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Autore: sil_p87    22/06/2012    1 recensioni
Hogwarts settimo anno... Harry Potter ha finalmente vinto la sua battaglia contro Voldemort ma c'è ancora qualcuno che trama nell'ombra... Malfoy vuole la sua vendetta e cercherà di ottenerla rubando il cuore di colei che per Harry è amica e sorella... precipitando in uncircolo di eventi inaspettati e in una nuova avventura!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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8- pulcini, galline e Peter Pan
Pulcini, galline e Peter Pan



-Siamo innamorati Granger- le sussurro piano, tenendola schiacciata al muro con il suo corpo.
-Non basta – gli mormorò piano sulle labbra lei.
-Lo faremo bastare- le disse sfregando il naso contro il suo.
-Non ci riusciremo- sentenziò lei fremendo per il desiderio di un nuovo bacio.
-Almeno proviamoci- non le diede il tempo di replicare perché le chiuse di nuovo la bocca posando di nuovo le labbra sulle sue.

Hermione aprì lentamente gli occhi, una parte di lei desiderava che fosse solamente un sogno, l’altra era convinta che se fosse effettivamente stato un sogno sarebbe morta.
Diede una rapida sbirciatina all’ambiente intorno a se e il suo cuore fece le capriole era in un dormitorio ma non nel suo, effettivamente era in camera di Malfoy.
Facendo mente locale si rese conto del peso leggero che le premeva sulla vita e si accorse di un braccio che la stringeva possessivo, riconobbe la morbidezza dell’altro sotto al collo e si sentì bene come non le accadeva da tempo, sorrise nella semioscurità e richiuse gli occhi , la sua schiena contro il petto di Draco, con il suo respiro nell’orecchio e le sue braccia strette intorno al corpo non avrebbe desiderato di trovarsi in nessun altro posto al mondo.



*******


Rifletteva su quanto fossero strane le situazioni della vita, in quella stanza aveva spogliato decine di ragazze e su quel letto aveva disposto di loro come gli pareva migliaia di volte, ma non con lei.
Non aveva smesso per un attimo di baciarla e di stringersela contro ed era convinto che adesso che l’aveva ritrovata non  l’avrebbe mai più lasciata andare, non gli interessava fare sesso  con lei, voleva che quando fosse stato il momento fosse speciale e unico come quello che provava.
-Umpf- un altro leggero bacio sul naso.
Era davvero dolce mentre dormiva, si ritrovò a pensare.
Le passò una mano tra i capelli –Dai pigrona, sono quasi le sei!- le disse piano.
Stava facendo un debole tentativo di svegliarla, anche se non voleva che se ne andasse, la scosse ancora con meno convinzione di prima, gli piaceva così tanto guardarla che sarebbe rimasto giorni interi fermo a studiare ogni minuscolo dettaglio di lei.
Le sfiorò le labbra con un bacio e lei aprì gli occhi.
-Buongiorno- gli disse piano, il cuore le martellava così forte nel petto che temeva che lui lo sentisse.
-Buongiorno a te- le rispose il biondo.
-Che ore sono?- gli chiese ancora un po’ intontita.
-Le sei meno dieci- le disse stringendola di più.
-E’ meglio che vada- un lampo di tristezza le attraversò lo sguardo.
-Resta ancora un po’- e non le diede il tempo di replicare perché la baciò, ancora, ancora e ancora.


-Draco si sono fatte le sei e mezza, devo proprio andare.- gli disse a malincuore.
Lui seppur con un certo sforzo acconsentì, si salutarono e quando rimase solo un senso di euforia mista a  tristezza si impadronì di lui.
Averla di nuovo accanto era meraviglioso ma vederla andare via lo fece sentire solo.
Aveva sempre cacciato tutte dal suo letto perché gli mancava l’aria con loro lì ma adesso senza Hermione il suo letto gli sembrava immenso.



******


Hermione percorreva senza fretta i corridoi della scuola diretta alla sua camera quando una voce familiare la raggiunse.
-Cosa c’è Lavanda?- chiese.
Si sentiva parecchio in colpa,  anche se era conscia che l’ unico colpevole in quella storia era Ron.
-So cos’ è successo ieri sera.- lo sguardo della bionda non lasciava trapelare nulla.
-Ah- fu l’unica cosa che uscì dalla bocca della caposcuola.
-Senti Hermione, io e te non siamo mai state grandi amiche ma io ti devo proprio dire una cosa- le disse.
-Parla pure, Lavanda, ti ascolto-
-E’ dal quarto anno che vedo Ron sbavarti dietro- diretta, senza preamboli eppure tranquilla completamente rassegnata- quando tu parli pende dalle tua labbra e quando ti guarda lo fa con un adorazione sconfinata verso di te, l’ho visto soffrire in silenzio, prima con Krum, poi con Harry e adesso con Malfoy e lui si consola ogni volta con me,  non mi importa un’ accidente con chi stai ma mi ferisce vedere che il mio ragazzo soffre vedendo le attenzioni che tu dai agli altri.- si fermò, evidentemente cercando le parole.
-Lavanda io…- provò a dire Hermione ma l’altra non le diede il tempo di parlare.
-Da tre anni io e Ron stiamo insieme, da tre anni io devo lottare contro uno spettro, devo continuamente lottare contro di te e tu nemmeno te ne rendi conto.- alzò lo sguardo e lo fissò dritto in quello della mora – so per filo e per segno quello che è successo fra voi due ieri sera, so che ti ha  detto di amarti e so che tu l’hai respinto e che Malfoy l’ha picchiato. So anche che a te non deve aver fatto piacere, io so che tu vuoi molto bene a Ron…- si interruppe.
-Si gli voglio bene Lavanda ma non lo amo adesso, né mai lo amerò.- le rispose la riccia.
-Lo so Hermione, so che lo ami come si può amare un fratello, che daresti la vita per lui perché è uno dei tuoi amici più cari e so che è importante per te come uno di famiglia ma che tutto si ferma li, perché quella che c’è per te è solo profonda amicizia.- le disse ancora.
-Esatto- mormorò Hermione
-Bene – riprese la bionda -noi abbiamo parlato della nostra storia, ho scelto di stare con lui Hermione perché io lo amo davvero, credo che non potrei vivere senza di lui e so che lui mi è affezionato. Mi ha promesso che cercherà di amarmi fino in fondo e che staremo insieme e ti dimenticherà, però io devo chiederti una cosa- lo sguardo risoluto puntato in faccia all’altra che annuì.
-In nome dell’amicizia che vi lega, vai da lui e spiegagli una volta per tutte cosa c‘è tra di voi, se lo merita credo. - si voltò per andarsene  ma all’ultimo  sembrò ripensarci e voltandosi aggiunse - E poi credo che ti debba delle sincere scuse - si allontanò senza dare tempo a Hermione di replicare.



******



Le scale che conducevano al dormitorio maschile non le erano mai sembrate così lunghe, sentiva il cuore pesante e non voleva affatto affrontare quella conversazione ma Lavanda glielo aveva chiesto e lei si sentiva in dovere di farlo.
Bussò piano alla porta del dormitorio, all’interno c’erano solo Harry e Ron, mancavano ancora venti minuti alla fine della colazione e loro erano in ritardo come al solito.
-Mione- le disse Harry passandole accanto e scompigliandole affettuosamente i capelli.
Il sorriso tirato di lei e lo sguardo fisso su quello rabbioso di Ron lo indussero a pensare che fosse successo qualcosa di grave – Forse è meglio che me ne vada, vi aspetto giù-
Stava per andarsene quando la voce fredda e dura di Ron lo fermò.
-No rimani, sono proprio curioso di sentire come si giustificherà davanti a te la signorina-
Per Hermione fu come ricevere uno schiaffo.
-Io… io- cercò di dire ma il rosso la interruppe.
-Perché sai è da un po’ che ci prende per le pluffe- sbottò rabbioso.
-Ron per l’amore di Merlino! Non può essere così grave- Harry era letteralmente sconvolto, gli mancava un po’ il fiato perché credeva che avesse saputo qualcosa di Daphne.
Gli occhi sbarrati di Hermione gli intimarono di tacere.
-Ah no Harry? Si da il caso che sia dalla Francia che ci prende in giro.- inveì Ron.
-Che stai dicendo?- chiese ancora il moro.
-Sto dicendo che quella lì se la fa con Malfoy- disse puntando il dito contro la caposcuola.
Harry era rimasto impassibile e assolutamente tranquillo, la notizia non lo aveva minimante sconvolto anzi le sue labbra si piegarono in un leggero sorriso lasciando Ron sgomento.
Poi il rosso collegò –Lo sapevi!- tuonò.
-Si Ron lo sapevo- ammise.
-E non hai fatto nulla?- gridò.
-No, a parte starle vicino ed essere felice per lei!- anche il moro si stava scaldando.
-Begli amici che siete.- le sue parole erano sature di rancore.
Fece per spingere via Harry ed andarsene ma Hermione lo richiamò- Dovrei parlarti.- tornò indietro e si mise di fronte a lei, le mani puntate sui fianchi, saggiamente il bambino sopravvissuto decise di defilarsi e lasciar loro il tempo di chiarirsi.

-Che mi vuoi dire Hermione? – le chiese gelido.
-Voglio dirti che mi dispiace Ron- disse lei abbassando lo sguardo.
-Sai una cosa Hermione, al primo anno in questa scuola io ti ho odiato, poi ho cominciato a sopportarti e alla fine mi sono innamorato di te. Ho sputato lumache per difenderti, ho sempre cercato di proteggerti e ti ho sempre adorata credendo che forse un giorno ti saresti accorta di me. Ti ho osservata in silenzio, ho visto  tutto di te e ho aspettato che tu mi guardassi come io guardavo te, ho pregato in cuor mio che ti accorgessi di amarmi. Poi un bel giorno è arrivato un cercatore della Bulgaria ti ha fatto quattro moine e tu sei caduta ai suoi piedi e io mi sono roso il fegato dalla gelosia e per fartela pagare mi sono messo con Lavanda e ho continuato a stare con lei e ad aspettare che tu ti rendessi conto che ero io il meglio per te.
Un giorno sei arrivata in camera mia piangendo e hai pianto sulla mia spalla per ore perché con Krum era finita e io ti ho dato il mio appoggio  sperando che fosse la volta buona, ma più io speravo più tu ti avvicinavi ad Harry e a quel punto io ho capito che per me non c’era speranza perché sapevo di non poter competere con lui e lo vedevo che eri davvero innamorata.
Tu non puoi sapere quanto ho sofferto ad ogni bacio, ad ogni sguardo, ad ogni tocco  ma poi mi avete detto che era finita e lui si è messo con Ginny e tu invece sei rimasta sola, credevo che mi aspettassi e io pendevo dalle tue labbra in attesa che mi dicessi eccomi Ron, ti amo ma poi hai vinto quella gara e sei andata in Francia,  quando sei tornata io mi sono accorta che c’era ancora qualcun’altro , ho visto i tuoi occhi quando guardi Malfoy, e ho capito che era lui.
Beh ieri sera ho deciso di lottare per averti, perché credevo di amarti davvero e tu mi hai confermato che non mi ami e mai mi amerai e ho sofferto credimi, ho sofferto perché mi sono accorto che per anni ho rincorso un’utopia, che ho fatto soffrire per anni la ragazza meravigliosa che ho accanto e che non lascerei nemmeno se tu mi implorassi di farlo perché amavo l’idea che avevo di te ma a lei sono legato per quella che è- aveva detto tutte quelle cose senza mai interrompersi e adesso si sentiva più leggero.
-Sono felice per te Ron davvero, sono felice che ami Lavanda e che ti sei liberato di me e mi dispiace se per anni tu hai provato tutto questo e hai sofferto in silenzio, non me ne ero mai accorta e me ne dispiaccio.- gli disse Hermione.
-Quello che non cambia è che tu stai con Malfoy, Hermione ed io non lo posso accettare- le disse duro.
-Perché? – gli chiese lei implorante.
-Perché? Mi chiedi perché? Perché è il degno figlio di un mangiamorte, perché suo padre ha quasi ucciso mia sorella e Harry, perché per anni ti ha torturata in ogni modo, perché lo odio e lui odia me, perché ti farà del male… per mille ragioni Hermione.-
Le si arrossarono gli occhi –Ron lui non mi farà del male.-
-Io sono convinto di si, ti chiedo scusa per quello che ti ho detto ieri sera, non avrei mai dovuto, insomma tu non lo meritavi e me ne vergogno, ma sul Malfoy io non cambierò mai idea.-
-Non puoi essere semplicemente felice per me?-

Lavanda scelse quel momento per entrare, trafelata.
-Amore iniziano le lezioni- li vide  e si scusò cercando di andarsene ma Ron la bloccò –Io ed Hermione abbiamo finito -  la prese  forte per mano e si voltò a guardare la sua migliore amica, la stessa ragazza che un tempo aveva amato e ora stentava a riconoscere- La mia risposta è no, Hermione, non posso!-   e insieme a Lavanda  si allontanò.



*******



Fortunatamente per le prime due ore di quella mattina Hermione era esonerata dalle lezioni.
Fare le ronde non le pesava e di solito si presentava comunque in classe ma non quella mattina, aveva bisogno di chiarirsi le idee stava male per quello che era successo con Ron.
Camminava senza meta e all’improvviso si accorse di essere arrivata di fronte al passaggio segreto che conduceva alla spiaggietta sul lago nero dove l’aveva portata Draco.
Decise di passare le prime due ore della giornata lì, certa che nessuno l’avrebbe disturbata.
Se ne stava seduta tranquilla sulla riva, era freddino ma il rumore dell’acqua  mossa dal vento la rilassava, era talmente concentrata ad ascoltare lo sciabordio delle minuscole onde che nemmeno si accorse del ragazzo che le arrivava alle spalle.
Draco si inginocchiò piano dietro alla sua schiena e le posò un delicato bacio sul collo , lei trasalì ma appena riconobbe il contatto di quelle labbra si rilassò abbandonandosi al suo abbraccio.
-Dobbiamo parlare- gli disse grave.
-Ti ascolto- le rispose in tono canzonatorio.
-Questa cosa è strana Draco-
-Lo so-
-Come facciamo?- gli chiese
-A fare che cosa?-
-Questo- gli disse lei un po’ stizzita. – Siamo innamorati ed è la cosa più bella del mondo ma non possiamo stare insieme-
-Perché?- le chiese scostandosi un po’ da lei.
-Perché tu vuoi fare del male al mio migliore amico e io non so se posso impedirtelo!- scattò lei.
-Hermione,- disse serio prendendole il viso tra le mani - ti prometto che non farò mai nulla allo sfregiato, eccetto quello che già faccio si intende.-
Lei non resistette e gli butto le braccia al collo- Grazie Draco -
La gioia che vide in fondo agli occhi di lei gli riscaldò il cuore.


Se ne stavano impalati  da un bel po’ quando lei lo sorprese – Stasera facciamo qualcosa insieme? – gli chiese.
-Vediamo, non credo di avere di meglio da fare per cui si… direi di si.- le disse ridendo sotto ai baffi.
Lei per tutta risposta gli pizzicò una gamba.
-Sei impazzita mezzosangue? Scherzavo!- la rimproverò.
-Non era divertente furetto!- sentenziò lei e un secondo dopo entrambi ridevano.
-Andiamo dai c’è lezione con la McGrannit. – gli disse lei e anche se a malincuore entrambi si avviarono verso l’aula di trasfigurazione.



******


Le giornate erano trascorse in un lampo,  era quasi un mese che si frequentava con Draco e lei era quasi perfettamente felice, era seduta al tavolo del pranzo tra Harry e Ron che non si parlavano, solo il moro si rivolgeva di tanto in tanto a lei con la testa piena di pensieri e preoccupazioni.
Vide Daphne Greengrass fare un cenno con il capo al suo migliore amico e lasciare la sala grande diretta chissà dove.
Un attimo dopo anche lui si alzò e con una scusa banale lasciò il suo posto vuoto e la sua fidanzata sull’orlo delle lacrime.
Hermione scosse la testa ma venne immediatamente distratta da un uccellino di carta che volava verso di lei.
“ Fatti bella che stasera si esce! Alle sette e trenta davanti al portone…D.” alzò gli occhi verso Draco che dal tavolo dei serpeverde le regalò un meraviglioso sorriso.
Guardò svelta verso il preside e anche se non lo avrebbe potuto giurare fu certa che le avesse fatto l’occhiolino.


Alle sette e trenta in punto di quella sera Hermione era davanti al portone della sala grande che aspettava alquanto impaziente Draco Malfoy.
Era contraria ad uscire perché era certa che lui l’avrebbe cacciata in un mare di guai ma non aveva saputo resistere e si era fatta bella proprio come le aveva detto lui.
Si era messa un paio di Jeans attillati e uno stivale col tacco vertiginoso, il suo immancabile giubbotto di pelle  e un’enorme a sciarpa viola, si era addirittura truccata e messa gli orecchini!
Draco arrivò con dieci minuti di ritardo, del resto secondo lui le donne andavano fatte aspettare, ma era valsa la pena di aspettarlo, era al solito bello come un dio greco, le venne da ridere perché sembrava un babbano con il giubbotto di pelle, i jeans larghi e le converse ai piedi ma il dettaglio migliore era il maglione dello stesso identico grigio dei suoi occhi.
-Sei pronta?- Le chiese spingendo il pesante portone.
-Ma tu sei pazzo, non vorrai veramente uscire? Ci sospenderanno!- lo stava tirando per la manica quando lui si fermo e le porse un foglietto di pergamena.
-Autorizzazione firmata dal preside per una full immersion  a  Londra per una ricerca di babbanologia!- le disse sorridendo.
-Ma l’abbiamo finita secoli fa- protestò lei.
-Appunto! Ma il preside mica lo sa…- sorrise ancora il biondo.
Lei sorrise a sua volta e si aggrappo al suo braccio.
-Allora se la metti così!-


Giunti fuori dalle mura della scuola si voltò a guardarla – Voglio che mi porti a vedere i luoghi che ami di Londra ma devi tenere per ultimo quello che ami di più.-
Lei lo prese per mano e lo smaterializzò in un vicolo assieme a lei.
-Voglio che tu veda il London Eye- gli disse entusiasta- è la ruota panoramica più alta al mondo con i suoi 135 metri di altezza- gli sorrise e si misero in fila per acquistare il biglietto.
Cinque minuti più tardi erano a bordo, erano soli nella cabina e la prima cosa che fece Draco fu attirarla a se e darle un meraviglioso bacio. Poi la abbracciò da dietro e la voltò verso il vetro per ammirare lo spettacolo che la ruota gli offriva.
Lei parlava di tutto continuamente ma per lui l’importante era essere lì con lei.
Mezz’ora dopo scesi da li lei gli afferrò di nuovo la mano, ruotò veloce su se stessa e si trovarono nei famosi Giardini di Kensigton, il silenzio di quel luogo era inverosimile, gli scoiattoli si rincorrevano sui rami degli alberi, il vento increspava le acque del laghetto, si respirava magia.
Hermione lo tirò per un polso lungo i sentieri e gli fece vedere una statua.
-E questo cosa sarebbe?- chiese fissando il ragazzino che suonava il flauto,e il piedistallo da cui spuntavano conigli, bambini e fate.
-Peter Pan- gli rispose sorridendo lei, bella come sempre. La luce che le brillava divertita negli occhi gli fece venir voglia di baciarla e così la attirò a se lasciandola sorpresa.
-Quello della favola babbana?- le chiese poi.
-Si- disse regalandogli un’ altro sorriso- sai la sua storia comincia qui perché l’autore venne ispirato da un gruppo di ragazzini conosciuti durante le passeggiate assieme al proprio cane San Bernardo attraverso i viali dei giardini londinesi di Kensington.
-Bellissima- le disse Draco guardando un po’ lei e un po’ la statua,incerta su a chi fosse dedicato il  complimento Hermione lo prese sottobraccio e si avviò lungo i viali.
-Come mai ti piacciono questi due luoghi? – le chiese ancora curioso di sapere quanto più poteva di lei.
-Beh. il London Eye  è fantastico, ci si vede tutta Londra da lì , e la statua di Peter Pan beh, mia nonna mi ci portava sempre da piccolina, una coperta e il libro di Peter Pan e passavamo ore lì vicino  lei a leggere ed io ad ascoltare.- il sorriso le si accendeva in viso ogniqualvolta nominava sua nonna.
-Mi è venuta fame, andiamo- gli disse mettendosi a correre.


Picadilly Circus era affollatissima, gente correva qua e la, gruppetti di ragazzini che fumavano una sigaretta in quindici, ragazzi più grandi ubriachi ed erano solo le nove e mezza di sera.
Presero un hot dog a testa con Draco che imprecava contro il cibo babbano a più non posso.
-Un giorno ti farò mangiare una pizza- gli disse Hermione.
-Non mangerò più alcuna diavoleria babbana mezzosangue!- sentenziò il biondo.
Lei rise.
-Si è fatto tardi ma se ti va c’è un ultimo posto in cui ti vorrei portare.- gli disse.
-Andiamo dove vuoi!- ribattè lui.

Lo prese per mano e insieme si smaterializzarono in un piccolo giardino contenente una serra, Hermione aprì piano la porta e lo fece entrare, ovunque iris dai mille colori si stendevano rigogliosi.
-Dove siamo?- le chiese.
-Da mia nonna- gli disse lei semplicemente.
Il cuore di Draco si scaldò a quelle parole, la mezzosangue lo aveva portato nel luogo che più le era caro.
-Volevo mostrarti i suoi fiori- gli disse- ora possiamo andare.-
Fece per uscire e allontanarsi ma lui la prese per un polso.
-Hermione noi due dobbiamo chiarire una cosa- le disse serio.
Lei si sentì mancare, credeva che le avrebbe detto che era finita, che avrebbero smesso di vedersi o chissà che ma prese coraggio e gli chiese che cosa ci fosse.
Lui era imbarazzato, se non fosse stato troppo buio per capirlo effettivamente avrebbe giurato che Draco Malfoy era arrossito.
-Ecco vedi- disse il ragazzo portandosi una mano tra i capelli- è da un mese che noi usciamo insieme di nascosta da tutto e tutti.- le disse.
-Lo so- disse lei scuotendo la testa.
-Io sono stanco di questa situazione- sputò fuori lui.
Una morsa dolorosa le attanagliò lo stomaco, lo sapeva che era troppo bello per durare.
-Mmm- disse solo.
-Voglio poter farmi vedere con te da tutti, voglio poter dire a tutti con orgoglio che sei la mia ragazza.- disse in un fiato il serpeverde.
Lei alzò gli occhi su di lui confusa come non mai ma immensamente felice, era rimasta senza parole tanto che lui credette che gli avrebbe chiesto se era per caso impazzito.
-Ma se non vuoi..- fece per aggiungere, ma lei pazza di gioia gli saltò al collo  e si strinse forte contro il suo petto.
-Certo che voglio furetto!- gli spalancò un’enorme sorriso in faccia e gli chiuse la bocca con un bacio.


-Hermione!- una voce femminile li fece trasalire entrambi.
-Gioia mia sei tu?- un’ anziana signora in vestaglia e pantofole si faceva strada lungo il giardino,la sigaretta accesa stretta tra le labbra aveva ancora tutta la cenere attaccata, come se dopo averla accesa la donna l’avesse semplicemente dimenticata lì, si muoveva lenta e circospetta , attenta a dove metteva i piedi.
-Nonna- con un gridolino felice Hermione le corse incontro coinvolgendola in un’ abbraccio mozzafiato.
Draco sorrise di quella plateale dimostrazione d’affetto, sua nonna gli permetteva appena di stringergli la mano, se si fosse permesso di abbracciarla come minimo gli avrebbe lanciato un cruciatusda manuale.
-Come stai amore? – chiese la donna, scostando un po’ la nipote da se per esaminarla meglio.
-Ti vedo dimagrita- sentenziò- ma scommetto che sei sempre la strega più bella di tutta Hogwarts.
Hermione alzò gli occhi al cielo ma la nonna era già passata oltre vedendo Malfoy fermo a diversi passi da loro intento ad osservarle.
-Oibò- gli disse- e tu giovanotto, chi saresti?-
Draco sorrise sentendo quell’ esclamazione- Sono Draco Malfoy, signora- le rispose inchinandosi leggermente.
Se suo padre lo avesse visto chinarsi di fronte ad una babbana gli avrebbe lanciato un’ avada kedavra coi fiocchi.
-Nonna lui è il mio ragazzo- si intromise Hermione.
-Uh!ottima scelta mia cara!- disse la vecchia senza curarsi dello sguardo divertito del giovane .
-Sei sempre la solita!- la rimproverò Hermione.
-Andiamo dentro, piccola ,cioccolata calda con panna per tutti- Mise le braccia sulle spalle ai due ragazzi e li accompagnò dentro casa.


*******


Parecchio tempo dopo i due erano tornati ad Hogwarts, passeggiavano vicini lungo i corridoi, ridendo e scambiandosi qualche bacio.
-Sei più cattiva dei mangiamorte Mezzosangue, non lo avrei mai creduto!- la prese in giro.
Hermione lo guardò truce- Avevo tre anni furetto, mica l’ho fatto  apposta e poi me ne dispiaccio ancora oggi!- sentenziò lei.
-Si ma uccidere un pulcino in quel modo!- rincarò lui.
-Ti ho detto di smetterla!- sua nonna e quella sua boccaccia , gli aveva raccontato una serie di aneddoti imbarazzantissimi, tra i quali uno di quando aveva tre anni, sua nonna l’aveva portata a vedere i pulcini appena nati e lei ne aveva preso in mano uno  e nel timore che le sfuggisse lo aveva stretto troppo. La nonna poi le aveva detto che dormiva… le dispiaceva ancora per quel povero pulcino.
-Per non parlare di quando volevi per forza dormire con una gallina!- scoppiò a ridere Draco.
Lei incrociò le braccia al petto decisa a non dargli più retta.
-O di quando hai liberato cinquanta pulcini in casa perché credevi che avessero freddo- si stava facendo delle grasse risate.
Il turno di guardia era finito, la stava accompagnando al dormitorio e ridacchiava  ancora di qualche  episodio della sua infanzia.
Giunti davanti alla Signora Grassa lei si voltò a salutarlo – A domani Malfoy- gli disse freddamente, muovendosi per entrare dal buco del ritratto.
Lui però fu svelto a trascinarla indietro stringendola a se.
-E’ così che saluti il tuo ragazzo, Granger?- gli chiese il serpeverde canzonandola.
-No, Malfoy è così che saluto uno scemo- ribatté lei sorridendogli.
-Me lo dai un bacio allora?- le chiese posando le labbra sulle sue.
Poco dopo la stava guardando negli occhi- Ti devo dare una cosa- le disse mettendosi una mano sotto al maglione.
Tirò fuori un piccolo ciondolo a forma di stella,impresso su di esso lo stemma dei Black, glielo porse.
-Questo- le disse- è stato forgiato da una mia antenata, contiene l’essenza dei Black, viene passato da donna in donna ad ogni ultima arrivata nella famiglia,mia madre è l’ultima Black nata non è consono che lo riceva un maschio ma mia madre me lo ha voluto dare per essermi vicino, io adesso lo do a te perché voglio che tu mi senta sempre vicino.- le diede un bacio delicato sulla fronte e lei gli gettò le braccia al collo.

Poco tempo dopo,chiusi entrambi nelle rispettive stanze i caposcuola erano talmente felici che stentavano quasi a credere che fosse vero.
Hermione aveva paura di chiudere gli occhi e addormentarsi perché magari nello svegliarsi avrebbe potuto accorgersi che era stato un sogno.
Draco sentiva sulla pelle il profumo di lei, da troppo tempo non si sentiva così bene.



*******


Irritante e pretenziosa come al solito Bellatrix Lestrange stava in piedi al centro del prezioso salotto di sua sorella Narcissa, impartendo ordini a destra e a manca ai suoi elfi domestici.
Si era presentata all’ improvviso senza nemmeno annunciarsi e Narcissa non aveva potuto fingere di non essere in casa.
Odiava Bella da molti anni ormai, era tutto cominciato quando aveva torturato Andromeda, l’odio era cresciuto ogni volta che la picchiava dopo aver saputo che aveva avuto contatti con la loro sorella, poi si erano sposate e lei credeva di aver chiuso con la pazza ma non le era andata così bene perché suo marito si era alleato con un fanatico e  aveva fatto di casa sua il quartier generale dei suoi seguaci e nemmeno a parlarne  sua sorella era la più fedele dei suoi generali.
L’apice dell’ odio era cresciuto quasi un’ anno prima, l’aveva torturata per ore quando si era rifiutata di scendere in campo per lottare in nome di Voldemort, Dio solo sapeva cosa era stata capace di farle, rabbrividiva ancora al pensiero e poi Draco, l’aveva costretto ad andare a combattere ma il suo bambino era stato più furbo, aveva contattato Silente insieme a Pansy,Daphne e Blaise e gli aveva dato l’informazione giusta, celati da un’ incantesimo avevano combattuto al fianco dell’ Ordine per avere un po’ di pace e ce l’avevano fatta, certo aveva perso suo marito ma la cosa più importante le era rimasta.
Figuriamoci, pensò Narcissa fissando la sorella, tipico della vita essere così balorda!
-Cissy , sorellina mia adorata, da quanto tempo non ci vediamo!- le disse melensa baciandola su entrambe le guance.
-Si Bella, se non ricordo male l’ultima volta mi hai lasciata sanguinante appesa ad una catena- le disse sorridendo.
L’altra scosse le spalle- Oh, vedo che non hai dimenticato, molto bene...- sottolineò le sue parole con un gesto del capo -ma non sono qui per ricordarti i tuoi errori sorellina.- le disse.
-Ieri sera fonti sicure hanno visto tuo figlio a Londra Cissy.- sentenziò.
-E quindi?- chiese quella.
-Quindi era in compagnia della mezzosangue- sputò rabbiosa la Lestrange.
Narcissa trasalì impercettibilmente, sapeva benissimo chi era la mezzosangue, Hermione Jane Granger, una straga molto più che dotata a suo parere e per di più una ragazzina che aveva avuto un ruolo fondamentale nella distruzione dell’Oscuro Signore.
-Sarà stato per un compito, Bella.- le disse apparendo quieta e fredda anche se non lo era affatto.
-Se per fare un compito devono tenersi abbracciati e baciarsi devono aver preso molto più che eccezionale.- sentenziò la mora.
-Magari ci si stava solo divertendo del resto anche Rodolphus va a letto con le babbane.- sparò dritta la bionda cosciente di aver appena dato una stoccata alla sorella.
-Mio marito tratta quella sgualdrine nell’adeguata maniera Narcissa, tuo figlio invece sta andando fuori dai binari, non tollero che il nostro sangue si sporchi un’altra volta Narcissa, quindi vedi bene di risolvere in fretta questa situazione altrimenti lo faremo io oppure tuo marito.- disse rabbiosa.
Nel sentire nominare il marito Narcissa trasalì visibilmente.
- Cos’hai detto?- chiese senza fiato alla sorella.
-E’ quasi tutto pronto sorellina, - le sorrise Bellatrix- ancora qualche tempo e Lucius sarà libero e poi il nostro Signore tornerà a regnare incontrastato!- la risata che le salì alle labbra mise i brividi alla bionda.
-Come?- chiese soltanto
-Oh lo scoprirai presto Cissy e sarai orgogliosa della nostra nuova stella!- rise ancora la mora.
-Adesso devo andare, ma ricordati bene cosa ti ho detto su tuo figlio. Non credo che Lucius tollererà che lui stia con quella ragazza, non vorrei che Draco si facesse del male.- sentenziò Bellatrix prima di girare su se stessa e scomparire.



Narcissa  tremava per l’avvertimento ricevuto dalla sorella, se suo marito avesse scoperto che Draco aveva una relazione con la Granger lo avrebbe …no, non voleva nemmeno pensare a cosa gli avrebbe fatto. Doveva andare a d Hogwarts e avvertire suo figlio del pericolo ma prima ancora doveva cercare  informazioni sul loro piano per far risorgere Lord Voldemort.
Amava suo marito più della sua stessa vita ma amava molto di più il loro figlio e a lui voleva regalare un mondo sereno senza pazzi fanatici con idee malsane riguardanti la purezza del sangue per questo lo avrebbe tradito, per dare un futuro a Draco e se suo figlio voleva un futuro accanto ad una mezzosangue nessuno glielo avrebbe portato via.
Urlò furiosa ai quattro venti ordini e incantesimi per impedire a quella pazza di sua sorella di invadere di nuovo la sua casa... ma qualcosa le ronzava nella testa "
sarai orgogliosa della nostra nuova stella", non riusciva a trovare risposta e senso a quelle parole, poi improvvisa mentre superava di gran carriera una porta le arrivò una folgorazione.
Per la prima volta in un anno era entrata nello studio di suo marito, aveva dovuto applicare tutta la sua magia per forzare la porta, quando era ancora li con lei non le era permesso di entrare in quella stanza se non era invitata e ancora adesso pur sapendo bene che non c’era pericolo varcare da sola quella soglia le provocava una certa agitazione.
Si sedette alla scrivania e si guardò intorno, una piccola cartellina attirò la sua attenzione.
I fogli al suo interno le fecero mancare l’aria, dovette respirare a fondo per non sentirsi male, lacrime di felicità le appannarono gli splendidi occhi azzurri, stava ringraziando tutte le creature celesti per il dono che le avevano appena fatto. La fretta di correre a recuperare ciò che le era stato strappato via tanto tempo prima era tanta ma doveva fare una cosa prima, sfoglio tutto il contenuto della cartellina.
L’essenza dell’anima di Voldemort era stata conservata, la dovevano solo mettere nel corpo da lui designato e sarebbe tornato in vita!
Ciò che intendevano fare era terribile, non credeva che suo marito avrebbe potuto tanto, in un’ impeto di rabbia afferrò la loro foto e la scaglio lontana contro il muro mandando la preziosa cornice in mille pezzi.
Giuro che si sarebbe vendicata, lui e Bellatrix gliela avrebbero pagata cara.
Si mise comoda e dopo aver preso pergamena e piuma scrisse una lunghissima lettera dove spiegava le sue intenzione e le sue scoperte. Sulla busta scrisse solo Albus Silente. Poi ne scrisse altre  indirizzate a suo figlio e ad Hermione Granger.
Lanciò un po’ di metropolvere nel camino e un’ attimo dopo era a casa di Andromeda e Ted Tonks.

-Meda, Meda, è viva- gridava.
La sorella più piccola uscì di corsa dalla cucina senza capire il perché di tutto quel trambusto.
-Cissy, che succede?- chiese.
-E’ viva, Andromeda- la voce carica di felicità.
-Chi?- chiese ancora la sorella.
E Narcissa passò  le ore successive a raccontarle quella vicenda.
Erano anni che le sorelle si vedevano di nascosto, tutta la famiglia Black e Lucius in primis disapprovavano quel rapporto, ma Andromeda e Narcissa si amavano dal profondo, non potevano e non volevano stare lontane.
-Adesso cosa farai? – chiese Andromeda stringendo le mani della sorella tra le sue.
-Andrò a riprendere ciò che è mio Meda!- le disse sorridendo- Prima però vorrei affidare un compito alla piccola Ninfadora.-
Come se fosse stata chiamata Ninfadora Tonks fece la sua comparsa nel salotto di casa della madre.
-Zia Cissy, che bello vederti!- corse ad abbracciare la donna- cosa devo fare per te? – chiese.
-Ora non ho tempo di spiegarti bene,- prese quattro lettere uguali, due avevano il nome di Draco scritto sopra l’unica cosa che le differenziava era il colore delle buste una bianca e una verde, la terza quello di Hermione in una busta rossa e la quarta diretta a Silente in una azzurra – ti affido queste lettere Dora, devi consegnare la lettera bianca  a Draco, quella rossa a Hermione e quella azzurra al preside,mi raccomando fallo personalmente. Quella verde invece tienila con te, ho un piano ma non sono sicura che le cose andranno come dico io, la devi dare a Draco se mi succedesse qualcosa, ti prego Dora, lo farai vero? chiese.
-Certo zia, te lo prometto.- non aveva chiesto di accompagnarla conscia che sua zia non glielo avrebbe mai permesso, se Narcissa Black aveva bisogno di aiuto lo chiedeva e se non lo faceva non c’era nemmeno da sprecare fiato per offrirgliene, tanto non lo avrebbe mai accettato.
Le ringraziò molte volte, strinse a se la sorella e la nipote e diede un caloroso abbraccio anche al cognato, poi con un sorriso si smaterializzò diretta chissà dove.














   
 
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