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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    21/06/2012    1 recensioni
Negli anni a venire, avrebbe lottato per impedire che i ricordi legati a quella Domenica grondante di sangue venissero dimenticati, avrebbe lottato anche per Jackie, ma già nel suo cuore di bambino, all'epoca, sapeva che non era la violenza la strada da percorrere.
Lui avrebbe combattuto a modo suo.
Era una solenne promessa alla memoria di Jackie.
Era la sua promessa e la sua missione.
Per non vedere altre Domhnach na Fola e non riudire ancora quei maledetti spari e quelle grida.
Come la mia beta mi ha fatto notare, questo racconto è molto forte, eppure così deve essere, siccome deve descrivere un momento drammatico - per il popolo irlandese - come quello della Domenica di Sangue: si tratta di uno degli episodi chiave dei Troubles nordirlandesi, quando i paracadutisti inglesi spararono nel mucchio di un corteo pacifico di manifestanti per i diritti civili, uccidendo numerosi ragazzi e ferendone altri piuttosto gravemente.
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DOMHNACH NA FOLA

Bobby stava giocando con un vecchio pallone di stracci nel cortiletto ingombro di rifiuti della Cattedrale di Sant'Eugenio, nel cuore del Bogside a Derry.

Bobby era piccolo, forse troppo ancora per capire, ma quella domenica dopo la messa, non sapeva perchè, quando sua sorella lo aveva lasciato alle cure del vescovo si era sentito strano.

Per un attimo, aveva avuto voglia di piangere.

Quando ormai Loreena se n'era andata in gran fretta, perchè doveva andare al lavoro ed era già in ritardo, Bobby si era buttato tra le braccia di Jackie, che lo aveva abbracciato ridendo e apostrofandolo con un “Dearthair...” appena sussurrato mentre lo stringeva.

A Bobby piaceva Jackie, e anche a Loreena piaceva, eppure non capiva perchè a mamma e papà non piacesse.

Era un grande, insegnava loro a leggere e scrivere il Gaelico - che non capiva bene cosa fosse, ma era una cosa che a Jackie stava molto a cuore che imparassero quindi non faceva domande di sorta – e, ogni volta che poteva, giocava con loro!

Eppure, quando quel giorno lo aveva abbracciato, Bobby capì istintivamente che c'era qualcosa che non andava assolutamente.

Sembrava triste...

E difatti glielo disse, con quell'espressione da cucciolo che metteva sempre su ogni volta che sbagliava un tiro mentre giocava, oppure quando veniva rimbrottato dal ragazzo più grande se sbagliava qualche pronuncia.

Tutti risero, anche i bimbi più piccoli, mentre lo scricciolo veniva affidato a padre Daly, che si affrettò a spedirlo a giocare assieme agli altri: anche lui sembrava triste, notò Bobby mentre guidava i più piccini verso il cortiletto, senza però lasciarsi sfuggire l'espressione grave che Jackie aveva in viso quando, con il suo cappello frigio in testa e le mani cacciate in tasca, era uscito dalla porta principale della Cattedrale.

Per tutto il giorno, i bambini restarono relativamente in silenzio, un silenzio diverso dal solito, un silenzio come di attesa - solo molti anni dopo, forse, ne avrebbero capito il reale significato – e lo mantennero anche quando il vescovo, lasciandoli soli, affidò proprio a Bobby il compito di sorvegliare i compagni più giovani.

In quel momento, il bambino guardò il cielo sopra Derry, colmo di nubi nere e minacciose mentre, da un punto imprecisato del cuore del Bogside, udiva provenire botti, tanti botti, come a Capodanno o alla festa di San Patrizio.

Ma era fine Gennaio, non poteva essere nessuna delle due ipotesi.

Di nuovo, quella sensazione di paura e gelo che gli artigliava il cuore e lo stomaco.

Ma perchè?

Liquidò sbrigativamente gli altri compagni e si eclissò nello spiazzo interno - dove veniva raccolta la spazzatura - cominciando a palleggiare distrattamente contro il muro annerito dal fumo dell'inceneritore nell'angolo; eppure, quell'impressione non pareva accennare a scomparire.

Cosa stava succedendo?

Per un attimo, ebbe la sensazione che quel rumore fosse vicino, troppo vicino alla cattedrale, ed ebbe paura, molta paura, al punto che, per poco, non si precipitò in strada.

Ma quando venne raggiunto dai più piccoli, ritrovò faticosamente il proprio sangue freddo: erano una sua responsabilità, e se padre Daly aveva affidato la loro incolumità a lui, allora avrebbe fatto di tutto per proteggerli, proprio come Jackie aveva sempre fatto con lui e i più grandicelli fin da quando erano bambini.

Si strinsero gli uni agli altri, mentre le grida e le esplosioni si facevano più ravvicinate e distinte, e si staccarono solo quando udirono un gran chiasso provenire dall'interno della chiesa, un gran clamore di voci e invocazioni, di ordini urlati con voce rasposa e le suppliche di quella che, inconfondibilmente, era Loreena.

Fu solo a quel punto che Bobby scattò in avanti, tirando con sè alcuni amichetti, e si precipitò dentro, dove l'oscurità e il pregnante odore di fumo non coprivano abbastanza l'olezzo fastidioso e nauseabondo del sangue, non celavano l'immagine del corpo martoriato di Jackie.

Non parlava, non ne aveva la forza, non sapeva cosa dire.

Nei suoi occhi c'era solo l'immagine priva di vita del ragazzo che più di tutti reputava essere come un fratello, la persona che più di tutte idolatrava, che tutti loro piccoli idolatravano.

Qualcuno alle sue spalle prese a piagnucolare disperatamente ma lui rimase lì, in piedi e tremante, a bocca aperta e col cuore fermo nel petto.

Vide Loreena abbassarsi sul ragazzo, chiudergli gli occhi e poggiargli il cappello frigio sporco di sangue in testa, vide le persone che avevano soccorso Jackie fare crocchio attorno al suo corpo, vide il volto addolorato del vescovo mentre recitava a mezza voce le preghiere, e si ritrovò a barcollare verso di lui con la vista annebbiata, si vide cadere in ginocchio al suo fianco, sussurrandogli una manciata di parole all'orecchie, stentate nell'accento ma pulsanti di quell'affetto, di quell'amore, che lo stesso giovane vi aveva infuso a propria volta.

Oíche mhaith, dearthair...”


E un giorno, sarebbe cresciuto.

Un giorno, avrebbe capito veramente cosa fosse successo in quella maledetta Domenica, chi o cosa avesse portato via Jackie; eppure, finchè l'innocenza non fosse stata macchiata da quel sangue - lo stesso che irrimediabilmente macchiava, e avrebbe sempre macchiato, il cuore della sua gente - non l'avrebbe mai saputo.

Restavano solo quelle tre parole, unite alla consapevolezza che qualcosa stava cambiando, che si stava inesorabilmente avvicinando la fine dell'età dei giochi e che, presto, ci sarebbe stato bisogno di loro, di quei bambini che avevano visto ci loro occhi ciò che la violenza, quel giorno, aveva portato con sè.

Non sapeva come nè perchè, ma ne ebbe il sentore, mentre tornava a casa quella sera, immerso nella silenziosa stretta della sorella sulla propria mano: non voleva più vedere cose del genere e avrebbe fatto di tutto perchè non avessero più modo di accadere.

Negli anni a venire, avrebbe lottato per impedire che i ricordi legati a quella Domenica grondante di sangue venissero dimenticati, avrebbe lottato anche per Jackie, ma già nel suo cuore di bambino, all'epoca, sapeva che non era la violenza la strada da percorrere.

Lui avrebbe combattuto a modo suo.

Era una solenne promessa alla memoria di Jackie.

Era la sua promessa e la sua missione.

Per non vedere altre Domhnach na Fola e non riudire ancora quei maledetti spari e quelle grida.

§§§

GLOSSARIO:

Domhnach na Fola: Domenica di Sangue

Oíche Mhaith: Buona notte

Dearthair: Fratello

§§§

Note dell'autrice:

Come la mia beta mi ha fatto notare, questo racconto è molto forte, eppure così deve essere, siccome deve descrivere un momento drammatico - per il popolo irlandese - come quello della Domenica di Sangue: si tratta di uno degli episodi chiave dei Troubles nordirlandesi, quando i paracadutisti inglesi spararono nel mucchio di un corteo pacifico di manifestanti per i diritti civili, uccidendo numerosi ragazzi e ferendone altri piuttosto gravemente.

Jackie, il morto qui citato, è il primo dei defunti di quella giornata, al secolo John Duddy; mentre padre Daly è il vescovo di Derry e fu realmente lui a cercare di salvare Jackie e a soccorrerlo una volta che il ragazzo era rimasto ferito.

Bobby, invece – ho scelto il nome in onore di un altro Bobby famoso, un "martire dell'Irlanda libera", citando Lillie Connolly, uno dei personaggi chiave di una meravigliosa storia di Dylan Dog – è frutto della mia mente, così come sua sorella Loreena ma ho cercato il più possibile di attenermi ai comportamenti e alle situazioni, tentando di mettermi nei panni di un bambino che vede morire davanti a sè una persona che è quasi e più di un fratello.

L'esattezza delle parole in gaelico utilizzate è verificata dalla wiki, dal libro di Bobby Sands “Un Giorno Della Mia Vita” e da un vocabolario gaelico online molto accurato di cui, appena riuscirò a riesumare il link, incollerò il collegamento internet.

Grazie per l'attenzione.

   
 
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