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Autore: VeroJonasLover    22/06/2012    17 recensioni
- Hai in mente la carta trasparente che metti sopra la ciotola di insalata di riso, prima di metterla in frigo? - dice ridendo e accarezzandomi il palmo della mano.
- S..sì. - affermo, indecisa.
- Ecco. Tu sei l'involucro che mi protegge, sei la protezione che tiene racchiusa all'interno la parte più buona di me. - ribatte, guardandomi fisso.
- Come l'insalata di riso? - dico, scoppiando in una fragorosa risata.
- Stavo provando a far emergere il mio romanticismo, Ronnie. - dice serio, tirandomi un buffetto sul naso. - e poi boh, volevo dirti che.. oggi c'è una bella giornata, che potremmo portare fuori Elvis..- prosegue - ..che dovresti chiamare tua mamma per ringraziarla della cena di ieri sera, che ti amo, che oggi splende il sole..-
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma buongiorno mie care meraviglie! c: avete visto? sono tornata, I'm back in town! Ho deciso di inizare una nuova FF, personalmente sono molto insicura a riguardo..vaabè, leggete e ditemi cosa ne pensate! loge you. ♥ baci. 
Joє'ѕ мυffιи



- Spiegami perché mi hai fatta venire qui Sam. Illuminami, perché io davvero non ci arrivo. -  dico, guardandomi attorno.
- Perché mi è arrivato l'ennesimo invito all'evento su facebook e non potevo rifiutarlo e forse perché..uhm.. - si gratta il mento. - è già la settima rimpatriata del liceo che saltiamo? - continua, con aria scocciata.
- Appunto, l'hai detto. Se ne abbiamo già saltate altre ci sarò stato un motivo, o sbaglio? - domando. 
- Il motivo è che odi esporti, farti notare e partecipare a queste cose, ecco cos'è. -
- Non è colpa mia se tu facevi parte delle cheerleaders e tutti ti adoravano ed io invece ero la solita sfigata anonima. - sbuffo. - anzi no, fammi correggere, lo sono tuttora. - 
Sam scrolla le spalle, sa che ho ragione. Per me il liceo è stato un completo incubo. Le prime delusioni amorose, i primi rifiuti, i primi brufoli, le prime cerette..ora che ci penso bene, paradossalmente queste ultime sono state meno dolorose di tutto il resto.
Amavo alla follia un ragazzo che neanche mi guardava, e che sbavava direttamente dietro alla mia migliore amica Samantha, che gli sbavava dietro di rimando, e così si erano mesi assieme, mandando all'aria tutti i miei 'lieti fini' da favola. Sam ai tempi non sapeva della mia cotta paurosa verso il suddetto ragazzo, e non l'ha mai saputo. 
Era difficilissimo dover sopportare le sue sclerate nei suoi confronti, ma soprattutto doverle dare dei consigli per cercare di mantenere solida la loro relazione. In cuor mio speravo si lasciassero, ma parliamoci chiaro..anche se l'avessero fatto, non avrei mai avuto una possibilità con lui, e d'altra parte non volevo vedere Sam soffrire.
Poi, dopo la maturità, tutto ad un tratto, si erano lasciati. Così, di punto in bianco, e ognuno era andato per la sua strada, e io non avevo più sentito parlare di lui. Lei non mi aveva mai fatto intendere che la cosa le dispiacesse poi così tanto, anzi. Dopo la rottura il suo motto preferito era: 'se le cose sono andate così, è perché dovevano andare così. '
Ora, 7 anni dopo, ero stata trasportata a forza a quella rimpatriata, tenutasi in un pub di L.A., probabilmente il più conosciuto e frequentato, il 'Six Flags'.
"Non ho nulla di cui preoccuparmi, nessuno si ricorderà di me, e questa serata finirà presto. - continuavo a ripetermi, sistemandomi il vestitino color lilla lungo i fianchi e barcollando per il tacco 12 che mi sorreggeva.
- Alzalo un po' di più. - Sam mi fa l'occhiolino e mi alza maggiormente il vestitino, facendolo arrivare quasi a metà coscia.
Le sorrido, e appena la vedo girarsi, lo abbasso un'altra volta. Di solito non mi piace apparire, figuriamoci se voglio essere notata in quest'occasione.

Ci addentriamo sempre di più nel locale, scrutando visi e cercando di notare se i corpi dei nostri ex compagni hanno subito grandi cambiamenti col passare del tempo.
Una coppietta ci si avvicina sorridendoci, li riconosco: sono Elizabeth e Bob, due che già dal primo giorno della prima liceo si facevano la corte a vicenda. E' la solita coppietta che vuole arrivare 'pura' al matrimonio, i soliti da carezze e baci e poca sostanza. Sono teneri...in fondo.
- Ciao cara! - esordisce lei sistemandosi gli occhiali spessi e neri sul naso e salutando Sam. Allarga le braccia e la bacia sulla guancia (azione analoga a quella di Bob) poi mi fissa.
- E lei è? - parla Beth.
- Ronnie. - dico, titubante. 
Fai che non si ricordi chi sono, fai che non si ricordi chi sono, fai che non si ricordi chi-
- Ronnie!- urla, abbracciandomi caldamente.  - Ma come sei diventata..- mi guarda con occhi curiosi, sembra confusa.
- Guardabile? - dico, sorridendo.
- No, non intendevo quello! - ride. "Oh sì, intendevi quello Beth, lo so per certo." sussurro tra me e me. - E comunque ti sei vista? Sei uno schianto!- 
Non posso guardarmi, ma suppongo di essere arrossita, perché sento un gran calore all'altezza delle guance. 
Con una scusa, ci congediamo, e Sam mi guida per il pub stringendomi la mano. Salutiamo di sfuggita quelle poche persone che riconosciamo, con alcune facciamo ampie conversazioni (che vertono quasi completamente sul mio cambiamento di stile/look, e sul mio cambiamento fisico. Frasi come 'ma non portavi gli occhiali una volta?' o ' sei dimagrita tanto!', sono all'ordine del giorno. Mah, la gente non sa che hanno inventato le lenti a contatto e che lo sviluppo di una persona non si conclude completamente a 18 anni?), mentre con quelle persone che in passato odiavamo, scambiamo solo fugaci 'ciao' con la mano.
Assetate, ci avvicianiamo al bar, e ci concediamo qualcosa da bere. Io opto per un mojito alla menta, Sam invece prende un sex on the beach, da sempre il suo preferito.
Mentre sorseggiamo i nostri drink, un ragazzo moro si avvicina al bancone domandando un bicchiere di vodka al melone.
Sam mi dà una gomitata al braccio, e strizza gli occhi. Non capisco. Con lo sguardo, 'mi indica' il ragazzo alla mia sinistra, e convulsamente alza le sopracciglia.
Il ragazzo dai capelli corvini, invece, beva dalla cannuccia la sua vodka, e infine si lecca le labbra, soddisfatto.
I miei occhi si posano sulle sue braccia, rese scoperte dalla canottiera nera che indossa, braccia che sono letteralmente irrorate di vene. Alzo ancora lo sguardo, ha una barba che pare ispida, incolta, e le sopracciglia molto folte. Indubbiamente quel ragazzo mi ricorda qualcuno, peccato non ricordi chi..
Improvvisamente, lui si gira verso destra, evidentemente si è accorto con la coda dell'occhio che lo stavo fissando.
Beh, come osservatrice sono davvero pessima, questo è certo. 
Ben presto però, mi accorgo che non è me che sta guardando. 
'Sorpassa' la mia persona e incontra gli occhi di Samantha, che sono lucidi e sorpresi.
- Samantha!' quasi urla lui, per poco saltandomi addosso per salutarla.
- Joseph! - esclama lei, guardandomi in modo strano e misterioso.
Continuo a bere il mio mojito, e penso. 
Quel nome..quelle sopracciglia..la voce.. non mi dicono niente di nuovo.
Mi ripeto quel nome mille e mille volte nella mente, sperando mi venga in mente il lampo di genio.
Joseph, Joseph, Joseph..mmh.
Sollevo di scatto la testa, e sono 'presa' da una visione, quasi come in 'That's so raven'.
Joseph, era così che si chiamava la mia cotta esistenziale.
Sì, Joseph, semplicemente chiamato Joe. 
   
 
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