano a Hogsmeade Luce non incontrò nessuno per la strada, ancora una volta bloccata per lei, ma dalle finestre si potevano vedere chiaramente gli studenti curiosi con il volto appiccicato alla finestra che salutavano e si sbracciavano per farsi notare. Addirittura uno con un incantesimo scrisse nel cielo “Lucinda Williams nei nostri cuor”. Di fronte a quella scritta Luce rimase sbigottita e dopo aver chiesto spiegazioni Ginny le disse “Non lo capisci? Ti stimano Luce! Sanno della tua storia, in parte, e hanno visto le torture a cui sei stata sottoposta davanti ai loro occhi. Eppure sei qui e con la voglia di vivere. Per loro sei un esempio.” Dopo averle risposto Ginny tacque e con sua grande sorpresa Luce rise: “Mi stimano? Ahah oh andiamo Ginny io non sono un esempio da seguire. Nella mia vecchia scuola combinavo sempre un sacco di danni! Una volta Jessica Stindon aveva detto alla professoressa di lettere che avevo copiato durante il compito e io per vendicarmi ho messo la minestra della mensa nella sua borsa di Louis Vuitton e sostituito il suo fondotinta liquido con il fango! Alla fine mi avevano scoperto, ma la sua faccia coperta di fango è valsa un mese di detenzione” Rise a quel pensiero e sospirò “Ah bei tempi quelli…” Tutti la guardarono straniti tranne Ginny che disse con un sorrisetto “Ah vedo che i ricordi stanno tornando e comunque sei stata una serpe Luce!” Harry ribatté “ Da che pulpito. Tu al settimo anno hai fatto diventare blu i capelli di Pansy Parkinson solo perché mi aveva chiesto la penna per scrivere.” Tutti risero a quella affermazione e Ginny, in sua difesa disse “Beh ti guardava come se volesse spogliarti!”.
“Ehi certe cose non le voglio sentire dette dai miei zii per piacere!” Disse Rose tappandosi le orecchie.
Erano ormai arrivati a Hogsmeade e Harry disse “beh Luce, la Materializzazione congiunta fa schifo la prima volta, quindi buona fortuna” . Harry le prese il braccio e Luce sentì come se qualcuno volesse farla entrare un tubo di due centimetri, ma proprio quando sentiva di non avere più aria si ritrovò in una vietta che conosceva alla perfezione.
Era Dicembre inoltrato e una Lucinda undicenne tremava nonostante il cappotto bianco di lana e il cappellino che cercava di scaldarle le orecchie. Delle ciocche marroni cioccolato spuntavano dal cappellino grigio, il naso era arrossato per colpa del freddo e i due occhi verdi erano due fari in quella via in cui non passava mai nessuno. C’erano solo loro due. La prima cotta di Lucy: John Barnes, anche lui undici anni, capelli neri e occhi marroni anonimi. Erano sulle scalette della casa abbandonata quando John le disse “Sei carina Lucy” e la baciò. Uno sfioramento di labbra, puro come l’infanzia felice che avevano avuto i due bambini.
Il ricordo sfumò e gli occhi di Luce sorrisero a quel ricordo, anche Rose se ne accorse e le chiese “Ricordo felice?” Luce le rispose “Vicino a quel cassonetto, su quelle scale John Barnes mi ha dato il mio primo bacio” “E com’è stato?” “John Barnes non è mai stato un gran baciatore. Ci ha riprovato a quattordici anni ma non ha funzionato neanche lì.”
Mentre si incamminavano verso la casa sua, Luce rivedeva tutta la sua vita passarle davanti, dai primi passi accompagnati dal papà, al giro per i negozi con la mamma, le uscite con le amiche, gli angoli passati a baciarsi di nascosto con i suoi ragazzi passati. Riusciva a ricordarsi tutte le persone del paesino, gli amici, i vecchi sulle panchine, le mamme che accompagnavano i figli al parco con il laghetto: tutto. Intanto raccontava il suo passato a Ginny, Harry e Rose “Lì ho preso le mie scarpe preferite, le tengo ancora nell’armadio solo che sono distrutte e mamma non me le voleva più far mettere, ah qui mi sono rotta il polso a sette anni mentre giocavo con mio fratello, vicino a quel balcone ho avuto il bacio più bello di tutta la mia vita! Phil Janson mi ha rincorso sotto la pioggia e mi ha baciato davanti a tutti, alla fine ero fradicia ma un bacio così non si è più visto! Quella è la casa di Eric, quella di Emm, Van, Justin” appena pronunciato il nome dell’ultimo ragazzo Luce avvampò e abbassò il capo. Rose ingenuamente chiese “Perché sei diventata tutta rossa?” la domanda schietta della rossa la prese in contropiede “Beh ecco lui…nel senso è stato…lunga relazione…dopo tanti mesi… il primo” boccheggiò Luce. Rose ancora non capiva ma quando Ginny scoppiò a ridere della reazione di Luce tutti i tasselli tornarono al posto giusto e anche lei non poté fare a meno di ridere a crepapelle del suo imbarazzo. Luce divenne più rossa dei capelli Weasley e disse imbronciata “Ma grazie belle amiche, io sono imbarazzata e voi ridete!”. Il broncio non durò molto però. Erano arrivati a destinazione: casa Williams.
Rimasero di fronte alla casa immobili per un’ora. Nessuno osava muoversi, parlare e, a volte, respirare. Luce dal canto suo era invasa dai ricordi.
La casa che veniva dipinta di celeste, lei e Jack che giocavano in giardino, l’altalena che papà le aveva costruito a cinque anni, le chiacchierate con la mamma in veranda, i fiori sempre rigogliosi… e ancora i discorsi sussurrati a bassa voce con le sue fiamme dalla finestra, gli occhi di mamma, le mani di papà, il sorriso di Jackson.
Tutto le tornava alla mente come un fiume in piena. Si accorse dopo molto che era ancora ferma nella stessa posizione, allora prese coraggio e, con le mani legate a quelle di Ginny e Rose e la mano di Harry sulla spalla, entrò.
Tutto era rimasto come prima, non c’era un cuscino fuori posto, le foto di famiglia sul mobiletto vicino alla televisione, i quadri della mamma… con la voce roca chiese “Posso portare via qualcosa?” Ginny annuì e Luce le indicò quello che voleva tenere: sicuramente le foto, la copertina di Jackson che aveva ancora il suo odore, il profumo di mamma e l’orologio di papà. Li sentiva più vicini così, erano sempre con lei.
Quando arrivò in camera sua cadde in ginocchio, i ricordi infatti erano troppi e non riusciva a sopportarli. Chiuse gli occhi. Uno. Due. Tre. Quattro respiri profondi per calmarsi. A fatica si rialzò e riaprì gli occhi. Andava meglio. “Era la mia camera. Il mio rifugio, per questo i ricordi sono tanti. Tutto quello che sentivo e provavo questo luogo lo sa o almeno lo sapeva la vecchia Luce” aggiunse con una punta di rammarico nella voce.
 “Tu sei comunque Luce, non hai perso te stessa. Sei cambiata.” Le disse Harry.
“Mi hanno obbligata a cambiare, io sarei rimasta come prima”.
“Non si possono cambiare le cose Luce, ora devi vivere fino in fondo ciò che ti è dato, anche se adesso non capisci il senso un giorno comprenderai.”
“Io… lo spero”
In risposta Harry  la abbracciò e le baciò la tempia.
Prese i suoi vestiti, le borse, le scarpe, altre foto, il suo cuscino…
Dopo aver rimpicciolito tutto con la magia, tornarono in salotto dove c’erano gli altri ad aspettarli. “Possiamo and…” non finì la frase e fissò l’angolo della sala.
Jackson morto tra quei due muri agonizzante ma con il sorriso sul volto per rassicurare la mamma che urlava, Luce impotente, papà pietrificato e vuoto nel momento in cui il suo corpo divenne freddo come la morte.
“Jake, Jake mi spiace… te l’avevo promesso… è colpa mia” Queste parole furono sussurrate mentre Luce portava al petto le ginocchia.
Di fronte agli sguardi interrogativi e preoccupati dei presenti Luce disse “è morto qui! Mio fratello è morto qui senza che io potessi fare niente, è morto per colpa mia!” Solo allora si accorse di aver urlato e di essersi alzata. Con tutta la rabbia che aveva in corpo diede un pugno al muro e sentì lo scricchiolio tipico delle ossa rotte. Si portò la mano al petto per il dolore, ma non era niente in confronto a quello che aveva dentro.
Ginny le si avvicinò, le prese la mano, la curò e la fasciò. Dopo disse “No. È normale che tu sia arrabbiata ma essere incazzata con te stessa non ha senso.” Luce fece per parlare a la furia rossa la interruppe “Sta zitta e ascoltami: NON E’ COLPA TUA! Ti hanno amato tantissimo Luce e secondo te vorrebbero che tu sia qui a colpevolizzarti mandando a puttane tutto quello che hanno creato con te? No. Fallo per loro, vivi per loro.” L’ultima frase fu pronunciata in maniera dolce, ma ferma e decisa.
Luce a quelle parole si svegliò dal torpore che aveva da quando si era svegliata dal coma. Ora era in lei. Ora era la vera Lucinda Williams. Lei non era la pappamolle che passava tutto il giorno a colpevolizzarsi, lei era la ragazza tenace e forte che andava oltre le difficoltà. Ginny e tutti i presenti videro una nuova luce nei suoi occhi. Brillava come la stella polare nelle fredde notti dei paesi del nord.
Con voce ferma disse “Andiamo al cimitero.”
Con passo fermo uscì dalla casa senza guardarsi indietro. Non ci tornò mai più. I ricordi della sua infanzia e metà della sua adolescenza bastavano.
Quando arrivarono all’entrata del cimitero Luce prese un bel respiro ed entrò, si accorse dopo che solo una persona l’aveva seguita. Arrivata davanti alle tre lapidi bianche come la neve lesse
Charlie Williams
Elizabeth Carter in Williams
Jackson Williams
“Per l’amore, fino alla morte”
“Spero ti piaccia la frase, l’ho scelta io. So veramente poche cose sulla tua famiglia Luce. Forse solo una, cioè che loro ti amavano, fino alla morte.” Disse Harry passandole un braccio attorno alle spalle.
Luce appoggiò la testa sulla sua spalla e disse solamente “È bellissima.” Non sapeva come descriverla in altre parole, ma Harry capì.
“Mi mancano, ma Ginny ha ragione. Devo vivere anche per loro”
“Sai Luce, durante la guerra morirono tantissimi miei amici e parenti. L’unica cosa che mi faceva e che mi fa sopportare quelle morti è una frase che mi disse il mio padrino a tredici anni “Le persone che ci amano non ci lasciano mai veramente, rimangono con noi, nel nostro cuore”. Ed è vero, loro non ti lasceranno mai.”
“Grazie Harry. È importante per me sapere che non sono sola di fronte a tutto questo.”
“Tu non sarai mai sola Luce.” Detto questo Harry fece apparire una ghirlanda di fiori e dopo qualche minuto uscirono dal cimitero.
Appena raggiunsero gli altri Luce disse “Se per voi va bene avrei un’ultima tappa.” Quando tutti assentirono la ragazza si diresse verso una casa con i mattoni a vista alla fine della via.
Quando arrivò al cancelletto della casa si girò verso Harry e disse “È la casa della mia migliore amica e suppongo che il suo ragazzo sia con lei. Posso dirgli quello che ho passato? Ne ho bisogno”
“Possiamo fidarci di loro?”
“Si”
“Allora va bene”
Luce bussò alla porta e quando questa venne aperta una ragazza con delle profonde occhiaie, i capelli biondi raccolti in una coda scompigliata fissava la mora senza proferire parola con gli occhi sbarrati e arrosati dal pianto.
Da dietro la ragazza si sentì una voce “Juls chi è?” quando il ragazzo vide Luce la reazione fu la stessa finché disse “Luce… Luce sei tu?” Luce spostò lo sguardo dal ragazzo a Juliet per continuare la lotta di sguardi mentre annuiva.
Juliet spalancò ancora di più gli occhi che si riempirono di gioia pura e l’abbracciò. Fu un abbraccio caldo, sicuro. Si strinsero in maniera quasi soffocante, nessuna delle due voleva lasciare la presa. Nessuna delle due voleva perdere ancora l’altra. L’abbraccio durò per diversi minuti mentre Juliet singhiozzava sulle spalle dell’amica ritrovata. Luce sciolse l’abbraccio e disse amorevole “Basta lacrime Stevenson”. La bionda sorrise e disse “Lo so quella sentimentale sono sempre stata io. Vieni entra e presentami tutte le persone dietro di te e subito dopo dimmi cosa cazzo è successo”
“Sempre fine vedo. Prima però fammi salutare Oliver.” Luce lo abbracciò di slancio lo ringraziò con lo sguardo per essere stato vicino a Juliet in un momento devastante per lei. Oliver le sussurrò all’orecchio in modo che solo lei potesse sentire “Figurati. Mi sei mancata così tanto. Penso Juliet sia quella giusta.” Luce sorrise. Lei e Oliver avevano sempre avuto un rapporto d’amore fraterno. Lui amava la sua migliore amica sin dalla culla, lei si era fatta desiderare per quindici anni. Luce aveva asciugato le lacrime di Oliver quando Juliet lo rifiutava e aveva litigato ferocemente con la sua migliore amica solo quando si parlava di lui. Ma alla fine ce l’avevano fatta a mettersi insieme e si amavano con tutto il cuore. “Lo sai da 16 Ol, come lo sa lei. Mi siete mancati così tanto e sono felice per voi, davvero.”
Sciolsero l’abbraccio e Luce fece le presentazioni riservando a Rose, Ginny e Harry un sorriso carico d’affetto. Juliet e Oliever sapevano che quando Luce sorrideva così verso certe persone lo faceva perché provava rispetto e gratitudine nei loro confronti, sentimenti che precedevano l’affetto della ragazza per loro.
Juliet osservò in particolar modo Rose. La stava valutando. Si era accorta di un certo feeling che aveva con Luce, era come se entrambe captassero i movimenti dell’altra e si muovessero di conseguenza.
Si sedettero in salotto e Juliet disse “Ora Lucy, dimmi tutto.”
“D’accordo ma voi non svenite e non prendetemi per pazza, ok?” i due ragazzi annuirono e così Luce parlò. Parlò fino a quando la voce non le divenne roca e quando si doveva interrompere alle domande dei due amici. Quando arrivò alla parte del “Sono una strega e mezza ninfa” i due pretesero una dimostrazione, allora Harry fece levitare un vaso con la bacchetta e i due si convinsero e non la interruppero più fino alla fine. “… quindi devo scegliere se rimanere nel mondo dei babbani o vivere in quello magico.” Ci fu qualche attimo di silenzio fino a quando Juliet parlò, con voce roca “Ma tu hai già deciso vero? Ti conosco Luce. Lo vedo dai tuoi occhi. Forse non l’hai ancora ammesso a te stessa ma la tua coscienza sa cosa fare: la cosa giusta. E tu sai qual è” le due ragazze si fissarono, ognuna leggeva i pensieri negli occhi dell’altra. Juliet vide paura, nostalgia e… determinazione. Quindi disse “Hai paura. Non sei una vigliacca Williams. Se rimanessi qui rinnegheresti ciò che sei. Mi stai chiedendo il permesso vero?”
“Sai che se me ne andassi chiuderei completamente una porta alle spalle? Dietro quella porta ci sei tu Juls!” esclamò alzandosi dal divano nervosamente.
“Lo so. Forse, anzi sicuramente io e Oliver siamo l’unica famiglia che ti è rimasta. Ma non vederla come una porta chiusa… sai che non mi è mai piaciuto il  detto “Si chiude una porta, se ne apre una nuova”. È semplicemente un passaggio Luce. La vita è imprevedibile, mutevole. A noi spetta viverla fino in fondo e tu hai già preso la tua decisione.”
Ci furono minuti di silenzio interminabili in cui Luce guardava fuori dalla finestra immersa nei suoi pensieri finché disse “Niente sarà più come prima.” Juliet l’abbracciò e disse “Mi mancherai Lucy”
“Anche tu Juls”
Abbracciò anche Oliver e gli sussurrò all’orecchio “Vivi la tua vita con lei e rendila felice. Se farai qualche stronzata ne risponderò io di lei, chiaro?” il tono era veramente inquietante tanto che Oliver annuì senza proferire parola. Luce sorrise “Mi mancherai Ol, ti voglio bene”
“Anche io Lucy”
Juliet prese in disparte Rose e le disse “Lei ti stima e ti vuole bene. Ora ha bisogno di te più che mai. Stalle vicino.”
“Non potrò mai competere con te.” Juliet sorrise.
“Scherzi? Tu sei molto più per lei. Luce è sempre stata speciale, lei aveva una natura tutta sua e adesso che l’ha scoperta tu puoi volerle bene per quello che è veramente. Io sono…come mi avete chiamata? Ah si babbana. Non potrei mai volerle bene come farai tu perché non posso capirla.”
A Luce e Juliet bastò uno sguardo e un abbraccio per dirsi addio. Le parole erano superflue, l’affetto che traboccava dai loro occhi era evidente.
Se ne andarono mentre Oliver passava un braccio attorno alle spalle di Juliet, sulla cui guancia scendeva una lacrima silenziosa.
Aveva ritrovato una parte di se stessa, non era più un’anima vuota adesso.
La sua nuova vita iniziava ora, da una scelta che l’avrebbe fatta crescere, ma la strada è lunga.
 
 
***
Ehiiiiiii gente!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! È molto intenso e mi è piaciuto proprio tanto scriverlo davvero.
L’idea del cimitero è stata un’illuminazione e così anche Harry sta avendo una parte importante nella vita di Luce!
Beh ditemi cosa ne pensate, ho notato che le recensioni sono poche (ok zero) però mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate!
Ringrazio tutti quelli che i hanno aggiunto nelle seguite, nelle preferite e nelle ricordate!
Besos
Lils
 

  
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