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Autore: Aura    22/06/2012    2 recensioni
Proseguì, incontrando il ritratto che tra tutti l'aveva sempre messa a disagio: Fred, con una fossetta accennata sulla guancia, un piccolo particolare che forse sfuggiva a chi non l'aveva conosciuto appieno; era come l'inizio di un sorriso, di una risata. La turbava perché, per quanto così rappresentato fosse felice, in realtà qualunque persona che sta per sfoderare un sorriso non può essere definita in pace: in pace è chi è già arrivato al culmine del sorriso, o chi è tornato esteriormente serio conservandolo negli occhi e nel cuore, non chi sta per esprimerlo.
Questa storia ha partecipato al contest Not My Character, bitch! indetto da Avalonne sul forum di EFP classificandosi terza e vincendo il premio "miglior coerenza narrativa"
Genere: Avventura, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Era suo il viso che aveva visto nel libro. E lei lo stava ignorando.
Un ceppo nel camino scoppiò, facendola sussultare.
Era beffardo, perché le ricordava una notte simile a quella, in cui aveva capito che non sarebbe riuscita a dormire, durante il suo quarto anno.


Hermione sussultò, lo schioppo l'aveva distolta violentemente dai suoi pensieri, si ritrovò a guardarlo seria, come rimproverandolo.
- È solo un pezzo di legno. Non può scusarsi.
Si girò verso Fred,
- E tu che ci fai sveglio? - gli chiese, non sapendo se essere lieta per avere una compagnia o infastidita per non essere sola.
- George. - disse lui, come se il solo nome del fratello bastasse per spiegare tutto.
- Scherzo?
- Pozione Antisonno. Tu?
Hermione alzò le spalle,
- Non lo so, forse l'ha data anche a me... - ipotizzò, mentre Fred si sedeva accanto a lei. Scostò i piedi, per fargli posto,
- Certo, certo. - fece lui, accondiscendente.
- Qualcosa mi dice che mi stai prendendo in giro, - lo accusò, osservandolo attentamente.
- Assolutamente no. Stavi studiando? - disse, sfilandole il libro dalla mano e cambiando discorso.
- Non proprio... - cercò di fermarlo, ma Fred stava già sfogliando l'album.
Lo vide ridere,
- Ah, gli annuari, sono proprio crudeli. Guarda questa, è Harry svenuto dopo una partita di Quiddich, - rise, - e qui c'è Percy quella volta in cui gli abbiamo colorato i capelli di blu, e lui è andato a fare la ronda conciato così!
Gran parte di quelle foto aveva come protagonista uno scherzo dei gemelli, ma altre erano semplicemente momenti divertenti o belli da ricordare. Hermione si avvicinò a lui, e iniziarono a guardarlo insieme.
- Siete davvero pestiferi... - commentò, con un sorriso benevolo.

Aprì gli occhi di scatto, svegliata da un altro scoppiettio del camino.
- Eh? - disse, insonnolita, mettendosi a sedere. Si guardò intorno, distinguendo Fred con in mano la macchina fotografica,
- Asciugati la guancia, Hermione, questa andrà dritta nell'album, così tutti ricorderanno che quando dormi sbavi come una lumaca . - rise.
Cercò di raggiungerlo, per portargli via la macchina, ma lui aveva il vantaggio di essere lucido e non appena sveglio come lei, così riuscì a scappare chiudendo con un incantesimo la pellicola in un baule.
- Ti prego, Fred, dammela! - disse stizzita,
- Assolutamente no. - Soddisfatto tornò sul divano, - Non ce n'erano di abbastanza divertenti su di te, e questa è un buon inizio. Vai a dormire Hermione, su: ti avrei portato a letto io stesso, ma sai che non posso.
Ancora imbronciata gli diede le spalle, incamminandosi.
- Ehi, - la chiamò poi Fred.
Si girò,
- Che c'è ancora?
- Quello stupido è ancora troppo piccolo e troppo tonto per accorgersi di te, ma presto lo farà, vedrai.

Rimase a guardarlo impietrita, mentre Fred le strizzò l'occhio e come se niente fosse si voltò, rimettendosi a guardare le foto.



Si morse il labbro, e si avvicinò allo scaffale, estraendo un album.
Lo aprì, sicura, trovando la pagina dove era stata sigillata la sua foto, perché lei non potesse strapparla.
Ora, più che sé stessa addormentata con la bocca aperta, i capelli arruffati e un rivolo di saliva sulla guancia, rivedeva chi le aveva scattato quella foto.
E si giudicava aspramente, accusando la sua prudenza, il suo buonsenso, il suo sapere che era sbagliato come paura e codardia.
Chiuse l'album con un tonfo, lo rimise sullo scaffale con un gesto secco e meccanico. Si voltò, fissò il libro appoggiato sul divanetto. Non poteva lasciarlo incustodito, lo prese, e si diresse nuovamente sulla soglia della sua stanza.
- Accio borsa. - disse, sicura, tendendo la mano. In caso di una qualsiasi evenienza, non aveva mai perso l'abitudine di tenerla pronta e a portata di mano. Socchiuse la porta, facendo attenzione a non fare rumore, e ridiscese le scale della torre, fino a tornare alla sala comune.
Il cuore le martellava, i pensieri erano soggiogati dall'agitazione febbrile, ancora non credeva a quello che stava per fare.
Si sedette sul divano, incrociando le gambe, mentre rapidamente rifletteva che forse la causa di tante avventure pericolose con Harry e Ron era proprio lei, e ne era la prova vivente in quel preciso momento.
Fissò la copertina, che iniziò a sembrarle minacciosa: aveva paura di cambiare idea, paura di non cambiarla e combinare la più grande pazzia mai sentita. Inspirò, aprì il libro e iniziò a leggere sommessamente la formula.



Quelle antiche parole, mentre le scorrevano sulla lingua, le parlavano, spiegando al suo inconscio cose che avrebbe ricordato, cose che avrebbe dimenticato, moniti terribili e incoraggiamenti speranzosi.
Sapeva di non avere molto tempo per l'organizzazione, stava tornando indietro nel tempo e doveva scegliere immediatamente la destinazione. Fred doveva essere vivo, e solo.
Un racconto di Ginny le tornò alla mente, la mattina in cui Harry l'aveva baciata, George li aveva sorpresi. La camera dei gemelli.



Si fece tutto buio. Freddo. Puzza insopportabile di bruciato, fetore di muffa e decomposizione, ma fu questione di un attimo.





Vide al di là delle sue palpebre chiuse una luce aranciata, tenue, contro la sua pelle sentiva un calore confortevole e le sue narici erano solleticate da un famigliare profumo: un miscuglio di legno, ciambellone di zucca, e un che di floreale. Casa. Casa Weasley, la Tana, senza alcun dubbio. Aprì gli occhi, cautamente, mentre una voce stupita la chiamava,
- Hermione, cosa ci fai qui?
Non si sarebbe mai aspettata di poter reagire così, ma forse non le era mai venuto in mente di poter rivedere un amico che credeva morto da tempo. O meglio, che
sapeva con assoluta certezza morto da tempo.
Il respiro le si seccò in gola, per riprendersi poi con un singhiozzo, liberatorio. Si fiondò su Fred, abbracciandolo, dimenticando che lui ignorava chi era veramente e perché era lì, nascondendo il volto rigato dalle lacrime contro la sua spalla.
- Maledetto, maledetto Fred! - si ritrovò a borbottare, non riuscendo ad esprimere altro.
- Ehi, io non c'entro! - si giustificò lui, confuso.
Si mischiò una risata tra le lacrime di Hermione, mentre si staccava da lui.
Si asciugò il volto, nonostante vedere nuovamente il suo viso e sapere che era lui le stava portando una nuova ondata di commozione.
- Sì che c'entri, stupido. - disse, benevola.
Lo guardò per qualche istante, mentre Fred la fissava a sua volta spaesato,
- Si può sapere che cosa ti prende? Sarà stato George, ora è abbastanza facile riconoscerlo da me, no?
Si ritrovò a dargli uno spintone amichevole,
- Non è un commento carino da fare nei confronti di tuo fratello, - lo rimproverò.
- Hermione, - le disse lui, ignorando il rimprovero, - che cosa ci fai ancora in vestaglia? Se non sbaglio cinque minuti fa eri chiusa in bagno giurando di aver quasi finito. E che razza di capelli hai? - osservò, poi.
Si portò automaticamente una mano alla testa, già sapendo che era impossibile domare il groviglio con solo le dita.
- Non ho tempo per questo, - disse, prendendogli il polso. Poi sembrò ripensarci, - anzi, è meglio se lo fai tu: smaterializziamoci da un altra parte. Un posto sicuro, e senza gente. - precisò. Lo vide tentennare e strattonò il suo braccio, - Forza!
Riconobbe la loro destinazione come l'ufficio sopra ai Tiri Vispi, sospirò soddisfatta riflettendo che era meglio non usare la bacchetta, finché era lì, per non insospettire il ministero: né lei né il suo doppione passato avevano più la Traccia addosso, ma meno dava nell'occhio meglio era.
- Abbiamo un matrimonio a cui tornare... - la risvegliò dai suo ragionamenti, con tono canzonatorio.
Un nuovo sospiro, questa volta atto a darle coraggio: il coraggio si spiegargli chi era veramente, e perché era lì. Preannunciargli la sua morte, senza ancora sapere se sarebbe riuscita a salvarlo e come: i ricordi di quello che aveva scoperto mentre pronunciava l'incantesimo cominciavano a svanire, lasciandole delle sensazioni, e aveva la sensazione che per il fatto di essere tornata nel passato non voleva dire automaticamente che Fred si sarebbe salvato.
- Quindi non ho molto tempo, - iniziò, - e tu devi credermi, anche se sarà difficile farlo.
Fred l'ascoltò, dapprima incredulo, poi sbalordito, spaesato, confuso, ma mentre il racconto proseguiva sembrò capire, sempre di più.
- E così io sono morto in battaglia, - concluse poi, quando lei finì, - beccati questa, orecchio di George.
Hermione sollevò d'istinto la bacchetta, poi ripensandoci afferrò il grosso fermacarte che si trovava sulla scrivania, cercando di colpirlo con quello.
- Razza di stupido, e c'è da vantarsi per questo? Sei morto,
morto!
Fred sembrava tranquillo, le bloccò la mano che brandiva il fermacarte,
- Ma sei qui per evitare che accada, no?
Hermione rilassò le spalle,
- Non è detto che ci riesca. - Gli ricordò, grave.
Vide la fossetta incompiuta che tanto aveva odiato ricomparire sul suo volto,
- Non sei forse la strega più brillante della tua età? - Il tono era quasi scherzoso, ma non sarcastico. - Non potrei essere in mani migliori. - la rassicurò, mentre il sorriso si allargava.
Si sentì più serena, e ricambiò il sorriso, in silenzio. Fred guardò l'orologio, continuando,
- Quindi, salta il matrimonio?
Hermione scosse la testa,
- Assolutamente no, non dobbiamo cambiare il passato, o per lo meno il meno possibile. Ho dei libri, - disse, sollevando la borsetta, - io starò qui a fare qualche ricerca, ricorda: è vitale che nessuno sappia che sono qua. Quindi assicurati che nessuno venga, o se George dovrà venire fai in modo di precederlo per portarmi via: è meglio che io non usi la magia, se non è strettamente necessario.
Fred annuì, sembrò sul punto di chiederle qualcosa ma le strizzò semplicemente l'occhio, scomparendo alla sua vista.

Estrasse ad uno ad uno tutti i libri dalla sua borsa, in una sorta di censimento, seccata sapendo già che non avrebbe trovato niente di utile per una magia oscura e proibita come quella che aveva messo in moto.
Forse poteva scrivere un elenco di testi che Fred poteva procurarle.
Scosse la testa: non poteva cambiare il passato.
Una sensazione, un istinto latente si fece strada in lei: come poteva non cambiare un passato che non conosceva? Lei non sapeva cosa aveva fatto Fred mentre lei era con Ron e Harry a caccia degli Horcrux. Forse quello le dava più raggio d'azione.
Certo, molte delle risposte avrebbe potuto trovarle nel libro che l'aveva condotta fin lì, ma ricordava che era bruciato tra le sue stesse mani, non appena aveva finito di pronunciare la formula: zero punti a Hermione Granger, per essere stata così stupida da non averlo
prima studiato.
Si alzò, dirigendosi alla finestra, guardando Diagon Alley per metà in rovina. Sapeva perché aveva agito così: non voleva cambiare idea, non voleva che la sua coscienza razionale le impedisse di tentare di salvare Fred.
Appoggiò la fronte al vetro, odiava brancolare al buio.

- E come speri che io entri inosservato a Hogwarts, prenda il libro e lo porti qui? - le chiese, quasi divertito dall'assurdità della richiesta.
- Dobbiamo studiare un modo, ma per il momento la strada da seguire è quella: per fortuna abbiamo molto tempo prima della battaglia, e in qualche modo ce la faremo. - Asserì Hermione, sicura. Fred si allungò sul divanetto dello studio, sbuffando,
- Piton è di guardia da quando Silente è morto, quel Mangiamorte...
- Il professore Piton... - Hermione si bloccò, non doveva svelare a Fred parti del futuro non necessarie, e la vera fedeltà del professore era tra le cose che dovevano rimanergli nascoste.
- Quindi? - Incalzò lui, in attesa. Hermione scosse la testa,
- Nulla. Oh, perché ho questa sensazione che se fosse un altro a sapere della mia presenza qui oltre a te sarebbe pericoloso? Neville torna a scuola, a settembre: avremmo potuto chiedere a lui di procurarci il libro, e di portarlo da Aberforth.
- Aberforth? -
- Lascia stare. - Sbuffò, sprofondando accanto a lui, con le braccia conserte.
Fred cercò di collaborare,
- Forse potrei chiederglielo lo stesso, senza nominarti. - Propose.
- E con che giustificazione gli chiederesti un libro del reparto proibito che ha il potere di portare in vita i morti?
- Potrei inventarmi qualcosa.
- Non si può fare tornare i morti in vita
così, - schioccò le dita, - tanto perché ci va, altrimenti in molti sarebbero di nuovo qua. Deve essere qualcosa di più unico che raro, un motivo che sia più forte del destino, con la fermezza mentale e il coraggio per farlo: Non puoi chiederglielo.
Fred fu sul punto di dire qualcosa, ma rimase in silenzio, mentre lei continuava:
- E poi, tu che chiedi a Neville un libro di cui
nemmeno io ero a conoscenza? Oh, - rise, sarcastica, - è esilarante.
Fred fece una smorfia,
- Senti un po', piccola saputella, mi ritieni forse uno stupido?
- Sai che non è così, ti ho sempre detto che se tu e George metteste la metà dell'ingenio che usate per fare scherzi nello studio chissà dove sareste ora. - Fece una pausa, cercando di scendere a patti con tutto ciò in cui credeva. - Ma va bene così, fate la cosa che vi rende felici. - Ammise infine.
- Dove sei, ora? - le chiese, di punto in bianco, cambiando argomento.
Hermione si portò una mano al mento, pensierosa, fissando il soffitto senza vederlo realmente per cercare di mettere in ordine le idee.
- Siamo a Grimmauld Palace, cercando di scoprire che fine ha fatto il medaglione di Regulus, l'originale.
Fred si mise più comodo,
- Raccontami della ricerca degli Horcrux.
- Dobbiamo cercare un modo per...
La zittì,
- Avanti Hermione, abbiamo mesi. E tu hai bisogno di pensare ad altro, per avere una delle tue intuizioni fenomenali. - disse, convincendola. Hermione gli sorrise, sistemandosi più comodamente sul divano,
- Allora, lasciato il matrimonio abbiamo raggiunto la Londra babbana...


















Nda Benritrovati a tutti, innanzitutto specifico che la parte in corsivo a inizio capitolo è un ricordo di Hermione, mi sento stupida a farlo ma mi accorgo che a volte do per scontate cose che magari nella mia mente sono assodate, ma che ad occhi nuovi non lo sono per niente. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che troviate la storia interessante, ora come avrete capito stiamo entrando nel vivo del racconto, vi prometto che il prossimo sarà più lungo e più ricco di avvenimenti ;-)
Grazie mille a  smelly che ha recensito, e a chi ha messo la storia tra le seguite! Alla prossima!



   
 
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